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TEORIA E DEONTOLOGIA ANNESSA ALLA CONSERVAZIONE

&ANTICHE MODERNECose Belle

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Le differenti terminologie di restauro messe a confronto con riferimento specificoannesso al mobileDi Federico Crovara Pescia

Restauro

PREMESSAIn ogni settore del restauro di tipo lapideo o pitto-rico come anche ligneo, in genere, gli addetti ai la-vori i cosiddetti “restauratori” scelgono in base aipropri gusti le diverse tecniche da impiegare du-rante gli interventi. Tutto ciò determina una grandeconfusione circa i risultati affidati alla superficialitàdel “caso”. Occorre comprendere le diverse tipo-logie di restauro nei loro dettagli al fine di sceglierequale esattamente voler seguire già prima di inco-minciare così da ottenere risultati chiari e determi-nati, congrui al restauro che si presenta.

LE DUE GRANDI DISTINZIONIGli approcci diversi al campo del restauro si suddi-vidono in due grandi gruppi che sono il restauro“diretto” e quello “indiretto”. Il primo implica in-terventi concreti sull’opera e si può espletare attra-verso le sotto-tipologie di restauro che ne fannoparte come il restauro estetico, quello funzionalee quello conservativo. Mentre al secondo gruppoappartiene la sottotipologia detta restauro musealetale da escludere invece ogni forma di interventopratico.

IL RESTAURO ESTETICOÈ una forma diretta che si attua nei confronti di mo-bili in possesso di privati o antiquari. Non sonoopere di grande importanza e vengono quindi“commercializzati”. Il fine, è quello di renderli comenuovi e di eliminare le testimonianze della vecchiaiaper farli risplendere come appena costruiti all’epoca.Una prima fase è la “pulitura”, dove con i solventisi asportano le cere e le vernici e anche lo sporcola cosiddetta “patina in aggiunta”. La successivasmacchiatura è in grado di cancellare macchie d’in-chiostro e ruggine così da riportare in luce i colorinaturali del legno.

Articolo tratto da Cose Belle Antiche e Moderne n. 24pubblicato nel mese di ottobre 2011

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Una seconda fase estetica è la “stuccatura” dove l’intento consiste nelriempire i fori di sfarfallamento dei tarli, le crepe e tutti i “sottovolumi”che non superano i tre millimetri di estensione con stucchi dello stessocolore del legno per conferire uniformità alle superfici. Una terza fasesempre estetica è la “tassellatura” utile a ricreare i volumi mancantitramite tappi di legno identico a quello del mobile. Essi assumonoforme trapezoidali, romboidali, triangolari, ellissoidali e riescono a ri-costruire bordi gambe angoli mancanti o sbriciolati, con un’estensioneanche di diverse decine di centimetri, in modo tale da riformare l’in-tera struttura originale. La quarta e ultima fase estetica è la “lucidatura”- ovvero la verniciatura finale delle parti a vista svolta con la cera dieffetto opaco o con la gommalacca dall’effetto lucido - che oltre a pro-teggere conferisce trasparenza alle superfici.

IL RESTAURO FUNZIONALEQuesto genere di intervento impiega fasi capaci di conferire nuova-mente al mobile la funzione originale di utilizzo per la quale è natoche nulla ha a che vedere con il fine estetico. Ad esempio, reintegrandola parte mancante della gamba di una sedia, mediante la costruzionedi un tassello, questa riacquista stabilità e può nuovamente essere uti-lizzata. Ancora, nel momento in cui le guide di scorrimento dei cassettidi un comò antiche e cedevoli vengono ricostruite (o addirittura so-stituite), esse sono nuovamente in grado di sorreggere il peso dei cas-setti. Infine quando la struttura di un mobile viene smontata e rincollatacompletamente, reinsaldando ogni incastro sostituendo la colla origi-nale ormai debole con quella nuova, si è in grado conferire soliditàmassima per gli anni a venire.

IL RESTAURO CONSERVATIVOEsso consiste nell’impiego di fasi “concrete”, quindi facenti parte delrestauro cosiddetto “diretto”, che, in questo caso a differenza dei pre-cedenti vengono svolte in maniera soltanto parziale, in modo da man-tenere e quindi conservare il più possibile l’aspetto originale delmobile. Per rendere l’idea, durante la pulitura invece di impiegare unosverniciatore chimico che agisce integralmente asportando tutte le ver-nici, si adopera semplicemente un decerante blando al fine di decaparemantenendo integra la vernice iniziale con la quale nasce il mobile. Lostesso atteggiamento, avviene anche all’interno di una fase di stucca-tura dove, anziché applicare lo stucco a gesso, che una volta essiccatoviene carteggiato, si impiega un semplice stucco a cera preconfezio-nato, asportandone poi l’eccedenza con una pezza di cotone che nonmuta le superfici in patina originale. Anche nel contesto “funzionale”di un incollaggio da svolgere, rimanendo ancora nei limiti del conser-vativo, il mobile non viene smontato e la colla non subisce la sostitu-zione; ci si limita invece a iniettarla nelle fessure degli incastri soltantoper riconsolidare sufficientemente la struttura. Infine quando si deveriverniciare il mobile non lo si fa totalmente ma si sovrappone alla vec-chia vernice o fondo a cera un sottile strato ravvivante delle stesse so-

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stanze ridando vita alla fini-tura. Tutti questi interventiconservativi sono dettianche di “tamponamento” o“mantenimento”.

IL RESTAURO MUSEALEQuesto approccio non ri-guarda i mobili mediocri erecenti ovvero costruiti dal1800 ad oggi, ma invece sideve applicare ad opere dialta epoca, in alcuni casi ad-dirittura firmate da grandiebanisti. Tali mobili sonoconservati in musei per te-stimoniare la loro storia,cultura e originalità.Un restauratore, quindi deve agire come artigiano e noncome artista; non può dunque intervenire per pulire,stuccare, ricostruire e riverniciare. Nel restauro “mu-seale” di fasi concrete non se ne dovrebbero svolgere,salvo una disinfestazione gassosa (quindi non a base li-quida) tale da non lasciare segni; da doversi svolgere solose sono presenti agenti biologici di degrado, al fine di fer-mare il deterioramento in corso. Tutto ciò si basa sul

creare l’habitat, ovvero la stanza del museo deve essereun “contenitore” speciale ove temperatura, umidità e lucisono controllate e idonee e l’ambiente risulta antisetticopermanentemente. Queste efficaci condizioni che miranoalla “conservazione assoluta” sono i mezzi attraverso iquali viene espletato il restauro “museale”, che non èquindi un vero e proprio restauro come molti potrebberoimmaginare.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI TELEFONICHETERMINERANNO ENTRO IL 28 OTTOBRE 2011

PER CORSI DI LIVELLO AMATORIALE O PROFESSIONALECON ATTESTATO DI QUALIFICA

DI RESTAURO DEL MOBILE O DELLE DORATURE

Tel. 010-58.67.17

A cura di: Crovara Pescia Federico - docente presso

ISTITUTO NAZIONALE SUPERIOREPER IL RESTAURO DEL MOBILE

VIA INNOCENZO FRUGONI 4/1 - GENOVA