La Cooperazione Italiana in Senegal Newsletter · cooperazione decentrata ed al lavoro delle OnG ed...

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La Cooperazione Italiana in Senegal Newsletter Gambia Guinea Guinea Bissau Mali Mauritania Niger n. 5 — Novembre 2012 Burkina Faso Capo Verde

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La Cooperazione Italiana in Senegal

Newsletter

Gambia Guinea

Guinea Bissau Mali Mauritania Niger

n. 5 — Novembre 2012

Burkina Faso Capo Verde

La Cooperazione Italiana in Senegal

Newsletter Cari lettori,

è con grande piacere che vi porgo i

miei più cari saluti, in qualità di

nuova Direttrice dell’Ufficio di

Cooperazione dell’Ambasciata d’Italia

a Dakar.

Sono lieta di presentarvi una nuova

veste rinnovata della Newsletter

dell’Ufficio di Cooperazione, che ha la finalità di illustrarvi

le azioni che la Cooperazione Italiana conduce in Senegal e

negli altri Paesi di competenza, Burkina Faso, Capo Verde,

Gambia, Guinea, Guinea Bissau, Mali, Mauritania e

Niger. Ma non solo.

La Cooperazione Italiana lavora in sinergia con tutti gli

attori coinvolti nelle azioni di cooperazione allo sviluppo,

quali OnG e società civile, enti locali, Organizzazioni

Internazionali, Unione Europea, istituzioni, fondazioni,

istituti di ricerca, università, associazioni di base, ecc. nel

perseguimento degli obiettivi prefissati a livello nazionale ed

internazionale, primo fra tutti quello di sradicamento della

povertà.

La Newsletter vuole rappresentare una ulteriore modalità

per testimoniare il lavoro che tutti assieme stiamo

realizzando, dando spazio anche ai diversi attori del

sistema Paese impegnati nelle attività di cooperazione allo

sviluppo. In questo numero “pilota” vi illustriamo quali

passi sono stati fatti negli ultimi mesi nei Paesi di

competenza del nostro Ufficio.

In apertura, un breve articolo è stato dedicato alle

conclusioni emerse dal recente Forum sulla Cooperazione

allo Sviluppo organizzato a Milano l’1 e 2 ottobre u.s. che

ha visto una massiccia partecipazione di addetti ai lavori e

non solo, e che ha delineato una nuova visione su come fare

cooperazione per il nostro Paese.

Nella stessa sezione, abbiamo dato spazio alla descrizione

dell’attuazione dei progetti in cui la Cooperazione Italiana

è impegnata in Senegal ed in Mauritania.

Abbiamo riservato, poi, alla rubrica “società e cultura”, un

articolo sulla festa di Tabaski in Senegal.

A seguire, troverete le due sezioni riservate l’una alla

cooperazione decentrata ed al lavoro delle OnG ed Onlus in

Senegal e l’altra alle notizie che arrivano dall’Unione

Europea e dalle Organizzazioni Internazionali, a conferma

dell’impegno italiano nel rafforzare la presenza dell’Italia

in ambito comunitario e multilaterale.

UNITÀ TECNICA LOCALE Ufficio di Cooperazione 69, rue Kléber — Dakar Tel +221 33 822 87 11 Fax +221 33 822 84 24 www.dakar.cooperazione.esteri.it Direttrice Mariarosa Stevan Sezione commerciale Patrick Mura Supervisione della pubblicazione, raccolta dati e testi, impaginazione Virginia Tiziana Bruzzone Progetto grafico DGCS Sala Grafica (Ufficio IX) Immagini Archivio UTL ONG OOII Per iscriversi alla Newsletter : [email protected]

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La Cooperazione Italiana in Senegal

Newsletter La sezione “Consumare locale” vuole fornire un piccolo

contributo per guidare gli acquisti di prodotti locali, con

l’obiettivo di sostenere i nostri partner senegalesi nella

commercializzazione dei loro prodotti: vi invitiamo

pertanto ad aiutarci a diffondere tale cultura segnalando

produttori e occasioni di vendita che potranno essere

riportati anche nella nostra Newsletter.

Una delle principali novità è rappresentata dallo spazio che

abbiamo riservato ad una sezione curata dall’Ufficio

Commerciale della nostra Ambasciata a Dakar in cui sono

riportate le notizie economiche dai nostri Paesi di

competenza.

In chiusura, sono consultabili le opportunità di studio e

lavoro.

Vi ricordo infine che l’Ambasciata d’Italia e l’Ufficio di

Cooperazione saranno protagonisti di due importanti eventi

che si realizzeranno entro l’anno a Dakar: la XII edizione

della Settimana della Lingua e Cultura italiana, dal 26

novembre al 1° dicembre, e la II edizione delle Giornate

della Cooperazione italo-senegalese il 3 e 4 dicembre.

Le manifestazioni si svolgeranno in alcuni siti di interesse

culturale a Dakar tra cui la “Maison de la Culture Douta

Seck”, nel Quartiere Medina , e saranno caratterizzate da

dibattiti e tavole rotonde, incontri culturali, esposizioni

artistiche, rappresentazioni teatrali, cinema e concerti. Sarà

l’occasione per mettere a confronto due culture nell’ottica di

promuovere e rafforzare il rapporto di collaborazione e di

profonda amicizia tra l’Italia ed il Senegal: siete tutti

invitati a partecipare e confidiamo sul vostro contributo per

la buona riuscita di entrambi gli eventi. Maggiori

informazioni con il programma dettagliato delle giornate

saranno pubblicati sul sito dell’Ambasciata d’Italia

(www.ambdakar.esteri.it/Ambasciata_Dakar) e su quello

d e l l ’ U f f i c i o d i C o o p e r a z i o n e

(www.cooperazione.dakar.esteri.it), che vi invitiamo a

consultare periodicamente per seguire più da vicino le nostre

attività.

Attendiamo l’apporto di voi tutti per far diventare questa

Newsletter un momento di scambio di informazioni, un

laboratorio di idee, in cui poter far convergere il contributo e

la voce di chi come noi è impegnato nel fare crescere una

diversa cultura di fare cooperazione per uno sviluppo

sostenibile e locale.

Vi auguro una buona lettura,

Mariarosa Stevan

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SOMMARIO

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NOTIZIE UE E OOII Mauritania, Guinea Bando UE

DECENTRATA E ONG Sinergie italiane

FOCUS SOCIETÀ E CULTURA La festa di Tabaski

IN PRIMO PIANO Il Forum della Cooperazione internazionale I nostri Progetti

PAESI Mauritania. I CAC del progetto PLIACEM

CONSUMARE LOCALE Intervista a ENDA PRONAT

pag. 4

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n. 5 — Novembre 2012 La Cooperazione Italiana in Senegal

Newsletter

SEZIONE COMMERCIALE Notizie economiche dai nostri Paesi

pag. 21

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OPPORTUNITÀ DI STUDIO E LAVORO Studiare l’italiano in Senegal

pag. 25

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4 La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5

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Il 1° e il 2 ottobre 2012, si è tenuto a Milano il Forum della Cooperazione internazionale organizzato dal Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, in collaborazione con la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Il Forum ha voluto rilanciare il ruolo della cooperazione allo sviluppo a livello nazionale ed internazionale, attraverso un confronto tra le massime cariche dello Stato italiano, le autorità politiche europee e dei Paesi del Sud del mondo, gli esperti, coinvolgendo anche tutti i cittadini interessati, invitati a presentare le loro idee e prospettive nel settore. Il ruolo chiave della cooperazione internazionale allo sviluppo è stato ribadito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel suo video - messaggio ha ricordato come la cooperazione rappresenti “politica estera nel senso più nobile e più elevato della parola, come indice di presenza e immagine dell’Italia nel mondo e cartina di tornasole della nostra capacità di giocarvi un ruolo adeguato. ” L’importanza della cooperazione è stata ribadita dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha sottolineato che “Fare cooperazione è oggi un imperativo etico di solidarietà, ma è anche – e soprattutto – un investimento strategico in termini di sicurezza nazionale ed internazionale, di gestione dei flussi migratori, di protezione dell’ambiente, di sicurezza energetica, di promozione di opportunità economico-commerciali per le imprese italiane”. Monti ha inoltre messo l’accento sul fatto che "la centralità della cooperazione allo sviluppo dovrà, non appena le condizioni di bilancio lo renderanno possibile, essere rafforzata anche sul piano delle risorse". L’evento del Forum ha rilanciato il ruolo della cooperazione allo sviluppo, evidenziando il forte interesse ed il coinvolgimento di autorità e cittadini verso tale tema. Come dichiarato Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, “abbiamo dinanzi a noi grandi opportunità e sfide estremamente complesse. L’Italia dovrà riposizionarsi con autorevolezza, quando saranno definite priorità e obiettivi politici dell’azione dopo il 2015, quando verranno cioè a scadenza gli otto Obiettivi del Millennio, e quando saremo chiamati ad integrare i nuovi

obiettivi di sviluppo del Millennio con gli Obiettivi dello Sviluppo sostenibile. “ E’ stato poi messo in evidenza il ruolo centrale dell’Unione Europea, che il Presidente delle Repubblica ha ricordato essere primo donatore a livello mondiale, specificando che oltre la metà dell’aiuto pubblico allo sviluppo erogato a sostegno dei Paesi in via di sviluppo proviene dall’Europa nel suo complesso (UE e Stati Membri). Il ruolo fondamentale dell’Unione Europea è stato inoltre ribadito dal Ministro Giulio Terzi di Sant’Agata, che ha dichiarato che il quadro di riferimento - anche per la nostra politica di cooperazione - non può che essere l’Europa e che la nostra capacità di incidere sulle scelte di policy dell’UE, e di orientarle in linea con le priorità italiane, deve rimanere al centro della nostra azione. Al termine del Forum, il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, ha presentato il documento conclusivo dei lavori che rilancia il ruolo della cooperazione internazionale allo sviluppo e ne individua le prospettive, dando enfasi al grande interesse mostrato sul tema anche dai cittadini italiani. Il documento ribadisce che “oggi la cooperazione allo sviluppo è di nuovo al centro dell’agenda politica del Governo”. L’azione sarà concentrata in un numero ristretto di Paesi, il Mediterraneo e l’Africa sono indicati quali aree prioritarie. Si auspica fortemente la trasparenza dell’azione della cooperazione e delle spese realizzate e si evidenzia l’importanza del metodo partecipativo, che coinvolga tutti gli attori portatori di interessi. Si ribadisce, infine, che la specificità italiana “va inquadrata nella prospettiva europea e nei grandi valori della solidarietà, tolleranza, ricerca del bene comune su cui essa si fonda.”

Il FORUM DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Milano, 1-2 ottobre 2012

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5 La Cooperazione Italiana in Senegal n. 5

PAPSEN. UN PROGRAMMA AGRICOLO A SOSTEGNO DELLO SVILUPPO LOCALE L’Accordo tecnico-finanziario relativo al “Programma a sostegno del Programma Nazionale di Investimenti in Agricoltura (PNIA) – PAPSEN” è stato firmato il 4 giugno scorso dall’Ambasciatore d’Italia e dal Ministro dell'Economia e delle Finanze senegalese. L'Italia sostiene tale Programma di durata triennale con un finanziamento a credito di aiuto agevolato del valore complessivo di 30 milioni di euro e con un importo di 2,55 milioni di euro a dono. Il PAPSEN rappresenta la risposta concreta della Cooperazione Italiana alla richiesta del Governo senegalese di un supporto nel raggiungimento dei propri obiettivi in termini di miglioramento delle performances agricole, attraverso una migliore gestione dell’acqua, l’utilizzo più razionale degli input produttivi e il sostegno alla commercializzazione. L’intervento, il cui obiettivo specifico consiste nell’incremento dei redditi agricoli attraverso il rafforzamento e la diversificazione delle attività produttive agricole, si articolerà secondo due componenti geografiche: la prima a favore delle regioni centrali del Paese (Thies, Diourbel e Fatick) – per uno stanziamento del valore di 10 milioni di euro – in cui si prevede la sistemazione di piccoli perimetri irrigui per complessivi 400 ettari, per produzioni orticole e frutticole, con nuovi impianti di irrigazione secondo il modello israeliano TIPA (microirrigazione) ed attività di ricerca scientifica ed assistenza tecnica ad opera del CNR (Consiglio Nazionale delle

Ricerche), in collaborazione con gli istituti di ricerca agricola senegalesi ed il MASHAV, l'agenzia israeliana di cooperazione allo sviluppo. La seconda componente si attuerà nelle Regioni di Sedhiou e Kolda, nella Media Casamance, una delle regioni più povere del Senegal, colpita da una crisi economica e politica perdurante, in cui la Cooperazione Italiana ha realizzato fin dagli anni ’80 diverse iniziative in materia di agricoltura e sicurezza alimentare. Per tale area meridionale, il Programma prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro a sostegno della risicoltura pluviale, grazie alla sistemazione e bonifica di circa 4.000 ettari di zone vallive, delle filiere ortofrutticole e per il miglioramento della rete di piste rurali indispensabili allo sviluppo della commercializazzione. I processi di promozione dello sviluppo economico locale saranno sostenuti attraverso il rafforzamento delle collettività di base (gli agricoltori stessi, le loro famiglie, le organizzazioni contadine di produttori e le comunità rurali) e la realizzazione di micro-progetti per la messa in atto di infrastrutture socio-comunitarie, per la conservazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Inoltre sarà attuato un importante programma di rafforzamento delle competenze tecniche e gestionali delle popolazioni rurali e degli enti locali beneficiari attraverso azioni di formazione diretta agli agricoltori/agricoltrici ed assistenza tecnica. In Senegal, come nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub-sahariana, le donne svolgono un ruolo fondamentale nella produzione e nella trasformazione dei prodotti agricoli. Tuttavia la loro partecipazione, come forza economica e sociale determinante, incontra costantemente ostacoli enormi, specie in contesti di forte vulnerabilità e povertà. Il PAPSEN favorirà pertanto la partecipazione femminile tramite il rafforzamento delle associazioni di donne a livello locale ed attraverso attività di empowerment economico e di promozione all'uguale accesso di uomini e donne contadini alle risorse di base e alle opportunità di sviluppo rurale.

I NOSTRI PROGETTI IN SENEGAL A cura di Roberto Gotti, Roberta Battista, Giuliana Serra, Claudia Guidarini, Aldo Cera

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SVILUPPO LOCALE. PROSSIMO LANCIO DEL CIDEL In questo mese è previsto il lancio del Progetto “Conoscenza Innovativa e Sviluppo Locale” (CIDEL), finanziato dalla Cooperazione Italiana in Senegal e realizzato in parternariato con il Ministère de l’Aménagement du Territoire et des Collectivités locales. L’iniziativa mira a rafforzare una visione strategica dello sviluppo economico locale da parte degli attori regionali senegalesi chiamati a pianificare le azioni sul territorio, attraverso un programma di formazione specializzato e attraverso un migliore coordinamento con le attività della cooperazione decentrata italiana. Si stima infatti che circa 12 milioni di euro sono stati investiti dagli enti locali italiani in Senegal tra il 2000 e il 2012 a beneficio degli enti locali e organizzazioni della società civile, spesso attraverso l’assistenza tecnica delle ONG italiane. Queste ricchissime attività di cooperazione sono spesso legate alla spontaneità delle relazioni tra gli enti locali e talvolta in passato le priorità strategiche del Paese sono risultate meno rilevanti rispetto al raggiungimento degli obiettivi dei progetti. Il CIDEL ha come obiettivo di favorire il coordinamento degli interventi della cooperazione decentrata in Senegal sia attraverso il ruolo propulsivo dell’UTL, sia attraverso una maggiore sensibilizzazione dei partner senegalesi, facendo di quest’ultima uno stumento per veicolare una visione integrata dello sviluppo economico locale e del concetto di co-sviluppo. Il trasferimento di know how tra l’Università, la Comunità scientifica internazionale, la Cooperazione decentrata italiana e gli attori dello sviluppo regionale in Senegal, rappresenta un valore aggiunto del programma che permetterà alle istituzioni di riferimento di migliorare le capacità di analisi e pianificazione dello sviluppo locale e alle istituzioni scientifiche di testare il loro studi sulla pratica della pianificazione regionale. Le Regioni di intervento del CIDEL, identificate lo scorso anno con la controparte

nazionale, si situano nell’asse centro-sud Kaolack e Sedhiou. La concentrazione dell’iniziativa nelle zone di maggiore presenza del sistema italiano di cooperazione permetterà di creare un background metodologico necessario al coordinamento e alla creazione di sinergie con gli altri programmi della Cooperazione Italiana.

A livello regionale, le sessioni di formazione, organizzate secondo una metodologia partecipativa, saranno volte all’applicazione pratica delle conoscenze acquisite da parte degli operatori locali per risolvere concreti obiettivi lavorativi. Nella selezione dei partecipanti alle formazioni, un’attenzione particolare sarà rivolta a garantire l’effettivo coinvolgimento delle donne in seno alle istituzioni selezionate e in armonia con i piani regionali di formazione proposti dalle Agenzie regionali di Sviluppo. L’elaborazione di Piani regionali di Sviluppo integrato sarà effettuata in coordinamento con altri programmi presenti sul territorio e che intervengono in tale ambito finanziati dalla DGCS e da altri donatori internazionali, attraverso un metodo che permetta di svilupppare l’analisi e l’elaborazione di una visione di lungo periodo dei poli regionali di sviluppo.

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PIDES. LA PROTEZIONE SOCIALE E IL PROTAGONISMO DELLE DONNE IN SENEGAL Il 21 settembre 2012 a Kaolack, si è tenuta la cerimonia di lancio del Programma Integrato di Sviluppo Economico e Locale (PIDES). L’evento, presieduto dalla Ministra incaricata delle politiche di genere del Senegal e dall’Ambasciatore d’Italia, si è svolto presso la locale Camera di Commercio e vi hanno preso parte tutte le Autorita' amministrative: Governatore della Regione, Sindaco della citta', Presidente del Consiglio regionale, in presenza di rappresentanti di varie associazioni, soprattutto di donne, di un folto pubblico, della stampa e delle televisioni nazionali. Il PIDES, della dutata di 3 anni, mira a promuovere lo sviluppo socio-economico delle Regioni di Dakar e di Kaolack secondo una prospettiva di empowerment e parità di genere attraverso il sostegno ad un partenariato strategico tra il Ministero incaricato delle politiche di genere del Senegal, le proprie strutture decentralizzate e gli Enti Locali. L’obiettivo è quello di promuovere un modello inclusivo di protezione sociale che prevede il coinvolgimento di tutti gli attori implicati nel processo di lotta contro l'emarginazione e l'esclusione sociale verso nuovi percorsi per l’identificazione di soluzioni innovative alla crisi dell'occupazione giovanile, alla marginalizzazione socio-economica delle donne e alla crisi di fiducia nei confronti degli attori della governance locale; un sistema di protezione sociale inclusivo dunque che valorizzi le capacita' individuali e territoriali, attraverso il finanziamento di attivita' socio-economiche a favore delle donne e dei giovani ed il sostegno alla pianificazione locale, favorendo coesione sociale e stabilita'. L’iniziativa assume particolare importanza in un contesto di crisi strutturale internazionale in cui il rischio di aumento considerevole della poverta' e di meccanismi di esclusione sociale puo' avere effetti drammatici sul benessere della popolazione e sulla tutela dei diritti in particolare delle donne. L'approccio innovativo del PIDES è quello di estendere la nozione di protezione sociale in modo da coprire aree come l'equità, empowerment economico, sociale e culturale, piuttosto che limitarla al campo di applicazione mirato ai trasferimenti monetari. Si tratta pertanto di un approccio più globale di sviluppo umano, che si basa sul

miglioramento dell’accesso ai servizi sociali di base e al sostegno alla crescita inclusiva caratterizzata dalla capacità dei cittadini, in particolare delle donne, di partecipare alla creazione di ricchezza e di posti di lavoro. Una visione che favorisca l’autonomizzazione della popolazione e in particolare quella femminile e dei giovani, promuovendo una loro più ampia partecipazione nell’elaborazione e attuazione delle politiche e dei piani di sviluppo a livello locale, corrisponde alla volontà manifestata dal Governo senegalese nelle proprie politiche nazionali. Infatti, sia la Strategia nazionale sull’Uguaglianza di Genere che l’Iniziativa nazionale sulla Protezione sociale, da un lato vogliono rendere il circuito istituzionale più performante in un contesto di decentramento e dall’altro incoraggiano una più ampia partecipazione cittadina alla gestione delle risorse pubbliche. Tale meccanismo stimola una maggiore responsabilità della popolazione nello sviluppo del territorio e, allo stesso tempo, in relazione con le istituzioni e il sistema privato, rompe le dinamiche di dipendenza causa della paralisi socio-economica della comunità.

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Il 30 ottobre , presso il Centro nazionale delle Risorse educative di Dakar, si è tenuto l’atelier di validazione dello « Studio documentato dell’esperienza del progetto PAEF (Projet d’Appui à l’Education des Filles ) ». Il PAEF, finanziato dalla Cooperazione Italiana, in collaborazione con il Ministero dell’Educazione senegalese, ha lo scopo principale di contribuire alla realizzazione degli Obiettivi del Millennio 2 (Raggiungere l’istruzione elementare universale) e 3 (Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne) attraverso l’eliminazione delle disparità di genere nell’educazione primaria. Lo studio era stato commissionato con lo scopo di fornire una revisione di medio termine del progetto (avviato nel 2010 e con termine a marzo 2013) per proporre una visione d’insieme degli interventi del PAEF, analizzarne i risultati, formulare delle raccomandazioni e, infine, proporre un quadro d’orientamento per la moltiplicazione del modello PAEF. L’innovazione del progetto sta nell’applicazione di un approccio olistico e integrato che analizza i differenti fattori sociali, economici e culturali che ostacolano la scolarizzazione delle alunne. Inoltre, secondo una visione che promuove la partecipazione comunitaria, il PAEF ha sostenuto economicamente le associazioni di donne e madri delle/degli alunne/i delle scuole beneficiarie (80 tra la periferia di Dakar, Diourbel, Louga e Fatick). Questo sostegno, attraverso la realizzazione di attività generatrici di reddito, e con lo scopo di contrastare la povertà, ha permesso alle madri di diventare agenti di promozione della scolarizzazione delle proprie figlie e di contribuire al miglioramento dell’ambiente educativo riversando una parte dei guadagni a beneficio delle scuole. I risultati dello studio presentano il progetto come un modello di gestione partecipativa, che, sotto la supervisione del Quadro di Coordinamento degli Interventi per l’Educazione delle bambine (CCIEF), ha favorito l’implicazione di tutti gli attori coinvolti. Il PAEF è riconosciuto dal Governo senegalese come progetto pilota che ha portato alla creazione di più sinergie tra le istituzioni e la società civile attraverso il rafforzamento delle capacità delle donne e delle associazioni femminili, le quali hanno rappresentato la porta d’entrata per stimolare la partecipazione comunitaria.

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P A E F . L ’ E S P E R I E N Z A I T A L O -S E N E G A L E S E I N F A V O R E DELL’EDUCAZIONE DELLE BAMBINE

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Il progetto ha promosso la leadership femminile nel settore dell’educazione con una maggiore implicazione delle donne sia a livello di comunità che delle insegnanti, creando, laddove il progetto è stato realizzato, una nuova visione socio-culturale che ha rimesso in causa il ruolo degli alunni, delle alunne, del personale scolastico e della comunità intera. Nelle scuole, l’integrazione della dimensione genere ha creato nuove attitudini sia tra gli insegnanti, che hanno ricevuto delle formazioni specifiche, che tra gli allievi. In particolare, questi ultimi sono diventati vettori di promozione dell’uguaglianza di genere attraverso « l’educazione tra pari », una strategia educativa con lo scopo di attivare processi spontanei di scambio di conoscenze ed esperienze tra individui con uno stesso status, in questo caso gli alunni. Grazie ad iniziative innovatrici come le « unità di veglia e di allerta », tutti gli alunni si sono sentiti coinvolti nella promozione e nel rispetto dell’approccio di genere per il riconoscimento reciproco dei diritti. Le sfide che restano da affrontare in quest’ultima fase del PAEF sono relative alla consolidazione dei risultati nelle scuole beneficiarie affinché il progetto possa essere sostenibile nel tempo e perché l’appropriazione da parte della comunità sia integrale.

Nell’ ambito del programma Plasepri (Piattaforma di Appoggio al Settore privato e alla Valoriz-

zazione della diaspora senegalese in Italia) è stato approvato un nuovo finanziamento alla Istituzi-

one di Microfinanza UIMCEC (Union des Institutions Mutualistes Communautaire d’Epargne et

Crédit) di circa 756.000 euro.

Il finanziamento sarà ripartito tramite le casse di UIMCEC localizzate a Dakar, Thies e Mbour,

per servire 29 microimprese . A titolo di esempio della realtà imprenditoriali più significative che

beneficieranno di un credito , citiamo:

Una sartoria (circa 20 mila euro) per l’acquisto di macchine da cucire ;

Un’ impresa di trasporti (30 mila euro) per l’acquisto di un camion ;

Un’ impresa industriale nel settore plastico (30 mila euro) per una linea di fabbricazione

tubi in pvc ;

Un laboratorio artigianale (30 mila euro) per la

lavorazione del ferro (linea di saldatura) ;

Un allevamento di polli (20 mila euro) per l’ac-

quisto di incubatrici, rinnovo ambienti e gabbie

in serie ;

Un’ autoscuola (20 mila euro) per il rinnovo

parco automezzi.

Il finanziamento approvato alla UIMCEC porta l’im-

porto complessivo erogato, tramite il programma Pla-

sepri attraverso Istituzioni di Microfinanza, a oltre 2

milioni di euro.

PLASEPRI. NUOVE REALTA’ IMPRENDITORIALI

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LA FESTA DI TABASKI A cura di Virginia T. Bruzzone

La festa del montone designa la grande festa mussul-mana che ruota intorno al sacrificio dell’ animale sacri-ficato dal capofamiglia in commemorazione del sacrifi-cio di Abramo. Aïd el-kebir o Aïd el-adha nell’area ara-bofona, in Senegal e nei paesi limitrofi la festa è chia-mata Tabaski. Essa ha luogo il 10 dhu al-hijja, ultimo mese dell’anno islamico, lunare, e coincide con il gior-no di nah’r, il giorno del sacrificio per i pellegrini della Mecca riuniti nella valle di Mina, dove la storia situa il sacrificio di Abramo. Compiendo il sacrificio, la umma, comunità dei fedeli mussulmani, comemora sia il gesto di Abramo che quello del Profeta Maometto che inizio’ tale tradizione nell’anno 2 dell’egira. Non si tratta di un atto obbligatorio, ma raccomandato a chi è in misura di procurarsi una vittima in modo lecito. Tuttavia, ai Se-negalesi piace ricordare che il montone sacrificato sarà la montura per il ponte Sirat che scavalca l’inferno e porta al paradiso, ed è quindi normale indebitarsi anche per un lungo periodo. L’animale del sacrificio deve ris-pondere a certi criteri quali : maschio, non castrato, avere almeno 6 mesi (le corna devono essere spuntate), essere integro fisicamente, bianco di preferenza ma « che mangia e che guarda nel nero », cioè che abbia del nero intorno alla bocca ed agli occhi. Esso è sacrificato con la testa in direzione della Mecca, all’Est, pronun-ciando le parole Bismillah Allahu akbar. In Senegal, è abitudine che moglie e bambini afferrino la coda in mo-do da partecipare simbolicamente al sacrificio. Il montone di Tabaski è per qualche giorno il compa-gno di giochi dei piccoli della famiglia che gli danno un nome, lo lavano, lo portano a passeggio, lo alimentano, lo abbelliscono con ghirlande colorate che nascondono collari rossi di protezione contro malattie e ladri. Un montone morto o rubato prima della festa è considerato infatti di malo augurio ed è, in molti casi, un’ingente perdita di denaro. Immolato subito dopo la preghiera del mattino, il montone viene scuoiato e tagliato a pezzi dagli uomini della famiglia mentre le donne ne cuocio-no subito il fegato ed arrostiscono le costole ed i bam-bini grigliano i testicoli. La cucina continua tutto il giorno. La carne viene cotta in diversi modi e servita agli ospiti, mentre ai vicini e agli amici puo’ essere do-nata cruda. Alla cognata viene riservata una delle parti migliori, il cosciotto posteriore di destra. E’ un giorno di perdono e di riappacificazione, per cui le visite reci-proche sono interminabili. Alla sera, i bambini passano di porta in porta per chiedere il dewenel, cioè qualche soldino per concludere tra di loro la festa con dolcetti e bevande comprati nei negozietti, le boutiques , aperte fino a tardi. Gli stinchi vengono conservati per la salsa del cuscus della Tamxaritt, il capodanno mussulmano che si celebra il mese dopo, in un legame simbolico di buon auspicio tra i due periodi.

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FONDAZIONI4AFRICA SENEGAL. BILANCIO E PROSPETTIVE Il 10 ottobre, si è tenuto a Dakar il seminario

organizzato da Fondazioni4Africa avente come tema:

“La sfida dell’iniziativa Fondazioni4Africa Senegal: risultati, riflessioni e prospettive”.

Fondazioni4Africa, istituzione a cui fanno riferimento

quattro fondazioni italiane (Compagnia di San Paolo,

Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo e Monte

dei Paschi di Siena), sta attuando da circa quattro anni un progetto congiunto di cooperazione

internazionale in Senegal. L’obiettivo generale di

Fondazioni 4 Africa Senegal è di migliorare le

condizioni economiche e sociali delle popolazioni che vivono nelle zone rurali e peri-urbane del Paese

tramite la valorizzazione dei prodotti e delle risorse

locali come fonte di reddito, con particolare

attenzione ai gruppi più vulnerabili.

Dopo la cerimonia d’apertura, alla quale hanno preso parte sia le autorità italiane che quelle senegalesi, con

la partecipazione di un rappresentante

dell’Ambasciata d’Italia a Dakar e del Ministero della

Donna, del Bambino e dell’Imprenditoria femminile,

sono seguite tre tavole rotonde settoriali, con una vasta e attiva presenza di pubblico: la prima dedicata

al tema “Sinergie tra attori, territori e azioni, per un

lavoro efficace in rete”; la seconda al tema “La catena dei

valori: l’approccio per lo sviluppo e la valorizzazione dei

servizi e dei prodotti” e la terza su “Migrazione e

sviluppo: una nuova opportunità di cooperazione” .

Nella prima tavola rotonda, in cui è intervenuta la

Direttrice dell’Ufficio di Cooperazione, è stata

illustrato il Sistema Italia di Cooperazione in Senegal

e le sinergie tra i diversi attori italiani.

Partecipazione universitaria italiana ad un convegno di psi-cologia infantile a Dakar con il sostegno del CPAS Una delegazione di professori della Università degli Studi di Pavia, for-mata da psichiatre e psicologhe, ha partecipato all’ IX Congresso inter-nazionale sull' Infant observer se-condo Esther Bick e sulle sue appli-cazioni, che si è tenuto a Dakar dal 30/10 al 2/11. Le professoresse Berlincioni e Tabanelli, nelle comunicazioni rispettive “Maternità e migrazione” e “Nascere in un paese straniero”, hanno abbordato il tema dell’identità femminile e materna, che non è un dato stabile e definitivo ma si modifica nel corso del tempo in relazione sia ai cambiamenti che intervengono nella vita di ciascuna donna sia alle modificazioni sociali, politiche, religiose che investono il gruppo sociale. La migrazione rappresenta uno di questi fattori di cambiamento in funzione del quale si andranno costruendo nuove modalità di vivere il rapporto di coppia, l’esperienza della maternità e la relazione tra genitori e figli. Milioni di persone vivono temporaneamente o stabilmente in un contesto diverso da quello di origine e le donne costituiscono più della metà della popolazione migrante. Nel paese ospite, l’identità della donna migrante viene sottoposta ad un processo di rimodellamento che permetta di tenere insieme il passato, il presente, il futuro. Mantenere una vicinanza ai modelli di cura e allevamento dei bambini della propria cultura rende naturale ed armonioso il rapporto madre-bambino mentre la mancanza di validi riferimenti rendono difficile lo stesso. Successivamente, con il supporto logistico dell'associazione CPAS (Comitato Pavia Asti Sene-gal) i docenti hanno visitato Ziguin-chor, Coubanao e Cap Skirring per approfondire la tematica della ma-ternita' con interviste e osservazione diretta.

Tutte le informazioni su: http://www.congres-bebe-dakar.org

SINERGIE ITALIANE A cura di Virginia T. Bruzzone, Stefania Serra

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Lodevole iniziativa di Careggi Adottato provvedimento dall’Ospedale Careggi di Firenze per la cessione gratuita di un trattore agricolo (vedi foto) e di numerosi arredi scolastici destinati ad una piccola comunità rurale della Regione di Thies, Merina Dakhar. L’iniziativa è in memoria dei due cittadini senegalesi uccisi a Firenze in Piazza Dalmazia il 13 dicembre scorso, Mor Diop e Modou Samb. L’Ospedale di Careggi ha sottoscritto con il Senegal diversi accordi in materia di cooperazione sanitaria e si è distinto per le spedizioni di materiale sanitario a favore di strutture mediche quali l’ospedale di Touba, l’ospedale Le Dantec di Dakar e numerosi ambulatori a Touba Mboul, Rufisque e Parcelles Assainies. Inoltre, ha intrapreso la ristrutturazione della farmacia dell’Ospedale regionale di Thies in partenariato con il Ministero della Salute senegalese, la Regione di Thies, la ONLUS Gruppo FRATRES di Pontassieve, l’Associazione senegalese di Firenze e l’associazione Radek di Thies. Visita del Comune di Dolianova Dal 25 ottobre al 6 novembre, l'associazione Sunu-gaal, che opera in Sardegna, accompagnerà in Sene-gal una delegazione del Comune di Dolianova, capofi-la di una proposta progettuale, finanziata dalla Regio-ne Sardegna, dal titolo “Vita sostenibile in Senegal: una proposta di turismo responsabile”, che mira a contribuire allo sviluppo sostenibile e al reinserimen-to nel proprio contesto di origine dei migranti sene-galesi presenti in Sardegna. La delegazione effettuerà una missione di verifica e di rafforzamento delle rela-zioni Sardegna - Senegal in particolar modo nella comunità di Malicounda (Dipartimento di Mbour), sede di realizzazione del progetto . Saint-Louis du Sénégal approda a Ferrara In occasione del Festival internazionale di Ferrara, il Dipartimento di Architettura, in collaborazione con l’Università Gaston Berger di Saint-Louis, ha organizzato un seminario ed un’esposizione dedicati ai primi risultati del progetto “Acqua come Patrimonio” diretto dal prof. Romeo Farinella. Lo scopo del seminario è stato quello di potenziare le attività di cooperazione universitaria nel campo della progettazione urbanistica e ambientale e della riqualificazione del patrimonio urbano e architettonico. Costruita nel 1659, la città di Saint-Louis, in wolof Ndar, è un bellissimo esempio di architettura coloniale ed è iscritta sulla lista del patrimonio mondiale UNESCO.

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TISSER L’AVENIR DU SENEGAL: UN PROGETTO DI EMPOWERMENT FEMMINILE FINANZIATO DALLA REGIONE SARDEGNA A cura di Stefania Serra

«Tisser l’avenir du Sénégal : un progetto di empowerment femminile» è un’iniziativa rivolta a circa mille donne senegalesi, che abitano in Senegal, nella periferia di Dakar, e in Italia nei Comuni di Olbia e Tempio- Pausania, con l’ obiettivo di rafforzare le capacità gestionali e ed economiche delle donne coinvolte nel progetto. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (attraverso la legge regionale 19/96 in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale) e dai partner coinvolti, quali: il Comune di Olbia, come soggetto capofila, l’ONG senegalese Concept, l’ONG italiana Amici Senza Confini, l’associazione Laboratorio interculturale per l’integrazione e, come partner aggiuntivi, il Comune di Tempio-Pausania ed il Centro Studi africani di Sardegna. L’intervento, della durata di un anno e prossimo alla conclusione, si snoda attraverso un doppio percorso, uno realizzato nel Comune di Olbia ed uno realizzato nella periferia di Dakar. Il processo di empowerment delle donne coinvolte si è attuato attraverso tre azioni principali: la realizzazione di corsi di formazione pluridisciplinari, l’attivazione di due centri d’appoggio (uno in Sardegna ed uno in Senegal) che potessero garantire un supporto costante alle donne ed infine la costituzione di un fondo di appoggio, destinato al micro-credito in Senegal ed alla creazione di un’associazione in Sardegna. Per quanto concerne la formazione, sono stati attivati due moduli, per un totale di più di 500 ore di formazione diretta, l’uno in management delle organizzazioni e l’altro in attività generatrici di reddito. Il modulo formativo in management delle organizzazioni, articolato in sette corsi di formazione (leadership, comunicazione, management delle organizzazioni, metodo di controllo, gestione dei conflitti, advocacy, informatica), è stato realizzato contemporaneamente in Sardegna ed in Senegal. I corsi si sono svolti, infatti, nella sede dell’ONG Concept a Dakar e sono stati trasmessi in videoconferenza nei locali dell’associazione Laboratorio interculturale l’Integrazione ad Olbia.

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In Senegal, l’obiettivo era quello di rafforzare le capacità gestionali delle donne già coinvolte attivamente nelle associazioni di Dakar; in Sardegna quello di formare le donne che gestiranno l’associazione che si verrà a creare a fine progetto. Il modulo formativo in attività generatrici di reddito ha seguito, invece, due distinte realizzazioni, una ad Olbia e l’altra a Dakar. Entrambi i percorsi sono stati strutturati in una parte teorica e in una parte pratica. In Sardegna, la formazione teorica si è concentrata su due discipline, marketing ed imprenditoria femminile, mentre quella pratica su due laboratori, le cui discipline sono concordate direttamente con le corsiste. In Senegal, sono stati attivati quattro corsi teorici (imprenditoria femminile, sviluppo di attività generatrici di reddito, marketing, qualità) e quattro pratici (avicoltura, trasformazione di frutta e verdura in prodotti secondari, ristorazione e tintura). Nel modulo di formazione in attività generatrici di reddito, alla formazione diretta è seguita la fase di moltiplicazione. Le donne formate durante i corsi in attività generatrici di reddito hanno condiviso le competenze e le conoscenze ricevute con i membri dei loro gruppi di appartenenza e le eventuali invitate dell’associazione, con la partecipazione del personale di Concept e di Amici senza Confini. Durante tutto l’arco di attuazione del progetto, alle donne coinvolte, è stato garantito un centro d’appoggio sia in Sardegna che in Senegal. A Dakar, in particolare tale centro ha avuto una funzione fondamentale, assistendo le donne durante tutta la realizzazione del progetto stesso. Inoltre un’azione chiave del progetto è costituita dal fondo d’appoggio. Sono stati creati due fondi d’appoggio: in Sardegna è stato destinato alla costituzione un’associazione di donne senegalesi residenti nell’isola, che possa essere inserita in una serie di attività a livello regionale. In Senegal, il fondo rotativo è stato destinato al micro-credito ed ha potuto finanziare numerosi piccoli progetti per l’avvio o il sostegno di un’attività imprenditoriale portata avanti dalle donne coinvolte nel processo di formazione e di moltiplicazione. Tale fondo resterà in Senegal anche a progetto concluso e potrà sostenere numerosi altri progetti di imprenditoria femminile.

Infine si prevede la creazione di una web-community, in cui inserire tutte le informazioni sulle associazioni coinvolte nel progetto, al fine di facilitarne i contatti a livello internazionale e locale.

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MAURITANIA. RINNOVO DEGLI ACCORDI DI PESCA CON L'UNIONE EUROPEA A cura di Patrick Mura, Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia

Lo scorso 26 luglio è stato firmato a

Nouakchott il rinnovo degli Accordi di Pesca

tra la Mauritania e l'Unione Europea. Il nuovo protocollo, di durata biennale, è

entrato in vigore l'1 agosto in attesa della

piena approvazione delle Istituzioni

Comunitarie e prevede il rilascio di licenze

per oltre 300.000 tonnellate annue di specie selezionate (soprattutto crostacei e tonno) a

favore di pescherecci europei.

La firma dell'Accordo conclude un'intensa

maratona negoziale di circa 15 mesi al

termine della quale la maggior parte delle richieste mauritane sono state accettate:

innanzitutto l'aumento delle compensazioni

finanziarie, dai precedenti 76,5 milioni di euro

annui a circa 110 milioni (cifre fornite dalle Autorità mauritane) in forma di un

sostanziale incremento nei costi delle licenze

e di contributi in natura a sostegno della

politica alimentare della Mauritania, entrambi

a carico degli armatori europei. Altre richieste mauritane accettate includono

la presenza di un minimo del 60% di cittadini

mauritani tra gli equipaggi, a sostegno della

politica di occupazione nel settore, cosi' come

la previsione dello sbarco del pesce nei porti mauritani per un piu' efficace controllo delle

quantita' pescate. In attesa dell'approvazione

da parte degli organi comunitari (prevista

entro fine anno), sulla base del nuovo accordo

a partire dal prossimo 1 Agosto saranno concesse licenze provvisorie, per assicurare la

prosecuzione delle attivita' di pesca gia' in

corso in base ai precedenti accordi.

Da parte europea, il rinnovo degli Accordi

riveste grande importanza soprattutto per la Spagna, i cui pescherecci costituiscono la

maggior parte di quelli europei operanti nelle

acque mauritane; per la Mauritania, il

miglioramento delle condizioni rappresenta

un risultato atteso e fortemente cercato,

tenuto conto del peso che le attivita' di pesca

rivestono per l'occupazione di una parte

consistente della popolazione e della rilevanza della questione anche dal punto di vista

sociale. Le sensibilita' mauritane sono

determinate dal peso economico delle attivita'

di pesca nel bilancio nazionale in un periodo

di obiettive difficolta' legate anche agli effetti della siccita' nel Sahel sulle attivita' agricole:

decine di migliaia di Mauritani (e le loro

famiglie) derivano il proprio reddito dalle

attivita' della pesca, che rappresentano circa il

15% delle esportazioni e il 20% delle entrate di bilancio del Paese.

La questione ha poi un forte impatto sociale,

come dimostrato dalle manifestazioni tenutesi

nei mesi scorsi a Nouadhibou (seconda citta' del Paese e principale porto) da parte dei

lavoratori del comparto.

Come per la maggior parte degli altri Stati

riveraschi della regione (Senegal e Guinea

Bissau in primis), i battelli da pesca dell'Unione Europea non sono pero' i soli (o i

piu' numerosi) nelle acque della Mauritania:

oltre a vascelli di Cina e Giappone (Paesi con i

quali sono in vigore accordi di pesca

bilaterali), numerosi scafi di altre nazionalita' sarebbero impegnati in attivita' di pesca

spesso non autorizzate e difficilmente

controllabili con i limitati mezzi a

disposizione delle Autorita'.

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I contrasti per le sempre piu' scarse risorse

pelagiche non risparmiano del resto nemmeno

i rapporti con gli altri Paesi dell'area: da ormai piu' di un anno, a cadenza periodica,

riaffiorano attriti tra Mauritania e Senegal per

attivita' di pesca artigianale senegalese non

autorizzata nelle acque mauritane, spesso con

annessi sequestri di imbarcazioni, ritiri di licenze, e forti manifestazioni di protesta da

entrambi i lati della frontiera.

GUINEA. R A G G I U N G I M E N T O D E L C O M P L E T I O N P O I N T DELL'INIZIATIVA HIPC FMI e Banca Mondiale hanno annunciato il

raggiungimento da parte della Guinea del

completion point dell'Iniziativa HIPC, che

consente l'annullamento di due terzi del

debito estero guineano e la conseguente

liberazione di risorse dal servizio del debito

verso investimenti per lo sviluppo economico

e sociale. Secondo alcuni osservatori, inoltre, è possibile che il raggiungimento del

completion point dell'iniziativa HIPC da parte

della Guinea che consente la riduzione di circa

due terzi del debito estero guineano (2,1

miliardi di USD) faciliti il processo di democratizzazione in corso nel Paese.

La prospettiva di un’ iniezione di liquidita' nel

sistema (circa 141 milioni di euro all'anno,

attualmente consacrati al servizio del debito)

darà senz’altro fiato al sostegno di investimenti indispensabili in settori prioritari

per lo sviluppo economico e sociale

(minerario, infrastrutturale, della sanita' e

dell'istruzione). Il Presidente Conde' ha

commentato con soddisfazione il raggiungimento del completion point

rivendicando l'azione svolta a tal fine dal suo

Governo, che potrebbe adesso rendere

possibile lo sblocco dei fondi per l'aiuto allo

sviluppo impegnati dall'Unione Europea nell'ambito del decimo programma FES.

INIZIATIVA HIPC RAFFORZATA L’Iniziativa per la cancellazione del debito dei

Paesi più poveri e indebitati (Heavily Indebted

Poor Countries), lanciata da FMI e Banca

Mondiale, adottata dai Paesi G7 nel 1996 e

“rafforzata” dal G7/G8 nel 1999, include

attualmente 40 Paesi. 30 Paesi (tra i primi 36)

hanno anche raggiunto il punto finale (completion point), beneficiando della

cancellazione totale del proprio debito estero.

Al Vertice G8 di Gleneagles (luglio 2005), i

Capi di Stato e di Governo hanno accolto la

proposta dei Ministri delle Finanze di cancellare il 100% del debito dei Paesi HIPC

verso le Istituzioni finanziarie internazionali

(Multilateral Debt Relief Initiative - MDRI).

Il Governo italiano, già fra i promotori

dell’“Iniziativa HIPC rafforzata” nel 1999, ha deciso unilateralmente nel 2001, in occasione

del Vertice G8 di Genova, di andare oltre tale

Iniziativa al fine di completare effettivamente

il processo di cancellazione del debito estero

dei Paesi beneficiari. L’Italia ha infatti deciso di aggiungere la cancellazione del 100% dei

crediti commerciali non eleggibili a

cancellazione a quella del 100% dei crediti di

aiuto decisa dai Vertici G7/G8 di Colonia e

Okinawa (con relativo appello a tutti i creditori bilaterali a fare altrettanto).

Nel 2000, al varo della legge 209, l’Italia si è

impegnata a cancellare 4,78 miliardi di euro

circa di debiti ai Paesi HIPC, il 67% circa dei

quali derivanti da crediti commerciali (SACE) ed il 33% da crediti di aiuto (di competenza

del Ministero degli Affari Esteri - Direzione

Generale per la Cooperazione allo Sviluppo).

A partire da ottobre 2001, l’Italia ha

cancellato bilateralmente 3,36 miliardi di euro di debito dei Paesi HIPC.

Per il Senegal, l’importo cancellato ammonta

a 52,46 milioni di euro. Le risorse liberate

sono state utilizzate globalmente nel quadro della realizzazione della strategia nazionale di

lotta alla povertà.

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UE: DCI - invito a presentare proposte n.133529 " Supporting culture as a vector of democracy and economic growth"

Si segnala la prossima scadenza (18/12/2012) del bando sul tema “Sostenere la cultura come vettore di democrazia e crescita economica”, finanziato dallo Strumento dell’UE per la cooperazione allo sviluppo (DCI – linea tematica “Investing in people”). L’obiettivo generale del bando è quello di promuovere la cultura come strumento per la democratizzazione, la diversità e lo sviluppo socio-economico. Il bando è suddiviso in due lotti che corrispondono a due obiettivi specifici. I diretti interessati potranno fare domanda solamente per uno di questi lotti: 1) sostenere le espressioni culturali che promuovono la diversità, il dialogo interculturale, i diritti umani e culturali, nell’ambito della riconciliazione, risoluzione dei conflitti e della democratizzazione. Nell’ambito di questo lotto verrà data priorità a: a) aree geografiche che vertono in situazioni critiche nell’ambito di democratizzazione, governance, tensioni interculturali, pratiche discriminatorie (sia su base etnica che religiosa), o a quelle aree in situazione di conflitto o post-conflitto, b) a progetti provenienti da candidati residenti nei paesi beneficiari, in maniera da promuovere la ownership e la leadership a livello locale. 2) Potenziare le capacità degli attori culturali per lo sviluppo di un settore culturale dinamico, in maniera da contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile. Nell’ambito di questo lotto verrà data priorità a quelle azioni che a) proveranno un rapporto diretto tra la possibilità di reddito sostenibile e opportunità di lavoro, b) dimostreranno un impatto a livello nazionale o regionale, misurato attraverso l’estensione geografica o la convergenza nell’ambito delle politiche governative esistenti, c) a progetti provenienti da candidati residenti nei paesi beneficiari, in maniera da promuovere la ownership e la leadership a livello locale. Il bando è rivolto ad Attori non statali, soggetti pubblici o para-statali, autorità locali o consorzi di associazioni locali o organizzazioni che le rappresentino residenti in uno dei paesi o territori beneficiari candidati (come specificato nell’allegato F) o in altri paesi in via di sviluppo come stabilito nella lista OCSE, o in uno stato dello Spazio Economico Europeo o in un Paese in via d’adesione o ufficialmente candidato per l’adesione all’UE (Islanda, Turchia, Vecchia Repubblica Jugoslava, Montenegro e Serbia). Per entrambi i lotti, l’azione dovrà essere realizzata attraverso una partnership di almeno due partecipanti (oltre al candidato che farà domanda), e almeno uno dei partner dovrà risiedere nel paese in cui verrà implementata l’azione. Per le azioni che saranno beneficio di più Stati, la collaborazione dovrà coinvolgere almeno un partner locale per ogni paese in cui viene realizzata l’azione. Per il primo lotto, l’azione dovrà essere realizzata da almeno un partner che abbia pregressa esperienza come attore culturale. Il budget totale per l’azione è di 22,2 milioni di euro, di cui 12 Meuro per il lotto numero 1 e i restanti 10,2 Meuro per il lotto numero 2. Il bando segue una procedura ristretta, pertanto, alla scadenza del 18/12/2012 dovrà essere presentata una breve proposta secondo il modello di Concept Note (Annex A) che verrà sottoposta ad una prima valutazione. Nel caso di esito positivo, i soggetti preselezionati saranno chiamati a redigere la proposta completa. Il soggetto proponente deve preventivamente registrarsi al sistema “PADOR”: http://ec.europa.eu/europeaid/work/onlineservices/pador/index_en.htm. La documentazione completa correlata al bando n.133529 – Supporting culture as a vector of democracy and economic growth è consultabile sulla banca dati di Europeaid: http://ec.europa.eu/europeaid/work/funding/index_en.htm (digitare il pulsante “calls for proposal”, quindi “search by reference” con il n. di bando suindicato). Per ulteriori informazioni: MAE - Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo Ufficio I - Cooperazione allo Sviluppo in ambito UE

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MAURITANIA I Centri di Alimentazione Comunitaria (CAC) del Progetto PLIACEM A cura di Saverio Frazzoli

Nell’ambito del PLIACEM (Projet de Lutte contre l’Insécurité Alimentaire dans le Centre-Est Mauritanien) una delle attività è la prevenzione del rischio di malnutrizione acuta grave e il trattamento della malnutrizione acuta moderata. Il progetto prevede di realizzare questa attività attraverso l’apertura di 200 Centri di Alimentazione Comunitaria (CAC) per un periodo di tre mesi e un numero stimato totale di 10.000 beneficiari. 30 CAC sono stati aperti tra maggio e giugno 2012 nelle tre regioni di intervento del progetto, a favore di 1232 beneficiari . Nel settembre scorso è stata condotta la valutazione dopo i 3 mesi di funzionamento dei 30 CAC; il risultato è stato soddisfaciente: 74% di guarigione globale e 100% di guarigione della malnutrizione moderata; rimangono a rischio di malnutrizione il 16% dei beneficiari, mentre il 10% risultava assente al momento della valutazione. I beneficiari sono bambini di età compresa tra 6 e 59 mesi affetti da malnutrizione acuta moderata o a rischio di malnutrizione (rapporto Peso/Altezza tra -3 e <-1,5 Z-score) e donne incinte o allattanti. Essi ricevono un supplemento nutrizionale, preparato sotto forma di pappa omogenea e consumato presso il CAC in due porzioni (mattina e pomeriggio); con questo sistema si ha la certezza che è il beneficiario a consumare il supplemento. Questo aspetto differenzia i CAC dagli altri centri nutrizionali, nei quali gli alimenti vengono distribuiti separatamente e non miscelati, per cui la loro destinazione può essere diversa e spesso non a favore del bambino malnutrito. Il valore nutritivo del supplemento nutrizionale fornito nei CAC è pari a 1000 Kcalorie (con un apporto proteico dell’11%), equivalente al 60% del fabbisogno energetico giornaliero; il 40% restante è fornito dalla famiglia. Prevenzione e trattamento della malnutrizione sono affiancate da attività di sensibilizzazione e di educazione alimentare, condotte dall’ONG Terre des hommes–Italia, su temi fondamentali quali: allattamento materno esclusivo fino al sesto mese di età, alimentazione complementare all’allattamento (che va continuato fino ai due anni) a partire dal sesto mese, idonea alimentazione della donne durante gravidanza e allattamento, varietà ed equilibrio nutrizionale dell’alimentazione familiare, rispetto delle norme igieniche. Nel mese di novembre sarà condotto uno screening dello stato nutrizionale della popolazione infantile e sulla base dei risultati sarà programmata l’apertura di nuovi CAC. Si prevede di aprire almeno 40 CAC per due cicli di tre mesi per un totale stimato di 4.000 beneficiari.

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Composizione del s u p p l e m e n t o n u t r i z i o n a l e giornaliero

grammi

Farina di grano 150

Latte in polvere 40

Olio 25

Zucchero 20

Sale iodato

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INTERVISTA A ENDA PRONAT A cura di Chiara Barison

« Yàlla, Yàlla, béy sa tool », invoca Dio ma coltiva il tuo campo. Recita cosi il proverbio citato nel libro, La filosofia morale dei Wolof, di Assane Sylla, proverbio che, nel periodo sacro della Tabaski, la più grande festa religiosa musulmana, sembra assumere una connota-zione ancor più profonda, specialmente se ri-pensato all’interno del controverso mondo della cooperazione. « Coltiva il tuo campo » recita il proverbio e allora, in un paese come il Senegal, sviluppo e consumo locale diventano obiettivi essenziali. E’ su queste basi che nel 1983 è nata ENDA PRONAT, organizzazio-ne internazionale con sede a Dakar e i cui campi di intervento sono: sicurezza alimenta-re, sostegno ai piccoli produttori, promozione del consumo locale, valorizzazione dei prodot-ti agricoli e volgarizzazione delle tecniche agroecologiche. Incontro Karfa Diallo, responsabile commer-ciale, nella sede di via Carnot n.54, nel pieno centro della caotica capitale senegalese, ed è lui stesso che mi introduce alle attività di En-da : « L’obiettivo principale è la lotta alla po-vertà attraverso la valorizzazione del settore agricolo e lo sviluppo delle coltivazioni biolo-giche. ENDA cerca innanzitutto di sensibiliz-zare i contadini sui danni provocati dall’uso di pesticidi, sugli OGM e lo sfruttamento inten-sivo che porta all’inaridimento della terra. Allo stesso tempo li coscientizza sul valore del loro lavoro, sull’etica di una produzione attenta alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente, sull’importanza della produzio-ne e del consumo locale. Uno dei punti salien-ti dell’organizzazione è, inoltre, quello di fa-vorire l’accesso delle donne alla richezza, alla produzione e alla terra». Continua Diallo: «Per realizzare questi obiettivi ENDA PRO-NAT ha dato vita ad un vasto programma che toccha cinque regioni in tutto il Senegal, chiamato Generazione Produttiva attraverso la Protezione Comunitaria delle risorse natu-rali, supportato dall’ONG tedesca WFD. In ogni zona di intervento, progetti mirati. Tambacounda, Fatick, Saint Louis, Niayes, Podor le zone di intervento e, in ognuna di

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esse, progetti specifici e calibrati: dalla produzione di cotone biologico, sesamo, bissap, fonio, sorgo, ara-chide, mais e miglio a quella di riso, frutta e verdura locale (cipolla, pomodoro, mango, papaya), passando per lo sviluppo delle energie rinnovabili con il soste-gno all’energia eolica. Il Senegal è un paese dalle enormi possibilità, che, purtroppo, raramente vengo-no valorizzate. ENDA si propone di farlo cercando di creare impresa e di incrementare il mercato locale. Ma non solo. Lo sviluppo passa dall’autosufficienza alimentare ma anche e soprattutto da una produzione di qualità che possa alimentare l’esportazione. Molti dei prodotti sopra citati hanno ottenuto la certifica-zione Ecocert/Fairtrade in quanto prodotti biologici di qualità, come il cotone, il fonio, il bissap e il sesa-mo, esportabili in tutte Europa. Per quanto riguarda invece il mercato locale, ENDA ha creato una certifi-cazione LABEL ASD dai costi più accessibili ma che permette di avere lo stesso medesimo rigore nel controllo per prodotti come il riso, la frutta e la ver-dura ».

Chiedo a Francesca Grassi, giovane italiana emigrata in Senegal ed esperta in commercio equo solidale presso ENDA : «Perché consumare locale ?» « L’uomo ha da sempre consumato locale. La natura è talmente perfetta che ti offre tutto ciò di cui hai biso-gno. Qui, consumare locale assume una valenza ancor più profonda. Nel regno dell’importazione fatto di consumatori e non di produttori, ci si rende conto ben presto di come questo sistema alimenti un suici-dio collettivo che è chiamato dipendenza. Trent’anni fa in Senegal si poteva trovare il pane di miglio e il latte fresco ed oggi la popolazione si è ridotta a consumare pane scadente e latte in polvere. Consu-mare locale allora non è solamente la via alla soprav-vivenza ma è un atto rivoluzionario ».

« Quale o quali sono i problemi più grossi ?» Risponde ancora Francesca : «Sicuramente la trasfor-mazione e la distribuzione. Problemi che in Europa sembrerebbero impensabili come la mancanza di mezzi, possono essere deteminanti. Pensiamo ad un contadino del villaggio che non ha accesso al mercato perché non ha un trasporto con il quale poter rag-giungere la città e vendere i propri prodotti. Ecco, ENDA interviene su questo, sostenere i piccoli pro-duttori e far conoscere i loro prodotti a livello locale ed internazionale ».

« Dov’è possibile acquistare i pro-dotti di ENDA ? », le chiedo infine. « I prodotti biologici come frutta, verdura e cereali sono reperibili nella sede in centro città. Ogni lunedi è possibile acquistare ceste di legumi freschi (pomodori, melan-zane, carote, limoni, cetrioli, cavoli, patate dolci, prezzemolo, barbabie-tole) o di farsele consegnare a casa (previa iscrizione alla mailing list) a partire da 5.000 Fcfa (otto euro circa). Sempre qui è possibile ac-quistare tovaglie, tessuti, borse e altri piccoli oggetti in cotone biologico. Dalla metà di novembre tutti i prodotti saranno reperibili all’interno di un container adibito a negozio a Point E, zona B, vicino al Liceo Blaise Diagne, sempre a Da-kar. » Per ogni tipo di informazione è pos-sibile consultare il sito www.endatiersmonde.org o la bouti-que online www.yaniwulli.org .

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NOTIZIE ECONOMICHE DAI NOSTRI PAESI A cura di Patrick Mura

SENEGAL. ANDAMENTO DELL'ECONOMIA NEL 2011 E PROSPETTIVE PER IL 2012 I dati economico-finanziari disponibili per il 2011 indicano che l'anno si e' chiuso per il Senegal con una performance macroeconomica positiva e buone prospettive per il 2012. Permangono tuttavia alcuni indicatori meno incoraggianti, in particolare nel settore agro-alimentare che ha risentito della siccita' che ha colpito la regione del Sahel. La crescita reale e' stimata al 4,2% del PIL, mentre l'inflazione, trainata in gran parte dai prezzi delle derrate alimentari e degli idrocarburi, sembrerebbe attestarsi al 3,4%. Anche se meno positivi rispetto alle previsioni del Governo, tali valori - se confermati - posizionerebbero il Senegal ancora una volta tra i Paesi con il PIL piu' sostenuto in termini assoluti e l'inflazione piu' contenuta dell'Africa occidentale. La politica fiscale del Governo, condotta in stretto coordinamento con l'FMI, ha permesso di attutire gli effetti della crisi globale. A seguito dell'introduzione di nuove imposte, le entrate fiscali sono aumentate dal 23% del PIL nel 2010 al 24,6% nel 2011 (l'obiettivo per il 2012 e' di superare il 25%). Parallelamente sono state adottate misure di contenimento della spesa pubblica che dovrebbero permettere, secondo queste Autorita', di ridurre il deficit di bilancio dall'attuale 7,1% del PIL ad un livello inferiore al 6% nel 2012.Il commercio con l'estero nel 2011 ha mostrato un lieve miglioramento delle esportazioni (soprattutto fosfati e prodotti agricoli) ma la bilancia commerciale e' rimasta in disavanzo. Nel 2012 i principali fattori di rischio, oltre alla performance dell'Euro (a cui e' agganciata la valuta nazionale, il Franco CFA), continueranno ad essere la scarsa competitivita' dei prodotti senegalesi sui mercati esteri e la siccita'.Le rimesse dall'estero, che costituivano almeno l'11% del PIL nel 2010, hanno subito una leggera flessione a causa della crisi globale, ma continuano a rappresentare una voce consistente dell'economia nazionale e un importante fattore di ricchezza per vaste fasce

L'agricoltura, dopo un'annata record nel 2010, ha registrato un calo di produzione nel 2011, principalmente a causa della siccita', del 56% per le arachidi, del 31% per i cereali e del 21% per il cotone. Per arrivare a sfruttare pienamente le grandi potenzialita' agricole del Senegal, nel 2012 si rendera' necessario un rafforzamento delle misure di supporto ai piccoli agricoltori, in modo da metterli nelle condizioni di competere con i prodotti importati. Le Autorita' senegalesi ripongono inoltre forti aspettative sul settore minerario, che potrebbe far registrare una performance crescente, man mano che le miniere di oro e metalli ferrosi, di cui e' stato avviato lo sfruttamento alla fine del 2010, arriveranno ai livelli di produzione previsti e nell'attesa dei risultati delle ricerche offshore di possibili giacimenti petroliferi recentemente avviate. Il settore industriale vede invece il proprio contributo alla crescita sfavorito dalla poca disponibilita' di materie prime, dalla scarsita' e dall'alto costo dell'energia, nonche' da infrastrutture ancora inadeguate. Resta pertanto il pilastro piu debole e meno strutturato dell'economia senegalese. Il terziario resta la migliore componente dell'economia senegalese e la piu' attiva, grazie soprattutto al settore delle telecomunicazioni e alla crescente domanda di servizi connessa alla posizione geografica favorevole di Dakar, sede regionale di numerosi organismi e societa' internazionali. Il settore turistico, gia' florido ma passibile di ulteriore sviluppo, potrebbe soprattutto beneficiare degli annunciati miglioramenti nei collegamenti aerei e stradali, cosi' come di sgravi fiscali mirati.I grandi programmi di investimento restano cruciali per le prospettive future di sviluppo. Tra questi particolari aspettative sono riposte sul piano per l'ammodernamento e potenziamento del settore energetico che mobilitera' risorse per oltre un miliardo e mezzo di dollari fino al 2015. Alcuni grandi progetti infrastrutturali (nuovo aeroporto internazionale, autostrada a pedaggio Dakar-Thies, revisione della rete stradale ed idrica nazionale) stanno inoltre registrando concreti progressi e gia' nel 2012 potrebbero arrivare ad una parziale capacita' operativa.

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Sul piano regionale, la ferrovia Dakar-Bamako, il cui potenziamento procede tuttavia ancora a rilento, potrebbe divenire un'arteria di trasporti di rilievo (attualmente le merci maliane giungono al porto di Dakar quasi solo su gomma). Il ricorso a finanziamenti esterni, soprattutto privati, e' cruciale per progetti di sviluppo cosi' ambiziosi ed articolati e che superano le capacita nazionali. Dopo l'emissione di obbligazioni decennali nel maggio 2011 per un valore di circa 500 milioni di dollari, il Senegal ricorrera' nel 2012 ad ulteriori aste di titoli pubblici, il cui ammontare sara' vincolato dalla capacita' di assorbimento del mercato e dai limiti imposti dal FMI all'espansione del debito pubblico. Gli obiettivi di crescita dichiarati dalle Autorita' senegalesi per il 2012 (crescita al 7% del PIL, inflazione inferiore al 2%, disavanzo delle partite correnti minore del 7%) sono forse ambiziosi; le previsioni del FMI e dell'Economist Intelligence Unit si attestano su valori in parte differenti (crescita 4,4%, inflazione 2,2%, disavanzo partite correnti 5-6%) facendo affidamento sul successo delle riforme e degli investimenti gia' avviati. Soprattutto per gli investimenti esteri e per il successo delle operazioni di emissione di titoli sui mercati internazionali sara' importante che, passata la fase elettorale, la percezione del 'rischio politico' del Paese torni sugli ottimi valori degli anni precedenti, in cui la stabilita' democratica in Senegal non e' mai stata messa in dubbio. MISSIONE FMI PER LA QUARTA REVIEW DEGLI ACCORDI TRIENNALI PSI/ISPE Una delegazione del Fondo Monetario Internazionale e' stata in missione a Dakar dal 6 al 19 settembre nel quadro della quarta Review del programma triennale PSI/ISPE (Strumento di Supporto alla Politica Economica) approvato nel dicembre 2010. La delegazione ha avuto una serie di incontri con i Ministri dell'Economia e Finanze KANE e dell'Energia NDIAYE, oltre che con rappresentanti e dirigenti di altri Ministeri ed organismi economici, della BCEAO del mondo imprenditoriale e della societa' civile. Al termine della visita il capo della delegazione Herve' Joly ha tenuto una riunione con i principali donatori internazionali per riassumere i risultati della review, il cui principale obiettivo era la

Governo senegalese delle linee guida di politica economica concordate con l'FMI, cioe' uno stretto controllo delle finanze pubbliche (soprattutto contenimento del disavanzo di bilancio), una corretta gestione della politica fiscale e l'adozione di iniziative atte allo sviluppo del settore privato. Come gia' nel corso della precedente visita in maggio Joly ha riconosciuto l'impatto di una difficile congiuntura economica sui conti pubblici senegalesi, lodando gli sforzi del Governo per contenere i danni. La crescita reale del PIL per il 2012 e' attesa al 3,7% (dopo un 2,6% del 2011) e l'inflazione dovrebbe essere inferiore al 2% per l'anno in corso. Si attende un disavanzo nelle partite correnti a causa delle accresciute importazioni di prodotti alimentari e petroliferi, con una bilancia dei pagamenti in disavanzo. A fronte di un ambiente economico esterno che nel 2013 probabilmente restera' sfavorevole, le stime della missione prospettano nondimeno una ulteriore crescita del PIL reale (4,3%) grazie all'atteso recupero dell'agricoltura e all'entrata a regime dei progetti di rinnovo del parco energetico e di nuovi progetti minerari (zircone e oro). L'inflazione dovrebbe restare intorno al 2% anche nel 2013.Il verdetto circa l'implementazione del programma ISPE/PSI e' dunque positiva: sino a meta' 2012, tutte le riforme e gli obiettivi quantitativi sono stati raggiunti o sono in avanzato stadio di compimento. L'annuncio ufficiale delle conclusioni della review e' fissato per fine anno, ma Joly ha anticipato che sara' un giudizio positivo con raccomandazione di prosecuzione del programma. Unico punto di preoccupazione ancora costante per il FMI e' la dimensione del debito pubblico (soprattutto estero) e la sua sostenibilita'. Malgrado per il 2012 il valore del debito rischi ancora di sfiorare la soglia critica dell'8% del PIL reale (si spera nel 6%), le prospettive per il 2013 ora sono di un rientro sotto al 5%. Cio' grazie a previsti tagli alle spese (non vi sarebbe spazio per aumenti delle entrate nel breve periodo), prevalentemente tramite la riduzione delle sovvenzioni sui prezzi di derrate alimentari e prodotti energetici, che naturalmente avranno un certo impatto sociale.

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MALI. P E G G I O R A M E N T O D E L L A SITUAZIONE ECONOMICA Le prospettive economiche del Mali, che all'inizio dell'anno gia' scontavano i prevedibili effetti negativi della siccita' nel Sahel sul comparto agricolo, si sono ulteriormente aggravate a seguito del peggioramento del quadro politico nel Paese dopo il colpo di Stato del marzo scorso e la successiva perdita dell'intero nord del Paese, caduto in mano a movimenti separatisti Tuareg e gruppi estremisti islamici. La crescita reale del PIL che per il 2011 e' stata del 5,4% (in leggero calo rispetto al 5,8% del 2010) e' adesso stimata per il 2012 al 4,1% con limitate possibilita' di ripresa nel 2013 a condizione che le attivita' agricole possano al piu' presto tornare ai rendimenti precedenti alla siccita', i cui effetti restano la causa principale della negativa performance economica. Oltre infatti alla dimensione umanitaria dell'emergenza (quasi 270.000 persone gia' sfollate nei Paesi vicini o nelle zone meridionali del Paese) gli effetti sul comparto agricolo confermano i timori di inizio anno, con un calo stimato quasi al 50% della produzione attesa. Particolarmente colpite la filiera cerealicola, sulla quale si riponevano le speranze del Governo per raggiungere l'autosufficienza alimentare nel corso di quest'anno, e quella del cotone (seconda voce di esportazione nazionale) i cui prezzi sui mercati internazionali sono inoltre in una fase di ribasso generale. L'aumento delle importazioni (di carburante e derrate alimentari) ha inoltre elevato i prezzi al dettaglio e l'inflazione e' attualmente valutata al 4,6% rispetto al 2,9% del 2011. Il disavanzo della bilancia commerciale si e' invece ridotto ma questo riflette in realta' le forti difficolta' registrate nelle attivita' di approvvigionamento a causa dei crescenti costi per ottenere crediti bancari ed assicurazioni commerciali. Cio' si riflette gia' adesso in un calo delle entrate doganali stimato in circa 50 milioni di Euro per i primi sei mesi dell'anno ed in crescenti difficolta' ad assicurare forniture di energia e servizi di base alla popolazione. La perdita di controllo su meta' del Paese e il generico deterioramento della sicurezza su tutto il territorio hanno inoltre danneggiato il turismo e messo in dubbio promettenti progetti di esplorazione mineraria nel nord da parte di investitori esteri alla ricerca di

Il comparto estrattivo resta comunque la voce più promettente dell'economia grazie ad un favorevole corso dell'oro (prima voce di esportazione nazionale) la cui produzione e' stimata in aumento e i cui giacimenti si concentrano nel sud. Il disavanzo di bilancio e' passato dal 4,1% del PIL nel 2011 all'attuale 4,4% e con l'attesa di un ulteriore peggioramento, dato che con ogni probabilita' il Governo dovra' destinare gran parte delle proprie risorse al rafforzamento delle forze militari e di sicurezza. Vista la difficolta' ad ottenere prestiti sui mercati esteri a condizioni favorevoli a causa dell'attuale elevato rischio politico assegnato al Paese, gli aiuti diventano cruciali per finanziare la ripresa economica e i progetti infrastrutturali: ma se il supporto internazionale sembra mobilitato sul fronte della sicurezza alimentare e degli aiuti di emergenza alle fasce di popolazione piu' colpite dalla siccita' (anche se con grandi difficolta' a far giungere gli aiuti nelle zone controllate dai ribelli), la maggioranza delle altre iniziative di supporto economico registra una battuta di arresto in attesa della piena ripresa democratica. Una missione della Banca Mondiale a Bamako ha annunciato il congelamento di oltre 600 milioni di Euro in vari progetti di assistenza ed altri 450 milioni in progetti dell'iniziativa statunitense MCA (Millenium Challenge Account) sarebbero parimenti bloccati; l'elenco degli aiuti economici a rischio include poi almeno 45 milioni di Euro dell'Unione Europea, 46 milioni della Extendend Credit Facility (ECF) del Fondo Monetario Internazionale e 30 milioni di iniziative dell'UEMOA, della Banca Africana di Sviluppo (BAD) e della Banca di Sviluppo dell'Africa Occidentale (BOAD). Persino la Cina, solitamente meno sensibile alle problematiche di governance democratica, avrebbe sospeso i lavori della rotabile Bamako-Segou e di una rete nazionale di fibre ottiche in attesa di un chiarimento del quadro politico. La crisi istituzionale sta avendo un effetto di rallentamento sulle previste iniziative di riforma fiscale, sulla revisione del codice minerario e sulle attese privatizzazioni nei settori bancario e agricolo (filiera del cotone in primis) ritenute cruciali per il rilancio dell'economia. Allo stato attuale, il 2012 si profila come un anno negativo per l'economia e lo sviluppo del Mali.

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MAURITANIA. N U O V O C O D I C E D E G L I INVESTIMENTI Il Governo della Mauritania ha approvato in Luglio un nuovo Codice degli Investimenti (elaborato in collaborazione con UNDP) inteso a rimpiazzare l'attuale Codice, in vigore dal 2002, le cui misure sono state giudicate insufficienti ad incentivare gli investimenti stranieri nel Paese. In effetti, il tasso di investimenti in Mauritania nel 2011 e' risultato essere il 25% del PIL reale, per circa 950 milioni di dollari, un valore inferiore alle aspettative. Inoltre gli investimenti privati, abituale motore di sviluppo delle economie, ammontano nel 2011 ad appena l'11% del totale, a riprova di un insufficiente dinamismo del comparto non statale. L'indice 'Doing Business' della Banca Mondiale, che misura la competitivita' di 183 economie mondiali per l'attrazione di capitali e il funzionamento delle procedure amministrative, assegna nel 2012 alla Mauritania il 159mo posto (rispetto al precedente 162mo) individuando tra i punti deboli appunto la difficolta' nell'avvio di nuove imprese, nell'ottenimento del credito e nella protezione degli investitori.Iscritto nel quadro della politica governativa di sviluppo del settore privato e della promozione di un miglior clima per gli investimenti, il nuovo Codice presenta misure innovative sul fronte della semplificazione amministrativa e delle garanzie agli investitori (stranieri e domestici). Sul versante della semplificazione amministrativa, le principali innovazioni riguardano la revisione della normativa per il rilascio dei certificati di investimento da parte di un apposito Sportello Unico, con la fissazione di un periodo massimo di 10 giorni per le procedure amministrative, ed un alleggerimento delle relative cauzioni. Sul fronte degli incentivi, il Codice prevede misure di promozione e di accompagnamento da parte dello Stato per gli investimenti produttivi in aree periferiche del Paese e nei settori dell'agricoltura, pesca e della trasformazione dei prodotti agricoli. Resta invece escluso il settore minerario ed estrattivo, oggetto di un apposito Codice Minerario in virtu' della sua priorita' per le politiche di sviluppo nazionali. La creazione di piccole e medie imprese beneficiera' inoltre di incentivi e sgravi in misura proporzionale al livello di capitalizzazione e occupazione

previsti.Come ulteriore misura di garanzia soprattutto per gli investitori esteri, solitamente sensibili al rischio politico (nazionalizzazioni o modifiche alla legislazione nazionale soprattutto a seguito di cambiamenti di Governo), il Codice prevede espressamente un periodo di 20 anni nel quale le misure di facilitazione ed incentivo concesse all'atto dell'investimento iniziale non saranno modificabili, fatta eccezione per le modifiche a vantaggio degli investitori. Tra le altre garanzie figura anche la totale possibilita' di riesportare utili e proventi. Per contro, almeno il 90% del personale impiegato dovra essere di nazionalita' mauritana, nel chiaro intento di favorire l'occupazione locale. Una sezione apposita del Codice regola infine la disciplina di istituzione di Zone Economiche Speciali (Zone Franche all'Esportazione e Poli d'Investimento), con una serie di sgravi ed incentivi fiscali e doganali. Una prima Zona Franca e' prevista a Nouadhibou, seconda citta' del Paese e principale polo portuale e ittico.

*** L'Ufficio Economico e Commerciale / Ambasciata è a disposizione per informazioni agli imprenditori italiani interessati ad operazioni commerciali ed investimenti in Senegal, grazie anche alla presenza di un'Antenna dell'ICE (Istituto per il Commercio Estero). Contatti Ufficio Economico e Commerciale Tel +221 33 889 2640 Fax +221 33 889 2640 Email [email protected] Antenna ICE - Istituto per il Commercio Estero Tel +221 33 889 2654 Fax +221 33 821 3301 Email: [email protected] Orario al pubblico: dal lunedi al venerdi, dalle 09.00 alle 12.00, su appuntamento

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O Molti Senegalesi parlano l’italiano grazie a

loro esperienze di studio e di lavoro in Italia. Un crescente numero di persone in Senegal studia o è interessato a studiare la nostra lingua.

L’insegnamento della lingua italiana si appoggia su una rete di docenti senegalesi nelle università e nei licei del Paese, coordinati dal Lettore universitario dell'Ambasciata. Vi sono attualmente due docenti di ruolo e circa 180 studenti nelle università senegalesi, mentre nei licei e nelle scuole i docenti sono cresciuti da 24 nel 2007 a 41 nel 2012 e gli alunni da 1.300 nel 2007 agli attuali oltre 2.600.

All’Università Cheikh Anta Diop di Dakar (UCAD), i corsi di italiano sono attivi dal 1986 ed è stata istituita nel 1992 la Sezione di Italiano nel Dipartimento di Lingue e Civiltà romanze della Facoltà di Lettere, avviando il corso completo di laurea in Italiano. I corsi di italiano all’Università di Dakar sono frequentati da studenti in possesso di BAC (diploma di scuola secondaria) che hanno già studiato almeno due anni di italiano. Nell’anno 2011-12 risultano iscritti al corso di italiano come prima lingua circa cento studenti, oltre ad una ventina che la studiano come seconda lingua. Anche l’Istituto di Lingue Straniere Applicate (ILEA) dell’UCAD offre, anche se non regolarmente, dei corsi di italiano.

Altre università senegalesi presso le quali sono attivi corsi di italiano includono l’Università statale di Ziguinchor e varie università private in cui la lingua italiana è materia di studio nei corsi per il turismo.

L’italiano è materia curricolare, come seconda o terza lingua straniera (opzionale) nelle scuole medie e nei licei; è insegnata inoltre in diverse scuole professionali senegalesi.

Dal mese di luglio 2012, anche l'Ambasciata d'Italia organizza periodicamente corsi di lingua italiana.

Contattare l'ufficio del Lettore universitario p e r m a g g i o r i i n f o r m a z i o n i : [email protected]

STUDIARE L’ITALIANO IN SENEGAL

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