La contraccezione

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Innovazione in contraccezione Editoriale Avere 50 anni e non dimostrarli, anzi essere ancora più efficace, innovativa e semplice da usare. Si tratta della pillola anticoncezionale che è andata incontro, nel corso degli anni, a una serie di miglio- ramenti con formulazioni nate per offrire benefici aggiuntivi in termini di benesse- re, risolvendo alcuni disturbi femminili molto diffusi. Le pillole di ultima generazione rispon- dono meglio alle esigenze delle donne, con un profilo benefici-rischi a favore dei primi. Su questa linea si è mossa anche la ricerca e lo sviluppo di Teva Theramex, da sempre alleata della salute della don- na. La sfida era sviluppare una pillola con estradiolo naturale, capace di incontrare le principali attese delle donne da sempre attente a usare prodotti più vicini alla fi- siologia femminile. Un obiettivo raggiun- to con la prima pillola anticoncezionale monofasica, che segna una nuova era nel campo della contraccezione orale. Questa nuova pillola si basa infatti sulla combinazione di 2 ormoni steroidei: il 17 ß-estradiolo, un estrogeno struttu- ralmente identico a quello prodotto na- turalmente dalle ovaie durante il ciclo e il nomegestrolo acetato, un progestinico già da tempo impiegato per i disturbi del ciclo nella donna fertile e, associato all’estrogeno, per la protezione endo- metriale nella donna in menopausa che utilizza una terapia sostitutiva ormonale. Ma la vera innovazione riguarda i van- taggi per la salute della donna. La nuova pillola provoca infatti un flusso più breve e più leggero, non determina alterazioni clinicamente significative a carico dei parametri lipidici, di quelli della coa- gulazione e del metabolismo glucidico. Inoltre l’estradiolo non ha gli effetti epatici dell’etinilestradiolo (EE), a oggi pressoché l’unico estrogeno utilizzato in contraccezione. Il nuovo contraccettivo orale di Teva for- nisce quindi semplicità d’uso e un buon profilo in termini di tollerabilità, rispet- tando la fisiologia femminile. Insomma una pillola per tutte le donne, innovativa, affidabile e soprattutto con estrogeno naturale. Carlo Capo B.U. Branded Products Director Teva Italia Supplemento speciale di ratiopharm news reg. Tribunale di Milano n. 790 del 22 dicembre 2006 Direttore responsabile: Massimo Cherubini Direttore editoriale: Giorgio Foresti In redazione: Eleonora Benfatto, Viviana Castelli, Eleonora Cossa, Ilaria Del Buono, Angela Del Giudice, Cristina Depaoli, Luigi De Santis, Marco Grespigna, Antonella Martucci, Chiara Merli, Debora Orrico, Maria Luisa Paleari, Angela Sirago Editore: Teva Italia s.r.l. Via Messina, 38 - 20154 Milano Redazione: Value Relations® tel. 02-20241357 – fax 02-29528200 [email protected] Coordinamento editoriale: Francesca Cantiani Art & Graphic design: Stefania Costa In questo numero l Educare alla contraccezione l Evoluzione farmacologica della pillola l La parola alla scienza: esperti a confronto l Le italiane e la contraccezione l Il termine pillola nella storia 2-3 4-5 6-7 news anno 2 - numero 1 - Febbraio/Marzo 2012 www.tevaitalia.it www.equivalente.it www.tevalab.it www.theramex.it news Edizione Speciale: la contraccezione news E d i z i o n e s p e c i a l e : l a c o n t r a c c e z i o n e La pillola Nell’America degli Anni ’50, il controllo delle nascite era proibito dalla Chiesa cattolica e in alcuni Stati era addirittura illegale. Nonostante ciò Margaret San- ger, un’attivista per i diritti delle donne, e Katherine McCormick, un’ereditiera dell’alta società, crearono una pillola che proteggeva le donne dalla gravi- danza. Scovarono due improbabili me- dici con un piccolo laboratorio: Gregory Pincus, un biologo soprannominato “Dr. Frankenstein”, per aver effettuato con successo una fecondazione in vitro di un coniglio nel 1934, e John Rock, un medico cattolico e conservatore, spe- cialista in fertilità. Nel 1957 i risultati delle loro ricerche furono venduti negli USA sotto il nome di Enovid, un tratta- mento contro i disturbi mestruali, con la dicitura sulla confezione: “Questo medicinale eviterà l’ovulazione”. In meno di due anni, più di mezzo mi- lione di americane soffrivano improv- visamente di disordini mestruali. A partire dal 1960, la pillola iniziò a es- sere venduta in gran parte degli States come contraccettivo. L’anno seguente fu messa in vendita in Europa con il nome di Anovlar. In Italia fu autorizzata nel 1967 per fini terapeutici ma solo nel 1976 il ministro della Sanità abrogò le norme che vietavano la vendita della pillola anticoncezionale. Nonostante siano trascorsi 50 anni la pillola continua a essere poco conosciu- ta. Più del 40% degli americani pensa- no che la sua percentuale di efficacia sia del 50%, quando in realtà oscilla tra il 92-98%. Il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa per l’utilizzo della con- traccezione orale, con una percentuale del 14,2% ferma agli stessi livelli di Tu- nisia (14,5%), Botswana (14,3%) e Iraq (14,6%). L’atteggiamento delle donne italiane è frutto di resistenze culturali ma è anche il risultato di informazioni scientificamente un po’ superficiali su- gli effetti a breve o a lungo termine del farmaco. In realtà la ricerca medica ha cambiato profondamente il contenuto della pillola rispetto ai primi anni, con la sintesi di nuovi progestinici, il pro- gressivo ridursi dei dosaggi efficaci e la diminuzione degli effetti collaterali. La pillola anticoncezionale è stata una delle scoperte scientifiche e delle innovazioni sociali più importanti del ’900. Ha appena compiuto 50 anni e la sua nascita assomiglia a un thriller storico.

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La pillola anticoncezionale è stata una delle scoperte scientifiche e delle innovazioni sociali più importanti del ’900. Ha appena compiuto 50 anni e la sua nascita assomiglia a un thriller storico.

Transcript of La contraccezione

Page 1: La contraccezione

Innovazione in contraccezione

Editoriale

Avere 50 anni e non dimostrarli, anzi essere ancora più efficace, innovativa e semplice da usare. Si tratta della pillola anticoncezionale che è andata incontro, nel corso degli anni, a una serie di miglio-ramenti con formulazioni nate per offrire benefici aggiuntivi in termini di benesse-re, risolvendo alcuni disturbi femminili molto diffusi.Le pillole di ultima generazione rispon-dono meglio alle esigenze delle donne, con un profilo benefici-rischi a favore dei primi. Su questa linea si è mossa anche la ricerca e lo sviluppo di Teva Theramex, da sempre alleata della salute della don-na. La sfida era sviluppare una pillola con estradiolo naturale, capace di incontrare le principali attese delle donne da sempre attente a usare prodotti più vicini alla fi-siologia femminile. Un obiettivo raggiun-to con la prima pillola anticoncezionale monofasica, che segna una nuova era nel campo della contraccezione orale.Questa nuova pillola si basa infatti sulla combinazione di 2 ormoni steroidei: il 17 ß-estradiolo, un estrogeno struttu-ralmente identico a quello prodotto na-turalmente dalle ovaie durante il ciclo e il nomegestrolo acetato, un progestinico già da tempo impiegato per i disturbi del ciclo nella donna fertile e, associato all’estrogeno, per la protezione endo-metriale nella donna in menopausa che utilizza una terapia sostitutiva ormonale. Ma la vera innovazione riguarda i van-taggi per la salute della donna. La nuova pillola provoca infatti un flusso più breve e più leggero, non determina alterazioni clinicamente significative a carico dei parametri lipidici, di quelli della coa-gulazione e del metabolismo glucidico. Inoltre l’estradiolo non ha gli effetti epatici dell’etinilestradiolo (EE), a oggi pressoché l’unico estrogeno utilizzato in contraccezione. Il nuovo contraccettivo orale di Teva for-nisce quindi semplicità d’uso e un buon profilo in termini di tollerabilità, rispet-tando la fisiologia femminile. Insomma una pillola per tutte le donne, innovativa, affidabile e soprattutto con estrogeno naturale.

Carlo CapoB.U. Branded Products Director Teva Italia

Supplemento speciale di ratiopharm newsreg. Tribunale di Milano n. 790 del 22 dicembre 2006

Direttore responsabile: Massimo CherubiniDirettore editoriale: Giorgio ForestiIn redazione: Eleonora Benfatto, Viviana Castelli, Eleonora Cossa, Ilaria Del Buono, Angela Del Giudice, Cristina Depaoli, Luigi De Santis, Marco

Grespigna, Antonella Martucci, Chiara Merli, Debora Orrico, Maria Luisa Paleari, Angela Sirago

Editore: Teva Italia s.r.l.Via Messina, 38 - 20154 Milano

Redazione: Value Relations®tel. 02-20241357 – fax [email protected] editoriale: Francesca CantianiArt & Graphic design: Stefania Costa

In questo numero

l Educare alla contraccezione l Evoluzione farmacologica della pillola

l La parola alla scienza: esperti a confronto

l Le italiane e la contraccezionel Il termine pillola nella storia

2-3 4-5 6-7

newsanno 2 - numero 1 - Febbraio/Marzo 2012

www.tevaitalia.itwww.equivalente.it

www.tevalab.itwww.theramex.it

news

Edizione Speciale: la contraccezione news

E d i z i o n e s p e c i a l e : l a c o n t r a c c e z i o n e

La pillola

Nell’America degli Anni ’50, il controllo delle nascite era proibito dalla Chiesa cattolica e in alcuni Stati era addirittura illegale. Nonostante ciò Margaret San-ger, un’attivista per i diritti delle donne, e Katherine McCormick, un’ereditiera dell’alta società, crearono una pillola che proteggeva le donne dalla gravi-danza. Scovarono due improbabili me-dici con un piccolo laboratorio: Gregory Pincus, un biologo soprannominato “Dr. Frankenstein”, per aver effettuato con successo una fecondazione in vitro di un coniglio nel 1934, e John Rock, un medico cattolico e conservatore, spe-cialista in fertilità. Nel 1957 i risultati delle loro ricerche furono venduti negli USA sotto il nome di Enovid, un tratta-

mento contro i disturbi mestruali, con la dicitura sulla confezione: “Questo medicinale eviterà l’ovulazione”.In meno di due anni, più di mezzo mi-lione di americane soffrivano improv-visamente di disordini mestruali. A partire dal 1960, la pillola iniziò a es-sere venduta in gran parte degli States come contraccettivo. L’anno seguente fu messa in vendita in Europa con il nome di Anovlar. In Italia fu autorizzata nel 1967 per fini terapeutici ma solo nel 1976 il ministro della Sanità abrogò le norme che vietavano la vendita della pillola anticoncezionale. Nonostante siano trascorsi 50 anni la pillola continua a essere poco conosciu-ta. Più del 40% degli americani pensa-

no che la sua percentuale di efficacia sia del 50%, quando in realtà oscilla tra il 92-98%. Il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa per l’utilizzo della con-traccezione orale, con una percentuale del 14,2% ferma agli stessi livelli di Tu-nisia (14,5%), Botswana (14,3%) e Iraq (14,6%). L’atteggiamento delle donne italiane è frutto di resistenze culturali ma è anche il risultato di informazioni scientificamente un po’ superficiali su-gli effetti a breve o a lungo termine del farmaco. In realtà la ricerca medica ha cambiato profondamente il contenuto della pillola rispetto ai primi anni, con la sintesi di nuovi progestinici, il pro-gressivo ridursi dei dosaggi efficaci e la diminuzione degli effetti collaterali.

La pillola anticoncezionale è stata una delle scoperte scientifiche e delle innovazioni sociali più importanti del ’900. Ha appena compiuto 50 anni e la sua nascita assomiglia a un thriller storico.

Page 2: La contraccezione

Per molte donne l’uso della pillola contraccetti-va è ancora un tabù, soprattutto per l’influenza di tradizioni culturali e per paura di eventuali ef-fetti negativi sul proprio corpo. Secondo recenti dati dello studio delle Nazioni Unite “World Con-trapcetive Use 2011”, in Italia soltanto il 14,2% delle donne si affida alla pillola anticoncezio-nale a differenza di altre nazioni europee, dove le percentuali risultano decisamente maggiori, come Portogallo (58,9%) e Germania (52,6%). “Le donne italiane hanno ancora molti timori nel manipolare il proprio corpo, modificando, attraverso la pillola, il normale ritmo biologico” spiega Rossella Nappi, professore associato della Sezione di Clinica Ostetrica e Gineco-logica IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, Università di Pavia. “Ma non sempre ciò che è chimico è negativo, soprattutto se frutto di ap-profondita ricerca. Oggi siamo riusciti a ottene-re vantaggi sia fisici, sia psicologici e si è ridotto al minimo l’impatto sul corpo. L’estrogeno natu-rale è particolarmente apprezzato perché non viene avvertito come estraneo. Le donne degli altri Paesi europei lo hanno capito e sanno che la contraccezione orale regola un mix di fattori che può rafforzare il senso di benessere fisico e mentale”. Secondo la prof. Nappi la nuova fron-tiera consiste “nell’offrire prodotti semplici e naturali per permettere a tutte le donne di ope-rare con serenità la scelta più in linea con l’equi-librio della loro femminilità, in ciascuna fase della vita fertile, a partire dall’adolescenza”. Nel nostro Paese le più giovani mostrano infatti una certa diffidenza e rimandano fino a 22 anni l’età della prima assunzione rispetto al resto d’Europa dove avviene intorno ai 17 anni. “Le ragazze assumono la pillola in età più adulta perché hanno bisogno di un confronto matu-ro con se stesse e con lo specialista. Non tut-te hanno l’opportunità di parlare in famiglia di contraccezione” spiega l’esperta. Per questo l’informazione scientifica diventa fondamenta-le soprattutto per le più giovani che spesso si avvicinano al sesso in maniera inconsapevole e senza usare precauzioni (circa il 37% delle ra-gazze). “Parlare di contraccezione a 360 gradi,

in un linguaggio semplice ma preciso” aggiunge la prof. Nappi, “aiuta la ragazza a essere prota-gonista della propria sessualità, senza delegare al partner una scelta così importante. La pillola racchiude un significato profondo, in modo par-ticolare nell’adolescenza: sottende il progetto di

ogni donna, di come vuole crescere e di quale deve essere la responsabilità nelle proprie scelte. Dobbiamo aiutare le adolescenti a pensare alla pillola come a un’amica del cuore che, nel modo più naturale e con l’aiuto del ginecologo, le guida sulla strada della femminilità adulta”.

Educare alla contraccezione e la pilloladiventa un’amicaLa contraccezione orale è sinonimo di progettualità, crescita e responsabilità ma è necessario parlarne in modo semplice e naturale.

Edizione Speciale: la contraccezione2 news

news

Uso pillola in Italia

Fonte: Istat + IMF anno 2011

Sardegna30,30%

Valle d’Aosta23%

Piemonte18,80%

Liguria20,10%

Lombardia18,60%

Emilia R.18,50%

Toscana18%

Veneto15,60%

Friuli V. G.16,60%

Trentino17,80%

Lazio14,30%

Umbria14%

Puglia9,10%

Sicilia10,80%

Campania7,20%

Basilicata7,20%

Età del primo utilizzo della pillola in Europa

Fonte: The European Journal of Contraception and Reproductive Health Care, Dicembre 2010

Francia

18anni

Germania

17anni

Italia

22anni

Spagna

21anni

UK

17anni

Page 3: La contraccezione

La pillola contraccettiva ha rivoluzionato i co-stumi di un’intera società fin dal suo esordio, partecipando in larga parte all’emancipazione della donna. L’evoluzione della ricerca farma-cologica, a partire dalla prima pillola realiz-zata negli Anni ‘60, ha portato il farmaco a seguire cambiamenti per renderla sempre più vicina alle esigenze della donna. Oggi, grazie a formulazioni sempre più innovative e natu-rali, la pillola contraccettiva ha meno effetti collaterali e maggiori margini di sicurezza e di affidabilità.“Negli ultimi anni si sono registrati notevoli passi avanti nella formulazione delle pillo-

le anticoncezionali e c’è stata una progres-siva riduzione dei dosaggi di estrogeni che inizialmente erano sintetici, fino ad arrivare agli estrogeni naturali che l’organismo rico-nosce come propri”, spiega Angelo Cagnacci, professore associato di Ostetrica e Gineco-logia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. “La pillola contraccettiva è composta da estrogeni e da progestinici; i dosaggi della componente estrogenica, sintetica, sono stati progressivamente ridotti con conseguente di-minuzione degli effetti collaterali. Un ulteriore miglioramento è avvenuto quando dall’estro-geno sintetico, cioè dall’etinilestradiolo, si è passati all’estradiolo, cioè l’estrogeno naturale prodotto normalmente dalla donna durante la vita fertile e che l’organismo riconosce come proprio. Questo tipo di estrogeno ha effetti collaterali inferiori se non quasi assenti rispet-to all’estrogeno della pillola classica. A ciò si aggiunge un’evoluzione della componente pro-gestinica delle pillole. Inizialmente i progesti-nici erano derivati dal testosterone, quindi da ormoni di tipo maschile e avevano una forte componente androgenica, ma con il tempo i dosaggi sono stati ridotti”.Si parla sempre meno quindi di effetti colla-

terali e sempre più di vantaggi, che dipen-dono dal tipo di pillola prescritta. “Potendo utilizzare diverse formulazione, con estrogeni sintetici o estrogeni naturali, possiamo indi-viduare la terapia contraccettiva più adatta a ciascuna donna” prosegue il prof. Cagnacci. “La contraccezione può essere disegnata sul-le esigenze dei vari organismi e delle diver-se donne a seconda del fisico e dell’età. Ogni donna risponde in maniera diversa alle pillole che somministriamo, ma in genere non si ri-scontrano particolari problemi. Ci può essere il rischio di incremento di alcune malattie car-diovascolari in donne più avanti con l’età, ma in questo caso prescriviamo pillole di nuova generazione in cui gli effetti collaterali si ridu-cono notevolmente”.In Italia tuttavia permangono ancora alcuni fattori di tipo culturale e religioso che limita-no l’uso della pillola. “Sulla contraccezione c’è sempre stata una scarsa informazione, figlia di numerosi tabù” conclude il prof. Cagnacci. “La donna italiana ancora oggi pensa meno alla pianificazione a lungo termine e prende in considerazione il contraccettivo solo quando ne ha bisogno, piuttosto che programmare la propria contraccezione”.

Dosaggi ridotti, estrogeni naturali e meno effetti collaterali: così è cambiata la pillola negli anni.

ZOELY ™ZOELY ™ è un contraccettivo orale combinato (COC), monofasico, basato sulla combinazione di 2 ormoni steroidei: il 17 ß-estradiolo, un estro-geno strutturalmente identico a quello prodotto naturalmente dalle ovaie durante il ciclo e il no-megestrolo acetato, un progestinico già da tem-po impiegato per i disturbi del ciclo nella donna fertile e, associato all’estrogeno, per la protezio-ne endometriale nella donna in menopausa che utilizza una terapia sostitutiva ormonale. Come le altre pillole contraccettive Zoely agisce bloc-cando l’ovulazione, alterando il muco cervicale e assottigliando l’endometrio (il rivestimento inter-no dell’utero). La combinazione del 17 ß-estradiolo e del nome-gestrolo acetato offre diversi vantaggi: provoca un flusso più breve e più leggero, non altera i parametri lipidici, quelli della coagulazione e del metabolismo glucidico. Inoltre l’estradiolo non ha gli effetti epatici dell’etinilestradiolo (EE), ad oggi pressoché l’unico estrogeno utilizzato in contrac-cezione. L’EE può essere 100, 300 o 500 volte più potente dell’estradiolo in base ai ripetuti processi di metabolizzazione epatica a cui va incontro che possono essere gravati da specifiche differenze interindividuali, contrariamente a quanto accade all’estradiolo. Il nomegestrolo acetato si contrad-distingue per avere, oltre a un eccellente legame con i recettori per il progesterone, solo un mode-sto effetto antiandrogenico, considerato benefico in relazione ad alcuni inestetismi.

Edizione Speciale: la contraccezione 3news

news

Uso Pillola in EuropaFonte: “World contrapcetive use” 2011 Nazioni Unite

PORT

OG

ALLO

58,90%

GER

MAN

IA

FRAN

CIA

BELG

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ITAL

IA

SPAG

NA

GRE

CIA

4,80%52,60%

41,50%44,80%

40%28%

14,20%17,20%

L’evoluzione del contraccettivo orale per rispondere alle esigenze della donna

Page 4: La contraccezione

La parolaw

Edizione Speciale: la contraccezione4 news

news

Francesca Merzagora

Come è cambiato nell’ultimo decennio l’atteggiamento delle donne verso la contraccezione?

Si è verificata una maggior apertura da parte delle donne al tema della contraccezione accompagnata da un incremento dell’impiego della pillola. La ragione è da ricercare nei profon-di cambiamenti sociali e culturali e in una maggior sensibilizzazione delle donne verso la propria salute sessuale e riproduttiva.

Qual è la ragione per cui la contraccezione ormonale è preferita dalle donne?

I dati disponibili documentano che la pillola è il metodo anticoncezionale più utilizzato, il cui impiego è raddop-piato nel corso dell’ultimo decennio, soprattutto per il senso di sicurezza e di libertà che offre. A ciò si aggiunge il fatto che, se da un lato sono diminuite le preoccupazioni relative ai possibili effetti collaterali, dall’altro sono stati evidenziati, oltre alla potenziale azio-ne protettiva verso alcune malattie e

neoplasie, gli effetti positivi nel ridur-re le irregolarità del ciclo mestruale e i disturbi correlati alla menopausa.

Dal suo punto di vista privile-giato ritiene che le donne sia-no sufficientemente informate sulla contraccezione orale e, che cosa si potrebbe fare per migliorare l’educazione alla contraccezione?

È necessario consolidare le basi di una cultura della contraccezione con-sapevole. In questo senso è insosti-tuibile la figura del ginecologo, quale fonte d’informazione privilegiata con cui condividere il processo decisiona-le per operare una scelta consapevo-le e personalizzata. Nel nostro Paese manca purtroppo, a livello nazionale, un progetto organico e strutturato di educazione alla sessualità, alla salute riproduttiva e alla contraccezione.

8 donne su 10 sopra i cin-quant’anni sono convinte che la pillola aumenti il proprio

benessere fisico. Ma solo 16 adolescenti su 100 la usano regolarmente. Perché in Italia la contraccezione è ancora con-siderata un tabù?

Al di là delle ragioni individuali di ca-rattere psicologico e della diffusa reti-cenza a parlare di sessualità e contrac-cezione, molte donne, soprattutto le più giovani, temono gli effetti collate-rali, in particolare quelli estetici, quali ritenzione idrica e aumento di peso.

La contraccezione orale però è cambiata. Oggi ci sono pillole con estrogeno naturale. Che cosa rappresentano per il be-nessere femminile?

Questi preparati, che associano a un’elevata sicurezza contraccettiva un’alta tollerabilità e un minimo im-patto metabolico, rappresentano una vera rivoluzione nel campo della con-traccezione e costituiscono una valida alternativa per le donne che sono restie all’uso della pillola tradizionale per il timore di assumere derivati sintetici.

Presidente O.N.DaOsservatorio Nazionale sulla salute della Donna

wChiara Benedetto

Quali sono le evoluzioni far-macologiche della pillola con-traccettiva e a che cosa hanno mirato?

Nel corso degli anni il principale obiet-tivo dell’evoluzione farmacologica della pillola contraccettiva è stato, da un lato quello di diminuire gli effetti collaterali e i possibili rischi, dall’altro di migliorare il controllo del sangui-namento uterino e la compliance. Si è agito soprattutto su due versanti: diminuendo la dose di etinilestradio-lo e/o introducendo nuove molecole estrogeniche o progestiniche con mi-nor impatto metabolico. Per quanto riguarda la componente estrogenica, l’utilizzo dell’estrogeno naturale in forma micronizzata consente di ri-durre l’impatto metabolico, epatico e vascolare rispetto all’etinilestradiolo. Per quanto riguarda la componente progestinica, si è cercato di ridurre l’effetto androgenico dei progestinici di sintesi identificando nuove moleco-le con maggiore affinità di legame ai recettori del progesterone e con scar-

sa attività androgenica o addirittura dotati di attività anti androgenica.

Quali sono i vantaggi in termini di prevenzione e di tollerabili-tà di una pillola con estrogeno naturale?

Recenti dati di letteratura dimostrano che l’estrogeno naturale non ha effet-ti negativi sul metabolismo lipidico e glicidico. In particolare, dopo sei mesi di utilizzo di una pillola monofasica contenente 17 β-estradiolo e nomege-strolo acetato, il profilo lipidico risulta sostanzialmente immodificato, rispet-to al pretrattamento, e i cambiamen-ti nei parametri glicidici e insulinici sono trascurabili a differenza di ciò che si osserva con un preparato a base di etinilestradiolo e levonogestrel. Inoltre la pillola con 17 β-estradiolo presenta un profilo emostatico più favorevole: infatti ha un minor effetto sulla sintesi delle proteine epatiche e sugli indici di emostasi rispetto al preparato contenente levonogestrel e etinilestradiolo.

Le donne mostrano ancora qualche timore. A che cosa sono legate queste paure e so-prattutto sono giustificate?

A cinquant’anni dall’avvento della pil-lola contraccettiva molte donne hanno ancora diversi pregiudizi e timori in gran parte ingiustificati. Ad esempio, temono che la pillola aumenti il peso corporeo e la ritenzione idrica, faciliti lo sviluppo di tumori e influenzi negati-vamente la fertilità futura. I dati scien-tifici invece dimostrano che con i nuovi preparati estro progestinici il rischio di aumento di peso e di ritenzione idrica è minimizzato e che dopo la sospensio-ne della pillola la fertilità si ripristina rapidamente. Per quanto riguarda lo sviluppo di tumori, la pillola estro pro-gestinica risulta addirittura protettiva nei confronti del carcinoma dell’ovaio e dell’endometrio. Inoltre presenta altri effetti benefici non contraccettivi come la riduzione della dismenorrea, della sindrome premestruale, dell’acne, e della patologia mammaria benigna (ci-sti, fibroadenomi).

Professore ordinario e direttore Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche Università Torino

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walla scienza

Edizione Speciale: la contraccezione 5news

news

wGiuseppeMele

Quando è indicato fare una visita ginecologica in età pediatrica?

Nelle bambine in età prepubera-le l’esame consiste in un’ispezione esterna, sufficiente a determinare la diagnosi della maggior parte delle indicazioni, soprattutto perdite vagi-nali ricorrenti, perdite ematiche, com-parsa di segni di sviluppo puberale, senza dimenticare che già dalle prime visite è importante valutare eventuali alterazioni morfologiche provocate da anomalie del cariotipo o malattie endocrine.

Per una adolescente a quale età è consigliata la prima visita?

Secondo l’Associazione dei Ginecolo-gi Americani (ACOG) la prima visita è indicata tra i 13 e i 15 anni. Difficil-mente a questa età è necessaria una visita vera e propria, quale può esse-re quella di una donna sessualmente attiva, ma la prima visita rappresenta l’occasione per stabilire un contatto con lo specialista e ricevere informa-zioni sulla maturazione sessuale, le

malattie sessualmente trasmesse, la contraccezione.

Quali sono le problematiche che emergono nel transitional care, ossia in quel momento di passaggio in cui le ragazze di 11-15 anni non sono più di competenza pediatrica, ma non hanno ancora raggiunto l’età adulta?

In Italia l’assistenza pediatrica termi-na a 14 anni e solo in casi particolari può essere prolungata fino a 16 anni. In questa fascia di età le ragazze sono costrette a interrompere il rapporto di cura con il pediatra per passare all’assistenza del medico di Medicina Generale. È molto difficile che si svi-luppi in poco tempo quel rapporto di confidenza che permette a una ragaz-za di parlare liberamente di proble-matiche inerenti la sfera genitale e la sessualità. Si crea quindi un vuoto assistenziale, quando all’adolescente servirebbe invece una figura di riferi-mento a cui rivolgersi.

Qual è l’utilità psicologica della visita ginecologica per un’adolescente?

L’idea di avere un consulto con un gine-cologo solitamente è motivo di grande imbarazzo e paura per un’adolescente. Spesso è necessario spiegare l’impor-tanza della visita, come si svolgerà, il tipo di domande che possono essere poste e dare indicazioni sulle proble-matiche che possono essere affrontate, per avere dalla visita il migliore bene-ficio. È importante fare capire che una visita a questa età ha sempre uno scopo pre-ventivo ed è un’importante occasione per avere notizie precise sulla preven-zione delle gravidanze, sulle malattie sessualmente trasmesse, sugli stili di vita che hanno ripercussioni anche sul-la sfera genitale. Infine se l’adolescente ha già problemi ginecologici, anche minori, la visita sarà l’occasione per valutare piccoli problemi quali le irre-golarità mestruali e i malesseri legati al ciclo, che spesso interferiscono pe-santemente nella sua attività.

Presidente FIMPFederazione Italiana Medici Pediatri

ElenaBeretta

A che età le adolescenti si rivolgono al consultorio per avere consigli sulla contracce-zione? Quali sono le domande e i dubbi più frequenti in me-rito all’uso della pillola?

Nei consultori esiste uno “spazio gio-vani” a cui i ragazzi possono accedere liberamente fino ai 22 anni. In genere si tratta di ragazze dai 16 ai 19-20 anni, che pongono domande su quel-lo che hanno sentito dalle amiche e hanno bisogno di chiarezza. Arrivano anche ragazzi per informazioni di ca-rattere preventivo.

Anche se minorenni e senza esplicito consenso dei geni-tori, è possibile richiedere la contraccezione ormonale in un consultorio familiare. In quali casi il ginecologo decide di prescrivere la pillola? Gli esa-mi prescritti sono un ostacolo per le adolescenti nell’uso della pillola?

Decidiamo di prescrivere un contrac-

cettivo quando capiamo che le ragaz-ze hanno rapporti sessuali e faccia-mo loro presente che la gravidanza è un’eventualità, ma ci sono anche malattie sessualmente trasmissibili. Gli esami vengono prescritti nel caso in cui si siano verificati problemi car-diocircolatori a genitori o a parenti in giovane età. Siamo titubanti a pre-scrivere la pillola se la ragazza è una grande fumatrice. A volte le giovani coinvolgono la madre, ma preferiamo che vengano da sole, perché per loro è un momento di crescita.

C’è ancora poca informazione, a scuola e in famiglia, sul tema della contraccezione e sull’uso della pillola fin da giovani. Quanto è alto il rischio che le ragazze utilizzino metodi riparatori, come la pillola del giorno dopo?

Il rischio è abbastanza alto. Manca il senso di responsabilità nei giovani, che spesso hanno rapporti non pro-tetti, pur conoscendo il rischio che

corrono. A volte le ragazze si rivol-gono a noi, prendono la pillola e la interrompono quando chiudono una storia, non utilizzandola più neanche in seguito.

La pillola contraccettiva è un metodo ancora poco usato in Italia rispetto ad altri Paesi europei. Quali sono le maggio-ri paure legate al suo utilizzo?

Le giovani dicono di aver paura di in-grassare, anche se poi fumano e non fanno sport, seguendo uno stile di vita che incide sull’aumento di peso più della pillola. A ciò si aggiunge la paura di perdere la fertilità e di au-mentare le probabilità di cancro al seno. Spesso la cattiva informazione arriva non solo dai media e da inter-net, ma anche dai medici di base, dalla famiglia e dalle amiche. Gli insegnanti mi chiedono consigli su come affrontare con gli studenti l’ar-gomento della sessualità e della con-traccezione, tematiche troppo spesso ignorate nelle scuole.

Ginecologo consultoriale

Page 6: La contraccezione

Edizione Speciale: la contraccezione6 news

newsLa pillola dei sogni

Qual è la percezione della pillola non solo nell’immaginario collettivo femminile ma an-che nell’effettivo utilizzo? A rivelarlo una ricerca realizzata da Doxa Marketing Advice, su un campione di un migliaio di donne di tutta Italia.La pillola contraccettiva compie 50 anni ed è tem-po di tirare le somme. Nonostante molte donne temano ancora le ripercussioni che la pillola con-traccettiva possa avere sulla loro salute, la maggior parte delle italiane la considera il metodo anticon-cezionale preferito. E la percentuale risulta piutto-sto alta secondo i dati di una recente ricerca con-dotta da Doxa Marketing Advice. L’analisi è stata effettuata nel mese di Febbraio, su un campione di mille donne in età fertile, per lo più sposate, dai 30 ai 50 anni, che abitano in Lombardia, Piemonte, Li-guria e Valle d’Aosta (27,6%), nel Nord-Est (19,9%), in centro Italia (20,8%) e nel Mezzogiorno (21,5%). Dall’indagine emerge che il 78,3% delle donne è favorevole all’utilizzo della pillola come metodo contraccettivo contro appena un 21,7%. E il mo-tivo non è affatto scontato: la pillola ha “liberato” le donne. Poter contare su un metodo efficace per controllare la propria fertilità ha dato alle nostre connazionali e non solo maggior sicurezza nel ge-stire la propria sessualità. Insomma la contracce-zione orale ha segnato una sorta di spartiacque nel processo di emancipazione della donna, che in questo modo è diventata padrona del controllo del proprio corpo. Un altro dato interessante è che anche il 42,4% di donne che usavano la pillola, ma per età o gravidanze ne hanno interrotto l’uso, con-tinuano a dimostrare un parere favorevole legato alla propria esperienza personale. Resta qualche motivo di resistenza legato soprattutto a eventuali effetti collaterali. Secondo la ricerca, il timore più diffuso è che la pillola non protegga da malattie a

trasmissione sessuale (62,5%), faccia ingrassare (47%) o sia scomoda perché occorre ricordarsi di prenderla tutti i giorni (32,3%). Ma ciò che stupisce è che tra i motivi di rifiuto, soprattutto tra le donne al di sotto di 25 anni, risulti la necessità di andare dal medico per la prescrizione. E proprio il ruolo del ginecologo appare piuttosto contraddittorio. Se per il 55,9% è importante affi-darsi al parere del medico per decidere quale me-todo anticoncezionale usare, lo stesso specialista influisce in modo relativo sulle scelte nell’ambito della contraccezione (29,7%). Le adolescenti non si sentono a proprio agio e dunque non parlano al ginecologo di sessualità e scelte contraccettive, preferendo affidarsi a informazioni ricavate dalle amiche o dai siti internet. Forte è il senso di fata-lità e di “onnipotenza” delle giovanissime, che non amano “medicalizzare” la propria sessualità, per timore di guastare il piacere, ignorandone invece l’aspetto di sicurezza e di prevenzione. Dai dati del-la ricerca Doxa risulta inoltre che le italiane sono abbastanza abitudinarie riguardo alla contracce-zione orale. Il 76,5% non ha mai cambiato pillola e il 78,3% afferma di non avere intenzione di pas-sare a un’altra marca o tipo. Ma esiste la pillola dei sogni? Su questo punto non ci sono dubbi. Il 44% la vorrebbe pensata per tutte, anche per quel-le (fumatrici, diabetiche, ecc.) per le quali oggi è sconsigliata, dovrebbe rendere meno problematico il ciclo (42%), essere facile da utilizzare (40,6%), più naturale, contenendo lo stesso tipo di estro-geni prodotti naturalmente dal corpo femminile,

(55,9%) e soprattutto dovrebbe ridurre al minimo effetti collaterali o piccoli inconvenienti (72,7%). Anche sotto quest’ultimo aspetto le italiane dimo-strano di avere le idee più chiare rispetto a qualche anno fa con solo qualche minima zona d’ombra.Se per esempio riguardo alle piccole perdite emati-che tra i due cicli (fenomeno tecnicamente definito “spotting”), il 74,8% dichiara di esserne a cono-scenza, il 58,5% invece non sa che l’utilizzo della pillola può determinare una graduale scomparsa del ciclo, anche se ciò non significa che sia in corso una gravidanza. Su un unico punto però tutte con-cordano: l’importanza di avere un dialogo aperto con il ginecologo, che deve essere in grado di parla-re con chiarezza fin dall’inizio delle eventuali pro-blematiche connesse con l’uso della pillola.

Il profilo delle donne intervistateFonte: Doxa 02-2012

AMPIEZZA CENTROPICCOLI < 30.000 ab. 43,5MEDI 30-100.000 ab. 22,2GRANDI > 100.000 ab. 34,4

Persone con cui si scambiano pareri sulla pillola

I vantaggi Gli svantaggiFonte: Doxa 02-2012 Fonte: Doxa 02-2012

Fonte: Doxa 02-2012 gruppo dei pari58%

figure professionali29,40%

famiglia12,60%

amiche (o amici) .........................................87,1 colleghe di lavoro ......................................39,2 fidanzato / partner .....................................38,2donne che partecipano a forum, blog .... 13,3

ginecologo .................................................... 53,1medico di famiglia ......................................22,8altro medico specialista ..............................8,3farmacista.......................................................5,9

sorelle (o fratelli) ........................................ 22,3genitori (madre e/o padre)........................ 16,2

Rispondenti: 842(si sono confrontate con altre persone)

GESTIONE DEL CICLO28,60%

STATO D’ANIMO19%

SICUREZZA18,90%

PRATICITA’14,10%

ASSENZA DI EFFETTI10,90%

BENEFICI ALLA SALUTE8,50%

SICUREZZA17,60%

IMPATTO SULLA SALUTE21,60%

EFFETTI COLLATERALI28,10%

SCARSA PRATICITA’32,80%

ISOLE

10,2

0%

NORD EST

19,9

0%

CENTRO

20,8

0%

SUDNORD OVEST

21,5

0%

27,6

0%

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Per gli antichi romani pillulam era una pallina o meglio una pallottolina. Bisogna arrivare al XIV secolo perché il temine pillola venga introdotto con una funzione medicale, dal significato serio e piuttosto sgradevole. Ma è solo negli ultimi 20 anni che il campo semantico della pillola si è sempre più ancorato al tema della contracce-zione e indirettamente a quello della sessualità. A rivelarlo è un’indagine semiotica realizzata a Febbraio 2012 da Doxa per Teva Italia, dal titolo “Pillola, evoluzione di senso”, che ripercorre la trasformazione del significato della parola “pillo-la”, riportandone alcune curiosità. L’analisi parte dalle diverse connotazioni del nome, a seconda del periodo storico di riferi-mento. Negli Anni ’50 prevale il significato medi-co originario: “Un medicamento ridotto a forma di pallottola, ovvero ravvolto nell’ostia, il pillola-io”, anche se il diminutivo conferisce, attraverso il fonosimbolismo “piLLola”, caratteristiche di piccolezza. Pillola, in quel periodo, è una parola che necessita comunque di una specificazione ed è sempre accompagnata da un aggettivo che denota la natura e la finalità del preparato (anal-gesica, digestiva, diuretica, ricostituente). Anche alcuni detti confermano il grande potere evocati-vo della parola, legato al senso di sgradevolezza.

Si afferma l’espressione “indorare la pillola” (che deriva dall’uso degli speziali di ricoprire le pillo-le di una foglia d’oro per renderle più accettabili al palato), ma anche “basta un po’ di zucchero e la pillola va giù”. Nel 1961 viene lanciata in Europa la pillola an-ticoncezionale, che non serve per curare ma per evitare “un meccanismo naturale ‘indicibile’ ma socialmente ‘desiderabile’, cioè la procreazio-ne”. L’aggettivo “contraccettiva” fa assumere alla pillola una connotazione negativa e il suo valore semantico tende a nascondersi nel tessuto socio-culturale di matrice cattolica. Da quanto conferma l’indagine Doxa, la pillola in quegli anni nel nostro Paese è ancora un tabù, tanto che i media e la stampa raramente la cita-no. È negli Anni ’80 che avviene la vera rivoluzio-ne semantica: la pillola anticoncezionale diventa “LA PILLOLA” per antonomasia. Il termine si cari-ca del significato socio-culturale più controverso ed è soltanto negli ultimi 20 anni che i temi del-la contraccezione e indirettamente quelli della sessualità fanno parte dell’identità linguistica della parola. Parallelamente, nell’ultimo venten-nio, grazie a un crescente interesse per tutto ciò che è naturale, la pillola contraccettiva ha subito poco alla volta una lieve erosione dell’immagine

a causa del tam tam mediatico e di un sempre maggiore scambio di informazioni tra le donne.Con il tempo l’immagine della pillola si è sem-pre più affrancata dagli aspetti moralistici, legati alle origini cattoliche, e del riverbero negativo dell’impatto dei primi dosaggi sulla salute. Oggi nuove accezioni hanno allargato ulterior-mente il campo semantico della parola, aumen-tandone il potere evocativo: sono nate, ad esem-pio, “la pillola blu” (Viagra) e “la pillola rosa” (VDesiderio). Si consolida e si esplicita in questo modo il legame della pillola con la sessualità non solo femminile ma anche maschile.

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newsCosì è diventata la

“pillola per antonomasia” Una ricerca semiotica di Doxa Marketing Advice rivela l’evoluzionedel termine pillola, dall’antica Roma ai giorni nostri.

I media e la stampa in Italia raramente citavano o si riferivano alla pillola

Il significato della parola pillola assume connotazioni diverse a seconda del periodo storico di riferimento

IERI

OGGI

PASSATO

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