La demotivazione degli studenti
-
Upload
chiara-schiavi -
Category
Education
-
view
9.462 -
download
2
Transcript of La demotivazione degli studenti
La demotivazione
La demotivazione degli studenti:
analisi del problema
e strategie di intervento
Chiara Schiavi
2
Introduzione
Negli ultimi decenni sono aumentati:
la domanda d’istruzione da parte delle famiglie il numero di anni di scolarizzazione
Rimane alto il fenomeno della dispersione scolastica:
portano a termine i propri studi solamente il 75% degli studenti della scuola secondaria
superiore il 35% degli iscritti all’università
Presenza di percorsi discontinui:
quasi il 50% dei giovani ha seguito percorsi accidentati
3
Introduzione
I diversi aspetti del DISAGIO SCOLASTICO:
malessere psicologico nei confronti dell'esperienza formativa
bocciatura abbandono riuscita scolastica problematica
Come si manifesta:
difficoltà nel rapporto personale fra lo studente e l'istituzione scuola
4
Introduzione
La DEMOTIVAZIONE dello studente è dovuta a:
aspetti del carattere contesto scolastico (influenzato dall'ambito familiare e
sociale) Un’azione educativa vincente
ha lo scopo di aiutare lo studente a percepire positivamente la scuola, lo studio e se stesso
motivandolo ad esercitare un controllo attivo sull'andamento del proprio percorso formativo
5
Insegnanti o genitori:di chi è la “colpa”?
Per i genitori, è del sistema scolastico:
classi troppo numerose programmi noiosi voti umilianti docenti essi stessi demotivati
Gli insegnanti incriminano i genitori:
prendono sistematicamente le difese dei propri figli contestano in continuazione l’operato dei docenti
6
Insegnanti o genitori:di chi è la “colpa”?
Il processo di rassegnazione acquisita
A scuola:
un ragazzo che sin dalla più tenera età è trattato da “somaro” finirà col convincersi di esserlo e lo resterà a lungo.
In famiglia:
di fronte ad un brutto voto, immaginando di rassicurare il figlio (“Sei come me, non ho mai capito niente di questa materia!”), in realtà lo si demotiva.
7
Il profilo dello studente demotivato
Ci sono studenti che hanno l’aria smarrita e non hanno mai il materiale.
Ci sono quelli che...
dipendono costantemente dagli altri
disturbano regolarmente lo svolgimento delle lezioni
sbadigliano spesso
se ne stanno nascosti in un angolino
hanno lo sguardo rivolto fuori dalla finestra
scarabocchiano in silenzio.
Alcuni di questi alunni hanno sempre avuto dei gravi insuccessi scolastici, altri erano brillanti prima di declinare lentamente.
8
Perché preoccuparsi di questa tipologia di allievi?
In molti casi, l’insegnante è il solo modello di « discente » che l’alunno può osservare:
i diversi attori sociali ed i genitori delegano sempre più il compito di educare ai docenti
Bisogna poter e voler imparare:
poter apprendere significa mettere in atto strategie efficaci
occorre farlo con forza di volontà, quindi essere motivati
9
Perché preoccuparsi di questa tipologia di allievi?
Imparare a scuola non è sempre intrinsecamente motivante:
servono il supporto e gli incoraggiamenti dell’insegnante
Gli allievi che hanno delle difficoltà di apprendimento sono più suscettibili degli altri ad avere una motivazione debole o «fragile»:
la scuola rappresenta un luogo che rimanda un’immagine negativa di sé
10
La dinamica motivazionale
Le fonti principali della motivazione
La percezione del valore di un’attività
è il giudizio che un alunno ha dell’utilità e dell’interesse dell’attività stessa al fine di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato.
La percezione della propria competenza
è una percezione di sé attraverso la quale un allievo, prima di intraprendere un’attività che comporta un grado elevato d’incertezza in merito al suo successo, valuta le proprie capacità di svolgerla in maniera adeguata.
11
La dinamica motivazionale
Le fonti principali della motivazione
La percezione del grado di controllo
è la percezione che un alunno ha del grado di controllo che può esercitare sullo svolgimento e sulle conseguenze di un’attività pedagogica.
La forma più acuta del sentimento della perdita di controllo è
l’impotenza acquisita, una risposta che un soggetto mette in atto di fronte ad esperienze frustranti quando si rende conto di non poter padroneggiare gli avvenimenti, valutandoli come totalmente non dominabili.
12
La dinamica motivazionale
Le conseguenze della motivazione: i comportamenti di apprendimento.
L’impegno cognitivo corrisponde al grado di sforzo mentale che l’alunno mostra al momento dell’esecuzione di un’attività di apprendimento.
Quest’impegno si traduce nell’utilizzo sistematico e regolare di strategie di apprendimento.
L’allievo demotivato usa regolarmente delle strategie di elusione, che consistono in comportamenti che egli adotta per evitare di impegnarsi in un’attività o per ritardarne lo svolgimento.
13
La dinamica motivazionale
Le conseguenze della motivazione: i comportamenti di apprendimento.
La perseveranza si traduce nel tempo che lo studente dedica alle attività di apprendimento.
La performance indica i risultati dell’apprendimento, cioè un insieme di comportamenti che sottolineano il grado di successo di un’attività.
14
Le principali fonti di demotivazione
Gli alunni sono demotivati perché...
giudicano inutili o non interessanti la materia / le attività proposte
si sentono incapaci di fare ciò che viene loro richiesto o temono di non possedere le qualità necessarie
hanno l’impressione di non avere alcuna responsabilità (controllo) nei processi di apprendimento, quindi credono che i successi o gli insuccessi non dipendano da loro
15
Fattori esterni che influenzano la dinamica motivazionale
Fattori estrinseci:
la vita affettiva dello studente la rappresentazione che egli ha del lavoro (se i genitori
sono senza professione: perché andare a scuola, se tanto non serve a trovare un impiego?)
il suo inserimento sociale le sue possibilità di realizzazione il suo universo culturale il suo vissuto ed i suoi bisogni i suoi sogni e desideri e la sua capacità di proiettarsi nel
futuro il suo passato con i suoi successi ed i suoi insuccessi
16
Fattori esterni che influenzanola dinamica motivazionale
L’alunno demotivato
non accetta il “contratto” che lo lega all’istituzione scolastica critica tutto o non si esprime affatto ha l’impressione di non essere ascoltato non riconosce l’autorità dell’insegnante
Ai fattori estrinseci occorre aggiungere il ruolo dei genitori:
ce ne sono alcuni totalmente indifferenti ce ne sono altri troppo invadenti
17
I fattori su cui può intervenire l’insegnante
Fattori intrinseci:
le attività in classe le attività d’insegnamento le attività di apprendimento
la valutazione l’insegnante
18
Le attività d’insegnamento
L’insegnante è l’attore principale che deve trasmettere la materia agli alunni
Una lezione frontale avvincente dipende da:
il carisma naturale dell’insegnante il tono della sua voce il suo talento nella “recitazione” il suo humour la sua reputazione
Non tutti gli insegnanti possiedono questi talenti
19
Le attività d’insegnamento
Come rendere una lezione frontale significativa (chiara, accessibile e dinamica) per tutti gli alunni:
cominciare la propria lezione raccontando un aneddoto o presentando un problema che risvegli l’interesse e la curiosità degli allievi
presentare la scaletta della lezione (per esempio sotto forma di domande o obiettivi)
prima di spiegare un concetto o un fenomeno, fare appello alle conoscenze pregresse degli studenti interpellandoli per sapere come si spiegano tale concetto o fenomeno
illustrare le relazioni tra i concetti attraverso schemi, tabelle o disegni
20
Le attività d’insegnamento
dare degli esempi tratti dal loro quotidiano o dai loro interessi
domandare loro di proporre degli esempi tratti dalla loro vita quotidiana
fare delle analogie o delle metafore con i campi che riscuotono il loro interesse
offrirsi come esempio, facendo ogni passaggio che viene richiesto loro di compiere
utilizzare diversi sussidi (supporti audiovisivi, cartelloni...)
21
Le attività di apprendimento
L’allievo è l’attore principale, il cui ruolo è quello di servirsi degli argomenti appresi per risolvere dei problemi o per svolgere degli esercizi proposti dall’insegnante
Le attività di apprendimento comprendono:
esercizi che l’allievo svolge da solo o in gruppo letture progetti di ricerca presentazioni di fronte alla classe giochi educativi
22
Le attività di apprendimento
Per poter favorire la motivazione, sarebbe opportuno:
proporre attività che tengano conto degli interessi degli allievi o che siano costruite sull’immagine dell’attività o della professione a cui essi aspirano (per esempio fare un “giornalino di classe” con sezioni di economia, musica, moda, sport...)
suggerire attività che implichino l’utilizzo di strategie di apprendimento diversificate (per esempio pianificazione, classificazione, organizzazione, autovalutazione)
favorire attività che necessitino l’utilizzo delle conoscenze acquisite in campi diversi (per esempio un’attività sul meteo in cui si debbano utilizzare le proprie conoscenze in matematica ed in geografia)
23
Le attività di apprendimento
proporre attività che sfocino in un prodotto “finito” o utile (per esempio cartelloni, annunci, spettacoli teatrali...)
privilegiare attività che rappresentino una sfida per l’alunno (per esempio organizzare un dibattito su un tema)
offrire agli studenti l’occasione di fare delle scelte (per esempio scegliere le proprie fonti od il modo di presentare il proprio lavoro)
concedere un periodo di tempo sufficiente per lo svolgimento dell’attività
fornire delle consegne chiare
24
La valutazione
C’è un legame molto stretto tra la valutazione e la motivazione degli allievi.
Per favorire tutti gli studenti, bisognerebbe:
scegliere criteri di valutazione che tengano conto dell’apprendimento, dei progressi compiuti, dello sforzo impiegato, dei miglioramenti da apportare
accompagnare i voti con note esplicative che permettano allo studente di riflettere sui propri risultati
dare sempre la possibilità all’alunno di sapere che cosa ha sbagliato, sottolineando ciò che ha fatto correttamente ed evidenziando anche gli aspetti in cui deve migliorare
25
La valutazione
Sarebbe importante che gli studenti fossero in possesso di strumenti per l’autovalutazione.
Dove possibile, si potrebbero utilizzare strumenti che mettano in luce i procedimenti di apprendimento ed i progressi compiuti (si pensi, per esempio, al PEL - Portfolio europeo delle lingue).
La valutazione dovrebbe:
permettere all’allievo di apprezzare più adeguatamente ciò che ha appreso
evidenziare ciò che gli resta da imparare.
26
L’insegnante
Il livello di competenza dell’insegnante,
la sua motivazione ad insegnare,
le sue idee
ed altri tratti che lo caratterizzano
possono favorire o sfavorire la motivazione dei suoi allievi.
27
L’insegnante
Attraverso
la sua franchezza il suo rigore il suo senso di equità il suo humour il suo rispetto delle differenze individuali (per esempio il
sesso) e culturali (per esempio la religione)
egli spinge i suoi alunni ad investirsi ed a perseverare nel loro lavoro.
28
L’insegnante
Di fronte ad allievi deboli o demotivati l’insegnante dovrebbe adottare le strategie seguenti:
esternare la propria fiducia sulle loro capacità di apprendimento
creare delle situazioni in cui essi possano riscuotere dei successi ed evitare di metterli regolarmente in situazioni competitive dalle quali difficilmente possono uscire vincitori
valorizzarli di fronte ai loro compagni ed evitare di riprenderli davanti a questi ultimi
29
L’insegnante
avere delle aspettative realistiche ed evitare di manifestare della pietà di fronte ad un insuccesso (dicendo, per esempio, “non è grave, hai fatto del tuo meglio”)
dare loro le stesse attenzioni che vengono rivolte ai loro compagni (farli intervenire, rispondere alle loro domande, guardarli, sorridere loro...)
mostrare dell’entusiasmo nell’insegnare loro e manifestare dell’interesse per i loro successi
30
Incoraggiare e sostenerela motivazione
MOTIVARE ATTRAVERSO IL CONTENUTO DELL’INSEGNAMENTO
«Comprendere per apprendere»: spiegare agli alunni
ciò che impareranno e perché dovranno impararlo,
affinché comprendano che quello che si fa a scuola ha un senso e sarà utile per il loro avvenire.
31
Incoraggiare e sostenerela motivazione
MOTIVARE ATTRAVERSO IL CONTENUTO DELL’INSEGNAMENTO
«Amar fare per fare bene»: scuola = luogo di rispetto dove l’alunno, attraverso la
guida dell’insegnante, impari il piacere di apprendere.
Non bisogna disdegnare nessuna disciplina: tutte le materie costituiscono una fonte di ricchezza
per lo sviluppo di ogni studente.
32
Incoraggiare e sostenerela motivazione
MOTIVARE ATTRAVERSO LE RELAZIONI A SCUOLA
Relazioni tra colleghi: individuare percorsi interdisciplinari che possano
favorire l’apprendimento, attraverso lavoro coordinato e collaborazione.
33
Incoraggiare e sostenerela motivazione
MOTIVARE ATTRAVERSO LE RELAZIONI A SCUOLA
Relazione insegnante – alunni: differenziare la pedagogia, per coinvolgere le
differenti tipologie di allievi: variare i modi di comunicazione in classe (lavori
individuali / di gruppo...) variare le situazioni di apprendimento a diversi
livelli (presentazione dei contenuti, materiale...) osservare gli alunni per vedere come si
comportano nelle situazioni di apprendimento
34
Incoraggiare e sostenerela motivazione
Questo lavoro è possibile solo se:
si crede che tutti gli studenti abbiano la possibilità di migliorare, se messi nelle condizioni di farlo
si lavora con professionalità, pianificando le attività in base agli obiettivi individuati, senza improvvisazioni
si è disposti a rinunciare alle proprie certezze didattiche per creare nuovi metodi o adattare i propri alle tipologie di allievi che si hanno di fronte
35
Incoraggiare e sostenerela motivazione
Ristabilire l’autorità:
far prendere coscienza agli studenti che tutti sono sottoposti allo stesso lavoro con le stesse regole, sotto l’autorità del docente, il quale deve rispettare dei programmi nazionali
insegnante ed alunno devono rispettarsi reciprocamente per poter svolgere correttamente le proprie funzioni
è importante rispettare il regolamento d’Istituto, stabilire delle regole di comportamento in classe, comminare delle sanzioni se non si rispettano le regole
36
Incoraggiare e sostenerela motivazione
MOTIVARE “APRENDO” LA SCUOLA
Rendere più partecipi le famiglie del nostro lavoro
per condividere con loro gli obiettivi della scuola per una maggiore continuità nella trasmissione dei
valori per stabilire un dialogo non solo in caso di problemi
Rendere partecipi altre figure non insegnanti
come la psicologa dello sportello CIC, in modo da considerare la personalità dell’alunno nel suo insieme
Promuovere la collaborazione con altri partner
organizzando incontri con diverse figure professionali, affinché la scuola possa fornire altre fonti di sapere per promuovere il successo degli alunni.
37
Conclusione
Per combattere la demotivazione occorre essere persuasi del fatto che la pedagogia richiede sia l’esperienza della nostra impotenza sia l’ostinazione nel nostro impegno.
L’insegnante deve credere con tutto se stesso nel proprio lavoro e solo così riuscirà ad agganciare anche gli studenti più demotivati.
Nelle proprie attività pedagogiche
non bisogna porre dei limiti all’immaginazione e alla creatività,
non bisogna perdere l’ostinazione, bisogna reagire immediatamente di fronte ai propri
cedimenti per mantenere viva la propria motivazione e quella dei propri alunni.
38
Conclusione
“Ogni insegnante deve essere un militante pedagogico, deve agire come se tutto fosse sempre possibile, ma deve essere capace di riconoscersi impotente, pur continuando a battersi come se fosse onnipotente”
“...tout enseignant doit être un militant pédagogique, c’est qu’il fait comme si tout était toujours possible mais qu’il doit être capable de se reconnaître impuissant tout en continuant à se battre comme s’il était tout-puissant.”
Meirieu