La deontologia dell'arbitro -...
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Perchè parlare di deontologia,
e di deontologia dell'arbitro?
La deontologia dell'arbitroVincenzo Caprioli
Chi è l'arbitro?
Art. 812 c.p.c.Non può essere arbitro chi è privo, in tutto o in parte, della capacità legale di agire
Un professionista?
Si, ma non necessariamente.
Chiunque può essere scelto.
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Se l'arbitro è un professionista
● Avvocato, o in genere, giurista
● Dottore commercialista ed esperto contabile
● Ingegnere
● Medico
sarà soggetto alle regole deontologiche della propria professione
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I codici deontologici delle professioni sono
“norme giuridiche vincolanti nell'ambito dell'ordinamento di categoria”
(Cass. Sez. Unite, n. 8225/2002)
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Quale il valore dei codici deontologici?
Il fatto, che sia fonte di responsabilità deontologica, può diventare fonte di responsabilità civile?
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Il comportamento corretto, come disegnato dai codici deontologici è di estrema utilità per il giudice chiamato a stabilire se il professionista ha eseguito il contratto d'opera professionale secondo buona fede, o lo ha adempiuto con la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1375 c.c. ed art. 1176 c.c.).
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Nell'arbitrato amministrato,
la scelta dell'arbitro o degli arbitri compete all'ente che amministra la procedura
e che modula la scelta a seconda dell'oggetto del contendere
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Spesso gli enti arbitrali si dotano di propri codici deontologici
= Camera Arbitrale presso la CCIAA di Milano;
= CONSOB
che normalmente non distinguono se l'arbitro sia un avvocato o non lo sia.
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Competenza dell’arbitro
L’arbitro, quando accetta, deve essere certo di poter svolgere il proprio incarico con la competenza richiesta dalla sua funzione giudicante e dalla materia oggetto della controversia.
(Art. 3, c. d. Camera arbitrale di Milano)
L'avvocato, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni professionali, non deve accettare incarichi che non sia in grado di svolgere con adeguata competenza.
(art. 14 c.d.f.)
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Il tempo.
L'arbitro, quando accetta, deve essere certo di poter dedicare all'arbitrato il tempo e l'attenzione necessari, al fine di svolgere e concludere l'incarico nel modo più sollecito possibile.
(Art. 4, c. d. Camera arbitrale di Milano)
L'arbitro deve favorire un completo e rapido svolgimento del procedimento.
(Art. 8, c. d. Camera arbitrale di Milano)
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Art. 820 c.p.c.
...Se non è stato fissato un termine per la pronuncia del lodo, gli arbitri debbono pronunciare il lodo nel termine di duecentoquaranta giorni dall'accettazione della nomina.
...Se le parti non hanno disposto diversamente, il termine è prorogato di centottanta giorni nei casi seguenti...
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Il tempo.
Fonte: www.giustizia.it, Abravanel, Bartolomeo, Proverbi, Misurare la performance dei tribunali italiani, settore civile.
2013 Durata media UT
Lecce 772 30,8%
Brindisi 812 31,3%
Taranto 895 31,7%
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Il tempo.
art. 813-ter c.p.c..Responsabilità degli arbitri
Risponde dei danni cagionati alle parti l'arbitro che:1) con dolo o colpa grave ha omesso o ritardato atti dovuti ed è stato perciò dichiarato decaduto, ovvero ha rinunciato all'incarico senza giustificato motivo;2) con dolo o colpa grave ha omesso o impedito la pronuncia del lodo entro il termine fissato a norma degli articoli 820 o 826.
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Sanzioni
L'arbitro che non rispetta le norme del presente Codice Deontologico è sostituito, anche d'ufficio, dalla Camera Arbitrale che, a seguito di tale violazione, può anche rifiutarne la conferma in successivi procedimenti.
(Art. 13, c. d. Camera arbitrale di Milano)
(Art. 9, c. d. Camera arbitrale CCIAA Brescia)
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Sanzioni
La Camera vigila sul rispetto del presente codice anche ai sensi e per gli effetti degli articoli 5, comma 3 e 6, comma 3, del regolamento adottato dalla Consob con delibera n. 16763 del 29 dicembre 2008
(Art. 3, comma 3, c. d. Camera di conciliazione ed arbitrato della CONSOB)
La cancellazione può altresì essere disposta nei casi di grave inadempimento degli obblighi stabiliti dal codice deontologico o, comunque, connessi alla funzione svolta.
(Art. 6, comma 3, regolamento CONSOB n. 16736)
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La deontologia del professionista
nell'arbitrato libero
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Nell'arbitrato libero, la scelta degli arbitri compete alle parti che la opereranno in base al necessario ambito di competenza
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In tutte i codici deontologici sono presenti norme che si riferiscono ad attività esterna alla professione
Art. 2.2 nuovo c.d. dei dottori commercialisti
L’inadempimento a obbligazioni estranee all’esercizio della professione assume carattere di illecito, quando, per modalità o gravità, sia tale da compromettere la fiducia dei terzi nella capacità dei professionisti di rispettare i propri doveri professionali
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In tutte i codici deontologici sono presenti norme che si riferiscono ad attività esterna alla professione
Art. 2 c.d. forense
Norme deontologiche e ambito di applicazione
Le norme deontologiche si applicano a tutti gli avvocati nella loro attività professionale, nei reciproci rapporti e in quelli con i terzi; si applicano anche ai comportamenti nella vita privata, quando ne risulti compromessa la reputazione personale o l’immagine della professione forense.
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Vi fidereste del giudice
se frequentasse cattive compagnie?
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Soccorre comunque la norma di chiusura
Art. 9 codice deontologico forense
Doveri di probità, dignità, decoro e indipendenza
L’avvocato deve esercitare l’attività professionale con indipendenza, lealtà, correttezza, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza, tenendo conto del rilievo costituzionale e sociale della difesa, rispettando i principi della corretta e leale concorrenza.
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Viola il generale obbligo di lealtà e correttezza l’avvocato che, svolgendo attività di redazione contrattuale nell’interesse di uno dei contraenti (nella specie, suo cliente abituale) inserisca una clausola arbitrale con la designazione di sé stesso quale arbitro unico, e peraltro in assenza di comprovata adesione dell’altro contraente; e ciò senza che abbia rilievo decisivo se l’avvocato avrebbe potuto poi assolvere l’incarico o dovuto astenersi o comunque provvedere ad una specifica informazione alle parti, mancando comunque nel professionista quel carattere di terzietà che deve inderogabilmente caratterizzare il ruolo e l’attività dell’arbitro.
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Ferina), sentenza del 21 ottobre 2013, n. 196, che ha applicato la sanzione della censura.
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Norme deontologiche espresse
per gli ingegneri
per gli avvocati
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L'arbitro ingegnere
● Canone 21.4
L’ingegnere non può accettare la nomina ad arbitro o ausiliario del giudice e comunque non può assumere in qualsivoglia veste la figura di soggetto giudicante se una delle parti del procedimento sia assistita, o sia stata assistita negli ultimi due anni, da altro professionista di lui socio o con lui associato, ovvero che eserciti negli stessi locali.
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Il codice deontologico forense
art. 61 (Arbitrato)
art. 54 (Rapporti con gli arbitri)
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Art. 61, comma 1.
Le norme deontologiche generali
L’avvocato chiamato a svolgere la funzione di arbitro deve
improntare il proprio comportamento a probità e correttezza
e vigilare che il procedimento si svolga con imparzialità e indipendenza.
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Art. 61, comma 2.
Accettazione dell'incarico nonostante la incompatibilità
L’avvocato non deve assumere la funzione di arbitro
quando abbia in corso, o abbia avuto negli ultimi due anni, rapporti professionali con una delle parti
e, comunque, se ricorre una delle ipotesi di ricusazione degli arbitri previste dal codice di rito.
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Art. 815 c.p.c.
Un arbitro può essere ricusato:
● 1) se non ha le qualifiche espressamente convenute dalle parti;
● 2) se egli stesso, o un ente, associazione o società di cui sia amministratore, ha interesse nella causa;
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Art. 815 c.p.c.Un arbitro può essere ricusato:
● 3) se egli stesso o il coniuge è parente fino al quarto grado o è convivente o commensale abituale di una delle parti, di un rappresentante legale di una delle parti, o di alcuno dei difensori;
● 4) se egli stesso o il coniuge ha causa pendente o grave inimicizia con una delle parti, con un suo rappresentante legale, o con alcuno dei suoi difensori;
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Art. 815 c.p.c.Un arbitro può essere ricusato:
● 5) se è legato ad una delle parti, a una società da questa controllata, al soggetto che la controlla, o a società sottoposta a comune controllo, da un rapporto di lavoro subordinato o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale o associativa che ne compromettono l'indipendenza; inoltre, se è tutore o curatore di una delle parti;
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Art. 815 c.p.c.
Un arbitro può essere ricusato:
● 6) se ha prestato consulenza, assistenza o difesa ad una delle parti in una precedente fase della vicenda o vi ha deposto come testimone.
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Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che assuma la funzione di arbitro pur avendo avuto o avendo rapporti professionali con una delle parti in causa. (Nella specie è stata confermata la sanzione della sospensione per mesi due).
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Cricrì, rel. Perfetti), sentenza del 10 dicembre 2007, n. 189
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Art. 61, comma 3.
Ipotesi di incompatibilità minore
L’avvocato non deve accettare la nomina ad arbitro se una delle parti del procedimento sia assistita, o sia stata assistita negli ultimi due anni, da altro professionista di lui socio o con lui associato, ovvero che eserciti negli stessi locali.
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Condivisione degli spazi di lavoro
“..., non può essere estesa fino al punto di ricomprendere l'ipotesi dell'arbitro esercente l'attività di avvocato che condivida lo studio o comunque lo stesso ambiente con i difensori di una delle parti del procedimento arbitrale, ...”
Cass. civ. Sez. I, 28-08-2004, n. 17192
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Art. 61, comma 3.
Comunicazione dei fatti rilevanti
In ogni caso l’avvocato deve comunicare per iscritto alle parti ogni ulteriore circostanza di fatto e ogni rapporto con i difensori che possano incidere sulla sua indipendenza, al fine di ottenere il consenso delle parti stesse all’espletamento dell’incarico.
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Il Codice deontologico forense prescrive di impedire l’accettazione della nomina ad arbitro, laddove risulti che la difesa della parte, che ha proceduto alla sua designazione, è affidata ad altro avvocato associato nel medesimo studio professionale.
Rilievo analogamente deontologico assume anche il contenuto della dichiarazione resa dall’arbitro in ordine alla insussistenza di cause di incompatibilità all’accettazione dell’incarico, ove venga taciuta la circostanza del rapporto associativo corrente tra l’arbitro stesso ed il difensore della parte.
Consiglio Nazionale Forense (rel. Berruti), parere 11 dicembre 2013, n. 124
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Art. 61, comma 4.
Fiducia ed indipendenza
L’avvocato che viene designato arbitro deve comportarsi nel corso del procedimento in modo da preservare la fiducia in lui riposta dalle parti e deve rimanere immune da influenze e condizionamenti esterni di qualunque tipo.
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Art. 61, comma 5.
Obbligo di riservatezza
L’avvocato nella veste di arbitro:
a) deve mantenere la riservatezza sui fatti di cui venga a conoscenza in ragione del procedimento arbitrale;
b) non deve fornire notizie su questioni attinenti al procedimento;
c) non deve rendere nota la decisione prima che questa sia formalmente comunicata a tutte le parti.
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Art. 61, comma 6.
Divieto di attività professionale successiva all'arbitrato
L’avvocato che ha svolto l’incarico di arbitro non deve intrattenere rapporti professionali con una delle parti:
a) se non siano decorsi almeno due anni dalla definizione del procedimento;
b) se l’oggetto dell’attività non sia diverso da quello del procedimento stesso.
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La funzione di arbitro, ancorché designato dalla parte, è improntata a principi di terzietà ed imparzialità, sicché non può essere consentito all’avvocato, che abbia in precedenza assunto la veste di arbitro, accettare la difesa di una delle parti,...(Nel caso di specie, l’avvocato impugnava il suo stesso lodo nell’interesse della parte che lo aveva nominato arbitro. In applicazione del principio di cui in massima, al professionista è stata inflitta la sanzione disciplinare della censura).
Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Damascelli), sentenza del 7 maggio 2013, n. 73
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Art. 61, comma 7.
Estensione del divieto di attività successiva
Il divieto si estende ai professionisti soci, associati ovvero che esercitino negli stessi locali.
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Art. 61, comma 8.
Le sanzioni
La violazione dei doveri e divieti di cui ai commi 1, 3, 4, 5, 6 e 7 comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da due a sei mesi.
La violazione del divieto di cui al comma 2 (accettazione dell'incarico nonostante la incompatibilità) comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da sei mesi a un anno.
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Art. 54.
Rapporti con arbitri, conciliatori, mediatori, periti e consulenti tecnici
1.I divieti e doveri di cui all’art. 53, commi 1, 2 e 4, si applicano anche ai rapporti dell’avvocato con arbitri...
2.La violazione dei divieti e doveri di cui al presente articolo comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della censura.
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Art. 53.
Rapporti con i magistrati
1.I rapporti con i magistrati devono essere improntati a dignità e a reciproco rispetto.2.L’avvocato, salvo casi particolari, non deve interloquire con il giudice in merito al procedimento in corso senza la presenza del collega avversario.4. L’avvocato non deve approfittare di rapporti di amicizia, familiarità o confidenza con i magistrati per ottenere o richiedere favori e preferenze, né ostentare l’esistenza di tali rapporti.
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Sitografia essenziale
V. Sangiovanni, L’avvocato-arbitro nell’art. 61 del nuovo codice deontologico forense, ne I contratti, 2015, 4, 395, o in http://works.bepress.com/valerio_sangiovanni/211
G. Briganti, La deontologia dell'avvocato nei procedimenti di mediazione (e arbitrato), in http://www.slideshare.net/giuseppebriganti/la-deontologia-dellavvocato-nei-procedimenti-di-mediazione-e-arbitrato
A. Ciavola, L’Avvocato arbitro: nuovo testo dell’art. 55 codice deontologico, in http://www.altalex.com/documents/news/2013/08/29/l-avvocato-arbitro-nuovo-testo-dell-art-55-codice-deontologico
U. Perfetti, La responsabilità deontologica, in http://www.ordineavvocatimacerata.it/files/file/comunicazioni-seg/04-05/relaz_catanzaro_perfetti.pdf
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Vincenzo Caprioli
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