La DDR: Propaganda Democratica e Regime Totalitario
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La DDR: propaganda democratica e regime totalitario
di Magda Martinidocumento tratto dal sito Museo delle Intolleranze e degli Stermini www.romacivica.net/amis
Ora canto per tutti i miei compagnila canzone della tradita rivoluzioneper i miei compagni traditi io cantoe canto per i miei compagni traditoriLa gran canzone del tradimento canto
Wolf Biermann
Perch la DDR in un museo dellintolleranza e degli stermini?
Inserire la storia della dittatura tedesco-orientale in un museo delle intolleranze e degli stermini,
accanto al racconto di fenomeni violenti di genocidi, persecuzioni sistematiche e massacri, pu
sem!rare in un primo momento non del tutto giustificato" #ppure, l$esperienza della DDR, pu
fornire un esempio molto significativo di un tipo di intolleranza pi% sottile e meno eclatante di &uella
che caratterizza fenomeni che causarono la morte di numerose persone, ma non per &uesto priva
di gravi conseguenze sui suoi cittadini" In occidente, gi' durante la guerra fredda, la Repu!!lica
Democratica (edesca era rappresentata come uno dei regimi pi% plum!ei dell$#uropa socialista,
oltre che per le uccisioni al confine con l$ovest, anche per il modoin cui i diritti civili e umani furono
continuamente violati nell$arco di tutti i &uarant$anni dell$esistenza della repu!!lica" La particolarit'
risiede da una parte nella presenza di un apparato ideologico continuamente adattato a rispondere
alla necessit' di trovare una giustificazione per ogni atto illegittimo, dall$altra nella forma latente del
terrore e nella sua ar!itrariet'" )er &uesto motivo non * possi!ile suddividere i protagonisti della
storia della Repu!!lica Democratica (edesca in vittime e colpevoli, poich+ molte persone
colla!orarono con il regime senza nemmeno rendersi conto della sua natura totalitaria e, d$altra
parte, alcuni perseguitati decisero di assecondare le richieste del partito per sfuggire alle
repressioni" La storia della DDR, della sua nascita, del consolidamento della dittatura e
dell$incapacit' di opporvi una resistenza decisa sia dall$interno che dall$esterno, dimostra non solo
come certi regimi riescano, con l$aiuto di sistemi repressivi, ad imporre a lungo il loro potere, ma
anche ed * &uesto il principale contri!uto che lo studio della storia della DDR pu apportare
all$interno del museo come un regime possa violare i diritti umani dei suoi cittadini mantenendo
una parvenza democratica e un$immagine positiva" La pericolosit' di &uesto genere di intolleranza
risiede &uindi nella sua capacit' di mascherarsi e di insinuarsi anche all$interno di un sistema nato
su principi democratici"
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Da &uesto punto di vista, il caso della DDR non si discosta molto da ci che * avvenuto in R.. e
negli altri paesi socialisti dell$#uropa orientale" (uttavia la Repu!!lica Democratica (edesca, oltre a
fornire un esempio estremo dei metodi di controllo esercitati sulla popolazione nei regimi socialisti,
presenta alcune caratteristiche che la rendono pi% vicina alla storia dell$#uropa occidentale" La sua
anomala natura di paese monco, met' di second$ordine di un paese capitalista, la presenza del
confine aperto con l$ovest e della Berlino divisa nel cuore del suo territorio, la continua infiltrazione
della cultura e dell$informazione dalla /ermania 0ederale, la resero protagonista di un confronto
con il mondo occidentale che la costrinse a convivere in maniera spesso conflittuale con il dominio
socialista"
Infine, l$esperienza della DDR, completamente dimenticata negli ultimi anni in Italia, non *
priva di legami con la storia della nostra Repu!!lica" Durante la guerra fredda essa aveva
rappresentato uno dei sim!oli dello scontro ideologico tra gruppi opposti, di cui aveva
attirato le simpatie o le critiche" La fine del regime e il crollo del comunismo hannospazzato via l$interesse per &uel paese: dopo una prima fase in cui il timore che la
riunificazione potesse dare alla luce un Quarto Reichaveva attirato sugli sviluppi tedeschi
gli occhi dell$opinione pu!!lica italiana, n+ i mass media, n+ gli am!ienti accademici italiani
hanno recepito l$acceso e continuo di!attito che si * svolto in /ermania: le discussioni
accorate e le polemiche, ma anche i risultati delle innumerevoli ricerche storiche degli
ultimi dodici anni sono rimasti del tutto sconosciuti in Italia"
Principi antifascisti e prassi del terrore
1ella sfera d$influenza sovietica dell$#uropa centro-orientale si svilupp, dal dopoguerra fino alla
fine degli anni ottanta, una forma di dittatura nuova rispetto a &uelle gi' esistite in #uropa nei
decenni precedenti" 2aclav 3avel 4352#L: 6787, p"69 ha definito tali regimi ;post-totalitari
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sem!ravano esprimere intolleranza solo nei confronti di chi, in nome di principi nazisti o militaristi,
metteva a rischio la pace" =on una simile legislazione, che garantiva anche la li!ert' di
espressione, di associazione, di stampa, e tutti i diritti civili fondamentali, il regime pot+ presentarsi,
sia alla popolazione che all$estero, come l$unico paese tedesco che aveva rotto con il passato
nazista" )oich+ secondo la logica della propaganda socialista il nazismo non era altro che la
naturale degenerazione dell$imperialismo prussiano, il governo della /ermania 0ederale, con la
sua politica capitalistica, dimostrava di essere l$erede di &uella tradizione tedesca che aveva
portato al Terzo Reich" .ulla !ase di &ueste considerazioni, il principio dell$antifascismo serv> al
regime come espediente per aizzare l$odio contro il governo di Bonn e per giustificare le
persecuzioni degli oppositori interni, che venivano sistematicamente accusati di operare al servizio
degli occidentali"
.e nei primi anni il mito dell$antifascismo aiut il potere a con&uistare simpatie e consenso tra la
popolazione, ma soprattutto all$interno della classe intellettuale, !en presto esso divenne puraretorica propagandistica e come tale fu avvertito" Il cosiddetto ;!onus< dell$antifascismo garant> al
partito un$approvazione pi% profonda e duratura di &uella che avre!!e potuto ottenere !asandosi
esclusivamente sui principi dell$ideologia comunista, ma non fu sufficiente a rendere incontrastato
il dominio della .#D"
=onsapevole di non poter !eneficiare del consenso della maggioranza della popolazione, il ;partito
degli operai e dei contadini< priv della li!ert' proprio &uella popolazione di cui si dichiarava il
legittimo rappresentante, negando in un primo momento la possi!ilit' di un$opposizione politica,
per arrivare poi a reprimere ogni forma di dissenso, anche la pi% innocua e a perseguitare i cittadinisospetti" Il regime fin> cos> per assumere metodi che erano stati tipici di &uel sistema nazista che i
capi del partito avevano avversato e rifiutato"
Il vero garante del potere totalitario della .#D, fu il clima di terrore che, creato gi' nel primo
decennio, si svilupp e si raffin soprattutto negli anni settanta" Il regime, per mano del sempre pi%
sofisticato sistema di sorveglianza della .tasi, la polizia segreta nata per vegliare e difendere la
sicurezza dello stato all$interno e all$estero, riusc> a tenere sotto stretto controllo i cittadini"
1egli anni cin&uanta, gli anni dello stalinismo e della fase pi% acuta della guerra fredda, furono il
periodo pi% violento della storia della DDR" La lotta contro chi si opponeva alla costruzione del
socialismo fu avviata nel primo decennio per mezzo di espulsioni dal partito, licenziamenti, arresti
e processi politici terminati con pene molto severe, solo in alcuni casi revocate negli anni seguenti
durante il periodo del ;disgelo
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tuttavia fino al crollo del regime la pratica criminale dell$uccisione dei ;fuggitivi
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caratterizzata da un continuo flusso migratorio verso l$occidente" )er la societ' tedesco-orientale,
soggetta in &uei primi anni a condizioni economiche critiche, espropri e collettivizzazione forzata,
discriminazioni, persecuzioni ed epurazioni politiche, la /ermania occidentale offr> una valida
alternativa, finch+ il confine aperto con l$ovest nel cuore di Berlino pot+ svolgere la funzione di
preziosa valvola di sfogo" La popolazione era incoraggiata a scegliere di a!!andonare il proprio
paese dall$opportunit' di sta!ilirsi nell$altra met' della /ermania, dove i profughi erano accolti
calorosamente e ritrovavano la propria lingua e le proprie tradizioni" Il regime in un primo momento
fu incapace di fermare il flusso verso ovest che, privando la DDR di giovani e adulti in et'
lavorativa, ne impoveriva sensi!ilmente l$economia" )er &uesto il partito criminalizz, come delitto
contro lo stato, ci che defin> ;fuga dalla Repu!!lica
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5mnestG International, che fin dall$inizio della sua attivit' si impegn per il rispetto dei diritti umani
in DDR, si adoper per proteggere coloro che erano stati condannati per aver tentato di espatriare
o di aiutare altre persone a fuggire" In un paese totalitario come la DDR non c$erano molte
possi!ilit' di azione per un$organizzazione internazionale dichiarata illegale dal regime" (uttavia
5mnestG International, oltre a fornire un appoggio morale ai prigionieri e ai famigliari, con le sue
campagne di denuncia costrinse il regime, !isognoso delle materie prime dei paesi occidentali, a
limitare le azioni repressive, che potevano mettere a rischio gli accordi commerciali" 0urono
soprattutto gli scam!i offerti dal governo 0ederale a permettere il rilascio di numerosi prigionieri
politici, i &uali venivano spesso trasferiti nella /ermania dell$ovest in seguito al pagamento di
riscatti in preziosa valuta occidentale o allo scam!io con spie orientali catturate all$ovest"
=on la soppressione del diritto d$espatrio, che doveva salvare la DDR dal dissanguamento
economico, il partito comp> un duplice errore: in primo luogo perse ulteriormente consensi
all$interno e peggior l$immagine della DDR all$esteroC in secondo luogo, e le conseguenzedivennero sempre pi% evidenti col passare degli anni, rinunci a &uel prezioso processo di
autoepurazione che si era verificato finch+ il confine era rimasto aperto e i veri antagonisti del
sistema socialista avevano lasciato spontaneamente la DDR" =on la chiusura del confine
dovettero rimanere in /ermania orientale anche &uelle persone che avre!!ero preferito andarsene
silenziosamente" Il partito poteva decidere di incarcerare coloro che non sottostavano alle regole
del terrore, ma persone conosciute anche all$estero, che godevano di una certa influenza
sull$opinione pu!!lica, non potevano pi% essere grossolanamente condannate come era avvenuto
durante gli anni cin&uanta, mentre d$altra parte, la loro presenza nel paese rischiava di crearefocolai di critica o di protesta" Il partito trov rimedio in una misura che non era nuova alla
tradizione tedesca: laAusbrgerung, ovvero l$espulsione e la privazione della cittadinanza a coloro
che non erano ritenuti degni di essere cittadini della DDR" 1el 67E? =hrista Reinig fu la prima
scrittrice a essere espulsa" La misura fu portata a termine senza attirare l$attenzione dell$opinione
pu!!lica, in maniera !en diversa da come i dirigenti di partito operarono nel novem!re 678E nei
confronti del pi% conosciuto cantautore Wolf Biermann, &uando laAusbrgerungdivenne, in modo
uguale e opposto al divieto di espatrio, sim!olo della disumanit' del regime tedesco-orientale" 5lle
proteste contro la decisione nei confronti di Biermann il partito rispose con un$ondata di espatri
forzati soprattutto all$interno della classe intellettuale" =i non significa che il partito si fosse
ricreduto sul diritto all$espatrio: rimanevano invariate le disposizioni contro coloro che richiedevano
di lasciare il paese, i &uali divennero particolarmente numerosi a partire dalla seconda met' degli
anni ottanta"
5ll$inizio del 67H7 3onecer, incurante del processo di democratizzazione introdotto da /or!aciov
e della conseguente distensione internazionale, dichiar che il muro avre!!e diviso Berlino per altri
cin&uanta o cento anni" Il regime della DDR, immo!ilizzato su posizioni radicalmente
antidemocratiche, fu colto di sorpresa dalla decisione del governo ungherese di aprire il confine
con l$5ustria nel maggio 67H7" In seguito a &uesto ;tradimento< da parte dell$ngheria, il regime
tedesco-orientale non pot+ pi% godere del dominio totale sui suoi cittadini, i &uali raggiungevano la
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/ermania 0ederale attraverso la frontiera ungherese" L$im!arazzo provocato dalle migliaia di
profughi della DDR pronti a varcare il confine, ammassati nelle am!asciate tedesco-occidentali in
)olonia, =ecoslovacchia e ngheria, costrinse il regime di Berlino est a concedere ai rifugiati il
permesso di espatrio in /ermania occidentaleC nella speranza di poter riac&uistare una certa
dignit', decise di organizzare per i profughi un treno che raggiungesse la Repu!!lica 0ederale
attraversando il territorio della DDR"
Il risoluto slogan ;1oi rimaniamo &ui
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contrapponevano alla sanguinaria politica dei missili degli .tati niti una fraterna alleanza con
l$nione .ovietica, un$impro!a!ile generosa solidariet' con i paesi del terzo mondo o l$idilliaca
immagine dell$esercito tedesco-orientale, pronto a difendere il proprio paese")er creare una simile macchina di propaganda il partito arruol al suo servizio moltissimi
professionisti: giornalisti, pittori, poeti, filosofi, storici, musicisti, cineasti, teatranti: tutti coloro checon le loro competenze potevano in &ualche modo contri!uire all$am!izioso progetto di educare lapopolazione al socialismo e di creare &uello che veniva definito, secondo la formula sovietica,l$
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lontane dai centri a!itati o dedicandosi alla caccia nelle isole del Mar Baltico a loro riservate" La
vita reale si svolgeva il pi% lontano possi!ile dall$invadente presenza del mondo della politica e
della polizia" La famiglia, la stretta cerchia degli amici pi% fidati, e la =hiesa erano le ;nicchie< pi%
sicure" Le istituzioni religiose non rimasero immuni alla politica repressiva della .#D, le comunit'
dei (estimoni di /eova e degli e!rei furono perseguitate e discriminate soprattutto durante gli anni
cin&uanta" Il partito non pot* riservare lo stesso trattamento anche per la =hiesa evangelica, la
&uale aveva un discreto ascendente su larghe fasce della popolazione e manteneva forti legami
con le istituzioni religiose occidentali" )er &uesto la politica di integrazione della ;chiesa nel
socialismo< mirava non tanto a reprimere i gruppi dei cristiani, ma piuttosto a sottoporli a un
processo di assimilazione che li assoggettasse al controllo del partito" (uttavia la =hiesa riusc> a
mantenere una relativa autonomia, godendo del privilegio di mezzi propri e di una certa li!ert' di
riunione e pu!!licazione" )roprio negli spazi semiprotetti della =hiesa evangelica poterono cos>
formarsi lentamente gruppi di opposizione attiva".i tratt in realt' di un$opposizione tardiva e moderata, se si confronta a &uella nata in altre
Repu!!liche socialiste dell$#uropa orientale" In DDR, la mancanza di una vera alleanza tra la
classe intellettuale e il resto della popolazione, imped> a lungo la nascita di movimenti di
opposizione" Mentre il 67@E in ngheria, il 67EH in =ecoslovacchia e .olidarnosc in )olonia furono
sempre caratterizzati dalla colla!orazione tra la popolazione e la classe intellettuale, in DDR
durante l$unica vera azione rivoltosa, nel 67@A, di fronte alla violenta contrapposizione tra la classe
lavoratrice e il regime, gli intellettuali rimasero impotenti o indifferenti" Memori della recente
esperienza sotto il nazismo si dimostrarono a lungo riluttanti a allearsi con &uel popolo che avevaacclamato 3itler, per voltare cos> le spalle ai dirigenti politici che avevano invece coraggiosamente
lottato contro la dittatura nazista"
La rivolta del 67@A fu l$unica tensione sociale ad arrivare ad una certa maturazioneC essa, a
differenza dei movimenti in ngheria, =ecoslovacchia e )olonia non fu espressione di un
movimento riformatore, ma fu una protesta contro le istituzioni" La sua radicalit' fu la causa
principale della sua precoce frustrazione" Il trauma del 68 giugno fece s> che il regime dopo
&uell$esperienza vigilasse per prevenire e reprimere prematuramente ogni possi!ile conflitto
socialeC in &uesto senso si pu individuare nella storia sociale della DDR una ;continuit' di crisi
improduttive< 41I#(35MM#R: 677?, pp"669-66A" /li intellettuali si emanciparono dalla loro
alleanza con il regime solo &uando la maggior parte della popolazione aveva smesso di sperare
nella possi!ilit' di introdurre riforme democratiche nel paese, per &uesto, almeno fino agli eventi
straordinari che nell$estate del 67H7 risvegliarono le speranze di trasformare la dittatura in un
paese dal volto umano, in DDR non si svilupparono movimenti come =arta 88 o .olidarnosc" # gli
intellettuali che nelle manifestazioni dell$autunno auspicavano una riforma del socialismo che
mantenesse l$autonomia della /ermania orientale, furono a!!andonati dai cittadini che
accorrevano festanti aldil' del confine"
1on fu solamente la distanza tra la classe intellettuale e la popolazione a ritardare la formazione di
gruppi d$opposizione: la societ' tedesco-orientale era di gran lunga pi% sorvegliata e controllata
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delle altre societ' socialiste e il clima di diffidenza che vi dominava rendeva ancora pi% difficoltosa
l$organizzazione di iniziative di aggregazione e di protesta" Inoltre i comunisti tedeschi, accusati
persino da .talin di aver ereditato metodi grossolani dai loro antenati teutoni 4.(5RI(N: 677E,
p"98 non introdussero mai fasi di democratizzazione e si rifiutarono anche di aprire la strada alla
perestroa di /or!aciov"
Limiti e crollo del sistema totalitario
In /ermania il socialismo reale diede vita a un sistema totalitario pi% monolitico, rispetto a &uanto
avvenne negli altri paesi dell$#st europeo tanto che, secondo 0ranois 0etP il comunismo
militarizzato trov terreno fertile pi% nel temperamento tedesco che non in &ualsiasi altro popolo
sovietizzato 40#K(Q: 677H, p" 6EF" 0orse pi% che il temperamento tedesco e!!e un ruolo non
indifferente il fatto che la dittatura socialista si instaur in un paese, dove nei dodici anni precedentiaveva dominato la dittatura nazista: le generazioni che diventarono adulte in DDR non avevano
mai vissuto in una democrazia" Il continuo confronto con la met' del paese appartenente al pi%
prospero sistema occidentale rese pi% radicale la dittatura" Inoltre, il regime della .#D riusc> a
godere di una maggiore sta!ilit' politica, favorita dalle considerevoli con&uiste economiche: il
sistema produttivo tedesco-orientale riusc> a raggiungere notevoli risultati e la Repu!!lica
Democratica (edesca divent il decimo paese pi% industrializzato e perlopi% evit le crisi
economiche che gravavano sugli altri paesi socialisti" Il sistema economico che nell$immediato
produsse i successi che favorirono la sta!ilit' del regime, in realt' nascondeva pro!lemi di fondo
che a lungo termine si rivelarono fatali per il regime" Le produzioni industriali avevano permesso
alla DDR di con&uistare una posizione di prestigio nel mercato internazionale, tuttavia nemmeno
l$economia tedesco-orientale s$avvicinava ai livelli occidentali, soprattutto per &uanto riguardava i
!eni di consumo" Il fatto che l$alta produttivit' andasse a scapito della disponi!ilit' dei !eni di
consumo e della &ualit' della maggior parte dei prodotti, rispondeva, proprio come le vittorie nello
sport perseguite somministrando agli atleti pericolose dosi di ormoni, all$esasperata smania di
prestigio della classe dirigente, oppressa dal continuo confronto con l$altra /ermania" I tentativi di
riformare l$economia rendendola pi% conforme alle esigenze reali della societ', fallirono e furono
a!!andonati nella seconda met' degli anni sessanta, &uando con l$I )lenum del =omitato
=entrale il )olit!ro ammise che non sare!!e stato possi!ile portare a termine una riforma del
sistema economico, senza democratizzare le strutture produttive e organizzative" na
democratizzazione avre!!e per messo a rischio l$egemonia del partito" La rinuncia alla riforma del
sistema signific l$inizio della discesa economica tedesco-orientale" 0ino a &uel momento il divario
con l$occidente era rimasto contenuto e poteva essere giustificato con le pesanti riparazioni di
guerra, pagate dai tedeschi dell$#st all$nione .ovietica" Dalla fine degli anni sessanta l$economia
divent per la DDR un pro!lema serio: fu proprio il disastroso !ilancio economico della fine del
67E7 a costare a l!richt la perdita del potere" Il deficit economico non fu sanato nei decenni
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successivi: i cittadini erano costretti a lunghe code ai mercati e dovevano iscriversi a intermina!ili
liste d$attesa per l$ac&uisto delle lavatrici e delle ;tra!i
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concessa per ragioni personali o di ricerca scientifica, anche se dispute legali come &uella vinta
dall$eJ-cancelliere federale 3elmut ohl nel marzo 9FF9, mettono a rischio la consultazione o
costringono a ridefinire continuamente la legislazione in proposito" La documentazione conservata
all$interno degli archivi della .tasi ha un valore insostitui!ile, poich+ negli innumerevoli fascicoli
raccolti dal 67@F sono registrati in modo molto scrupoloso sia l$attivit' e i metodi del sistema di
controllo e repressione della dittatura, che le condizioni in cui erano costretti a vivere i cittadini e le
loro reazioni, testimoniate solo parzialmente dai documenti conservati negli altri archivi"
1onostante i numerosi sforzi dei movimenti civici e degli uffici federali affinch+ rimangano vivi il
ricordo e la consapevolezza dei crimini commessi dalla dittatura della .#D, non mancano tra gli
eJ-cittadini della DDR coloro che, delusi dalla riunificazione e dalle contraddizioni dell$economia di
mercato, mitizzano e rimpiangono il vecchio regime" # se &uesta delusione nella maggior parte dei
casi sfocia in un$innocua passione nostalgica per la musica, l$arte, le uniformi e i sim!oli della
DDR, talvolta diventa giustificazione per auspicare la riedificazione del muro di Berlino"1on stupire!!e se davvero, come si legge talvolta sulla stampa tedesca, la denigrazione e
il rifiuto dell$intero sistema della DDR avessero suscitato nei cittadini dell$#st una perdita di
orientamento" .em!rano legittime le voci di &uei cittadini tedesco-orientali che
ammoniscono contro il rischio che l$intera realt' della DDR venga seppellita sotto la
definizione di dittatura, e che gli aspetti positivi vengano in &uesto modo dimenticati"
=erto *, che il rapidissimo passaggio dalla dittatura socialista al sistema occidentale non
ha significato istantaneamente la perdita di ogni influenza e conseguenza, negativa o
positiva, del regime della .#D su coloro che avevano vissuto in &uel paese" .olo unprocesso lento e graduale render' possi!ile un rapporto pi% sereno, sia ad est che ad
ovest, con il passato ancora troppo recente"
i!liogra"a:
." B5R= S M" L51/#RM511 S ." LO5(I., !edes "uch ein Abenteuer#. $ensur%S&stem
und literarische '((entlich)eiten in der **R bis +nde der sechziger !ahre, Berlin,
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D" B5(3RI=, The ,owers o( s,eech. The ,olitics o( culture in the -*R,677@"
0" 0#K(Q, a (ine delle democrazie ,o,olari. +uro,a orientale do,o la rivoluzione del 01213
Milano, Mondadori, 677H"
2" 352#L, Il ,otere dei senza ,otere, Bologna, =.#O, 6787"
="."M5I#R, Il crollo. a crisi del comunismo e la (ine della -ermania +st, Bologna, Il Mulino, 6777"
L" 1I#(35MM#R, +r(ahrungen und Stru)turen. 4rolegomena zu einer -eschichte der
-esellscha(t der **R, in 3" 5#LBL#, K" O=5, 3" NW53R 4a cura di, Sozialgeschichte der
**R, .tuttgart, lett-=otta, 677?"
D" .(5RI(N, -eschichte der **R, 0ranfurt am Main, 677E"
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