La comunicazione nella campagna elettorale 2006

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La comunicazione nella Campagna elettorale 2006 Tematiche generali e Welfare nella stampa quotidiana di maggiore diffusione

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Indagine condotta nei due mesi precedenti le elezioni politiche dell'aprile 2006, volta ad analizzare lo spazio riservato alla tematica del welfare nella comunicazione elettorale nei sei media cartacei a maggiore diffusione sul piano nazionale: Il Corriere della Sera; La Repubblica; Il Sole 24 Ore; La Stampa; Il Messaggero; Il Giornale.

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La comunicazione nella Campagna elettorale 2006 Tematiche generali e Welfare nella stampa quotidiana di maggiore diffusione

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La comunicazione nella Campagna elettorale 2006 Tematiche generali e Welfare nella stampa quotidiana di maggiore diffusione

A cura di Daniela Bucci e Vanessa Compagno

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Direzione scientifica: Daniela Bucci e Vanessa Compagno

Elaborazioni statistiche: Vanessa Compagno

Analisi dei titoli: Silvia Onni

Hanno collaborato: Zaira Bassetti, Tiziana Falconi, Silvia Onni, Francesca Dota, Fabrizio Violante, Laura Pace Morino, Manuela Mansueti, Giusi Zollerano, Enza Lucia Vaccaro, Dario Sendoya Zuluaga, Arcangelo Cela. L’immagine in copertina è di Ivo Guderzo

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Questa ricerca è stata realizzata anche grazie al contributo di Dinamiche d'impresa consulting.

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INDICE Introduzione 7 I PARTE 9 1. Uno sguardo d’insieme 10

1.1. L’indice di evidenzia tecnica 11 1.2. L’indice di approfondimento 13 1.3. I contenuti e i temi trattati 16 1.4. Il framing 28 1.5. I quotidiani, i temi e le settimane 30

II PARTE 41 2. I Quotidiani e il Welfare 42 3. L’analisi dei titoli 44

3.1. Macro dati 44 3.2. La premessa e gli obiettivi dell’analisi 48 3.3. I dati: le tematiche del Welfare nei titoli 49 3.4. La presenza dei due leader nelle titolazioni 50

4. Il Welfare nella campagna elettorale 52 4.1. Chi ha parlato di Welfare? 53

4.1.1. Welfare e … 53 - Attori Esteri 53 - Attori Sindacali 54 - Attori Economici 56 - Attori istituzionali 57 - Attori Sociali 59 - Attori Politici 62

4.1.2. Attori Politici e … 67 - Lavoro e formazione 67 - Previdenza 68 - Sociale 70 - Sanità 72 - Politiche abitative 74

5. Quale Politica per quale Welfare? 75 5.1. Cosa bisogna fare? 75

5.1.1. Il Sole 24 Ore 77 5.1.2. La Repubblica 77 5.1.3. Il Giornale 78 5.1.4. La Stampa 79 5.1.5. Il Corriere della Sera 79 5.1.6. Il Messaggero 80

5.2. Come? 80 5.3. Quale modello? 83 5.4. Che rapporto tra Stato e Regioni? 86

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III PARTE 89 6. Un quadro delle proposte elettorali emerse nell’area Welfare 90

6.1. Cenni metodologici 91 6.2. Guida alla lettura dei piani fattoriali 92

7. Lavoro e formazione 94 7.1. Spiegazione degli assi fattoriali 97 7.2. Analisi dei piani fattoriali 100

8. Previdenza 108 8.1. Spiegazione degli assi fattoriali 109 8.2. Analisi dei piani fattoriali 111

9. Tematiche Sociali 114 9.1. Famiglia 114

9.1.1. Quale sostegno per la famiglia? 115 9.1.2. Spiegazione degli assi fattoriali 117 9.1.3. Analisi dei piani fattoriali 119 9.1.4. Verso una disciplina per le Unioni di fatto 121 9.1.5. Spiegazione degli assi fattoriali 127 9.1.6. Analisi dei piani fattoriali 129

9.2. Immigrazione 131 9.2.1. Spiegazione degli assi fattoriali 133 9.2.2. Analisi dei piani fattoriali 135

10. Sanità 138 10.1. Spiegazione degli assi fattoriali 140 10.2. Analisi dei piani fattoriali 143

11. Politiche abitative 151 11.1. Spiegazione degli assi fattoriali 152 11.2. Analisi dei piani fattoriali 154

APPENDICE 157 12. Nota metodologica 158

12.1. Analisi del contenuto come inchiesta 159 12.1.1. Scheda di rilevazione e software statistico 160 12.1.2. Costruzione della scheda di rilevazione 161

12.2. Analisi statistica testuale 162 12.2.1. Analisi delle titolazioni 163 12.2.2. Il campione di titoli 164

ALLEGATI 166 Scheda di rilevazione 167 �

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Introduzione Quanta rilevanza ha assunto all’interno della campagna elettorale per le scorse elezioni nazionali la tematica Welfare? Quanta visibilità hanno avuto i singoli aspetti che definiscono tale tematica? Come è stata affrontata la questione dei servizi e degli interventi sociali? Quale mappa di significati attribuiti ai diversi temi dagli schieramenti politici è emersa? Per rispondere a questi interrogativi, l’Associazione Nuovo Welfare ha realizzato una ricerca empirica mirante ad analizzare la comunicazione a carattere politico nei sei media cartacei a maggiore diffusione sul piano nazionale1, relativamente al periodo comprendente i due mesi precedenti le scorse elezioni politiche. L’indagine si è proposta di approfondire tre diversi livelli di analisi:

• un livello “macro”, che esamina il peso, la rilevanza spaziale e l’approfondimento delle varie tematiche affrontate nell’ambito della scorsa campagna elettorale;

• un livello “meso”, che esamina il peso e l’accezione assunti dalla tematica Welfare nell’ambito di tutti i temi oggetto del confronto elettorale;

• un livello “micro”, che valuta e indaga lo spazio riservato alle singole sottodimensioni in cui può essere scomposta la più vasta tematica del Welfare.

La ricerca nasce dall’ipotesi che se i mass-media hanno un ruolo importante nel sottoporre ad attenzione i provvedimenti legislativi e i temi di campagna elettorale, allora sussiste una relazione tra le reti mediali e l’evoluzione in itinere della campagna elettorale stessa. Data la progressiva contrazione dei comizi elettorali, e la riduzione del contatto diretto tra elettore e probabile eletto, la funzione di fornire informazioni sui propositi, le promesse e i programmi elettorali è svolta soprattutto dai media, divenuti le nuove piazze d’incontro tra i cittadini e gli esponenti politici. L’annuncio di un provvedimento non è, tuttavia, sufficiente perché l’opinione pubblica se ne interessi: i partiti, nel proporre una nuova legge o nuove direzioni politiche, devono elaborare una serie di strategie per farle accogliere dalla società, ossia devono trovare una certa base di consenso per poter giustificare il proprio operato. Sussiste, quindi, una relazione tra […] le modalità attraverso le quali le istituzioni arrivano ad una decisione e le forme che assume il processo di comunicazione politica: è la stessa [relazione] che si stabilisce tra una chiave e la sua serratura […] (Fedele M., 1993, p. 55). Se le decisioni e le proposte politiche hanno bisogno di consenso per essere attuate, allora c’è bisogno di un ampio lavoro di comunicazione per costruirlo. Poiché i media influenzano la percezione del pubblico circa l’importanza di un argomento2, è anche per questo che essi esercitano un ruolo non trascurabile nella costruzione sociale della realtà3.

1 Il Corriere della Sera; La Repubblica; Il Sole 24 Ore; La Stampa; Il Messaggero; Il Giornale. 2 Secondo l’ipotesi detta agenda-setting, il risalto che i media dedicano a un problema influenza la percezione del pubblico circa la sua importanza. 3 Per costruzione della realtà sociale da parte dei media si vuol intendere, in questo lavoro, che […] le rappresentazioni elaborate e diffuse dai media (con una loro propria logica di istituzione) possono divenire risorse conoscitive e sociali per l’interazione dei soggetti […] (Wolf, 1996, p. 118).

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Il rapporto di ricerca si articola in tre parti. Nella I parte vengono illustrate le caratteristiche fondamentali del campione oggetto d’indagine. Il corpus di 3280 pezzi giornalistici inerenti la passata campagna elettorale, selezionati nelle 8 settimane precedenti le scorse elezioni politiche, viene analizzato allo scopo di mettere in luce contenuti e modalità di trattazione, grado di visibilità nelle pagine dei quotidiani e livello di approfondimento. Esaminando le tematiche affrontate nei pezzi giornalistici considerati, emerge il primato del Welfare, seguito da Politica interna e Politica fiscale, al contrario di Ambiente e Mezzogiorno che si configurano come gli argomenti meno presenti. Ad una più attenta osservazione, la trattazione di tematiche politiche non appare però privilegiata dai quotidiani in esame. La probabilità, infatti, che non vi siano temi politici concernenti programmi e proposte elettorali nei pezzi giornalistici analizzati è di circa 10 a 1. Tale rapporto sta ad indicare che per ogni volta in cui si affronta un tema politico ce ne sono almeno altre 10 in cui non si fa alcun accenno a programmi e proposte. Infine, lo studio dei temi trattati in rapporto alle diverse settimane d’indagine permette di individuare le caratteristiche peculiari dei diversi quotidiani oggetto di rilevazione. Nella II parte si entra nel vivo della tematica Welfare. L’analisi delle titolazioni mostra come tale argomento non sia stato privilegiato nell’elemento grafico più visibile di un quotidiano, il titolo appunto, al contrario di quanto emerso nell’analisi del contenuto dei pezzi giornalistici. Considerando gli attori coinvolti nella scorsa campagna elettorale, su 867 soggetti che hanno affrontato sui quotidiani il tema in questione, la maggioranza (659) è rappresentata da personalità politiche, mentre scarsa è la presenza sull’argomento di altre realtà operanti nella società. Infine, un intero capitolo è dedicato alla concezione di Welfare trasmessa dai quotidiani analizzati. Lo studio mette in luce l’assenza, nella scorsa campagna elettorale, di un dibattito sugli indirizzi generali e gli orientamenti posti a fondamento delle politiche sociali. La discussione appare, infatti, molto più schiacciata sulle questioni monetarie (non per questo poco importanti), piuttosto che sulle linee strategiche, che hanno a che fare con gli “ideali” e dovrebbe indirizzare l’azione politica dei prossimi anni a sostegno del benessere della popolazione. La III parte si concentra sullo studio approfondito, mediate il ricorso all’analisi fattoriale, delle proposte/posizioni espresse dai diversi attori coinvolti nella scorsa campagna elettorale in merito alle varie sottotematiche dell’area Welfare (Lavoro e formazione, Previdenza, Sociale, Sanità, Politiche abitative). Nel dettaglio, possiamo osservare che, su un totale di 80 indicatori/argomenti individuati dal gruppo di ricerca, i soggetti coinvolti nel dibattito elettorale sui quotidiani hanno manifestato i propri programmi politici unicamente in relazione a 37 indicatori/argomenti (a cui risultano associate 79 modalità di risposta), lasciando scoperte numerose aree d’indagine e trascurando, quindi, molti settori d’intervento, riflesso di altrettanti bisogni, espressi o inespressi, della popolazione. Le sottotematiche più significative, in termini di ricchezza di argomenti trattati, sono il Lavoro (ma non la formazione) e il Sociale (limitatamente ad alcune aree d’intervento). Nell’appendice alla ricerca è possibile consultare la nota metodologia. Infine, negli allegati, viene riportata la Scheda di rilevazione utilizzata nell’indagine.

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I PARTE

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1. Uno sguardo d’insieme Da una prima lettura dei dati raccolti si evidenzia che nelle 8 settimane analizzate (dal 9 febbraio all’8 aprile 2006) sono stati registrati, all’interno delle 6 testate considerate, ben 3280 pezzi giornalistici trattanti di campagna elettorale. I quotidiani maggiormente interessati dalla presenza di tali pezzi sono stati: Il Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica (tab. 1).

Tab. 1 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Frequenza percentuale Il Corriere della Sera 874 26,65 La Stampa 769 23,45 La Repubblica 625 19,05 Il Messaggero 375 11,43 Il Sole 24 Ore 344 10,49 Il Giornale 293 8,93 Totale 3280 100,00

Se analizziamo congiuntamente la trattazione (intesa come modalità di affrontare un argomento e la sua esposizione) e i contenuti dei pezzi in oggetto (tab. 2), possiamo evincere che quasi il 58% dei 3280 pezzi giornalistici considerati affronta aspetti tematici determinati, soffermandosi in particolare sui contenuti e i programmi della campagna elettorale e sui problemi del presente come spunto per proporre nuove soluzioni. Due aspetti, questi ultimi, vicini e quasi complementari in una campagna elettorale: normalmente, infatti, le coalizioni, i partiti e i loro leader si preoccupano sia di far conoscere i propri programmi, sia di evidenziare le anomalie attuali per individuare proposte che dovrebbero condurre ad un loro superamento. La personalizzazione, ossia il focalizzarsi su un unico attore (21% dei casi), prevale quando i quotidiani trattano sia di contenuti e programma politici, che della campagna elettorale in generale, intesa più come terreno di rivalità tra i protagonisti che come presentazione di proposte concrete. L’accostamento di questi due aspetti, teoricamente contrapposti, non deve qui apparire come contraddittorio, poiché è conseguenza di quel fenomeno più generale di personalizzazione della politica, che ormai da alcuni anni caratterizza anche il nostro Paese. Infine, nel 20% dei casi studiati l’autore spettacolarizza e/o ironizza sul fatto che descrive nel proprio pezzo giornalistico, e ciò avviene prevalentemente quando il pezzo tratta di campagna elettorale in generale, lasciando ai protagonisti lo spazio per esplicitare il proprio antagonismo o il proprio punto di vista opposto a quello del “rivale”, oppure quando il pezzo riporta notizie di scandali e/o gossip.

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Tab. 2 Tipo di trattazione del pezzo per suoi contenuti (valori assoluti e percentuali)

Trattazione del pezzo Aspetti tematici

Spettacolarizzazione/ Ironia/Sarcasmo Personalizzazione Altro Totale

Contenuti e programmi della campagna elettorale

782 102 205 1 1090 33,23%

Campagna elettorale in generale 223 172 190 26 611

18,63% Problemi attuali come spunto per nuove proposte

367 48 77 2 494 15,06%

Elezioni come test per i partiti 50 23 40 1 114

3,48%

Sondaggi elettorali 107 33 27 1 168 5,12%

Scandali 61 135 47 1 244 7,44%

Dibattito nei media 66 30 41 1 138 4,21%

Par condicio 113 51 37 2 203 6,19%

Contenuti del pezzo

Altro 125 51 37 5 218 6,65%

Totale 1894 57,74%

645 19,66%

701 21,37%

40 1,22%

3280 100,00%

1.1. L’indice di evidenzia tecnica Attraverso la creazione di alcune domande ad hoc, rientranti in un’area che potremmo definire “Caratteristiche morfologiche delle unità di analisi”, sono state rilevate tutte quelle peculiarità fisico/strutturali in grado di contraddistinguere i pezzi in esame: la pagina in cui è collocato il pezzo, la sua rilevanza spaziale, la posizione assunta nella pagina, il numero di colonne a stampa del titolo, la presenza nella titolazione di altri elementi (come ad esempio il sottotitolo o l’occhiello), l’esistenza d’illustrazioni. Dall’aggregazioni di tali elementi è stato creato un indice, denominato indice di evidenzia tecnica del pezzo, che è stato successivamente correlato con gli argomenti in esso affrontati. Come si evince dal grafico 1, i pezzi concernenti la campagna elettorale hanno avuto, complessivamente, un’evidenzia tecnica prevalentemente bassa (bassa 27,16% e molto bassa 26,52%). Ciò può essere spiegato dal fatto che, nell’arco temporale analizzato, i pezzi giornalistici tendevano ad essere più appariscenti quando si dedicavano ai fatti del giorno, spesso legati a singole personalità politiche e/o economiche (si pensi alla conferenza di Confindustria e al “caso Della Valle” o alle magliette del Ministro Calderoli), piuttosto che alla campagna elettorale vera e propria.

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Graf. 1 Indice di evidenzia tecnica del campione analizzato

Bassa27,16%

Molto Bassa26,52%

Media27,50%

Alta18,81%

Alta Media Bassa Molto Bassa

Confrontando l’indice di evidenzia tecnica con il tipo di trattazione e i contenuti dei pezzi analizzati (grafici 2 e 3), si osserva che, fermo restando, come già rilevato, un basso risalto complessivo dei pezzi concernenti la campagna elettorale, indici alti e medi si riscontrano in misura maggiore quando i pezzi giornalistici trattano specificatamente di aspetti tematici. Ciò sta a significare che, nei quotidiani, i pezzi acquistano un rilievo spaziale relativamente più significativo quando le questioni entrano nel vivo della trattazione politica, con argomentazioni che dovrebbero influire, guidare o comunque fare chiarezza circa le posizioni e i programmi dei diversi partiti e schieramenti politici.

Graf. 2 Indice di evidenzia tecnica dei pezzi per tipo di trattazione

3,33%

11,54%

4,94%

16,45%

6,73%

5,71%

14,88%

5,00%

5,93%

15,59%

4,01%5,90%Personalizzazione

Spettacolarizzazione

Aspetti tematici

Tra

ttaz

ione

Evidenzia tecnica Alta Media Bassa Molto Bassa

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Graf. 3 Indice di evidenzia tecnica dei pezzi per contenuti (valori assoluti)

211

102

22 33 3913

5325

96

330

169

5179

4163

43

152

281

58 5224

158

268

188

44 49 48 44

0

100

200

300

400

Co ntenuti epro grammacampagnae le tto ra le

Campagnaele tto ra le in

gene ra le

P ro blemiattuali co mes punto per

nuo vepro po s te

Elezio nico me tes tper i pa rtiti

So ndaggie le tto ra li

Scanda li Dibattito neimedia

P arco ndic io

Altro

Contenuti

Evi

denz

ia te

cnic

aAlta Media Bassa Molto Bassa

1.2. L’indice di approfondimento Un secondo strumento utilizzato nell’analisi è l’indice di approfondimento del pezzo, ossia la sintesi di tutte quelle domande riferite alle modalità di copertura informativa e alle funzioni comunicative delle unità di analisi, rilevate attraverso l’esame degli stili e dei modi di comunicare adottati dai giornali considerati: lessico, funzione informativa e/o valutativa, tipo di pezzo giornalistico (articolo, servizio, editoriale, ecc.). Dall’analisi è emerso che, nonostante i quotidiani abbiano riservato una bassa evidenzia tecnica ai pezzi di campagna elettorale, questi ultimi si sono dimostrati per lo più molto approfonditi (graf. 4), quasi che i due elementi fossero autoescludenti: se il pezzo è approfondito non vi è bisogno di una sua rilevanza visiva. Effettivamente, quando l’indice di approfondimento del pezzo è molto alto, l’indice di evidenzia tecnica appare prevalentemente basso (evidenzia tecnica bassa 11,04% e molto bassa 9,73%), anche se non si può affermare che sia vero il contrario, ossia che a un basso indice di approfondimento del pezzo corrisponda un’alta evidenzia tecnica (graf. 5).

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Graf. 4 Indice di approfondimento del campione analizzato

Medio32,68%

Basso12,62%

Alto15,82%

Molto Alto38,87%

Molto Alto Alto Medio Basso

Graf. 5 Indice di approfondimento dei pezzi per loro evidenzia tecnica

11,07%

4,73%

11,04%

5,52%

7,77%

3,23%

6,68%

1,13%

10,34%

3,72%

2,38%

3,35%

8,05%

9,73%

6,89%

4,39%

Basso

Medio

Alto

Molto Alto

App

rofo

ndim

ento

Evidenzia tecnica Alta Media Bassa Molto bassa

L’approfondimento dei pezzi risulta essere molto alto per quando concerne la trattazione di aspetti tematici (graf. 6). Conseguentemente, si raggiungono alti valori di approfondimento quando il pezzo giornalistico si concentra prevalentemente sui programmi e le proposte elettorali dei diversi partiti e/o coalizioni politiche (graf. 7).

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Graf. 6 Indice di approfondimento dei pezzi per tipo di trattazione

8,80%

22,19%

4,72%

9,13%

4,97%

18,21%

2,04%

1,42%

9,23%

8,21%

8,83%

2,25%Personalizzazione

Spettacolarizzazione

Aspetti tematici

Tra

ttaz

ione

Approfondimento Molto Alto Alto Medio Basso

Graf. 7 Indice approfondimento dei pezzi per contenuti (valori assoluti)

6474648787

51

199237

412

82 786440

7338

377

215

154

33 22122862

166

5918

0

100

200

300

400

500

Co ntenuti epro grammacampagnae le tto ra le

Campagnaele tto ra le in

gene ra le

P ro blemiattuali co mes punto per

nuo vepro po s te

Elezio nico me tes tper i pa rtiti

So ndaggie le tto ra li

Scanda li Dibattito neimedia

P a r co ndic io Altro

Contenuti

App

rofo

ndim

ento

Molto Alto Alto Medio Basso

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1.3. I contenuti e i temi trattati Passando ad esaminare più nel dettaglio il contenuto dei pezzi analizzati (tab. 3), possiamo osservare che al primo posto nei quotidiani studiati si collocano, com’era lecito aspettarsi, i temi e i programmi della campagna elettorale. Seguono, abbastanza distanziati, gli aspetti relativi alla campagna elettorale in generale e i problemi attuali come spunto per nuove proposte.

Tab. 3 Contenuti del campione analizzato

Contenuti del pezzo Frequenza assoluta Frequenza percentuale Contenuti e programmi della campagna elettorale 1090 33,23 Campagna elettorale in generale 611 18,63 Problemi attuali come spunto per nuove proposte 494 15,06 Elezioni come test per i partiti 114 3,48 Sondaggi elettorali 168 5,12 Scandali 244 7,44 Dibattito nei media 138 4,21 Par condicio 203 6,19 Altro 218 6,65 Totale 3280 100,00 Se aggreghiamo le frequenze corrispondenti ai contenuti di carattere più strettamente tematico (rappresentati dalle modalità Contenuti e programmi della campagna elettorale 33,23% e Problemi attuali come spunto per nuove proposte 15,06%), possiamo, tuttavia, evidenziare che nel complesso dei quotidiani analizzati i temi politici non risultano privilegiati (la somma delle due modalità costituisce infatti il 48% dei contenuti affrontati). La maggioranza dei pezzi giornalistici si sofferma su altri aspetti della campagna elettorale, come le rivalità tra partiti, le discussioni sulle singole candidature, i sondaggi elettorali, le polemiche e gli scandali4. Quasi che lo scontro, il pettegolezzo, la singola persona abbiano assunto un rilievo eccessivo e la cornice si sia trasformata in opera, relegando le tematiche sullo sfondo. Tali considerazioni hanno spinto il gruppo di ricerca a domandarsi quale fosse la probabilità di trovare, nel campione analizzato, almeno un tema politico nella trattazione di un pezzo giornalistico, rispetto alla probabilità di non trovarne. Per rispondere a questa domanda, una volta registrata la presenza delle varie tematiche nei pezzi giornalistici considerati, si è calcolato il rapporto di probabilità5. Dalla tabella 4 e dal grafico 8 si evince che la probabilità che non vi siano temi politici concernenti programmi e proposte elettorali nei pezzi giornalistici analizzati è di circa 10 a 1 (odds medio)6. Quindi, le tematiche che, in linea teorica, dovrebbero essere trattate in una campagna elettorale per dare informazione e conoscenza circa i programmi e il modo di agire delle coalizioni, in caso di vittoria o sconfitta, sono ritenute secondarie rispetto ad altri argomenti che, sempre in linea teorica, 4 Ciò non toglie che nei pezzi giornalistici trattanti prevalentemente tali contenuti non si sia potuta rilevare la contemporanea presenza di uno o più temi politici, anche se solamente accennati. 5 In inglese viene definito odds. Estraendo a caso un pezzo giornalistico del nostro campione, l’odds rappresenta la probabilità che al suo interno un certo tema non venga trattato. 6 Tale rapporto sta ad indicare che per ogni volta in cui si affronta un tema politico ce ne sono almeno altre 10 in cui non si fa alcun accenno ai programmi e alle proposte elettorali.

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dovrebbero costituire solo la cornice. E che, invece, in questa campagna elettorale, hanno spesso rappresentato il contenuto. Calcolando gli odds di riga, possiamo osservare quali sono i temi con maggiore o minore probabilità di comparire nei pezzi giornalistici. Per il tema Welfare la probabilità che esso non sia presente è poco più di 3 a 1 (per ogni pezzo che parla di Welfare ce ne sono più di tre che non affrontano il tema), per i temi Politica interna e Politica fiscale la probabilità è di circa 4 a 1 (per ogni pezzo concernente la Politica interna o la Politica fiscale se ne registrano circa 4 che non trattano l’argomento) e via dicendo. Interessante è notare i temi più raramente affrontati: l’Ambiente presente solo ogni 69 pezzi e il Mezzogiorno solo ogni 65. Questo dato è importantissimo nel farci capire le tematiche poste in agenda, sia dagli attori di questa campagna elettorale, sia, nello specifico dell’analisi, dalle testate considerate.

Tab. 4 Rapporto di probabilità (odds) che una determinata tematica non sia presente nei pezzi analizzati

Tematica Presente Assente Odds di riga Politica interna 671 2609 3,89 Politica fiscale 637 2643 4,15 Politica economica 350 2930 8,37 Politiche per le imprese 173 3107 17,96 Mezzogiorno 50 3230 64,60 Scuola e Ricerca 151 3129 20,72 Infrastrutture 278 3002 10,80 Ambiente 47 3233 68,79 Sicurezza e Giustizia 334 2946 8,82 Politica estera 263 3017 11,47 Welfare 753 2527 3,36 Informazione e Cultura 158 3122 19,76 Altra tematica 19 3261 171,63 Totale 3884 38756 Odds medio 9,98

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Graf. 8 Rapporto di probabilità (odds) che una determinata tematica non sia presente nei pezzi analizzati

Rappresentazione degli Odds

Altro 171,63

Ambiente 68,79

Mezzogiorno 64,60

ScuolaRicerca 20,72

Inf.Cultura 19,76

Pol.Imprese 17,96

Pol.Estera 11,47

Infrastrutture 10,80

Sic.Giustizia 8,82

Pol.Econom. 8,37

Pol.fiscale 4,15

Pol.Interna 3,89

Welfare 3,36

0 50 100 150 200

Tem

i

Probabilità che il tema non sia presente

Dall’analisi dei dati emerge che il tema più trattato è quello concernente il Welfare, seguito da Politica interna e Politica fiscale. Tali aree possono essere definite come gli aspetti “caldi” della scorsa campagna elettorale, quelli dove i politici e i giornali si sono concentrati maggiormente. I temi, invece, meno presenti, gli aspetti “freddi” ai quali è stato riservato un atteggiamento più distaccato riguardano l’Ambiente e il Mezzogiorno. In particolare (tab. 5), nell’ambito del Welfare primeggiano, nelle testate analizzate, le sottotematiche Sociale e Lavoro e formazione. In Politica interna l’argomento più trattato è la Riforma elettorale. Infine, in Politica fiscale ad essere privilegiate sono la Tassazione delle rendite e la Riduzione delle imposte. Tab. 5 Tematiche presenti nel campione analizzato (valori assoluti e percentuali)

Tema Sottotema Frequenze Percentuale su

3280 pezzi rilevati

Politica interna 671 20,46 Riforma costituzionale 155 4,73 Enti locali 24 0,73 Riforma elettorale 212 6,46 Quote rosa 56 1,71 Laicità dello Stato 118 3,60 Altro 84 2,56

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Politica fiscale 637 19,42 Riduzione delle imposte 210 6,40 Aumento delle imposte 141 4,30 Condoni 29 0,88 Tassazione rendite 216 6,59 Evasione 130 3,96 Cuneo fiscale 175 5,34 Tassazione della casa 75 2,29 Altro 114 3,48 Politica economica 350 10,67 Territoriale 29 0,88 Nazionale 58 1,77 Debito pubblico 143 4,36 Liberalizzazioni 107 3,26 Privatizzazioni 42 1,28 Banche 36 1,10 Altro 49 1,49 Politiche per le imprese 173 5,27 Industria 47 1,43 Agricoltura 9 0,27 Terziario 16 0,49 Competitività 84 2,56 Globalizzazione 24 0,73 Sostegno alle imprese 67 2,04 Altro 40 1,22 Mezzogiorno 50 1,52 Sviluppo 26 0,79 Investimenti 20 0,61 Promozione dell'autosufficienza 4 0,12 Altro 18 0,55 Scuola e Ricerca 151 4,60 Leggi/Decreti 93 2,84 Investimenti 76 2,32 Aumento livello medio istruzione 10 0,30 Altro 10 0,30 Infrastrutture 278 8,48 Energia 130 3,96 Grandi opere 174 5,30 Trasporti 27 0,82 Altro 7 0,21 Ambiente 47 1,43 Politiche di sostenibilità ambientale 29 0,88 Cura e rispetto dell'ambiente 21 0,64 Altro 9 0,27 Sicurezza e Giustizia 334 10,18 Sicurezza interna 89 2,71 Terrorismo 24 0,73 Legalità 197 6,01 Riforma della giustizia 117 3,57 Altro 7 0,21

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Politica estera 263 8,02 Rapporti con Europa 86 2,62 Rapporti con il mondo 137 4,18 Guerra 105 3,20 Altro 16 0,49 Welfare 753 22,96 Lavoro e formazione 294 8,96 Previdenza 108 3,29 Sociale 372 11,34 Sanità 138 4,21 Politiche abitative 92 2,80 Altro 3 0,09 Informazione e Cultura 158 4,82 Informazione e libertà di stampa 126 3,84 Arte, spettacoli e beni culturali 14 0,43 Sport 3 0,09 Tempo libero 3 0,09 Altro 18 0,55 Altra tematica 19 0,58 Totale*** 8977 273,69

***Essendo spesso i diversi temi presenti contemporaneamente nei diversi pezzi giornalistici è logico che i totali non corrispondano né al totale dei pezzi analizzati (3280) né a 100 come percentuale.

Prima di analizzare le tematiche in rapporto ai due indici elaborati (evidenzia e approfondimento), è opportuno soffermarci su di esse. Com’è immaginabile in un unico pezzo giornalistico potevano essere trattati contemporaneamente più temi e più sottodimensioni ad essi collegate, conseguentemente durante la rilevazione i ricercatori segnalavano per ciascun pezzo esaminato la presenza/assenza di ogni tematica e sottotematica considerata. Per analizzare in modo approfondito tale “batteria di domande” si è proceduto ad un’analisi definita Analisi delle Risposte Multiple. Attraverso di essa si è potuto, innanzitutto, constatare che, dei 3280 pezzi giornalistici analizzati, 2041 trattano almeno di una tematica o sottotematica politica. La tabella 6 conferma come le testate prese in esame abbiano privilegiato complessivamente la trattazione di tre temi tra tutti quelli indicati (terza colonna): il Welfare (nell’8,39% delle 8977 volte in cui sono stati affrontati temi politici), la Politica interna (nel 7,47%) e la Politica fiscale (nel 7,10%). Non solo, l’8,39% delle risposte relative al Welfare (indicante appunto la percentuale delle volte in cui si è trattato di Welfare nel confronto con gli altri temi considerati) è stato registrato 36,89% dei pezzi giornalistici trattanti temi politici; la Politica interna è stata scelta come tematica dal 32,88% dei pezzi considerati; infine, il 7,10% delle risposte relative alla Politica fiscale è stato espresso dal 31,21% dei pezzi in esame. Ciò sta ad indicare che, coerentemente con la loro elevata frequenza rispetto a tutti i temi trattati, questi tre argomenti sono stati anche quelli privilegiati dal maggior numero di pezzi giornalistici. Immediatamente dopo compaiono i temi Politica economica e Sicurezza e Giustizia, trattati rispettivamente dal 17,15% e dal 16,36% dei pezzi giornalistici considerati. Tra le sottotematiche, la più toccata è il Sociale (relativa al tema Welfare), affrontata nel 18,23% dei pezzi in esame.

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Un ultimo dato, che aggiunge all’analisi informazione all’informazione, la qualifica e la definisce, è ottenuto dal rapporto tra il totale delle frequenze e il numero dei casi (ossia dei pezzi giornalistici trattanti almeno un tema politico), il quale ci dice che ogni pezzo giornalistico ha trattato, mediamente, 4 temi e/o sottotemi contemporaneamente. Ciò significa che difficilmente i pezzi analizzati si sono concentrati su un unico argomento, sviluppandolo e trattandolo in modo esclusivo, ma è vero il contrario, ossia per ogni tema trattato l’autore del pezzo giornalistico ne ha correlati almeno altri tre, che egli ha ritenuto inerenti in quel contesto.

Tab. 6 Prevalenza di temi e loro sottodimensioni (2.041 casi validi; 1.239 casi assenti)

TEMI E LORO SOTTODIMENSIONI Frequenze assolute % sulle risposte (8977) % su casi (2041)

Politica interna 671 7,47 32,88

Riforma costituzionale 155 1,73 7,59

Enti locali 24 0,27 1,18

Riforma elettorale 212 2,36 10,39

Quote rosa 56 0,62 2,74

Laicità stato 118 1,31 5,78

Altro 84 0,94 4,12

Politica fiscale 637 7,10 31,21

Riduzione delle imposte 210 2,34 10,29

Aumento delle imposte 141 1,57 6,91

Condoni 29 0,32 1,42

Tassazione rendite 216 2,41 10,58

Evasione 130 1,45 6,37

Cuneo fiscale 175 1,95 8,57

Tassazione della casa 75 0,84 3,67

Altro 114 1,27 5,59

Politica economica 350 3,90 17,15

Territoriale 29 0,32 1,42

Nazionale 58 0,65 2,84

Debito pubblico 143 1,59 7,01

Liberalizzazioni 107 1,19 5,24

Privatizzazioni 42 0,47 2,06

Banche 36 0,40 1,76

Altro 49 0,55 2,40

Politiche per le imprese 173 1,93 8,48

Industria 47 0,52 2,30

Agricoltura 9 0,10 0,44

Terziario 16 0,18 0,78

Competitività 84 0,94 4,12

Globalizzazione 24 0,27 1,18

Sostegno alle imprese 67 0,75 3,28

Altro 40 0,45 1,96

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Mezzogiorno 50 0,56 2,45

Sviluppo 26 0,29 1,27

Investimenti 20 0,22 0,98

Promozione dell’autosufficienza 4 0,04 0,20

Altro 18 0,20 0,88

Scuola e Ricerca 151 1,68 7,40

Leggi/Decreti 93 1,04 4,56

Investimenti 76 0,85 3,72

Aumento livello medio istruzione 10 0,11 0,49

Altro 10 0,11 0,49

Infrastrutture 278 3,10 13,62

Energia 130 1,45 6,37

Grandi opere 174 1,94 8,53

Trasporti 27 0,30 1,32

Altro 7 0,08 0,34

Ambiente 47 0,52 2,30

Politiche di sostenibilità ambientale 29 0,32 1,42

Cura e rispetto dell’ambiente 21 0,23 1,03

Altro 9 0,10 0,44

Sicurezza e Giustizia 334 3,72 16,36

Sicurezza interna 89 0,99 4,36

Terrorismo 24 0,27 1,18

Legalità 197 2,19 9,65

Riforma della giustizia 117 1,30 5,73

Altro 7 0,08 0,34

Politica estera 263 2,93 12,89

Rapporti con Europa 86 0,96 4,21

Rapporti con il mondo 137 1,53 6,71

Guerra 105 1,17 5,14

Altro 16 0,18 0,78

Welfare 753 8,39 36,89

Lavoro e formazione 294 3,28 14,40

Previdenza 108 1,20 5,29

Sociale 372 4,14 18,23

Sanità 138 1,54 6,76

Politiche abitative 92 1,02 4,51

Altro 3 0,03 0,15

Informazione e Cultura 158 1,76 7,74

Informazione e libertà di stampa 126 1,40 6,17

Arte, spettacoli e beni culturali 14 0,16 0,69

Sport 3 0,03 0,15

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Tempo libero 3 0,03 0,15

Altro 18 0,20 0,88

Altra Tematica 19 0,21 0,93

TOTALE 8977 100,00 439,83

Analizzando i singoli temi per le modalità estreme dell’indice di evidenzia tecnica e dell’indice di approfondimento (tab. 7), è possibile individuare quali tematiche relative alla scorsa campagna elettorale siano risultate più visibili e approfondite nella stampa quotidiana. La tematica dell’Ambiente è risultata sicuramente la più visibile, registrando contemporaneamente un indice di evidenzia tecnica alto nel maggior numero di casi e un indice di evidenzia tecnica molto basso nel minor numero di casi (il 34% dei pezzi riguardanti tale tema si associa, infatti, ad un alto indice di evidenzia tecnica e il 15% ad un indice di evidenzia tecnica molto basso). Seguono le questioni relative a Scuola e Ricerca, con un’evidenzia alta nel 28% dei casi e una molto bassa nel 17%. Gli altri temi si associano ad un alto indice di evidenzia tecnica in un numero inferiore di casi e, comunque, in una percentuale molto simile a quella concernente un’evidenzia tecnica molto bassa. Al Welfare non viene dato molto risalto nei quotidiani: solo il 21% dei pezzi ad esso dedicati registra un alto indice di evidenzia tecnica, a fronte del ben 24% dei pezzi in cui l’evidenzia tecnica risulta, invece, molto bassa. Tra le sottotematiche, è la Promozione dell’autosufficienza del Mezzogiorno (che nel 50% dei casi ha un’alta evidenzia tecnica) ad essere la più risaltata nei quotidiani analizzati: nonostante, quindi, essa non sia un argomento centrale della scorsa campagna elettorale, quando trattata, ottiene il massimo della visibilità. Coerentemente con l’alta evidenzia tecnica della tematica Ambiente, il secondo sottotema molto visibile è Politiche di sostenibilità ambientale (nel 38% dei casi), seguito da Leggi e Decreti concernente Scuola e Ricerca (nel 35% dei casi). Del Welfare la sottotematica più evidente è quella relativa alle Politiche abitative, che ha un’alta evidenzia tecnica nel 34% dei casi e una molto bassa nel 16%. Per quanto concerne l’indice di approfondimento, quasi tutte le tematiche analizzate, e le relative sottotematiche, risultano molto approfondite. Prima fra tutte la Politica economica (che nel 47% dei casi ha un indice di approfondimento molto alto), seguita dall’Ambiente (nel 43% dei casi). Quest’ultimo dato appare particolarmente interessante, poiché sta ad indicare che, oltre ad essere molto evidenziata, la tematica ambientale è stata anche arricchita di contenuti significativi. Il tema relativamente meno approfondito è quello concernente il Mezzogiorno, che si associa nella stessa percentuale (27%) ad un indice di approfondimento “molto alto” e “basso”. Seguono i temi Scuola e Ricerca (molto approfondito nel 34% dei casi) e Welfare (nel 35%). Ciò vuol dire che, nonostante Scuola e Ricerca sia il secondo tema più visibile, esso non risulta al tempo stesso uno dei più approfonditi, a differenza di quanto rilevato per la tematica Ambiente (la più evidente e la più sviscerata): la sensazione è che intorno a tale argomento si sia fatto prevalentemente “molto rumore per nulla”. Dal canto suo il tema Welfare risulta, al tempo stesso, sia poco evidenziato, a livello di struttura spaziale, nelle pagine dei quotidiani analizzati, che relativamente meno approfondito nel confronto con gli altri argomenti. Tra le sottotematiche, quasi tutte quelle concernenti gli aspetti economici e fiscali della programmazione e dell’azione di un Governo risultano le più approfondite. Registrano, infatti, indici di approfondimento molto alti tutte le sottotematiche che afferiscono alla Politica fiscale: da un minimo del 39% dei casi per l’Evasione fiscale ad un massimo del 48% per i Condoni. Lo stesso

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vale per due modalità della tematica Politica economica: Debito pubblico molto approfondito nel 56% dei casi e Privatizzazioni nel 48%. Così come per tre argomenti concernenti le Politiche per le imprese: Agricoltura molto approfondita nel 56% dei casi, Terziario nel 44% e Industria nel 40%. Infine, risultano molto approfondite tutte le sottotematiche relative alle Infrastrutture (da un minimo del 39% di casi per l’Energia ad un massimo del 48% per i Trasporti) e due relative all’Ambiente: Politiche di sostenibilità ambientale molto approfondita nel 45% dei casi e Cura e rispetto dell’ambiente nel 43%. Mosca bianca, la sottotematica Aumento del livello medio di istruzione, che, pur inerente al tema Scuola e Ricerca (risultato il secondo meno approfondito), ottiene un indice di approfondimento molto alto in ben il 70% dei casi, e contemporaneamente non si associa mai ad un basso indice di approfondimento. Per quanto riguarda il Welfare, la sottotematica più approfondita nei pezzi giornalistici è Lavoro e formazione (nel 40% dei casi): argomento strettamente connesso, nella sua impostazione, ai temi economici e fiscali (si pensi all’argomento della riduzione del Cuneo fiscale). Facendo un’analisi più circostanziata, prevalentemente qualitativa, sulla base delle percentuali ottenute dalle modalità estreme dei due indici considerati (indice di evidenzia tecnica molto basso e alto; indice di approfondimento molto alto e basso)7, si evincono interessanti riflessioni circa le caratteristiche relative al modo di presentare i pezzi giornalistici al lettore, potenziale elettore, da parte dei quotidiani analizzati, sia rispetto alle tematiche sia rispetto alle loro sottodimensioni. Tali osservazioni hanno portato alla creazione di una tipologia8 dei pezzi giornalistici esaminati (ultima colonna tab. 7 e fig. 1). Per l’esattezza, sono stati definiti sei tipi:

• “necessitanti” tutti quei pezzi giornalistici con un indice di evidenzia tecnica alto e un indice di approfondimento basso; necessitanti perché per richiamare l’attenzione hanno bisogno, non di contenuti, ma di essere ostentati nelle pagine dei quotidiani, attraverso tecniche di presentazione sovrabbondanti (quali foto, grafici, titolazioni estese e ricche di elementi);

• “rilevanti” tutti quei pezzi giornalistici che mostrano ambedue gli indici con valori alti (alta evidenzia tecnica e alto approfondimento);

• “autoevidenti” quei pezzi che hanno un basso indice di evidenzia tecnica e un alto indice di approfondimento: essi non hanno bisogno di un’importante rilevanza spaziale poiché è il loro stesso contenuto a renderli visibili;

• “rigorosi” tutti quei pezzi giornalistici che hanno un indice di evidenzia tecnica con percentuali uguali sia nella modalità alta sia molto bassa, e un indice di approfondimento sempre molto alto; rigorosi proprio perché, al di là della visibilità struttural-spaziale assunta nei quotidiani, hanno comunque un contenuto interessante;

• “occasionali” quei pezzi che hanno un alto indice di evidenzia tecnica, ma un indice di approfondimento che ha la stessa percentuale nelle modalità molto alto e basso, quindi occasionalmente vengono approfonditi oppure no, dipende dall’interesse del giornalista o del quotidiano in quel particolare momento;

7 In questo tipo di analisi, le singole tematiche e/o sottotematiche non sono considerate in relazione le une alle altre (la più evidente e/o la più approfondita), ma esaminate singolarmente in base ai valori assunti dalle modalità estreme dei due indici elaborati. In particolare, una tematica e/o sottotematica è stata giudicata più o meno evidente e/o più o meno approfondita se lo scarto tra i valori assunti dalle modalità estreme dei due indici supera il 4% (ad esempio per il tema Welfare lo scarto tra le modalità alto (20,85%) e molto basso (24,30%) dell’indice di evidenzia tecnica è risultato pari a -3,45% e lo scarto tra le modalità molto alto (35,19%) e basso (14,87%) dell’indice di approfondimento è risultato pari a 20,32%, conseguentemente il tema Welfare è stato considerato complessivamente molto approfondito e con un’evidenzia tecnica alternata, né prevalentemente bassa né prevalentemente alta). 8 In base ai valori assunti dalle modalità estreme degli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento sono state individuate le caratteristiche che rendono ogni tipo di pezzo differente dall’altro. Ben inteso, quelli descritti sono da intendersi come tipi ideali, una costruzione che, pur nascendo dall’osservazione di casi reali, li libera dai dettagli e dagli accidenti della realtà per estrarne le caratteristiche essenziali, elevandoli, per così dire, ad un livello superiore di astrazione, al fine di utilizzare il modello che ne scaturisce come concetto limite con il quale interpretare la realtà. Per questo non vi sono percentuali o frequenze, essi sono concetti teorici attraverso i quali si interpretano i dati.

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• infine, “essenziali” quelli che hanno un indice di evidenzia tecnica alternato, ossia né prevalentemente alto, né prevalentemente basso, ma sempre con approfondimenti alti, dunque quei pezzi che raccontano l’essenziale senza essere imposti visibilmente nelle pagine dei quotidiani.

Tab. 7 Modalità estreme degli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento in rapporto alle tematiche e

sottotematiche trattate (valori percentuali) e conseguente tipologia dei pezzi

Evidenzia tecnica Approfondimento Evidenzia

tecnica Approfondimento Tematiche Sottotematiche Alta Molto alto Molto bassa Basso

Tipologia

Politica interna 20,40 38,45 28,16 11,73 autoevidenti Riforma costituzionale 24,59 37,70 21,31 16,39 essenziali Enti locali 33,33 25,00 12,50 29,17 necessitanti Riforma elettorale 20,75 37,26 34,43 12,26 autoevidenti Quote rosa 19,64 35,71 10,71 14,29 rilevanti

Laicità dello Stato 24,78 30,97 21,24 8,85 essenziali Politica fiscale 22,88 39,50 23,82 15,99 essenziali

Riduzione imposte 28,10 39,52 20,48 20,00 rilevanti Aumento imposte 24,82 40,43 21,28 19,86 essenziali Condoni 27,59 48,28 13,79 10,34 rilevanti Tassazione rendite 21,30 43,52 24,54 18,52 essenziali Evasione 26,15 39,23 23,08 15,38 essenziali Cuneo fiscale 30,29 42,29 18,29 13,71 rilevanti

Tassazione della casa 32,00 40,00 20,00 13,33 rilevanti Politica economica 22,57 46,86 24,29 12,57 essenziali

Territoriale 13,79 37,93 17,24 17,24 essenziali Nazionale 10,34 37,93 32,76 10,34 autoevidenti Debito pubblico 26,57 55,94 23,78 11,19 essenziali Liberalizzazioni 25,23 37,38 24,30 12,15 essenziali Privatizzazioni 30,95 47,62 14,29 7,14 rilevanti

Banche 19,44 30,56 30,56 16,67 autoevidenti Politiche per le imprese 22,41 35,63 20,69 13,22 essenziali

Industria 21,28 40,43 17,02 10,64 rilevanti Agricoltura 22,22 55,56 22,22 0,00 rigorosi Terziario 18,75 43,75 25,00 6,25 autoevidenti Competitività 25,00 34,52 27,38 9,52 essenziali Globalizzazione 12,50 33,33 12,50 4,17 rigorosi

Sostegno alle imprese 22,39 26,87 14,93 17,91 rilevanti Mezzogiorno 19,61 27,45 15,69 27,45 occasionali

Sviluppo 19,23 19,23 11,54 38,46 necessitanti Investimenti 30,00 30,00 15,00 35,00 necessitanti

Promozione autosufficienza 50,00 25,00 25,00 50,00 necessitanti

Scuola e Ricerca 28,29 34,21 17,11 12,50 rilevanti Leggi/Decreti 35,48 36,56 20,43 7,53 rilevanti Investimenti 30,26 36,84 11,84 14,47 rilevanti

Aumento del livello medio di istruzione 20,00 70,00 10,00 0,00 rilevanti

Infrastrutture 25,54 41,73 21,58 16,19 rilevanti Energia 26,15 39,23 21,54 18,46 rilevanti Grandi opere 26,44 40,23 24,14 16,67 essenziali

Trasporti 37,04 48,15 22,22 0,00 rilevanti

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Ambiente 34,04 42,55 14,89 8,51 rilevanti Politiche di sostenibilità ambientale 37,93 44,83 6,90 6,90 rilevanti

Cura e rispetto dell’ambiente 28,57 42,86 14,29 14,29 rilevanti

Sicurezza e Giustizia 27,79 38,44 22,86 15,84 rilevanti Sicurezza interna 31,46 37,08 14,61 20,22 rilevanti Terrorismo 29,17 37,5 12,5 12,5 rilevanti Legalità 29,44 40,61 22,84 12,18 rilevanti

Riforma della giustizia 29,91 35,04 26,50 23,08 essenziali Politica estera 23,57 38,40 22,05 13,31 essenziali

Rapporti con Europa 18,60 45,35 30,23 8,14 autoevidenti Rapporti con il mondo 22,63 31,39 24,82 12,41 essenziali

Guerra 25,71 38,10 12,38 13,33 rilevanti Welfare 20,85 35,19 24,30 14,87 essenziali

Lavoro e formazione 25,51 39,80 24,15 15,31 essenziali Previdenza 22,22 34,26 25,93 23,15 essenziali Sociale 21,51 30,91 22,04 17,47 essenziali Sanità 21,74 31,16 19,57 18,84 essenziali

Politiche abitative 33,70 35,87 16,30 19,57 rilevanti Informazione e Cultura 23,42 41,14 21,52 8,23 essenziali

Informazione e libertà di stampa 21,43 38,89 24,60 9,52 essenziali Arte, spettacoli e beni culturali 28,57 35,71 0,00 7,14 rilevanti Sport 33,33 33,33 0,00 33,33 occasionali

Tempo libero 33,33 33,33 0,00 33,33 occasionali Altre tematiche 10,53 42,11 26,32 10,53 autoevidenti

Attraverso la creazione di questa tipologia si è potuto scendere molto più in profondità nell’analisi dei pezzi giornalistici, con considerazioni che vanno oltre le semplici frequenze percentuali (cfr. figure 1 e 2). Gli argomenti rilevanti concernono materie che hanno un alto impatto sulla vita quotidiana del cittadino, lettore e potenziale elettore. In questo tipo di pezzi giornalistici si tratta, infatti, sia di tasse, soprattutto in chiave di una loro riduzione, sia di come sostenere la ripresa industriale e le imprese, sia di ciò che agisce direttamente sulla quotidianità e la qualità della vita delle persone: infrastrutture, trasporti, ambiente (e sua sostenibilità e cura), sicurezza interna, politiche abitative, arte e spettacoli. Gli autoevidenti sono quei pezzi che trattano prevalentemente di tutto ciò che riguarda la sfera politica e il suo modo di operare/agire con la società civile: riforma elettorale, politica economica nazionale, sistema bancario, rapporti con l’Europa. I necessitanti riguardano le politiche del e per il Mezzogiorno, dove ad una necessità obiettiva di interventi importanti e strutturali, per arginare il trend economico negativo in cui ormai da anni versa quest’area geografica dell’Italia, viene a corrispondere anche una necessità spaziale nei quotidiani in analisi, ma non un’attenzione profonda alla loro trattazione. I rigorosi afferiscono alle tematiche su cui c’è poco da scherzare, in quanto inerenti: l’agricoltura, settore in cui si risente molto della competitività dei Paesi in via di sviluppo, e la globalizzazione.

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Gli occasionali sono quegli argomenti di poco interesse, di cui si parla quando non si hanno altre notizie da riportare, si tirano fuori occasionalmente, come il coniglio dal cappello: c’è uno spazio vuoto e si riempie parlando genericamente del Mezzogiorno, dello sport e del tempo libero. Quasi fossero chiacchiere da bar, in attesa di qualcosa d’importante che desti l’attenzione. Gli essenziali sono un calderone, ossia sono tutti quei pezzi concernenti argomenti di cui bisogna parlare, perché riguardanti tematiche d’interesse generale. In quanto tali, non necessitano spesso di un’alta evidenzia tecnica, ma vengono sempre molto approfonditi: si va dalla laicità dello Stato alle politiche di lotta all’evasione, dal debito pubblico alla costruzione di grandi opere, dalla riforma della giustizia ai rapporti dell’Italia con il mondo, dal welfare alla libertà di stampa e informazione. È in questo tipo che collochiamo il tema Welfare e quasi tutte le sue sottodimensioni: argomenti di cui si parla, si approfondisce, ma non sempre si evidenzia. Al lettore è lasciata la libertà, se la materia interessa, di cercare le notizie nel quotidiano acquistato. Fig. 1 Tematiche e sottotematiche trattate per tipologia dei pezzi

RILEVANTI AUTOEVIDENTI ESSENZIALI

Politica interna Riforma elettorale

(Politica economica) Nazionale

Banche

Terziario

Rapporti con Europa

Altre tematiche

NECESSITANTI

Enti locali

Sviluppo Mezzogiorno Investimenti Mezzogiorno

Promozione dell’autosufficienza del Mezzogiorno

RIGOROSI

Agricoltura

Globalizzazione

Riforma costituzionale

Laicità dello Stato

Politica fiscale Aumento imposte Tassazione rendite

Evasione

Politica economica Territoriale

Debito pubblico Liberalizzazioni

Politiche per le imprese

Competitività

Grandi opere

Riforma della giustizia

Politica estera Rapporti con il mondo

Welfare

Lavoro e formazione Previdenza

Sociale Sanità

Informazione e Cultura

Informazione e libertà di stampa

OCCASIONALI

Quote rosa

Riduzione imposte

Condoni Cuneo fiscale

Tassazione della casa

Privatizzazioni

Industria Sostegno alle imprese

Scuola e Ricerca

Leggi/Decreti Investimenti

Aumento livello medio istruzione

Infrastrutture Energia

Trasporti

Ambiente Politiche di sostenibilità ambientale

Cura e rispetto dell’ambiente

Sicurezza e Giustizia Sicurezza interna

Terrorismo Legalità Guerra

Politiche abitative

Arte, spettacoli e beni culturali

Mezzogiorno

Sport Tempo libero

Page 28: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

28

Fig. 2 Argomenti teorici trattati per tipologia dei pezzi

Rilevanti Vita quotidiana

Rigorosi Comunicare serio

Autoevidenti Agire politico

Occasionali Chiacchiere da bar

Necessitanti Necessità obiettiva e spaziale

Essenziali Calderone

1.4. Il framing Collegato a quello dell’agenda setting, vi è lo studio di un’altra dimensione, il framing, che completa l’immagine dell’oggetto d’indagine. Essa consente di evidenziare il contesto tematico in cui una notizia è posta, che tende ad arricchire/definire il significato veicolato dal testo. Lo studio del framing prende in considerazione la presenza, nei quotidiani analizzati, di notizie correlate alle tematiche della campagna elettorale, senza che esse riguardino strettamente la campagna elettorale stessa. In altre parole, nelle testate esaminate, si è rilevata la presenza/assenza di pezzi giornalistici non riguardanti direttamente le elezioni politiche, ma collegati in qualche misura ai pezzi di campagna elettorale entrati nella rilevazione (ad es. se in un pezzo veniva citata la Legge Fini e le sue eventuali modifiche nel quadro del dibattito della campagna elettorale, e nel quotidiano venivano contemporaneamente riportati pezzi giornalistici di cronaca nera o rapporti statistici circa l’uso delle droghe in Italia, questi ultimi, a differenza del primo, non venivano recensiti, ma indicati come presenza di framing). Nella scorsa campagna elettorale, solo due sono i temi che i quotidiani considerati hanno enfatizzato maggiormente: Politica fiscale e Welfare (tab. 8), focalizzando su di essi l’attenzione del lettore attraverso il framing, ossia tramite altri pezzi giornalistici che, verosimilmente, arricchiscono di contenuti e d’intensità quelli trattati nella nostra analisi. Tutte le altre tematiche non raggiungono una percentuale di frequenza di framing superiore al 15%. Analizzando le tabelle 8 e 9, si può notare che, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, i pezzi giornalistici di framing si trovano più spesso all’interno del quotidiano, che non nella stessa pagina dove si è rilevata l’unità di analisi della campagna elettorale9. Quasi vi fosse un collegamento ipertestuale che il lettore è messo nella condizione di fare sfogliando/leggendo il proprio giornale. Si rimarca e si sottolinea sempre di più, nella memoria del pubblico, un certo tema. Se poi esso rimarrà impresso nella mente non lo si può sapere con sicurezza, l’importante è dargli forza e intensità, in modo da aumentare le probabilità che una data tematica arrivi al lettore. Come anticipato, i temi più interessati dalla dimensione in oggetto sono quelli concernenti la Politica fiscale e il Welfare; ed è proprio all’interno delle sottotematiche relative a questi argomenti che si rileva la maggior presenza e frequenza percentuale di framing (tab. 9).

9 La presenza di pezzi giornalistici di framing nella stessa pagina in cui si è rilevata l’unità di analisi potrebbe risultare teoricamente più plausibile, sia per continuità di argomenti, che per esporre punti di vista, fatti e/o ricerche in grado di approfondire un determinato argomento.

Page 29: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

29

Quasi tutte le aree tematiche hanno, comunque, almeno un sottotema che viene riproposto (sia nella stessa pagina, che all’interno del giornale) in pezzi giornalistici di framing, non rientranti quindi nella campagna elettorale ma in grado di conferire all’argomento maggiore intensità. Oltre le già citate sottotematiche relative a Politica fiscale e Welfare, due sono le percentuali da evidenziare in questa analisi:

• per quanto concerne la continuità tematica all’interno della pagina, è il sottotema Rapporti con il mondo che ottiene una percentuale interessante di framing, poiché ciò sdogana la Politica estera dalle pagine normalmente dedicatele, facendola entrare prepotentemente nel vivere quotidiano, in un mondo globalizzato dove anche ciò che accade oltre le alpi e al di là del mediterraneo diventa tema contingente, quasi politica interna;

• il tema delle Infrastrutture, più precisamente delle Grandi opere, che viene spesso trattato in pezzi giornalistici non di campagna elettorale, evidenziando il suo impatto sociale che va oltre il dibattito sulle elezioni e le controversie tra partiti.

Tab. 8 Temi di campagna elettorale caratterizzati da maggior presenza di “framing” (valori assoluti e percentuali)

TEMA Frequenza Politica fiscale

Interno alla pagina dove si trova il pezzo della campagna elettorale 114 22,57%

Interno al giornale dove si trova il pezzo della campagna elettorale 129 29,32%

Welfare Interno alla pagina dove si trova il pezzo della campagna elettorale 104

20,59% Interno al giornale dove si trova il pezzo della campagna elettorale 113

25,68%

Tab. 9 Sottotematiche caratterizzate da maggior presenza di “framing” (percentuali uguali/superiori al 6%)

Sottotematiche Percentuale presenza di framing all’interno della pagina

Percentuale presenza di framing all’interno del giornale

Riforma elettorale 6,14 6,59

Riduzione delle imposte 8,51 10,91

Aumento delle imposte 9,31 12,05

Tassazione rendite 9,11 11,59

Cuneo fiscale < 6 7,95

Debito pubblico < 6 6,82

Competitività < 6 6,36

Grandi opere < 6 11,59

Legalità < 6 6,14

Rapporti con il mondo 7,13 6,14

Lavoro e formazione 8,71 11,59

Sociale 8,71 11,36

Page 30: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

30

1.5. I quotidiani, i temi e le settimane Passando ad analizzare il comportamento dei singoli quotidiani, possiamo osservare, come già anticipato altrove (cfr. par. 1.1.), che le testate più interessate da pezzi giornalistici dedicati alla campagna elettorale sono Il Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica (tab. 10). Lo stesso accade se circoscriviamo l’osservazione ai soli pezzi di campagna elettorale caratterizzati dalla trattazione di uno o più temi politici (tab. 11). Le prime tre posizioni in classifica rimangono, infatti, immutate, se pur possiamo constatare un balzo in avanti de La Repubblica, che si colloca al secondo posto, a poca distanza da Il Corriere della Sera. In coda Il Messaggero.

Tab. 10 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Frequenza percentuale Il Corriere della Sera 874 26,65 La Stampa 769 23,45 La Repubblica 625 19,05 Il Messaggero 375 11,43 Il Sole 24 Ore 344 10,49 Il Giornale 293 8,93 Totale 3280 100,00

Tab. 11 Numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Frequenza percentuale Il Corriere della Sera 458 22,44 La Stampa 383 18,77 La Repubblica 452 22,15 Il Messaggero 214 10,49 Il Sole 24 Ore 297 14,55 Il Giornale 237 11,61 Totale 2041 100,00

Se rapportiamo il numero di pezzi trattanti temi politici al totale dei pezzi concernenti la campagna elettorale, rilevati per ciascun quotidiano analizzato, possiamo notare che il 62,23% del nostro campione si compone di pezzi giornalistici che affrontano almeno un tema politico (tab. 12). Da sottolineare che le percentuali più alte di incidenza di temi politici nei pezzi giornalistici pubblicati sono appannaggio de Il Sole 24 Ore e Il Giornale. Ciò sta a significare che tali quotidiani, pur avendo riservato, rispetto agli altri, un numero decisamente inferiore di pezzi giornalistici alla campagna elettorale, hanno tuttavia privilegiato la trattazione di tematiche, programmi elettorali e proposte politiche.

Page 31: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

31

Tab. 12 Percentuale dei pezzi trattanti temi politici sul numero dei pezzi concernenti la campagna elettorale per singoli quotidiani analizzati

Testata Frequenza percentuale Il Corriere della Sera 52,40 La Stampa 49,80 La Repubblica 72,32 Il Messaggero 57,07 Il Sole 24 Ore 86,34 Il Giornale 80,89 Totale10 62,23

Entrando nello specifico dei temi più toccati dai quotidiani analizzati (tab. 13), possiamo constatare, preliminarmente, che la testata ad affrontare il maggior numero di tematiche elettorali nei propri pezzi giornalistici è La Repubblica, seguita da La Stampa e Il Corriere della Sera a breve distanza l’uno dall’altro.

Tab. 13 Presenza dei temi per singoli quotidiani analizzati (valori assoluti)

Il Corriere della Sera

La Repubblica Il Sole 24 Ore La Stampa Il Messaggero Il Giornale

Politica interna 145 147 163 107 56 53

Politica fiscale 118 114 85 151 75 94

Politica economica 49 68 72 101 37 23

Politiche per le imprese 15 31 37 39 26 25

Mezzogiorno 6 8 13 11 8 4

Scuola e Ricerca 38 43 19 23 20 8

Infrastrutture 50 50 41 59 46 32

Ambiente 9 15 7 4 9 3

Sicurezza e Giustizia 81 92 29 45 45 42

Politica estera 57 59 30 59 32 26

Welfare 151 200 73 141 128 60

Informazione e Cultura 28 45 32 13 16 24

TOTALE 747 872 601 753 498 394

10 La percentuale corrispondente alla voce Totale sta ad indicare l’incidenza dei pezzi trattanti temi politici sul totale dei pezzi concernenti la campagna elettorale.

Page 32: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

32

Il Welfare si conferma il tema complessivamente più affrontato nella scorsa campagna elettorale, essendo privilegiato da ben tre quotidiani su 6 (La Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Messaggero) e collocandosi al secondo posto tra i temi più trattati da La Stampa e Il Giornale. Il Sole 24 Ore dedica maggiore attenzione alla Politica interna, tematica che registra frequenze significative anche ne Il Corriere della Sera e La Repubblica. Mentre la Politica fiscale è oggetto principale d’attenzione da parte de La Stampa e Il Giornale. Nella figura 3, possiamo osservare la scala gerarchica dei temi che hanno più interessato i quotidiani analizzati.

Fig. 3 Primi tre temi trattati dai quotidiani analizzati La Repubblica Welfare Politica interna Politica fiscale Il Corriere della Sera Welfare Politica interna Politica fiscale Il Messaggero Welfare Politica fiscale Politica interna Il Sole 24 Ore Politica interna Politica fiscale Welfare La Stampa Politica fiscale Welfare Politica interna Il Giornale Politica fiscale Welfare Politica interna

Scomponendo i dati raccolti per le settimane di campagna elettorale indagate, è possibile individuare le peculiarità di ogni singolo quotidiano.

- Nonostante Il Corriere della Sera dedichi più pezzi giornalistici alla campagna elettorale nella prima settimana di analisi, è nell’ultima che esso affronta maggiormente tematiche di carattere politico (tab. 14). In particolare, si osserva una presenza quasi costante del Welfare e della Politica interna per tutto il periodo considerato (graf. 9). Da segnalare il picco registrato dalla Politica fiscale nell’ultima settimana di campagna elettorale, probabilmente in seguito agli esiti del secondo confronto televisivo tra i due candidati premier.

Tab. 14 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

IL CORRIERE DELLA SERA

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 151 70 112

II 92 35 63

III 106 54 82

IV 122 47 67

V 92 29 53

VI 62 53 105

VII 105 71 98

VIII 144 99 167

Totale 874 458 747

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Graf. 9 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne Il Corriere della Sera

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Polit ica fiscale Politica economica Polit iche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e Ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e Giustizia Polit ica estera Welfare Informazione e Cultura

- Ne La Repubblica possiamo osservare un’alta e costante presenza della tematica Welfare per tutto il periodo considerato (graf. 10). Tale argomento risulta il più trattato in tutte le settimane di analisi (fatta eccezione per quella dal 3 al 9 marzo, dove vediamo prevalere la Politica interna), configurandosi come il tema principe del quotidiano, quello sul quale la testata si focalizza e probabilmente intende focalizzare l’attenzione dei propri lettori. Significativa, nell’ultima settimana, la concentrazione di temi politici (tab. 15), con una cospicua presenza, accanto al tema Welfare, delle tematiche Politica fiscale, Politica interna, Sicurezza e Giustizia e Politica economica.

Tab. 15 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

LA REPUBBLICA

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 62 47 111

II 66 49 84

III 34 25 62

IV 58 36 65

V 88 45 65

VI 96 69 133

VII 83 64 109

VIII 138 117 243

Totale 625 452 872

Page 34: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

34

Graf. 10 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne La Repubblica

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Polit ica fiscale Politica economica Polit iche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e Ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e Giustizia Polit ica estera Welfare Informazione e Cultura

- Il Sole 24 Ore, a differenza delle testate precedentemente analizzate, affronta più temi di

politica elettorale nella prima settimana di analisi, nonostante dedichi alla campagna elettorale un maggior numero di pezzi giornalistici nell’ultima settimana (tab. 16). Se osserviamo l’andamento delle frequenze registrate (graf. 11), a fronte di un interesse diffuso nei primi 15 giorni per quasi tutte le tematiche oggetto del dibattito politico, possiamo evidenziare, a partire dalla terza settimana, un atteggiamento sempre più selettivo, tendente ad una progressiva focalizzazione sul tema della Politica interna. Il Welfare, ad esclusione delle prime due settimane (periodo in cui appare più presente), sembra perdersi sempre di più con l’avvicinarsi della scadenza elettorale.

Tab. 16 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

IL SOLE 24 ORE

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 48 46 152 II 36 31 76 III 23 17 24 IV 40 38 50 V 40 34 62 VI 57 47 117 VII 36 34 38 VIII 64 50 82

Totale 344 297 601

Page 35: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

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Graf. 11 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne Il Sole 24 Ore

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Polit ica fiscale Politica economica Polit iche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e giust izia Polit ica estera Welfare Informazione e Cultura

- Ne La Stampa, al pari de Il Corriere della Sera, la trattazione di temi politici si concentra di più nell’ultima settimana di analisi, nonostante sia la prima quella caratterizzata dal maggior numero di pezzi giornalistici trattanti di campagna elettorale (tab. 17). Il Welfare assume un andamento piuttosto stabile nel tempo, con picchi nella prima e nell’ultima settimana, ma è la Politica fiscale il tema che, a partire dalla terz’ultima settimana, focalizza progressivamente l’attenzione di questo quotidiano e, conseguentemente, dei propri lettori (graf. 12).

Tab. 17 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

LA STAMPA

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 115 69 118 II 76 27 49 III 99 41 71 IV 93 43 86 V 82 31 63 VI 92 36 103 VII 85 42 79 VIII 127 94 184

Totale 769 383 753

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Graf. 12 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne La Stampa

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Polit ica fiscale Politica economica Polit iche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e giust izia Polit ica estera Welfare Informazione e Cultura

- Ne Il Messaggero le prime tre settimane di analisi sono quelle più ricche di argomenti politici e, contemporaneamente, quelle in cui si registra una maggiore frequenza di pezzi giornalistici dedicati alla campagna elettorale (tab. 18). L’interesse della testata (graf. 13), nella prima settimana di analisi, appare fortemente concentrato sul tema delle Infrastrutture (similmente a quanto accade per gli altri quotidiani sebbene con frequenze inferiori), in ragione probabilmente degli argomenti “caldi” di quel periodo: la crisi energetica, l’avvio delle Olimpiadi e il dibattito sulla TAV. Il Welfare si configura come il tema più trattato nelle diverse settimane di analisi.

Tab. 18 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

IL MESSAGGERO

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 122 68 148 II 69 36 72 III 60 31 91 IV 18 14 36 V 46 12 22 VI 13 10 28 VII 20 20 41 VIII 27 23 60

Totale 375 214 498

Page 37: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

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Graf. 13 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne Il Messaggero

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Politica fiscale Politica economica Politiche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e giustizia Politica estera Welfare Informazione e Cultura

- Il Giornale è il quotidiano che fa registrate nei propri pezzi giornalistici la minor presenza di tematiche politiche, concentrate prevalentemente nelle ultime tre settimane di indagine (tab. 19). L’attenzione della testata si focalizza prevalentemente, in un crescendo sempre più consistente, sulla Politica fiscale (graf. 14). Argomento che monopolizza l’ultima settimana di campagna elettorale, caratterizzata dagli annunci sulla riduzione delle tasse. Il Welfare registra frequenze pressoché costanti: mai di rilievo e mai completamente assente.

Tab. 19 Numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, numero di pezzi di campagna elettorale trattanti temi politici e numero di temi trattati per ciascuna settimana di analisi (valori assoluti)

IL GIORNALE

Settimane Pezzi di campagna elettorale

Pezzi trattanti temi politici Temi trattati

I 38 30 54 II 24 17 29 III 27 20 38 IV 26 19 36 V 36 25 39 VI 49 42 69 VII 40 39 69 VIII 53 45 60

Totale 293 237 394

Page 38: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

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Graf. 14 Tematiche affrontate per settimane analizzate ne Il Giornale

0

10

20

30

40

50

60

70

9/16 febbraio 17/23 febbraio 24 feb./2 mar. 3/9 marzo 10/16 marzo 17/23 marzo 24/30 marzo 31 mar./8 apr.

Politica interna Polit ica fiscale Politica economica Polit iche per le imprese

Mezzogiorno Scuola e ricerca Infrastrutture Ambiente

Sicurezza e giust izia Polit ica estera Welfare Informazione e Cultura

Complessivamente, scomponendo i singoli temi per le diverse settimane di analisi e evidenziando solo la settimana dove i diversi temi politici risultano più presenti, si riscontra che ne Il Corriere della Sera, nonostante la prima settimana sia quella dove si registrino più pezzi concernenti la campagna elettorale, è nell’ultima che troviamo un numero maggiore di pezzi dedicati ad argomenti di politica elettorale, in particolar modo di Politica fiscale. Anche La Repubblica e La Stampa evidenziano più temi nell’ultima settimana, ma in coincidenza con il maggior numero di pezzi dedicati alla campagna elettorale: il primo quotidiano privilegia il Welfare, mentre il secondo opta in modo netto per la Politica fiscale. Al contrario, Il Messaggero e Il Sole 24 Ore affrontano più temi politici nella prima settimana di analisi, soffermandosi in particolare sul tema delle Infrastrutture. Mentre il primo vede concentrarsi nella prima settimana di analisi anche il maggior numero di pezzi concernenti la campagna elettorale, il secondo registra invece tale concentrazione nell’ultima settimana. Il Giornale è il solo quotidiano a presentare più temi di politica elettorale nella sesta e settima settimana di indagine, con specifica attenzione alla Politica fiscale, registrando invece il maggior numero di pezzi concernenti la campagna elettorale nell’ultima settimana. La differente presenza di temi in ogni quotidiano in rapporto alle diverse settimane analizzate e la loro discrepante frequenza assoluta indica l’importanza che essi conferiscono alle diverse aree tematiche, e, quindi, il loro ruolo nel sottoporre ad attenzione determinati temi. Come si osserva nella tab. 20, dove sono riportati i primi due temi più frequenti nelle varie settimane analizzate per ogni singolo quotidiano, la prima settimana (9/16 febbraio) è caratterizzata fondamentalmente da tre tematiche: il Welfare, le Infrastrutture e, abbastanza distanziata, la Politica interna. Nella seconda settimana (17/23 febbraio), fatta eccezione per Il Giornale che dedica spazio anche alla Politica estera, i due temi prevalenti continuano ad essere il Welfare e la Politica interna, mentre scema completamente l’attenzione sulle Infrastrutture, non più tema caldo del momento. La terza settimana (24 febbraio/2 marzo) si caratterizza per una diversificazione delle tematiche affrontate dai quotidiani. Il Welfare risulta sempre presente in tutti i quotidiani analizzati, ad

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eccezione de La Stampa che, in controtendenza rispetto agli altri, si occupa di Politica estera e Politica economica. Significative anche le frequenze registrate dal tema Sicurezza e Giustizia. Nella quarta settimana (3/9 marzo) le tre tematiche prevalenti risultano, in ordine di frequenza, la Politica interna, il Welfare e la Politica fiscale. Originali si dimostrano La Stampa e Il Sole 24 Ore, che trattano anche di Politica economica e Informazione e Cultura. La quinta settimana (10/16 marzo) torna ad evidenziare una diversificazione dell’informazione da parte dei quotidiani. Nonostante la Politica interna e il Welfare predominino, i quotidiani trattano anche di Sicurezza e Giustizia, Politica fiscale e Informazione e Cultura. Nella sesta settimana (17/23 marzo) prevalgono di nuovo i tre temi ricorrenti: Welfare, Politica interna e Politica fiscale. L’unica informazione diversa è data da Il Giornale, che, con la stessa frequenza accordata al Welfare, affronta anche gli argomenti inerenti le Politiche per le imprese. Le ultime due settimane, quelle precedenti la scadenza elettorale, risultano pressoché identiche a livello di tematiche affrontate. Quasi tutti i quotidiani trattano, nelle loro pagine, di Politica fiscale e Welfare. Fanno capolino anche la Politica interna, argomento prevalente ne Il Sole 24 Ore, e la Politica economica, su cui si sofferma La Stampa nell’ultima settimana. Tab. 1 Quotidiani e settimane analizzate per temi maggiormente presenti (valori assoluti)

Il Corriere della Sera

La Repubblica Il Sole 24 Ore La Stampa Il Messaggero Il Giornale

Welfare Welfare Infrastrutture Welfare Infrastrutture Politica interna 22 27 23 30 28 14

Infrastrutture Infrastrutture / Politica interna

Welfare / Politica interna Infrastrutture Welfare Infrastrutture

9/16 febbraio

20 19 22 23 27 12 Welfare Welfare Welfare Welfare Welfare Politica estera 13 23 17 10 22 7 Politica interna Politica interna Politica interna Politica interna Politica interna Politica interna

17/23 febbraio

13 15 16 10 14 7 Politica interna Welfare Politica interna Politica estera Welfare Politica fiscale 16 20 14 17 19 10

Welfare Politica interna Welfare Politica economica

Sicurezza e Giustizia

Welfare / Sicurezza e Giustizia

24 febbraio/2 marzo

15 14 3 14 14 7 Politica interna Politica interna Politica interna Politica interna Welfare Welfare 20 19 19 14 11 8

Welfare / Politica fiscale Welfare Informazione e

Cultura

Welfare / Politica economica

Politica fiscale Politica fiscale 3/9 marzo

12 11 9 12 8 7

Welfare Welfare Politica interna Welfare Welfare Sicurezza e Giustizia

12 16 25 14 6 9

Politica interna Sicurezza e Giustizia Politica fiscale Politica interna Politica fiscale Informazione e

Cultura

10/16 marzo

10 9 9 14 4 9

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40

Welfare Welfare Politica interna Welfare Welfare Politica fiscale 27 29 29 22 11 16

Politica interna Politica interna Politica fiscale Politica fiscale Politica interna Welfare / Politiche per imprese

17/23 marzo

25 25 22 20 4 9 Politica fiscale Welfare Politica fiscale Politica fiscale Welfare Politica fiscale 21 21 9 23 17 21 Welfare Politica fiscale Politica interna Welfare Politica fiscale Welfare

24/30 marzo

20 16 9 14 11 11 Politica fiscale Welfare Politica interna Politica fiscale Politica fiscale Politica fiscale 45 53 29 65 16 26

Welfare Politica fiscale Politica fiscale Politica economica Welfare Welfare

31 marzo/8 aprile

30 49 18 28 15 11 Questa analisi, così dettagliata, permette di effettuare due considerazioni importanti:

- Complessivamente, al di là del contenuto specifico, si riscontra una certa omologazione degli argomenti trattati (fig. 4). Su otto settimane analizzate, solo tre (quelle centrali) hanno visto la presenza di tematiche diversificate. Esclusivamente in quei giorni, a prescindere dal contenuto dei singoli pezzi e dall’orientamento delle diverse testate, comprare un qualsiasi quotidiano non era indifferente al livello di temi affrontati.

- Il Giornale e La Stampa, e in alcuni casi Il Sole 24 Ore, sono gli unici quotidiani ad aver affrontato argomenti diversi nel confronto con gli altri; essi rappresentano le voci fuori dal coro rispetto a notizie e fatti standardizzati.

Fig. 4 Varietà dei temi trattati dai quotidiani analizzati per settimana

9/16 febbraio omologazione delle tematiche 17/23 febbraio omologazione delle tematiche 24 febbraio/2 marzo diversificazione delle tematiche 3/9 marzo diversificazione delle tematiche 10/16 marzo diversificazione delle tematiche 17/23 marzo omologazione delle tematiche 24/30 marzo omologazione delle tematiche 31 marzo/8 aprile omologazione delle tematiche

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II PARTE

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2. I Quotidiani e il Welfare Se l’analisi fin qui condotta ha investito tutte le tematiche trattate durante la scorsa campagna elettorale, sempre con un occhio di attenzione rivolto alla tematica del Welfare, a questo punto scendiamo più nel dettaglio sull’argomento di specifico interesse della ricerca. Come già evidenziato in precedenza, il Welfare si configura come il tema complessivamente più toccato nella scorsa campagna elettorale. La testata che tratta in misura maggiore l’argomento è La Repubblica, per la quale il Welfare risulta essere anche la tematica complessivamente più affrontata. Allo stesso modo, Il Corriere della Sera e Il Messaggero scelgono di parlare di Welfare più che di ogni altro argomento politico, sebbene con frequenze minori di quelle registrate per La Repubblica. I quotidiani che trattano meno di Welfare, nel confronto con gli altri, sono Il Giornale e Il Sole 24 Ore, anche se, a ben guardare, tale tematica si colloca comunque tra le più affrontate dalle rispettive testate. (cfr. par 1.5.). Passando ad osservare il comportamento dei quotidiani in esame in relazione alle singole sottotematiche del Welfare, la tabella 1 evidenzia come la sottotematica complessivamente più trattata nei quotidiani analizzati sia il Sociale. Essa rappresenta anche la sottodimensione del Welfare maggiormente affrontata da ogni singola testata, fatta eccezione per Il Sole 24 Ore che privilegia gli argomenti Lavoro e formazione e Previdenza, probabilmente in ragione del suo orientamento rivolto ad approfondire le questioni legate al mondo economico e finanziario. Il secondo argomento più trattato, in tutti i quotidiani analizzati, durante la scorsa campagna elettorale è quello relativo a Lavoro e formazione, che raggiunge picchi di frequenze in La Repubblica e La Stampa. I restanti temi, anche se con andamenti diversificati in base alle singole testate, registrano nel complesso presenze nettamente inferiori. Tab. 1 Presenza delle sottotematiche del Welfare per singoli quotidiani analizzati (valori assoluti)

Lavoro e formazione Previdenza Sociale Sanità Politiche

abitative Totale

Corriere Sera 37 19 87 30 16 189

Repubblica 74 18 87 49 22 250

Messaggero 50 16 76 18 28 188

Stampa 73 27 78 18 17 213

Giornale 24 7 28 15 2 76

Sole 24 Ore 36 21 16 8 7 88

Totale 294 108 372 138 92 1004 Osservando il grafico 1, è possibile evidenziare la discontinuità di frequenze, e quindi d’interesse, in relazione ai diversi argomenti. Le sottotematiche rese meno note al lettore, sia da parte dei quotidiani con i propri pezzi giornalistici, sia da parte degli attori coinvolti con le loro dichiarazioni/interventi, sono le Politiche abitative, la Previdenza e la Sanità.

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Graf. 1 Sottotematiche del Welfare affrontate dai singoli quotidiani analizzati

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Corriere Sera Repubblica Messaggero Stampa Giornale Sole 24 Ore

Lavoro e formazione Previdenza Sociale Sanità Politiche abitative

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3. L’analisi dei titoli I risultati presentati in questo capitolo si riferiscono allo studio delle titolazioni apparse sulle 6 testate oggetto d’indagine nei due mesi precedenti le elezioni politiche del 9 aprile 2006 (periodo di riferimento della presente indagine). In particolare, l’analisi testuale ha come oggetto di rilevazione un corpus di 3280 testi, costituito dai titoli corrispondenti all’intera popolazione di pezzi giornalisti trattanti di campagna elettorale selezionati nella ricerca. Tale corpus è formato da frammenti (i titoli), a loro volta costituiti da occorrenze, ossia sequenze di caratteri (le parole), che appaiono e ricorrono nel testo. Il conteggio e l’analisi delle occorrenze presenti nei titoli del corpus ha permesso di riflettere sulle tematiche che, durante la scorsa campagna elettorale, sono state maggiormente evidenziate nell’elemento grafico più visibile di un quotidiano: il titolo. Per l’individuazione delle parole tema è stato utilizzato il software d’analisi testuale, creato dall’Università della Sorbona di Parigi, lexico, che consente una scomposizione del testo in singole occorrenze, fornendone le relative frequenze assolute. 3.1. Macro dati Prima di analizzare nel dettaglio i contenuti delle titolazioni, effettuiamo una panoramica sulle caratteristiche che l’universo dei titoli ha presentato nel suo insieme. Attraverso la scheda di rilevazione del contenuto si è voluto indagare quali fossero le tipologie principali di titolazioni presenti nei quotidiani, utilizzando come fundamentum divisionis la funzione specifica assolta dai titoli. Si è cosi distinto fra Referenziali, Assertivi, Dubitativi, Ad Effetto e Altro. Il 42% dei titoli analizzati svolge una funzione Referenziale (graf. 1), ossia riferisce una qualche dichiarazione di un attore coinvolto nella campagna elettorale. Esempi di titolazioni di questo genere sono: “Fini: via i clandestini che resteranno senza permesso” (Il Corriere della Sera, 17 marzo 2006). Al 32% si posizionano i titoli di tipo Assertivo, in cui viene espresso un concetto, una posizione, un’affermazione in generale, come “Da 20 a 60 mila euro per una candidatura” (Il Sole 24 Ore, 8 marzo 2006). I titoli Ad Effetto risultano essere il 25%, con casi come “Elogio della noia” (La Repubblica, 16 marzo 2006). In questa tipologia ciò che viene evidenziata è la volontà di attrarre l’attenzione, impressionando, stupendo o emozionando il lettore. Infine, con lo 0,9% abbiamo le titolazioni classificate come Dubitative, che esprimono una domanda, un interrogativo, quali “Perché con 2 lauree non trovo un lavoro?” (Il Messaggero, 22 febbraio 2006). Il restante 0,1% si posiziona nella categoria residuale Altro.

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Graf. 1 Tipologia titolazioni

1%

32%42%

25%

ReferenzialeAssertivoAd EffettoDubitativo/Altro

Come appare evidente osservando il grafico 1, il corpus di titoli in esame è contraddistinto da una cospicua percentuale di elementi classificati come Referenziali. Questo tipo di titolazioni si caratterizza per una bassa tematicità (e quindi per una scarsa presenza di temi elettorali), legata al fatto che la referenzialità è sicuramente funzionale ad una titolazione d’appeal, ma difficilmente esprime concetti rilevanti. Le medesime considerazioni, in misura ancora maggiore, sono riferibili alle titolazioni definite Ad Effetto, dove la funzione del titolo si ferma alla semplice immediatezza, tralasciando o minimizzando il ruolo informativo, e di conseguenza il contenuto tematico. Si può, quindi, concludere che nella nostra analisi la presenza di temi elettorali è stata rilevata soprattutto nelle titolazioni che abbiamo chiamato Assertive. Per quanto riguarda gli elementi che nel loro complesso compongono la titolazione, quindi titolo vero e proprio accompagnato o meno da sottotitolo, occhiello e catenaccio, i dati (graf. 2) mostrano come solo il 12% dell’universo preso in esame risulti composto da unità d’analisi con titolazione completa. Il 30% dei casi presenta una titolazione a tre elementi, di volta in volta il titolo con catenaccio e/o occhiello e/o sommario. Mentre le titolazioni a due elementi e quelle costituite dal solo titolo corrispondono ciascuna al 29% del totale.

Graf. 2 Elementi titolazioni

12%

30%

29%

29%

CompletaTre elementiDue elementiSolo titolo

Un’ulteriore variabile ritenuta interessante ai fini della rilevanza assunta dalle titolazioni nelle pagine dei quotidiani è stata costruita considerando la loro estensione spaziale, e in particolare il numero delle colonne a stampa del pezzo giornalistico occupate dal suo titolo.

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Si è scelto di individuare tre classi di ampiezza: Bassa (nel caso in cui il titolo occupi da 1 a 2 colonne), Media (da 3 a 4 colonne), Alta (da 5 colonne in poi).

Graf. 3 Ampiezza titolazioni

34%34%

32%

AltaMediaBassa

Come si deduce dal grafico 3, i quotidiani analizzati non hanno privilegiato in modo netto un determinato tipo di estensione. Il campione di titoli si distribuisce, infatti, piuttosto equamente tra le tre diverse classi di ampiezza. Ulteriori considerazioni inerenti i titoli possono essere svolte osservando i dati disaggregati. La distribuzione per testata della tipologia di titolazioni (tab. 1) vede prevalere la categoria della referenzialità per ben cinque quotidiani su sei. Sul totale dei titoli di ogni singolo giornale, quelli Referenziali si rilevano con una percentuale fra il 38% e il 48%. L’eccezione è rappresentata da Il Sole 24 Ore che nel 59% dei casi fa prevalere la tipologia assertiva. Per ogni testata analizzata, il tipo di titolo meno frequente è quello dubitativo, con percentuali fra lo 0,4% e il 2,1%. Probabilmente, poche sono le domande poste per attirare l’attenzione del lettore su un pezzo giornalistico, poche le questioni su cui si hanno dubbi, su cui si esprimono perplessità. Quasi tutto appare certo (assertivo) e deciso dalle realtà coinvolte nella campagna elettorale (referenziale) oppure comunicato con tecniche basate sull’impatto immediato (ad effetto). Questo approccio é preferito a quello di sollecitare il dubbio, interrogare il lettore, richiedere uno sforzo cognitivo di riflessione a partire dal titolo.

Tab. 1 Distribuzione percentuale per testata della tipologia di titolazioni

Il Corriere della Sera La Repubblica Il Sole 24 Ore La Stampa Il Messaggero Il Giornale

Referenziali 48,2% 47,0% 26,4% 38,0% 41,6% 40,9% Assertivi 29,0% 29,0% 59,0% 25,0% 32,0% 31,5% Dubitativi 2,1% 0,4% 0,6% 1,0% 0,4% 0,7% Ad Effetto 20,4% 22,2% 14,0% 36,0% 25,8% 26,9% Altro 0,3% 1,4% - - 0,2% - NB: Le percentuali sono calcolate sul totale delle titolazioni per testata, la percentuale totale è quindi ricavabile per colonna. Per quanto concerne la presenza dei diversi elementi che compongono la titolazione, le testate considerate prediligono tipologie differenziate (tab. 2).

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La Stampa e La Repubblica ricorrono maggiormente a titoli a tre elementi, rispettivamente nel 40,5% e nel 35,2% dei casi: tendenzialmente questo tipo di titolazioni cerca di colpire visivamente il lettore, fornendo quante più informazioni possibili per interessarlo e spingerlo a leggere il pezzo giornalistico. Il Sole 24 Ore e Il Giornale utilizzano più frequentemente la forma a due elementi, nel 46,5% e nel 43,6% dei casi, tentando probabilmente di richiamare l’attenzione del lettore con informazioni sufficienti, ma non esaustive, circa l’argomento trattato nel pezzo. Infine, Il Corriere della Sera e Il Messaggero optano per il solo titolo, con il 43,5% e il 32,5% delle frequenze: in questo caso è lasciato al lettore il compito, se interessato, di approfondire il tema.

Tab. 2 Distribuzione percentuale per testata degli elementi delle titolazioni

Il Corriere della Sera La Repubblica* Il Sole 24 Ore La Stampa Il Messaggero Il Giornale

Completa 6,0% 20,0% 6,0% 7,0% 23,2% 12,2% Tre elementi 21,0% 35,2% 25,0% 40,5% 26,7% 19,7% Due elementi 29,5% 17,3% 46,5% 31,3% 17,6% 43,6% Solo titolo 43,5% 27,0% 22,5% 21,2% 32,5% 24,5%

NB: Le percentuali sono calcolate sul totale delle titolazioni per testata, la percentuale totale è quindi ricavabile per colonna. * Il totale di colonna è pari a 99,5%, il restante 0,5% è relativo a pezzi senza titolo non conteggiati nella seguente tabella. Nella tabella 3 possiamo constatare come Il Corriere della Sera e La Stampa abbiano riservato ai titoli dei pezzi giornalistici concernenti la campagna elettorale un’estensione spaziale medio-bassa. La Repubblica ha optato per un numero medio di colonna a stampa dei titoli. Mentre le restanti testate (Il Sole 24 Ore, Il Messaggero e Il Giornale) hanno privilegiato un’ampiezza alta, da 5 colonne in poi.

Tab. 3 Distribuzione percentuale per testata dell’ampiezza delle titolazioni

Il Corriere della Sera La Repubblica Il Sole 24 Ore La Stampa Il Messaggero Il Giornale

Bassa 39% 32% 35,5% 35% 28% 25% Media 34% 44% 21,5% 36% 28% 28% Alta 27% 24% 43% 29% 44% 47%

NB: Le percentuali sono calcolate sul totale delle titolazioni per testata, la percentuale totale è quindi ricavabile per colonna. In base agli elementi raccolti, e fin qui illustrati, possiamo affermare che i quotidiani analizzati hanno caratterizzato le proprie titolazioni nel modo seguente: - La Repubblica e La Stampa hanno adottato titolazioni prevalentemente ellittiche11. Il soggetto è

sottinteso (tipologia referenziale) e la completezza della titolazione (a tre elementi) è utilizzata per richiamare il lettore, ma non invadere il suo spazio visivo (ampiezza medio-bassa).

- Il Corriere della Sera ricorre a titolazioni tendenzialmente elise: i pezzi sono caratterizzati dal solo titolo, con un’ampiezza bassa e la tendenza a non prendere posizione, bensì a “delegare” la notizia agli attori coinvolti (tipologia referenziale).

11 Questo termine sottintende l’utilizzo delle proposizioni ellittiche, ossia le unità elementari in cui si traduce il pensiero espresso in forma compiuta, costituite da due elementi (soggetto e predicato) di cui uno dei due è sottinteso.

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- Il Sole 24 Ore appare principalmente eloquente: esprime con chiarezza ed efficacia ciò che vuole comunicare (tipologia assertiva, a due elementi) e privilegia un alto impatto visivo.

- Il Messaggero e Il Giornale appaiono più che altro immediati: riservano alle titolazioni un’alta estensione spaziale, ma non intervengono troppo su ciò che richiama l’attenzione del lettore (prediligono il solo titolo o pochi elementi); non si sbilanciano in prese di posizione, ma lasciano tale compito agli attori coinvolti (tipologia referenziale).

3.2. La premessa e gli obiettivi dell’analisi In via preliminare, occorre specificare che l’analisi dei titoli non è stata concepita come prettamente esplorativa, ossia volta ad approcciare ad un testo in modo da scoprire cosa esso contenga o comunichi. Il progetto di ricerca partiva, infatti, da alcune premesse teoriche, che delineavano un chiaro iter conoscitivo, e formulava precisi interrogativi. Gli scopi dell’analisi erano di rilevare, nelle titolazioni, la presenza e le caratteristiche delle tematiche politiche inerenti il Welfare. Tale “contenitore” è stato, quindi, considerato come una macroarea, all’interno della quale muoversi per individuare gli specifici temi trattati. Inizialmente, si è valutato l’impatto dell’item Welfare sulla totalità dell’universo delle titolazioni esaminate. Successivamente, i titoli sono stati indagati tentando di identificare le parole chiave riconducibili a ciascun sottotema in cui può essere articolata la macroarea in questione: Lavoro e formazione / Previdenza / Sociale / Sanità / Politiche abitative (suddivisione adottata anche per la scheda di rilevazione del contenuto). Nella sua totalità, la macroarea Welfare occupa il 4,7% dei titoli in esame. Una percentuale piuttosto bassa, che si contrappone ai risultati dell’analisi del contenuto, dove il Welfare è risultato essere il tema più trattato, seguito da Politica interna e Politica fiscale. La ragione di questo contrasto è legata alla diversità di funzione comunicativa fra titolo e pezzo giornalistico. Mentre il pezzo, nella sua interezza, tocca diversi temi, con la funzione d’informare quanto più possibile il lettore, il titolo al contrario funge da “specchietto per le allodole”, ossia cerca di catturare l’attenzione del cittadino che sfoglia il quotidiano12. Il titolo è inoltre composto di poche parole, di conseguenza può comunicare un numero ridotto di temi/items, a differenza di un pezzo giornalistico. Nella scelta di una tematica da “sparare” nel titolo, una redazione si fa quindi guidare, solitamente, dalla notizia che manifesta più appeal, che richiama maggiormente l’attenzione, anche se dovesse riguardare una sola delle tematiche trattate nel pezzo. Sotto questo punto di vista, la scorsa campagna elettorale è stata connotata da diverse “notizie bomba” e avvenimenti che hanno caratterizzato le titolazioni, comprese quelle dei pezzi giornalistici che si occupavano, fra i vari temi, anche di Welfare. Per fare un esempio delle tematiche che hanno fatto scalpore, e che si sono imposte come notizie da titolo, troviamo: “Berlusconi: vinceremo perché non siamo coglioni” (Il Giornale, 8 aprile 2006), “Berlusconi - Annunziata / 1” (Il Messaggero, 15 marzo 2006), “Prodi: sì al duello, ma regole certe” (La Stampa, 25 febbraio 2006), “Berlusconi attacca Prodi e PM : sono il Caimano” (Corriere della Sera, 27 marzo 2006). Esempi di titoli che, invece, hanno scelto come notizia primaria il Welfare sono “Immigrazione: no al falso buonismo” (Il Corriere della Sera, 17 marzo 2006), “Costo del lavoro, concorrenza e volontà politica” (Il Messaggero, 8 marzo 2006), “Più diritti alla famiglia in carne e ossa, no alle guerre sulle unioni di fatto” (La Repubblica, 21 marzo 2006). 12 Tale dato si andrebbe così ad accordare con la scarsa evidenzia tecnica dei pezzi giornalistici trattanti il tema Welfare (cfr. par. 1.3.).

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A seguito di una prima disamina delle occorrenze totali del corpus oggetto d’indagine, e in base agli obiettivi della ricerca, sono state identificate una serie di parole tema, riconducibili alle diverse sottotematiche della macroarea Welfare. Successivamente, alcune parole chiave sono state analizzate congiuntamente, al fine di formare gruppi semantici coerenti e significativi. 3.3. I dati: le tematiche del Welfare nei titoli La prima considerazione da fare, alla luce dei dati emersi, è che il Welfare non è stato il tema centrale della passata campagna elettorale veicolata dai titoli. La tematica maggiormente presente nelle titolazioni esaminate è stata, sicuramente, la Politica fiscale. La motivazione di tale predominanza è facilmente immaginabile e va comunque oltre gli obiettivi della presente ricerca. In questa sede, basterà sottolineare come essa sia stata l’argomento “principe” delle titolazioni in campagna elettorale: solo alcune delle parole tema significative, quali Fisco, Tasse/Tassazione, BOT/CCT/Irap/Irpef e Cuneo fiscale, hanno occupato il 4,8% del totale delle titolazioni (con una frequenza assoluta di 158). Una percentuale superiore a quella data dalla somma di tutte le aree (e le parole tema) che compongono la macrotematica Welfare. Nella disanima dei risultati, si può partire dalla semplice constatazione che la stessa parola Welfare, su un totale di 3280 titolazioni, risulta presente solo in 4 casi: 2 volte su La Repubblica e 2 su Il Sole24 Ore: “Il centrodestra non lo dice ma taglierà ancora il welfare“ (La Repubblica, 24 marzo 2006), “Ecco il pilastro del nuovo welfare: via deduzioni Irpef e assegni Inps” (La Repubblica, 22 febbraio 2006), “L’Unione alla sfida del welfare” (Il Sole 24 Ore, 4 marzo 2006), “Sì al centro sinistra, ma più welfare” (Il Sole 24 Ore, 1 marzo 2006). Prendendo in considerazione le singole sottotematiche, si è osservato come quella più ricorrente nelle titolazioni analizzate sia, senza dubbio, Lavoro e formazione, con una frequenza totale delle occorrenze pari a 78, corrispondente al 2,3% dei casi. Disaggregando i dati, possiamo constatare come l’occorrenza più rilevata sia quella di tipo generico “lavoro-lavoratori”, presente nell’1,1% del totale dei titoli e in oltre il 48% delle titolazioni relative alla tematica in questione. Con lo 0,6% del totale risulta la parola “Biagi” (in titolazioni che citano l’omonima legge o che nominano il giuslavorista trattando genericamente del mondo del lavoro), che occupa il 26% dei titoli relativi alle politiche occupazionali. Percentuale infinitesimale (dello 0,1%) per l’occorrenza “occupazione-disoccupazione”, totalmente assente nella maggior parte delle testate in esame. La seconda sottotematica considerata, quella inerente la Previdenza, appare con una ricorrenza abbastanza irrisoria. Nella totalità del Welfare, l’argomento in questione registra una frequenza assoluta pari a 14 (lo 0,4% dei casi), ed è coperto interamente dalle due occorrenze “previdenza” e “pensioni/pensionati”. Il Sociale comprende, al suo interno, diverse aree d’analisi, corrispondenti ad altrettante aree d’intervento. La prima è quella relativa alla “famiglia”, la cui occorrenza ha fatto registrare un’incidenza totale pari allo 0,7% (per una frequenza assoluta di 23). Legato a questo argomento, e a volte coesistente nello stesso titolo, è quello relativo ai patti civili di solidarietà, alle coppie di fatto e ai diritti degli omosessuali, con una frequenza assoluta di 56, pari all’1,7% del totale delle titolazioni. In particolare, la terminologia più frequentemente usata è “Pacs”, con 43 occorrenze, che costituiscono l’1,3% dell’universo dei titoli e il 77% delle titolazioni che trattano il tema in questione. Lo 0,4% del totale corrisponde ai termini “gay”, “omosessuali” e “coppie di fatto” (le cui frequenze sono state sommate per vicinanza semantica e concettuale, oltre che per evitare di

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registrare valori numericamente poco significativi, e quindi non analizzabili), che copre il restante 33% dei titoli inerenti il riconoscimento dei diritti dei conviventi, siano essi omosessuali o eterosessuali. Nel Sociale rientra anche il tema dell’immigrazione. In questo caso, le frequenze assolute e percentuali si abbassano, fino ad arrivare ad un valore assoluto di 19 (pari allo 0,6% dell’universo), che si ottiene per le parole “immigrati” e “immigrazione”. Infine, con frequenze infinitesimali, registriamo l’occorrenza “infanzia”. Per le Politiche sulla salute, il termine “sanità” ottiene una frequenza assoluta pari a 12, corrispondente allo 0,3% dell’intero universo; mentre, con frequenze infinitesimali, rileviamo l’occorrenza “fecondazione assistita”. Infine, nessuna parola chiave è stata identificata per l’argomento Politiche abitative. 3.4. La presenza dei due leader nelle titolazioni L’analisi delle titolazioni raccolte nel periodo considerato permette di osservare anche la presenza e il rapporto fra le due personalità di spicco della scorsa campagna elettorale. I leader dei due schieramenti politici compaiono per un totale di 869 volte nei titoli: di queste, il 57% viene nominato Berlusconi, il 43% Prodi. La forbice fra le due percentuali non sembra eccessivamente ampia, anche in considerazione del fatto che il più nominato è l’allora Presidente del Consiglio in carica: un’ipotetica ragione per ricavare uno spazio leggermente maggiore nelle titolazioni rispetto all’avversario politico. Per entrambi, la dicitura più frequentemente utilizzata è il cognome: per Berlusconi il 41% delle volte, per Prodi ben il 74%. Berlusconi viene spesso nominato anche come Premier (30%): il dato non sembra però indicare una connotazione del politico, in quanto si tratta della carica istituzionale ricoperta durante il periodo in esame. Diverse le considerazioni concernenti l’utilizzo dei relativi soprannomi: la dicitura Cavaliere per Berlusconi è al 30%, mentre Professore per Prodi viene utilizzato solo nel 13% dei casi. Molto simili fra loro le percentuali di ricorso ai nomi propri, Silvio e Romano, rispettivamente al 18% e 14% dei casi. A livello di singola testata, è interessante notare come nei titoli de Il Giornale il leader dell’Unione compaia quasi il doppio rispetto a quello della CdL (dato calcolato su tutte i nomi/appellativi/titoli dei due personaggi): il rapporto Prodi-Berlusconi è di quasi 2 a 1. Ciò appare interessante, in quanto in controtendenza con i dati relativi, ad esempio, a Il Corriere della Sera e La Repubblica, che mostrano come il rapporto sia sostanzialmente capovolto: di 2 a 1 per Berlusconi. In considerazione degli obiettivi dell’indagine, si è ritenuto interessante analizzare la presenza, nelle titolazioni, dei nomi di Silvio Berlusconi e Romano Prodi in associazione alle principali tematiche della scorsa campagna elettorale, e in particolar modo ai sottotemi propri dell’area Welfare. Nell’esaminare tale rapporto si sono tenute in considerazione, e conseguentemente conteggiate, solo le titolazioni che facessero palesemente riferimento a temi ben precisi. Per esempio, sono stati conteggiati titoli quali “Prodi: più tasse solo sui BOT di nuova emissione” (Il Corriere della Sera, 30 marzo 2006), chiaramente riferibile ad un tema definito (nella fattispecie la Politica fiscale), mentre sono state tralasciate titolazioni ambigue quali, ad esempio, “Berlusconi e i figli degli operai” (La Repubblica, 8 aprile 2006). Titoli di tale indeterminatezza richiedevano, infatti, un’interpretazione che rischiava di non possedere i requisiti necessari per una classificazione univoca.

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La presenza dei vari temi nelle titolazioni messa in relazione ai due uomini politici mostra come il rapporto Prodi-Berlusconi sia di 2,3: in generale possiamo notare come il leader dell’Ulivo venga nominato più del doppio delle volte di Silvio Berlusconi in relazione ad una qualche tematica. Se osserviamo i dati disaggregati per singoli temi, vediamo come, sia nel caso di Prodi che di Berlusconi, l’argomento maggiormente associato alle due personalità politiche sia quello relativo alla fiscalità, coerentemente con quanto precedentemente esposto. Nel caso del leader di centro-sinistra, troviamo associato il nome di Romano Prodi alla tematica fiscale ben il 67% delle volte in cui in una titolazione è rilevabile un tema riconducibile al candidato premier dell’Unione. Allo stesso modo, il medesimo argomento si lega al nome di Silvio Berlusconi più o meno con la stessa percentuale (66,7%), calcolata sul totale dei titoli con tema riferibile al leader della coalizione di centro-destra. Se sommiamo, invece, la totalità dei temi rilevati per entrambe le figure politiche, constatiamo che l’argomento “fiscalità” costituisce ben il 70% di tutti i temi trattati. A questo punto è possibile stilare una sorta di graduatoria degli argomenti maggiormente associati ai leader protagonisti della scorsa campagna elettorale. Come già visto, in assoluto Romano Prodi è la personalità che risulta più legata alle differenti tematiche elettorali, e in particolar modo alla Politica fiscale (nel 67% dei casi). A grande distanza segue il tema delle cosiddette grandi opere (TAV, infrastrutture, ecc.), che occupa un altro 10% del totale dei temi associati al leader dell’Unione. Terzo in graduatoria il costo del lavoro, presente nel 6,3% dei casi. Sia il tema dell’infanzia che quello dei Pacs rivestono ciascuno il 5% del totale, ed è interessante notare come queste due tematiche siano completamente assenti in riferimento al leader del centro-destra. Infine, quattro tematiche vengono rilevate una sola volta, in termini di frequenze assolute, associate al nome di Romano Prodi: si tratta dei temi dell’ambiente, della cultura, della fecondazione assistita e dell’energia nucleare. Passando ad analizzare gli argomenti accostati a Silvio Berlusconi, notiamo che la graduatoria stilata risulta qualitativamente differente da quella creata con i dati relativi a Romano Prodi. Oltre al già citato tema fiscale (che occupa il 66,7% dei casi), un’altra tematica che raggiunge una percentuale significativa (pari al 9%) è quella delle “quote rosa”, argomento non rilevato in collegamento al leader del centro-sinistra. Al 6,1% si collocano tre temi: il lavoro e le grandi opere, similmente a quanto rilevato per Prodi, e la famiglia, un altro tema associato al solo Berlusconi. Infine, con un’unica citazione, pari al 3%, troviamo la sanità. * Le percentuali mancanti per raggiungere il 100% delle tematiche abbinate ai due leader sono state categorizzate come “Altro”.

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4. Il Welfare nella campagna elettorale Poiché nei pezzi giornalistici analizzati è stata rilevata la contemporanea presenza di più temi politici (cfr. par. 1.3.), la prima domanda che ci si è posti è quali fossero i temi maggiormente presenti congiuntamente alla questione Welfare. Ad esclusione di Politica interna, Ambiente, Sicurezza e Giustizia, Politica estera e Informazione e Cultura, si trovano alte percentuali (uguali o superiori al 40%) di trattazione della tematica Welfare insieme ad altri temi di campagna elettorale (tab. 1).

Tab. 1 Temi politici presenti nei pezzi trattanti il Welfare (percentuali uguali o maggiori al 40%)

Temi presenti nei pezzi giornalistici che trattano di Welfare Frequenza Infrastrutture 73,68 Scuola e Ricerca 73,68 Politiche per le imprese 50,00 Politica fiscale 47,02 Politica economica 43,71 Più nel dettaglio, si tratta di Welfare in modo congiunto ad altre tematiche prevalentemente per due sue sottodimensioni, quella relativa alle politiche per Lavoro e formazione e quella concernente il Sociale. Quando i pezzi trattano di Lavoro e formazione si trovano contemporaneamente affrontati anche i sottotemi: Cuneo fiscale (61%), Evasione fiscale (39%) e Riduzione delle imposte (32%), Liberalizzazioni (35%), Privatizzazioni (33%) e Banche (33%). La sottotematica occupazionale è presente quando si parla di Globalizzazione (46%), Sostegno alle imprese (40%), Competitività (39%) e Terziario (38%). Infine, essa risulta affiancata a due sottotemi inerenti Scuola e Ricerca: Investimenti (43%) e Leggi/Decreti (34%). Da questi dati emerge una prima importante considerazione: i pezzi giornalistici analizzati trattano il sottotema Lavoro e formazione prevalentemente attraverso l’impatto economico, quasi fosse scontato che il lavoro e la formazione siano questioni attinenti più che altro alle leggi di mercato. La sottotematica Sociale è presente contemporaneamente al tema dell’Evasione fiscale (31%), alle sottotematiche Sviluppo (46%) e Investimenti (40%) nel Mezzogiorno, quando si tratta di Leggi/Decreti (63%) e Investimenti (45%) inerenti Scuola e Ricerca. Il Sociale sembra, quindi, coinvolgere prevalentemente una parte dell’Italia (il Mezzogiorno), quasi risulti ormai acquisita quell’impostazione, da tempo sostenuta, che considera le Politiche sociali un motore per lo sviluppo socio-economico locale, per cui esso acquista una forte connotazione territoriale di contrasto ai ritardi maturati nel nostro Paese. Inoltre, il Sociale si affianca per lo più alle sottotematiche che trattano il tema Scuola e Ricerca, campi senz’altro contigui e affini. Passando ad analizzare le altre sottodimensioni del Welfare, interessante è il dato che emerge per Previdenza e Sanità. Di esse si parla prevalentemente con pezzi giornalistici ad hoc, specificatamente dedicati a tali argomenti, senza significativi accostamenti ad altri temi politici. Le uniche sottodimensioni significative, a livello di frequenza contemporanea nei pezzi giornalistici trattanti la Previdenza, sono: Sviluppo del Mezzogiorno (23%), Riduzione delle imposte (21%), Evasione fiscale (18%) e Cuneo fiscale (19%).

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La Sanità appare congiuntamente, anche se con frequenze piuttosto basse, per lo più insieme alle sottodimensioni: Leggi/Decreti (18%) e Investimenti (16%) inerenti Scuola e Ricerca, e Sviluppo del Mezzogiorno (14%). Infine, un ultimo dato da considerare in questa panoramica è quello concernente la frequenza contemporanea delle sottotematiche Politiche abitative e Tassazione della casa (40%). Argomenti che, in questa campagna elettorale, sono stati presentati spesso come correlati: se si parlava di ICI quasi contemporaneamente si parlava anche di Politiche abitative, e in particolar modo di aiuti alla prima casa. 4.1. Chi ha parlato di Welfare? Prima di addentrarci nell’analisi delle singole sottotematiche del Welfare, è bene soffermarsi sugli “attori” principali, ossia su coloro che sono stati riportati nei pezzi giornalistici come protagonisti di tale tematica. Si vuole, in altre parole, rispondere alla domanda Chi ha parlato di Welfare? Com’era immaginabile, sugli 867 attori che hanno affrontato il tema in questione la maggioranza (659) è rappresentata da personalità appartenenti ai vari partiti e/o schieramenti politici. Il dato interessante è, tuttavia, costituito dalla scarsa presenza sull’argomento di altre realtà operanti nella società (graf. 1), come se il Welfare riguardasse solo la politica e il suo dibattito.

Graf. 1 Realtà presenti nei pezzi giornalistici che trattano della tematica Welfare (valori assoluti)

659

70

63

39

27

9

0 200 400 600 800

Attori Politici

Attori Sociali

Attori Istituzionali

Attori Economici

Attori Sindacali

Attori Esteri

4.1.1. Welfare e … Attori Esteri Gli Attori Esteri, con 9 frequenze, sono quelli meno presenti nei pezzi giornalistici di campagna elettorale trattanti la tematica del Welfare.

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Tab. 2 Attori Esteri rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare Attori Esteri Frequenze assolute Rato (FMI) 3 Fondo Monetario Internazionale 1 Commissione Europea 1 Banca Interamericana 1 Policy Network 1 Socialisti francesi 1 Vasquez 1 Totale 9

Confrontando la tabella 2, possiamo rilevare come una sola personalità (Rodrigo Rato), tra quelle indicate, registri frequenze superiori all’unità. Se analizziamo l’accostamento degli Attori Esteri con le diverse sottodimensioni del Welfare, possiamo rilevare che non tutti i soggetti indicati si esprimo in modo specifico sui diversi argomenti considerati. Constatazione, questa, a cui si deve aggiungere la totale assenza di associazione con i sottotemi Sanità e Politiche abitative. Attori Sindacali I Sindacati sono presenti nella trattazione del tema Welfare in 27 casi, associati a 12 realtà, come indicato nella tabella 3.

Tab. 3 Attori Sindacali rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare Attori Sidacali Frequenze assolute Cgil 6 Epifani (Cgil) 5 Angeletti (Uil) 3 Pezzotta (Cisl) 3 Sindacati 3 Ces (Confederazione europea dei sindacati) 1 Cisl 1 Fiom 1 Patta (Cgil) 1 Rinaldini (Fiom-Cgil) 1 Uda (Cisl) 1 Uil 1 Totale 27

Osservando il grafico 2, emerge il primato della CGIL, con 11 casi (6 afferenti alla sigla e 5 al Segretario Epifani). Com’era logico aspettarsi, le personalità sindacali più associate alla trattazione del Welfare sono identificabile con gli allora Segretari Generali dei tre Sindacati Confederali (Epifani, 5; Angeletti, 3; Pezzotta, 3).

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Graf. 2 Attori Sindacali più associati alla tematica Welfare (frequenze uguali o superiori a 3)

Cgil

Epifani (Cgil)

Angeletti (Uil) Pezzotta (Cisl) Sindacati

0

1

2

3

4

5

6

7

Gli unici due sottotemi del Welfare a cui si accostano gli Attori Sindacali sono Lavoro e formazione e Previdenza. Anche in questo caso prevale, per entrambi, la presenza della CGIL, come sigla e/o nella persona del suo Segretario (graf. 3).

Graf. 3 Attori Sindacali più associati alle sottotematiche del Welfare

Cgil

Epifani

Pezzotta

Epifani

0

5

10

15

Lavoro e formazione

PrevidenzaSocial

eSanità

Politiche abitat

ive

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56

Attori Economici Gli Attori Economici risultano associati al Welfare in 39 casi, rappresentati da 13 soggetti (tab. 4), di cui la Confindustria risulta essere la realtà più presente, sia attraverso la sigla che attraverso i singoli esponenti, in particolare il suo Presidente (graf. 4). Ciò probabilmente trova regione nel fatto che, durante la scorsa campagna elettorale, Montezemolo e Berlusconi hanno discusso animatamente sulle strategie politiche di rilancio dell’economia, sia del passato governo che di quello a venire.

Tab. 4 Attori Economici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare

Attori Economici Frequenze assolute Montezemolo (Confindustria) 13 Imprenditori 5 Confindustria 6 Bankitalia 3 Commercianti 2 Fogliani (Confedilizia) 2 Pininfarina (Confindustria) 2 Ance (Associazione Nazionale costruttori italiani) 1 Della Valle (Imprenditore) 1 Guerrini (Confartigianato) 1 Marzotto (Industriale) 1 Micossi (Assonime - Associazione società di capitali) 1 Siri (Federfarma) 1 Totale 39

Graf. 4 Attori Economici più associati alla tematica Welfare (frequenze uguali o superiori a 3)

Bankitalia

Singoli imprenditori

Confindustria

Montezemolo (Confindustria)

0

2

4

6

8

10

12

14

Com’era prevedibile, la sottotematica Lavoro e formazione è quella privilegiata dalle realtà economiche, che al contrario risultano scarsamente presenti sugli altri argomenti (graf. 5).

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In linea con i dati generali, per ben tre sottotemi l’attore più citato nei pezzi giornalistici analizzati è il Presidente di Confindustria, Montezemolo. Graf. 5 Attori Economici più associati alle sottotematiche del Welfare

Montezemolo

Montezemolo Montezemolo Fogliani0

5

10

15

20

25

30

Lavoro e formazione

PrevidenzaSocial

eSanità

Politiche abitat

ive

Attori istituzionali13 Gli Attori Istituzionali compaiono 63 volte in pezzi giornalistici trattanti il Welfare. Essi sono individuate da 27 nominativi (tab. 5), di cui 7 hanno una frequenza uguale o superiore a tre. L’attore di risalto di questo gruppo è rappresentato dal Presidente del Consiglio, che è anche il leader della Casa delle Libertà (CdL). Le altre personalità più coinvolte, ad eccezione del Presidente della Camera, sono tutte legate ad una carica ministeriale (graf. 6). Interessate è il dato che, nonostante si tratti di tematiche inerenti il Welfare, il Ministro preposto a tale incarico è quello che ha registrato solo 3 frequenze: segno che raramente egli si è espresso sul tema o raramente i quotidiani hanno riportata le sue dichiarazioni. Peraltro queste ultime, quando rilevate, hanno riguardato 3 sottotematiche: una dichiarazione per Lavoro e formazione, una per Previdenza e una sul Sociale. Analogamente, il Ministro della Salute viene citato (un’unica volta) per la Sanità.

13 Data spesso la coincidenza, in una stessa persona, di una carica istituzionale ed un incarico di partito, nella rilevazione le varie personalità politiche coinvolte sono stata inserite tra gli Attori Istituzionali, piuttosto che tra gli Attori Politici, in funzione della veste da essi assunta nell’esprimersi in materia di Welfare all’interno dei pezzi giornalistici analizzati. Ciò vuol dire, ad esempio, che Silvio Berlusconi è stato considerato Attore Istituzione, e non Politico, tutte quelle volte in cui veniva citato nei pezzi giornalistici considerati come Presidente del Consiglio dei Ministri e non come leader di Forza Italia e/o della Casa delle Libertà.

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Tab. 5 Attori Istituzionali rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare

Attori Istituzionali Frequenze assolute Berlusconi (Presidente del Consiglio) 13 Casini (Presidente della Camera) 5 Giovanardi (Ministro Rapporti con il Parlamento) 5 Tremonti (Ministro Economia) 5 Pisanu (Ministro Interni) 4 Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) 3 Maroni (Ministro Welfare) 3 Pera (Presidente del Senato) 2 Storace (Ministro Salute) 2 Treu (ex Ministro del Lavoro) 2 Veltroni (Sindaco Roma) 2 Ventola (Governatore Puglia) 2 Brunetta (Consigliere Economia) 1 Cofferati (Sindaco Bologna) 1 Cossiga (Senatore a vita) 1 Cossutta (Parlamentare) 1 Governo 1 Illy (Governatore Friuli) 1 La Malfa (Ministro Politiche comunitarie) 1 Lorenzetti (Governatrice Umbria) 1 Mattioli (Parlamentare) 1 Monti (ex Commissario europeo Concorrenza) 1 Rossi (Governatore Toscana) 1 Sacconi (Sottosegretario Ministero Welfare) 1 Scajola (Parlamentare) 1 Turco (Parlamentare) 1 Vegas (Sottosegretario Economia) 1 Totale 63

Graf. 6 Attori Istituzionali più associati alla tematica Welfare (frequenze uguali o superiori a 3)

AnciMinistro Maroni

Pres.Consiglio Berlusconi

Pres.Camera Casini

Ministro Giovanardi

Ministro Tremonti

Ministro Pisanu

0

2

4

6

8

10

12

14

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Analizzando le singole sottotematiche, si evince come sia quella Sociale a coinvolgere maggiormente gli Attori Istituzionali (graf. 7). Fatta eccezione per le Politiche abitative, dove è l’ANCI che esprime più interventi in merito, una sola figura istituzionale emerge sulle altre: il Presidente del Consiglio, di cui vengono riportate più dichiarazioni per ogni sottotematica considerata.

Graf. 7 Attori Istituzionali più associati alle sottotematiche del Welfare

Berlusconi BerlusconiBerlusconi

Giovanardi

Berlusconi Anci0

5

10

15

20

25

30

Lavoro e formazione

PrevidenzaSocial

eSanità

Politiche abitat

ive

Attori Sociali Nei pezzi giornalistici analizzati, gli Attori Sociali si esprimono sul Welfare 70 volte (si tratta degli attori più coinvolti sul tema, dopo i partiti e le coalizioni politiche), attraverso personalità e soggetti molto diversificati e frammentati (tab. 6). Ciò ha spinto il gruppo di ricerca a superare tale difficoltà creando categorie omogenee che fossero in grado di rappresentare e sintetizzare le singole realtà citate nei quotidiani:

• Mondo cattolico (dove l’attore più presente è il Cardinal Ruini); • Movimenti per i diritti degli omosessuali (rappresentati prevalentemente dall’ARCI); • Opinion Leader (dove è l’Avvenire la realtà più frequente); • Altre Realtà Sociali (dove non vi è nessun attore che prevale numericamente sull’altro).

Tra questi gruppi, il Mondo cattolico e, in seconda battuta, gli Opinion Leader appaiono come i maggiori protagonisti dell’area Welfare.

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Tab. 6 Attori Sociali rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare

Attori Sociali Frequenze assolute Mondo cattolico (Totale 27) Cardinal Ruini 11 Parroci, Esponenti ecclesiastici 6 Papa 3 Chiesa 2 Le Menè (Pontificia accademia per la vita) 2 Movimento per la vita 2 CEI 1 Movimenti diritti omosessuali (Totale 12) Arcigay e/o Arcilesbiche 8 Grillini (Arcigay) 2 Lo Giudice (Arcigay) 2 Opinion Leader (Totale 23) Avvenire 4 Boeri (Economista) 2 Lerner (Giornalista) 2 Bacci (Demografo) 1 Barbagli (Sociologo) 1 Cazzola (Esperto previdenza) 1 Cornelio (Professore) 1 Flamigni (Professore) 1 Ichino (Professore) 1 Megale (Ires) 1 Moretti (Regista) 1 Onofri (Economista) 1 Pietrangeli (Regista) 1 Professionisti 1 Ribka Sibathu (Saggista) 1 Rimassa (Scrittore) 1 Scalfari (Giornalista) 1 Veronesi (Medico) 1 Altre Realtà Sociali (Totale 8) Famiglia italiana 2 Associazione consumatori 1 Auser (Associazione per l’Autogestione dei servizi e la solidarietà) 1 CINI (Coordinamento Italiano Network Internazionali ONG) 1 Comunità di recupero 1 Coop 1 Raffi (Massoneria) 1 Totale 70

Se osserviamo le frequenze relative ai singoli soggetti coinvolti nel dibattito elettorale sul Welfare, possiamo constatare come gli attori più presenti facciano riferimento al mondo cattolico, primo fa tutti il Cardinal Ruini. In seconda battuta troviamo, con 8 casi, Arcigay/Arcilesbiche.

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Graf. 8 Attori Sociali più associati alla tematica Welfare (frequenze uguali o superiori a 3)

Arcigay/Arcilesbiche

Avvenire

Papa

Parroci

Cardinal Ruini

0

2

4

6

8

10

12

Se analizziamo le singole sottotematica del Welfare (graf. 9), possiamo rilevare che l’argomento più affrontato è, senza dubbio, il Sociale (con 43 casi), seguito dalla Sanità (20 casi) e, a pari merito, da Previdenza e Lavoro e formazione (12 casi ciascuno). Il Mondo cattolico primeggia in Sociale e Sanità, ossia in quegli ambiti dove la discussione elettorale ha investito anche questione di natura etica (famiglia e unioni di fatto, aborto, procreazione medicalmente assistita). Gli Opinion Leader risultano prevalere in Lavoro e Formazione, ma rivestono un ruolo significativo anche in Sanità. I Movimenti per i diritti degli omosessuali entrano nel dibattito elettorale sul Welfare prevalentemente per due sottotematiche: il Sociale e la Previdenza. In particolare, le loro opinioni vengono riferite soprattutto in merito al dibattito sulle unioni di fatto.

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Graf. 9 Attori Sociali più associati alle sottotematiche del Welfare

Opinion leaderMovimenti omosessuali

Mondo cattolico

Movimenti omosessuali

Mondo cattolico

Opinion leader

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

Lavoro e formazione

PrevidenzaSocial

eSanità

Politiche abitat

ive

Attori Politici Le realtà politiche costituiscono, com’era lecito aspettarsi, gli attori principali del dibattito elettorale sul Welfare. Come possiamo osservare nella tabella 7, variegata e frammentata appare la presenza delle diverse personalità politiche, legate ai singoli partiti e/o coalizioni, che si esprimono sul tema14.

Tab. 7 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la tematica Welfare

Attori Politici Frequenze assolute Totale Percentuale Unione Totale frequenze coalizione 175 26,56% Prodi 95 Unione 78 Amato 1 Sandri 1

14 La distinzione tra le sigle CdL e Unione e i singoli partiti afferenti alle due coalizioni è stata operata in funzione del soggetto politico citato o della veste assunta dalle varie personalità politiche nell’esprimersi in materia di Welfare all’interno dei pezzi giornalistici analizzati. Ciò vuol dire, ad esempio, che Silvio Berlusconi è stato conteggiato all’interno della CdL, piuttosto che nelle file di Forza Italia, tutte quelle volte in cui veniva citato nei pezzi giornalistici considerati come leader della CdL, e non di FI.

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Casa delle Libertà Totale frequenze coalizione 121 18,36% CdL 60 Berlusconi 55 Tremonti 3 Pera 2 Scajola 1 Margherita/DL Totale frequenze partito 68 10,32% Rutelli 20 Margherita/DL 12 Binetti 11 Bindi 6 Bobba 6 Treu 4 Letta 2 Zanone 2 Bianco 1 D’Angelis 1 Fioroni 1 Franceschini 1 Gelli 1 Rosa nel Pugno Totale frequenze partito 57 8,65% Bonino 16 Capezzone 12 RnP 11 Boselli 8 Turci 4 Viletti 3 Pannella 2 Giavazzi 1 Democratici di Sinistra Totale frequenze partito 55 8,35% Fassino 18 D’Alema 12 Turco 8 DS 5 Grillini 4 Damiano 2 Chiti 2 Marino 2 Flamigni 1 Rossi 1 Partito della Rifondazione Comunista Totale frequenze partito 48 7,28% Bertinotti 31 Prc 10 Luxuria 4 Caruso 2 Ferrero 1

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Lega Nord Totale frequenze partito 23 3,49% Bossi 8 Lega Nord 5 Calderoli 3 Maroni 3 Borghezio 1 Castelli 1 Salvini 1 Togni 1 Verdi Totale frequenze partito 20 3,03% Verdi 7 Pecorario Scanio 6 Cento 3 Bonelli 1 Corleone 1 De Zelueda 1 Roggiolani 1 Alleanza Nazionale Totale frequenze partito 19 2,88% Fini 9 Gasparri 3 Ronchi 2 Amadio 1 AN 1 Bongiorno 1 Mantovano 1 Moffa 1 Udc Totale frequenze partito 17 2,58% Casini 10 Giovanardi 3 UdC 2 Buttiglione 1 Tabacci 1 PdCI Totale frequenze partito 14 2,12% PdCI 7 Diliberto 5 Rizzo 1 Sgobbio 1 Udeur Totale frequenze partito 14 2,12% Mastella 12 Udeur 2 Forza Italia Totale frequenze partito 12 1,82% Forza Italia 3 Brunetta 2 Sacconi 2 Bertolini 1 Caratoddis 1 Carfagna 1 Craxi 1 Della Vedova 1

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Altri partiti di destra Totale frequenze partiti 11 1,67% De Santis (Forza Nuova) 2 Mussolini (AS) 2 Cannizzaro (Nuovo MSI) 1 Forza Nuova 1 MDMA 1 Romagnoli (Fiamma Tricolore) 1 Saya (Nuovo MSI) 1 Scelli (Italia di nuovo) 1 Tilgher (Alternativa Sociale) 1 Altri Totale frequenze partiti 5 0,76% Di Pietro (Italia dei Valori) 1 Fatuzzo (Partito dei Pensionati) 1 Ferrando (ex-PRC) 1 Rotondi (DC) 1 Zingaretti (PSE e Ulivo) 1 Totale 659 100,00%

Graf. 10 Attori Politici più associati alla tematica Welfare

Prc

AltriFI Altri di destraPdCI UdeurUdCANVerdi

Lega Nord

DSRnPMargherita

CdL

Unione

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

Come si evince dai dati, è l’Unione, e i partiti in essa coalizzati, a configurarsi come la realtà politica più presente nei quotidiani analizzati intorno alla tematica del Welfare. Se sommiamo le frequenze totalizzate dall’Unione, come sigla politica a sé stante, e da tutti i partiti ad essa afferenti, rileviamo che la coalizione di centro-sinistra affronta il tema Welfare un numero di volte più che doppio di quello registrato per la coalizione di centro-destra (distanza che permane in modo significativo anche se aggiungiamo le presenze registrate sul tema dagli esponenti della CdL ma conteggiate tra gli Attori Istituzionali, in quanto membri del governo allora uscente). Tale dato, ad oggi, potrebbe essere letto come una tendenza manifestata dai giornali di favorire la vittoria dell’Unione, attraverso il maggior spazio ad essa riservato sulle testate quotidiane. Ipotesi che troverebbe sostegno in alcuni atteggiamenti emersi nella scorsa campagna elettorale, sia

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impliciti (si pensi ai sondaggi, che venivano interpretati come sicuri, senza considerare né gli errori di campionamento, né l’esiguità degli intervistati rispetto alla popolazione italiana, né la “variabile individuo”) sia espliciti (come un certo malcontento espresso verso la passata legislatura da alcune testate e/o giornalisti). Più semplicemente si può, tuttavia, affermare che sono proprio le personalità appartenenti alla coalizione di centro-sinistra ad esprimere in modo costante la loro opinione sulle tematiche del Welfare, in virtù del loro orientamento politico-ideologico e del peso assegnato al tema nel proprio programma di governo, e nella campagna elettorale in generale. Se consideriamo le sole frequenze relative all’Unione e alla CdL, citate come soggetti politici, senza aggregare le frequenze relative ai partiti aderenti alle due coalizioni, possiamo però notare che la loro distanza in termini di presenze sul tema si riduce, pur registrandosi comunque un netto primato della realtà di centro-sinistra (175 vs 121). Ciò appare ancora più evidente se analizziamo l’associazione delle due sigle politiche con le varie sottotematiche del Welfare (graf. 11). Come possiamo osservare nel grafico, l’Unione e la CdL risultano appaiate per quasi tutte le sottotematiche analizzate, fatta eccezione per Lavoro e formazione dove registriamo un netto primato per l’Unione. La cosa più significativa è addirittura la prevalenza della CdL, seppur con uno scarto minimo, per ben tre sottotematiche su cinque15. Una riflessione deve, quindi, essere fatta circa la numerosità dei partiti aderenti alla coalizione di centro-sinistra, la loro aderenza alle tematiche del Welfare e probabilmente la volontà di evidenziare la propria identità partitica.

Graf. 11 Presenza delle sigle politiche Unione e CdL rispetto alle sottotematiche del Welfare

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Lavoro e formazione

PrevidenzaSocial

eSanità

Politiche abitat

ive

Unione

CdL

È da queste osservazioni che è nata l’esigenza di trattare singolarmente ogni sottotematica del Welfare (cfr. paragrafo seguente), in modo da evidenziare le frequenze registrate non tanto dalle 15 Ricordiamo che ciò è possibile poiché la somma delle presenze relative alle varie sottotematiche non coincide con il totale delle presenze associate alla tematica Welfare. Questo perchè in uno stesso pezzo giornalistico trattante il Welfare potevano essere contemporaneamente affrontate più sottotematiche ad esso afferenti. Il grafico 11 mette quindi in evidenza che, pur essendo l’Unione il soggetto maggiormente presente in associazione al tema in questione, è la CdL ad aver trattato, in uno stesso pezzo giornalistico, più sottotematiche contemporaneamente.

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due coalizioni, quanto dai singoli partiti che in diversa misura hanno espresso proprie opinioni rispetto agli argomenti considerati. 4.1.2. Attori Politici e … Lavoro e formazione La sottotematica Lavoro e formazione vede i singoli protagonisti della scena politica esporsi in prima persona; difficilmente infatti si rileva la semplice sigla del partito come Attore Politico nei quotidiani analizzati (tab. 8). L’Unione è protagonista in modo netto di questo argomento, sia come sigla che come coalizione politica. Tra i singoli partiti, le frequenze maggiori sono appannaggio della Margherita/DL e, in seconda battuta, di Rifondazione Comunista e Rosa nel Pugno. Partiti, questi ultimi, che, come si vedrà anche in seguito, sono spesso in primo piano rispetto alle varie sottotematiche del Welfare. Considerando le diverse personalità politiche coinvolte, Prodi risulta essere il più presente, seguito da Berlusconi e, a grande distanza, da Bertinotti: i primi due rappresentano le posizioni delle rispettive coalizioni, mentre il terzo esprime il punto di vista del proprio partito.

Tab. 8 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la sottotematica del Welfare “Lavoro e formazione”

Partito/Coalizione Attore rilevato Frequenza assoluta Prodi 45 Unione Unione 26

Totale 71 Berlusconi 24 CdL 18 Scajola 1

CdL

Tremonti 1 Totale 44

Rutelli 5 Letta 2 Treu 2 Fioroni 1

Margherita/DL

Margherita/DL 1 Totale 11

Bertinotti 8 PRC Caruso 2

Totale 10 Bonino 3 Capezzone 3 RnP 3

RnP

Giavazzi 1 Totale 10

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Fassino 3 DS 2 Turco 2

DS

D’Alema 1 Totale 8

Sacconi 2 Brunetta 1

FI

FI 1 Totale 4

Diliberto 2 PdCI PdCI 1

Totale 3 Lega Nord Maroni 2

Totale 2 AN Ronchi 1

Totale 1 UdC Tabacci 1

Totale 1 Verdi Cento 1

Totale 1 Previdenza Contrariamente a quanto rilevato per la sottotematica Lavoro e formazione, nella Previdenza sono soprattutto le sigle dei partiti ad essere più citate nei pezzi giornalistici analizzati, piuttosto che le singole personalità politiche (tab. 9). Secondo quanto già anticipato, è la CdL, considerata come singolo soggetto, a raccogliere il maggior numero di frequenze, ma è la coalizione di centro-sinistra, nel suo complesso, a risultare più presente sull’argomento. Tra i vari partiti, una posizione di spicco è occupata dalla Margherita/DL, seguita da DS e Rifondazione Comunista. Da sottolineare anche la performance di ben 6 partiti che si attestano sulle 8 frequenze, ad evidenziare che tale argomento ha animato gli Attori Politici in misura maggiore rispetto al precedente. I singoli esponenti protagonisti della sottotematica sono Prodi (nonostante l’Unione abbia presidiato meno l’argomento), Berlusconi a breve distanza e, con frequenze nettamente inferiori, Casini, Mastella e Rutelli (a pari merito).

Tab. 9 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la sottotematica del Welfare “Previdenza”

Partito/Coalizione Attore rilevato Frequenza assoluta CdL 34 Berlusconi 24 Brunetta 1

CdL

Pera 1 Totale 60

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69

Prodi 26 Unione

Unione 26 Totale 52

Margherita/DL 9 Rutelli 6 Bindi 1 Bianco 1 Binetti 1

Margherita/DL

Bobba 1 Totale 19

Fassino 4 Turco 3 D’Alema 2 Grillini 2

DS

Marino 1 Totale 12

PRC 6 PRC

Bertinotti 5 Totale 11

Bossi 3 Lega Nord 3 Calderoli 1

Lega Nord

Maroni 1 Totale 8

PdCI 6 Diliberto 1

PdCI

Rizzo 1 Totale 8

RnP 3 Boselli 2 Bonino 1 Capezzone 1

RnP

Viletti 1 Totale 8

Casini 6 Giovanardi 1

UdC

Tabacci 1 Totale 8

Mastella 6 Udeur

Udeur 2 Totale 8

Verdi 5 Pecorario Scanio 2

Verdi

De Zelueda 1 Totale 8

Gasparri 2 Bongiorno 1 Fini 1 Moffa 1

AN

Ronchi 1 Totale 6

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70

FI FI 3 Totale 3

Fatuzzo (Partito dei Pensionati) 1 Mussolini (AS) 1

Altri

Scelli (Italia di nuovo) 1 Totale 3

Sociale Il Sociale è la sottotematica che nei quotidiani analizzati coinvolge maggiormente le realtà politiche italiane (tab. 10). Non solo aumentano significativamente le frequenze associate ai vari soggetti coinvolti, ma nei pezzi giornalistici considerati registriamo anche la presenza di molteplici attori. A differenza di quanto rilevato per le altre sottotematiche, intervengono sull’argomento con proprie posizioni e/o proposte i partiti definiti di estrema destra (Azione Sociale, Forza Nuova, Nuovo MSI). Si moltiplicano, inoltre, i singoli esponenti dei gruppi politici che si esprimono sul Sociale; in particolare i rappresentanti di Forza Italia che, da partito anonimo, presente spesso solo come sigla, viene invece citato attraverso le proprie personalità. Trend che si verifica per quasi tutti i partiti politici, dove la sigla quasi scompare per dar voce ai diversi appartenenti. Sebbene la CdL, come singolo soggetto, registri un numero di presenze di poco superiore a quello dell’Unione, è la coalizione di centro-sinistra, nel suo complesso, a presidiare la sottotematica, con frequenze più che doppie a quelle registrate dalla coalizione di centro-destra. Tra i singoli partiti acquisiscono grande rilevanza, nell’ordine, la Rosa nel Pugno, la Margherita/DL e i DS, che non si distanziano molto dal vertice pur rappresentando la voce di singoli partiti all’interno dello schieramento di centro-sinistra. A seguire Rifondazione Comunista. Considerando i singoli esponenti politici, vediamo prevalere nuovamente Prodi, seguito da Berlusconi. Ma alte frequenze registriamo anche per Fassino, Rutelli, Capezzone e Bertinotti. Generalmente, possiamo affermare che sono i leader di partito ad acquisire più visibilità nei quotidiani, proporzionalmente alla presenza del proprio gruppo politico sull’argomento.

Tab. 10 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la sottotematica del Welfare “Sociale”

Partito/Coalizione Attore rilevato Frequenza assoluta CdL 25 Berlusconi 23 Tremonti 2 Brunetta 1

CdL

Pera 1 Totale 52

Prodi 28 Unione

Unione 20 Totale 48

Page 71: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

71

Capezzone 10 Bonino 9 RnP 9 Boselli 7 Pannella 2 Turci 1

RnP

Villetti 1 Totale 39

Rutelli 12 Binetti 9 Bobba 5 Bindi 3 Treu 3 Margherita/DL 2 Franceschini 1

Margherita/DL

Gelli 1 Totale 36

Fassino 13 D’Alema 5 Grillini 4 Turco 3 DS 2 Chiti 1 Flamigni 1

DS

Rossi 1 Totale 30

Bertinotti 11 Luxuria 4 PRC 2

PRC

Caruso 1 Totale 18

Bossi 5 Calderoli 2 Lega Nord 2 Castelli 1 Salvini 1

Lega Nord

Togni 1 Totale 12

Casini 5 Giovanardi 2 UdC 2

UdC

Buttiglione 1 Totale 10

Fini 5 Amadio 1 Gasparri 1

AN

Mantovano 1 Totale 8

Page 72: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

72

Pecorario Scanio 4 Bonelli 1 Corleone 1

Verdi

Roggiolani 1 Totale 7

Bertolini 1 Caratoddis 1 Craxi 1 Della Vedova 1 FI 1

FI

Sacconi 1 Totale 6

Udeur Mastella 5 Totale 5

Mussolini 1 Alternativa Sociale

Tilgher 1 Totale 2

De Santis 1 Forza Nuova

Forza Nuova 1 Totale 2

Cannizzaro 1 Nuovo MSI

Saya 1 Totale 2

Diliberto (PdCI) 1 Di Pietro (Italia dei Valori) 1 Romagnoli (Fiamma Tricolore) 1

Altri

Rotondi (DC) 1 Totale 4

Sanità Decisamente inferiori, rispetto alle sottotematiche finora trattate, sono le frequenze rilevate sul tema Sanità (tab. 11) Come si può osservare nella tabella seguente, è la CdL, considerata come sigla, ad esprimersi di più sull’argomento, ma è nuovamente la coalizione di centro-sinistra, nel suo insieme, a prevalere in termini di frequenze registrate. Osservando l’andamento dei singoli partiti, i più presenti sono sempre la Margherita/DL, i DS e la Rosa nel Pugno. Tra i vari esponenti politici, è Prodi ad essere maggiormente citato, seguito, a breve distanza l’uno dall’altro, da Berlusconi, Fassino e Binetti.

Page 73: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

73

Tab. 11 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la sottotematica del Welfare “Sanità”

Partito/Coalizione Attore rilevato Frequenza assoluta Cdl 20 Berlusconi 9

CdL

Brunetta 1 Totale 30

Prodi 15 Unione

Unione 10 Totale 25

Binetti 6 Bobba 4 Rutelli 4 Bindi 3 Zanone 1

Margherita/DL

Treu 1 Totale 19

Fassino 8 D’Alema 2 Turco 2 Flamigni 1

DS

Marino 1 Totale 16

Bonino 3 Capezzone 3 Turci 3 Boselli 2 RnP 1

RnP

Villetti 1 Totale 13

Fini 2 An

Gasparri 1 Totale 3

Casini 2 UdC

Giovanardi 1 Totale 3

Carfagna 1 FI

FI 1 Totale 2

Bertinotti 1 PRC

Luxuria 1 Totale 2

Bonelli 1 Verdi

Pecorario Scanio 1 Totale 2

Forza Nuova De Santis 1 Totale 1

Page 74: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

74

Politiche abitative Le Politiche abitative è la sottotematica meno trattata all’interno del Welfare e quella che vede assottigliarsi le differenze tra le due coalizioni politiche, in termini di presenze registrate (tab. 12). L’Unione prevale sull’argomento, sia come sigla che come coalizione politica, e Prodi è la personalità più citata nei pezzi giornalistici considerati. Tuttavia, osservando l’andamento dei singoli partiti, possiamo constatare che, a differenza di quanto emerso per le precedenti sottotematiche, dove emergeva una forte presenza dei maggiori partiti afferenti alla coalizione di centro-sinistra, nelle Politiche abitative i gruppi politici intervengono poco e in pochi, senza che emergano distinzione significative tra i due schieramenti, salvo il primato di Rifondazione Comunista nel confronto con gli altri partiti.

Tab. 12 Attori Politici rilevati nei pezzi giornalistici trattanti la sottotematica del Welfare “Politiche abitative”

Partito/Coalizione Attore rilevato Frequenza assoluta Prodi 18 Unione 8

Unione

Sandri 1 Totale 27

CdL 12 Berlusconi 7

CdL

Brunetta 1 Totale 20

Bertinotti 3 PRC

Caruso 1 Totale 4

DS D’Alema 1 Totale 1

FI Caratoddis 1 Totale 1

Lega Nord Maroni 1 Totale 1

Margherita/DL Rutelli 1 Totale 1

Page 75: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

75

5. Quale Politica per quale Welfare? Una parte della scheda di rilevazione utilizzata nell’analisi del contenuto è stata finalizzata ad indagare l’idea di Welfare trasmessa dai quotidiani nella scorsa campagna elettorale. A questo scopo sono state elaborate quattro domande specifiche. La prima concerne il “cosa bisogna fare”, ossia se il Welfare debba essere potenziato, riformato, ridotto o lasciato inalterato. La seconda riguarda il “come”, il tipo di finanziamento da prevedere, quindi se la spesa per il Welfare vada aumentata, diminuita, mantenuta costante o ri-orientata. La terza ha a che fare con il “modello” di Welfare: promozionale, liberista, residuale, risarcitorio. Infine, la quarta investe il “rapporto tra Stato e Regioni”, sulla scia del percorso tracciato dalla legge 328/2000 e dalla successiva riforma del Titolo V della Costituzione. L’analisi ha evidenziato la sostanziale assenza di un dibattito incentrato su tali argomenti, come evidenziato dalle frequenze di seguito riportate. 5.1. Cosa bisogna fare? All’interno dei sei quotidiani considerati, per un totale di 3280 pezzi giornalistici analizzati, sono state rilevate solo 150 frequenze relative al cosa bisogna fare in merito alle politiche di Welfare. Tre testate solamente, Il Sole 24 Ore, La Repubblica e Il Giornale, hanno riportato le tesi espresse da più soggetti coinvolti nel dibattito elettorale, gli altri quotidiani si sono limitati a presentare gli orientamenti dei due schieramenti politici, trascurando gli altri attori e/o le loro dichiarazioni. Dalla tabella 1 possiamo evincere che la tematica del Welfare è stata trattata prevalentemente in termini di potenziamento e di riforma (rispettivamente in circa il 57% e 33% dei casi). Del tutto minoritaria è, invece, l’opinione di chi ritiene si debba mantenere inalterato o ridurre lo spazio riservato alle politiche sociali.

Tab. 1 Cosa bisogna fare? Il Welfare dovrebbe essere…

Modalità Frequenza assoluta Frequenza percentuale Potenziato 86 57,33 Ridotto 3 2,00 Inalterato 11 7,33 Riformato 50 33,33 Totale 150 100,00

I grafici 1 e 2 mostrano la presenza sull’argomento dei sei quotidiani analizzati (secondo le modalità rilevate) e i soggetti coinvolti nel dibattito elettorale. Come si deduce dal grafico 1, Il Sole 24 Ore (con 66 casi) è il quotidiano che, più degli altri, tratta del cosa bisogna fare; l’unico a riportare tutte e quattro le modalità ipotizzate, pur riservando uno spazio maggiore alla posizione relativa al potenziamento del Welfare. All’opposto troviamo Il Messaggero (2 casi), che raramente si occupa di tale argomento, dando risalto esclusivamente alle ipotesi di riforma. Il secondo grafico evidenzia l’opinione dei vari attori coinvolti nella campagna elettorale. Per quasi tutti i soggetti considerati prevale la necessità di un potenziamento del Welfare, fatta eccezione per gli Attori economici e istituzionali che, invertendo il trend, prediligono la tesi della riforma.

Page 76: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

76

L’Unione è il soggetto che più di tutti si esprime sull’argomento, dividendosi soprattutto tra l’idea di potenziare (37 casi) e quella di riformare (25 casi) il Welfare. Al secondo posto troviamo la CdL e gli Autori dei pezzi giornalistici16 (quasi a pari merito, ma con circa la metà delle frequenze attribuite all’Unione), prevalentemente schierati sull’idea del potenziamento.

Graf. 1 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli quotidiani analizzati

0

10

20

30

40

50

60

70

Sole 24 Ore

Repubblica

GiornaleStam

paCorrie

re

Messaggero

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

Graf. 2 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti

0

10

20

30

40

50

60

70

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzionali

SindacaliSocial

i

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

16 Tale modalità è stata rilevata tutte quelle volte in cui gli Autori dei pezzi giornalistici non riportavano semplicemente le posizione dei diversi attori coinvolti, ma esprimevano una propria opinione/punto di vista sul tema trattato.

Page 77: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

77

5.1.1. Il Sole 24 Ore Ne Il Sole 24 Ore sono stati rilevati 66 casi in cui uno degli attori coinvolti nella scorsa campagna elettorale avanza un proprio giudizio sul cosa bisogna fare in merito alle politiche di Welfare. Nelle pagine del quotidiano trovano spazio le opinioni di quasi tutti i soggetti in campo. L’Unione è l’attore più associato al tema in questione (26 casi), seguita dalla CdL (19 casi). Ad entrambe le coalizioni vengono comunque accostate le medesime posizioni, con il netto prevalere della tesi relativa al potenziamento. L’idea di potenziare il Welfare è peraltro la modalità che registra complessivamente il numero maggiore di frequenze (43 casi). Essa è espressa da tutti i soggetti coinvolti, ad eccezione degli Attori istituzionali. Al secondo posto troviamo la tesi della riforma (15 casi), che risulta prevalere tra gli Attori economici e gli Autori dei pezzi giornalistici, gli unici soggetti (in assoluto e unicamente in questa testata) a sostenere anche la posizione di riduzione del Welfare (3 casi).

Graf. 3 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti (Sole 24 Ore)

0

5

10

15

20

25

30

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzio

nali

Sindacali

Sociali

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

5.1.2. La Repubblica La Repubblica conta 39 casi in cui gli attori coinvolti nel dibattito elettorale si esprimono sul cosa bisogna fare in materia di Welfare. A differenza de Il Sole 24 Ore, possiamo notare non solo una contrazione delle posizioni emerse, con la scomparsa della modalità “ridotto”, ma anche una loro diversa distribuzione. Le tesi avanzate si suddividono quasi equamente tra il potenziamento del Welfare (17 casi) e la sua riforma (18 casi). Minoritaria è, invece, la tesi della stabilità (“invariato”: 4 casi). Nelle pagine del quotidiano prevale lo schieramento di centro-sinistra (15 casi), mentre scompare quasi del tutto la coalizione di centro-destra (1 presenza). In seconda posizione si collocano gli Autori dei pezzi giornalistici (10 casi), che, al contrario di quanto rilevato per Il Sole 24 Ore, risultano associati alle tesi del potenziamento o della stabilità. La Repubblica è l’unico quotidiano in cui trovano spazio le opinioni sul tema degli Attori sociali (2 casi).

Page 78: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

78

Graf. 4 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti (Repubblica)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzio

nali

Sindacali

Sociali

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

5.1.3. Il Giornale Il Giornale tratta 24 volte del tema cosa bisogna fare in materia di Welfare. A differenza delle precedenti testate, si riduce il numero dei soggetti coinvolti, con la scomparsa di ogni riferimento agli Attori economici e sociali. L’Unione rimane il soggetto più associato a questo argomento, nelle due modalità del potenziamento (5 casi) e della riforma (6 casi). Segue la CdL e, quasi a pari merito, gli Autori dei pezzi giornalistici, schierati sull’opinione di potenziare il Welfare. Modalità, quest’ultima, che registra nel complesso il maggior numero di frequenze (15 casi).

Graf. 5 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti (Giornale)

0

2

4

6

8

10

12

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzionali

SindacaliSocia

li

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

Page 79: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

79

5.1.4. La Stampa Con La Stampa si abbassano a 10 le frequenze rilevate sul tema cosa bisogna fare, si riduce ancora il numero degli attori coinvolti e si dimezzano le modalità ad essi associate. Nel complesso, le posizioni risultano equamente distribuite tra l’idea del potenziamento e quella della riforma. Tesi, quest’ultima, associata alla sola coalizione di centro-sinistra. L’Unione, con 7 casi, risulta l’attore più presente in relazione al tema in questione.

Graf. 6 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti (Stampa)

0

1

2

3

4

5

6

7

8

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzionali

SindacaliSocia

li

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

5.1.5. Il Corriere della Sera Con Il Corriere della Sera si abbassano ulteriormente le frequenze rilevate (9 casi). Anche in questo caso vengono evidenziate due sole modalità. Ma, a differenza di quanto rilevato per La Stampa, ritorna l’opinione degli Autori dei pezzi giornalistici. Essi sono i più presenti nelle pagine del quotidiano (con 4 casi), seguiti dall’Unione (3 casi). I primi si fanno sostenitori della riforma del Welfare, mentre la coalizione di centro-sinistra di un suo potenziamento.

Page 80: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

80

Graf. 7 Cosa bisogna fare? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti (Corriere della Sera)

0

1

2

3

4

5

UnioneCdL

Autore

Economici

Istituzionali

SindacaliSocia

li

Potenziato Ridotto Inalterato Riformato

5.1.6. Il Messaggero Il Messaggero, con due sole frequenze, risulta il quotidiano meno interessato al tema in questione. Entrambi i casi rilevati si riferiscono alla riforma del Welfare e risultano associati alla sola coalizione di centro-sinistra. 5.2. Come? Se alla domanda cosa bisogna fare? i soggetti coinvolti nel dibattito elettorale apparso sui quotidiani hanno risposto di voler potenziare e/o riformare il Welfare, alla domanda come? si fa riferimento alla spesa, e in particolar modo si sostiene (tab. 2) la necessità di un suo aumento (54,12%) o riorientamento (31,76%). Rispetto al cosa bisogna fare, si dimezzano i pezzi giornalistici trattanti il come (85 casi). Ma non si modifica l’ordine delle testate in relazione alla loro presenza sul tema (graf. 8). Il Sole 24 Ore è il quotidiano che più tratta l’argomento (37 casi), dando risalto in egual misura alle tesi dell’aumento e del riorientamento. Al secondo posto troviamo La Repubblica (25 casi), l’unica a presentare tutte e quattro le modalità considerate, ma nelle cui pagine prevale l’idea dell’incremento. In coda Il Messaggero, con due sole frequenze. Passando al grafico 9, possiamo osservare che l’Unione è l’attore più associato all’argomento (41 casi), soprattutto con la tesi di aumentare la spesa dedicata alle politiche di Welfare. Di seguito gli Autori dei pezzi giornalisti (20 casi), divisi tra le posizioni di aumento e riorientamento. Solo al terzo posto la coalizione di centro-destra, con 8 frequenze. Non risultano, invece, coinvolti nel dibattito elettorale sulla spesa per il Welfare i Sindacati (come rilevato anche per le successive domande sul modello di Welfare e sul rapporto tra Stato e Regioni).

Page 81: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

81

Tab. 2 Come? La spesa per il Welfare dovrebbe essere…

Modalità Frequenza assoluta Frequenza percentuale Aumentata 46 54,12 Diminuita 4 4,71 Inalterata 8 9,41 Riorientata 27 31,76 Totale 85 100,00

Graf. 8 Come? Modalità rilevate per singoli quotidiani analizzati

0

2

4

6

8

10

12

14

16

Sole 24 Ore

Repubblica

Giornale

Corriere

Stampa

Messaggero

Aumentata Diminuita Inalterata Riorientata

Graf. 9 Come? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti

0

5

10

15

20

25

UnioneAutore CdL

Istituzionali

Sociali

Economici

Aumentata Diminuita Inalterata Riorientata

Page 82: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

82

Come sopra evidenziato, Il Sole 24 Ore e La Repubblica sono i quotidiani più presenti sull’argomento. In entrambi i casi è l’Unione l’attore maggiormente citato, nelle due modalità prevalenti di aumento e riorientamento della spesa per il Welfare. Osservando il grafico 10, possiamo notare che Il Sole 24 Ore presenta tre sole modalità delle quattro considerate (non cita mai l’opzione di riduzione della spesa), a differenza di quanto rilevato per La Repubblica, dove compare anche la modalità “diminuita”, seppur in modo del tutto minoritario. Tali testate sono, inoltre, le sole a dar voce nelle proprie pagine agli Attori economici (solo ne Il Sole 24 Ore) e sociali (in entrambi i quotidiani).

Graf. 10 Come? Modalità rilevate per singoli quotidiani (Sole 24 Ore - Repubblica)

Unione

Autore

CdL

Istituzionali

Sociali

Economici

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Aumentata Inalterata Riorientata Aumentata Diminuita Inalterata Riorientata

Sole 24 Ore Repubblica

Unione Autore CdL Istituzionali Sociali Economici

Passando al successivo grafico, possiamo notare la scarsa attenzione dei restanti quotidiani al tema della spesa indirizzata alle politiche di Welfare (23 casi complessivi divisi per quattro testate). Gli attori più citati rimangono l’Unione e gli Autori dei pezzi giornalistici. Alla coalizione di centro-sinistra viene più spesso associata l’idea dell’aumento della spesa, mentre per gli Autori non prevale una modalità in particolare, se non nel caso de Il Giornale in cui essi si esprimono unicamente per il riorientamento. Quasi nulla la presenza della CdL e degli Attori istituzionali. Assenti gli altri soggetti coinvolti nel dibattito elettorale.

Page 83: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

83

Graf. 11 Come? Modalità rilevate per singoli quotidiani (Giornale - Corriere - Stampa - Messaggero)

Unione Autore

CdL Istituzionali

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Aumentata Inalterata Riorientata Aumentata Diminuita Aumentata Diminuita Riorientata Aumentata

Giornale Corriere Stampa Messaggero

Unione Autore Cdl Istituzionali

5.3. Quale modello? Man mano che si perviene ad un maggior livello di approfondimento sul tema, si riduce la presenza sull’argomento dei quotidiani analizzati. Solo 74 sono, infatti, i casi registrati in relazione al modello di Welfare proposto dai vari attori coinvolti nella campagna elettorale. Dalla tabella 3 emerge, con evidenza, la predominanza del modello promozionale, che copre più della metà delle frequenze rilevate. Nonostante la delicatezza del tema in questione e la difficoltà di associare le varie posizioni dei soggetti coinvolti nella campagna elettorale ad un modello teorico di welfare, operazione che potrebbe di per sé suscitare delle critiche, ciò che qui premeva evidenziare è la mancanza di un dibattito sugli indirizzi generali e gli orientamenti posti a fondamento delle politiche sociali. La discussione appare, infatti, molto più schiacciata sulle questioni monetarie (non per questo poco importanti), piuttosto che sulle linee strategiche, che hanno a che fare con gli “ideali” e dovrebbe indirizzare l’azione politica dei prossimi anni a sostegno del benessere della popolazione. I quotidiani che più trattano il tema (graf. 12) sono sempre Il Sole 24 Ore (20 casi) e La Repubblica (32 casi), ma è quest’ultima a prevalere, a differenza di quanto rilevato per i precedenti argomenti. All’ultimo posto si colloca nuovamente Il Messaggero (3 casi). Nessuna testata predilige, in modo netto, una posizione piuttosto che un’altra, ad eccezione de La Repubblica che concede maggior spazio al modello promozionale. Al pari di quanto rilevato per la spesa sul Welfare, gli attori più citati sul tema (graf, 13) sono l’Unione (31 casi) e gli Autori dei pezzi giornalistici (16 casi), prevalentemente associati al modello promozionale. Segue la CdL (13 casi), che non risulta però accostata a nessuna modalità in particolare.

Page 84: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

84

Tab. 3 Quale modello di Welfare viene proposto?

Modalità Frequenza assoluta Frequenza percentuale Promozionale 39 52,70 Liberista 12 16,22 Residuale 10 13,51 Risarcitorio 7 9,46 Altro 6 8,11 Totale 74 100,00

Graf. 12 Quale modello? Modalità rilevate per singoli quotidiani analizzati

0

5

10

15

20

25

30

35

Repubblica

Sole 24 OreCorrie

reStam

paGiornale

Messaggero

Promozionale Liberista Residuale Risarcitorio Altro

Graf. 13 Quale modello? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti

0

5

10

15

20

25

30

35

UnioneAutore CdL

Sociali

Istituzionali

Economici

Promozionale Liberista Residuale Risarcitorio Altro

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85

La Repubblica e Il Sole 24 Ore coprono, insieme, più del 70% delle frequenze rilevate sul modello di Welfare proposto nella scorsa campagna elettorale. Entrambi i quotidiani riservano maggior spazio alla coalizione di centro-sinistra, ma si differenziano rispetto al peso assegnato alle varie posizioni. Mentre La Repubblica vede prevalere nelle proprie pagine il modello promozionale, Il Sole 24 Ore assegna uno spazio sostanzialmente equivalente alle tre modalità: promozionale, liberista e residuale.

Graf. 14 Come? Modalità rilevate per singoli quotidiani (Repubblica - Sole 24 Ore)

Unione

Autore

CdL

Sociali

Istituzionali

Economici0

2

4

6

8

10

12

Prom

ozio

nale

Lib

eris

ta

Ris

arci

tori

o

Alt

ro

Prom

ozio

nale

Lib

eris

ta

Res

idua

le

Repubblica Sole 24 Ore

Unione Autore CdL Sociali Istituzionali Economici

Quasi assenti sull’argomento i restanti quotidiani, forse a causa della scarsa capacità d’impatto del tema sul lettore.

Graf. 15 Come? Modalità rilevate per singoli quotidiani (Corriere - Stampa - Giornale - Messaggero)

Unione

Autore

CdL

Istituzionali0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

Prom

ozio

nale

Lib

eris

ta

Ris

arci

tori

o

Prom

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le

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arci

tori

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ozio

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Lib

eris

ta

Res

idua

le

Prom

ozio

nale

Ris

arci

tori

o

Corriere Stampa Giornale Messaggero

Unione Autore CdL Istituzionali

Page 86: La comunicazione nella campagna elettorale 2006

86

5.4. Che rapporto tra Stato e Regioni? Il tema legato al rapporto tra Stato e Regioni in materia di politiche sociali, sulla scia di quanto stabilito dalla legge 328/2000 e dalla successiva riforma del Titolo V della Costituzione, ha interessato solo quattro quotidiani tra quelli analizzati (La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera e Il Messaggero). Non solo, a ben guardare (graf. 15), sono unicamente La Repubblica e Il Sole 24 Ore ad esprimersi sul tema, seppur con frequenze molto ridotte. Unitamente all’assenza de La Stampa e Il Giornale, un solo caso è stato, infatti, rilevato sia per Il Corriere della Sera che per il Messaggero. Osservando nella tabella 4 le modalità di risposta, possiamo notare l’alta percentuale assegnata alla modalità altro, che da sola copre più del 70% delle frequenze sul tema. Ciò ha spinto ad approfondire la composizione di questa categoria generica, ed è emersa una posizione non ipotizzata, in sede di elaborazione della scheda di rilevazione, sul rapporto tra istituzioni in materia di politiche sociali, secondo la quale “Stato e Comuni devono concertare la programmazione”. Tale posizione, di cui si fanno portavoce tutti gli attori coinvolti nel dibattito (graf. 16), sottolinea l’importanza di creare un filo diretto tra cittadini e istituzioni, tra politica e vita reale. Qui non si parla di apportare modifiche alla Costituzione, ma di creare un ponte tra le esigenze della collettività e le scelte di policy. All’opposto, del tutto assente l’opzione di tornare alla competenza esclusiva dello Stato in materia di politiche sociali, a conferma di una comune condivisione del concetto di federalismo. Peraltro, quasi nulle (3 casi) sono anche le frequenze di chi ribadisce la competenza esclusiva delle Regioni. Segno forse che, una volta realizzare le riforme costituzionali, occorre operare per rendere il federalismo uno strumento concreto di avvicinamento ai cittadini e alle loro esigenze. Ciò non significa escludere l’intervento dello Stato, come garante del benessere collettivo, ma coinvolgere le istituzioni che quotidianamente sono più a contatto con i bisogni e le domande sociali della popolazione. Gli attori più presenti sul tema sono l’Unione (8 casi) e gli Autori dei pezzi giornalistici (7 casi).

Tab. 4 Che rapporto tra Stato e Regioni?

Modalità Frequenza assoluta Frequenza percentuale Lo Stato deve avere competenza esclusiva 0 0,00% Le Regioni devono avere competenza esclusiva 3 10,71% Stato e Regioni devono concertare la programmazione 5 17,86% Altro 20 71,43% Totale 28 100,00%

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87

Graf. 15 Che rapporto tra istituzioni? Modalità rilevate per singoli quotidiani analizzati

0

2

4

6

8

10

12

14

Repubblica

Sole 24 OreCorrie

re

Messaggero

GiornaleStam

pa

Stato esclusiva Regioni esclusiva Stato e Regioni Stato e Comuni

Graf. 16 Che rapporto tra istituzioni? Modalità rilevate per singoli attori coinvolti

0

1

2

3

4

5

6

UnioneAutore CdL

Economici

Istituzionali

Sociali

Stato esclusiva Regioni esclusiva Stato e Regioni Stato e Comuni

Dal grafico 17 possiamo notare che La Repubblica da spazio quasi completamente al rapporto tra Stato e Comuni (14 casi dei 16 ad essa attribuiti), a cui risulta prevalentemente associata la coalizione di centro-sinistra. Il secondo quotidiano presente sul tema, con 10 casi, è Il Sole 24 Ore, che tratta contemporaneamente sia della concertazione tra Stato e Comuni che di quella tra Stato e Regioni. A tali modalità viene accostata in egual misura la coalizione di centro-destra, mentre gli Attori economici appaiono schierati a favore del rapporto diretto tra governo centrale e Comuni.

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Graf. 17 Che rapporto tra istituzioni? Modalità rilevate per singoli quotidiani (Repubblica - Sole 24 Ore - Corriere - Messaggero)

Unione

Autore

CdL

EconomiciIstituzionali

Sociali0

1

2

3

4

5

6

7

Solo Regioni Stato e Comuni Solo Regioni Stato e Regioni Stato e Comuni Stato e Comuni Stato e Regioni

Repubblica Sole 24 Ore Corriere Messaggero

Unione Autore CdL Economici Istituzionali Sociali

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III PARTE

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6. Un quadro delle proposte elettorali emerse nell’area Welfare17 Se all’interno di un insieme d’informazioni raccolte in una matrice di dati si vogliono conoscere le relazioni significative fra gli elementi che la compongono (i casi per le risposte alle domande) è utile applicare l’analisi fattoriale18. Con essa, infatti, si cerca di rappresentare simultaneamente le diverse modalità delle variabili rilevate, in modo da raggiungere un’efficace sintesi dei dati e un’analisi delle relazioni tra loro esistenti. Nella nostra indagine, l’analisi fattoriale è stata utilizzata per raccogliere e sintetizzare tutte le domande finalizzate ad ottenere informazioni sui contenuti specifici del Welfare nei pezzi giornalistici analizzati. Per ogni sottotematica considerata (Lavoro e formazione, Previdenza, Sociale, Sanità e Politiche abitative) sono stati selezionati indicatori ad hoc, in grado di rappresentare i vari argomenti sui quali gli attori (istituzionali, politici, economici, sindacali e sociali) della scorsa campagna elettorale hanno espresso le proprie osservazioni, avanzato valutazioni e proposte di futuri provvedimenti. Entrando più nel dettaglio, possiamo osservare che, su un totale di 80 indicatori/argomenti individuati (cfr. Scheda di rilevazione), i soggetti coinvolti nel dibattito elettorale sui quotidiani hanno manifestato i propri programmi politici unicamente in relazione a 37 indicatori/argomenti (a cui risultano associate 79 modalità di risposta), lasciando scoperte numerose aree d’indagine e trascurando, quindi, molti settori d’intervento, riflesso di altrettanti bisogni, espressi o inespressi, della popolazione. Le sottotematiche più significative, in termini di ricchezza di argomenti trattati, come si avrà modo di constatare in seguito, sono quelle concernenti il Lavoro (ma non la formazione) e il Sociale (limitatamente ad alcune aree d’intervento). 6.1. Cenni metodologici Data la natura categoriale (nominale e ordinale) dell’insieme di variabili considerate nella nostra indagine, lo strumento di analisi fattoriale più idoneo per il loro trattamento è risultato essere l’analisi delle corrispondenze multiple (ACM)19. L’obiettivo di questa tecnica è di sintetizzare un insieme elevato di variabili, tra loro interconnesse, in un numero ridotto di nuove variabili (dette appunto fattori), in grado di riprodurre il massimo della varianza dell’insieme di variabili rilevare, e quindi capaci di esprimere le combinazioni lineari ottimali tra le modalità considerate.

17 In quest’analisi non sono stati considerati tutti i pezzi giornalistici trattanti (anche solo superficialmente, a livello di citazione) le varie sottotematiche del Welfare, ma solo quei pezzi contenenti almeno una proposta politica inerente i diversi ambiti d’indagine. Ciò significa che, per ciascun sottotema analizzato, hanno costituito oggetto di elaborazione e interpretazione solo quei casi in cui fosse rinvenibile almeno una proposta politica, un provvedimento annunciato, una posizione chiaramente espressa dai diversi attori coinvolti nella campagna elettorale. Analogamente, rispetto ai soggetti protagonisti del dibattito, non è stata considerata semplicemente la loro presenza nei pezzi giornalistici inerenti i vari sottotemi indagati (come avvenuto nel par. 4.1. e seguenti), ma sono stati analizzati i singoli interventi espressi, in termini di proposte/provvedimenti/posizioni assunte. 18 Data la numerosità delle variabili considerate, atte a rappresentare le diverse dimensioni del fenomeno oggetto di studio, oltre che un’analisi dei dati “tradizionale” fondata su un approccio descrittivo, si è fatto ricorso nell’indagine a tecniche multidimensionali in grado di sintetizzare le informazioni desumibili dall’intera matrice dei dati. 19 È bene sottolineare che la tecnica qui utilizzata (ACM) ha carattere esplorativo non probabilistico.

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Le modalità concorrono, dunque, alla determinazione dei fattori e le variabili originarie dalle quali esse derivano sono dette variabili attive. Definiamo, invece, variabili illustrative (o supplementari) le variabili originarie che non intervengono nella determinazione dei fattori, ma per le quali interessa sottolineare le eventuali relazioni con essi. Si tratta, in altre parole, di operare una riduzione controllata della complessità dei fenomeni oggetto d’indagine, con la finalità ultima di facilitare il processo d’interpretazione e lettura dei dati (Cannavò 1997). A ciascun fattore individuato (nella nostra analisi tutte le elaborazioni sono state effettuate attraverso l’applicazione del software statistico SPAD versione 5.0) corrisponde un autovalore che rappresenta la quota d’inerzia (termine usato in ACM come sinonimo di varianza) spiegata dal fattore stesso. La somma degli autovalori di tutti i fattori individuati è uguale all’inerzia totale. I fattori estratti vengono, quindi, considerati a partire da quello con l’autovalore più elevato, che spiega la quota maggiore d’inerzia totale. Nell’ACM gli autovalori subiscono, per effetto dell’ampliamento numerico delle p variabili originarie nelle q variabili modalità, un processo di svalutazione, che comporta un ridimensionamento della quantità d’inerzia spiegata dai fattori estratti. Si è pertanto deciso di rivalutare gli autovalori e i conseguenti contributi percentuali di varianza spiegata utilizzando la formula di ottimizzazione proposta da Benzécri (1979), che attribuisce rilevanza solo a quei fattori che spiegano una quantità d’inerzia superiore alla quantità media spiegata dalle p variabili iniziali (pari a 1/p). Gli autovalori �i sono stati, quindi, trasformati come segue:

�* = (�i - 1/p)2

dove �i rappresenta l’autovalore del fattore i, p il numero delle variabili attive, �* l’autovalore rivalutato. La percentuale di varianza spiegata è stata così ricalcolata, rapportando ciascun �* alla sommatoria dei �*. (Cannavò 1997). Dal punto di vista geometrico, i fattori estratti costituiscono gli assi fattoriali che delimitano lo spazio in cui si collocano le modalità delle variabile rilevate. Sostanzialmente, quindi, attraverso questa analisi possiamo descrivere/interpretare la matrice dei dati grazie alla visualizzazione della sua struttura su un sistema di assi cartesiani, dove gli assi, i fattori (che sono semantici), ricostruiscono i diversi punti di vista dai quali analizzare il fenomeno. Tale rappresentazione grafica può essere letta secondo il principio di vicinanza-somiglianza, per cui tanto più i punti sono vicini sul piano cartesiano tanto più le entità che essi rappresentano sono correlate fra di loro. L’interpretazione dei fattori e delle relazioni tra le modalità delle variabili attive e ciascun fattore si basa sui seguenti parametri20:

• la massa (peso relativo) di ciascuna modalità, data dal rapporto tra la frequenza della modalità e il numero totale di modalità attive, e l’indice di distorsione di ciascuna modalità, che dipende dalla distribuzione delle frequenze delle modalità di una variabile. Se la distribuzione delle frequenze è fortemente sbilanciata, allora la modalità con

20 Losito (1993) e Statera (1994).

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frequenze esigue assumerà un valore molto alto sull’indice di dispersione e ciò indicherà, insieme al peso relativo basso, l’irrilevanza della modalità;

• il contributo assoluto di ciascuna modalità, che indica la quota d’inerzia totale del fattore spiegata dalla modalità stessa; esso misura quanta parte ha avuto la modalità nella determinazione del fattore, in rapporto all’insieme delle modalità. La somma dei contributi assoluti alla determinazione di un fattore delle modalità di una stessa variabile attiva non è altro che il contributo cumulato della variabile alla determinazione dello stesso fattore, in rapporto all’insieme delle variabili attive. Per l’interpretazione del fattore si prendono in considerazione le variabili attive con contributo cumulato maggiore di 100/p (dove p è il numero delle variabili attive) e le modalità con contributo assoluto maggiore di 100/q (dove q è il numero delle modalità);

• il coseno quadrato o contributo relativo, che indica il contributo del fattore alla spiegazione della variabilità di una determinata modalità; quanto più alto è il contributo relativo, tanto più la modalità è ben rappresentata sul fattore;

• le coordinate fattoriali, con il segno + o -, che indicano la posizione delle modalità sugli assi fattoriali (sul semiasse positivo o sul semiasse negativo) e la loro distanza dall’origine degli assi (le coordinate fattoriali sono disponibili sia per le variabili attive che per quelle illustrative);

• il valore test delle modalità delle variabili illustrative in relazione all’asse fattoriale; se il valore test è maggiore di 2, la posizione della modalità sull’asse è significativa al livello 0,05.

Ferme restando tali indicazioni, ciò non toglie che, in alcuni casi, considerazioni di ordine teorico abbiano spinto il gruppo di ricerca ad esaminare anche variabile e modalità aventi, sugli indicatori adottati, valori inferiori ai valori-soglia accettati. Nella nostra indagine, le variabili attive impiegate nell’ACM concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nelle diverse area della tematica Welfare, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. La scelta di considerare i quotidiani variabili attive, in grado di concorrere alla formazione dei fattori estratti, nasce dalla considerazione che i media ricoprono un ruolo importante nel sottoporre all’attenzione dei lettori i provvedimenti legislativi e i temi di campagna elettorale. I giornali influenzano la percezione del pubblico circa l’importanza di un argomento, dandogli spazio e visibilità, e per questo rappresentano essi stessi dei soggetti attivi nella costruzione sociale della realtà, piuttosto che dei semplici contenitori e veicolatori d’informazioni. In questo senso, l’associazione di alcuni quotidiani con determinati argomenti trattati in campagna elettorale deve essere letta nel senso di una più significativa presenza di tali argomenti all’interno dei pezzi giornalistici analizzati e, quindi, come un indicatore delle tematiche poste in agenda dalle testate considerate. Le variabili illustrative riguardano gli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti le diverse dimensioni del Welfare indagate e (solo in alcune analisi) le valutazioni poste a sostegno o in opposizione delle proposte o dei provvedimenti enunciati in campagna elettorale. 6.2. Guida alla lettura dei piani fattoriali Per facilitare la lettura dei grafici, di seguito riportati, proponiamo una piccola guida che orienti nella comprensione: ��il punto come simbolo grafico e il colore nero per le etichette vengono utilizzati per indicare le

variabili attive che concorrono alla formazione dei fattori;

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��il rombo come simbolo grafico e il colore blu per le etichette sono utilizzati per designare le variabili illustrative che non concorrono alla formazione dei fattori;

��le etichette concernenti le proposte o i provvedimenti enunciati in campagna elettorale sono preceduti dal seguente simbolo @.

Le variabili illustrative utilizzate nel corso dell’analisi concernono: �� le valutazioni poste a sostegno o in opposizione delle proposte o dei provvedimenti enunciati in

campagna elettorale (rilevate solo nell’analisi di alcune tematiche); �� il tipo di evidenzia tecnica e il grado di approfondimento con cui le proposte o i provvedimenti

enunciati in campagna elettorale sono stati presentati nei giornali analizzati (rilevati in tutti i casi). Chiariamo di seguito il significato delle abbreviazioni adottate:

- Ev.Tec.A sta per Evidenzia Tecnica Alta - Ev.Tec.Me sta per Evidenzia Tecnica Media - Ev.Tec.B sta per Evidenzia Tecnica Bassa - Ev.Tec.M-B sta per Evidenzia Tecnica Molto Bassa

- Appr.M-A sta per Approfondimento Molto Alto - Appr.A sta per Approfondimento Alto - Appr.Me sta per Approfondimento Medio - Appr.B sta per Approfondimento Basso

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7. Lavoro e formazione Nell’area Lavoro e formazione è senz’altro il “lavoro” a farla da padrona; la “formazione” è stato, infatti, un argomento scarsamente trattato nella passata campagna elettorale. Se consideriamo il complesso dei 272 casi in cui i pezzi giornalistici analizzati hanno, non soltanto citato, ma presentato posizioni e proposte sul tema in oggetto, solo 6 volte si è fatto riferimento ai problemi connessi alla formazione; argomento rispetto al quale si è ventilata la necessità di un incremento della formazione continua. L’analisi del tema Lavoro e formazione ha permesso di evidenziare tre questioni prevalenti, in termini di frequenze rilevate, ciascuna correlata a diverse proposte di futuri provvedimenti:

- Riforma del Mercato del lavoro (detta Maroni o Biagi); - Costo del lavoro; - Ammortizzatori sociali.

Tali argomenti sono stati trattati dai quotidiani analizzati l’uno in collegamento con l’altro. Molto spesso, infatti, i pezzi giornalistici affrontavano contemporaneamente più di una questione tra quelle indicate. Ciò sta a significare che quando si parlava di Costo del lavoro sicuramente si affrontava anche il nodo della Riforma Maroni (o Biagi); quando il pezzo trattava della Riforma Maroni (o Biagi) spesso sviluppava argomenti inerenti gli Ammortizzatori sociali. Un tema trasversale alla maggior parte delle proposte avanzate o delle posizioni sostenute dai vari attori coinvolti è stato, senz’altro, quello del lavoro flessibile o parasubordinato, e delle questioni ad esso connesse. In proposito, è interessante notare, nella trattazione del tema, l’utilizzo di termini differenti da parte dei due schieramenti politici e degli altri attori presenti nell’arena elettorale. Termini che contraddistinguono la diversa lettura del fenomeno: le due facce della stessa medaglia. Mentre gli attori economici e la CdL utilizzano il termine lavoro flessibile, l’Unione e i Sindacati adoperano le espressioni precariato, parasubordinato e atipico. Nel primo caso si vuole offrire una visione positiva della flessibilità nel mercato del lavoro intesa come risorsa e opportunità, nel secondo l’attenzione viene concentrata sulla scarsa tutela del lavoratore. In linea con quanto premesso, molto acceso nella scorsa campagna elettorale è stato, quindi, il confronto sulla Riforma del mercato del lavoro, cosiddetta Maroni o Biagi. Anche in questo caso è interessante osservare come il nome del titolare della legge, a cui i vari protagonisti si riferivano nel corso del dibattito, cambiava a seconda dello schieramento politico coinvolto: Maroni per il centro-sinistra e Biagi per il centro-destra21. Questo è uno degli argomenti che ha registrato le maggiori frequenze (pesando per il 52% sul totale dei casi concernenti Lavoro e formazione) e uno dei pochi che ha conquistato l’interessa di molteplici attori non solo politici (CdL e Unione): dalla Confindustria ai Sindacati, da singoli imprenditori a Ministri, da scrittori famosi a famiglie interpellate sul tema. L’analisi ha evidenziato diverse modalità di risposta da parte dei vari soggetti coinvolti. La prima (ma non la più richiamata in termini di frequenze rilevate, con 29 casi) raggruppa tutte quelle “voci” che si sono espresse per sostenere la Riforma Maroni, in quanto efficace agli scopi per cui è stata ratificata: diminuire il costo del lavoro, aumentare l’occupazione e favorire l’inserimento dei giovani. In quest’ottica, si propone non solo di mantenere invariata la legge, ma anche di aumentare le forme di flessibilità introdotte sul mercato del lavoro. 21 Nell’analisi, nelle tavole e nel grafico è stata utilizzata la dicitura “Riforma Maroni” dal nome dell’allora Ministro del Lavoro.

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Sul versante opposto si colloca la tesi (che ha ottenuto 35 frequenze) per cui occorre abrogare la Riforma, perché penalizza i giovani, aumenta la precarietà e la disoccupazione. Mediana la posizione secondo la quale è necessario modificare la Riforma, apportando adeguati correttivi, modalità che ha registrato le frequenze più elevate (40 casi). Strettamente connesse con il destino della legge sul mercato del lavoro sono anche le tesi di chi propone di diminuire le forme contrattuali precarie (30 casi) e di chi sollecita l’introduzione di incentivi fiscali a favore di quelle aziende che assumono a tempo indeterminato (9 casi). Posizioni finalizzate a scoraggiare un uso improprio del lavoro atipico, aumentare i posti fissi e dare stabilità. Nella scorsa campagna elettorale, si è molto dibattuto anche sul Costo del lavoro22, sebbene le frequenze rilevate, il 17% del totale Lavoro e formazione, siano di molto inferiori a quelle concernenti la riforma Maroni. Il confronto è oscillato tra posizioni diverse, dirette sia ad una sua riduzione, sia ad un suo aumento/adeguamento in riferimento al lavoro cosiddetto precario. Quest’ultima voce ha investito in modo particolare quella che viene definita la “generazione dei mille euro al mese”, ed è risultata un’area fortemente collegata con gli argomenti della Riforma del mercato del lavoro e degli Ammortizzatori sociali. Il dibattito si è concentrato su due proposte fondamentali, apparse quasi equamente sui giornali analizzati:

• diminuire il costo del lavoro a tempo indeterminato, per agevolare le imprese e favorire un incremento delle assunzioni (22 casi);

• aumentare il costo del lavoro precario, per renderlo meno vantaggioso di quello a tempo indeterminato, e disincentivarne così l’utilizzo (25 casi).

Un altro tema affrontato nella scorsa campagna elettorale, legato alla questione dell’equità in termini di diritti del lavoro atipico rispetto al lavoro subordinato, riguarda gli Ammortizzatori sociali, intesi dagli attori coinvolti come:

- estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari (20 casi); - Reddito minimo garantito per le fasce di popolazione più deboli (6 casi).

Al di fuori dell’argomento “lavoro flessibile-atipico”, un tema trattato sui quotidiani analizzati con una certa articolazione, anche se del tutto minoritario in termini di presenze rilevate, è quello dei Diritti sindacali, e in particolar modo delle forme di contrattazione da privilegiare. In questo caso la contrapposizione si registra tra chi propone un’abolizione della contrattazione nazionale, a favore di una sorta di federalismo sindacale (8 casi), e chi si schiera contro la contrattazione decentrata come unico canale di negoziazione (4 casi), con la conseguente diminuzione del potere sindacale. Per completare il quadro degli argomenti emersi sul tema Lavoro e formazione ricordiamo, da ultimo, quelle tesi che sono entrate nell’analisi, ma si sono caratterizzate per basse frequenze o per un’eccessiva genericità delle posizioni. Tra queste, la più rilevante come numerosità di casi (14) è quella inerente l’impegno ad un generico aumento dell’occupazione, senza alcuna specifica circa le modalità per pervenire ad un tale esito favorevole. Si tratta di tutte quelle affermazioni, rilevate dal gruppo di ricerca, che possono essere sintetizzate dallo slogan “1.000.000 di nuovi posti di lavoro!”.

22 Nell’analisi relativa al costo del lavoro non sono state considerate le tesi inerenti la riduzione del cuneo fiscale. Tali proposte, ritenute di fiscalità generale, sono state infatti rilevate in riferimento al tema Politica fiscale, e non sono quindi rientrate nel conteggio del tema Welfare (sottotema Lavoro e formazione).

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Con 10 casi, troviamo una sorta di modalità-contenitore che raccoglie la proposta di maggiori tutele. Anche in questo caso si parla di affermazioni piuttosto generiche, e per di più frammentate, che vanno dal tema delle pari opportunità alla sicurezza sul lavoro. Segue ad un’incollatura (con 9 casi) la questione delle misure atte a facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato lavorativo. Le proposte avanzate insistono sia sull’introduzione di nuovi strumenti a supporto delle aziende (come la previsione di nuove forme di apprendistato) sia sul miglioramento in termini di efficienza dei centri per l’impiego. In coda agli interessi dei protagonisti della campagna elettorale si collocano il potenziamento della formazione (6 casi), in direzione di un incremento della formazione continua, e la questione di una più rigida disciplina per gli appalti (5 casi), nell’ottica di maggiori garanzie per i lavoratori. Dal punto di vista degli attori coinvolti e della presenza sui quotidiani, il tema Lavoro e formazione è presidiato dall’Unione e trova maggior spazio in Repubblica.

Tab. 1 Numero di interventi concernenti Lavoro e formazione per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta Unione 135 Autore (del pezzo giornalistico) 51 CdL 35 Attori economici 28 Attori sociali 15 Sindacati 15 Attori istituzionali 3 Totale23 282

Tab. 2 Numero di interventi concernenti Lavoro e formazione per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta La Repubblica 88 Il Sole 24 ore 48 Il Corriere della Sera 38 La Stampa 37 Il Giornale 31 Il Messaggero 30 Totale 272

Osservando la tabella 1, possiamo constatare come quasi il 50% degli interventi sul tema provenga dalla coalizione di centro-sinistra. Al contrario, spicca la scarsa frequenza sull’argomento dei Sindacati, rispetto ad una presenza quasi doppia degli Attori economici, che nel corso della scorsa campagna elettorale sono apparsi dei veri e propri catalizzatori dell’attenzione (si pensi al caso Della Valle e allo scontro avuto con il Presidente Berlusconi, che per molti giorni ha monopolizzato le prime pagine dei quotidiani). Da notare, infine, la collocazione, in qualità di protagonisti, degli Autori dei pezzi giornalistici, con una frequenza rilevante24, addirittura superiore a quella della CdL. Nello spiegare tale fenomeno, probabilmente occorre tener conto anche dello sciopero di categoria per il rinnovo dei contratti

23 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (282) non coincide con il numero totale di interventi registrati nei quotidiani analizzati (272). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato. 24 Tale presenza è stata rilevata in tutti quei casi in cui gli Autori dei pezzi giornalistici non si sono limitati a riportare le posizioni dei vari soggetti in campo, ma hanno espresso la propria opinione, avanzando proposte e/o critiche.

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avvenuto nel periodo analizzato, che forse ha spinto maggiormente i giornalisti ad esprimersi sul tema delle politiche del lavoro. Spostandoci alla tabella 2, da evidenziare è, invece, la distanza emersa tra i due giornali che si sono classificati primi in termini di spazio riservato al tema in questione. Ciò che stupisce è soprattutto l’entità dello scarto, considerando che il taglio economico de Il Sole 24 Ore lasciava ipotizzare una maggiore attenzione per l’argomento. L’analisi ACM applicata al tema Lavoro e formazione ha permesso di estrarre 9 fattori di entità non trascurabile. Poiché i primi due assi fattoriali spiegano solo il 67,76% della varianza totale, per non incorrere in un’eccessiva perdita di informazione, lo studio si è concentrato sull’interpretazione dei primi tre fattori estratti (che insieme spiegano l’81,39% della varianza totale). Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Lavoro e formazione, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti Lavoro e formazione. In particolare, sono state considerate 8 variabili attive, con 32 modalità associate, e 2 variabili illustrative, per un complesso di 272 interventi registrati nell’area Lavoro e formazione.

Tav. 1 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata e percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0173 46,90 46,90 II 0,0077 20,86 67,76 III 0,0050 13,63 81,39 IV 0,0024 6,38 87,77 V 0,0018 4,81 92,57 VI 0,0013 3,48 96,05 VII 0,0007 1,86 97,91 VIII 0,0005 1,39 99,30 IX 0,0003 0,70 100,00

7.1. Spiegazione degli assi fattoriali Effettuate le elaborazioni statistiche, lo studio si è concentrato sui primi tre fattori estratti, che insieme spiegano l’81,39% dell’inerzia totale.

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Tav. 2 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO CdL 21,6 0,51 +1,86 Sostenere Riforma Maroni 8,8 0,20 +1,30 Aumentare occupazione 6,0 0,13 +1,49 Riduzione costo del lavoro 4,8 0,11 +1,08 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Bassa +0,30

SEMIASSE NEGATIVO Unione 10,7 0,44 -0,67 Repubblica 6,6 0,20 -0,65 Diminuire forme contratti precari 5,0 0,12 -0,99 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Alta -0,28

Il primo fattore (che possiamo definire: flessibilità vs precariato) è caratterizzato, nel semiasse positivo, dalla coalizione di centro-destra e dalle proposte di sostenere la Riforma Maroni, aumentare l’occupazione e ridurre il costo del lavoro a tempo indeterminato. L’obiettivo è di difendere la flessibilità introdotta nel mercato del lavoro, sia salvaguardando le diverse forme contrattuali previste dalla legge (che l’Unione propone, invece, di ridurre) sia introducendone di nuove, nella convinzione che ciò possa facilitare l’inserimento lavorativo. All’opposto, il semiasse negativo di questo primo fattore è caratterizzato dalla coalizione di centro-sinistra e dal quotidiano La Repubblica. La proposta legislativa più associata a tali modalità concerne la diminuzione delle forme contrattuali atipiche, con l’eliminazione di quelle più precarizzanti. Osservando le modalità delle variabili illustrative più probabilmente associate a questo primo fattore estratto, possiamo notare come il semiasse positivo si leghi con maggiore probabilità a pezzi giornalistici con un basso impatto visivo. Ciò lascia supporre una minore evidenza assegnata, nelle pagine dei quotidiani analizzati, alla posizione assunta dal centro-destra in difesa della flessibilità. All’opposto, il semiasse negativo si associa a pezzi giornalistici con un’evidenzia spaziale alta, che presumibilmente danno visibilità a quelle proposte, vicine all’Unione, contrarie alla flessibilità intesa come precarietà. Su questo dato incide, probabilmente, anche la posizione assunta dal quotidiano La Repubblica: non solo la testata più presente sull’argomento, ma anche quella più vicina alla coalizione di centro-sinistra riguardo il tema della precarietà del lavoro. Il primo fattore vede, quindi, la contrapposizione non solo dei due schieramenti politici, ma anche e soprattutto di due opposte visioni del mercato del lavoro: da una parte quella che punta sulla flessibilità contrattuale intesa come risorsa e opportunità, e dall’altra quella che combatte il precariato come fonte di instabilità e scarsa tutela per il lavoratore.

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Tav. 3 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Autore (del pezzo giornalistico) 21,9 0,46 +1,41 Repubblica 9,1 0,23 +0,69 Sì Federalismo sindacale 8,7 0,15 +2,11 Facilitare inserimento 5,0 0,09 +1,46 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Molto Bassa +0,35 Approfondimento Alto +0,52

SEMIASSE NEGATIVO Unione 9,9 0,33 -0,58 Abrogare Riforma Maroni 9,1 0,18 -1,08 Giornale 6,1 0,12 -0,95 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Bassa -0,25 Approfondimento Basso -0,40

Il secondo fattore (che possiamo definire: micro vs macro) è determinato, nel semiasse positivo, dagli Autori dei pezzi giornalistici, che esprimono la propria opinione sulle politiche del lavoro, dal quotidiano La Repubblica e dalle proposte di decentrare la contrattazione sindacale e facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo (introducendo nuove forme di apprendistato e/o migliorando l’efficacia dei centri per l’impiego). Il semiasse negativo è determinato, invece, dalla coalizione di centro-sinistra, dalla volontà di abrogare la Riforma Maroni e dal quotidiano Il Giornale. Il secondo fattore vede, quindi, la contrapposizione tra micro e macro, ossia privilegia da una parte l’ottica del singolo, del decentramento, del funzionamento del mercato e, dall’altra, quella dell’intervento centrale, normativo, pubblico. Osservando le modalità delle variabili illustrative più probabilmente associate a questo secondo fattore estratto, possiamo constatare che, ad una comune evidenzia tecnica ridotta (nelle modalità bassa e molto bassa), si accompagna un diverso grado di approfondimento nella trattazione dei temi: alto in una prospettiva micro, forse proprio in virtù della presenza degli Autori come attori della campagna elettorale, basso rispetto all’approccio macro, quello che si caratterizza per l’intervento dello Stato nella regolazione del mercato.

Tav. 4 Terzo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Attori economici 22,6 0,39 +1,86 Sole 24 Ore 15,4 0,29 +1,17 Rid. costo lavoro indeterminato 11,4 0,19 +1,45 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Media +0,20

SEMIASSE NEGATIVO Aumentare occupazione 10,8 0,18 -1,76 CdL 8,1 0,15 -1,00 Messaggero 7,8 0,14 -1,05

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Il terzo fattore (che possiamo definire: economicismo vs populismo)25 è caratterizzato, nel semiasse positivo, dagli Attori economici, di cui si fa portavoce, com’era lecito aspettarsi, il quotidiano Il Sole 24 Ore, e dalla proposta di diminuire il costo del lavoro in riferimento ai dipendenti a tempo indeterminato. Tale semiasse si associa con più probabilità a quei pezzi giornalistici caratterizzati da una media rilevanza visiva. Il semiasse negativo è, invece, spiegato dalla proposta-slogan di aumentare l’occupazione, dalla CdL e dal quotidiano Il Messaggero. Il terzo fattore esprime, dunque, due diversi punti di vista dai quali si guarda al fenomeno. Quello delle aziende che considerano il lavoro una voce di costo e quello della società che misura lo status dell’individuo nel suo essere lavoratore. Per utilizzare un gioco di parole, si tratta di una contrapposizione tra costi del lavoro e posti di lavori. Nel primo caso l’opzione è verso il mercato e le sue regole, nel secondo si vuole dare risposta ai problemi dei cittadini, dialogare direttamente con essi, con proposte che sfociano a volte nella demagogia. 7.2. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 1 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive. Questo quadro è arricchito dalla presenza delle variabili illustrative, utili a fornire un riferimento contestuale alle dimensioni concettuali individuate. Il primo fattore vede la contrapposizione dei due schieramenti politici (CdL e Unione) e delle loro diverse visioni del mondo lavorativo: da un lato flessibile, dall’altro precario. Il secondo fattore mette a confronto due logiche d’intervento: una micro, che privilegia il singolo, il decentramento, il funzionamento del mercato, e l’altra macro, dell’intervento centrale, normativo, pubblico.

25 Negli studi storico-sociali, per economicismo s’intende la tendenza ad assegnare ai fattori economici un peso preponderante. Mentre il significato del termine populismo richiama a procedura di raccolta del consenso, attraverso atteggiamenti favorevoli ai ceti più popolari e pratiche incentrate sul rapporto diretto fra il leader e le masse.

Micro

Precariato Flessibilità

Macro

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Grafico 1 Lavoro e formazione (primo e secondo fattore)

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Nel primo quadrante si guarda alla flessibilità nel mondo del lavoro come ad una risorsa e si ragione in termini di comportamento dei singoli agenti economici (le imprese e i lavoratori). La logica è quella del funzionamento del mercato, dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro, della riduzione dei costi e dell’intervento limitato dello Stato. A dominare il quadrante troviamo gli Attori economici, in posizione mediana tra due provvedimenti: la riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato e le misure atte a facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo (attraverso l’introduzione di nuove forme di apprendistato e una migliore efficacia dei servizi per l’impiego). Più spostata verso l’origine degli assi la previsione di ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, strumento capace di temperare gli effetti sul singolo dell’instabilità contrattuale. In questa stessa parte del piano, si collocano anche gli Attori istituzionali e il quotidiano Il Corriere della Sera (quest’ultimo, in una posizione a cavallo con il quarto quadrante). Il secondo quadrante ragiona sempre in termini di flessibilità come risorsa, ma guarda alle questioni macro quali ad esempio la disoccupazione. È qui che troviamo la CdL, strettamente connessa alle tesi dell’aumento dell’occupazione e del sostegno alla Riforma Maroni, e quindi legata all’idea che la disponibilità di forme contrattuali flessibili possa favorire la crescita occupazionale. Sempre in questo stesso quadrante troviamo anche i Sindacati, che ragionano in termini collettivi e d’intervento pubblico. Probabilmente, il rafforzamento del sistema formativo viene individuato quale strumento di supporto ad una flessibilità sostenibile, in grado di subentrare nei periodi di non lavoro, di favorire l’apprendimento continuo e, quindi, la capacità di far fronte con l’aggiornamento delle competenze all’instabilità del mondo del lavoro. I quotidiani presenti in questo quadrante sono La Stampa, Il Sole 24 Ore e Il Giornale. Il terzo quadrante può essere definito dell’impegno pubblico alla lotta contro la precarietà. Esso è dominato dall’Unione e dalle proposte d’intervento legislativo volte a governare la flessibilità, come fonte di instabilità e insicurezza. Ai due estremi del quadrante (dal basso verso l’alto) troviamo, da una parte, la posizione più radicale di abrogazione della Riforma Maroni e, dall’altra, quella più moderata di modifica, attraverso l’apporto di necessari correttivi. In mezzo tutta una serie di strumenti, promossi a livello centrale, di supporto alle fasce di lavoratori più deboli: dall’introduzione di maggiori tutele nel mondo del lavoro in termini di scurezza e pari opportunità, al varo di una disciplinata ad hoc per le aziende appaltatrici che dia maggiori garanzie agli occupati, dall’aumento del costo del lavoro precario per renderlo meno vantaggioso di quello a tempo indeterminato, alla questione del reddito minimo garantito. Il quotidiano presente in quest’area è Il Messaggero. Il quarto quadrante combatte anch’esso la precarietà ma in un’ottica individuale e decentrata. L’intervento dello Stato è limitato ad alcuni correttivi, come la riduzione delle forme contrattuali atipiche previste dalla legge (con l’eliminazione di quelle più precarizzanti) e la previsione di incentivi fiscali alle aziende che assumo a tempo indeterminato. In quest’area si posiziona anche il dibattito sul federalismo sindacale e la contrattazione decentrata, la cui collocazione in un quadrante caratterizzato dalla presenza degli autori dei pezzi giornalistici e degli attori sociali (diametralmente opposto a quello che ospita i Sindacati come attori della campagna elettorale) lascia ipotizzare che esso si consumi sulle pagine dei giornali e tra gli intellettuali, più che interessare concretamente la pratica sindacale. Il quotidiano di riferimento di quest’area è La Repubblica, impegnata soprattutto nel trattare il tema della lotta alla precarietà, come verrà poi confermato anche dall’analisi del successivo piano fattoriale. Nel grafico 2 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il terzo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative.

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Grafico 2 Lavoro e formazione (primo e terzo fattore)

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Il primo fattore vede la contrapposizione politica tra la difesa (e l’eventuale aumento) della flessibilità e la lotta alla precarietà. Il terzo fattore mette a confronto due modi di guardare al lavoro: dal punto di vista economico, dell’impresa che deve abbattere i costi, e dal punto di vista dei ceti più popolari, di chi cerca l’inserimento o il re-inserimento nel mercato lavorativo. Il primo quadrante è caratterizzato, in un’ottica economicista, dalla difesa della flessibilità come risorsa per le imprese e il mercato. Qui troviamo, naturalmente, gli Attori economici, Il Sole 24 Ore e la tesi inerente la riduzione del costo del lavoro. Ma troviamo anche le forze sindacali, in quanto controparte naturale del mondo imprenditoriale; esse si correlano (come abbiamo già visto anche nell’analisi del precedente piano fattoriale) a quelle misure che possiamo definire di supporto ad una flessibilità sostenibile, quali l’introduzione di ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e il potenziamento della formazione continua: strumenti in grado di temperare l’instabilità del mondo del lavoro. Il secondo quadrante è determinato anch’esso dalla difesa della flessibilità ma in un’ottica populista, orientata quindi alla protezione delle fasce di popolazione più deboli, con proposte che sfociano a volte nella demagogia. Presenti, in questo quadrante, i quotidiani La Stampa e Il Giornale, il primo più spostato sull’asse della flessibilità e l’altro sul populismo. Se osserviamo, in particolare, la posizione sul piano cartesiano della coalizione di centro-destra, possiamo constatare come essa si collochi esattamente a metà strada tra il sostegno della Riforma Maroni e la promessa di aumentare l’occupazione. Ciò lascia ipotizzare una concezione della flessibilità orientata all’inserimento, e rimanda quindi a procedure di raccolta del consenso rivolte a chi vive un disagio lavorativo. In questo quadrante troviamo anche tutti quei provvedimenti miranti a facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. A cavallo con il successivo quadrante si colloca il quotidiano Il Corriere della Sera. Il terzo quadrante è ottenuto dall’incrocio tra una concezione definita populista, ossia di dialogo diretto con le masse, a volte anche in forma demagogica, e la lotta al precariato. È in questo quadrante che troviamo, nell’ordine, le proposte di ridurre le forme contrattuali atipiche, introdurre maggiori tutele, opporsi al federalismo sindacale e abrogare la Riforma Maroni. Il Messaggero è il quotidiano che più di tutti privilegia un’impostazione rivolta al cittadino, ragionando quindi più in termini sociali che economici. Presenti in questo quadrante gli Autori dei pezzi giornalisti e gli Attori sociali. Il quarto quadrante è ottenuto dall’incrocio tra una logica economicista e la lotta al precariato. Se osserviamo il grafico, possiamo notare come le modalità presenti in quest’area risultino fortemente schiacciate sull’asse della precarietà (fatta eccezione per la disciplina delle aziende appaltatrici).

Economicismo

Precariato Flessibilità

Populismo

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Questo è il caso, soprattutto, dei due protagonisti di questo quadrante: l’Unione e La Repubblica, la cui (quasi) sovrapposizione sta a sottolineare la grande correlazione esistente nel loro schierarsi contro la precarietà. Qui troviamo la previsione di incentivi fiscali alle aziende che assumono a tempo indeterminato, la proposta di aumentare il costo del lavoro atipico per renderlo meno vantaggioso e scoraggiarne così l’utilizzo, la questione del reddito minimo garantito e il progetto di modifica della Riforma Maroni. Vicina all’origine degli assi, ad indicare un profilo medio, la posizione a favore del federalismo sindacale. Il grafico 3, che individua il piano definito dall’incrocio tra il secondo (in ascissa) e il terzo (in ordinata) fattore (sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative), ci permette di completare il quadro emerso. Il secondo fattore mette a confronto due logiche d’intervento: una micro, che privilegia il singolo, il decentramento, il funzionamento del mercato, e l’altra macro, dell’intervento centrale, normativo, pubblico. Il terzo fattore mette a confronto due modi di guardare al lavoro: dal punto di vista economico, dell’impresa, e dal punto di vista dei ceti più popolari.

Economicismo

Macro Micro

Populismo

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Grafico 3 Lavoro e formazione (secondo e terzo fattore)

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In questo terzo piano fattoriale è interessante osservare soprattutto il terzo quadrante, che incrocia la logica dell’intervento macro, centrale e pubblico, con l’ottica populista, e mette in luce con evidenza le contraddizioni legate al concetto di flessibilità. Qui possiamo notare, innanzitutto, l’accostamento tra la CdL e Il Messaggero nell’affrontare la tematica del lavoro. Tuttavia, se consideriamo anche gli altri piani fattoriali (precedentemente descritti), possiamo constatare che, mentre la CdL correla l’impostazione macro e l’impronta populista con la difesa della flessibilità, al contrario il Messaggero affronta il problema più in termini di lotta alla precarietà. In questo quadrante appaiono, inoltre, contemporaneamente le due modalità opposte Abrogare la Riforma Maroni e Sostenere la Riforma Maroni, ciò non deve meravigliare, in quanto esse risultano sicuramente accomunate dal fatto di rivolgersi alle fasce di popolazione che vivono un disagio lavorativo e dall’affrontare gli aspetti macro del problema, quali la lotta alla disoccupazione. In realtà esse si differenziano nel modo di guardare alla flessibilità, come leva dell’incremento occupazionale o come fonte di precarietà e scarsa tutela per il lavoratore. Questo terzo piano fattoriale è l’unico a vedere gli Attori economici e le forze sindacali collocarsi su due quadranti diversi, rispettivamente il primo e il quarto, la cui opposizione consiste nell’affrontare la tematica del lavoro in termini individuali o collettivi. Nel primo caso l’associazione è con la riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato, nell’altro con l’aumento del costo del lavoro precario. L’analisi condotta sul tema Lavoro e formazione ha, dunque, evidenziato posizioni contrapposte: da un lato si sostiene la riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato, dall’altro si propone l’aumento del costo del lavoro precario e incentivi per chi assume a tempo indeterminato; da un lato si difende la Riforma Maroni così come è stata concepita, dall’altro s’intende modificarla o addirittura abrogarla; da un lato si vogliono ridurre le forme contrattuali precarie e tutelare il lavoratore, dall’altra si pensa all’introduzione di nuove formule flessibili; da un lato si mira alla riduzione del potere contrattuale attraverso forme di federalismo sindacale, dall’altro ci si oppone ad un azzeramento della contrattazione nazionale. In altre parole ciò che emerge, e viene ribadita, è la profonda spaccatura esistente sull’argomento nel nostro Paese: da un lato una visione liberale e dall’altro una visione sociale dello Stato. Flessibilità contro precariato, contratti a breve termine contro stabilità del lavoro; contrazione dei costi contro garanzie occupazionali.

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8. Previdenza L’analisi del tema Previdenza ha evidenziato due argomenti prevalenti, che hanno concentrato l’attenzione dei giornali:

- l’aumento delle pensioni minime, fino ad 800 euro mensili; - la riforma delle pensioni varata dal governo Berlusconi.

Il primo argomento, l’aumento delle pensioni minime, è senza dubbio quello che ha prevalso nella campagna elettorale del centro-destra, e quello che ha registrato le maggiori frequenze (53 casi) tra tutti gli argomenti rilevati in materia previdenziale. Il secondo argomento (con 34 frequenze osservate) ha visto, invece, emergere posizioni differenti, che sono apparse quasi equamente sui giornali analizzati. Da un lato, si trova la difesa della Riforma delle Pensioni varata dal Ministro Maroni, in particolar modo per la parte riguardante l’applicazione dello scalone 2008, che comporterebbe nella notte di Capodanno tra il 2007 e il 2008 un salto improvviso, ossia un aumento secco da 57 a 60 anni d’età e da 35 a 40 anni di contributi minimi per lasciare il lavoro. Tale posizione è incentrata sulla convinzione che, se si evita lo scalone e si spalma la riforma dopo il 2008, in termini più lunghi, si perde l’efficacia della riforma stessa nel garantire la sostenibilità nel tempo del sistema pensionistico. Dal lato opposto si colloca, invece, chi è contrario allo scalone, considerato iniquo per coloro che vedono sfumare, da un giorno all’altro, la possibilità di andare in pensione. Da qui la proposta di introdurre una forma di gradualità o di pervenire ad una nuova riforma delle pensioni. L’ultimo argomento trattato, del tutto minoritario in termini di frequenze rilevate (5 casi), a completamento del quadro sul tema previdenziale, riguarda il lavoro atipico, in accordo con quanto rilevato per l’area Lavoro. In particolare, si sostiene la necessità di introdurre una pensione integrativa per i lavoratori precari. Osservando la tabella 3, possiamo constatare come la presenza della CdL, con la sua proposta di aumentare le pensioni minime, si riveli decisamente la più consistente nei pezzi giornalistici analizzati. Minoritaria, invece, la presenza degli altri soggetti coinvolti. Da notare l’aggregazione, operata dal gruppo di ricerca, tra Attori economici & istituzionali. Tale scelta è stata motivata dal limitato numero di frequenze rilevate e l’associazione è stata realizzata tra quei soggetti che hanno espresso posizioni simili.

Tab. 3 Numero di interventi concernenti la Previdenza per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta CdL 52 Unione 18 Autore (del pezzo giornalistico) 12 Sindacati 5 Attori istituzionali & economici 4 Attori sociali 3 Totale26 94

26 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (94) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (92). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato.

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Tab. 4 Numero di interventi concernenti la Previdenza per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Il Sole 24 ore 22 La Stampa 18 Il Corriere della Sera 16 Il Messaggero 15 La Repubblica 13 Il Giornale 8 Totale 92

Spostandoci alla tabella 4, l’aspetto da sottolineare è il primato de Il Sole 24 Ore nella trattazione del tema e l’ultimo posto occupato dal quotidiano Il Giornale. Le altre testate si collocano, invece, in posizione mediana, all’interno di un range di appena 5 casi L’analisi ACM applicata al tema Previdenza ha permesso di estrarre 6 fattori di entità non trascurabile, dei quali i primi due spiegano l’85,39% della varianza totale. Lo studio si è, quindi, concentrato sull’interpretazione dei primi due assi fattoriali, che permettono di semplificare l’analisi dei dati con una perdita d’informazione minima. Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Previdenza, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti la Previdenza. In particolare, sono state considerate 8 variabili attive, con 23 modalità associate, e 2 variabili illustrative, per un complesso di 92 interventi registrati nell’area Previdenza.

Tav. 5 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata, percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0359 64,07 64,07 II 0,0119 21,32 85,39 III 0,0047 8,40 93,78 IV 0,0021 3,73 97,51 V 0,0010 1,73 99,24 VI 0,0004 0,76 100,00

8.1. Spiegazione degli assi fattoriali Considerata la percentuale significativa d’inerzia totale spiegata dai primi due fattori estratti, su di essi si è concentrata l’attenzione del gruppo di ricerca.

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Tav. 6 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 16,1 0,50 1,44 Nuova riforma pensioni 10,7 0,31 1,38 Contro applicazione scalone 6,9 0,19 1,33 Pensione integrativa precari 3,8 0,10 1,32

SEMIASSE NEGATIVO CdL 15,0 0,87 -0,82 Aumento pensioni minime 11,6 0,69 -0,71

Il primo fattore (che possiamo definire Equità esterna vs Equità interna) è caratterizzato, nel semiasse positivo, dalla coalizione di centro-sinistra e dalle proposte di realizzare una nuova riforma delle pensioni, contrastando l’applicazione dello scalone 2008 introdotto dal governo Berlusconi, e di prevedere una pensione integrativa per i lavoratori precari. All’opposto, il semiasse negativo è determinato dalla coalizione di centro-destra e dal progetto di aumentare le pensioni minime fino ad 800 euro mensili, in difesa dei soggetti più deboli. Il primo fattore vede, quindi, la contrapposizione dei due schieramenti politici che si rivolgono, in materia previdenziale, a fasce diverse dell’elettorato. Da un parte l’Unione che apre la porta a tutti quei lavoratori penalizzati dalla Riforma Maroni (che rischiano di non andare in pensione per una manciata di ore), ma anche alla generazione degli attuali precari. Dall’altra la CdL che si rivolge all’elettorato in pensione, e in particolar modo agli anziani di ceto medio-basso. In questi termini il confronto politico riguarda due diversi modi di garantire l’equità, quello incentrato sulle regole che disciplinano il diritto alla pensione, presente e futuro, e quello di trattamento economico, in sostegno delle fasce deboli.

Tav. 7 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 9,7 0,23 +0,97 Nuova riforma pensioni 6,7 0,15 +0,94 Messaggero 4,3 0,10 +0,70

SEMIASSE NEGATIVO Sindacati 20,4 0,40 -2,65 Pensione integrativa precari 19,9 0,39 -2,62 Giornale 12,1 0,25 -1,61 Favorevole applicazione scalone 6,3 0,14 -0,95 Repubblica 4,8 0,10 -0,80

Il secondo fattore (che possiamo definire: Riforma vs Correzione) è determinato, nel semiasse positivo, dall’Unione, dalla sua proposta di pervenire ad una nuova riforma del sistema pensionistico italiano, che superi quella varata dal governo di centro-destra, e dal quotidiano Il Messaggero. Il semiasse negativo è determinato, invece, da: i Sindacati, la proposta di prevedere una pensione integrativa per i lavoratori precari, la posizione favorevole nei confronti dell’applicazione dello scalone 2008 e dai quotidiani Il Giornale e La Repubblica. Il secondo fattore vede, quindi, la contrapposizione tra due diversi criteri d’intervento sul sistema pensionistico italiano, pensati per affrontare le sfide del nostro tempo, quali la difficoltà dei conti pubblici, il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle speranze di vita, le contraddizioni interne al mondo del lavoro. Il primo punta a riformare il sistema pensionistico,

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introducendo una nuova cornice di diritti e doveri; il secondo si concentra sulla correzione del sistema in vigore, sull’applicazione dei provvedimenti già in essere e sugli aggiustamenti necessari a garantirne la sostenibilità, finanziaria e sociale. 8.2. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 4 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione dei due schieramenti politici (CdL e Unione) e del loro diverso modo di concepire il problema previdenziale. Da una parte la coalizione di centro-sinistra che punta sull’equità esterna, sulle regole del sistema pensionistico, anche attraverso l’abrogazione delle decisioni assunte dal precedente governo, giudicate inique. Dall’altra la CdL che, all’interno della cornice da lei disegnata in materia previdenziale, opta per la difesa delle fasce più deboli con l’aumento delle pensioni minime, sostenendo il diritto ad un trattamento economico equo. Il secondo fattore mette invece a confronto due diversi modi di intervenire sul sistema pensionistico, per garantirne la sostenibilità finanziaria e sociale. Il primo di ripensamento del sistema in un’ottica di gradualità delle riforme. Il secondo più immediato, volto ad apportare opportune revisione all’assetto esistente, anche in relazione alle richieste provenienti dall’Europa.

Correzione

Riforma

Equità esterna

Equità interna

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Grafico 4 Previdenza (primo e secondo fattore)

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Il primo quadrante esprime l’idea del cambiamento, della riforma del sistema pensionistico italiano in un’ottica rivolta all’equità esterna, ossia alla difesa delle attuali generazioni di lavoratori. Questo è il quadrante dell’Unione, strettamente associata alla proposta di progettare una nuova riforma delle pensioni, che abolisca lo scalone 2008 e introduca un meccanismo di gradualità, tornando allo spirito della Riforma Dini. Qui si collocano i quotidiani Il Sole 24 Ore e Il Messaggero, in una posizione che lascia intendere una trattazione della notizia orientata a sottolineare la necessità di una riforma del sistema vigente. Il secondo quadrante opta per la correzione del modello esistente con un occhio rivolto all’equità esterna. Qui possiamo rintracciare due aree concettuali ben distinte: la prima caratterizzata dagli Attori sindacali e dalla proposta di prevedere una pensione integrativa per i lavoratori precari, che guarda alla sostenibilità sociale del sistema pensionistico, e la seconda favorevole all’applicazione dello scalone 2008, come strumento di correzione a garanzia della sostenibilità finanziaria. Coinvolte nel dibattito le testate La Repubblica e Il Giornale. In questo quadrante troviamo anche gli Attori sociali e gli Autori dei pezzi giornalistici. Il terzo quadrante è dato dall’idea di correggere il sistema pensionistico esistente con aggiustamenti che garantiscano l’equità interna, ossia il diritto ad un trattamento economico equo per coloro che sono oggi pensionati. Esso risulta del tutto spoglio di presenze: sia di proposte di futuri provvedimenti, che di quotidiani e/o attori della campagna elettorale sostenitori di un tale orientamento. Nel quarto quadrante, caratterizzato dalla volontà di riformare il sistema in un’ottica orientata all’equità interna, troviamo la coalizione di centro-destra e la sua proposta di aumentare le pensioni minime. Qui sono presenti due quotidiani, La Stampa e Il Corriere della Sera; ma anche gli Attori economici, che appaiono più vicini all’asse del cambiamento, della riforma (così come rilevato anche per Il Sole 24 Ore nel primo quadrante).

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9. Tematiche Sociali Come si è avuto modo di affermare precedentemente, le tematiche sociali sono state le più trattate nella scorsa campagna elettorale, unitamente a quelle concernenti il lavoro. Tuttavia, solo due aree sociali, delle nove27 considerate dal gruppo di ricerca (per un totale di 43 indicatori individuati), sono potute entrare nella nostra analisi, in quanto le sole ad essere toccate dai diversi attori coinvolti nella scorsa campagna elettorale, così come rappresentata dai quotidiani più diffusi a livello nazionale. Tali aree concernono la Famiglia e l’Immigrazione:

- la famiglia è l’unità fondamentale di molte organizzazioni sociali, e in particolare di quella italiana, dove per ragioni storico-culturali e religiose essa assume un ruolo centrale, quale istituzione cardine della società. Luogo dove i giovani, come confermano i dati Istat, tendono a stazionare sempre più a lungo per motivi affettivi, di formazione dilatata, ma anche economici e di precarietà del lavoro. (S)oggetto di molte politiche pubbliche, è risultata al centro di gran parte della scorsa campagna elettorale, in termini sia di un incremento del sostegno economico, sia dei diritti inerenti le coppie di fatto;

- l’immigrazione è il tema di questi anni, in un mondo dove i confini territoriali diventano

sempre più stretti e arcaici, si abbattono le barriere, ma nascono, allo stesso tempo, nuovi ghetti e nuove povertà. Percepita come una minaccia o come una risorsa (o in entrambi i modi contemporaneamente), quella che investe le persone immigrate è una battaglia su cui il mondo politico si scontra maggiormente, e si è scontrato anche nella passata campagna elettorale.

9.1. Famiglia L’analisi sul tema famiglia28 è stata condotta distinguendo tra i servizi e gli interventi sociali, da una parte, e il dibattito sulle copie di fatto, dall’altra. Nel primo caso ciò che è emerso è, innanzitutto, lo sbilanciamento tra il sostegno finanziario e il potenziamento dei servizi e delle strutture socio-assistenziali, a vantaggio di proposte incentrate più sui trasferimenti monetari che sul rafforzamento della rete dei servizi sociali sul territorio. Nel secondo caso, il confronto ha assunto i connotati di un vero e proprio scontro ideologico, che ha visto emergere posizioni articolate all’interno della stessa coalizione di centro-sinistra. Il dibattito si è arricchito non solo di proposte e annunci di futuri provvedimenti, ma anche di valutazioni contro e/o a sostegno dell’una o dell’altra posizione.

27 Le nove aree sociali considerate nell’indagine sono: Famiglia, Infanzia e adolescenza, Anziani, Disabili, Contrasto alla povertà, Dipendenze, Immigrazione, Terzo settore, Altri temi (l’area di indicatori definita Altri temi comprende quelle tematiche che possiamo considerare trasversali, come la legge 328/2000, i Liveas o LEP, le professioni sociali, ecc.). 28 Nell’approcciare alla tematica famiglia non sono stati considerati, nell’analisi, gli argomenti strettamente legati alla fiscalità generale, quali ad esempio la questione del quoziente familiare. Tali argomenti sono, infatti, rientrati nel conteggio della Politica fiscale, e non in quello del Welfare (sottotema Sociale).

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9.1.1. Quale sostegno per la famiglia? La campagna elettorale delineata dai giornali analizzati sul tema in oggetto, in linea con un tratto di fondo del modello italiano di welfare, ha privilegiato le proposte di trasferimenti finanziari, rispetto ad interventi mirati sui servizi alla persona. Nonostante la vastità del tema trattato, le strutture e i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari hanno occupato il confronto elettorale per circa il 20% del totale. Per il resto, il dibattito, più che focalizzarsi sul miglioramento della qualità e fruibilità dei servizi sociali e sulla loro integrazione con gli altri servizi di welfare, ha visto affermarsi il principio “ti diamo più soldi e tu li gestisci”. Vero è che la riforma delle politiche sociali, introdotta nel 2000 dall’allora Ministro Turco, è caratterizzata da una forte opzione federalista (ribadita poi dalla riforma del Titolo V della Costituzione), con i Comuni a fare da registi dell’azione. Tuttavia, ciò non toglie che il decentramento impostato dalla legge non comporta una scomparsa delle competenze statali. Il livello locale delle politiche di welfare non presuppone, infatti, un disimpegno delle istituzioni centrali. Maggiore attenzione ci si sarebbe aspettati, quindi, per la rete integrata di interventi e servizi sociali, in termini di linee guida e livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale. L’analisi ha rilevato solo due tipi di struttura/servizio considerati, gli asili nido e l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti, e un’unica proposta d’intervento legislativo, inerente la disciplina sulle adozioni. Il resto è tutto basato su bonus e fondi, e la contrapposizione tra gli schieramenti politici emerge rispetto alle fasce di potenziali beneficiari o alle caratteristiche degli interventi che si intende porre in essere (con differenze anche significative e molto interessanti). Limitato peraltro lo spettro dei possibili fruitori, soggetti delle politiche sociali. L’analisi ha, infatti, evidenziato come i destinatari delle provvidenze economiche siano esclusivamente gli anziani e la genitorialità. Del tutto trascurate, sia in termini di trasferimenti finanziari che di servizi e/o strutture, altre aree d’intervento, come ad esempio la disabilità, le dipendenze, il contrasto alla povertà. Infine, escluse dal dibattito politico alcune questioni trasversali, quali il rapporto con il terzo settore (partner fondamentale delle politiche sociali), i livelli essenziali di assistenza, le professioni sociali, i progetti personalizzati d’intervento; aspetti meno noti al grande pubblico e quindi meno capaci di spostare l’elettorato. L’omogeneità dell’impostazione assunta dalla campagna elettorale sul tema, che privilegia il versante economico, e l’esiguità delle frequenze rilevate per singola fascia di destinatari hanno spinto il gruppo di ricerca a considerare in un’unica analisi le proposte dirette sia agli anziani che alla genitorialità. Il dibattito elettorale ha visto emergere posizioni sostanzialmente diverse, ma complessivamente definibili di Sostegno alla famiglia, all’interno di un modello di welfare, com’è quello italiano, in cui la famiglia stessa è un soggetto primario che continua a far fronte alle carenze del sistema di protezione sociale. Vediamo, nel dettaglio, le proposte dirette agli anziani. La prima, che pesa per il 58% sull’insieme delle proposte avanzate nell’area “anziani”, riguarda la cosiddetta Carta Oro, valida per l’accesso gratuito a viaggi ferroviari, teatri, cinema, stadi, ecc. Le posizioni emerse vedono la contrapposizione tra la CdL, che propone l’introduzione della Carta Oro (19 casi), e chi manifesta la propria contrarietà (5 casi), poiché definisce tele proposta demagogica in quanto consistente solo nel raggruppare, sotto un nuovo nome, agevolazioni già esistenti.

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Sulla stessa logica della Carta Oro, l’idea di istituire un bonus per mantenere gli animali domestici e la previsione di fondi e/o agevolazioni varie dirette agli over 70, proposte che compaiono con la stessa frequenza nei quotidiani analizzati (5 casi ciascuna). Più strettamente legato alla rete dei servizi territoriali è, invece, il progetto d’incentivare l’assistenza domiciliare gratuita agli anziani non autosufficienti (7 casi). In questo caso, l’accento è posto sul carattere gratuito del servizio. Resta quindi il dubbio se nelle intenzioni della classe politica albergava la volontà di potenziare l’assistenza domiciliare, sia quantitativamente che qualitativamente, o se a prevalere era l’idea di rivedere i criteri di gratuità, estendendo la platea dei possibili beneficiari che non compartecipano alla spesa. In un solo caso, si parla di sviluppare maggiormente l’assistenza domiciliare integrata. Spostandoci nell’area della genitorialità, vediamo emergere una quantità maggiore di proposte e registriamo un numero più significativo di casi. Mentre, infatti, l’insieme dei provvedimenti rivolti agli anziani si attesta sul 24% (41 frequenze) del totale relativo al “Sostegno alla famiglia”, le posizioni apparse in quest’ambito raggiungono invece il 76% dei casi (132 frequenze). Le diverse proposte sono accomunate dal fatto di rivolgersi prevalentemente alle famiglie con figlie e possono essere raggruppate per fascia d’età dei minori. Ad un primo livello registriamo le modalità: mantenimento del bonus bebè (30 casi), sostegno alla maternità (10 casi) e aumento degli asili nido (26 casi). I primi due provvedimenti sono di carattere prettamente economico, mentre l’ultimo è volto a potenziare la disponibilità di strutture sul territorio, prevalentemente pubbliche, ma anche private e aziendali. Rivolto alle famiglie con figli in età scolare è il bonus libri (18 casi), mirante a garantire la continuità nell’assegnazione dei testi di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate. Di carattere, invece, permanente, i provvedimenti inerenti gli assegni famigliari (20 casi) e l’introduzione di una dote di capitale per i giovani fino a 18 anni (23 casi) volta a finanziare periodi di studio, formazione professionale o per avviare attività imprenditoriali (fondi da restituire a tasso zero). Infine, di stampo più propriamente legislativo, e riguardante anche e soprattutto le famiglie senza figli, la proposta di modificare la disciplina sulle adozioni (5 casi) rendendola meno burocratica e di più ampio respiro. In quest’ambito, si è ipotizzata la possibilità di permettere ai single di adottare e quella di facilitare l’iter burocratico delle adozioni internazionali. Osservando le tabelle 5 e 6, possiamo individuare alcuni aspetti di novità, in confronto a quanto finora emerso nell’analisi delle precedenti aree tematiche (Lavoro e formazione e Previdenza). Per la prima volta, i due schieramenti politici registrano una presenza pressoché analoga nei pezzi giornalistici analizzati (con una frequenza assoluta di 79 casi per la CdL e di 76 per l’Unione), monopolizzando sostanzialmente l’attenzione sul tema. Del tutto minoritaria è, infatti, la partecipazione degli altri attori coinvolti nella campagna elettorale.

Tab. 5 Numero di interventi concernenti il Sostegno alla famiglia per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta CdL 79 Unione 76 Attori sociali 11 Autore (del pezzo giornalistico) 11 Totale29 177

29 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (177) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (173). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato.

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Tab. 6 Numero di interventi concernenti il Sostegno alla famiglia per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Il Messaggero 54 La Repubblica 36 La Stampa 36 Il Corriere della Sera 22 Il Sole 24 ore 15 Il Giornale 10 Totale 173

Spostandoci sui giornali analizzati, Il Messaggero si colloca al primo posto per numero di pezzi giornalistici trattanti il tema in oggetto, seguito da La Repubblica e La Stampa. Decisamente inferiori le frequenze registrate per le restanti testate. L’analisi ACM applicata al tema Sostegno alla famiglia ha permesso di estrarre 7 fattori di entità non trascurabile, dei quali i primi due spiegano l’89,49% della varianza totale. Lo studio si è, quindi, concentrato sull’interpretazione dei primi due assi fattoriali, che permettono di semplificare l’analisi dei dati con una perdita d’informazione minima. Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Sostegno alla famiglia, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti il Sostegno alla famiglia. In particolare, sono state considerate 6 variabili attive, con 26 modalità associate, e 2 variabili illustrative, per un complesso di 173 interventi registrati nell’area Sostegno alla famiglia.

Tav. 8 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata e percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0719 66,52 66,52 II 0,0248 22,97 89,49 III 0,0063 5,85 95,34 IV 0,0022 2,03 97,37 V 0,0013 1,21 98,58 VI 0,0010 0,89 99,47 VII 0,0006 0,53 100,00

9.1.2. Spiegazione degli assi fattoriali Considerata la percentuale significativa d’inerzia totale spiegata dai primi due fattori estratti, su di essi si è concentrata l’attenzione del gruppo di ricerca.

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Tav. 9 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 14,3 0,67 +0,92 Introduzione Dote Capitale 0-18 6,1 0,18 +1,09 Aumentare Asili nido 4,1 0,13 +0,85

SEMIASSE NEGATIVO CdL 18,1 0,87 -1,02 Introduzione Carta Oro 7,2 0,21 -1,31 Bonus Libri 5,9 0,17 -1,22 Variabili illustrative Approfondimento Basso -0,43

Il primo fattore (che possiamo definire: welfare promozionale vs welfare assistenziale) è determinato, nel semiasse positivo, dalla coalizione di centro-sinistra, dal provvedimento relativo all’introduzione di una dotazione di capitale per i giovani, da utilizzare dopo il 18° anno di età per finanziare periodi di studio, formazione professionale o per avviare attività imprenditoriali, e dalla volontà di potenziare la rete degli asili nido. Il semiasse negativo è determinato, invece, dalla coalizione di centro-destra, dalla proposta di dotare gli anziani di una Carta Oro, valida per l’accesso gratuito a viaggi ferroviari, teatri, cinema, stadi, ecc., e dalla previsione del cosiddetto bonus libri, destinato alle famiglie meno agiate per garantire continuità nell’assegnazione dei testi scolastici gratuiti. Il primo fattore vede, dunque, la contrapposizione tra i due schieramenti politici e soprattutto tra due diversi modi di concepire il sistema di welfare. Da una parte si configura un modello promozionale, che punta su servizi e interventi sociali attivi, volti a suscitare risposte di autonomia, capacità d’iniziativa e dinamiche di mobilità sociale. Dall’altra parte prevale, invece, un modello assistenziale, incentrato su interventi riparativi, in grado di porre un freno ai guasti del sistema.

Tav. 10 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 5,8 0,20 +0,51 Introduzione Dote Capitale 0-18 4,4 0,10 +0,80 Sole 24 Ore 4,4 0,09 +1,00 Variabili illustrative Approfondimento basso +0,33

SEMIASSE NEGATIVO Autore 18,4 0,38 -2,37 Contrarietà Carta Oro 16,3 0,33 -3,32 Attori sociali 11,6 0,24 -1,88 Sostegno alla Maternità 10,5 0,22 -1,88 Repubblica 10,3 0,25 -0,98

Il secondo fattore (che possiamo definire: sviluppo vs emergenza) è caratterizzato, nel semiasse positivo, dall’Unione, dalla proposta d’introdurre una dote di capitale per i giovani da 0 a 18 anni e dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Il semiasse negativo è determinato, invece, dagli Autori dei pezzi giornalistici e dagli Attori sociali, dalla contrarietà nei confronti della Carta Oro e dalla proposta d’introdurre misure di sostegno alla maternità (contributi per l’acquisto del latte in polvere, interventi a favore delle ragazze-madri) e dal quotidiano La Repubblica.

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Il secondo fattore evidenzia, dunque, la contrapposizione tra diverse logiche d’intervento sociale. La prima incentrata sul concetto di sviluppo socio-economico, e quindi su misure di tipo inclusivo capaci di mettere in moto processi di crescita. La seconda focalizzata sull’emergenza, e quindi su interventi di contrasto all’esclusione sociale. 9.1.3. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 5 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione tra due diverse concezioni politiche del welfare: una intesa in termini preventivi e promozionali, l’altra focalizzata su interventi curativi e riparativi. Il secondo fattore mette a confronto due modi di guardare alle politiche sociali: come fattore di sviluppo o come strumento di contrasto all’emergenza.

Sviluppo

Welfare assistenziale

Welfare promozionale

Emergenza

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Grafico 5 Sostegno alla famiglia

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Il primo quadrante individua un modo di concepire il sistema di welfare come promozionale e inclusivo, condizione per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. L’assunto di base è che le politiche sociali vadano intese non solo come momento di redistribuzione della ricchezza, ma anche e soprattutto come strumento d’investimento per lo sviluppo e l’innovazione. Lavorare per migliorare il welfare significa investire per la crescita della comunità. Ciò comporta il superamento di un approccio settoriale delle politiche sociali, a vantaggio di una visione globale delle stesse, strettamente legate agli aspetti, non soltanto sanitari, ma anche della formazione, del lavoro, della cultura e della casa. In questo quadrante, si colloca l’Unione e il quotidiano Il Sole 24 Ore. Mentre, dal punto di vista delle proposte avanzate, rivelano una natura promozionale e inclusiva l’aumento degli asili nido e l’introduzione di una dotazione di capitale per i giovani, ma anche i progetti di modifica della normativa sulle adozioni. Il secondo quadrante insiste anch’esso su un welfare di tipo promozionale, non sbilanciato sui trasferimenti monetari, ma incentrato sull’integrazione degli interventi. Tuttavia, a differente del precedente, esso guarda più all’emergenza, che non a politiche di sviluppo di lungo periodo. All’interno di questo quadrante, troviamo due giornali: La Repubblica e Il Corriere delle Sera, e due protagonisti, non politici, della campagna elettorale: gli Autori dei pezzi giornalistici e gli Attori sociali. La proposta che si colloca in quest’area è quella relativa all’ampliamento dell’assistenza domiciliare gratuita agli anziani non autosufficienti, ma qui troviamo anche la posizione di contrarietà nei confronti della Carta Oro, giudicata inutile in quanto in sovrapposizione con misure già in essere, e quindi vista come proposta demagogica piuttosto che come strumento effettivo di lotta all’esclusione sociale. Sempre in questo quadrante, ma prossimo all’origine degli assi (ad indicare un profilo medio), il proposito di modificare il regime degli assegni famigliari. Il terzo quadrante è definito dall’incrocio tra la logica dell’emergenza e una visione del welfare di tipo assistenziale. Le politiche sociali vengono concepite come misure passive, di cura e riparazione dei guasti della società; e gli interventi vengono costruiti allo scopo di contrastare l’esclusione sociale. In questo quadrante, non troviamo nessun attore della campagna elettorale, ma un quotidiano, Il Giornale, che si accosta ai provvedimenti promossi dalla coalizione di centro-destra. Più sul versante dell’emergenza, si collocano le misure di sostegno alla maternità, che vanno ad insistere sul bisogno delle ragazze-madri o sui costi del latte in polvere per le famiglie meno agiate. Di tipo fortemente assistenziale sono, invece, le proposte di fondi e agevolazioni varie per gli over 70, il bonus per gli animali domestici e, a cavallo con il successivo quadrante, l’introduzione della Carta Oro. Il quarto quadrante è caratterizzato da una concezione assistenziale del welfare, ma assegna alle politiche sociali una funzione di sviluppo. Se osserviamo la dislocazione dei punti sul piano cartesiano, possiamo individuare due aree ben distinte. Una che associa la CdL ai provvedimenti assistenziali d’introduzione del bonus libri e della Carta Oro per gli anziani. L’altra che accosta i quotidiani La Stampa e, soprattutto, Il Messaggero al bonus bebè, un provvedimento sempre promosso dalla coalizione di centro-destra, ma che, configurandosi come incentivo alla crescita demografica, adotta una logica orientata allo sviluppo. È in quest’ultimo quadrante che si colloca l’unica modalità delle variabili illustrative più probabilmente associata ai due fattori estratti, ossia l’approfondimento basso dei pezzi giornalistici trattanti il welfare in termini assistenziali e di sviluppo (modalità strettamente connessa al quotidiano La Stampa). 9.1.4. Verso una disciplina per le Unioni di fatto Un argomento che ha visto accendere molti dibattiti, e a volte veri e propri scontri, durante la scorsa campagna elettorale concerne le Unioni di fatto e l’eventuale introduzione dei Patti civili di solidarietà (Pacs).

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Superati ormai gli anni in cui la convivenza suscitava riprovazione sociale e discriminazioni (soprattutto verso figli), si è iniziato a discutere sui diritti da garantire alle coppie di fatto e sulla possibilità di un riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali. Ciò ha determinato una forte contrapposizione, non solo politica ma anche culturale e religiosa, tra i diversi attori coinvolti nella campagna elettorale, poiché la discussione si è andata focalizzando sul concetto stesso di famiglia. Molte sono le teorie sociologiche che si sono prestate a darne una definizione univoca. Cinque sono le principali correnti emerse. Ma non si tratta di un problema di sola definizione. Infatti, la scelta di una di esse, operata in epoche e società differenti, è espressione del modo in cui, in quella società, si concepisce e valuta l’“oggetto” famiglia. Secondo queste visioni, la famiglia30:

1. è una coppia di individui tra i quali sussistono sicuri legami di ascendenza/discendenza biologica e/o una coppia di individui che intrattengono rapporti sessuali approvati;

2. è comprovata oltre che dall’esistenza di rapporti sessuali anche dalla possibilità di procreazione o dall’esistenza effettiva di progenie31;

3. include sia coloro che convivono stabilmente in una stessa abitazione, sia parenti consanguinei e affini non conviventi, con i quali si intrattengono relazioni regolari, affettive ed economiche;

4. è data da qualsiasi collettività di conviventi tra i quali sussistono rapporti sessuali e/o di cooperazione economica e/o di ascendenza/discendenza biologica;

5. è quella che ha l’approvazione pubblica ovvero la legittimazione sociale. Ovviamente ciascuna posizione porta con sé una serie di conseguenze sociali e giuridiche. Si pensi, ad esempi, alla definizione di “ragazza madre”. Come si può affermare che il rapporto economico e affettivo di questo nucleo madre-figlio/a/i (relazione generazionale) non sia una famiglia come quella comprendente entrambi i genitori? Oppure come negare la definizione di famiglia a quelle coppie senza prole legate sul piano affettivo ed economico? Sempre più spesso, in sociologia, si parla non di famiglia ma di famiglie, per sottolineare la molteplicità dei modi di vivere insieme e delle esperienze famigliari che l’individuo può attraversare nel corso della propria vita. Più che di dissoluzione e/o crisi della famiglia tradizionale, si dovrebbe, quindi, parlare di molteplicità dei modelli famigliari, proprio per comprendere il pluralismo culturale della società contemporanea32. Nel tempo, il concetto di famiglia si è trasformato, è cambiato il suo ciclo di vita, anche in seguito al diverso corso dell’esistenza individuale33. Il matrimonio non indica più il passaggio simbolico all’età adulta, non legittima più l’accesso alla vita sessuale né alla procreazione. La famiglia non è più, per tutti, un’esperienza totale e permanente, ma diviene a volte parziale e transitoria34. È avvenuto il passaggio da un modello di relazione di coppia fusionale (in cui 1+1=1) ad un modello individualistico (in cui 1+1=2), che svincola dal legame matrimoniale e non è più “per sempre”35. Si

30 Definizioni tratte da M. Barbagli, Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Bologna, 1984 e da C. Saraceno, Sociologia della famiglia, Bologna, 1988. 31 Tale definizione di famiglia stabilisce una gerarchia di valori che pone l’incapacità fisiologica di procreare ad un punto talmente basso da arrivare (in extremis) alla negazione della coppia, anche se questa presenta un’organizzazione affettiva ed economica non dissimile da quella con prole, sia che si tratti di un nucleo eterosessuale che omosessuale. 32 A. L. Zanatta, Le nuove famiglie. Felicità e rischi delle nuove scelte di vita, Bologna, 2003. 33 Z. Bauman, La società individualizzata, Bologna, 2002. 34 In A. L. Zanatta e Z. Bauman. Opere citate. 35 V. Pocar e P. Ronfani, Coniugi senza matrimonio, Milano, 1992 e A. Giddens, La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne, Bologna, 1995.

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scopre che un singolo individuo, nella pratica reale, può vivere una molteplicità di forme famigliari. Può iniziare la sua vita in una famiglia tradizionale, poi i genitori divorziano ed entra a far parte di una famiglia con un solo genitore (generalmente la madre); se quel genitore si risposa, lui/lei s’inserisce in una famiglia ricomposta, acquisendo un padre “sociale”, che si aggiunge al padre “biologico e legale”, e forse anche “nuovi” fratelli e sorelle. Divenuto adulto, può scegliere di vivere da solo (famiglia unipersonale36) o di convivere (famiglia di fatto o convivenza more uxorio o unione libera) e successivamente di sposarsi, non necessariamente con la stessa persona con cui ha convissuto, senza escludere che divorzi e dia vita anche lui/lei ad una famiglia ricomposta o ad una nuova convivenza o nuovamente ad una famiglia unipersonale, o ancora faccia di nuovo tutte e tre le esperienze in ordine casuale. Nonostante tali presupposti, spesso, e in molte società, si assegna una notevole considerazione alla condizione matrimoniale. La coppia sposata raggiunge uno status giuridico superiore a quello della coppia che convive senza aver contratto matrimonio. L’impegno coniugale viene, quindi, a configurarsi come una componente centrale del concetto di famiglia. Il nucleo famigliare può essere presentato come una società naturale, fondata su vincoli e necessità biologiche, che, nel tempo, viene legittimata dalla cultura e dalla morale37. O può essere considerata un’invenzione sociale prodotta allo scopo di stabilizzare la divisione del lavoro tra i sessi e tra le generazioni, e di orientarla in modo da accrescere i rapporti e le relazioni sociali38. Se si considerano questi punti di vista, l’istituzionalizzazione del vincolo matrimoniale costituisce un vero e proprio carattere fondante della famiglia. E la richiesta di alcune coppie omosessuali di essere unite in matrimonio potrebbe essere letta come una prova dell’importanza dei processi di legittimazione della famiglia, più che come un sintomo di una sua eventuale crisi. Definire “famiglia” una relazione omosessuale va contro il significato simbolico attribuito comunemente a questo termine, che nella nostra cultura evoca una coppia fondata sulla differenza di genere e sulla funzione generativa39. Tuttavia, come dimostrano molti studi, le nuove forme famigliari omosessuali posseggono molti tratti in comune con quelle eterosessuali: anche i gay s’innamorano, hanno esigenze affettive e di sostegno reciproco, tendono ad avere relazioni stabili e durature, a vivere in coppia, a desiderare figli, in altre parole a “fare famiglia”. Come rivela lo studio di Barbagli e Colombo40, la quota di omosessuali che convivono è in aumento ed è attualmente molto superiore a quella delle coppie eterosessuali non coniugate. Ciò evidenzia, dunque, l’esistenza di una realtà sociale che non trova riscontro nel diritto, Ma tutto questo come si accorda con la politica e con la scorsa campagna elettorale? Si accorda perché, mediante l’uso dello strumento legislativo, i rappresentanti dei cittadini e per essi lo Stato hanno la capacità di modificare la struttura famigliare. Ad esempio, rendendo facile, 36 Considerare chi vive da solo come una famiglia può apparire contrastante rispetto alle definizioni di famiglia riportate all’inizio del paragrafo. Tuttavia tale denominazione, coniata a fini statistici, è ormai comunemente accettata e sta ad indicare un nuovo modo di vivere nella società attuale. Questa forma famigliare è da intendersi come “un’eccezione alla regola”, anche perché vivere da soli non significa essere soli. 37 Quando parliamo di morale (termine spesso echeggiato nel dibattito sui Pacs e le Unioni civili) facciamo riferimento ad un sistema di valori e di norme che, entro una data collettività, definisce i modelli di azione e condotta più appropriati e “giusti” in situazioni reputate di rilevanza cruciale, esprimendo in tal modo la concezione dominante dell’ordine sociale che la collettività dovrebbe realizzare e rispettare, anche se tale rappresentazione non coincide né con l’ordinamento giuridico, né con il tipo di ordine realmente osservabile e razionalmente giustificabile. G. Gurvitch (a cura di), Trattato di sociologia, Milano, 1967, vol. II. 38 B. Berger e P. L. Berger, In difesa della famiglia borghese, Bologna, 1984 e P. David e M. G. Vicarelli (a cura di), L’azienda famiglia. Una società a responsabilità limitata, Bari, 1983. 39 Anche se le forme famigliari, come si è illustrato, sono e continuano a cambiare. 40 Omosessuali moderni, Bologna, 2001.

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difficile o impossibile il divorzio; punendo o no l’adulterio; stabilendo rapporti di uguaglianza e disuguaglianza tra coniugi (si pensi che sino a tempi recenti la donna coniugata non poteva disporre del proprio patrimonio senza il consenso del marito); modificando il regime di proprietà (consentendo o no l’eredità); variando le imposizioni fiscali a favore di chi ha figli41, con detrazioni d’imposta, bonus, ecc.; ammettendo o scoraggiando (punendoli) i rapporti prematrimoniali, extraconiugali, tra stessi sessi o sessi opposti. E proprio il riconoscimento giuridico dei cambiamenti intervenuti negli anni nella struttura famigliare42 è stato al centro del dibattito politico. Un dibattito che ha visto affermarsi, oltre alle proposte legislative, anche le relative modalità di valutazione, per cui gli attori coinvolti (politici e non), oltre a dichiararsi a favore o contro una determinata proposta, esprimevano anche il motivo del perché essere favorevoli o contrari. Si possono dividere le varie posizioni emerse nel corso della scorsa campagna elettorale in tre grandi gruppi. Pro Pacs. Coloro che assumono una posizione favorevole ai Pacs intendono normare una realtà sociale di fatto. Partendo dal presupposto che nel tempo si sono affermate nuove forme famigliari, ritengono che ad esse occorre dare risposta, garantendo diritti, libertà e dignità, ma anche la capacità di assumersi responsabilità. Poiché esistono numerosi tipi di unioni non regolate dal matrimonio, si chiede allo Stato di intervenire giuridicamente per salvaguardare la parità dei diritti, la libertà e l’uguaglianza (artt. 2 e 3 della Costituzione). Lo strumento individuato è quello della registrazione e sottoscrizione dell’unione davanti ad un ufficiale pubblico. Secondo questa posizione, i Pacs non tolgono nulla al matrimonio, sono piuttosto una proposta di civiltà e di attenzione alla vita reale. Si chiede, in particolare, il diritto al mantenimento in caso di rottura della relazione; i congedi parentali; il visto d’ingresso e il permesso di soggiorno per motivi famigliari; l’essere eredi, anche senza testamento; la possibilità di scegliere il regime patrimoniale dei beni; la facoltà di adottare e/o di richiedere l’affidamento famigliare. Contro Pacs, ma a favore delle Unioni civili. Chi sostiene tale posizione non contesta i diritti fondamentali dell’individuo (come, ad esempio, la reversibilità del contratto d’affitto e della pensione, l’eredità, l’assistenza ospedaliera), ma rifiuta lo strumento dei Pacs, considerato sproporzionato e ingiustificato. La materia viene ritenuta di diritto civile. Unioni e matrimoni devono restare distinti. Non vi è la necessità di registrare le unioni di fatto davanti ad un ufficiale pubblico, ma esse devono qualificarsi come contratti di diritto privato. In altre parole, si tratta di una regolazione civilistica, che può vedere coinvolte anche persone dello stesso sesso, le quali convivono ma non vanno a costituire una famiglia (il partito della Margherita ha proposto la terminologia Contratti di Convivenza Civile). L’idea di fondo è di ampliare e migliorare le leggi esistenti, che già riconoscono molti diritti ai conviventi (i figli legittimi e naturali sono uguali davanti alla legge sia per quanto concerne l’affidamento che il mantenimento; si può succedere al contratto d’affitto in caso di morte del titolare o avere il risarcimento in caso di decesso per incidente; è ammesso far visita al convivente in carcere; astenersi dal testimoniare in caso di processo; usufruire della legge 40 sulla procreazione assistita - solo nel caso di coppie eterosessuali; utilizzare i servizi dei consultori famigliari; richiedere un alloggio popolare - anche se non in tutte le regioni). Contro Pacs e Unioni civili. Chi sostiene tale posizione di contrarietà non crede che i Pacs siano conquiste civili o misure contro le discriminazioni, ma li interpreta come il trionfo di quel laicismo 41 Si vedano, in proposito, le proposte di Sostegno alla famiglia avanzate dagli attori politici nella scorsa campagna elettorale. 42 Per un approfondimento U. Folena, I pacs della discordia, Milano, 2006.

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che pretende di trasformare i desideri e i capricci individuali in diritti fondamentali. L’obiettivo è di difendere il concetto di famiglia, su cui si basa la società e l’identità culturale e cristiana. Le unioni vengono concepite solo tra uomo e donna, e non tra persone dello stesso sesso. Si rimanda, quindi, all’art. 29 della Costituzione, che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, e si afferma che la famiglia di fatto non è quella cui il diritto rifiuta rilevanza, ma quella che rifiuta per propria decisione la rilevanza del diritto. I Pacs sono considerati leggi ad personam, che consentono la formazione di famiglie o coppie anomale, aventi medesimi diritti e garanzie di quelle naturali. Pertanto, introdurli significa stravolgere in profondo il sistema sociale. È giudicato inaccettabile il debito che l’ordinamento giuridico dovrebbe contrarre per assecondare l’ideologia sottesa a tali proposte, ossia lo snaturamento del concetto di famiglia naturale. Accordando un riconoscimento pubblico alle unioni di fatto, il quadro giuridico diverrebbe asimmetrico perché si creerebbero degli obblighi della società verso soggetti senza obblighi: il matrimonio è per tutta la vita, le unioni di fatto fino a quando uno dei due vuole. Si ritiene, infine, ingannevole chiamare “famiglia” le coppie omosessuali, che non potranno mai essere una vera e propria famiglia in grado di procreare. Date queste premesse, le posizioni emerse nel corso del dibattito elettorale sono risultate tra loro fortemente contrapposte: da una parte chi è favorevole alle Unioni civili (30 casi), dall’altra chi è contrario alle Unioni civili (5 casi); da una parte chi è favorevole ai Pacs (101 casi), dall’altra chi è contrario ai Pacs (63 casi), e ancor più ai Matrimoni gay (3 casi). Da sottolineare che, così come la contrarietà nei confronti dello strumento dei Pacs non presuppone anche la contrarietà al riconoscimento delle Unioni civili, così la contrarietà alle Unioni civili può associarsi sia alla contrarietà nei confronti dei Pacs (segnando una chiusura assoluta verso le coppie di fatto, soprattutto se omosessuali) sia ad una posizione favorevole allo strumento dei Pacs, poiché non si accetta una soluzioni di compromesso come quella dei Contratti di Convivenza. A completare il quadro, due visioni opposte sul divorzio: l’una che propone d’introdurre il cosiddetto Divorzio breve (3 casi) e l’altra ad esso contraria (2 casi). Mentre nel corso della scorsa campagna elettorale la coalizione di centro-destra ha espresso sul tema in oggetto una posizione che possiamo definire sul piano politico “di partito”. Al contrario, all’interno dell’Unione sono emersi punti di vista differenti, che hanno espresso soluzioni diversificate. Se, complessivamente, la coalizione di centro-sinistra ha evidenziato la necessità di intervenire, in tempi più o meno brevi, sulla regolazione di una realtà di fatto com’è quella delle coppie conviventi e dei diritti da garantire ai singoli, tuttavia i diversi partiti hanno proposto strumenti differenti, che vanno dal riconoscimento sotto il profilo privatistico delle Unioni civili, all’introduzione di Patti capaciti di dare cittadinanza a scelte diverse dal matrimonio, assicurando alle coppie interessate l’accesso alle politiche per la famiglia. Per questo, nel corso dell’analisi, si è ritenuto opportuno considerare separatamente dall’Unione quei partiti che più degli altri hanno incarnato proposte diversificate: la Margherita e la Rosa nel Pugno. Analogamente, sulla base di considerazioni simili riguardo la molteplicità dei punti di vista emersi, è stata operata una disaggregazione di quelli che abbiamo definito Attori sociali, distinguendo la posizione sostenuta dalla Chiesa cattolica. Osservando la tabella 7, possiamo constatare la netta predominanza, nei pezzi giornalistici analizzati, della coalizione di centro-sinistra (considerata nel suo insieme), che copre più del 60% degli interventi apparsi sul tema, registrando una presenza 4 volte superiore a quella della coalizione di centro-destra. Ciò, probabilmente, può essere spigato in ragione sia della maggiore presenza sul tema dell’Unione, sia della posizione politica unitaria assunta dalla CdL. Se osserviamo i dati disaggregati, possiamo infatti constatare come gli interventi di tutta la coalizione di centro-destra equivalgano a quelli espressi singolarmente dalla Rosa nel Pungo o dalla

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Margherita. Segno anche che i giornali analizzati hanno dato risalto, in modo significativo, alle differenziazioni o ai possibili contrasti interni all’Unione. Da sottolineare come la Chiesa cattolica, su un argomento così delicato, si configuri in qualità di vero e proprio soggetto della campagna elettorale, con un discreto numero di frequenze. Tale presenza si manifesta in modo netto, come avremmo modo di constare in seguito, anche sul tema della Sanità, ossia tutte quelle volte in cui nel dibattito elettorale s’inseriscono argomenti che coinvolgo la sfera etica, suscitando spesso contrapposizioni di carattere ideologico.

Tab. 7 Numero di interventi concernenti le Unioni di fatto per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta Unione (senza RnP e Margherita) 72 Margherita 36 CdL 34 Rosa nel Pugno 32 Chiesa 19 Attori sociali 16 Autore (del pezzo giornalistico) 12 Attori istituzionali 3 Totale43 224

Nella tabella 8, possiamo osservare il primato de Il Corriere della Sera e La Repubblica, che riservano al tema in questione uno spazio decisamente superiore a quello accordato dagli altri quotidiani analizzati, pari al 56% di tutti i pezzi giornalistici apparsi nelle 6 testate oggetto d’indagine.

Tab. 8 Numero di interventi concernenti le Unioni di fatto per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Il Corriere della Sera 59 La Repubblica 58 Il Giornale 30 La Stampa 30 Il Messaggero 20 Il Sole 24 ore 10 Totale 207

43 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (224) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (207). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato.

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L’analisi ACM applicata al tema Unioni di fatto ha permesso di estrarre 7 fattori di entità non trascurabile, dei quali il primo spiega da solo ben il 76,60% della varianza totale. Poiché tra il secondo e il terzo asse fattoriale non è stata rilevata una differenza significativa nella percentuale di varianza spiegata, inizialmente l’analisi si è concentrata sui primi tre fattori estratti, per poi focalizzarsi, in base a considerazioni di ordine teorico legate agli scopi della ricerca, sul primo e sul terzo (che insieme spiegano l’83,72% della varianza totale). Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Unioni di fatto, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti le Unioni di fatto, e alle valutazioni poste a sostegno o contro le diverse proposte emerse. In particolare, sono state considerate 9 variabili attive, con 24 modalità associate, e 3 variabili illustrative, per un complesso di 207 interventi registrati nell’area Unioni di fatto.

Tav. 11 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata, percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0201 76,60 76,60 II 0,0025 9,69 86,29 III 0,0019 7,15 93,44 IV 0,0011 4,15 97,59 V 0,0005 1,96 99,55 VI 0,0001 0,43 99,98 VII 0,0000 0,02 100,00

9.1.5. Spiegazione degli assi fattoriali Effettuate le elaborazioni statistiche e vagliata la capacità esplicativa dei diversi fattori estratti, l’attenzione si è concentrata sul primo e il terzo, che insieme spiegano il 83,72% dell’inerzia totale.

Tav. 12 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Contrario ai Pacs 19,4 0,64 +1,19 CdL 11,6 0,32 +1,27 Margherita 10,1 0,28 +1,15 Chiesa 5,9 0,15 +1,20 Variabili illustrative Attacco Istituzione Matrimonio +1,07 Svantaggi sociali ed etici +1,18

SEMIASSE NEGATIVO Favorevole ai Pacs 17,5 0,79 -0,89 Unione (senza RnP e Margherita) 12,1 0,42 -0,89 Rosa nel Pugno 5,9 0,16 -0,93 Variabili illustrative Riconoscimento giuridico -0,90 Uguaglianza dei diritti -0,71 Evidenzia Tecnica Alta -0,35

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Il primo fattore (che possiamo definire etica cattolica vs etica laica) delinea la contrapposizione politico-ideologica Contro Pacs - Pro Pacs. Se osserviamo la composizione dei due semiassi, possiamo constare come la divergenza di posizioni non si limiti ai due schieramenti politici, ma risulti interna alla stessa coalizione di centro-sinistra, con la Margherita schierata in difesa dei valori cattolici e della famiglia. Il semiasse positivo di questo primo fattore è determinato dalla contrarietà nei confronti dello strumento dei Pacs, dalla coalizione di centro-destra, dalla Margherita e dalla Chiesa cattolica. Viceversa, il semiasse negativo è determinato dalla posizione favorevole all’introduzione dei Pacs, dalla Rosa nel Pugno e dagli altri partiti coalizzati nell’Unione (a cui sono state disaggregate le frequenze relative alla Margherita). Interessanti sono le valutazioni che i vari attori coinvolti nella campagna elettorale esprimono a sostegno delle due posizioni emerse (che nella nostra indagine abbiamo considerato come modalità-variabili illustrative). Il semiasse positivo, che descrive un punto di vista cattolico e conservatore risulta più probabilmente associato all’idea che l’introduzione dei Pacs possa costituire un attacco all’istituzione del matrimonio e determini svantaggi di ordine sociale ed etico. Sul versante opposto, la posizione laica e progressista si associa più probabilmente all’idea che l’adozione dello strumento dei Pacs si renda necessaria per dare cittadinanza giuridica ai diversi modelli famigliari di fatto esistenti e sia motivata dalla volontà di garantire universalmente l’uguaglianza dei diritti. Sempre osservando le modalità delle variabili illustrative associate più probabilmente a questo primo fattore, possiamo constatare come risultino più visibili i pezzi giornalistici trattanti argomenti di stampo laico e progressista, a dimostrazione della volontà delle testate analizzate di evidenziare, agli occhi del lettore, le proposte d’introduzione di un nuovo strumento di regolazione delle convivenze, anche omosessuali. Il primo fattore esprime, dunque, la contrapposizione tra una visione conservatrice di stampo cattolico e un’altra progressista e laica. Nel primo caso si mira a difendere l’identità culturale e religiosa, circoscrivendo il concetto di famiglia alle sole unioni (tra uomo e donna) fondate sul matrimonio, in quanto istituto giuridico, avente come scopo la procreazione e la creazione di una nuova famiglia. Dall’altra s’intende normare una realtà di fatto, introducendo un nuovo strumento di regolazione delle convivenze, anche tra coppie omosessuali, che estenda i diritti ed elimini le discriminazioni.

Tav. 13 Terzo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Contrario Unioni civili 16,1 0,23 +2,78 CdL 12,9 0,22 +1,05 Variabili illustrative Attacco Istituzione Matrimonio +0,57 Evidenzia Tecnica Molto Bassa +0,25

SEMIASSE NEGATIVO Favorevole Unioni civili 26,8 0,44 -1,53 Margherita 19,0 0,32 -1,23 Variabili illustrative Riconoscimento Diritto Privato -2,04

Il terzo fattore (che possiamo definire radicalismo vs riformismo) gioca sulle diverse posizioni nei confronti delle Unioni civili e del loro riconoscimento giuridico. Il semiasse positivo è determinato da una posizione di contrarietà nei confronti delle Unioni civili e dalla coalizione di centro-destra. Mentre il semiasse negativo è caratterizzato dal favore nei confronti delle Unioni civili e dalla Margherita.

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Se osserviamo le valutazioni (variabili illustrative) che più probabilmente si associano ai due semiassi, possiamo comprendere meglio le due posizioni. Da una parte l’opposizione nei confronti del riconoscimento giuridico delle convivenze viene motivata dal timore che esso possa costituire un attacco all’istituto matrimoniale, e si collega, quindi, alla difesa della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Dall’altra si propone la regolazione civilistica delle Unioni di fatto come strumento di riconoscimento dei diritti individuali, senza alcuna equiparazione sotto il profilo pubblicistico all’istituto della famiglia. Il secondo fattore esprime, dunque, la contrapposizione tra radicalismo e riformismo, ossia tra due diverse metodologie di perseguimento delle iniziative politiche. La prima, intransigente, caratterizzata dal rifiuto nei confronti dei compromessi. La seconda, moderata, mirante a proporre e realizzare riforme graduali. 9.1.6. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 6 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il terzo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione tra due diversi sistemi di valori: uno di stampo cattolico e l’altro laico. Esso segna non soltanto la contrapposizione tra i due opposti schieramenti politici, ma evidenzia anche il dibattito interno alla coalizione di centro-sinistra, segnando l’accostamento della Margherita ai valori cattolici. Il terzo fattore mette a confronto due diverse metodologie di perseguimento delle iniziative politiche: la prima radicale e la seconda riformista. Questo fattore, a chiarimento di quanto messo in luce dal precedente, individua le divergenze politiche, all’interno di una condivisa etica cattolica, tra la coalizione di centro-destra e la Margherita, uno dei partiti cardine dell’Unione.

Radicalismo

Etica laica Etica cattolica

Riformismo

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Grafico 6 Unioni di fatto

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Il primo quadrante può essere definito del radicalismo cattolico. Al suo interno troviamo la CdL e la Chiesa, a cui si associa in modo molto stretto la contrarietà nei confronti dei Pacs, come fonte di svantaggi di ordine sociale ed etico. Questo quadrante è di forte chiusura nei confronti delle convivenze, anche e soprattutto se omosessuali, ed esprime un punto di vista intransigente e conservatore riguardo il matrimonio e le coppie di fatto. L’opposizione si manifesta, infatti, non soltanto nei confronti dei Matrimoni gay e dei Pacs, ma anche delle Unioni civili, in quanto strumenti considerati di attacco alla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. L’obiettivo è la difesa dell’identità cristiana e del vincolo coniugale. Sempre su questo quadrante troviamo il quotidiano Il Giornale che risulta più vicino alla contrarietà nei confronti dei Matrimoni gay, di cui i Pacs vengono spesso considerati una sorta di anticamera. Da qui la necessità di ribadire che il matrimonio naturale è unicamente quello celebrato tra sessi diversi. Il secondo quadrante, che possiamo definire del riformismo cattolico, è dominato dalla Margherita. Qui troviamo la proposta di regolamentare, sotto il profilo civilistico, le Unioni di fatto, come strumento di riconoscimento di diritti individuali, indipendentemente dalle scelte affettive. La strada intrapresa è quella delle riforme moderate e graduali, che si associano, in condivisione con il precedente quadrante, alla difesa dei valori cattolici e della famiglia. Si mantiene, infatti, separato il profilo pubblicistico dell’istituto matrimoniale da quello privatistico delle Unioni civili. In questa porzione del piano trova spazio anche la contrarietà nei confronti delle proposte d’introduzione del cosiddetto Divorzio breve. Il quotidiano presente in questo quadrante è La Stampa. Il terzo quadrante, chiamato del riformismo laico, individua un punto di vista progressista. Ciò che sostanzialmente viene messo in evidenza è il ritardo del sistema giuridico vigente rispetto alle trasformazioni avvenute nella società. Qui trova spazio l’Unione (a cui sono state disaggregate le frequenze relative a Rosa nel Pugno e Margherita), che si associa alla convinzione della necessità di un riconoscimento giuridico delle diverse realtà famigliari di fatto esistenti, per garantire l’universalità dei diritti. Ma in quest’area trovano posto anche la proposta d’introdurre il Divorzio breve e il quotidiano La Repubblica. A cavallo con il successivo quadrante le testate Il Messaggero e Il Corriere della Sera. Il quarto quadrante è quello del radicalismo laico, di chi esprime favore o cerca d’introdurre riforme sociali senza compromessi. Qui troviamo la Rosa nel Pugno e la proposta d’istituire i Pacs, motivata (così come abbiamo visto anche per il precedente quadrante) dalla volontà di prevedere un riconoscimento giuridico, in questo caso pubblicistico, alle diverse realtà famigliari di fatto esistenti, come strumento di garanzia dell’uguaglianza dei diritti dei cittadini, siano essi sposati o conviventi, eterosessuali od omosessuali. Il quotidiano che più ha trattato sotto questo profilo il tema in oggetto è Il Sole 24 Ore. Presenti anche gli Autori dei pezzi giornalistici, gli Attori sociali e, quasi a cavallo con il precedente quadrante, gli Attori istituzionali. Se osserviamo, infine, la contrapposizione tra il primo quadrante (del radicalismo cattolico) e il terzo (del riformismo laico), possiamo evidenziare come le testate analizzate abbiano riservato più probabilmente un’evidenzia tecnica molto bassa alla posizione conservatrice di centro-destra e, al contrario, un’alta visibilità al progressismo di centro-sinistra. 9.2. Immigrazione Un altro tema sociale affrontato dagli attori coinvolti e dai quotidiani analizzati durante la scorsa campagna elettorale riguarda l’immigrazione. L’argomento è stato trattato in riferimento a tre aspetti in particolare:

- la Legge Bossi-Fini; - i Centri di Permanenza Temporanea (CPT);

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- l’integrazione, ossia le misure che si possono attuare per favorirla od ostacolarla (se non renderla impossibile) da un punto di vista legislativo.

Ricco il ventaglio delle posizioni emerse, forse anche per l’impatto emotivo che tale tematica produce. Se consideriamo la normativa vigente, possiamo distinguere tra chi è favorevole al mantenimento della Legge Bossi-Fini (11 casi) e chi propone di modificarla (5 casi) o addirittura abrogarla (19 casi); tra chi è favorevole ai CPT così come strutturati (4 casi) e chi suggerisce di migliorarli oppure chiuderli (rispettivamente 2 e 4 casi); tra chi progetta di facilitare la concessione della cittadinanza (7 casi) attraverso uno snellimento dell’iter burocratico e chi è favorevole ad una nuova sanatoria (3 casi), propone di bloccare l’immigrazione (11 casi) e concedere il permesso di soggiorno solo a quei cittadini provenienti da Paesi che garantisco la reciprocità dei diritti (5 casi). Caratterizzate da una contrapposizione frontale anche le posizioni di chi propone di favorire l’integrazione e accordare il diritto di voto agli stranieri (9 casi) e chi si rivela contrario all’integrazione e si oppone alla concessione del diritto di voto (7 casi). Lo scontro politico ha evidenziato, dunque, una netta frattura tra i diversi punti di vista emersi, e il nocciolo del dibattito ha spesso investito l’operato del precedente governo di centro-destra. Molti interventi sono andati, infatti, in direzione della difesa di quanto fatto o della netta opposizione nei confronti delle politiche varate, con il proposito di correggerle o abrogarle. Scarse le proposte di interventi attivi, volti a favorire l’integrazione sociale e lavorativa e/o a facilitare i ricongiungimenti famigliari, concernenti la qualità e utilizzabilità dei servizi e delle strutture socio assistenziali o relativi alla tematica del diritto d’asilo e dei rifugiati44. Dalla tabella 9 possiamo constatare l’esigua numerosità degli attori coinvolti sul tema, caratterizzato prevalentemente dallo scontro tra le due coalizioni politiche, che registrano frequenze quasi analoghe.

Tab. 9 Numero di interventi concernenti l’Immigrazione per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta CdL 36 Unione 31 Autore (del pezzo giornalistico) 13 Attori istituzionali e sociali 9 Totale45 89

Tra le testate analizzate (tab. 10) circa la metà degli interventi è appannaggio di La Repubblica e Il Corriere della Sera. Minoritarie, invece, le frequenze relative agli altri quotidiani, con Il Sole 24 Ore sostanzialmente assente sull’argomento.

44 Si propone, ad esempio, di concedere il permesso di soggiorno solo agli immigrati provenienti dai Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, ma non si affronta invece il problema dei rifugiati. 45 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (89) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (87). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato

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Tab. 10 Numero di interventi concernenti l’Immigrazione per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta La Repubblica 28 Il Corriere della Sera 20 Il Messaggero 14 Il Giornale 12 La Stampa 10 Il Sole 24 ore 3 Totale 87

L’analisi ACM applicata al tema Immigrazione ha permesso di estrarre 8 fattori di entità non trascurabile, dei quali i primi due spiegano il 74,96% della varianza totale. Considerato lo scarto esistente tra il secondo e il terzo asse fattoriale in termini di percentuale di varianza spiegata, lo studio si è concentrato sull’interpretazione dei primi due fattori estratti. Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Immigrazione, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono all’indice di evidenzia tecnica e al grado di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti l’Immigrazione. In particolare, sono state considerate 6 variabili attive, con 27 modalità associate, e 2 variabili illustrative, per un complesso di 87 interventi registrati nell’area Immigrazione.

Tav. 14 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata e percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0583 51,32 51,32 II 0,0269 23,64 74,96 III 0,0145 12,78 87,74 IV 0,0055 4,82 92,56 V 0,0054 4,76 97,31 VI 0,0016 1,42 98,74 VII 0,0012 1,04 99,77 VIII 0,0003 0,22 100,00

9.2.1. Spiegazione degli assi fattoriali Effettuate le elaborazioni statistiche e valutata la capacità esplicativa dei fattori estratti, l’analisi si è concentrata sull’interpretazione del primo e del secondo asse fattoriale.

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Tav. 15 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi

assoluti Contributi relativi

Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 14,6 0,56 +1,00 Abrogare Legge Bossi-Fini 8,5 0,27 +0,98 Chiudere CPT 3,4 0,09 +1,34

SEMIASSE NEGATIVO CdL 20,4 0,85 -1,10 Favorevole Legge Bossi-Fini 6,7 0,19 -1,14 Permesso di Soggiorno solo a chi proviene da Paesi che garantiscono la Reciprocità dei Diritti

3,8 0,10 -1,28

No diritto di voto agli stranieri 3,3 0,09 -1,00 Variabili illustrative Approfondimento Basso -0,58

Il primo fattore (che possiamo definire emozione vs regola) individua la contrapposizione politico-ideologica tra i due schieramenti in campo. Il semiasse positivo è determinato dall’Unione e dalle proposte di abrogare la Legge Bossi-Fini e chiudere i CPT (istituiti con la precedente normativa Turco-Napolitano). Il semiasse negativo è caratterizzato, invece, dalla coalizione di centro-destra, dalla posizione in favore della Legge Bossi-Fini, dal progetto di concedere il permesso di soggiorno solo a chi proviene da quei Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti e dalla contrarietà nei confronti del riconoscimento del diritto di voto agli stranieri residenti in Italia. Se osserviamo le modalità delle variabili illustrative più probabilmente associate al fattore estratto, possiamo constatare come la posizione di centro-destra riceva dai quotidiani analizzati un approfondimento prevalentemente basso. Il primo fattore segna, dunque, il contrasto tra una posizione di maggiore apertura rispetto alla disciplina attualmente in vigore in termini di immigrazione e un atteggiamento di chiusura nei confronti dei flussi migratori. Si tratta, in altre parole, di una contrapposizione (emozione vs regola) che evidenzia, da una parte, un sentimento di comprensione nei confronti dell’altro come persona e, dall’altra, la necessità di regolare rigidamente il fenomeno migratorio a garanzia della sicurezza interna.

Tav. 16 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Unione 9,1 0,28 +0,71 Sole 24 Ore 8,8 0,18 +2,25 Si diritto di voto agli stranieri 7,5 0,16 +1,80 Giornale 4,3 0,10 +0,79 Variabili illustrative Approfondimento Alto 1,86

SEMIASSE NEGATIVO Attori istituzionali e sociali 20,4 0,45 -1,98 Favorevole Integrazione 14,4 0,30 -2,23 Repubblica 4,1 0,12 -0,50

Il secondo fattore (che possiamo definire logica politica vs logica sociale) è determinato, nel semiasse positivo, dall’Unione, dalla posizione favorevole al riconoscimento del diritto di voto agli stranieri residenti in Italia e da due quotidiani: Il Sole 24 Ore e Il Giornale.

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All’opposto, il semiasse negativo è caratterizzato dagli Attori istituzionali e sociali, dall’interesse nei confronti di azioni volte a favorire l’integrazione degli immigrati e dal quotidiano La Repubblica. Il secondo fattore evidenzia, dunque, due ottiche alle quali guardare al tema dell’inclusione dei cittadini immigrati. Da una parte si privilegia una logica politica, che guarda allo straniero residente in Italia come ad un potenziale elettore, dall’altra si sottolineano le implicazioni sociali e la necessità di un approccio più lungimirante di integrazione nella società italiana. 9.2.2. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 7 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione tra due diversi modi di affrontare il tema dell’immigrazione. Da una parte prevale l’apertura, l’emozione, la comprensione dell’altro. Dall’altra la regolamentazione, la chiusura, la diffidenza. Nel primo caso si considerano i diritti delle persone immigrate, nel secondo si difende l’italianità. Il secondo fattore contrappone due diverse logiche di azione: una politica che considera il cittadino immigrato come potenziale elettore, l’altra sociale che guarda ai percorsi d’integrazione.

Logica politica

Regola Emozione

Logica sociale

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Grafico 7 Immigrazione

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Il primo quadrante privilegia l’adozione di una logica politica orientata all’apertura, all’emozione, al riconoscimento dei diritti dell’altro. Questo è il quadrante della contrapposizione politica nei confronti dell’operato del governo di centro-destra e del suo approccio restrittivo e repressivo. Al suo intero troviamo l’Unione, strettamente associata alle proposte di abrogazione della Legge Bossi-Fini e di chiusura dei CPT (se non di un loro miglioramento). L’opposizione è nei confronti di una politica migratoria che riduce le possibilità d’ingresso regolare, precarizza la condizione del migrante e criminalizza gli irregolari, confinati in Centri di Permanenza Temporanea divenuti non luoghi, spesso descritti come veri e propri lager, spazi dove il diritto e la dignità della persona viene annullata. Non è un caso che in questo quadrante troviamo Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, che tratta delle proposte di superamento delle politiche sull’immigrazione varate dalla coalizione di centro-destra, pur distanziandosi (com’era lecito aspettarsi) dalle posizioni dell’Unione. Il secondo quadrante esprime una logica sociale di apertura, d’integrazione nella società italiana. Al suo interno non si guarda all’immigrato semplicemente come potenziale elettore o come forza lavoro, né si ragiona solo in termini di diritti individuali, piuttosto si affronta il problema della convivenza. Qui trovano spazio le proposte di favorire l’integrazione (anche se ancora in termini del tutto generici e propositivi, e non formalizzati in concrete iniziative), modificare la Legge Bossi-Fini e facilitare la concessione della cittadinanza. Gli Attori istituzionali e sociali sono quelli che risultano più significativamente associati ai possibili percorsi dell’integrazione; mentre gli Autori dei pezzi giornalistici appaiono più vicini alle proposte di modifica della normativa vigente. I quotidiani presenti in quest’area sono La Repubblica e Il Messaggero. Il terzo quadrante è di chiusura nei confronti dei flussi migratori, esso guarda ai costi sociali dell’immigrazione in termini di difesa dell’italianità e di sicurezza interna ai confini nazionali. Vi è un riconoscimento della funzione dell’immigrato nella società italiana, ma soltanto come lavoratore da regolarizzare, attraverso una nuova sanatoria, in funzione delle esigenze del tessuto economico. Qui trovano spazio il progetto di concedere il permesso di soggiorno solo a coloro che provengono da quei Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, il favore nei confronti dell’applicazione della Legge Bossi-Fini, l’apertura verso una nuova sanatoria, la contrarietà ai possibili percorsi d’integrazione, fino alla previsione di bloccare l’immigrazione stessa. In questo quadrante non troviamo nessun attore della campagna elettorale, ma un quotidiano La Stampa. Il quarto quadrante privilegia l’adozione di una logica politica orientata alla regolazione. Al suo interno troviamo la CdL e la lotta alla clandestinità, attraverso il mantenimento dei CPT. Questo è il quadrante in cui l’immigrato viene considerato un potenziale elettore e dove si consuma il dibattito sulla concessione o meno del diritto di voto agli stranieri residenti in Italia; dibattito che vede il coinvolgimento del quotidiano Il Sole 24 Ore. In questo quadrante trovano posto entrambe le modalità delle variabili illustrative più significativamente associate ai due fattori estratti: l’approfondimento basso caratterizzante i pezzi giornalistici che trattano la regolamentazione restrittiva dell’immigrazione e l’approfondimento alto della questione del voto agli immigrati, forse anche in ragione della presenza nel dibattito de Il Sole 24 Ore. L’unico giornale che non è stato considerato nel commento è Il Corriere della Sera, la cui posizione vicina all’origine degli assi sta ad indicare un profilo medio. Osservando ulteriormente il grafico 7 possiamo trarre altre considerazioni. Innanzitutto emerge con chiarezza la netta contrapposizione tra i due schieramenti politici e la terza via praticata dagli Attori istituzionali e sociali. Da una parte possiamo individuare l’Unione impegnata in una battaglia di denuncia del fallimento della Legge Bossi-Fini e di abrogazione della normativa esistente in materia di immigrazione. Dall’altra la CdL, schierata in difesa del proprio operato e fautrice di proposte restrittive, su cui probabilmente ha pesato in direzione più radicale la posizione della Lega. Infine, la monade degli Attori istituzionali e sociali, portabandiera dell’integrazione.

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10. Sanità Gli argomenti concernenti il tema Sanità, affrontati durante la scorsa campagna elettorale, si possono dividere in due aree fondamentali:

- quelli con risvolti etici e religiosi; - quelli privi di implicazioni etiche e religiose.

Per quanto riguarda i primi, come rilevato anche per le Unioni di fatto, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale non solo si fanno portavoce di futuri provvedimenti legislativi, ma esprimono anche vere e proprie valutazioni sul perché una determinata proposta dovrebbe essere accolta o meno. Valutazioni che si muovono lungo un continuum, dove ai due estremi si collocano valori prettamente religiosi e valori prettamente laici. Non meraviglia, dunque, che anche su questo tema sia possibile individuare una presenza significativa della Chiesa cattolica tra gli attori protagonisti del dibattito elettorale. La discussione si è concentrata sia su questioni da tempo regolate da norme dello Stato, qual’è il caso dell’aborto; sia su provvedimenti legislativi ancora “giovani”, come la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (da poco ratificata in seguito al fallimento del referendum abrogativo); sia su aspetti non ancora entrati nel nostro ordinamento giuridico, come l’eutanasia e il testamento biologico. Gli altri argomenti affrontati, che possiamo definire “senza implicazioni etiche e religiose”, abbracciano una gamma di tematiche molto difficile da sintetizzare, che vanno dai fondi per la ricerca, alla liberalizzazione dei farmaci, alla riforma della legge 180 sul disagio psichico. Nel complesso dei 182 interventi inerenti la Sanità, il 59% circa interessa questioni che investono direttamente la “vita” e la libertà e/o il confine della ricerca scientifica. In particolare, nel 45% dei casi si affronta il problema della legge sulla procreazione medicalmente assistita, che vede contrapporsi (secondo tre modalità che registrano un numero quasi pari di frequenze) chi si schiera in difesa della legge 40, chi propone di modificarla e chi, al contrario, vorrebbe abrogarla per vararne un’altra d’impostazione diversa, meno restrittiva. Frequenze, queste, a cui possiamo aggiungere anche 4 interventi a favore di una maggiore libertà per la ricerca scientifica. In 26 casi si ritorna sulla questione dell’aborto, con la divisione (anche qui piuttosto equa) tra chi si dichiara favorevole e chi si rivela contrario. Sganciate invece dall’attuale ordinamento legislativo, le proposte di futuri provvedimenti sul tema dell’eutanasia e del testamento biologico. Su questo argomento, 15 volte si manifesta la propria contrarietà all’eutanasia, 9 volte si sostiene una posizione favorevole all’eutanasia e in 5 casi si propone l’introduzione del testamento biologico (nell’analisi, i due concetti di eutanasia e testamento biologico, con le relative proposte/posizioni, sono stati tenuti distinti, benché si sia spesso notato che nei pezzi giornalistici e nel dibattito politico le due espressioni tendevano ad essere utilizzate come sinonimi). All’interno del restante 41% d’interventi sulla Sanità, la parte del leone la fa il problema delle liste d’attesa, con 37 casi, suddivisi tra chi prospetta di abolire le liste d’attesa (posizione nettamente maggioritaria con 31 frequenze) e chi intende modificarne il funzionamento, agevolando i “casi gravi” e/o gli anziani, superando le carenze organizzative e garantendo l’erogazione delle prestazioni mediche non solo a livello ospedaliero, ma anche da parte dei servizi territoriali. Trattato anche il tema dell’incremento dei fondi economici, da destinare in generale al Servizio Sanitario Nazionale (6 casi) o da rivolgere ad usi specifici, quali la ricerca scientifica (4 casi), la

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prevenzione (4 casi) o l’applicazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) a tutti i cittadini e su tutto il territorio nazionale (4 casi), allo scopo di assicurare una sempre maggiore uguaglianza di trattamento sanitario al di là della Regione di residenza. Presenti nel dibattito elettorale, con un eguale numero di frequenze (4 casi ciascuno), anche i temi inerenti la liberalizzazione della vendita dei farmaci, la modifica della legge 180 (sul disagio psichico), la contrarietà alla lottizzazione partitica delle cariche ospedaliere, distribuite come premio ad ex parlamentari, invece che essere assegnate in base alla meritocrazia e alle competenze. Infine, con 8 casi, troviamo una modalità generica definita altri temi, che racchiude tutte quelle opinioni/proposte appena citate o comunque presenti pochissime volte nei quotidiani analizzati (ad esempio l’opposizione alla vendita dei farmaci al supermercato, l’opinione favorevole al riconoscimento giuridico delle medicine non convenzionali, l’assegnazione di “pagelle” alle ASL, ecc.). Nel trattare la tematica sanitaria, come accaduto anche per l’analisi delle Unioni di fatto, è stata operata una disaggregazione delle frequenze relative alla coalizione di centro-sinistra. Una prima analisi delle corrispondenze multiple, operata considerando il totale delle frequenze attribuite all’Unione, ha infatti prodotto risultati poco significativi e di difficile interpretazione. Ciò ha spinto il gruppo di ricerca ad estrarre, dal totale, le frequenze di quei partiti, Rosa nel Pugno e Margherita, che hanno espresso posizioni differenziate in riferimento a questioni di rilevanza etica. Sulla base di considerazioni simili, è stata inoltre operata una disaggregazione delle frequenze relative agli Attori sociali, che ha permesso di evidenziare la posizione sostenuta dalla Chiesa cattolica.

Tab. 11 Numero di interventi concernenti la Sanità per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta CdL 56 Unione (senza RnP e Margherita) 43 Autore (del pezzo giornalistico) 23 Attori sociali 17 Margherita 15 Rosa nel Pugno 15 Chiesa 11 Attori istituzionali & economici 5 Totale46 185

Tab. 12 Numero di interventi concernenti la Sanità per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta La Repubblica 80 Il Corriere della Sera 37 Il Messaggero 23 Il Giornale 17 La Stampa 15 Il Sole 24 ore 10 Totale 182

46 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (185) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (182). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato.

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Osservando la tabella 11, possiamo constatare come quasi il 40% degli interventi sul tema (73 casi) provenga dalla coalizione di centro-sinistra considerata nella sua interezza, a fronte di un 30% riferibile alla CdL. Tra i quotidiani analizzati (tab. 12), spiccano le 80 frequenze registrate da La Repubblica, che da sola copre ben il 44% degli interventi in materia sanitaria. Assai distanziate le restanti testate. L’analisi ACM applicata al tema Sanità ha permesso di estrarre 10 fattori di entità non trascurabile. Poiché i primi due assi fattoriali spiegano solo il 65,00% della varianza totale, per non incorrere in un’eccessiva perdita di informazione, lo studio si è concentrato sull’interpretazione dei primi tre fattori estratti (che insieme spiegano il 76,34% della varianza totale). Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Sanità, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti la Sanità, e alle valutazioni poste a sostegno o contro le diverse proposte emerse. In particolare, sono state considerate 10 variabili attive, con 41 modalità associate, e 3 variabili illustrative, per un complesso di 182 interventi registrati nell’area Sanità.

Tav. 17 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata e percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,0227 48,69 48,69 II 0,0076 16,31 65,00 III 0,0053 11,33 76,34 IV 0,0045 9,71 86,04 V 0,0027 5,72 91,77 VI 0,0017 3,76 95,52 VII 0,0009 1,99 97,51 VIII 0,0008 1,63 99,14 IX 0,0003 0,64 99,78 X 0,0001 0,22 100,00

10.1. Spiegazione degli assi fattoriali Effettuate le elaborazioni statistiche, lo studio si è concentrato sui primi tre fattori estratti, che insieme spiegano il 76,34% dell’inerzia totale.

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Tav. 18 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO CdL 23,7 0,86 +1,39 Abolire liste di attesa 14,7 0,44 +1,47 Messaggero 8,7 0,25 +1,30 Stampa 4,0 0,11 +1,10 Modificare legge 180 3,3 0,09 +1,95 Sole 24 Ore 3,3 0,09 +1,22 Variabili illustrative Evidenzia Tecnica Media +0,25 Approfondimento Basso +0,78

SEMIASSE NEGATIVO Repubblica 7,0 0,31 -0,63 Autore 3,2 0,09 -0,80 Unione (senza RnP e Margherita) 2,6 0,09 -0,53 Abr. legge procreazione assistita 2,5 0,07 -0,90 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Molto Bassa -0,36 È un diritto -0,92

Il primo fattore (che possiamo definire: guasti vs diritti) è determinato, nel semiasse positivo, dalla CdL, dalle proposte di abolire le liste d’attesa e modificare la legge 180 sul disagio psichico e dai quotidiani Il Messaggero, La Stampa e Il Sole 24 Ore. L’impostazione che caratterizza tale semiasse è quella di correggere i “guasti” della Sanità, intervenendo sullo squilibrio tra la domanda e l’offerta di prestazioni sanitarie e potenziando il sostegno alle famiglie in difficoltà, attraverso una modifica della legislazione in materia di salute mentale. Il semiasse negativo è caratterizzato, invece, da La Repubblica e dagli Autori dei pezzi giornalistici (verosimilmente appartenenti a tale testata), dall’Unione e dalla proposta di abrogare la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, allo scopo di varare una nuova disciplina, meno restrittiva, la cui impostazione sia di maggiore libertà sui nodi della fecondazione eterologa, della diagnosi pre-impianto, del congelamento degli embrioni e della ricerca sulle cellule staminali. Il peso significativo che il quotidiano La Repubblica assume nella spiegazione di questo semiasse, rispetto all’Unione, trova una motivazione plausibile nella disaggregazione, operata in fase di analisi, delle frequenze relative alla coalizione di centro-sinistra. L’aver frammentato i casi imputati all’Unione ha, infatti, reso controparte della CdL il quotidiano La Repubblica, che nella scorsa campagna elettorale si è caratterizzato per la maggiore presenza, nelle proprie pagine, di tematiche afferenti alla coalizione di centro-sinistra. Il primo fattore vede, quindi, la contrapposizione politica tra due diversi modi di porsi e intervenire sul settore sanitario: nell’ottica dell’emergenza o della promozione. Nel primo caso si tenta di correggere quelli che vengono considerati i guasti, le disfunzioni del sistema, nel secondo si punta sul cambiamento e l’estensione dei diritti.

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Tav. 19 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Sì Eutanasia 11,3 0,22 +2,07 RnP 10,6 0,22 +1,55 Giornale 9,1 0,19 +1,35 Margherita 4,6 0,09 +1,02 Man. legge procreazione assistita 4,1 0,09 +0,84 No Eutanasia 2,9 0,06 +0,81 Corriere della Sera 2,8 0,07 +0,51 Variabili illustrative Contro principi culturali, etici e religiosi +1,09 Libertà di scelta +0,82 Approfondimento Alto +0,63 Evidenza Tecnica Media +0,24

SEMIASSE NEGATIVO Unione (senza RnP e Margherita) 14,9 0,36 -1,09 Mod. legge procreazione assistita 5,1 0,10 -1,12 Sole 24 Ore 3,5 0,07 -1,09 Aumentare fondi Sanità 3,4 0,07 -1,39 Aumentare fondi LEA 2,7 0,05 -1,52

Il secondo fattore (che possiamo definire: vita vs salute) è determinato, nel semiasse positivo, da posizioni politiche e proposte di futuri provvedimenti legislativi che investono direttamente il tema della “vita”. Questo è il semiasse delle grandi questioni etiche, di cui la Rosa nel Pugno e la Margherita si fanno portavoce e che trovano spazio nelle pagine dei quotidiani Il Giornale e Il Corriere della Sera. La delicatezza del tema affrontato pone a confronto posizioni diverse o addirittura opposte (Sì all’eutanasia e No all’eutanasia), ma fondamentalmente accomunate dal dare rilevanza a questioni di natura etica, che vanno al di là del concetto di “cura” e trovano espressione in posizioni fortemente ideologizzate, come il richiamo alla “vita” spesso comporta (certamente quelle sull’eutanasia, ma anche quella in difesa della legge 40, che investe le questioni più generali della libertà di ricerca scientifica e dei diritti dell’embrione). Se osserviamo le variabili illustrative più probabilmente associate a questo semiasse, tale interpretazioni trova conferma nelle valutazioni poste contro o a sostegno delle diverse posizioni emerse. Valutazioni che riguardano, per un verso, la tutela della libertà di scelta individuale e per l’altro la difesa dei principi culturali, etici e religiosi del nostro Paese. Peraltro, a ribadire la delicatezza del tema, constatiamo l’alto approfondimento e la media evidenzia tecnica assegnata a quei pezzi giornalistici incentrati sulla trattazione della “vita”. Il semiasse negativo ha, invece, a che fare con il concetto di salute, con proposte più incentrate su questioni pratiche, come l’aumento dei fondi economici e la garanzia di equità di trattamento sanitario sul territorio, e con posizioni più moderate (come quella di modificare la legge sulla procreazione medicalmente assistita). Attori di questo semiasse l’Unione, privata delle frequenze relative a RnP e Margherita, e il quotidiano Il Sole 24 Ore. Il secondo fattore vede, quindi, la contrapposizione tra vita e salute. Da una parte si affrontano questioni di rilevanza etica, come sono quelle della vita e dell’eutanasia, con posizioni anche differenziate ma nettamente “schierate”, dall’altra si ragiona sul miglioramento dell’assistenza sanitaria, sul problema dei fondi e dell’equità delle prestazioni, sugli eventuali limiti e le possibili modifiche. Questo fattore segna anche l’articolazione delle posizioni interne alla coalizione di centro-sinistra, che spaziano dalla vita alla salute, ed evidenzia, come già osservato per il tema delle Unioni di fatto, proposte contrastanti, animate rispettivamente da un’etica prettamente cattolica o prevalentemente laica (come risulterà più evidente nell’analisi del successivo asse fattoriale).

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Tav. 20 Terzo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Chiesa 11,5 0,21 +1,81 Man. legge procreazione assistita 9,5 0,19 +1,22 Margherita 5,9 0,11 +1,11 No Eutanasia 4,7 0,09 +0,99 No Aborto 4,1 0,08 +0.93 Variabili illustrative Rispetto vita ad ogni stadio +1,48 Contro principi culturali, etici e religiosi +0,77 È un omicidio +1,51 Evidenzia tecnica Molto Bassa +0,34

SEMIASSE NEGATIVO RnP 23,8 0,45 -2,23 Sì Eutanasia 17,8 0,32 -2,49 Variabili illustrative Libertà di scelta -1,37

Il terzo fattore (che possiamo definire: clericalismo vs liberalismo47) è caratterizzato, nel semiasse positivo, dalla Chiesa cattolica, dalla Margherita e dalle proposte di mantenere invariata la legge sulla procreazione medicalmente assistita e di combattere l’eutanasia e l’aborto. Osservando le valutazioni più probabilmente associate a questo semiasse, possiamo constatare come esse abbiano strettamente a che fare con una concezione della vita fortemente permeata di elementi religiosi. Per cui la difesa dei diritti dell’embrione e l’opposizione all’eutanasia e all’aborto vanno inquadrati nel rispetto della vita ad ogni suo stadio, nell’osservanza dei principi culturali, etici e religiosi del nostro Paese e nel considerare l’interruzione di gravidanza, l’eutanasia e la manipolazione degli embrioni delle forme di omicidio. Il semiasse negativo è determinato, invece, dalla Rosa nel Pugno e dalla proposta di incoraggiare un allineamento dell’Italia alle legislazioni europee più favorevoli all’eutanasia. Tale posizione trova motivazione, più probabilmente, nella volontà di garantire le libertà individuali e il diritto di scelta delle persone. Il terzo fattore esprime, dunque, la contrapposizione tra clericalismo e liberalismo, tra una visione cattolica della vita e una permeata di valori laici e liberali. Tale fattore permette di approfondire quanto emerso dall’analisi del precedente asse fattoriale. Se, infatti, il secondo fattore segna la contrapposizione tra vita e salute, il terzo consente di specificare le diverse posizioni emerse sul tema della vita, con il confronto tra attori, proposte e valutazioni che aprono un dibattito interno alla stessa coalizione di centro-sinistra. 10.2. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 8 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative.

47 Da non confondersi con liberismo. Mentre il liberismo è una dottrina economica, il liberalismo è una teorizzazione politica, che si propone come obiettivo principale la valorizzazione della libertà e dei diritti dell’uomo e del cittadino.

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Grafico 8 Sanità (primo e secondo fattore)

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Il primo fattore vede la contrapposizione politica tra due diversi modi di porsi e intervenire sul settore sanitario: da una parte si tenta di correggere i guasti, le disfunzioni del sistema, dall’altra si punta sul cambiamento e sull’estensione di diritti e libertà. Il secondo fattore segna la contrapposizione tra vita e salute. Per un verso si affrontano questioni di rilevanza etica, per l’altro si ragiona sul miglioramento dell’assistenza sanitaria. Il primo quadrante è determinato dall’incrocio tra una logica d’intervento riparativa nei confronti dei guasti del sistema sanitario e un approccio orientato alle questioni etiche, legate al tema della “vita”. Al suo interno troviamo la sola posizione di contrarietà nei confronti dell’aborto, che non si associa a nessun attore della campagna elettorale, probabilmente in virtù del radicamento della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza nell’ordinamento giuridico italiano e nella coscienza civile. In questo quadrante si collocano due quotidiani, Il Giornale e La Stampa, che appaiono molto distanti tra loro: il primo più orientato a trattare il tema della vita e l’altro i guasti del sistema sanitario. La Stampa, in particolare, risulta prossima alla CdL, che si colloca al confine con il successivo quadrante, strettamente associata alla proposta di abolire le liste d’attesa. Il secondo quadrante, che accompagna ad una logica d’intervento riparativa l’attenzione nei confronti della “salute”, si caratterizza per la presenza, dall’alto verso il basso, delle proposte di abolire le liste d’attesa, aumentare i fondi per la ricerca e la prevenzione, modificare la legge 180 sul disagio psichico. Provvedimenti, questi, che intendono determinare un miglioramento dell’assistenza sanitaria attraverso interventi legislativi e/o economici di aggiustamento del sistema. I quotidiani che insistono su quest’area sono Il Messaggero e Il Sole 24 Ore. Nel terzo quadrante, ottenuto dall’incrocio tra l’approccio mirante al rafforzamento dei diritti e l’attenzione ai temi della salute, si posiziona la maggior parte dei provvedimenti sulla Sanità proposti nella scorsa campagna elettorale. In particolare troviamo, dal basso verso l’alto, l’aumento dei fondi destinati al Sistema Sanitario Nazionale e all’applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza sul territorio, l’intenzione di modificare la legge sulla procreazione medicalmente assistita, la contrarietà nei confronti della lottizzazione partitica delle cariche ospedaliere, l’introduzione del testamento biologico, il favore nei confronti della legge sull’aborto, la categoria generica definita altri temi (cfr. par. 10), la liberalizzazione della vendita dei farmaci e l’intenzione di modificare il regime delle liste d’attesa. Provvedimenti, questi, che insistono su un cambiamento del sistema salute dal punto di vista degli orientamenti, dei principi di fondo. Protagonisti di questo quadrante l’Unione (senza RnP e Margherita), gli Attori istituzionali ed economici e gli Autori dei pezzi giornalisti, che appaiono associati al quotidiano La Repubblica. Il quarto quadrante è quello che possiamo definire dell’etica della vita, al suo interno troviamo i grandi temi di questi anni: l’eutanasia, i diritti dell’embrione, la libertà di ricerca scientifica, la

Vita

Diritti Guasti

Salute

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procreazione medicalmente assistita. Il collante di questo quadrante non è da ricercare nella coerenza delle proposte avanzate: convivono infatti posizioni diametralmente opposte (Si e No all’eutanasia, Mantenere invariata e Abrogare la legge 40 sulla procreazione assistita), quanto piuttosto nel fatto di affrontare tematiche fortemente imperniate nella difesa dei diritti (di vivere e di morire), con posizioni sostanzialmente radicali sul piano laico o cattolico. Non è un caso che in questa porzione del piano trovano spazio la Rosa nel Pugno e la Margherita, la Chiesa cattolica e gli Attori sociali. Significative sono, in proposito, le valutazioni poste contro o a sostegno delle posizioni emerse (che nella nostra ricerca abbiamo considerato come variabili illustrative): da una parte la libertà di scelta, dall’altra il rispetto della vita ad ogni suo stadio e l’equiparazione della manipolazione degli embrioni all’omicidio. Se osserviamo le variabili illustrative più probabilmente associate ai due fattori estratti, possiamo notare come il II e IV quadrante si contrappongano riguardo il diverso livello di approfondimento dei pezzi giornalistici trattanti la Sanità, laddove un alto approfondimento viene riservato ai temi inerenti la vita. Nel grafico 9 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il terzo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione politica tra chi si propone di riparare i guasti del sistema sanitario e chi punta sul cambiamento e sull’estensione di diritti e libertà. Il terzo fattore oppone clericalismo e liberalismo. Mette, quindi, a confronto una visione cattolica della vita e una permeata di valori laici e liberali.

Clericalismo

Diritti Guasti

Liberalismo

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Grafico 9 Sanità (primo e terzo fattore)

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Il primo quadrante incarna una visione clericale dei guasti del sistema sanitario su cui occorre intervenire. Anche in questo caso, come emerso nell’analisi del precedente piano fattoriale, l’opposizione nei confronti dell’aborto, giudicato contrario ai principi culturali, etici e religiosi del nostro Paese, non si associa a nessun attore in particolare, ma è piuttosto specchio di un’impostazione clericale che non trova rispondenza in una concreta azione politica (stante ormai il radicamento della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza). Presenti in questo quadrante anche le proposte di aumentare i fondi per la ricerca e la prevenzione, quest’ultima strettamente associata al quotidiano Il Messaggero in una posizione prossima all’asse delle ascisse, e quindi ad un approccio meno caratterizzato da elementi ideologici e più incentrato sulla riparazione delle disfunzioni. Il secondo quadrante si caratterizza per una visione liberale dei guasti del sistema sanitario. Le priorità vengono individuate nelle proposte di modificare la legge 180 sul disagio psichico e di abolire le liste d’attesa. I quotidiani associati a quest’area sono Il Sole 24 Ore, La Stampa e Il Giornale. A cavallo tra il primo e il secondo quadrante, in una posizione simile a quella rilevata nel precedente piano fattoriale, troviamo la CdL, che appare accostarsi più significativamente ad un’impostazione riparativa delle disfunzioni del sistema sanitario, che non a questioni etiche, quali la contrapposizioni tra vita e salute, clericalismo e liberalismo: temi rispetto ai quali sembra assumere una posizione sostanzialmente mediana (interpretazione, questa, che troverà conferma anche nell’analisi del successivo piano fattoriale). Il terzo quadrante può essere definito di promozione dei diritti in senso liberale. Qui troviamo, partendo dall’alto, l’opposizione alla lottizzazione partitica delle cariche ospedaliere, a favore di una maggiore meritocrazia, l’aumento dei fondi al SSN, la difesa della legge sull’aborto, la liberalizzazione della vendita dei farmaci, la modifica o l’abrogazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita, l’aumento dei fondi per l’applicazione dei LEA, la garanzia di libertà della ricerca scientifica e l’introduzione dell’eutanasia nel nostro ordinamento giuridico. Attori di questo quadrante, da una parte, l’Unione (senza RnP e Margherita) e gli Autori dei pezzi giornalistici, in una posizione più vicina al primo asse fattoriale, che possiamo quindi definire più moderata, e dall’altra la Rosa nel Pugno, fortemente schierata a favore dell’eutanasia e di una visione laica della vita, a sostegno della libertà di scelta. Nel quarto quadrante, che possiamo definire di difesa dei diritti in senso clericale, troviamo all’estremo superiore la Chiesa cattolica, sostenitrice del rispetto della vita ad ogni suo stadio, che fa da contro altare alla RnP del precedente quadrante. Qui si posizionano il sostegno alla legge sulla procreazione medicalmente assistita e la contrarietà all’eutanasia, a cui sembrano associarsi la Margherita e gli Attori istituzionali ed economici. Più spostati sul versante della promozione dei diritti, che non di un approccio clericale alla Sanità, troviamo la proposta di modificare il regime delle liste di attesa, accostata agli Attori sociali, l’introduzione del testamento biologico e gli altri temi di carattere sanitario, nonché i quotidiani La Repubblica e Il Corriere della Sera. Il grafico 10, che individua il piano definito dall’incrocio tra il secondo (in ascissa) e il terzo (in ordinata) fattore (sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative), ci permette di completare il quadro emerso.

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Grafico 10 Sanità (secondo e terzo fattore)

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Il secondo fattore vede la contrapposizione tra vita e salute. Da una parte si affrontano questioni di rilevanza etica, dall’altra si ragiona sul miglioramento dell’assistenza sanitaria. Il terzo fattore esprime la contrapposizione tra clericalismo e liberalismo, tra una visione cattolica della vita e una permeata di valori laici e liberali. In questo terzo piano fattoriale è interessante osservare innanzitutto la posizione della CdL, che, a conferma di quanto già anticipato, si colloca quasi all’origine degli assi cartesiani, ad indicare un profilo medio rispetto alle due (super)variabili vita/salute e clericalismo/liberalismo. Il primo e il secondo quadrante permettono di visualizzare, a colpo d’occhio, la contrapposizione tra valori cattolici e laici nell’affrontare i temi connessi alla vita. Il primo quadrante, d’impostazione cattolica, è dominato ovviamente dalla Chiesa, ma anche dalla Margherita e dagli Attori sociali che si sono espressi sulla Sanità. Qui si trovano tutte quelle posizioni in difesa dell’esistenza ad ogni suo stadio (compreso quello embrionale): il sostegno alla legge sulla procreazione medicalmente assistita, l’opposizione all’eutanasia e la contrarietà all’aborto. Posizioni che trovano motivazione nella volontà di salvaguardare i principi culturali, etici e religiosi del nostro Paese e nel rifiutare pratiche (la manipolazione degli embrioni, l’eutanasia e l’interruzione di gravidanza) ritenute equiparabili a dei veri e propri omicidi. In questo quadrante trovano conferma le ipotesi avanzate, nell’analisi dei precedenti piani fattoriale, sul tema dell’aborto: tale argomento viene ri-proposto nella scorsa campagna elettorale più per sottolineare un’impostazione cattolica di tutela della vita, che non come oggetto esplicito dell’intervento legislativo. Nel secondo quadrante si delinea, invece, la posizione liberale e laica in difesa della libertà di scelta. Protagonista politica è la Rosa nel Pugno, con la sua battaglia per l’introduzione dell’eutanasia nell’ordinamento giuridico italiano, in linea con altri Paesi europei. Da notare l’accostamento, rilevabili anche nei precedenti piani fattoriali, tra l’abrogazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita e la libertà di ricerca scientifica, legata soprattutto alle cellule staminali; aspetti che appaiono più associati al quotidiano La Stampa. Come evidenziato anche nel grafico 8, Il Giornale si qualifica come la testata più inclina a trattare il tema della vita. Infine, il terzo e quarto quadrante si caratterizzano per il diverso orientamento, clericale o liberale, nell’affrontare la questione “salute”. Tuttavia, la concentrazione delle modalità/variabili analizzate in prossimità del secondo asse fattore (in ascissa) suggerisce una loro minore associazioni con il dibattito cattolico - laico e un legame più marcato con i temi della salute e dell’assistenza sanitaria.

Clericalismo

Salute Vita

Liberalismo

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11. Politiche abitative Con l’espressione Politiche abitative si è inteso, in questa ricerca, tutte quelle proposte presentate nella scorsa campagna elettorale di azione politica diretta sul problema della casa, volte ad incidere sul mercato edilizio, sull’acquisto e/o affitto degli immobili, piuttosto che incentrate su generiche leve di natura fiscale48. Le proposte avanzate riguardano sostanzialmente due grandi aree: l’edilizia pubblica e il sostegno economico all’acquisto o all’affitto. Per quanto riguarda la prima area, da una parte si colloca il Piano Casa (5 casi) elaborato dalla CdL, con la previsione di vendere le abitazioni di proprietà pubblica agli inquilini (15 casi), e dall’altra si posiziona la proposta dell’Unione a favore di un aumento dell’edilizia pubblica (22 casi). Sul versante del sostegno economico, troviamo la logica del Bonus Casa (13 casi), per sostenere l’acquisto, l’affitto o il pagamento del mutuo, e le agevolazioni agli affittuari (19 casi) o alle giovani coppie (10 casi). Sempre in quest’ambito, possiamo collocare anche la proposta d’intervenire sul mercato abitativo per calmierare il costo degli affitti (8 casi). Annoveriamo, infine, la tesi associata alla coalizione di centro-sinistra di rivedere gli estimi catastali (9 casi), per aggiornare le stime degli immobili e renderle rispondenti ai reali valori di mercato. Gli attori presenti sul tema sono prevalentemente attori politici. Se osserviamo la tabella 13 possiamo, infatti, constatare il presidio dell’argomento da parte delle due coalizioni, con un numero pressoché pari di frequenze. Al contrario, si rivelano scarsi gli interventi dei soggetti istituzionali ed economici (che sono stati aggregati stante l’esiguità delle frequenze rilevate), quali singoli Sindaci, Anci e Confedilizia.

Tab. 13 Numero di interventi concernenti le Politiche abitative per singoli attori coinvolti Attore Frequenza assoluta CdL 51 Unione 49 Attori istituzionali & economici 5 Totale49 105

Passando ad analizzare la tabella 14, possiamo notare il primato del quotidiano Il Messaggero, che da solo copre circa il 40% degli interventi sul tema. Il Sole 24 Ore, pur posizionandosi al secondo posto in termini di presenze registrate, totalizza la metà degli interventi de Il Messaggero. A poco distanza troviamo La Repubblica. Mentre minoritaria la presenza delle altre testate.

48 Nell’analisi relativa alle Politiche abitative non sono state considerate le tesi inerenti la riduzione dell’ICI. Tali proposte, ritenute di fiscalità generale, sono state infatti rilevate in riferimento al tema Politica fiscale, e non sono quindi rientrate nel conteggio del tema Welfare (sottotema Politiche abitative). 49 Il numero totale di interventi attribuiti ai diversi attori coinvolti (105) non coincide con il numero totale di interventi apparsi nei quotidiani analizzati (101). Ciò perché, in ciascun pezzo giornalistico, potevano essere espresse contemporaneamente più posizioni o punti di vista sul tema affrontato.

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Tab. 14 Numero di interventi concernenti le Politiche abitative per singoli quotidiani analizzati Testata Frequenza assoluta Il Messaggero 40 Il Sole 24 ore 20 La Repubblica 17 La Stampa 11 Il Corriere della Sera 8 Il Giornale 5 Totale 101

L’analisi ACM applicata al tema Politiche abitative ha permesso di estrarre 7 fattori di entità non trascurabile, dei quali il primo spiega da solo ben l’80,83% della varianza totale. Lo studio si è concentrato sull’interpretazione dei primi due assi fattoriali, che permettono di semplificare l’analisi dei dati con una perdita d’informazione minima, poiché essi spiegano insieme il 90,30% della varianza totale. Le variabili attive impiegate nell’elaborazione statistica concernono i quotidiani analizzati, le proposte politiche avanzante nell’area Politiche abitative, gli attori coinvolti nel dibattito elettorale sul tema. Le variabili illustrative si riferiscono agli indici di evidenzia tecnica e di approfondimento che caratterizzano i pezzi giornalistici trattanti le Politiche abitative. In particolare, sono state considerate 5 variabili attive, con 20 modalità associate, e 2 variabili illustrative, per un complesso di 101 interventi registrati nell’area Politiche abitative.

Tav. 21 Numero fattori estratti, autovalori rivalutati, percentuale di varianza spiegata e percentuale cumulata di varianza spiegata

Numero fattori Autovalore % di varianza spiegata % di varianza cumulata I 0,5081 80,83 80,83 II 0,3055 9,48 90,30 III 0,2839 5,99 96,30 IV 0,2576 2,82 99,12 V 0,2292 0,73 99,85 VI 0,2107 0,10 99,94 VII 0,2081 0,06 100,00

11.1. Spiegazione degli assi fattoriali Effettuate le elaborazioni statistiche, lo studio si è concentrato sui primi due fattori estratti, che insieme spiegano il 90,30% dell’inerzia totale.

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Tav. 22 Primo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO CdL 15,9 0,82 +0,89 Vendita Ed.Pub. a inquilini 8,1 0,24 +1,17 Bonus Casa 3,6 0,10 +0,84 Variabili illustrative Evidenzia Tecnica Bassa +0,38

SEMIASSE NEGATIVO Unione 16,5 0,82 -0,93 Rev. Estimi Catastali 4,0 0,11 -1,07 Calmierare affitti 3,5 0,10 -1,06

Il primo fattore (che possiamo definire: privatizzazione vs redistribuzione) segna la contrapposizione politica tra le due coalizioni e il loro diverso modo di affrontare il tema delle Politiche abitative. Da una parte, nel semiasse negativo, abbiamo la CdL che si pone in un ottica di privatizzazione e di intervento dello Stato di tipo riparativo, proponendo il riscatto delle abitazioni di proprietà pubblica da parte degli inquilini e la conseguente concessione di “bonus” per l’acquisto, l’affitto o il mutuo sulla casa. Dall’altra, nel semiasse negativo, l’Unione si fa promotrice di una proposta di redistribuzione delle risorse, suggerendo di aggiornare gli estimi catastali e di agire per calmierare gli affitti, così da evitare l’aumento indiscriminato dei prezzi. Il primo fattore vede, quindi, la contrapposizione politica fra centro-destra e centro-sinistra ed è caratterizzato dal diverso modo di concepire l’intervento pubblico sul “mercato abitativo”.

Tav. 23 Secondo fattore: contributi assoluti, contributi relativi e coordinate fattoriali delle modalità-variabili attive e illustrative

Modalità Contributi assoluti Contributi relativi Coordinate fattoriali

SEMIASSE POSITIVO Attori istituzionali & economici 27,2 0,44 +2,89 Corriere 18,2 0,30 +1,87 Repubblica 12,0 0,22 +1,04 Bonus Casa 13,0 0,23 +1,24 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Alta +0,79

SEMIASSE NEGATIVO Agevolazioni Affittuari 10,4 0,20 -0,92 Messaggero 5,9 0,15 -0,48 Variabili illustrative Evidenza Tecnica Molto Bassa -0,46 Approfondimento Media -0,39

Il secondo fattore (che possiamo definire: casa vs affitto) è determinato, nel semiasse positivo, dagli Attori istituzionali ed economici, da due quotidiani, Il Corriere della Sera e La Repubblica, e dal cosiddetto Bonus Casa per sostenere l’acquisto, l’affitto o il pagamento del mutuo. Il semiasse negativo è determinato, invece, dalla proposta d’introdurre agevolazioni per gli affittuari e dal quotidiano Il Messaggero.

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Il secondo fattore mette, dunque, in contrapposizione una visione globale delle Politiche abitative, volta a risolvere il problema della casa, con una visione più settoriale, concentrata su una singola fascia di popolazione. Nel primo caso oggetto e destinatari degli interventi sono tutti i cittadini, come suggeriscono sia la proposta del Bonus Casa, rivolto tanto all’affitto quanto all’acquisto, sia la forte presenza degli Attori istituzionali ed economici, quali i singoli Sindaci, l’Anci, ma anche la Confedilizia. Nel secondo caso il target è ben identificato negli affittuari e si caratterizza per un taglio popolare, orientato alle fasce tendenzialmente più deboli della popolazione. Se osserviamo le variabili illustrative più significativamente associate a questo secondo asse fattoriale, possiamo notare il diverso grado di visibilità che contraddistingue i due semiassi, mentre il tema della casa risulta molto evidenziato nelle pagine dei quotidiani, al contrario all’affitto viene riservata un’evidenzia tecnica medio-bassa. 11.2. Analisi dei piani fattoriali Nel grafico 11 possiamo osservare il piano definito dall’incrocio tra il primo (in ascissa) e il secondo (in ordinata) fattore, sul quale sono proiettate le diverse modalità delle variabili attive e illustrative. Il primo fattore vede la contrapposizione dei due schieramenti politici (CdL e Unione) e del loro diverso modo di concepire l’intervento pubblico sul mercato abitativo. Il secondo fattore mette a confronto una visione globale del problema della casa, con una logica di tutela più settoriale, rivolta alle fasce tendenzialmente più deboli della popolazione.

Casa

Redistribuzione Privatizzazione

Affitto

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Grafico 11 Politiche abitative (primo e secondo fattore)

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Dal grafico emerge chiaramente la contrapposizione politica, tra CdL e Unione, nell’affrontare il problema generale della casa e quello particolare dell’affitto, in un’ottica di privatizzazione e di limitato intervento dello Stato (I e II quadrante) ovvero di redistribuzione delle risorse e di regolazione pubblica del mercato abitativo (III e IV quadrante). Sia lo schieramento di centro-destra che quello di centro-sinistra si collocano sui quadranti inferiori del piano (II e III), nel versante dell’affitto, forse a significare l’urgenza del tema e la necessità di una conseguente azione di governo, sia pure da prospettive politiche diverse. In entrambi i casi, la posizione delle due coalizione risulta, tuttavia, prossima all’asse delle ascisse, a sottolineare l’assunzione di posizioni che non si limitano al problema degli affitti, ma lo trascendo, per impostare una più articolata politica abitativa. Le soluzioni avanzate appaiono fortemente contrapposte, se non per le agevolazioni alle giovani coppie: proposta che, pur posizionata sul versante della CdL, appare accostarsi all’origine degli assi, ad indicare un profilo sostanzialmente medio. Nel primo e secondo quadrante, caratterizzati da un’ottica di privatizzazione e di limitato intervento dello Stato nell’affrontare i problemi della casa (I quadrante) e dell’affitto (II quadrante), troviamo le proposte politiche afferenti alla coalizione di centro-destra, relative alla realizzazione di un Piano Casa incentrato sul riscatto delle abitazioni di proprietà pubblica da parte degli inquilini e la conseguente concessione di “bonus” per l’acquisto, l’affitto o il mutuo sulla casa. I quotidiani che risultano più associati a questa impostazione sono Il Corriere della Sera (sul versante della casa) e Il Messaggero e La Stampa (sul versante dell’affitto). Il terzo e quarto quadrante si caratterizzano, invece, per un’impostazione redistributiva e di regolazione pubblica del mercato dell’affitto (III quadrante) e della casa (IV quadrante). In questa porzione del piano si colloca l’Unione, che si fa promotrice di una proposta d’incremento dell’edilizia pubblica, finalizzata ad aumentare l’offerta di alloggi a canone accessibile, e che, al contempo, suggerisce di aggiornare gli estimi catastali e agire per calmierare gli affitti, così da evitare l’aumento indiscriminato dei prezzi. Osservando il grafico, possiamo notare come il problema degli affitti venga affrontato in entrambi i quadranti (ossia anche in quello della casa). Tuttavia, mentre nel terzo quadrante si propongono agevolazioni rivolte ad una certa fascia di popolazione, nel quarto la calmierazione degli affitti rientra in una politica più generale d’intervento pubblico sul mercato e di redistribuzione complessiva delle risorse intorno al problema della casa (come suggerisce anche la posizione favorevole ad una revisione degli estimi catastali). I quotidiani che risultano più associati a queste posizioni sono Il Sole 24 Ore e Il Giornale (sul versante dell’affitto) e La Repubblica (sul versante della casa). Singolare la posizione degli Attori istituzionali ed economici (IV quadrante) che guardano al problema della casa secondo un’ottica redistributiva e di regolazione pubblica, ma risultano molto distanti dalle varie proposte emerse, forse in ragione della contrapposizione interna tra le diverse componenti. Dall’analisi emerge, dunque, come il confronto politico sul tema delle Politiche abitative si esplichi nei termini di una minore o maggiore presenza/azione dello Stato. Per cui nell’affrontare il tema della casa si propone, da una parte, la logica dei bonus (I quadrante), rivolti ad acquirenti e affittuari, e dall’altra una politica di regolazione pubblica del mercato (IV quadrante), con le proposte di revisione degli estimi catastali, secondo criteri di maggiore equità, calmierazione degli affitti e incremento dell’edilizia pubblica, in una visione redistributiva. Allo stesso modo, nel campo degli affitti vediamo contrapporsi un’ottica di privatizzazione, con la vendita degli edifici pubblici agli inquilini (II quadrante), ad una politica di agevolazioni e sostegno agli affittuari (III quadrante).

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APPENDICE

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12. Nota metodologica La presente ricerca ha come oggetto d’indagine un corpus costituito da 3280 pezzi giornalistici e dalle rispettive titolazioni. Il criterio di selezione adottato ha previsto, oltre al campionamento dei quotidiani, anche quello delle unità di analisi, con la scelta dei soli pezzi che trattassero di campagna elettorale, pubblicati nell’arco temporale di riferimento (dal 9 febbraio all’8 aprile 2006). Il periodo di rilevazione individuato, coincidente con i due mesi precedenti le scorse elezioni politiche, ha avuto inizio il 9 febbraio 2006, quando “ufficialmente” nei media si è entrati in campagna elettorale, attraverso la regolamentazione garantita dalla legge sulla par condicio. Esso è stato suddiviso in 8 settimane: la prima comprendente i giorni dal 9 al 16 febbraio, la seconda dal 17 al 23 febbraio, la terza dal 24 febbraio al 2 marzo, la quarta dal 3 al 9 marzo, la quinta dal 10 al 16 marzo, la sesta dal 17 al 23 marzo, la settima dal 24 al 30 marzo, l’ottava e ultima dal 31 marzo all’8 aprile. Per la selezione dei quotidiani da sottoporre ad analisi, sono stati utilizzati due criteri fondamentali:

- la diffusione media: superiore alle 200.000 copie; - la copertura territoriale: nazionale. Sulla base dei dati riportati dall’ADS (Accertamento Diffusione Stampa), hanno superato questa fase di selezione, con l’esclusione dei soli quotidiani di contenuto sportivo, le seguenti testate:

TESTATE A COPERTURA NAZIONALE DIFFUSIONE MEDIA IL CORRIERE DELLA SERA 674.172 LA REPUBBLICA 621.338 IL SOLE 24 ORE 348.009 LA STAMPA 326.429 IL MESSAGGERO 237.019 IL GIORNALE 205.868

Gli strumenti utilizzati per l’indagine sono:

- l’analisi del contenuto come inchiesta; - l’analisi delle titolazioni.

Tali tecniche, considerate come complementari, appartengono entrambe alle procedure di analisi del contenuto50.

50 Contrariamente all’analisi del discorso incentrata su come (modalità di produzione del discorso, tipologia discorsiva) e su chi è presente (Balasco S., 1999).�

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12.1. Analisi del contenuto come inchiesta L’analisi del contenuto come inchiesta è da annoverare tra le tecniche di ricerca tradizionali. Definendo in anticipo gli elementi da rinvenire e quantificare nel testo, essa consente […] la produzione di una matrice di dati su cui applicare le procedure di analisi tradizionali […] (Della Ratta F., 2000, p. 119). Al suo interno, il ruolo del rilevatore, che individua le unità di analisi e stabilisce i criteri di categorizzazione, risulta prevalente. L’importanza di tale tecnica risiede nel fatto che essa prende in considerazione, oltre l’elemento linguistico, anche quello extra-linguistico del testo. Con essa, infatti, non si scompone il contenuto in unità semplici, ma lo si prende in esame nella sua globalità. Il richiamo ad una interpretazione, secondo criteri standardizzati, del significato globale delle unità di analisi comporta […] il riferimento alla dimensione del “senso”, del significato latente della comunicazione nel suo complesso […] (Cannavò, 1983, p. 218). Questo tipo di tecnica può essere definito come una […] analisi interpretativa in senso più diretto […] (Losito G., 1996, p. 29). Utilizzandola, vi è la consapevolezza di […] pervenire ad una interpretazione corretta, tra le molte possibili, del messaggio, ove per interpretazione corretta è da intendersi un’interpretazione basata su una serie di operazioni di ricerca esplicitate, logicamente congruenti, empiricamente fondate, traducibili in procedure di rilevazione e di elaborazione dei dati […] (ibidem. Corsivo no nel testo). Come si può notare, in questo tipo di analisi, l’accento è posto sulla componente interpretativa, che è tipica della ricerca qualitativa, ma lo strumento di rilevazione (Scheda di rilevazione) è uniforme per tutti i casi, tipico della ricerca quantitativa, poiché l’obiettivo finale è, comunque, la costruzione di una matrice di dati: […] una matrice rettangolare di numeri dove per tutti i casi sono codificate le stesse informazioni […] (Corbetta P., 1999, p. 62). Con questo metodo, s’intende superare il problema relativo al tipo di approccio da utilizzare. Per molto tempo ha prevalso l’idea che un testo dovesse essere analizzato o in maniera qualitativa, “interpretandolo” nella sua globalità e dal punto di vista dei suoi “significati”, o in modo quantitativo, suddividendolo in elementi omogenei da mettere poi in relazione fra di loro (Corbetta P., 1999). L’analisi del contenuto come inchiesta, praticata nella presente indagine, assorbe in sé entrambi gli approcci, ossia da una parte interpreta il pezzo giornalistico nella sua totalità, dall’altra lo scompone in elementi, in dati standardizzati, tali da poter essere fra loro confrontati. Come afferma la Agnoli (1994), la concezione dicotomica tra metodi quantitativi e qualitativi ha dominato a lungo l’ambito del pensiero europeo, mentre è stata

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[…] ampiamente superata dai sociologi americani, intesi a mantenere una tensione creativa fra questi [metodi] che sono concepiti come <<modi reciproci di conoscenza>> […] Legittimare la distinzione tra qualitativo e quantitativo meramente sul piano delle tecniche […] rende la contrapposizione fra qualità e quantità sostanzialmente irrilevante sul piano del metodo scientifico e peraltro l’integrarsi fra i due tipi di analisi nella concreta pratica della ricerca si fa <<epistemologicamente inevitabile>> (pp. 176-177. Corsivo nel testo). 12.1.1. Scheda di rilevazione e software statistico Gli strumenti per l’analisi del contenuto come inchiesta utilizzati nella presente ricerca consistono in una scheda di rilevazione opportunamente costruita per gli scopi dell’indagine e nell’elaborazione statistica dei dati attraverso l’utilizzo di due software statistici: SPSS versione 12 e SPAD versione 5. Il primo passo nel percorso di ricerca adottato è stato quello di costruire, in base alla ricognizione sui testi e all’individuazione delle aree problematiche, lo strumento di analisi. Tale strumento consiste in una scheda di rilevazione. […] analoga a un questionario standardizzato, mediante la quale si registrano quelle caratteristiche presenti all’interno di ciascuna unità di analisi giudicate rilevanti ai fini dell’indagine […] (Ciampi L., 1995, p. 286). Le unità di analisi sono costituite da tutti i pezzi giornalistici che hanno trattato di campagna elettorale (per un totale di 3280 pezzi) nei due mesi precedenti le scorse elezioni nazionali (dal 9 febbraio all’8 aprile 2006). Per selezionare i pezzi entranti nel campione, si è stabilito, come indicazione generale, che almeno un terzo dovesse trattare esplicitamente della campagna elettorale. Un pezzo che terminasse con una frase del tipo: “tutto ciò influenzerà la campagna elettorale” non è stato considerato come unità di analisi. Al contrario, una frase similare posta all’inizio del pezzo è stata considerata come guida alla lettura offerta dai quotidiani al lettore, facendo sì che il pezzo stesso entrasse a far parte del campione. Non solo, qualsiasi tema politico trattato nelle unità di analisi selezionate è stato rilevato anche se solamente accennato. Ad esempio, se in un pezzo si affermava: “il nostro programma di governo si incentrerà sulle questioni dell’immigrazione, del lavoro per i giovani, delle pensioni…”, i sottotemi (relativi all’area Welfare) immigrazione, lavoro per i giovani e pensioni sono stati segnalati nella rilevazione, nonostante poi il pezzo non scendesse nel dettaglio delle misure previste. Ciò ha permesso di correlare i vari temi e sottotemi affrontati con il livello di approfondimento dei pezzi giornalistici. La costruzione definitiva dello strumento di rilevazione è stata realizzata solo dopo uno studio esplorativo dei quotidiani analizzati. Il questionario elaborato è stato collaudato tramite pre-test, attraverso la somministrazione a 10 casi per ogni quotidiano scelto, selezionati con un’estrazione casuale semplice. I dati raccolti attraverso la rilevazione sono stati successivamente elaborati grazie ai software statistici SPSS e SPAD.

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12.1.2. Costruzione della scheda di rilevazione Il problema oggetto d’indagine è stato scomposto in quattro aree problematiche e, per ciascuna di esse, sono stati messi a punto concetti significativi da operazionalizzare ai fini dell’osservazione empirica. La prima area, “Caratteristiche morfologiche delle unità di analisi” (da dom. 5 a dom. 12), individua tutte le caratteristiche fisico/strutturali dei pezzi in esame. L’intento principale è di analizzare il tipo di risalto dato dai media all’argomento oggetto di studio, nonché di evidenziare le eventuali differenze tra le testate considerate. In tale area figurano gli items canonici, quali la pagina in cui è collocato il pezzo, il tipo di pezzo analizzato, la posizione nella pagina, il numero di colonne a stampa del titolo, il tipo di titolazione, la presenza nel titolo di altri elementi (come ad esempio il sottotitolo o l’occhiello), l’esistenza di illustrazioni. Con la seconda area, “Modalità della copertura informativa e funzioni comunicative delle unità di analisi” (da dom. 13 a dom. 18), si fa riferimento ad una valutazione critica degli stili e i metodi di comunicazione massmediale. Per la traduzione operativa di questa area, sono stati individuati i seguenti indicatori: […] - tendenza all’uso di un linguaggio che privilegia la dimensione emotiva piuttosto che quella razionale;

- superficialità nella verifica delle fonti a favore di un messaggio a effetto;

- carenza di funzione critica; (Censis, 2003). La terza area, definita “Copertura informativa” (dom. 19), attiene strettamente al campo della politica, più specificatamente al ruolo che i mass-media hanno nel sottoporre ad attenzione i temi politici trattati durante la campagna elettorale. L’annuncio di un provvedimento non è sufficiente perché l’opinione pubblica se ne interessi: la classe politica, nel proporre una nuova legge o nuove direzioni politiche, deve elaborare una serie di strategie per farle accogliere e conoscere dalla società. La comunicazione attraverso i media è uno dei percorsi utilizzati. Infine, la quarta e ultima area, definita “Rappresentazione del Welfare”, la più complessa ed articolata, si compone, a sua volta, di quattro sotto-aree:

1. Attori e realtà presenti nel pezzo giornalistico (dom. 20);

2. Concezione del Welfare prevalente (da dom. 21 a dom. 31);

3. Gruppi di popolazione a cui il pezzo giornalistico si riferisce (dom. 32);

4. Trattazione delle sottotematiche del Welfare (da dom. 33 a 37). La prima sotto-area è essenziale nell’individuare gli attori che con maggior frequenza compaiono nei messaggi concernenti il Welfare. Con la seconda sotto-area si vuole analizzare il tipo di concezione che i quotidiani diffondono del Welfare, ben sapendo che le rappresentazioni dei fenomeni sociali offerte dai media vengono usate dagli individui come risorse per indirizzarsi, comprendere, capire, allinearsi e adeguarsi durante le proprie interazioni quotidiane.

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La terza sotto-area ha l’obiettivo di evidenziare i soggetti destinatari delle politiche e dei programmi elettorali. Infine, la quarta sotto-area permette di rilevare quali sottodimensioni della tematica Welfare sono state comunicate in modo prevalente nei quotidiani analizzati, quali proposte politiche sono state elaborate e quali attori le hanno espresse. 12.2. Analisi statistica testuale Il secondo strumento utilizzato nel presente lavoro di ricerca consiste nell’analisi statistica testuale, dove l’unità di studio è costituita dalle parole chiave. Tale tecnica non contempla la necessità […] di griglie predefinite e si basa su procedure relativamente automatizzabili per il riconoscimento delle unità di analisi […] (Della Ratta F., 2000, p. 119). Attraverso di essa è possibile osservare, esplorare e interrogare in modo sistematico, e talvolta semi-automatico, corpora testuali. Questo tipo di tecnica offre, quindi, il vantaggio di […] poter analizzare in tempi relativamente brevi una grossa mole di dati […] (ibidem). Essa può essere annoverata, secondo il criterio esposto da Corbetta, tra le procedure quantitative, poiché esamina le frequenze di determinate parole chiave partendo dall’assunto che […] la frequenza di una determinata parola o simbolo-chiave è un indicatore dell’interesse del testo o dei testi analizzati nei confronti di ciò che la parola o il simbolo-chiave designa […] (Losito G., 1996, p. 43). Tuttavia, fermarsi ad elencare solo le occorrenze delle parole chiave risulta molto riduttivo, bisogna in ogni caso attribuire ad esse un significato, interpretarle contestualizzandole. Ciò non significa che quello che viene attribuito, di volta in volta, alla parola chiave sia l’unico significato possibile, infatti […] la realtà sociale è fatta di numerosi universi di significato più o meno distinti, ognuno dei quali richiede specifici chiarimenti. E anche il <<pubblico>> si scinde in <<comunità interpretative>>, ognuna con la sua capacità esclusiva di attribuire significati […] (McQuail D., 1996, p. 258). Quindi, anche con l’utilizzo di questa seconda tecnica di ricerca, approccio quantitativo e qualitativo si integrano e divengono insieme indispensabili per analizzare il problema in questione.

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12.2.1. Analisi delle titolazioni Come già accennato in riferimento alla costruzione della scheda di rilevazione, specifiche domande sono state elaborate per ottenere alcune informazioni inerenti le titolazioni dei pezzi giornalistici selezionali, allo scopo di individuare lo spazio ad esse dedicato dai quotidiani (dom. 7), la loro composizione (dom. 8) e la funzione comunicativa assolta (dom. 9). In questo modo, si intendeva […] identificare l’orientamento caratterizzante la comunicazione sulla base della sua maggiore o minore valenza emotiva […] (Campelli, 1983, p. 177). Come sottolinea Campelli (1983), il titolo è […] lo stile del quotidiano, simbolo-chiave della notizia […] Costruito per concentrare la massima efficacia nel minimo spazio, il titolo informa, influenza, seleziona, suggestiona, cerca, inventa il proprio lettore […] (p. 173. Corsivo nel testo). È per questo che si è ipotizzata una sua relativa autonomia e, conseguentemente, si è scelto di dedicarvi un’analisi specifica e più approfondita. Sappiamo che le titolazioni raramente sono scritte dai singoli giornalisti autori del pezzo, ma anzi sono più spesso ispirate o stabilite […] direttamente dalla direzione del giornale o da altri responsabili […] (ibidem, p. 174). La titolazione rappresenta il micro-clima del quotidiano, in quanto è ritagliata […] a misura della linea politico-culturale della direzione e della proprietà […] (ibidem). Inoltre, l’importanza della titolazione risiede nel fatto che essa fa prettamente riferimento alle informazioni più centrali di una testata, che orientano la comprensione e l’immagazzinamento nella memoria del lettore dei pezzi giornalistici. Infatti, mentre i testi vengono letti una sola volta, o per nulla, i titoli vengono visti e rivisti più volte, ricevendo maggiore attenzione. Essi vengono […] osservati, e quindi riletti, almeno in parte tutte le volte che viene esaminata la stessa pagina […] (Braga G., 1981, p. 158). Accanto all’elemento della visibilità, l’indagine si è soffermati anche sul linguaggio adottato nelle titolazioni, in considerazione del fatto che la forza del lessico utilizzato non dipenda da qualche virtù intrinseca delle parole, ma […] dai bisogni e dalle emozioni degli uomini. La cultura modella le parole e i loro significati in maniera logica e sottile, e gli uomini reagiscono agli stimoli verbali […] (Edelman M., 1987, p. 182). Come afferma Edelman, il fattore determinante non è la parola in sé, ma il fatto che il linguaggio può astrarre dalla realtà, sacralizzare le cose, e una parola può accrescere la sua incidenza emotiva nelle situazioni di gruppo. La convinzione è, quindi, che le scelte lessicali influiscano sulla comprensione e memorizzazione dei messaggi.

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12.2.2. Il campione di titoli La presente ricerca di analisi testuale ha come oggetto un corpus di 3280 testi, costituito dai titoli corrispondenti all’intera popolazione di pezzi giornalisti trattanti di campagna elettorale selezionati nell’indagine. Come unità di analisi si è scelto di prendere in esame solamente i titoli veri e propri, considerati in sé, tralasciando gli altri elementi della titolazione (sottotitolo, occhiello e catenaccio). Tale scelta trova motivazione nel fatto che i soli titoli costituiscono già un cospicuo universo di analisi, sufficientemente ampio da trarne dati quantitativamente significativi. In aggiunta a ciò, una considerazione prettamente qualitativa ha suggerito che, essendo il titolo impaginato con un lettering più grande, esso è in grado di imporsi maggiormente all’attenzione del lettore e di risultare, quindi, più significativo degli altri elementi che lo accompagnano (sull’importanza della titolazione cfr. Papuzzi). Nell’indagine, è stato utilizzato il software di analisi testuale lexico, creato dall’Università degli studi di Parigi “La Sorbona” (www.lexico.com). Dopo essere stati raccolti e trascritti su un apposito foglio elettronico (in formato .txt), i testi sono stati “preparati” per l’analisi e resi leggibili dal software. Pur intervenendo sul corpus con parsimonia (per conservare quello che viene definito “ecosistema” dei significati nei testi) è stato, infatti, necessario effettuare alcune operazioni preliminari per evitare la dispersione delle informazioni. A tal fine:

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Una volta normalizzato il testo, è stato possibile avere una prima idea delle sue dimensioni e consultare il vocabolario delle forme in esso contenute. Esistono due tipi di vocabolari: […] quello ordinato per frequenze decrescenti e quello ordinato per ordine alfabetico […] (ibidem). Il vocabolario da noi utilizzato è stato il primo, in quanto ritenuto utile per individuare le parole significative più ricorrenti nel testo, così da operare una prima valutazione del suo contenuto. Ciò ha permesso di elaborare una serie di riflessioni iniziali circa le tematiche che, durante la scorsa campagna elettorale, sono state maggiormente evidenziate. Come spiega Della Ratta, per descrivere il contenuto è molto utile individuare le parole tema, cioè quelle parole piene di significato che compaiono con frequenza molto alta nel testo e che ne costituiscono l’ossatura principale (2002, cap. 2). Appare, tuttavia, doveroso specificare che la ricerca non è stata concepita come prettamente esplorativa, ossia volta ad approcciare ad un testo in maniera conoscitiva per scoprire cosa esso contenga o comunichi. Il progetto di ricerca partiva, infatti, da alcune premesse teoriche che

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delineavano un chiaro iter conoscitivo e formulava dei precisi interrogativi: gli scopi dell’analisi delle titolazione erano di rilevare sia la presenza che le caratteristiche delle tematiche politiche inerenti il Welfare. A tal fine, dopo aver analizzato le frequenze ottenute, si è proceduto ad un secondo livello di studio: l’analisi delle concordanze, che ha permesso di osservare il contesto locale51 dove un termine, scelto come polo, si presentava di volta in volta. Avere tutti i testi in cui compare la parola da analizzare in unico campo visivo consente di individuare appunto quelle “concordanze” tra frammenti diversi che contribuiscono a definire i significati più profondi, spesso nascosti, della parola esaminata, ossia le dimensioni semantiche che sottendono ai diversi modi di leggere i contenuti di un testo.

51 Con il termine contesto locale si indica […] un determinato insieme di parole adiacenti ad un termine prefissato, che funge da polo […] (Balasco, 1999, p. 184).�

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