La Casana n.4, 2012

4

description

A. Orlando, Ansaldo che sorpresa! Affreschi inediti del Seicento in una casa del centro storico a Genova, in “La Casana”, n. 4, ottobre-dicembre 2012, pp. 31-33

Transcript of La Casana n.4, 2012

CASANA 30-33:Layout 1 13-02-2013 3:58 Pagina 30

Arte e Cultura

Non sarà molto diverso per Margherita Priarone, autricedi un corposo catalogo ragionato dell’opera del pittore ge-novese Andrea Ansaldo (1584-1638)1, che a un anno divita si rivela suscettibile di aggiunte. Perché, come noto,essere esaustivi per gli studiosi che si accingono a una mo-nografia artistica è niente più che un miraggio. Sappiamodi opere segnalate successivamente alla studiosa2, e lo stes-so ritrovamento di cui si dà conto in queste pagine3 ci pa-re aggiunga un capitolo di non poco rilievo all’attività di fre-scante del pittore. A questo aspetto è dedicata una partecospicua nel volume della Priarone4, in considerazione delfatto che oltre alle opere su tela, il suo lascito nel panora-ma artistico locale molto si deve proprio all’affresco. Nonsi dimentichi, peraltro, come lo ricorda il suo primo bio-grafo, Raffaele Soprani, che ne elogia la statura di “pitto-re e prospettico raro”5.Spinto dal proprio genio alla professione della pittura, co-me rammenta il Soprani6, Andrea Ansaldo inizia con Ora-zio Cambiaso figlio di Luca a esercitarsi nell’arte, copian-do opere del Veronese e dunque trovandosi propenso dasubito a sposare un colorito variato e luminoso. Si avven-tura nella pratica dell’affresco molto giovane. Il biografo rac-conta di una sventura al suo primo appuntamento con lapittura murale: la caduta dai ponteggi della villa degli Ador-

no a Voltri che lo costringono a letto per molti giorni7. Do-po l’esordio rocambolesco, non vi è dubbio che è nella suasuccessiva attività di frescante che “le fatiche fatte da que-sto pellegrino ingegno (...) danno maggiormente ad inten-dere quanto ben egli possedesse i fondamenti dell’Arte”8.Oltre ad alcune realizzazioni in luoghi sacri, il Soprani si di-lunga non poco nel ricordare alcuni affreschi per privati:un Trionfo di David in casa del signor Giacomo di Negro(non rintracciati)9; la Storia di Sansone nel palazzo del Si-gnor Gio. Francesco Brignole (Palazzo Brignole agli Embria-ci, piazza Embriaci, 5); le Imprese guerriere di AmbrogioSpinola nel palazzo di Gio. Maria Spinola a Sampierdare-na (villa Spinola di San Pietro); l’Aurora in casa di Costan-tino Doria (non rintracciati)10; “i successi del gran mace-done”, ossia di Alessandro Magno, nella casa di Paolo Spi-nola a Cornigliano (scialbati o distrutti)11; la Storia di Esterper Gio. Battista Ceva (Cebà ?; ubicazione ignota)12, e perGio. Vincenzo Imperiale per la decorazione della facciata(Palazzo Imperiale in Campetto). Ma ahimè, una nuova ca-duta dai ponteggi proprio mentre era intento a quest’ulti-ma prestigiosa commissione, obbliga il pittore a letto conuna costola rotta. Ma l’Ansaldo non si perde d’animo e ini-zia a immaginare, con carta e matita, la cupola con l’As-sunta per la chiesa dell’Annunziata che è forse l’opera suapiù nota, importante, nonché innovativa per le evidenti aper-ture in direzione barocca13. Seguono, nella lunga lista delSoprani, gli affreschi nel salotto del palazzo di Giovanni Bat-

Come spesso accade, la pubblicazione della monografia

di un artista risveglia l’interesse di pubblico e critica nei suoi

confronti. Nuove opere riemergono dai meandri del collezionismo

privato e impongono talvolta interventi critici di aggiornamento,

subito a ridosso dell’uscita del libro.

31

Ansaldo, che sorpresa! Affreschiinediti del Seicento in una casadel centro storico di Genovadi Anna Orlando

A fronteAndrea Ansaldo, L’unzione di David, affresco.Genova, Palazzo Cataldi Penco.

CASANA 30-33:Layout 1 13-02-2013 3:58 Pagina 31

32 Arte e Cultura

tista Negrone a Prà (oggi Istituto San-ta Caterina da Siena, via Pieve di Te-co, 16, Genova-Prà), e poi, nuovamen-te a Genova, la facciata e alcune stan-ze del palazzo del signor Paolo Spino-la “posto sopra la piazza di S. Luca”(Palazzo Cataldi Penco già Spinola,piazza S. Luca, 2); infine, “una cupo-lina” nel palazzo del signor Tomaso Ay-rolo (Palazzo Ayrolo-Negrone, piazzaFontane Marose, 3-4)14.Tra opere superstiti e opere disperse,tra opere citate dalle fonti e altre ag-giunte dalla critica sulla base di attri-buzioni15, l’attività dell’Ansaldo frescan-te risulta certamente un capitolo im-portante del suo contributo alla scuo-la pittorica locale, come peraltro giàampiamente argomentato dagli studidi Ezia Gavazza16.All’artista vanno riconosciute le splen-dide volte di due soffitti sfuggiti a tut-t’oggi alle indagini della critica, conservate in buone con-dizioni al secondo piano nobile del palazzo Cataldi Pen-co già Spinola e prima Grimaldi, in piazza S. Luca al ci-vico 2, a destra della chiesa gentilizia che dà il nome al-la piazza. Diviso oggi in più proprietà, il palazzo è statooggetto delle ricerche della Priarone in occasione della suamonografia, sulla scorta della citatasegnalazione del Soprani che lo indi-cava come di proprietà di Paolo Spi-nola, come indicato dal “rollo” del161417. In facciata ancora nel XVII se-colo si potevano scorgere le “figuredi virtù” oggi scomparse. Alla Priaro-ne si deve l’identificazione corretta delpalazzo citato dal Soprani con quel-lo al civico 2 della piazza e non giàal civico 14 come equivocato in pas-sato. Della decorazione all’interno, cheil Soprani indica genericamente in “al-cune stanze”, la Priarone ha ritrac-ciato, sulla scorta della segnalazionedi Lauro Magnani, l’affresco del riqua-dro centrale nella volta di un salottoal primo paino nobile con Il ritrova-mento di Mosè, purtroppo assaiscialbato. Con la prudenza d’obbligodi fronte a un tale stato di conserva-zione, la studiosa avanza un’ipotesidi datazione in prossimità con il ci-clo della villa Spinola di San Pietro edunque nella prima metà del terzo de-cennio18. La medesima famiglia come

committente rende plausibile la pros-simità cronologiche del lavoro nel pa-lazzo di San Luca, che oggi possia-mo documentare visivamente esserestato assai più importante e comples-so rispetto a quel Ritrovamento di Mo-sé superstite.Al secondo piano nobile, infatti, nelsalotto d’angolo tra piazza San Lucae l’omonima via, e in quello succes-sivo verso la via stessa, vi sono duestanze all’interno di una casa priva-ta che conservano le volte affresca-te, da restituire all’Ansaldo.Nella sala che affaccia sulla via SanLuca l’Ansaldo illustra l’Unzione di Da-vide, un episodio tratto da primo li-bro di Samuele (16, 1-13). È facilmen-te riconoscibile il pastorello che vie-ne scelto da Samuele, profeta e gui-da degli ebrei, come degno succes-sore di Saul sul trono di Israele. Il fan-

ciullo riceve la benedizione e viene unto con l’olio trattoda un corno alla presenza della sua famiglia e del popo-lo della città di Betlemme.Il raccordo del riquadro centrale con il resto della volta èreso con una finta balaustra in scorcio con una soluzioneanaloga a quella del salotto contiguo, che però risulta un

poco più complesso e articolato. La fa-scia decorativa circostante è qui co-stituita da elaborati motivi a grotteschesu fondo bianco. Al cento di ognunodei quattro lati, entro una nicchia sa-pientemente ricavata con uno sfonda-to illusionistico di cui l’Ansaldo è mae-stro, sono quattro Figure allegoriche sufondo blu, quest’ultimo forse frutto diritocchi ottocenteschi, a giudicare siadalla tinta troppo squillante, sia dall’ef-fetto di evanescenza e inconsistenzaspaziale della figura nella nicchia chenon è pertinente all’Ansaldo. Lo si ri-conosce invece nella soluzione in gri-saille nelle figure delle colonne a simu-lare effetti scultorei, molto simili allenicchie che ospitano Divinità negli af-freschi di Palazzo Cattaneo Adorno eSibille nella chiesa di Nostra Signoradella Concordia ad Albisola19.Nel salotto d’angolo che affaccia an-che sulla piazza S. Luca la volta ripor-ta nel ‘quadro’ centrale la storia di Da-vid prima di affrontare Golia rifiuta l’ar-matura offerta da Saul. Il soggetto, trat-

CASANA 30-33:Layout 1 13-02-2013 3:58 Pagina 32

33Arte e Cultura

to come il precedente dal libro bibli-co di Samuele, è anch’esso incentra-to sulla figura del re d’Israele che con-quistò Gerusalemme con un possibi-le richiamo da parte della committen-za al passato glorioso della città di Ge-nova, da un lato; dall’altro al tema deltrionfo della vera Fede tanto caro in etàpost tridentina. Davide infatti è letto inchiave cristiana come prefigurazionedi Cristo e del suo ruolo salvifico conla conquista del Bene sul Male.L’episodio illustrato è inserito in una fin-ta balaustra marmorea mirabilmente di-pinta in scorcio prospettico dall’Ansal-do simile a quella degli affreschi di pa-lazzo Cattaneo Adorno in via Garibal-di pressoché coeva20. Tutt’intorno, traquesta e un’ulteriore finta balaustra di-pinta come un cornicione tra pareti esoffitto, vi sono riquadri e cartouche alternati a sfondi conmotivi a grottesche. Agli angoli sono quattro finti busti mo-nocromi su fondo azzurro e al centro quattro scene con pae-saggi di rara bellezza, che costituiscono peraltro un contri-buto di conoscenza importante per l’Ansaldo con una pro-va in questo genere quasi sconosciuta.La buona condizione conservativa dell’affresco consentedi apprezzare le qualità non solo compositive ma anchepittoriche del suo autore. È notevole innanzi tutto la com-plessa e dinamica impaginazione scenica, che indica an-cora una volta la scelta di campo in direzione barocca del-l’Ansaldo, col progressivo abbandono degli schemi più ri-gidi e schematici della decorazione tardo Cinquecentesca,verso una maggiore apertura spaziale con l’idea di quel-lo sfondamento, che l’Ansaldo raggiunge nel suo capola-voro della cupola dell’Annunziata, poco prima della mor-te, nel 1638. È però altrettanto degna di nota la qualitàdella resa naturalistiche delle singole figure e dei paesag-gi, figli, le une e gli altri, di una modernità che la gene-razione a lui precedente non aveva conosciuto. Si noti lanaturalezza nell’atteggiarsi di tutti i personaggi nella sce-na dell’Unzione di Davide: nessuna stereotipizzazione, mapiuttosto la ricerca di un inedito realismo. Per gli insertidi paesaggio, infine, è indubbia la derivazione dagli sche-mi nordici, importanti a Genova per via del forte svilup-po del collezionismo, ma anche una volontà di renderlinostrani e più riconoscibili, per chi li poteva ammirare al-zando lo sguardo su quella coloratissima volta, allora, co-me ora.

Si ringrazia Barbara Corsico per aver concesso la pubblicazionedella sue fotografie scattate in occasione del libro Case di Geno-va e della Riviera nel 2012 (cfr. nota 3).Ringrazio inoltre Franz Prati per la disponibilità a mostrarmi lacasa dove abita e Franca Carboni che mi ha messo in contattocon lui.

Note

1 M. Priarone, Andrea Ansaldo 1584-1638, Genova 2011.2 Gentile comunicazione di Margherita Priarone.3 Gli affreschi sono stati precedentemente segnalati in un articoloapparso sulle pagine de Il Secolo XIX, pp. 1 e 36 del 18 luglio 2012e risultano illustrati nel volume Case di Genova e della Riviera, acura di Anna Orlando, fotografie di Barbara Corsico, Adarte, Tori-no 2012, pp. 96-101.4 Cfr. in particolare l’ampia e argomentata schedatura nella parte“Catalogo ragionato dei cicli ad affresco” in Priarone 2011, cit. pp.268-331.5 R. Sorani, Le Vite..., Genova 1674, p. 141.6 Ibidem.7 Soprani 1674, cit. p. 142. Non si ha più traccia di questi affreschi.Cfr. R. Soprani, C. G. Ratti, Vite de’ pittori, scultori, ed architetti ge-novesi, I, 1768, nota a p. 202; Priarone 2011 cit., p. 53 e p. 355.8 Ibidem.9 Già il Ratti scrive: “Io non ho mai potuto rinvenire né questa pit-tura né questo palazzo”; Soprani, Ratti 1768 cit.,nota a, p. 207; cfr. Priarone 2011 cit. p. 355.10 Il Ratti menziona invece “nel palazzo del Sig. Gio. Battista Do-ria (...) la storia di Esterre Soprani, Ratti 1768 cit., p. 207; Priaro-ne 2011 cit. p. 355.11 Soprani, Ratti 1768 cit., p. 207; Un pittore genovese del Seicen-to. Andrea Ansaldo (1584-1638),restauri e confronti, catalogo del-la mostra a cura di F. Boggero, Genova 1985, pp. 21 nota 47; Pria-rone 2011 cit. p. 355.12 Cfr. Priarone 2011 cit., p. 89. Cfr. anche nota precedente.13 Soprani 1674 cit., p. 143.14 Soprani 1674 cit., p. 146.15 Per lo status quo cfr. il citato capitolo della Priarone nella suamonografia del 2011.16 E. Gavazza, La grande decorazione a Genova, Genova 1974, pp.53 e ss.17 Priarone 2011 cit., pp. 87, p. 300.18 Soprani, Ratti 1768 cit., p. 210 nota a9.19 Cfr. Priarone 2011 cit., pp. 274-283.20 Priarone 2011 cit., pp. 280-283.

A fronte dall’altoAndrea Ansaldo, David con la testa di Goliae altri particolari dell’affresco.

SopraAndrea Ansaldo, David prima di affrontare Golia rifiuta l’armaturaofferta da Saul. Genova, Palazzo Cataldi Penco.

CASANA 30-33:Layout 1 13-02-2013 3:58 Pagina 33