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Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V Storia dell’architettura LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO High Tech maggio 2020 prof. Federica Caldi

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Corso di Progettazione Costruzioni ImpiantiClasse V

Storia dell’architettura

LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO

High Tech

maggio 2020 prof. Federica Caldi

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INQUADRAMENTO

- Dissoluzione del blocco sovietico

- Realizzazione dell’Unione Europea

- Nuovi paesi emergenti: Cina, India, …

- Spostamento attività manifatturiere

- Fenomeni di immigrazione

Tipologie nuove costruzioni (Italia e Europa):

- Residenze private, multipiano nelle zone urbane, villini nelle fasce extraurbane

- Edifici alti per uffici, nei grandi centri

- Centri commerciali, in prossimità dei nodi stradali

- Edifici pubblici rappresentativi, nelle città più ricche

Cambiamenti:

- Tecnologia Rapporto tra

- Immagine architettura e costruzione

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EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEL COSTRUIRE

- PREFABBRICAZIONE: scomparsa (o quasi) nell’edilizia civile, ancora significativa nelle infrastrutture e nell’edilizia industriale

- DOMOTICA: applicazione ancora limitate nel campo dell’edilizia civile- RISPARMIO ENERGETICO: risultati significativi, anche grazie agli

interventi legislativi- SERRAMENTI e RIVESTIMENTI: uso di componenti sempre più

raffinati, diffusione delle facciate ventilate, aspetto delle facciate più vario

- RECUPERO EDILIZIO: riuso delle strutture obsolete (es. loft…)

EVOLUZIONE DELLA PROGETTAZIONE EDILIZIAPiccoli interventi edilizia residenziale: piccoli studi

(architetti, ingegneri, geometri, …)Opere pubbliche: grandi studi di progettazione

Specializzazione delle mansioniProblemi per i giovani professionisti

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DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH

1. L’HIGH-TECH COSTOSO E RAFFINATO

- La tecnologia non viene tanto esibita, quanto rappresentata da materiali costosi, in forme impreviste con dettagli ricchi e curati

- Predominano trasparenza e regolarità degli spazi

OPERE

Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

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Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

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Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

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Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

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Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

L'idea è maturata all'inizio degli anni '90, dopo l'assassinio di Jean-Marie Tjibaou, leaderdel movimento per l'autonomia del Paese, colonia della Francia dal 1864. Proprio inseguito a questo tragico evento, Mitterand ha voluto che si costruisse un centro perproteggere la cultura indigena, quasi annientata all'inizio del secolo dai coloni. Il concorsointernazionale ad inviti, vinto da Renzo Piano, ha portato così alla realizzazione di unasorta di villaggio, sede di mostre, convegni e attività creative.I gusci ricurvi, in tutto 10, realizzati in listelli di legno, sono disposti attorno ad un atriocoperto, proprio come in un villaggio tradizionale. Il luogo, scelto insieme ai Kanaki (cheletteralmente significa "uomini") è una penisola che si spinge nell'oceano, ricca divegetazione e in grado di garantire un diretto contatto con la natura.Il complesso è completamente in iroko, il legno importato dal Ghana, molto resistenteall'umidità e agli insetti. I gusci hanno tutti altezze differenti, fino a raggiungere i 28 metridel più alto. La loro organizzazione rispecchia quella dei tradizionali villaggi, fatti di caseriunite a più gruppi. Anche queste particolarissime capanne si articolano infatti in unasequenza, precisamente in 3 agglomerati. Il primo, che fa anche da ingresso, ospita unamostra permanente sulla civiltà Kanak, oltre ad un auditorium e ai servizi di ristorazione.Una biblioteca, una sala conferenza e gli uffici si trovano invece nel secondo gruppo,mentre il terzo è composto dalle sale per le attività creative, dalla musica alla pittura.A collegare le 10 strutture è una passeggiata coperta, che guarda verso l'oceano, mentredalla parte opposta si trova la fitta vegetazione dell'isola. I gusci punteggiano il paesaggiocome le capanne dei Kanaki e come loro si lasciano attraversare dalla brezza,nascondendo inoltre un efficiente sistema di ventilazione passiva.Il rispetto per la tradizione e per la cultura del luogo, la sensibilità verso la natura, lacapacità di dialogare con un popolo così diverso fanno di questo progetto un'operadavvero esemplare di quell'architettura che cerca l'universalità nei valori autentici.

Laura Della Badiafonte: www.floornature.it

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DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH

2. L’HIGH TECH STRUTTURALE

- Perdono di importanza gli impianti, mentre predomina la struttura

- La struttura viene enfatizzata fino a divenire essa stessa architettura

OPERE

Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

Stazione e Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

Quarto Ponte sul Canal Grande a Venezia (2002-2008) - Santiago Calatrava

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Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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La stazione progettata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava e terminatanel 1998, per poter essere usata come parte dell'Expo '98 nel Parque dasNações. Sorge in una zona a 5 km dal centro, oggetto di un interventourbanistico tra i più vasti in Europa (era il 1998), in una zona un tempo occupatada moli e magazzini del porto, e riqualificata per l'Expo '98 e sorge su tre livelli:il primo, sotterraneo, destinato alla metropolitana; il secondo, a livello dellacircolazione stradale, destinato agli autobus; il terzo, sopraelevato, destinatoalla circolazione dei treni. Con questa stazione l'architetto-ingegnere spagnoloporta avanti la sua esperienza, iniziata nella stazione TGV di Lione, di unastruttura solamente di acciaio e vetro; moderna e tecnologica ma che dialogacon la tradizione ricordando, con le forme create dagli archi dei pilastri e dallastruttura di acciaio, le strutture delle cattedrali di pietra. Un'ampia pensilina aest si apre sulla piazza accogliendo i viaggiatori, mentre dal lato opposto dellastruttura dove vi è la stazione degli autobus, si trovano lunghe e sottili pensilinea forma di foglie di palma che partono da una parte centrale occupata da servizie esercizi commerciali. Al centro la tettoia sopraelevata della stazione dei trenicostituita da una complessa struttura a prismi sfaccettati di acciaio e vetro. Ilcomplesso include una stazione della metropolitana di Lisbona sui due primipiani e uno spazio commerciale e una stazione ferroviaria negli altri due piani.La struttura è coperta da un grande tetto di cristallo.

Fonte: www.wikipedia.it

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Il Museo delle scienze Principe Felipe

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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L'Hemisfèric

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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L'Hemisfèric

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Il Palau de les Arts Reina Sofía

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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L'Umbracle

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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L'Ágora

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Il Pont de l'Assut de l'Or

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Gli edifici che costituiscono la Città delle Arti e della Scienza progettato dall’architettoSantiago Calatrava, sono dunque disposti lungo un asse, ciascuno con la sua originaleforma avveniristica.•L’ampia galleria di cristallo del Museo de las Ciencias Prìncipe Felipe, corpo principaledel complesso, con lo scopo di far apprendere i progressi della scienza e tecnologia informa completamente interattiva “vietato non toccare”. Caratterizzata da una facciatatrasparente in cristallo a nord e una facciata opaca a sud, studiata secondo lecaratteristiche ambientali del luogo. La sua struttura in cemento bianco e acciaio evoca ungigantesco scheletro, che ingoia il visitatore e lo sommerge nei bellissimi spettacoli dellesue viscere. Contiene al suo interno diverse terrazze nelle quali si sviluppano leesposizioni. Tutto è supportato da spettacolari archi di cemento armato che costituisconola struttura simile ad un albero ramificato. 42.000 mq di superfice costruita, di cui 26.000espositivi, si sviluppa su tre livelli•Unito ad esso, l’Hemisfèric, esteso su circa 13.000 mq, una struttura che evoca ungigantesco occhio umano, che ospita spettacoli di Cine Imax Dome, un Planetario ed unLaserium, con tecnologie audiovisive d’avanguardia. L’Hemisferìc nasce da una piantaellittica con all’interno un globo che ospita il planetario. Quest’ultimo è costituito da unagigantesca semi-sfera in calcestruzzo, coperta da un involucro trasparente (lungo 110 m elargo 55,5 m), che costituisce la “pupilla”. Questa sala proiezioni può ospitare un totale di310 persone ed è stata concepita perché lo spettatore possa sperimentare le attraentisensazioni offerte dall’ultima tecnologia dell’immagine su uno schermo concavo di 900 mq,e del suono mediante sei canali stereofonici. L’ingegnoso effetto ottico è amplificato da unsottile specchio d’acqua, esteso su una superficie di 24.000 mq, che riflettendo raddoppial’immagine dell’edificio creando illusoriamente un occhio intero. La vasca ha il fondo invetro e costituisce la copertura per la biblioteca, l’auditorium e il ristorante, illuminati conluce zenitale.

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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•Il Palacio de las Artes Reina Sofìa (1996-2006), che evoca un elmo o la struttura di uncranio, dove il teatro è raccolto tra due involucri di calcestruzzo limitatamente uniti traloro e coperto da una lingua che raggiunge i 70 metri di altezza. L’edificio è costituito daquattro sale dotate di sistemi tecnologici per la diffusione musicale e l’insonorizzazione diciascun modulo. L’elemento principale, è l’auditorium collocato nel cuore dell’edificio, conuna capacità di 1.706 persone. Nella zona ovest del complesso, un secondo auditorium,con capienza di 400 persone, è destinato alla musica da camera. La parte est, posta sottouno dei due involucri che compongono l’edificio, ospita invece una sala con capacità pari a1.520 spettatori, dedicata agli spettacoli teatrali. Infine un auditorium con una capacità di400 posti, situato vicino al volume centrale, è destinato alla divulgazione del teatro e delladanza sperimentale e presenta una galleria per le esposizioni di mostre temporanee.Con un palcoscenico di oltre 1.500 m2, è equipaggiato con la tecnologia più avanzata perpoter ospitare qualunque tipo di allestimento scenico, operistico, e musicale grazie allesue piattaforme mobili, agli scenari intercambiabili e al servizio di traduzione simultaneamediante schermo collocato direttamente nella poltrona.•L’Umbracle è un percorso lungo più di 300 m, coperto da una serie di 55 archi, checonsente i migliori scorci del complesso, progettato come un giardino d’inverno condecine di specie floreali, connotato da un forte legame tra arte e natura. Realizzato congranito, pavimento con legno Tek, acciaio e opere d’arte di scultori contemporanei. Alpiano inferiore è collocato un parcheggio, che può ospitare fino a 690 auto e 20 autobus.•Agorà (2005-2009) è l’ultimo edificio realizzato nella cittadella, e svolge la funzione digrande piazza polivalente coperta a pianta ellittica.

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Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

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Inserito nel complesso della Città delle Arti e delle Scienze, il Ponte L’Assutd’Or rappresenta la terza grande opera progettata da Santiago Calatrava per la propriacittà natale. Situato tra il Museo delle Scienze e l’Oceanografico (progettato da FélixCandela), questo ponte a tiranti in acciaio e cemento bianco misura 180 metri in lunghezzae 39 metri in larghezza. È dotato di tre corsie per entrambi i sensi di marcia e di unenorme pilone curvo di 123 metri di altezza a cui è ancorata una serie di ventinove cavidisposti a forma di arpa.

Ing. Maria Anna NicoFonte: https://arclickdesign.com/

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Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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A Reggio Emilia la realizzazione della linea Alta Velocità ha offerto l'occasione perriqualificare una parte strategica del sistema viario e della mobilità nella zona nord.

Qui, la presenza dello stadio, della fiera e di un grande distretto produttivo, richiedevainfatti interventi volti a migliorare lo scorrimento del traffico. E' in questo programma dilavori che si pone la realizzazione di uno spettacolare ponte, progettato dall'architetto eingegnere spagnolo Santiago Calatrava.La struttura, un vero capolavoro in cui si fondono tecnologia costruttiva e un'estetica dielevatissima qualità, ha la funzione di scavalcare la rete viaria dell'autostrada e dellalinea ferroviaria. La luce di 221 metri disegna una sagoma in cui non sono soltanto ledimensioni a parlare, sebbene la larghezza sia di oltre 25 metri e l'altezza ne raggiunga46. Le corsie veicolari sono 4, ciascuna larga 3,5 metri, ma ad esse si aggiungono le 2corsie di emergenza laterali e 2 piste ciclopedonali.Il tutto è avvolto da una struttura interamente in acciaio, ad eccezione delle spalle chesostengono l'arco. Il disegno, essenziale ma dal forte accento, regala all'interacomposizione una forma aerodinamica ed elegante. Oltre al pilone ad arco, sono glistralli a dare personalità alla composizione, ma essi svolgono anche un'importantefunzione strutturale, visto che sostengono l'intero peso del ponte, superiore alle 4milatonnellate.Colore e illuminazione sono stati scelti per mettere in risalto forma, struttura emateriali, esaltando l'equilibrio della composizione studiata da Calatrava. Il bianco,colore unico e incontrastato, è stato associato ad un'irradiazione artificiale che vadall'alto verso il basso. Posizionati nei guard-rail, i corpi illuminanti danno visibilità allacarreggiata, mentre quelli che si trovano nel margine interno del ponte fanno risaltare icavi e il pilone ad arco.

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Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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Il risultato è una figura pura ed elegante di giorno, mentre di notte il ponte appare quasisospeso nel paesaggio della pianura padana. Questo paesaggio, fra l'altro, è stato perCalatrava un oggetto di continuo confronto, soprattutto perché la forma piatta delterreno rende immediatamente visibile ogni intervento architettonico. Di qui la scelta diuna forma così snella che si è previsto anche di circondare con ampie zone verdi. Ilrisultato è comunque in armonia con il paesaggio, a cui regala, anzi, una presenza fortema non invadente.

Laura Della BadiaFonte: www.floornature.it

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Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

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La stazione ferroviaria Mediopadana progettata dall'architetto SantiagoCalatrava è una struttura di copertura in acciaio bianco e vetro posta lungoil tracciato dei binari della linea ferroviaria ad alta velocità. Scopriamoquest'opera architettonica recentemente inaugurata attraverso il punto divista del fotografo Gianluca Giordano.La stazione è lunga 483 metri e ha una larghezza media di 20 m, il suoandamento sinusoidale ad onda è ottenuto con una successione di portali asezione chiusa e geometricamente differenti.Due sono i livelli interni, il pianoterra a diretto contatto con l'ingresso e lastrada è destinato alle funzioni di biglietteria e agli altri servizi di stazione.Attraverso le scale mobili si accede al livello superiore dove sono i binaridel treno e le banchine, qui la dinamicità e il senso di movimento che lastruttura trasmette ai viaggiatori è percepibile attraverso le fotografie diGianluca Giordano, come la luminosità diffusa che pervade tutto lo spazio.

Agnese BifulcoFonte: www.floornature.it

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La costruzione del Ponte della Costituzione sul Canal Grande è stata coltacome l’occasione per lanciare Venezia verso il futuro e la scelta di unarchistar come progettista rispetta pienamente tale logica. Calatravasicuramente era la scelta migliore, sia per la sua esperienza in tema diponti, per le sue forme antropomorfe, ma anche perché grazie al suo nomeè nata una campagna mediatica notevole.L’unicità dell’opera sta soprattutto nelle sue forme e sul sistema strutturaleutilizzato. 74 conci di acciaio, a sezione ad H, compongono 5 archi portanti,uno grande centrale, due laterali e altri due inferiori. Il ponte costituisce unarco ribassato che esercita sulle fondazioni degli sforzi con componente siaverticale che orizzontale. La particolarità dell’opera ha minato la sicurezzache ci fosse corrispondenza biunivoca tra schemi di calcolo e realtà,neanche lo studio agli elementi finiti ha riportato dei risultati moltoattendibili. Per questo è stato necessario studiare la struttura e la suavalidità con sperimentazione diretta tramite prove di carico. Le prove sonostate tre: la prima con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arcocentrale, la seconda con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arcosuperiore destro (deformazione torsionale), la terza con due carichiconcentrati ad un’estremità dell’arco centrale.

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Le prove, eseguite dall’università di Venezia, in particolare dal Prof. Siviero,ebbero subito un risultato positivo e la spinta laterale generata causava unospostamento inferiore al limite prefissato di 20-30mm. La realizzazioneideata da Calatrava prevedeva dapprima la posa in opera delle due partiterminali dell’arco che direttamente poggiano sulla riva, poi un unico conciocentrale, già assemblato in stabilimento, è stato trasportato durante la notteper il canale da una imbarcazione. Arrivata sul posto, l’arcata è stata giratain orizzontale poi sollevata e successivamente collegata alle restanti parti.Le fondazioni utilizzate sono costituite da una serie di diaframmi incalcestruzzo armato di 22 metri di profondità e spessi 1 metro. Sono statidisposti in pianta in modo tale da definire un rettangolo irrigidito, inoltresono collegati in testa da un rigido plinto di spessore variabile.Sostanzialmente la modellazione è avvenuta con modello agli elementifiniti per valutare anche i conseguenti spostamenti laterali. Durante la fasedi esecuzione sono stati installati dei tubi inclinometrici per il monitoraggiocontinuo della struttura.

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Il ponte finito è caratterizzato da due rampe di scale con piccola alzata elunga pedata e una passerella arcata centrale di collegamento. Le scalehanno come rivestimento: centralmente lastre di trachite, sulle due fascelaterali vetro temprato retroilluminato. Le balaustre sono in vetro e icorrimano in ottone.Fin da subito sono stati ben evidenti tutti gli errori progettuali e lemancanze del Ponte della Costituzione. I gradini non permettono il passaggioai disabili, mentre rendono difficoltoso e rumoroso quello dei passanti conle valige, provocando anche la rottura del vetro. Durante i giorni in cuil’umidità è elevata, cosa che accade spesso a Venezia, si forma condensasui gradini vetrati causando il superamento dei limiti di scivolamentoconsentiti con conseguenti infortuni di alcuni passanti. Proprio a causa dellacondensa che le luci nei gradini raramente sono state accese, rendendo ilpassaggio di sera pericoloso.Il passaggio dei disabili è stato permesso grazie all’istallazione di un’ovoviain acciaio e vetro costata ben 1,8 milioni di euro. Il mezzo non è stato quasimai in funzione a causa del surriscaldamento interno durante i mesi estivi, eagli elevati costi di funzionamento. Si è per anni detto di voler smontarel’ovovia, ma non è stato fatto poiché in sindaco temeva l’accusa di dannoerariale. Ad aprile La corte dei Conti ha archiviato il procedimento dipresunto danno erariale permettendo lo smontaggio.

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Ad ottobre del 2018 è stata approvata anche la sostituzione di tutti irivestimenti vetrati dei gradini con lastre di trachite. E’ stato potenziato l’usodi vaporetti per permettere il passaggio dei disabili del canale da piazzaleRoma e in questi giorni di sta discutendo su come abbattere questa enormebarriera architettonica. In sostanza il costo finale di realizzazione del Pontedella Costituzione va aumentato dei costi dell’ovovia, della sostituzione deirivestimenti e delle continue opere di manutenzione e di monitoraggio dellastruttura. Molti studi attendibili prevedono che tra qualche anno sarànecessario intervenire sugli spostamenti laterali causati dalla spinta lateraledella struttura.

Marcello RaianoFonte: https://buildingcue.it/

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