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Suore anziane Tema annuale 2013-2014: Essere dono per l’altro 1 Centro di catechesi Piccola Casa della Divina Provvidenza Via S.G..Cottolengo, 14 10152 Torino SUORE ANZIANE Tema annuale 2013 – 2014:

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Suore anziane Tema annuale 2013-2014: Essere dono per l’altro

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Centro di catechesi Piccola Casa della Divina Provvidenza Via S.G..Cottolengo, 14 10152 Torino

SUORE ANZIANE

Tema annuale 2013 – 2014:

Suore anziane Tema annuale 2013-2014: Essere dono per l’altro

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CONTENUTO DOTTRINALE UNICO PER I TRE CICLI

Il tema indicato per l’anno pastorale 2013-2014 mette in relazione lo spirito di povertà —

più volte richiamato alla Chiesa da papa Francesco — con la capacità di essere dono per l’altro. Infatti la povertà cristiana non è distacco fine a se stesso, rinuncia ai beni per non essere “disturbati” dalle cose materiali, ma ha come motivo quello di essere dono. L’uomo ricco, l’uomo pieno di sé, chiuso in se stesso, non può essere dono per l’altro; invece l’uomo che si fa povero, si svuota di sé, non si attacca alle cose materiali, è nella condizione necessaria per poter essere generoso, aperto all’altro (compreso l’Altro, con la “A” maiuscola).

Il mistero della Trinità ci presenta Dio come Colui che vive in comunione di persone le quali sussistono in quanto reciprocamente si donano: le tre Persone sono infatti relazioni sussistenti (cfr S. Th. I, q. 30). In virtù di questo l’“immagine di Dio” che l’uomo è detto essere nel libro della Genesi (1,27), non si riferisce anzitutto alla singola persona, ma alla relazione, che ha nel rapporto uomo-donna e nel loro reciproco donarsi il suo referente privilegiato (cfr Gen 2,23), ma che si estende, tuttavia, in senso più allargato, a ogni forma di rapporto interumano. Potremmo dire, in altre parole, che qui sta il fondamento della chiamata per l’uomo ad essere dono, a non chiudersi in se stesso, nel proprio egoismo, nel proprio orgoglio.

La sapienza umana riconosce la fragilità e la pericolosità della ricchezza (cfr Pr 28,22). La morte svela l’illusione delle ricchezze (cfr Sal 49,17s; Qo 2,20s). Si constata che spesso la ricchezza è unita all’ingiustizia. I profeti denunciano quelli che opprimono i poveri e che si arricchiscono a loro spese. Per questo si giunge a identificare “ricco” con “empio” (Is 53,9). La pericolosità della ricchezza consiste anche nel fatto che è la fonte dell’orgoglio. Inoltre, conduce verso l’incredulità. Il ricco soddisfatto e superbo non è credente (cfr Pr 30,8s). La sicurezza posta nei beni materiali, allontana dalla fiducia nel Dio vivo, ragion per cui la fede «è l’opposto dell’idolatria» (LF 13).

La legislazione di Israele contiene una serie di norme a tutela dei poveri, in nome del fatto che essi possono contare sull’intervento misericordioso di Dio (cfr Dt 24,9-22). Israele è un popolo di poveri liberati: la sua storia dimostra chiaramente che Dio “sta dalla parte del povero” (cfr Lv 19,33s e Es 3,7s). Dio si fa garante della libertà e dignità dei poveri: si curva sugli oppressi in terra d’Egitto, ma più in generale, sulla miseria umana. È il suo modus operandi. In questo senso l’incarnazione della Parola di Dio incomincia da lontano, e la passione e risurrezione di Gesù ne sono il vertice. Egli è «il “sì” definitivo a tutte le promesse», «il luogo dell’intervento definitivo di Dio» (LF 15), il «grande dono che ci trasforma interiormente» (LF 20). Ma per partecipare alla Sua ricchezza, è indispensabile partecipare al mistero della sua povertà (cfr Lc 2,7), del suo spogliamento: Gesù si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr Fil 2,6-8; 2Cor 8,9), noi ci facciamo poveri per permettere a Lui di arricchirci.

Per comprendere l’atteggiamento di Gesù nei confronti dei beni terreni, dobbiamo rifarci allo spirito del Discorso della montagna: «Cercate […], anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). Gesù invita ad abbandonarsi in modo fiducioso nelle mani del Padre, sapendo che camminiamo alla presenza provvidente del Padre. I poveri in spirito sono beati (cfr Mt 5,3) perché sono nella condizione di fidarsi e affidarsi unicamente a Lui. Non si può servire contemporaneamente «a Dio e a mammona» (Lc 16,13). Mammona è il potere economico, che sequestra l’uomo in modo totalizzante, paralizzante e alternativo rispetto a Dio, ed è l’equivalente dell’idolo biblico. Un esempio splendido del pericolo delle ricchezze lo troviamo nel racconto dell’uomo ricco e

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del povero Lazzaro (Lc 16,19-31): l’uomo incapace di aprirsi alla proposta salvifica di Dio è il ricco frivolo e sordo al grido di sofferenza del povero che gli sta davanti, è l’uomo che non sa guardare più in là del suo naso. Viceversa, la povera vedova (Mc 12,41-44) che versa tutto il poco che possiede nel tesoro del tempio, è l’icona dell’uomo capace di aprirsi all’Altro (con la “A” maiuscola), dell’uomo che si fa dono per l’altro. Così anche il Cottolengo, la cui disponibilità totale a servire i poveri, non era il frutto di un sentimentalismo vago, ma «aveva alla base un atteggiamento di povertà radicale, di pieno distacco cioè da sé e dalle proprie cose, che rendeva possibile un'apertura senza riserve alle interpellazioni della grazia di Dio ed a quelle della miseria umana. Qui sta il segreto di tutto» (GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai cottolenghini, 13 aprile 1980, 2).

Gesù mette in guardia: è difficilissimo per un ricco entrare nel Regno dei cieli (cfr Mc 10,23-25). Chi non è disposto a posporre tutto e a posporsi a tutti non può entrare nella sequela di Gesù: «chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). La sequela di Cristo “povero” è un’esperienza di spogliamento e di povertà, sull’esempio di Lui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). Scrive papa Francesco: «Se dare la vita per gli amici è la massima prova di amore (cfr Gv 15,13), Gesù ha offerto la sua per tutti […]. Ecco perché gli evangelisti hanno situato nell’ora della Croce il momento culminante dello sguardo di fede, perché in quell’ora risplende l’altezza e l’ampiezza dell’amore divino» (LF 16). La croce non è un incidente di percorso nella vita di Gesù, ma l’atto ultimo di un’esistenza vissuta nella logica del dono. E nell’ora della croce, oltre al dono della vita, Gesù ci ha fatto altri due doni: quello di una Madre (Gv 19,27), di sua Madre, e quello dello Spirito (Gv 19,30), lo Spirito del Padre e del Figlio. Due doni, peraltro, con una stretta connessione reciproca.

«Lo Spirito è “il dono di Dio” (Gv 4,10) — la sorgente interiore (cfr Gv 4,14) — che soddisfa davvero la nostra sete più profonda e ci conduce al Padre. Da tale osservazione Agostino conclude che il Dio che si concede a noi come dono è lo Spirito Santo (cfr De Trin., 15,18,32)» (BENEDETTO XVI, Veglia con i giovani, Sydney, 19 luglio 2008). Facendo l’esperienza dello Spirito, Dono principale del Risorto ma anche Donatore in quanto Persona trinitaria, noi comprendiamo la nostra vita nuova, quella dei “figli di Dio” (Rm 8,14-16) e accediamo al mistero del Padre. È lo Spirito che permette a ciascuno di fare esperienza della paternità di Dio, configurando il battezzato a Cristo. Rendendolo “figlio nel Figlio” Egli permette di poter pregare in modo giusto, invocando Dio come "Abbà" (Rm 8,23.26; Gal 4,6).

«Ma come Cristo ha realizzato la sua opera di redenzione nella povertà e nella persecuzione, anche la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via» (LG 8,3). La povertà per la Chiesa si motiva in termini di via Jesu: essa infatti, in virtù dell’esempio di Cristo, costituisce una “vocazione” per la Chiesa nel quadro della sua missione (Mt 10,9s), un autoimpoverimento in relazione alla kenosi di Cristo (e non già il permanere in una condizione esistente di povertà), e da ultimo, una scelta preferenziale verso i poveri, nei quali la Chiesa riconosce — come ci ricorda il Cottolengo (cfr DP 95; 145; 171; ecc.) — l’immagine di Cristo. Egli si identifica con il povero, al punto che alla Parusia, quando verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, saremo giudicati sull’amore (cfr Mt 25, 31-40): «I poveri sono e saranno quelli che hanno da aprirci le porte del Paradiso» (DP 110). La comunità della Nuova Alleanza, rinnovata e plasmata dal dono dello Spirito, regolata dalla legge dell’amore e dalla prassi della condivisione, è anticipazione, segno, prolessi, della Gerusalemme del cielo.

La vita nuova del cristiano è vita nello Spirito, vita di fede. È questo «il grande dono portato da Gesù» (LF 1). La fede, che riceviamo da Dio come dono, è luce in grado di illuminare tutta l’esistenza, di orientare il nostro cammino (cfr LF 4), ma questo dono gratuito di Dio «chiede

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l’umiltà e il coraggio di fidarsi e affidarsi» (LF 14). E questo lo può fare solo chi è povero in spirito. Bisogna essere poveri in spirito per essere dono: dono per l’altro, dono per l’Altro.

Ciclo di Natale – Tema: DDDD IO STA DALLA PARTE DIO STA DALLA PARTE DIO STA DALLA PARTE DIO STA DALLA PARTE DE I POVERIE I POVERIE I POVERIE I POVERI Sot to temi 1 – L’UOMO È CHIAMATO AD ESSERE DONO (Gen 2,18-25) 2 – LA RICCHEZZA È UN PERICOLO PER L’UOMO (Pr 28,3-6.11.22 e 30,7-9) 3 – DIO AMA SPECIALMENTE I POVERI (Dt 24,10-22) 4 – IL FIGLIO DI DIO NASCE POVERO (Lc 2,1-7) CELEBRAZIONE – ESSERE POVERI PER ESSERE DONO Ciclo di Pasqua – Tema: GGGGESÙ S I È FATTO POVERESÙ S I È FATTO POVERESÙ S I È FATTO POVERESÙ S I È FATTO POVERO PER ARRICCHIRC IO PER ARRICCHIRC IO PER ARRICCHIRC IO PER ARRICCHIRC I Sot to temi 1 – I POVERI IN SPIRITO SONO BEATI (Mt 5,1-3 e 6,25-34) 2 – QUANDO L’UOMO SI CHIUDE AL DONO (Lc 16,19-31) 3 – QUANDO L’UOMO SI APRE AL DONO (Mc 12,41-44) 4 – GESÙ HA DONATO LA SUA VITA PER TUTTI (Fil 2,3-11) CELEBRAZIONE – GESÙ IN CROCE CI DONA SUA MADRE Ciclo di Pentecoste – Tema: LLLLA A A A CCCCHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERVE VE VE VE GGGGESÙESÙESÙESÙ Sot to temi 1 – LO SPIRITO SANTO È DIO CHE SI FA DONO (Rm 8,14-18.22-23.26-27) 2 – LA CHIESA DI CRISTO DEVE ESSERE POVERA (Mt 10,1-10) 3 – I POVERI CI APRONO LE PORTE DEL PARADISO (Mt 25,31-40) CELEBRAZIONE – LA LUCE DELLA FEDE È IL DONO DI GESÙ

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PROPOSTA DI VISUALIZZAZIONE CICLO DI NATALE

ESSERE DONO PER L’ALTRO:

..in famiglia

…nella preghiera del cuore

..nella carità come:

…PER conformarci a Cristo!

GIOACHINO E ANNA

ELISABETTA E ZACCARIA

MARIA E GIUSEPPE O povertà

Fonte di ricchezza

Cristo donami

un cuore semplice…

Foto fr. Bordino

Foto del Cottolengo

Foto del Paleari

Foto di Madre Nasi

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CICLO DI PASQUA 1° OPZIONE

ESSERE DONO PER L’ALTRO:

….senza preoccupazioni per il domani..

senza chiudere il cuore

...senza calcoli

…PER avere

gli stessi sentimenti di Cristo!

..CERCATE PRIMA

IL REGNO DI DIO..

E TUTTO IL RESTO VI SARA’

DATO IN AGGIUNTA…

..HANNO MOSE’

E I PROFETI..

..ASCOLTINO LORO!!!

..VI HA GETTATO

TUTTO QUANTO

AVEVA PER VIVERE..

…NON RITENNE UN PRIVILEGIO

ESSERE COME DIO…

MA SVUOTO’ SE STESSO

ASSUMENDO

LA CONDIZIONE DI SERVO..

…FINO ALLA MORTE IN CROCE.

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CICLO DI PASQUA 2°OPZIONE

ESSERE DONO PER L’ALTRO:

PER avere gli stessi sentimenti di Cristo!

(4)

..senza preoccupazioni per il domani.. …senza chiudere il cuore

(1) (2)

(3)

..senza calcoli

..CERCATE PRIMA

IL REGNO DI DIO..

E TUTTO IL RESTO VI SARA’

DATO IN AGGIUNTA…

..HANNO MOSE’

E I PROFETI..

..ASCOLTINO LORO!!!

..VI HA

GETTATO

TUTTO

QUANTO

AVEVA PER

VIVERE..

…NON RITENNE

UN PRIVILEGIO

ESSERE COME

DIO…

MA SVUOTO’

SE STESSO

ASSUMENDO

LA

CONDIZIONE DI

SERVO..

…FINO ALLA

MORTE IN

CROCE.

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CICLO DI PENTECOSTE

ESSERE DONO PER L’ALTRO:

…perché siamo tutti Figli di Dio

…perché siamo state chiamate

…PER ricevere in eredità il Regno!

..mettiamo le nostre foto

e

foto di persone di diverse

nazionalità

Signore Gesù,

per aderire

intimamente

e indissolubilmente

a te…

“..tutto quello che avete fatto

a uno solo

di questi miei fratelli più piccoli,

l’avete fatto a ME”

(Gesù)

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Carissimi catechisti, il testo che avete tra le mani è solo un sussidio, un aiuto, uno spunto per la

catechesi che svolgerete in equipe. Non può rispondere a tutte le attese e

alle diverse esigenze dei singoli gruppi, anche se si è cercato di usare un

linguaggio semplice, discorsivo, per rendere più comprensibile il

messaggio. Confidiamo nella vostra creatività e se volete potete

completare il sussidio integrandolo con il testo della catechesi per gli

anziani e per i lievi, dove troverete nuovi spunti. Potete farne richiesta al

Centro di catechesi.

Certi che dall’alto il santo ci fa l’occhiolino e ci invita ad andare in

Domino eccoci pronti a ripartire “Coraggio e avanti in Domino, amore e

nessun timore. La carità ama” D.P. 1

Buon cammino.

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CICLO DI NATALE

Tema: DIO STA DALLA PARTE DEI POVERI

1° INCONTRO

L’UOMO È CHIAMATO AD ESSERE DONO

Accogl ienza Benvenute a tutte. Iniziamo il cammino di catechesi di questo anno dal titolo “Essere dono per l’altro” con questo primo incontro. Ed è già un dono il poterci incontrare, pregare insieme, condividere la Parola di Dio. Con il primo incontro ci prepariamo alla venuta del Signore. Il Signore viene sempre, ma in questo periodo in modo particolare. La Parola condivisa è il dono più bello che possiamo scambiarci e per questo ringraziamo il Signore per l’opportunità che ci offre di incontrarci e di stare insieme. Preghiera iniziale: Canto: la creazione giubili

La creazione giubili, insieme agli angeli. Ti lodi, ti glorifichi, o Dio altissimo. Gradisci il coro unanime di tutte le tue opere: beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.

Sei Padre, Figlio e Spirito e Dio unico. Mistero imperscrutabile, inaccessibile. Ma con amore provvido raggiungi tutti gli uomini: beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.

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In questo tempio, amabile ci chiami e convochi, per fare un solo popolo di figli docili. Ci sveli e ci comunichi la vita tua ineffabile: beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.

Annuncio del tema Il tema di quest’anno ci invita a riflettere sul nostro essere dono. Dono per chi?, come può essere questo dono?, in questo periodo particolare della nostra vita cosa possiamo donare?. Un dono semplice che si esprime nel quotidiano. Doni semplici che crescono nella povertà del cuore, doni fatti di piccoli gesti di accettazione serena del momento particolare che viviamo. Siamo invitate a camminare per essere dono per i fratelli. Comunicazione di vita Tutte abbiamo fatto esperienza del donare e del ricevere. Che gioia nel ricevere qualcosa di caro e desiderato, magari una vecchia foto ingiallita, ma che ci ricorda un gioioso passato. Il dono ha valore quando nasce dal cuore. Il bimbo che regala alla mamma una pratolina, raccolta sul ciglio della strada e le dice: “è per te mamma”, fa gioire la mamma e il mondo intero. Proclamazione della Parola di Dio Dal libro della Genesi 2,18-25 E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso

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dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna. Parola di Dio Commento Dio crea ogni cosa bella, dal fiorellino semplice alla rosa stupenda, dal pulcino alla formica, dall’elefante agli animali più piccoli. Dio creò la terra, il mare e il firmamento e “vide che era cosa buona”. Plasma l’uomo dalla polvere della terra, gli soffia nelle narici l’alito della vita che è la sua vita. L’uomo è creato a immagine di Dio. Ma è solo, la meravigliosa natura che lo circonda, gli animali che vorrebbero rallegrarlo non gli bastano. Ha in sé un non so che di tristezza e incompletezza. E Dio crea la donna. Allora Adamo esclama “questa è ossa delle mie ossa e carne della mia carne”. Allora si sente completo e felice. L’uomo e la donna sono creati per essere “dono reciproco”. È nel loro donarsi che trovano la completezza e nella gioia del dono reciproco scoprono di essere uno. Attualizzazione Il creato è un inno all’amore. E ciascuna di noi è chiamata a farsi amare e farsi dono. Amore, dono, solo così ci si realizza. Ma come amare? Chi amare in questo momento particolare della nostra vita?, Come essere gioiose?. Invitiamo le sorelle ad esprimersi. Possiamo amare offrendo il quotidiano semplice, monotono, sofferto, allora ci facciamo dono le une per le altre e per i fratelli tutti. Che bello! Allora saremo per ciascuna e per i fratelli tutti “il sorriso di Dio”. Visualizzazione Far trovare sul pannello la scritta con il tema centrale e il titolo del sottotema e applicare la prima pergamena Preghiera: concludiamo il nostro incontro con il canto TI RINGRAZIO, O MIO SIGNORE

1. Ti ringrazio, o mio Signore, per le cose che sono nel mondo per la vita che Tu mi hai donato, per l'amore che tu nutri per me.

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Rit. Alleluia, o mio Signore! Alleluia, o Dio del cielo! Alleluia, o mio Signore! Alleluia, o Dio del ciel! 2. Quando il cielo si tinge d’azzurro Io Ti penso e Tu sei con me. Non lasciarmi cadere nel buio, nelle tenebre che la vita ci dà. Rit. 3. Come il pane che abbiamo spezzato Era sparso in grano sui colli, così unisci noi, sparsi nel mondo, in un Corpo che sia solo per Te. Rit. 4. Quell’amore che unisce te la Padre Sia la forza che unisce i fratelli Ed il mondo conosca la pace: la tua gioia regni sempre tra noi. Rit. Messaggio conclusivo Ripetiamo spesso durante la settimana: “Signore Dio, tu che sei l’Amore, fammi amore, fammi dono” Impegno: nella recita del rosario quotidiano preghiamo per le famiglie.

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2° INCONTRO

LA RICCHEZZA È UN PERICOLO PER L’UOMO

Accoglienza Benvenute; ci ritroviamo per il secondo incontro. Incontro che vuole esprimere la gioia di stare assieme per gustare la Parola di Dio. Preghiera iniziale: con gioia e fiducia invochiamo lo Spirito Santo perché ci doni il Suo aiuto. O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori. Voce e mente si accordino nel ritmo della lode Il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico fonte d’eterno amore. Amen Annuncio del tema La ricchezza è un pericolo per l’uomo. La ricchezza appesantisce e chiude il cuore. Il Vangelo dice: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.” Il Regno dei cieli è per i poveri, i piccoli. I poveri di spirito, come dice Gesù sono gli eredi del Cielo. Il ricco è ricolmo di sè, di orgoglio, confida nella sua presunta capacità. Come può perciò accogliere la Parola di Dio? Come può essere sereno e felice? A che serve la ricchezza se è un ostacolo per entrare nel Regno dei cieli? Comunicazione di vita Nei nostri sogni dell’infanzia, forse, abbiamo sognato di vivere in una bella casa, di avere uno spazio tutto nostro con tanti giochi…, magari una villa con il giardino e tanti fiori… Ma poi; dove abbiamo trovato la gioia, la serenità se non nella spogliazione di tutto?. Quali sono i vostri ricordi rispetto alla ricchezza e alla povertà?. Come siamo ora? Povere o ricche? O ricche perché povere?. La grazia ci fa capire che la vera ricchezza è la povertà del cuore e il nostro tesoro Lui solo, il Signore.

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Proclamazione della Parola di Dio Dal libro dei Proverbi 28,3-6.11.22 e 30,7-9 Un povero che opprime i miseri è come pioggia torrenziale che non porta pane. Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio, quelli che la osservano gli si mettono contro. I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto. Meglio un povero dalla condotta integra che uno dai costumi perversi, anche se ricco. […] Il ricco si crede saggio, ma il povero intelligente lo valuta per quello che è. […] L’avaro è impaziente di arricchire, ma non pensa che gli piomberà addosso la miseria. […] Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio. Parola di Dio Commento San Paolo ci ricorda: “quando avete di che nutrirvi e vestirvi siate felici” I beni, le ricchezze sono cosa buona. È indispensabile però vivere senza essere attaccate ad esse, ma facendone dono a chi non ne ha. Ogni uomo ha diritto ad una vita dignitosa, serena, non deve però lasciarsi prendere dall’affanno di arricchirsi. È solo nel Signore che troviamo ogni ricchezza. “Meglio un povero dalla condotta integra che un ricco dai costumi perversi” Proverbi Attualizzazione Il santo Cottolengo ci ha insegnato a confidare nella Provvidenza e nell’abbandono al suo amore; vivere sereni e felici facendo di sé un dono ai fratelli. Visualizzazione Applichiamo la seconda pergamena come indicato nelle prime pagine del sussidio

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Preghiera: Cantiamo insieme il “Cantico della Vergine” Rit. Magnifica il Signore anima mia;

il mio spirito esulta in Dio. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia!

1 Perché ha guardato l’umiltà della sua serva: ecco ora mi chiameran beata perché il potente mi ha fatto grandi cose e santo è il suo nome. Alleluia, alleluia. Rit.

2 Ha spiegato la potenza del suo braccio ha disperso i superbi di cuore, i potenti rovescia dai troni e innalza gli umili e li ricolma d’ogni bene. Rit.

3 Il suo servo Israele egli solleva ricordando la sua misericordia promessa ad Abramo e ai nostri padri e a tutti i suoi figli, perché santo è il suo nome. Rit.

Preghiamo: O Padre, fonte di sapienza, che con la tua Parola ci fai comprendere l’illusione e la pericolosità della ricchezza, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Messaggio conclusivo Durante la settimana ripetiamo: “Donami, Signore un cuore povero, un cuore semplice” Impegno. Nel rosario quotidiano avremo un particolare ricordo per le persone che cercano la gioia nella ricchezza perché si convertano.

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3° INCONTRO

DIO AMA SPECIALMENTE I POVERI

Accoglienza Benvenute a tutte. Anche in questo momento ci ritroviamo assieme per scoprire che la nostra povertà fisica e il nostro amore sono il dono più bello che ci scambiamo, sono il dono più bello per la Piccola Casa e la Chiesa tutta. Preghiera iniziale Preghiamo insieme con il Salmo 125 chiedendo al Signore di intervenire per tanti popoli poveri che ancora seminano nel pianto. Rit. Lo sguardo del Signore è sopra il povero. Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, * ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, * la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Rit. Allora si diceva tra i popoli: * «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi, * ci ha colmati di gioia. Rit. Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, * come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime * mieterà con giubilo. Rit. Nell'andare, se ne va e piange, * portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, * portando i suoi covoni. Rit.

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[Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.] Rit. Annuncio del tema Dio ama specialmente i poveri. Ne siamo convinte? Oggi però vogliamo approfondire il messaggio che troviamo in Deuteronomio 24,10-22. Chi è il povero?, qual è la vera povertà. È la ricchezza materiale che ci allontana da Dio, o il trattenerla senza donarla?. La povertà del cuore è il dono d’amore che il padre del cielo ci offre. A noi accoglierlo e viverlo in gioiosa semplicità. Comunicazione di vita I poveri sono i nostri tesori diceva il nostro santo. Che cosa ricordiamo dei tanti anni a servizio dei poveri? Siamo state per loro sorelle e madri; questa è la gioia più bella. Ricordiamo qualche episodio dove abbiamo donato e ricevuto conforto?. Dio è Padre Provvidente. Ricordo un anedotto bellissimo raccontato da una sorella. La provvidenza manda un paio di scarpe eccezionali per la lunghezza. Con una risata. Chi potrà mai calzare questo numero di scarpe’ l’indomani ecco un signore dal piede un po’ fuori misura, chiede un paio di scarpe. Le scarpe della risata gli calzano perfettamente. Deo gratias. Proclamazione della Parola di Dio Dal libro del Deuteronomio 24,10-22 Quando presterai qualsiasi cosa al tuo prossimo, non entrerai in casa sua per prendere il suo pegno. Te ne starai fuori e l’uomo a cui avrai fatto il prestito ti porterà fuori il pegno. Se quell’uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno. Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti. Questo ti sarà contato come un atto di giustizia agli occhi del Signore, tuo Dio. Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città. Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e a quello aspira. Così egli non griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato.

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Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri. Ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato. Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova. Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore, tuo Dio; perciò ti comando di fare questo. Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova, perché il Signore, tuo Dio, ti benedica in ogni lavoro delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornare a ripassare i rami. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto; perciò ti comando di fare questo. Parola di Dio Commento Il capitolo 24 ci offre un panorama stupendo per sentire quanto Dio ami ed è dalla parte dei poveri. Non è che Dio non ami i ricchi. Dio non gradisce chi ha un solo affanno; la ricchezza. Ciò che non gradisce è quando la persona vuole arricchirsi a tutti i costi, facendo violenza al povero e spogliandolo del poco che ha. Se prendi in pegno il mantello del povero, restituiscilo prima del tramonto del sole. È la sola sua difesa contro il freddo. Attualizzazione La nostra gioia è di vivere con i poveri, nella casa dei poveri. Pensiamo al Cottolengo, Madre Nasi, Don Paleari, Fratel Bordino; sono stati riflesso dell’amore di Dio per i poveri. La Divina Provvidenza, per mezzo del santo, ha aperto la Piccola Casa perché Dio è per i poveri e provvede loro. Lasciamo trasparire questa gioia! Amiamo i poveri. Ma possiamo chiederci: “Come facciamo a farci dono per chi ci è vicino, le consorelle, le persone che si occupano di noi?”. Impegnandoci a vivere in letizia la nostra povertà, perché anche noi siamo povere, e farne dono a tutti con un sorriso e con la nostra gioiosa riconoscenza. Allora gridiamo a tutti: “Il Signore è davvero dalla parte dei poveri”. Visualizzazione: applichiamo la terza pergamena con le foto dei nostri santi

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Preghiera: con il canto ci rivolgiamo a Maria, la povera amata dal Signore Canto: Immacolata Vergine bella Immacolata, Vergine bella, di nostra vita Tu sei la stella. Fra le tempeste, Tu guida il cuore di chi ti chiama stella d'amore. Siam peccatori, ma figli tuoi: Immacolata prega per noi. (bis) Tu, che nel cielo siedi Regina, a noi lo sguardo pietoso inchina; ascolta, o Madre, il nostro canto, a noi sorridi dal cielo santo. Messaggio conclusivo Durante la settimana ripetiamo: “Signore Dio, tu ami specialmente i poveri” Impegno. Nel rosario quotidiano avremo un particolare ricordo le une per le altre.

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4° INCONTRO

IL FIGLIO DI DIO NASCE POVERO

Accoglienza Oggi è un giorno di letizia particolare perché il Natale è vicino. E il Natale è sempre un memoriale stupendo. Dio si fa bambino per noi. Preghiera iniziale O un canto natalizio o un’invocazione allo Spirito come segue: Spirito del Padre, dolce ospite dell’anima, resta sempre con me per farmi conoscere il Figlio sempre più profondamente. O Spirito di santità donami la grazia di amare Gesù con tutto il cuore, di servirlo con tutta l’anima e di fare sempre e in tutto ciò che a Lui piace.

Annuncio del tema Il Figlio di Dio nasce povero. In questi incontri abbiamo parlato di povertà, il Natale è la luce che illumina e dà senso alla povertà dell’uomo. Cesare Augusto ordinò il censimento e Maria e Giuseppe si mettono in cammino… “A Betlemme si compirono per lei i giorni del parto”. Nasce Gesù. Nasce in una grotta perché non c’era posto per loro nell’alloggio. Non c’è posto per il figlio di Dio. Lui che ha creato il cielo e le stelle sceglie la povertà

Comunicazione di vita Il Natale è sempre un giorno di gioia. È bello in questi giorni rivivere la letizia dell’infanzia. Ricordare il presepio, magari di cartoncino, allestito in un angolo della vecchia cucina. Tutto era semplice e povero, ma tutto ci parlava d’amore. Perché non far rivivere in noi quei momenti gioiosi dell’infanzia? Ricordiamo qualche Natale particolare?

Proclamazione della Parola di Dio Dal Vangelo secondo Luca 2,1-7 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire,

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ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. Parola del Signore

Commento Questo brano di Vangelo ci accompagna dalla nostra infanzia. Maria e Giuseppe abbandonati alla Provvidenza del padre s’incamminano verso Betlemme. Giuseppe apparteneva alla casa e alla famiglia di Davide. “Non c’era posto per loro nell’alloggio”. Maria e Giuseppe sono poveri. L’evento imminente poi avrebbe recato scompiglio. Si rifugiano in una stalla e lì Maria dà alla luce Gesù, in una povertà estrema. La culla di Gesù è la mangiatoia. La casa; il rifugio preparato per gli animali che si fa cattedra di povertà. Gesù, Maria e Giuseppe ricolmano così il mondo d’Amore.

Attualizzazione Forse il silenzio adorante può solo rivelarsi una particella dell’amore del Padre che ci dona il figlio Suo, l’Unigenito. Il Beato Francesco Paleari diceva: “Volete andare in estasi? pensate: un Dio bambino per noi.” Potremo fermarci qui. Ma proviamo a comunicarci i nostri sentimenti di fronte a tanto amore, a tanta povertà e annientamento. Visualizzazione Applichiamo l’immagine della natività. Preghiera: concludiamo cantando insieme: Tu scendi dalle stelle

Tu scendi dalle stelle e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 v.) O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar; o Dio beato ! Ah, quanto ti costò l'avermi amato ! (2 v.) 2. A te, che sei del mondo il Creatore,

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mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 v.) Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m'innamora, giacché ti fece amor povero ancora. (2 v.)

Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo sovente: “Vieni, Signore Gesù” Impegno Preghiamo per tutte le famiglie profughe costrette ad abbandonare casa, affetti e lavoro a causa della guerra e della violenza.

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CELEBRAZIONE

ESSERE POVERI PER ESSERE DONO

CANTO D’INIZIO:– Tu quando verrai - Nella casa del Padre n. 451 Tu quando verrai, Signore Gesù, quel giorno sarai un sole per noi. Un libero canto da noi nascerà e come una danza il cielo sarà. Tu quando verrai, Signore Gesù, insieme vorrai far festa con noi. E senza tramonto la festa sarà, perché finalmente saremo con Te. Tu quando verrai, Signore Gesù, per sempre dirai: Gioite con me!. Noi ora sappiamo che il Regno verrà: nel breve passaggio viviamo di te.

Saluto del Celebrante

ORAZIONE Ti ringrazio, Padre santo perché hai inviato il tuo dilettissimo Figlio Gesù, come luce che risplende nelle tenebre. Da ricco che era si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi del suo amore. Vera luce del mondo, egli è venuto ad illuminare tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Principe della pace, ci fa rinascere come figli di Dio, portatori di pace tra gli uomini. Dio con noi, egli ci dona la gioia di pregustare fin d’ora la felicità eterna del paradiso. Fa’ che i tuoi figli rendano gloria a te nell’alto dei cieli e portino pace in terra con tutti gli uomini di buona volontà. Prima lettura Dal libro del profeta Geremia

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Ecco verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia. Parola di Dio Rit. Rendici poveri, o Signore, come Tu sei povero. Dove la situazione lo consente è consigliabile cantare il ritornello.

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore * e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi, * superiori alle mie forze. Rit.

Io sono tranquillo e sereno †

come bimbo svezzato in braccio a sua madre, * come un bimbo svezzato è l'anima mia. Rit.

Speri Israele nel Signore, *

ora e sempre.

[Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.] Rit.

Guida Ci prepariamo all’ascolto della Parola dal vangelo di Luca cantando insieme (CdP 455): Rit. Osanna al Figlio di David, osanna al Redentor!

5 è nato per noi il Messia, è nato il Re della pace, risuona il lieto annuncio: è nato il Salvator! Rit. 6 è nato per noi un bambino, Parola di Dio vivente, è sceso sulla terra il Verbo del Signor. Rit.

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Dal vangelo di Luca.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Breve omelia

SILENZIO Invocazioni Ad ogni invocazione rispondiamo: Accogli Signore nella tua bontà la nostra fiduciosa preghiera

1. Signore Gesù, affinché la grande gioia annunciata dall’angelo, nella notte di Natale, raggiunga il popolo innumerevole di tutti coloro che ne accoglieranno il messaggio, ti preghiamo

2. Signore Gesù, affinché il cristiano sappia vivere, nel rendimento di grazie al Padre, le gioie umane che il Creatore gli dona ti preghiamo

3. Signore Gesù, affinché tutti coloro che credono in Te abbiano in se stessi la pienezza della tua gioia, ti preghiamo

4. Signore Gesù, affinché la tua gioia bussi alla porta dei sofferenti per compiere in essi la tua opera di trasfigurazione, ti preghiamo

PADRE NOSTRO cantato ORAZIONE FINALE Signore Gesù, Figlio di Dio, nato dalla stirpe di Davide, Tu che dal seno del Padre sei venuto a porre la tua tenda tra di noi e a condividere la

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nostra povertà, fa che sappiamo riconoscerti presente nell’umile trama dei nostri giorni. Per Cristo nostro Signore. Amen

CANTO FINALE : Dio s’ è fatto come noi Nella casa del Padre n. 470 Dio s'è fatto come noi, per farci come lui. Rit. Vieni Gesù, resta con noi, resta con noi ! Viene dal grembo di una donna, la Vergine Maria. Tutta la storia l'aspettava: il nostro Salvatore. Egli era un uomo come noi, e ci ha chiamato amici. Noi, che crediamo nel suo amore, vedremo la sua gloria.

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CICLO DI PASQUACICLO DI PASQUACICLO DI PASQUACICLO DI PASQUA

GGGGESÙ SI È FATTO POVERESÙ SI È FATTO POVERESÙ SI È FATTO POVERESÙ SI È FATTO POVERO PER ARRICCHIRCIO PER ARRICCHIRCIO PER ARRICCHIRCIO PER ARRICCHIRCI

1° INCONTRO

I POVERI IN SPIRITO SONO BEATI

Accoglienza La Quaresima è appena iniziata ed eccoci di nuovo insieme per approfondire il tema pastorale di quest’anno. Lo faremo attraverso l’ascolto della Parola di Dio e in comunione con tutta la Piccola Casa, meditando su Gesù che si è fatto povero per arricchirci. Offriamo questo tempo privilegiato di preghiera per chiedere la conversione dei nostri cuori e il dono della pace per il mondo, per la Chiesa, per le nostre famiglie. Preghiera iniziale: preghiamo insieme con il Salmo 22 che ci aiuta a lodare e a ringraziare il Signore per il grande amore che ha per ciascuno di noi. Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Il Signore è il mio pastore: * non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, * ad acque tranquille mi conduce.

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Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino * per amore del suo nome. Rit. Se dovessi camminare in una valle oscura, † non temerei alcun male, * perché tu sei con me, Signore. Il tuo bastone e il tuo vincastro * mi danno sicurezza. Rit. Davanti a me tu prepari una mensa * sotto gli occhi dei miei nemici; Annuncio del tema Ascolteremo, oggi due pagine del Vangelo molto note: i primi versetti delle beatitudini in Matteo e la famosa pagina dell’abbandono fiducioso in Dio Padre, nel vangelo di Luca. Gesù da ricco che era si è fatto povero per arricchirci, Lui ha scelto la povertà, anche noi tanti anni fa abbiamo fatto la stessa scelta perché Gesù ci ha scelte per Lui. Vedremo come la Parola di Dio illumina la nostra povertà e ci apre ad accogliere Lui come il tutto della nostra vita oggi più che mai. Comunicazione di vita Quando eravamo giovani e stavamo bene è stato facile pronunciare il voto di povertà, ora che l’età anziana ci toglie le forze, la salute, l’autonomia sperimentiamo il significato vero della povertà. Eppure Gesù dice che proprio coloro che sono poveri sono beati, ne siamo convinte? Quando abbiamo sperimentato la presenza del Signore accanto a noi?, quando ci sentivamo sicure di noi stesse, o quando abbiamo sentito venir meno le forze? Proclamazione della Parola di Dio Dal Vangelo secondo Matteo e secondo Luca Mt 5,1-3 e Lc 6,25-34 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». […]

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Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. Parola del Signore Commento Dio desidera per ogni uomo la felicità, una felicità che non si realizza nel possedere delle cose o raggiungere dei traguardi, ma nell’avere un cuore totalmente per il Signore; un cuore semplice, povero, libero, che non rivendica, che non si impone, ma ringrazia e accoglie quanto capita come dono, come grazia. Gesù ci invita a guardare i passeri, i gigli, se Dio pensa a loro come non penserà a noi per i quali ha dato la sua vita? Attualizzazione Il Beato Giovanni Paolo II nella sua visita alla Piccola Casa ricordava che il Santo Cottolengo ha potuto essere disponibile alle esigenze dei fratelli perché era completamente distaccato da sé, viveva in un atteggiamento di povertà radicale che gli permetteva di abbandonarsi totalmente a Dio confidando in Lui. Come suore cottolenghine vogliamo annunciare ad ogni uomo che la vera sicurezza è solo in Dio, Lui è Padre buono e misericordioso, Lui ha cura di ciascuno di noi e non ci abbandona mai. Anche nelle difficoltà, nelle ristrettezze, nelle prove il santo Cottolengo mostrava la sua salda confidenza in Dio. Testimonia il dottor Granetti: “Il Servo di Dio mostrava gran fede nella volontà di Dio, talmente che mai lo

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vidi a profferire una parola di lamento, sebbene spesso si trovava in angoscie, che un altro si sarebbe disperato; e sempre diceva, "lasciamo fare a Dio, siamo in buone mani, e quanto farà, farà tutto per il meglio". (…) Questa fede la promosse in tutti li suoi istituti grandissimamente, ed il primo pane che nella Piccola Casa vi si dava, era veramente il pane della fede” Anche noi oggi possiamo offrire il pane della fede al personale che opera nelle nostre Case, ai volontari che prestano il loro generoso servizio, a tutti coloro che incontriamo testimoniando un abbandono sereno e fiducioso nelle mani di Dio Padre buono e provvidente. Visualizzazione: si può scegliere fra la proposta delle pergamene o la croce realizzata con i fogli bianchi su sfondo rosso, come suggerito all’inizio del sussidio. Preghiera: concludiamo pregando insieme Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le cose piccole e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita. Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà sempre pieno di sole. Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri: sarete giudicati ingenui, ma questo è il prezzo dell’amore. Beati voi se saprete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate: avrete trovato la vera luce e la vera pace. Messaggio conclusivo: ripetiamo sovente: Signore io confido in Te Impegno Preghiamo per tutti laici che lavorano nella Piccola Casa perché dal nostro esempio possano imparare ad avere fiducia nella Divina Provvidenza.

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2° INCONTRO

QQQQUANDO LUANDO LUANDO LUANDO L ’’’’UOMO SI CHIUDEUOMO SI CHIUDEUOMO SI CHIUDEUOMO SI CHIUDE AL DONO AL DONO AL DONO AL DONO

Accoglienza Il Signore ci ha riunito per ascoltare la Sua Parola e farne tesoro. È un tempo privilegiato per meditare sul grande amore che Gesù ha per noi, sentendoci in comunione con tutta la Piccola Casa in Italia e all’estero. Preghiera iniziale Preghiamo insieme con questa parte del Salmo 61 che c’invita a confidare in Dio e a non attaccare il cuore alla ricchezza. Rit. Giunge al tuo volto, Signore, il grido del povero. Solo in Dio riposa l'anima mia, * da lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, * mia roccia di difesa: non potrò vacillare. Rit. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; * il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in lui, o popolo, † davanti a lui effondi il tuo cuore, * nostro rifugio è Dio. Rit. Non confidate nella violenza, *

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non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, * non attaccate il cuore. Rit. Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: † il potere appartiene a Dio * tua, Signore, è la grazia; secondo le sue opere * tu ripaghi ogni uomo. Rit. [Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.] Rit.

Annuncio del tema La volta scorsa abbiamo visto come l’essere poveri in spirito è la condizione migliore per fidarsi e affidarsi a Dio. Il povero, infatti, sa di non poter contare su se stesso, ma si affida a Qualcuno. Chi è ricco, invece, pensa solo a sé, rimane come accecato dalla propria ricchezza che genera orgoglio e invidia e non si accorge di coloro che gli sono accanto e si chiude così all’accoglienza soprattutto di Dio. Comunicazione di vita Ogni giorno sfogliando i giornali, ascoltando il telegiornale, parlando con le volontarie veniamo a sapere di tante persone rimaste senza lavoro, di famiglie in difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Tutto questo è stato causato dall’avidità di alcuni, dalla loro voglia di arricchirsi, pensando solo a se stessi. Noi non viviamo nel lusso, né abbiamo a disposizione denaro da poter distribuire, ma sappiamo ringraziare di quel che abbiamo?. Sappiamo testimoniare con la nostra vita il ritorno ad una vita semplice, sobria, essenziale? Proclamazione della Parola di Dio Dal vangelo secondo Luca 16,19-31

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C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore Commento L’uomo ricco, che ritiene di avere e potere tutto si chiude insieme alle sue ricchezze dentro una cassaforte non accorgendosi di rimanere imprigionato da tutto ciò che egli riteneva potesse dargli felicità. Non si accorge di chi gli sta accanto e tantomeno vede il povero che gli chiede aiuto escludendosi così dalla possibilità di possedere l’unica ricchezza; l’amore. Attualizzazione Abbracciando la povertà evangelica abbiamo sperimentato che la vera gioia sta nell’essere del Signore. Impegniamoci a donare Gesù alle persone che si prendono cura di noi, alle volontarie che hanno bisogno di una parola buona, alle consorelle che attendono un sorriso e una carezza, alle persone che non conosciamo e hanno bisogno della nostra preghiera. Visualizzazione: applichiamo la pergamena o la scritta per formare la croce

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Preghiera: concludiamo con il canto“Vi darò un cuore nuovo” Rit. Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo. 1 Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Rit. 2 Vi aspergerò con acqua pura, io vi purificherò e voi sarete purificati. Rit. 4 Porrò il mio Spirito dentro di voi: voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Rit.

Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo sovente: “Donaci, Signore un cuore nuovo” Impegno Preghiamo per i responsabili delle nazioni perché compiano gesti concreti a vantaggio delle persone più povere, eliminando le diseguaglianze sociali.

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3° INCONTRO

QUANDO L’UOMO SI APRE AL DONO

Accoglienza È bello ritrovarci assieme per questo terzo incontro del ciclo di Pasqua, ed è ancor più bello farci dono l’una con l’altra di ciò che lo Spirito ci suggerisce. Ognuna di noi ha certamente qualcosa di bello da poter donare; una parola, un sorriso; è Gesù in noi che si rende presente e che ci rende uno in Lui. Preghiera iniziale: Incominciamo questo nostro incontro cantando insieme il canto: “Le mani alzate” Rit. Le mani alzate verso te, Signor, per offrirti il mondo. Le mani alzate verso te, Signor: gioia è in me nel profondo. 1 Guardaci tu, Signore, nel tuo amore: altra salvezza qui non c’è. Come ruscelli d’acqua verso il mare, piccoli siamo innanzi a te. Rit. 4 Prendici tu, Signore, nel tuo amore:

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nulla noi siamo senza te. Anima e corpo son la nostra offerta, per noi tu solo sarai Re. Rit. 5 Accogli tu, Signore, il nostro amore: povero è qui davanti a te. La tua bontà ravvivi la speranza che ogni credente porta in sé. Rit. Preghiamo insieme con questa parte del Salmo 145 che c’invita a credere che davvero i poveri in spirito sono beati, perché di essi è il regno dei cieli. Rit. Beati i poveri in spirito: di essi è il regno dei cieli. Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. Rit Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Rit. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Rit. (insieme) Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Rit. Annuncio del tema Abbiamo visto, la volta scorsa, che l’uomo che cerca con avidità il proprio piacere e guarda ai propri interessi si condanna alla solitudine e all’isolamento. Oggi invece ascolteremo questa perla del Vangelo; una

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povera vedova che dà tutto quello che ha, spalancando il proprio cuore a Dio e ai fratelli. Comunicazione di vita In tempo di guerra quando abbiamo sperimentato la povertà materiale, abbiamo fatto anche l’esperienza di una grande generosità, non c’era persona che bussava alla nostra porta e che non riceveva cure, aiuto, ascolto, insieme a un piatto di minestra. Ora l’anzianità e la malattia ci fanno sperimentare un altro tipo di povertà, ma anche oggi come ieri Gesù ci chiede di riconoscerlo nelle persone che abbiamo accanto, di spalancare il nostro cuore attraverso la preghiera alle esigenze del mondo Proclamazione della Parola di Dio Dal Vangelo secondo Marco 12,41-44 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore

Commento Giungendo al tempio i ricchi vi gettano numerose monete tintinnanti per farsi notare, ma Gesù nota e loda una povera donna la cui offerta non fa rumore, ma è gradita perché vera e sincera. Lei non trattiene nulla per sé, ma dà tutto quello che ha, aprendosi totalmente al dono di Dio, non si aspetta nulla in cambio, non recrimina nulla per sé, ma ama e basta.

Attualizzazione Anche a noi è chiesto di amare e basta. E Gesù ci chiede di amarlo, lasciandoci amare, non pretendendo di fare qualcosa per gli altri e per Lui, ma lasciandoci semplicemente raggiungere dalla Sua Grazia. La preghiera della vedova è una preghiera semplice, autentica, sincera. Chiediamo al Signore che anche la nostra vita sia tutta una preghiera.

Visualizzazione: applichiamo la terza pergamena o il foglio con la scritta come proposto

Preghiera:

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O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri, giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull’esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te. Amen

Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo con fede: Dio ha tanto amato il mondo da dare a noi Suo Figlio.

Impegno: ricordiamo nella preghiera le persone sole

4° INCONTRO

GESÙ HA DONATO LA SUA VITA PER TUTTI

Accoglienza Siamo così giunte all’ultimo incontro di questo ciclo di quaresima, ci stiamo avvicinando alla grande solennità della Pasqua e alla festa del nostro Santo. Ringraziamo il Signore per il cammino compiuto insieme e continuiamo ad affidare la Piccola Casa perché sia sempre secondo il cuore di Dio una casa accogliente per tutti. Preghiera iniziale Preghiamo insieme con questa parte del Salmo 33 che ci fa riflettere sul fatto che Dio ascolta il grido del povero e chi lo cerca non manca di nulla. Rit. Arricchiscici, o Signore, con la Tua povertà. Dove la situazione lo consente è consigliabile cantare il ritornello o inserire un sottofondo musicale:

Benedirò il Signore in ogni tempo, * sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore * ascoltino gli umili e si rallegrino. Rit.

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Celebrate con me il Signore, * esaltiamo insieme il suo nome. ho cercato il Signore e mi ha risposto * e da ogni timore mi ha liberato. Rit. Guardate a lui e sarete raggianti, * non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta * lo libera da tutte le sue angosce. L'angelo del Signore si accampa * attorno a quelli che lo temono e li salva. Rit. Gustate e vedete quanto è buono il Signore, * beato l'uomo che in lui si rifugia. Temete il Signore, suoi santi, * nulla manca a coloro che lo temono. I ricchi impoveriscono e hanno fame, * ma chi cerca il Signore non manca di nulla. Rit. [Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.] Rit. Annuncio del tema Abbiamo visto in questi tre incontri come la povertà è la condizione più favorevole per poter crescere nella fiducia nel Signore. Quanto più ci stacchiamo dalle cose materiali tanto più siamo aperti al dono e disponibili a lasciarci spogliare di tutto perché, sappiamo che è Gesù la nostra unica e vera ricchezza. Comunicazione di vita Non è facile staccarsi dalle cose a cui siamo affezionate e tantomeno è facile staccarsi dalle persone a cui vogliamo bene. Dio ha rinunciato al Suo Figlio, l’amato, per dimostrarci il Suo amore e donarci la Sua Salvezza e

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Gesù ha corrisposto all’amore del Padre donando la sua stessa vita per tutti noi. E noi pur avendo lasciato tutto, come oggi riconosciamo nei piccoli eventi quotidiani la possibilità ancora di staccarci? Proclamazione della Parola di Dio Dalla Lettera di s.Paolo apostolo ai Filippesi 2,3-11 Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Parola di Dio Commento Dio ha ascoltato il grido del povero, si è spogliato della sua divinità e si è fatto povero, povero come noi. È salito sulla croce per essere come noi e con noi. Chi potrà ancora dire: “Dio mi ha abbandonato” se Egli per primo ha sofferto fino alla morte? Qualunque potente sarebbe sceso dalla croce, ma non Gesù. Le sue braccia sono distese sulla croce per abbracciarci, il suo corpo si spezza per donarsi, dal suo fianco escono sangue e acqua per renderci creature nuove. Attualizzazione Padre Lino nella lettera pastorale di quest’anno ci ricorda che la carità del cristiano ha il modello a cui guardare proprio guardando Gesù che muore sulla croce. «Davanti a Cristo che “non cercò di piacere a se stesso” (Rm 15,3), ma “ha dato se stesso per i nostri peccati” (Gal 1,4), il cristiano impara a “non cercare l’interesse proprio, ma anche quello degli altri” (Fil 2,4), impara a distogliere lo sguardo da sé per volgerlo sull’altro». Davanti al grande amore che Gesù ha per noi, rispondiamo rinnovando con gioia l’offerta della nostra vita.

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Visualizzazione: applicare la quarta pergamena o il foglio con la scritta come proposto Preghiera: concludiamo il nostro incontro con le parole di questa bella preghiera di Papa Giovanni Paolo II che fra qualche giorno sarà proclamato santo. Accoglici nella croce Padre, accoglici tutti, nella Croce di Cristo; accogli la Chiesa e l’umanità, la Chiesa e il mondo. accogli coloro che accettano la croce; coloro che non la capiscono e coloro che la evitano; coloro che non l’accettano e coloro che la combattono nell’intento di cancellare e di sradicare questo segno dalla terra dei viventi. Padre, accoglici tutti nella croce del Tuo Figlio! accogli ciascuno di noi nella Croce di Cristo. senza guardare a tutto ciò che passa nel cuore dell’uomo, senza guardare ai frutti delle sue opere e degli avvenimenti del mondo contemporaneo, accetta l’uomo! La croce del Tuo Figlio rimanga il segno dell’accoglienza del figliol prodigo da parte del padre. rimanga il segno dell’alleanza, dell’alleanza nuova ed eterna. Beato Giovanni Paolo II Messaggio conclusivo

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Durante questa settimana ci fermeremo spesso davanti al Crocefisso ricordando le parole del nostro Santo “Tutto si impara ai piedi della croce”

Impegno: durante il rosario pregheremo per tutti coloro che riceveranno il battesimo nella notte di Pasqua

CELEBRAZIONE

GESÙ IN CROCE CI DONA SUA MADRE CANTO D’INIZIO: Quanta sete nel mio cuore Nella casa del Padre n. 705 Quanta sete nel mio cuore: solo in Dio si spegnerà. Quanta attesa di salvezza: solo in Dio si sazierà. L'acqua viva ch'Egli dà sempre fresca sgorgherà. Il Signore è la mia vita, il Signore è la mia gioia. Se la strada si fa oscura, spero in lui: mi guiderà. Se l'angoscia mi tormenta, spero in lui: mi salverà. Non si scorda mai di me, presto a me riapparirà. Nel mattino io t'invoco: tu, mio Dio, risponderai. Nella sera rendo grazie: tu, mio Dio ascolterai. Al tuo monte salirò e vicino ti vedrò. Il Signore è la mia vita, il Signore è la mia gioia.

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Saluto del Celebrante

ORAZIONE: Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo, morendo hai dato la vita al mondo, concedi a noi di essere rinnovati nel tuo spirito, per rinascere nella luce di te, che sei risorto, e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Proclamazione della Parola Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, 5,14-17 Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Parola di Dio Salmo responsoriale (Dal salmo 102)

R./Chi spera nel Signore non resta confuso

Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date a lui splendida lode. Dite a Dio: "Stupende sono le tue opere! Per la grandezza della tua potenza a te si piegano i tuoi nemici. A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome". Venite e vedete le opere di Dio, mirabile nel suo agire sugli uomini. Egli cambiò il mare in terra ferma, passarono a piedi il fiume; per questo in lui esultiamo di gioia. . Benedite, popoli, il nostro Dio,

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fate risuonare la sua lode; è lui che salvò la nostra vita e non lasciò vacillare i nostri passi. Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai passati al crogiuolo, come l'argento. Ci hai fatti cadere in un agguato, hai messo un peso ai nostri fianchi. Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste; ci hai fatto passare per il fuoco e l'acqua, ma poi ci hai dato sollievo. Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. A lui ho rivolto il mio grido, la mia lingua cantò la sua lode. Se nel mio cuore avessi cercato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato. Ma Dio ha ascoltato, si è fatto attento alla voce della mia preghiera. Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.

Rit . Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu regnerai! Gloria a te! Presto verrai: sei speranza solo tu! Dal Vangelo secondo Giovanni Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Parola del Signore OMELIA

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se si vuole si può far ascoltare questo canto Canto: Tu sei la mia vita Nella Casa del Padre n.732 Tu sei la mia vita altro io non ho Tu sei la mia strada, la mia verità. Nella tua parola io camminerò, finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai. Non avrò paura sai, se tu sei con me: io ti prego resta con me. Credo in te Signore, nato da Maria Figlio eterno e santo, uomo come noi Morto per amore, vivo in mezzo a noi. Una cosa sola con il Padre e con i tuoi fino a quando io lo so, tu ritornerai per aprirci il regno di Dio.

Tu sei la mia forza altro io non ho. Tu sei la mia pace, la mia libertà. Niente nella vita ci separerà. So che la tua mano forte non i lascerà, so che da ogni male tu mi libererai: e nel tuo perdono vivrò. Padre della vita noi crediamo in te. Figlio salvatore noi speriamo in te. Spirito d’amore vieni in mezzo a noi: Tu da mille strade ci raduni in unità e per mille strade poi dove tu vorrai noi saremo il seme di Dio.

A Dio Padre rivolgiamo la nostra preghiera di figli:

PADRE NOSTRO

ORAZIONE FINALE Padre buono, che riveli il tuo amore a chi ti cerca con cuore sincero, rinsalda la nostra fede nel mistero della croce e donaci un cuore docile,

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perché nell’adesione amorosa alla tua volontà riceviamo il dono della santità. Per Cristo nostro Signore. Amen

CANTO FINALE: cantiamo insieme la Salve regina

CICLO DI PENTECOSTE

LLLLA A A A CCCCHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERHIESA NEI POVERI SERVE VE VE VE GGGGESÙESÙESÙESÙ

1° INCONTRO LO SPIRITO SANTO È DIO CHE SI FA “DONO”

Accoglienza

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Iniziamo, con questo incontro, il ciclo di Pentecoste. È bello ritrovarci per contemplare assieme, dopo la Pasqua, il dono che Gesù crocefisso e risorto ci fa per condurci al Padre nello Spirito. Preghiera iniziale Preghiamo insieme la sequenza Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen. Annuncio del tema

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Sono trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua. Il dono promesso da Gesù si fa presente, presente come padre, amico, sollievo. “Non vi lascerò orfani, ma vi manderò lo Spirito Santo che vi insegnerà ogni cosa”. Lo Spirito Santo è il compagno, l’amico, la luce, la fiamma ardente che illumina la nostra mente e infiamma il nostro cuore, dando senso alla nostra vita e aprendoci all’incontro e all’ascolto della Parola di Gesù. Comunicazione di vita Come si manifesta lo Spirito Santo? Come una brezza leggera o come un fuoco irrompente? Egli è colui che ci fa vivere. Perché ci muoviamo, pensiamo, amiamo ? perché in noi c’è lo Spirito che è la vita e la vita è un mistero che non tocchiamo. Immaginiamo un tendaggio azzurrino che leggermente si agita. Chi lo fa muovere, perché ondeggia? perché qualcosa che non vediamo lo agita. Accogliamo perciò lo Spirito Santo e lasciamoci fare da Lui. Proclamazione della Parola di Dio Dalla lettera ai Romani 8,14-18.22-23.26-27 Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. […] Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. […] Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. Commento

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Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Lo Spirito Santo ci immerge nell’amore di Dio e ci fa esclamare: “Abbà, Padre” Dire papà a Dio è stupendo!. Ma la nostra fragilità che con la sua natura geme e soffre le doglie del parto, non sempre ci aiuta capire questo dono inestimabile, allora lo Spirito Santo ci viene in aiuto e ci rivela quanto è bello il suo farsi dono; Dono del Padre che in Gesù ci fa figli, figli di Dio! Attualizzazione Nei poveri serviamo Gesù. Nei poveri amiamo Gesù. È Gesù che lo dice e lo Spirito Santo ce lo fa capire. Se Dio è padre di tutti, tutti siamo fratelli e l’amore di Dio è con noi. Ma come attualizzare questo programma? Come attualizzarlo, ora in questo momento di sofferenza, come farmi dono? Rivelando, a tutti, nella mia povertà il volto amoroso di Gesù che mi rende dolce, paziente, ricca di speranza e in serena attesa. Ognuna di noi è Chiesa e a tutti devo dire: “la Chiesa nei poveri serve Gesù e io povera rivelo Gesù” Visualizzazione Applicare la scritta con il titolo del ciclo di pentecoste, con accanto le nostre foto e le foto di persone di diverse nazioni Canto: Andate per le strade - Nella Casa del Padre n. 613 Rit. Andate per le strade in tutto il mondo, chiamate i miei amici per fare festa, c’è un posto per ciascuno alla mia mensa. Nel vostro cammino annunciate il vangelo dicendo è vicino il regno dei cieli. guarite i malati, mondate i lebbrosi, rendete la vita a chi l’ha perduta. Rit. Vi è stato donato con amore gratuito, ugualmente donate con gioia e con amore. con voi non prendete né oro né argento, perché l’operaio ha diritto al suo cibo. Rit.

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Entrando in una casa donatele la pace, se c’è chi vi rifiuta e non accoglie il dono, la pace torni a voi e uscite dalla casa scuotendo la polvere dai vostri calzari. Rit. Nessuno è più grande del proprio maestro, né il servo è più importante del suo padrone. se hanno odiato me odieranno anche voi, ma voi non temete, io non vi lascio soli! Rit. Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi siate dunque avveduti come serpenti, ma liberi e chiari come le colombe dovrete sopportare prigioni e tribunali. Rit. Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo con fede: “Spirito d’amore rimani in noi”

Impegno: durante il rosario pregheremo per tutti i missionari.

2° INCONTRO

LA CHIESA DI DIO DEVE ESSERE POVERA Accoglienza Benvenute al secondo incontro di questo ciclo. Lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù ci conduca al Padre, riscaldi il nostro cuore e la gioia ci faccia esclamare: Deo gratias!. Ciascuna di noi piccola e povera proclami la tua lode. Preghiera iniziale

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Invochiamo lo Spirito cantando insieme l’inno proposto nell’ora Terza della liturgia delle ore:

O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori.

Voce e mente si accordino Nel ritmo della lode, il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola.

O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico, fonte d’eterno Amore. Amen Annuncio del tema Gesù chiama a sé i suoi, ne scegli dodici che chiama Apostoli e li invia ad annunciare che il Regno di Dio è qui. Ci comunica il nome dei dodici per dirci che Gesù ha un incontro personale con ciascuno di loro. Li vuole poveri perché solo così possono essere credibili. Povertà e annuncio della Parola sono strettamente legati fra loro. Andate liberi e poveri, allora sarete segni credibili perché la vostra fiducia è riposta in Dio solo, nella sua potenza che guarisce gli infermi, risuscita i morti, purifica i lebbrosi, scaccia i demoni. Comunicazione di vita Gli amici di Gesù sono i poveri. “I poveri sono la pupilla di Gesù” diceva il santo Cottolengo, e noi ci sentiamo così? Che ne pensate della nostra vita da povere? Siamo davvero povere? Siamo coscienti di possedere un dono di inestimabile valore? Proclamazione della Parola di Dio Dal Vangelo secondo Matteo 10, 1-10 Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

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I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. Commento Gesù chiama a sè i suoi discepoli, li chiama per nome perché la chiamata è un incontro personale con Gesù che a volte fa cambiare rotta alla navicella della nostra vita. I suoi amici poveri sono mandati tra i poveri ad annunciare il regno di Dio. La povertà e l’amore al povero sono il segno visibile della presenza di Gesù nella sua Chiesa. Guarite gli infermi… risuscitate i morti. Ma come fare? Con la fede in Gesù che ci ricorda che tutto è possibile a coloro che credono. Il dono di Dio è dato gratuitamente a ciascuna di noi e ciascuna di noi gratuitamente deve farne dono. Il Signore ci ama, vogliamo essere la Chiesa dei poveri Attualizzazione Ricordiamo il giorno della nostra vocazione? Siamo state chiamate per nome. Il Signore ci conosce per nome. Ci ha affidato una missione qui nella casa dei poveri per essere segni della sua Presenza Provvidente. Anche noi nella fiducia e nell’abbandono abbiamo donato la vita per i sofferenti, amato gli infermi, cullati i bambini. Vivere nella nostra povertà è indispensabile perché lei sola ci permette di farci veramente dono a tutti i fratelli. Forse ci sentiamo dei semini che muoiono nella terra, ma è proprio questa morte con Gesù e in Gesù che ci fa dono e genera vita. Visualizzazione Applichiamo l’immagine dello Spirito Santo rappresentandolo come tante fiammelle di fuoco e scriviamo la formula dei nostri voti

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Preghiera Irrompi nel mondo Signore e rinnova col tuo Spirito la faccia della terra: converti i cuori, perdona le nostre colpe, reca in dono la pace, riempici della tua grazia e svelaci il grande mistero del tuo Amore. Amen. Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo “Signore con tutta la mia povertà mi abbandono a Te” Impegno: durante il rosario pregheremo per la Chiesa perché sia povera come desidera Papa Francesco.

3° INCONTRO

I POVERI CI APRONO LE PORTE DEL PARADISO

Accoglienza Benvenute. È l’ultimo incontro di catechesi. Ci lasciamo per qualche mese con un po’ di nostalgia, ma in Gesù, nel suo amore ci accogliamo continuamente. Preghiera iniziale Ci raccogliamo in silenzio e affidando al Signore le intenzioni più care al nostro cuore recitiamo o cantiamo:

Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato.

O dolce consolatore, dono del Padre altissimo,

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acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Amen.

Annuncio del tema I poveri ci aprono le porte del paradiso. I poveri e il Paradiso sono un’esperienza tutta cottolenghina. Tutti siamo poveri, fragili, bisognosi di carità. E la carità esercitata in particolare verso gli ultimi si fa distintivo, “tessera d’ingresso” nel Regno dei cieli. “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…così ci dirà Dio Padre quando giungeremo davanti a Lui. Comunicazione di vita Al nostro ingresso in cielo, penso, saremo accolti non da una schiera di angeli, ma da una schiera di poveri belli e luminosi come stelle splendenti. Li riconosceremo?. Vedremo in loro fratelli e amici che abbiamo amato’ ognuna ne farà esperienza. Credo però che sarà un momento stupendo, un incontro gioioso, irripetibile. A noi l’attesa. Proclamazione della Parola di Dio Dal vangelo secondo Matteo 25,31-40 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete

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accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Commento La parusia è inimmaginabile per noi; il Figlio dell’uomo che verrà nella gloria a giudicare tutti i popoli. Separerà le pecore dalle capre e per le une ci saranno parole di consolazione, per le altre parole di condanna. L’esame però sarà solo sulla carità. “Avevo fame, sete e mi hai dato da mangiare, da bere...L’avete fatto a me… Venite benedetti venite e sarà gioia senza fine. Attualizzazione Gesù si rende presente nel povero. Ma chi è il povero? Il povero è ciascuna di noi. Ciascun fratello che incontro, magari per la strada o lungo la corsia dell’ospedale Il povero è la sorella che mi sta accanto. L’infermiere che si prende cura di me. Allora un sorriso, una parola riconoscente, uno sguardo ricco d’amore o qualunque gesto che si fa dono, dono che nasce dal nostro cuore povero, allora sarà stupendo sentire le parole di Gesù rivolte a noi: “Venite, benedette dal padre mio, ricevete in eredità il regno” Visualizzazione applichiamo una bella immagine di Gesù con il versetto tratto dal vangelo di Matteo come indicato nelle prime pagine Preghiera (Possiamo leggere lentamente questa preghiera allo Spirito mentre le sorelle attaccano il loro nome al pannello, magari con un leggero sottofondo musicale)

PREGHIERA PER IMPLORARE LO SPIRITO SANTO.

Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo; sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti del tuo nome; vieni a noi, assistici, vieni nei nostri cuori; insegnaci tu ciò che dobbiamo fare, mostraci tu il cammino da seguire, compi tu stesso quanto da noi richiesto. Sii tu solo a suggerire e a guidare le nostre decisioni, perché tu solo, con Dio Padre e

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con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso; non permettere che sia lesa da noi la giustizia, tu che ami l’ordine e la pace; non ci faccia sviare l’ignoranza; non ci renda parziali l’umana simpatia, non ci influenzino cariche e persone; tienici stretti a te e in nulla ci distogliamo dalla verità; fa’ che riuniti nel tuo santo nome, sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme, così da fare tutto in armonia con te, nell’attesa che per il fedele compimento del dovere ci siano dati in futuro i premi eterni. Amen. Messaggio conclusivo Durante questa settimana ripeteremo: “0 luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.” – “ Paradiso!Paradiso!” Impegno: durante il rosario pregheremo per la Piccola Casa in Italia e nel mondo

CELEBRAZIONE

ESULTATE DI GIOIA INDICIBILE E GLORIOSA

INTRODUZIONE

SALUTO DEL CELEBRANTE

C – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T – Amen. Invochiamo il dono dello Spirito con il canto Vieni Santo Spirito Nella casa del Padre n.568

Suore anziane Tema annuale 2013-2014: Essere dono per l’altro

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Rit. Spirito del Padre, vieni a vivere in noi: alleluia canteremo per le strade della vita. Vieni, padre dei poveri, vieni, luce splendida. Scendi, amico degli umili, forza per i deboli. Tu conforti chi è solo, salvi dai pericoli. Tu, creatore dei mondi, ami la mia vita. Vieni a darci la pace: pace che ci libera. Preghiamo insieme. Spirito Santo, Divino Artefice di comunione, ti chiediamo, le une per le altre, la grazia della comunione fraterna. Fortifica la nostra debolezza, rendici capaci di vivere in maniera degna della vocazione ricevuta, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandoci a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Amen PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-4) Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Parola di Dio SALMO 146

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Rit: cantate al Signore, benedite il Suo Nome Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene. Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi di Israele. Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite; egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. Grande è il Signore, onnipotente, la sua sapienza non ha confini. Il Signore sostiene gli umili, ma abbassa fino a terra gli empi. Cantate al Signore un canto di grazie, intonate sulla cetra inni al nostro Dio. Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l’erba sui monti. Provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano a lui. Non fa conto del vigore del cavallo, non apprezza l’agile corsa dell’uomo. Il Signore si compiace di chi lo teme, di chi spera nella sua grazia. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Dal Vangelo secondo Luca 24,30-33

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Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro. Parola del Signore

Spunto di riflessione Lo Spirito Santo è amore che lega il Padre e il Figlio e si comunica agli uomini: per questo il fuoco esprime bene questa dimensione del suo mistero. Non sentiamo forse anche noi ardere il cuore nel petto, proprio come i discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,32), quando siamo abitati dall’amore? Lo Spirito Santo è vita che irrompe dentro di noi e, se non trova ostacoli, si diffonde e brucia, come un incendio; è calore che dilata gli spazi del cuore e lo riscalda con la sua presenza silenziosa e trasformante. Una presenza che è dono per ognuno di noi. Le lingue di fuoco che scendono a Pentecoste sulla testa degli apostoli sono, infatti, il segno che lo Spirito Santo si dà a ognuno personalmente e lo invia a compiere la sua missione: la diffusione di quel fuoco – che è egli stesso – portato da Gesù sulla terra, nel desiderio ardente di vederlo acceso (cfr. Lc 12,49). Nella Pentecoste, grazie all’azione dello Spirito, la terra e il cielo vivono in comunione, l’uomo e Dio non sono più separati: «In tale immensa unità può soffiare quel vento che è vibrazione del silenzio, può divampare quel fuoco che è ebbrezza della vera vita»

PER CELEBRARE

Guida: Lo Spirito è vento e fuoco, gioia e bellezza e così vogliamo celebrarlo Per questo motivo possiamo fare una breve processione recandoci all’angolo della preghiera o lungo la navata se siamo in Chiesa, ognuna di noi porterà la candela, che gli è stata consegnata all’inizio di questa celebrazione. Il cero è il simbolo di Gesù, ma la sua fiamma ci richiama l’ardore dello Spirito.

Musica di sottofondo

Guida: Lo Spirito Santo è il Dio che si comunica, l’amore che si diffonde, proprio come il fuoco. Ora il sacerdote attingerà al cero e verrà ad accendere la nostra candela, accompagnando questo gesto con una preghiera. Per rendere questo momento più personale, ognuno di noi è invitato a dire il suo nome. Rimaniamo fermi e, quando tutte le candele saranno accese, ritorneremo al nostro posto in chiesa, sempre in processione.

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Celebrante: (Nome della persona), lo Spirito Santo sia in te fuoco che arde e illumina la mente, brezza leggera che ristora il cuore.

Risposta: Amen.

PADRE NOSTRO

ORAZIONE FINALE O Dio, nostro Padre, vita dei tuoi fedeli, consolatore degli afflitti, beatitudine dei giusti, ascolta la preghiera del tuo popolo e sazia con l’abbondanza delle tue consolazioni la sete di coloro che sperano nelle tue promesse. Per Cristo nostro Signore. Amen

CANTO FINALE : Andrò a vederla un dì

Andrò a vederla un dì - in cielo, Patria mia. Andrò a veder Maria, - mia gioia e mio amor.

Al ciel, al ciel, al ciel, andrò a vederla un dì. Al ciel, al ciel, al ciel, andrò a vederla un dì.

"Andrò a vederla un dì" - è il grido di speranza, che infondemi costanza - nel viaggio e fra i dolor. Al ciel.....

Andrò a vederla un dì - andrò a levar miei canti cogli Angeli e coi Santi, - per corteggiarla ognor. Al ciel.....

Andrò a vederla un dì - Le andrò vicino al trono ad ottenere il dono - un serto di splendor. Al ciel.....

Andrò a vederla un dì - la Vergine immortale; m'aggirerò sull'ale - dicendole il mio amor. Al ciel.....

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Andrò a vederla un dì - lasciando questo esilio le poserò qual figlio - il capo sopra il cuor! Al ciel.....