LA CAMPANELLA - IC LEONARDO DA VINCI

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LA CAMPANELLA Giornalino scolastico Giugno 2021 n. 16 EDITORIALI Vita da adolescenti ai tempi del Covid 19 “Com’è la vita di un adolescente ai tempi del Covid- 19?” In molti, ormai, ci fanno questa domanda, ma senza interessarsi veramente alla nostra risposta. Sì, perché quando noi rispondiamo: “un disastro, un fallimento, una noia, ecc…”, dall’altra parte ci viene detto: ”di cosa ti lamenti? Quando eravamo giovani noi, non c’erano tutti i privilegi che avete voi ora”. Allora io mi chiedo: perché farci una simile do- manda se poi non vi va bene la nostra risposta? Ora basta! Ci avete chiesto: “com’è la vita di un adolescente ai tempi del Covid-19?” Beh, eccovi la risposta: è un vero e proprio disastro! E’ un disastro perchè abbiamo perso la nostra li- bertà, ci è stato proibito di vedere i nostri amici, e se li vediamo dobbiamo mantenere la distanza, non ci possiamo toccare, non ci possiamo abbrac- ciare. Ci è stato imposto di fare la DAD (didattica a di- stanza) o DDI (didattica digitale integrata) come la chiamano ora i prof, una vera tristezza, oltre che un enorme fallimento. Ci hanno impedito di fare ogni attività extrascolastica, sia sportiva che arti- stica, ci hanno impedito di fare quello che ci piace di più. E se vogliamo continuare con l’elenco: non pos- siamo andare alle feste, siamo costretti a tenere la mascherina e a stare chiusi in casa con tutta la fa- miglia con la quale, essendo adolescenti, non an- diamo neanche d’accordo e litighiamo in continuazione. E sapete cos’è la cosa peggiore? È che siamo in questa situazione da più di un anno e non ci sono stati tanti progressi, e questo per colpa di chi, que- ste maledettissime regole, non le rispetta. Ecco, questa è la vera risposta alla domanda:” com’è la vita di un adolescente ai tempi del Covid- 19?”, quindi o siete disposti ad ascoltarci vera- mente oppure non chiedetecelo più, perché la nostra risposta sarà questa. Io mi auguro, con tutto il cuore, di trovare presto qualcuno che sia veramente disposto a fare qual- cosa per noi. (Ilaria Cassanelli - 2 A) Era il 21 febbraio 2020, più di un anno fa, quando scoppiava ufficial- mente la pande- mia Una pandemia che si diffonde ve- locemente, non si ferma, distrugge il mondo. Spesso gli adulti mi chiedono: “com'è cambiata la tua vita?”. Una domanda difficile a cui rispondere, ormai non ricordo molto bene come si viveva prima. Per quanto mi riguarda posso dire di essere una persona molto intro- versa e a cui piace stare da sola; perciò non ho vissuto e non vivo questa situazione così male. Tuttavia uno dei motivi per cui non vedo l’ora che tutto questo finisca è che è devastante, è terribile ogni giorno accendere la televi- sione, ascoltare il telegiornale e trovare sempre più vit- time, più contagiati e più persone in terapia intensiva. E’ triste anche sentire che alcuni Paesi hanno battuto questa epidemia, mentre in Italia si dividono ancora le regione in colori e la situazione sembra non migliorare. Non nego che la mia vita e le mie abitudini siano cam- biate. Per un lungo periodo, con la mia classe sono stata in DAD, la didattica a distanza; non sapevo neanche l’esi- stenza di questo intelligente sistema scolastico che ci ha permesso di continuare le lezioni a distanza. La scuola, come sappiamo, non è mai stata una passeg- giata ma in DAD è tutto più complicato. Un’altra cosa per cui è difficile affrontare la situazione è sicuramente l’aspetto sociale della nostra vita: a noi, tre- dicenni, come del resto a tutti, hanno proibito di vedere gli amici, di uscire e stare insieme a loro. Sembra as- surdo, eppure è successo; per mesi siamo rimasti chiusi in casa a sognare una vita migliore. Ho dovuto rinunciare a ciò che amo: lo sport. Io faccio hip hop da circa un anno, mi piace molto e non andare ogni venerdì in quella sala è stato piuttosto frustrante. Tuttavia, ci sono stati anche degli aspetti positivi: ho imparato il valore delle piccole cose a cui prima non davo molta importanza, e di quelle grandi come ad esempio l’amicizia. Io spero con tutto il mio cuore che questa situazione fini- sca ma, non per essere pessimista, non credo che si ri- tornerà mai alla vita di prima, ci sarà sempre il terrore di questo piccolo ma grande virus, che ci ha messo in gravi condizioni e in grande difficoltà. Martina Furio - 2 A Si ringraziano gli alunni e i docenti che hanno collaborato all’uscita di questo numero on line del giornalino scolastico.

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LA CAMPANELLAGiornalino scolastico Giugno 2021 n. 16

EDITORIALIVita da adolescenti ai tempi del Covid 19

“Com’è la vita di un adolescente ai tempi del Covid-19?” In molti, ormai, ci fanno questa domanda, masenza interessarsi veramente alla nostra risposta.Sì, perché quando noi rispondiamo: “un disastro,un fallimento, una noia, ecc…”, dall’altra parte civiene detto: ”di cosa ti lamenti? Quando eravamogiovani noi, non c’erano tutti i privilegi che avete voiora”. Allora io mi chiedo: perché farci una simile do-manda se poi non vi va bene la nostra risposta? Ora basta!Ci avete chiesto: “com’è la vita di un adolescenteai tempi del Covid-19?” Beh, eccovi la risposta: èun vero e proprio disastro!E’ un disastro perchè abbiamo perso la nostra li-bertà, ci è stato proibito di vedere i nostri amici, ese li vediamo dobbiamo mantenere la distanza,non ci possiamo toccare, non ci possiamo abbrac-ciare.Ci è stato imposto di fare la DAD (didattica a di-stanza) o DDI (didattica digitale integrata) come lachiamano ora i prof, una vera tristezza, oltre cheun enorme fallimento. Ci hanno impedito di fareogni attività extrascolastica, sia sportiva che arti-stica, ci hanno impedito di fare quello che ci piacedi più.E se vogliamo continuare con l’elenco: non pos-siamo andare alle feste, siamo costretti a tenere lamascherina e a stare chiusi in casa con tutta la fa-miglia con la quale, essendo adolescenti, non an-diamo neanche d’accordo e litighiamo incontinuazione.E sapete cos’è la cosa peggiore? È che siamo inquesta situazione da più di un anno e non ci sonostati tanti progressi, e questo per colpa di chi, que-ste maledettissime regole, non le rispetta.Ecco, questa è la vera risposta alla domanda:”com’è la vita di un adolescente ai tempi del Covid-19?”, quindi o siete disposti ad ascoltarci vera-mente oppure non chiedetecelo più, perché lanostra risposta sarà questa.Io mi auguro, con tutto il cuore, di trovare prestoqualcuno che sia veramente disposto a fare qual-cosa per noi. (Ilaria Cassanelli - 2 A)

Era il 21 febbraio2020, più di unanno fa, quandoscoppiava ufficial-mente la pande-mia Una pandemiache si diffonde ve-locemente, non siferma, distrugge il

mondo. Spesso gli adulti mi chiedono: “com'è cambiatala tua vita?”. Una domanda difficile a cui rispondere, ormainon ricordo molto bene come si viveva prima. Per quantomi riguarda posso dire di essere una persona molto intro-versa e a cui piace stare da sola; perciò non ho vissuto enon vivo questa situazione così male. Tuttavia uno deimotivi per cui non vedo l’ora che tutto questo finisca è cheè devastante, è terribile ogni giorno accendere la televi-sione, ascoltare il telegiornale e trovare sempre più vit-time, più contagiati e più persone in terapia intensiva. E’triste anche sentire che alcuni Paesi hanno battuto questaepidemia, mentre in Italia si dividono ancora le regione incolori e la situazione sembra non migliorare.Non nego che la mia vita e le mie abitudini siano cam-biate. Per un lungo periodo, con la mia classe sono statain DAD, la didattica a distanza; non sapevo neanche l’esi-stenza di questo intelligente sistema scolastico che ci hapermesso di continuare le lezioni a distanza.La scuola, come sappiamo, non è mai stata una passeg-giata ma in DAD è tutto più complicato.Un’altra cosa per cui è difficile affrontare la situazione èsicuramente l’aspetto sociale della nostra vita: a noi, tre-dicenni, come del resto a tutti, hanno proibito di vederegli amici, di uscire e stare insieme a loro. Sembra as-surdo, eppure è successo; per mesi siamo rimasti chiusiin casa a sognare una vita migliore. Ho dovuto rinunciarea ciò che amo: lo sport. Io faccio hip hop da circa un anno,mi piace molto e non andare ogni venerdì in quella sala èstato piuttosto frustrante. Tuttavia, ci sono stati anchedegli aspetti positivi: ho imparato il valore delle piccolecose a cui prima non davo molta importanza, e di quellegrandi come ad esempio l’amicizia.Io spero con tutto il mio cuore che questa situazione fini-sca ma, non per essere pessimista, non credo che si ri-tornerà mai alla vita di prima, ci sarà sempre il terrore diquesto piccolo ma grande virus, che ci ha messo in gravicondizioni e in grande difficoltà.

Martina Furio - 2 A

Si ringraziano gli alunni e i docentiche hanno collaborato all’uscita

di questo numero on linedel giornalino scolastico.

LA CAMPANELLA

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Esperienze

4 motivi per fare il vaccino anticovid 19 CHE COS’È?

É un vaccino destinato a prevenire la malattia delCOVID-19. É efficace al 95 % nelle persone dai 16 anni in su. Viene somministrato con due iniezioni, a distanza dialmeno 21 giorni l’una dall’altra. E’ necessario più tempo per capire se i vaccinati sipossono infettare in modo asintomatico econtagiare altre persone, e per capire davvero la du-rata della protezione data dalla vaccinazine.I vaccinati, e le persone che sono in contatto con loro,devono continuare ad adottare le misure di protezioneanti COVID-19.Da parte delle Organizzazioni Sanitarie non è statasaltata nessuna delle fasi di verifica dell'efficacia dellasicurezza del vaccino. (Arianna Romanò - 2 B)

MOTIVI PER FAREIL VACCINO ANTI COVID-19

MOTIVO 1Facendo il vaccino proteggiamo sia noistessi sia le persone che ci stanno attornoe che per varie complicazioni non pos-sono vaccinarsi.

MOTIVO 2Se tutti ci vacciniamo si formerà “l'effettogregge”, ossia ci saranno meno contagi eil virus circolerà sempre meno.

MOTIVO 3Non sono coinvolti virus interi o vivi, per-ciò il vaccino non può causare malattie.

MOTIVO 4Non è stata saltata nessuna delle regolarifasi di verifica dell’efficacia e della sicu-rezza del vaccino: il vaccino è sicuro.

Buratto Matilde - 2 BGiulia Margutti - 2 B

Antonio Fiore - 2 B

Andrea Vireca- 2 B

Ludovica Bradi - 2 B

Arianna Romanò - 2 B

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La poesia

LA CAMPANELLA

Tutti per uno, uno per tuttiVaccino anti covid-19    ignoranti e negazionisti eccovi il documento con leprovedelle fake news diffidiamoma delle faq aifa ci fidiamodai fra, non dirmi che non le hai ancora lettesul sito del governo sono state dette ascolta, ti dico a cosa serve come un condottiero, è la molecola RNA che emergeora è a gara tra le nazionia chi arriva prima per una dose da due iniezioniadesso sappiamo come ci infettiamocon la proteina spike che ci introduciamogonfiamo i muscoli al nostro sistema immunitario e così armato la combattiamo un insieme di liposomi sono la sua composizione sembra come un minestrone veloce è la sua sperimentazionecon un'efficacia soluzione mentre noi, come lampadari, rimanevamo appesigli studi clinici condotti in sei diversi paesi hanno dimostrato che il numero dei contagi si èridotto a dirotto non c’è età per questa malattia grandi e piccini si è portata via abbiamo pregato in una magia affinché la mascherina ci tolga viala durata della protezione non è ancora ben definita ma almeno per 9-12 mesi è vitail vaccino non può provocare altre malattie segui le decisioni non fare idiozie non sapendo se le persone vaccinate potrannotrasmettere l’infezione bisognerà continuare ad adottare le misure diprotezione attenzione, non fare confusionechi si sottopone alla prima vaccinazione non deve mischiare un altro vaccino nella secondainiezione il vaccino comporta nel corpo reazionicome il conto che la vita ci presenta dopo le nostreazioni ma se non ti vaccini e ci ripensi non ci saranno maisoluzionise dovessi avere una reazione contatta subito il dottore fidiamoci di tutte le segnalazioni 

in modo tale da definire il tipo di rischio legato allevaccinazioniprima di vaccinarti compila i questionarinon avere paura fra, sei in buone maniquesto virus come un serpente mutain silenzio come l’H muta ma è cosa nota e risaputanon possiamo cambiare quello che è successoma se stiamo uniti avremo successo.

Tamara Baiguera - 2 BPer guardare il video dove Tamara scrive e recita lasua la poesia questo è il link:https://youtu.be/GuV4xHwLycM?list=PLfj80ui6Dmrvl03Oa_SyGkLDCwl7RG4iu

GLOSSARIO1. negazionisti = atteggiamento di negazione di un fatto2. fake news = bufale, notizie false3. aifa = agenzia italiana del farmaco4. dai fra... = amico, fratello nel gergo giovanile5.condottiero = chi conduce, chi guida6. sistema immunitario = sistema difensivo del corpoumano7. minestrone = insieme di liposomi per la formazione delvaccino: saccarosio,idrossibuti, sodio cloruro, acqua perpreparazioni iniettabili8. sperimentazione = gruppo di virologi che eseguono esperimentano le ricerche per il vaccino anti covid-19 “co-mirnaty” 9. lampadari = luce di speranza 10. appesi = persone preoccupate, in bilico, appese ad unfilo di speranza 11. Paesi = Stati Uniti, Germania, Brasile, Argentina, SudAfrica, Turchia12. magia = notizia rincuorante e positiva dopo tanta at-tesa 13. definita = tempo che il vaccino resiste nel corpoumano14. decisioni = consigli da enti competenti15. idiozie = non fare sciocchezze, è importante vaccinarsi16. misure di protezione = distanziamento, mascherine,lavarsi bene le mani, no assembramenti17. vaccino = usare la stessa marca, non mischiare casefarmaceutiche18. reazioni = sintomi post-vaccino19. soluzioni = non esiste, in qualsiasi medicinale, la si-curezza al 100%20. dottore = contattare enti specifici “ASL, AIFA, medicocurante”21. segnalazioni = da pervenire al sistema del farmaco22. questionari = moduli standard da compilare prima divaccinarsi23. silenzio = “non si vede”, ma esiste

LA CAMPANELLA

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Esperienze

Fake news: comericonoscerle e fermarle

CHE COSA SONO LE FAKE NEWS?Le fake news sono notizie false, che si possono trovaresui social media (FACEBOOK, INSTAGRAM, TWIT-TER…) e anche sui social network più tradizionali(RADIO, TV…). Queste notizie ovviamente possonoanche aggravare certe situazioni, ad esempio unaFake News sul Covid-19 cosa può provocare...COME SI FA A FERMARE LE FAKE NEWS?Fortunatamente sono presenti piccoli «FACTCHEC-KERS», che riescono a riconoscere una notizia verada una falsa. Possiamo farlo anche noi, bisogna solocontrollare se il «canale» è ufficiale, se la scritta è giu-sta, e bisogna stare attenti all’immagine, magari è unfotomontaggio fatto molto bene!BISOGNA STARE ATTENTI!Oramai i social sono diventati un punto di riferimentoquotidiano, ma le fake news girano! I motivi per la con-divisione sono molti e pericolosi.BUFALE ONLINESono forse il tipo di Fake News più utilizzato, perchésono difficilmente riconoscibili, e quindi più credibili.I SOCIALI social sono proprio il punto di riferimento delle FakeNews, praticamente tutte le persone al mondo hanno isocial!Ma un motivo ancor più fondamentale è questo!LE CONDIVISIONIGiustamente le condivisioni sono permesse a tutti, mabisogna stare attenti, si potrebbe VERAMENTE creareuna «APOCALISSE» con una semplice condivisione!LE REGOLE DEI «FACTCHECKERS»(Gli esplora-tori delle informazioni)Per eliminare le fake news e la disinformazione tuttidevono imparare a riconoscere le notizie false attra-verso il controllo e la verifica di ogni notizia: portare at-tenzione ai titoli, controllare la fonte e il sito dalla qualeproviene la notizia, controllare l’autore, controllare ilcontenuto, le immagini e i video, prestare attenzioneai dettagli che porta la pagina e, prima di condividerela notizia, pensare e verificare che non sia una bufala.

Buratto Matilde e Luca Secondi - 2B

Giulia Margutti - 2 B

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Progetti

LA CAMPANELLA

INCONTRO CON GIORGIA BENUSIGLIO

Abbi cura di splendere‘’La droga promette molto, ma titoglie tutto, prima o dopo perditutto.Mi sono auto derubata della miaadolescenza e sono una pazientea vita’’. Con queste parole si è presentataa noi Giorgia Benusiglio, primaitaliana (secondo caso nelmondo) a essere sopravvissutaall’epatite tossica fulminante, con-tratta per mezza pasticca di ec-stasy.Per quel suo errore, commessoall’età di 17 anni, ha pagato unprezzo molto alto, anzi ‘’troppoalto’’, come scrisse il suo papà inuna lettera. ‘’A casa mia l’affettonon è mai mancato a nessuno:non è cosa da poco. Ma quelsenso di colpa non se ne va lostesso.E’ così mi domando: sarò stato unbuon padre finora?’’. Un rompi-capo che non ha soluzione. Sonoun padre è basta. E sono qui. Di-sarmato davanti alla vita che mi attacca.Come ogni padre’’. Per Giorgia, leggere a tutti questalettera del suo papà è stato molto emozionante, lavoce si è incrinata più volte per l’emozione. Ini-zialmente fu proprio il padre ad avere l’idea di co-minciare a girare per le scuole a raccontare lasua storia ed invitare i giovani a fare attenzione,e ora, dopo la morte del suo caro papà, Giorgiacontinua a diffondere la sua storia agli adole-scenti affinché sempre meno ragazzi possano vi-vere l’incubo della droga perchè, purtroppo,quando si commettono delle sciocchezze ci sonosempre effetti negativi sia su se stessi e sia, suchi ci è accanto e chi ci vuole bene. Suo padre,ha raccontato Giorgia, le ha regalato ogni volta isuoi sorrisi più luminosi, anche di fronte al suoerrore, e quando ricorda e racconta di lui quelnodo in gola, dovuto alla consapevolezza cheoggi lui non c’è più, non l’abbandona. Ci ha raccontato anche della difficoltà iniziale adaccettare di avere il fegato di un’altra, una dona-trice, Alessandra, di soli 2 anni più grande di lei,che aveva perso la vita in un incidente.‘’E’ stato un dono che non poteva essere spre-cato, così mi sono rimboccata le maniche e ho

iniziato il percorso di questoprogetto’’...‘’Abbi cura di splendere’’: que-sto è il motto che di giorno ingiorno Giorgia Benusiglioporta in tutte le scuole d’italia.Con parole semplici, come lei,attraverso l’esperienza che havissuto, ci informa sui vari ri-schi della droga.Le parole di Giorgia ci hannotrasmesso una forte emo-zione; la sua storia, il suo mes-saggio sono stati diretti eprecisi: siamo giovani ma nellaspensieratezza della nostraadolescenza, a volte anche in-genua, dobbiamo sempreusare la testa! Diciamo GRAZIE Giorgia,GRAZIE per averci raccontatoil tuo passato e per averci fattoriflettere.‘’Io non vi dico cosa dovetefare, ma vi dico di farlo conconsapevolezza: la vita è vo-

stra, assaporatela e cercate di farne un capolavoroogni giorno’’

Vladyslav Stasiuk Resmini e Daniele Dibenedetto - 2 C

LA CAMPANELLA

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Progetti

Cara Giorgia,volevo dirti che, quando i nostri professori cihanno detto che saresti venuta (per modo didire), non pensavo che sarebbe stato emozio-nante.Inizialmente pensavo che sarebbe stato noiosoe che ci avresti solo fatto saltare un’ora di geo-grafia per parlarci della tua vita.Ma poi, quando hai iniziato a raccontare la tuavita, sono rimasta impressionata perché nonpensavo che potesse essere così sconvol-gente.Sono rimasta di stucco quando ci hai parlato dicome solo mezza pasticca di ecstasy ti haquasi ucciso, e di tutto quello che hai dovutopassare prima di riuscire ad uscirne fuori.Quello che hai detto mi ha fatto pensare e miha fatto capire che prima di fare qualunquecosa, anche una cosa semplicissima bisognasempre pensare alle conseguenze che avrà sudi noi e sul nostro corpo.Voglio solo ringraziarti per quello che hai dettoe per quello che mi hai fatto capire raccontandodi te.

Herold Linda - 2 E

Cara Giorgia,parto subito col dirti che mi ha colpito molto latua storia, ma soprattutto la forza che hai avutoper affrontarla. Non potrò mai capire cosa signi-fica rinunciare a tutto per una “stupidata” fattad’adolescente, o almeno spero di pensarci benepiù di due volte prima di fare qualcosa che micapovolgerà la vita in una giornata.Ti sono molto grata per aver deciso di raccon-tare la tua storia a noi adolescenti! Grazie a teho capito l’importanza dei sogni, ho capito chela vita ci può sfuggire dalle mani, senza che cene accorgiamo; in una sola serata, solo per di-vertirsi un po’. Ho inoltre capito maggiormenteche la vera forza non è nell’accettare una siga-retta o nell’accettare un qualcosa che fannotutti; ma sta nel dire NO!La parte che mi ha colpito di più nella tua storiaè quando eri ancora in ospedale e ad un certopunto hai pensato che non valeva la pena con-tinuare a combattere, che ormai i tuoi sogni e ituoi progetti non li potevi più avere sotto con-trollo, nelle tua mani; ma per fortuna c’era tuamamma che senza dirti niente, di nascosto, tiha messo in bocca un piccolo pezzetto di cioc-colato. E il fatto che basta solo assaggiare unbriciolo di libertà, di desiderio, dopo tantotempo, mi ha affascinata. Mi ha fatto capire chetutti ce la possono fare, a modo loro!

Moda Aurora - 2 E

Cara Giorgia,ti ringrazio per aver parlato della tua esperienza.Sentirti raccontare dal vivo del brutto momentoche hai vissuto quando eri più giovane non ècome leggere una notizia sui giornali o sentirlaalla televisione. Ho ammirato il tuo coraggio,perché da questa esperienza tragica hai saputotirare fuori la parte migliore di te: non è da tuttiavere la forza di raccontare dei propri sbagli equindi metterci la faccia. La parte che mi ha col-pito maggiormente è stato quando hai detto chedietro a ciascuna scelta che facciamo do-vremmo essere consapevoli di quanto questainfluirà su di noi e su chi ci sta vicino. Mi ha col-pito molto il rapporto che tu hai avuto con la tuafamiglia, in particolare con tuo padre, che incerti momenti ti ha criticato ma che ha poi sa-puto sostenerti e farti aprire al mondo. Sicuramente farò tesoro dei tuoi consigli e dellatua esperienza. Se mai mi capiterà di trovarmiin difficoltà di certo mi ricorderò di te

Carolina Sguinzi - 2 B

Letterea Giorgia Benusiglio

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L’intervista

LA CAMPANELLA

LA DIRIGENTE PATRIZIA VARICELLI VA IN PENSIONE“A me non piacciono gli addii, preferisco dire arrivederci”

Che idea aveva della figura dellapreside quando era un’alunna? Quando andavo a scuola io nonc’era un gran rapporto con il pre-side; probabilmente anche per voiè così: sono all’interno del mio uf-ficio e mi vedete poco. Io la sentivocome una figura estranea e abba-stanza lontana dalla mia realtàscolastica.

Cosa si prova ad essere pre-side? Un grande senso di responsabilitàperché ci sono tante persone chelavorano con te e con gli alunni.Purtroppo non è possibile control-lare sempre in prima persona qual-siasi cosa ma, ricoprendo questo ruolo, risulto essereresponsabile anche delle mancanze e delle disfunzionialtrui. È questo dà spesso delle preoccupazioni.

Ha sempre avuto intenzione di lavorare nel mondodella scuola o ha cambiato idea nel corso deltempo?Lavorare nella scuola è una cosa che ho sempre pen-sato. Già subito dopo le medie avevo scelto di frequen-tare l’istituto magistrale che consentiva, anche senzauna laurea, di lavorare come insegnante.

Come si diventa preside?Per diventare presidi si parte dalla carriera di insegnantiper poi partecipare a un concorso. Ai miei tempi era na-zionale e si svolgeva a Roma. Se si superava, venivaistituita una graduatoria e, quando arrivava il proprioturno, si poteva scegliere una scuola in tutta Italia. For-tunatamente c’erano molte scuole scoperte al nord equindi io sono rimasta sostanzialmente nella mia re-gione e nella mia provincia.

Quali scuole ha frequentato e in cosa si è laureata?Come scuola ho frequentato l’istituto magistrale, ho se-guito poi un anno integrativo perché non avevo le ideemolto chiare su quale facoltà intraprendere. Non se-guite il mio esempio, perché ero insieme ad una miaamica e ho scelto io per entrambe di iscriverci a biolo-gia, ma siamo state solo poche settimane; poi ha sceltolei: lettere. E così ho fatto! Mentre frequentavo l’univer-sità, ho fatto il concorso per entrare di ruolo nelle scuoleelementari. Ho insegnato 9 anni alla primaria, poi hofatto il concorso da preside ed eccomi qui!

C’è stato un momento nel suo percorso in cui hapensato che non ce l’avrebbe fatta? Subito … il primo anno! Sono andata in una scuola aSan Giuliano Milanese dove c’erano una serie di pro-blemi con famiglie e docenti. Ho pensato, alla fine delprimo anno, di lasciare e tornare indietro. Poi, siccomenella vita si fa sempre fatica ad ammettere le difficoltà,sono andata avanti poco a poco, abituandomi.

Ha fatto altri lavori prima di diventare preside? Ho fatto l’insegnante. In precedenza avevo lavorato perun breve periodo nel mondo del giornalismo collabo-rando con una rivista che faceva dei piccoli articoli a li-vello di territorio, e avevo fatto un’esperienza diorientamento professionale perché avevo seguito unpercorso, dopo la laurea, come orientatrice e consi-gliere psicopedagogico.

Qual è la motivazione che l’ha spinta a sceglierequesta professione? La scuola mi è sempre piaciuta così come l’idea di in-segnare e, forse, mi sarebbe piaciuto continuare a farlo.All’interno del nostro percorso però non ci sono possi-bilità di fare carriera, se non diventare dirigente. Equindi ho sfruttato questa occasione del concorso. Maquando sono partita come docente non avevo in mentedi fare la preside, mi piaceva insegnare!

Avrebbe voluto fare qualcosa, nella sua carriera dapreside, che non è riuscita a realizzare?Ognuno di noi pensa sempre di poter fare di più. Unacosa che mi sarebbe piaciuto fare è definire meglio ipercorsi di aggiornamento dei docenti perché a voltesuccede che siamo molto preparati dal punto di vista

LA CAMPANELLA

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L’intervistadisciplinare ma manca, avolte, la capacità e la cono-scenza di come intervenire daun punto di vista pedagogico epsicologico con gli alunni. Unaspetto che può essere utilesia ai docenti che ai voi ra-gazzi.

Come ha fatto a gestire tuttoil lavoro a scuola senza tra-scurare la sua vita perso-nale?Ho la fortuna di lavorare nelmio paese; non è tanto unaquestione di tempo quanto diqualità dei rapporti. Ho un belrapporto con le mie figlie, riu-sciamo a confrontarci su mol-tissimi argomenti. La cosadifficile è che se mi capitanodei problemi a scuola ritorno acasa e non ho voglia di dedi-carmi ad altro se non alla so-luzione del problema,tralasciando il resto. E questosarebbe meglio non acca-desse; è importante saper disgiungere le due cose: la-voro e famiglia.

Quali progetti scolastici avrebbe voluto eliminare equali aggiungere? Non vorrei togliere nessun progetto, sono tutti validi einteressanti. Aggiungerei, invece, laboratori o attivitàche possano essere a scelta libera da parte dei ragazzi.Concedervi la possibilità di individuare un’area che viinteressa: musica, sport, lingue, latino e darvi l’oppor-tunità di farlo oltre l’orario mattutino. È un’idea che po-trebbe realizzarsi il prossimo anno non avendo piùclassi al pomeriggio.

È contenta dei suoi professori? Sì, in linea di massima sì anche se si può sempre mi-gliorare! Tutti mi sembrano persone che amano il pro-prio lavoro ma, essendo esseri umani, a volte anchenoi sbagliamo. L’importante è rendersi conto dell’erroreed essere disponibili alla critica.

C’è stato un insegnante che ha lasciato un’im-pronta importante nel suo percorso scolastico?Tanti. Mi ricordo la mia insegnante delle scuole elemen-tari: era una signora abbastanza alta, che incuteva uncerto timore e ci mollava ogni tanto qualche scappel-lotto – ai miei tempi succedeva -. Ricordo ancoraquando diede uno schiaffetto sulla testa a una mia com-pagna pensando che stesse copiando. Quando si rese

conto dell’errore, esclamò:“vorrà dire che la prossimavolta che te lo meriterai, nonte lo darò!”. Poi la prof. di let-tere delle scuole medie: unadonna entusiasta del suo la-voro che ogni tanto si arrab-biava ma lo faceva perchéteneva molto a noi.

Come si sente quando devebocciare qualche alunno oarriva qualcuno in presi-denza? Non bene, non mi piace! I proflo sanno: cerco sempre di lot-tare affinché tutti veniate pro-mossi. Alcune volte ci sonodei casi in cui dobbiamo fer-mare qualcuno ma mai perpunizione; se si sceglie di nonfar superare l’anno ad unalunno è perché si supponeche sia un’opportunità posi-tiva. Anche quando i ragazzivengono mandati in presi-denza non mi fa per niente

piacere, preferirei vedervi in altre circostanze. In generequando parliamo in presidenza, la maggior parte si pre-senta in modo educato e, anche se si sono comportatimale, si riesce ad avere un dialogo. Quello che invecemi fa arrabbiare è quando si presentano con una certaarroganza, senza rendersi conto che, se sono lì, è per-ché hanno commesso qualcosa che non andava fatto.

Se fosse possibile, vorrebbe continuare a fare que-sta professione? Lascio lo spazio a chi verrà dopo di me. Sicuramentemi mancherà ma non sono triste, ho lavorato per tantiin anni, mi fermo qua! Ora ho voglia di fare altro.

Quali sono le sue emozioni nel lasciare questascuola? Malinconia. A me non piacciono gli addii, preferisco direarrivederci e spero di rivedere le persone con cui ho la-vorato.

Quali sono stati i momenti più belli della sua car-riera? Quali i più difficili?Uno dei momenti che ricordo con piacere è il primoanno di insegnamento di ruolo, ero molto giovane.Avevo una classe quinta con un ragazzino, Mario,molto irrequieto. Mi aveva accolto con parolacce eanche i collaboratori scolastici mi avevano detto di fareattenzione perché era solito scappare dal tetto dellascuola.

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L’intervista

LA CAMPANELLA

Non c’era ancora il sostegno. Nel corso delle giornateci siamo resi conti che, nonostante nessuno gli avesseinsegnato a leggere, lui aveva imparato da solo e que-sta cosa ci ha riempito di entusiasmo. Lo abbiamo por-tato in gita una settimana e si è comportato semprebenissimo. Alla fine abbiamo trovato il modo di intera-gire con lui e le cose sono andate per il meglio.Bisogna sempre trovare la strada giusta, il modo peraprire un varco soprattutto con ragazzi che possono es-sere difficili.Il momento più difficile della mia carriera è stato quandoho ricevuto una chiamata d’urgenza perché sembravache un bambino delle scuole elementari avesse avutoun attacco di cuore. Mi trovavo ad una manifestazioneteatrale e mi sono catapultata a scuola. Le situazioni incui c’è di mezzo l’incolumità degli alunni e la loro salutemi mettono molta ansia e preoccupazione. Fortunata-mente era solo un attacco di panico, si è superato tuttoma è stata una situazione ansiogena.

Ci racconti dell’episodio più strano, divertente chele è capitato.è stato il primo anno: a scuola c’era stata una chiamatache avvertiva della presenza di una bomba. Era unoscherzo ma non potevamo far finta di nulla. Allorasiamo usciti e ho lasciato la mia borsa in direzione. Eraun falso allarme ma quando siamo rientrati, oltre a nonesserci nessuna bomba, non c’era nemmeno la miaborsa!

Cosa ne pensa dell’uso di un’uniforme a scuola?Noi alla scuola primaria abbiamo il grembiule e ci tro-viamo bene. Dell’uniforme in particolare non ne sentola necessità ma ritengo importante che l’abbigliamentosia corretto e decoroso.

Perché ci sono solo adulti come rappresentanti diclasse? Perché dal punto di vista della norma così è. I rappre-sentanti degli studenti sono presenti negli organi colle-giali solo a partire dalle scuole superiori. L’anno scorsoavevo pensato di sperimentare qualcosa di questo tipoma causa Covid non ho avuto modo di realizzarlo.Poteva essere interessante per voi vedere come sisvolge un consiglio di classe. I docenti si riuniscono perparlare di voi ma non mettono in risalto solo gli aspettinegativi, anzi spesso, cercano di avere un occhio di ri-guardo nei vostri confronti.

Cosa ne pensa della proposta di mettere a disposi-zione assorbenti gratuiti a scuola?è una cosa che si potrebbe fare ma bisogna studiarladal punto di vista organizzativo perché ritengo che perle ragazze sia importante mantenere una certa privacy.Perché non si fa educazione sessuale a scuola? Siamoin seconda media e non abbiamo avuto la possibilità di

farla In realtà potete fare una serie di domande di questo tipoai vostri prof di scienze; sicuramente saranno disponibilia rispondere a tutte le vostre curiosità.

Sarebbe d’accordo ad aumentare le ore di ed. civicaa scuola? Secondo lei si fanno abbastanza attivitàcontro il cyberbullismo? La sperimentazione di ed. civica è iniziata quest’annoe garantiamo 33 ore annuali. Di attività su bullismo ecyberbullismo ne abbiamo fatte e ne facciamo ancoramolte da anni ma, forse, a volte voi non ne cogliete l’im-portanza.A volte ascoltate e la settimana dopo qualcuno compieazioni che potrebbero quasi rientrare nel campo di ciòche è stato insegnato come scorretto. Quindi direi chevanno mantenute e valorizzate soprattutto da parte vo-stra.

Pensa che possa essere utile dare agli studentiun’ora al giorno con un professore disponibile aparlare con loro?Un’ora al giorno diventerebbe una gran noia per voi! Lapossibilità di avere un tutor adulto però potrebbe essereun’idea; nelle vostre classi c’è la figura del docente co-ordinatore che potrebbe svolgere questa funzioneanche se poi non ha così tanto tempo. Nella nostrascuola c’è anche la figura dello psicologo scolastico,quest’anno ben due.Quindi in parte c’è, ma sicuramente si potrebbe appro-fondire l’argomento.

Pensa che il coro sia un’attività importante per iprofessori e per gli studenti?A me piace molto, io ne faccio parte e mi piacerebbeche venisse ripreso e portato avanti.

Qual è il suo gusto di gelato preferito? Cioccolato, senza ombra di dubbio, anche nei dolci ingenerale.

Si sente fiera di quello che ha fatto per questascuola? Avrei potuto fare di più. Ho cercato di fare quello chemi sembrava giusto e quello che le mie forze mi hannoconsentito.

Ilaria Cassanelli 2A, Martina Furio 2A,Mattia Passerini 2A, Miriam Brazzoduro 2A,

Gabriele Bisaglia 2B, Andrea Vireca 2B,Beverly Ochoa 2B, Giorgia Guerra 2C,

Valentina Re 2C, Elisa Lorusso 2D,Eleonora Gino 2D, Linda Herold 2E,

Giulia Zacchetti 2E. Alla realizzazione dell’intervista hanno

collaborato tutte le classi seconde.

LA CAMPANELLA

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L’intervista

LA MAESTRA SILVANA GILIOLI LASCIA LA SCUOLA“Una buona maestra non deve mai contare il tempo”

Che idea aveva dellamaestra quando eraun’alunna?Anche se alle elementariho cambiato tantissimemaestre, l’idea di farequesta professione mi èsempre piaciuta perchéadoro lavorare con ibambini e, quando eropiccola, la vedevo comeun punto di riferimentopositivo.

Quale percorso di studiha fatto per diventaremaestra?Quando ero giovane perdiventare insegnante, una volta terminate le medie, sifrequentava l’istituto magistrale della durata di 4 annicon la possibilità di fare il quinto anno per accedereall'università. Io ho svolto i 4 anni e ho cominciato su-bito a insegnare!

Da quanti anni insegna?Tantissimi! Sul mio certificato di servizio c'è scritto 44anni, prima come supplente e poi dal 1985 come in-segnante di ruolo.

Che differenze ci sono tra la situazione di oggi ela situazione di quando ha iniziato a lavorare? A livello di insegnamento, oggi c’è tanta burocrazia;prima invece l’attenzione era più sull’alunno.Le insegnanti potevano essere più libere e creative ri-spetto ad ora dove c’è la preoccupazione di compilaredocumenti e scartoffie varie.Tutto ciò forse rallenta lo stare assieme ai bambini.

Qual è la motivazione che l’ha spinta a sceglierequesta professione?Perché mi è sempre piaciuto stare con i bambini!Anche se da ragazzina, per un breve periodo, volevofare la hostess ma il mio papà e la nonna mi hannofatto cambiare idea.

Cosa si prova ad essere maestra?Tante emozioni che ti restano dentro perché vivi con ibambini per 5 anni, li accogli che sono piccoli e li lasciandare che sono ormai grandi… (momento commo-vente per tutti).

Quali sono le caratteri-stiche necessarie peressere una buonamaestra?Volere bene ai bambini eal tuo lavoro, che è in re-altà una passione! Inol-tre, una buona maestranon deve mai contare iltempo.

Se fosse possibile,vorrebbe continuare afare la maestra?Certo! Io contavo di ri-manere almeno un altroanno ma non me l’hannopermesso. Pazienza!

C’è stato un momento nel suo percorso in cui hapensato che non ce l’avrebbe fatta?Ci sono stati tanti momenti in cui l’ho pensato perchéè una professione che ti assorbe tanto. La cosa mi-gliore è riuscire a far conciliare il lavoro con la tua fa-miglia.

Avrebbe voluto fare qualcosa nella sua carriera damaestra che non è riuscita a realizzare?Ci sarebbero tante cose però io sono contenta diquello che ho fatto.

Quali sono stati i momenti belli della sua carriera?Quali i più difficili?Tutti sono stati momenti belli!Il momento difficile è, invece, salutare i bambini diquinta elementare che se vanno. Loro diventanograndi e io ricomincio un altro giro. Un altro momentodifficile è quando qualche collega ci saluta e lascia unvuoto.

Com’è stato svolgere la funzione di vicepreside?Urca! Impegnativo perché ti assorbe tanto, devi cer-care di fare andare bene tutte le cose e ti toglie un po-chino l’attenzione verso i bambini.

Ci racconti dell’episodio più strano, divertente chele è capitato?Un episodio divertente è collegato a un alunno che du-rante l’intero anno della prima mi ha fatto letteralmente“morire”!

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L’intervista

LA CAMPANELLA

Dopo tante arrabbiature, l’ultimo giorno di scuola miha abbracciato dicendomi: “mi mancherai!” ed io horisposto: “anche tu!”

Si sente fiera di quello che ha fatto per questascuola?Sì, più che fiera sono contenta ma sono sicura che,chi verrà dopo di me, saprà lavorare bene.

Quali sono le sue emozioni nel lasciare la scuola?Come faccio a dirlo? Tanta malinconia perché quandolasci un posto nel quale hai lavorato per tanti anni sei-triste.Provo anche contentezza perché penso che, in 40anni, ho cresciuto delle generazioni.Quello che mi piace di questo lavoro è che ti fa en-trare nelle famiglie, ti fa conoscere tante persone etutto ciò è un arricchimento.

Se fosse un fiore, quale le piacerebbe essere?Una margherita di prato perché è un fiore comune,cresce da solo, non ha bisogno di cure ed è un fioreumile ma bello perché rallegra il prato.

Ha qualche consiglio da dare a qualcuno che vor-rebbe fare la maestra?Deve amare il suo lavoro - passione altrimenti devecambiare mestiere.

Le mancheranno gli alunni o la scuola in gene-rale?Mi mancheranno gli alunni! Nonostante tutte le arrab-biature, loro sono i miei alunni e io gli voglio bene!

Flavia Lentini e Elisa Fracassi - 2 Elaria Miracoli e Asia Monopoli - 2 C

Ayla Orsenigo - 2 A e Alessia Ecobi - 2 B

Le Fair Play en France

Bonjour a tous!Aujourd'hui nous voudrions vous parler du FairPlay. C'est le jeu loyauté et c’est très importantpour le sport et la vie. Le fair-play est né en An-gleterre au XIX siècle, parce que les aristocratesanglais, pendant leur temps libre, organisaientet participaient à des compétitions sportivesdont le résultat était moins important que le plai-sir et la partécipation. Le fair-play a été inventépar Michel Platini. Les valeurs du sport sont: lerespect de l’autre, la solidarité, la tolérance, lajoie d'être ensemble, le contrôle de soi et l'ami-tié. Les règles du fair-play sont: dire oui à unebonne hygiène de vie, à une bonne alimentation;à un sommeil suffisant; accepter les décision del’arbitre ou de l'entraîneur; respecter l’adver-saire; utiliser un langage correct; être tolérant etnon-violent; respecter le matériel et les installa-tion sportives; respecter les valeurs sportives etêtre solidaire. Un exemple du fair play est arrivè à la douzièmeétape du Tour de France où les cyclistes Vin-cenzo Nibali, Chris Froome, Geraint Thomas,Tom Dumoulin et Romain Bardet dèfient pour lavictoire. Tout à coup Nibali entre en collisionavec une moto de la gendarmerie et tombe. Lecycliste se lève et continue la course. Les adver-saires décident de l'attendre et de l'aider à ter-miner l'étape.Nous espérons que cet article vous servira àmieux vivre le sport et surtout que vous voussouviendrez toujours d’appliquer ces valeursdans le quotidien.Le sport n’est pas seulement la victoire mais ilest un moment très important pour notre crois-sance.En fait, grâce au sport, nous pouvons nous rap-procher de nos pairs, partager un objectif com-mun, apprendre à se réjouir des succès etaccepter les défaites.

Beatrice, Elena, Federico,Giulia, Gregorio e Viola - 1 B

LA CAMPANELLA

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L’intervista

IL DSGA MARIAROSA LANDI VA IN PENSIONE“La scuola cambia, dobbiamo farci trovare pronti”

In cosa consiste il suo lavoro?Io sono il direttore dei servizi generali amministrativi einsieme alla preside gestiamo l’organizzazione dellascuola.Lei segue di più la parte didattica, ovvero docenti ealunni, io seguo la parte amministrativa, gestisco i col-laboratori scolastici e la segreteria e mi occupo del bi-lancio, dei finanziamenti che vengono dati alle scuole,degli acquisti del materiale scolastico, delle uscite di-dattiche e dei progetti.

Che scuola ha frequentato? Ho frequentato l’istituto tecnico commerciale per ra-gionieri a Milano, il Carlo Cattaneo. Ai miei tempi perdiventare direttore amministrativo bastava il diploma,ora è necessaria la laurea.

Dopo gli studi ha dovuto superare un concorsoper poter svolgere questo lavoro?Inizialmente mi sono messa in graduatoria e ho co-minciato con le varie supplenze. Per diventare diret-tore amministrativo non ho fatto un concorso perchèavendo lavorato per dieci anni con un incarico an-nuale, ho avuto la possibilità, a quei tempi, di fare unaprova orale.Però di solito c’è un concorso. Nel 2000 ho sostenutoun altr’atra prova orale dopo aver seguito dei corsi diformazione.

È sempre stato il suo sogno o immaginava di farealtro?

Da giovane sognavo di diventare guardia forestale oveterinaria perchè mi piacciono molto gli animali e lanatura. Sognavo di andare in Trentino o in Africa. Materminati gli studi, ho iniziato a lavorare come sup-plente in segreteria e non ho più smesso.

Si è pentita o le è piaciuto il lavoro che ha scelto?No, non mi sono pentita perchè, tutto sommato, lacontabilità mi piace, inoltre dà soddisfazioni.

Quano tempo ci vuole per organizzare una gita?Dipende dalla gita. ll tutto parte sempre da un progettoche i professori presentano per voi in base alla vostradidattica e alle vostre esigenze.Se si tratta di un’uscita di un giorno, l’iter è più veloce.Solitamente per un'uscita di un giorno servono 15giorni per organizzarla; per le gite di più giorni è ne-cessario anche un mese perché bisogna predisporretutto al meglio.

Per organizzare un progetto, deve prima racco-gliere le idee di tutti i professori?Quando mi presentano i progetti, i docenti hanno giàpredisposto la parte didattica, io seguo invece la parteamministrativa.Alcune volte, il docente individua già l’operatore a cuiaffidare il progetto, altrimenti, come nel progetto ma-drelingua, è la scuola che cerca l’operatore rivolgen-dosi ai vari istituti linguistici e predisponendo, come alsolito, i bandi. Il confronto con i docenti però c’è sem-pre.

È difficile rimediare ad un errore amministrativo?Sì, difficile. Se è solo un errore interno, è più facile ri-mediare perchè basta fare una rettifica. Se, invece,l’errore commesso è con un ente esterno, la proce-dura si complica e richiede più tempo.

Come ci si sente ad avere la responsabilità di unascuola?“Non si dorme la notte”. Ogni tanto perchè il tuo incon-scio pensa sempre ai vari problemi da risolvere. Inoltrela scuola continua a cambiare e dobbiamo farci tro-vare sempre pronti.

C’è stato un momento in cui ha pensato che nonce l’avrebbe mai fatta?Sì, più di una volta. Spesso quando si ha un problema,non si sa mai a chi rivolgersi. Essendo l’unica a svol-gere questa mansione, non ho la possibilità di confron-tarmi con qualcuno.

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L’intervista

LA CAMPANELLA

Si è trovata bene a lavorare in questa scuola? Quando sono venuta qui nel 1989 avevo solo espe-rienze alle scuole medie e superiori, le elementari nonmi erano mai capitate.Però mi sono subito ambientata, mi sono trovatabene… mi sento a casa!

Ha ancora un sogno che vuole esaudire?Vorrei ritornare a viaggiare e dedicarmi ai miei hobby:le pianti e gli animali.Magari mi dedicherò a qualche corso, cosa che nonho potuto fare in questi anni per dedicarmi al lavoro ealla famiglia.

Com’è stato lavorare con lavorare con la diri-gente? Mariarosa: conosco la dirigente dal 1995, quandosiamo arrivate qui e la scuola era solo un circolo di-dattico. Ci conosciamo con tutti i nostri pregi e difetti,ogni tanto discutiamo ma è anche bello perchè l’im-portante è dire sempre quello che si pensa per colla-borare al meglio.

Com’è stato lavorare con lavorare con la diri-gente?Dirigente: Sì, con Mariarosa lavoriamo bene insieme.Come ha detto lei, ogni tanto discutiamo ma en-trambe cerchiamo di fare il meglio per voi.

Ilaria Cassanelli - 2 A, Martina Furio - 2 A,Mattia Passerini - 2 A, Miriam Brazzoduro - 2 A,

Gabriele Bisaglia - 2 B, Andrea Vireca - 2 B,Beverly Ochoa - 2 B, Giorgia Guerra - 2 C,

Valentina Re - 2 C, Elisa Lorusso - 2 D,Eleonora Gino - 2 D, Linda Herold - 2 E,

Giulia Zacchetti - 2 E. Alla realizzazione dell’intervista hanno

collaborato tutte le classi seconde.

AMBIENTEL’acqua: bene comune

da salvaguardareGli sprechi di acqua vanno di pari passo con la sic-cità e la scarsità di questa risorsa in alcune partidel mondo. Un consapevole consumo di acqua potrebbe mi-gliorare la situazione ambientale, vittima dei cam-biamenti climatici che hanno portato a un aumentorepentino delle temperature e alla diminuzionedelle piogge. La siccità colpisce alcuni dei paesi più poveri delmondo, aggravando fame e malnutrizione. Entro il 2050 è probabile che almeno una personasu quattro sia colpita da carenza duratura o ricor-rente di acqua potabile. Acqua accessibile e pulita è un aspetto essenzialedel mondo in cui vogliamo vivere! Il nostro pianetapossiede sufficiente acqua potabile per raggiun-gere questo obiettivo. Infrastrutture scadenti o cat-tiva gestione economica generano la morte dimilioni di persone ogni anno.La carenza e la scarsa qualità dell’acqua, assiemea sistemi sanitari inadeguati, hanno un impatto ne-gativo sulla sicurezza alimentare, sulla scelta deimezzi di sostentamento e sulle opportunità di istru-zione per le famiglie povere di tutto il mondo. Nel nostro Paese, negli ultimi mesi stiamo assi-stendo a una vera e propria crisi idrica, il fiume Poè sceso del 65% e le amministrazioni locali sonocostrette a ridurre i consumi d’acqua in Italia.Entro il 2050 assisteremo a un ulteriore aumentodella siccità e a una riduzione delle piogge del20%, ecco perché è fondamentale fare luceadesso sulla questione e iniziare ad avere un con-sumo d’acqua per famiglia più cosciente e soste-nibile. Negli ultimi decenni, in Italia, la situazione meteo-climatica è caratterizzata da una generalizzata di-minuzione delle precipitazioni.Gestire in maniera oculata e razionale le falde ac-quifere, ridurre i consumi, realizzare interventi di ri-parazione o di rifacimento delle condotte,impiegare reti di adduzione e distribuzione “duali”che consentono l’utilizzo di acqua pregiata per finipotabili e di acqua depurata per alcuni usi compa-tibili.Aiutiamo il mondo per aiutare noi stessi!

Achille Zucca, Tommaso Avorniellie Luca Venegoni - 1 C

LA CAMPANELLA

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Lavoro minorileINCHIESTA DAL PASSATO: IL LAVORO MINORILE NELL’INGHILTERRA DELL’800

Lacrime di bambiniSi sta vivendo un periodo di rivoluzioneper quanto riguarda le fabbriche e il la-voro. Grazie a questo cambiamento sonostate inventate nuove macchine che sa-ranno d’aiuto nel futuro. Da questo puntodi vista siamo molto avanti. Ma non siamo avanti con i diritti dei bam-bini, la loro libertà. Il progresso ha portatoi bambini nelle fabbriche. Questo pro-blema è sotto gli occhi di tutti ma nessunolo vede.Come tutti ormai saprete, verso la fine del‘700, l’Inghilterra è stata investita da unagrande Rivoluzione industriale,ancora incorso. Fino ad ora questo processo ha ri-voluzionato la produzione dei beni di consumo, i metodidi produzione, e la società in senso più ampio, osser-vando così un grande spostamento di popolazionedalla campagna alle città. Però questa grande rivolu-zione non sta avendo solo miglioramenti, infatti è au-mentata molto la disuguaglianza tra ricchi e poveri,mandando quest’ultimi, a lavorare nelle miniere e nellefabbriche in condizioni penose. Ma vediamo più detta-gliatamente cosa sta succedendo: siamo nel 1810, edancora il lavoro minorile è una caratteristica comunenelle società industriali, anzi, non è solo comune, èsempre utilizzata. Una delle fasce più impiegate per illavoro è quella dei bambini. I bambini lavorano soprat-tutto nelle miniere, nelle fabbriche di cotone e comespazzacamini. Ma perché sono quelli più sfruttati?Uno dei vantaggi dei bambini è quello che sono piccolie riescono ad infilarsi dove un adulto non riuscirebbe,o rimarrebbe incastrato.Per questo motivo sono perfetti per certi tipi di lavori adesempio: lavorare nelle gallerie delle miniere, infilarsinei camini, o maneggiare il cotone per via delle loromani sottili.É incredibile che un bambino debba sopportare turnidi lavoro di oltre 12 ore. Non possiamo lasciare deibambini, con pochissimi anni di vita, a lavorare con fi-latoi, cinghie e alberi rotanti che alimentano le mac-chine!Ma purtroppo se serve anche solo a portare “duespicci” in più in famiglia, a quanto pare, al giorno d'oggisi può! E non solo perché utile alle loro famiglie ma anche airicchi industriali, che non si fanno problemi ad utilizzarei bambini di tenera età per i loro scopi di profitto.La maggior parte dei bambini è costretta a lavorare per-ché è orfana di entrambi i genitori o perché, apparte-nendo ad una famiglia povera, deve guadagnare percomprare del cibo e contribuire alla sopravvivenza della

famiglia. Di solito i bambini nelle miniere inizianoa lavorare all’età di quattro anni.Gli impieghi che gli affidano sono:estrarre i minerali, trasportarli in superfi-cie e tenere aperte le porte per il passag-gio dei carrelli.E la paga? Prendono il 10 - 20% del sa-lario di un adulto, un vero risparmio per inostri imprenditori! I bambini sono più facili da sottometterea suon di ceffoni, le loro manine con ledita sottili arrivano facilmente a sbrogliarei macchinari inceppati e pericolosi; unavera fortuna per gli industriali che non

possono permettersi di fermare la produzione!Ma possiamo permetterci di rubare un’infanzia, un’ado-lescenza felice ai bambini?Oltre al lavoro nelle fabbriche, gli orfani cercano lavorocome spazzacamini perché sperano che il cliente gli diaalloggio e da mangiare visto che le parrocchie nonhanno più soldi per mantenerli. Questi piccoli lavoratorisono esposti a molti pericoli: rischiano di soffocarenelle canne fumarie, di intossicarsi a causa dei fumi enon avendo una casa di morire di freddo, di fame o am-malarsi. Lavorano 16 ore al giorno per 6 giorni alla set-timana, ed è l’unico modo che hanno per guadagnarsida vivere. Non gli è concessa nessuna pausa, se nonmezz'ora per mangiare, e poi devono continuare a la-vorare.Questi bambini non hanno nemmeno avuto un’istru-zione; se si ammalano sono costretti ad andare a lavo-rare comunque e, nel caso avessero degli incidenti sullavoro, non è previsto nessun tipo di risarcimento.Tutto questo è ingiusto perché loro, come tutto il genereumano, hanno dei diritti: il diritto ad essere felici, di gio-care e soprattutto di imparare.Dovrebbero esserci delle leggi che vietano che i bam-bini siano sfruttati in questo modo, leggi che supportinoi loro diritti.Dopotutto loro rappresentano il futuro e non può esi-stere un futuro creato da persone che non hanno maiavuto un'infanzia felice, che sono stati maltrattati e usaticome schiavi.I bambini devono avere un sogno e realizzarlo anchelottando, questo è il vero lavoro che devono fare, nondi certo aprire o chiudere porte, sistemare macchinari,pulire i camini ecc..Cosa aspettiamo a istituire delle leggi che tutelino ibambini e la loro infanzia!?

Linda Herold e Aurora Moda - 2 E e Giulia Margutti - 2 B

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Lavoro minorile

LA CAMPANELLA

LAVORO MINORILEDovere o violazione

dei diritti?Come molti di voi hanno notato in questa se-conda metà del Settecento si sta verificando larivoluzione industriale che porta molti beneficicome la crescita del PIL, l’aumento della ric-chezza e la maggior produzione di merci.“Non capisco cosa c’è di male” direte voi, mase vi dicessi che non è così? Come sapete è aumentato il fenomeno dell’ur-banizzazione, che è il processo di formazionedelle città dove la popolazione si concentra vi-cino alle fabbriche. Ciò crea molti problemi spe-cialmente igienici le cui conseguenze sonopagate dai più poveri. Un altro problema è l’in-quinamento dato dal carbone coke, ma di que-sto problema ce ne accorgeremo molto piùtardi nel tempo.Ricollegandoci all’urbanizzazione, ieri stavopasseggiando vicino a una fabbrica dove hovisto un fanciullo che tornava a casa strematoe ovviamente non ci ho messo tanto a capireche lavora lì. Ho deciso quindi di chiacchierare(chiacchierare è una parola grossa dato chenon riusciva neanche a stare in piedi!) un po’con lui. Mi dice che lavora lì 16 ore al giorno edorme 2 ore perchè è sempre agitato. E’ lui cheprocura il cibo alla sua famiglia tutti i giorni. Miha anche raccontato di un suo amico, Kevin,che non ha né dimora né cibo. Kevin è pallidoe magro, prende un po’ di colore quando va alavorare infatti diventa nero, nero carbone. Ilsuo padrone non gli ha dato una dimora e luimendica cibo da quelle donne che, per mira-colo, non sono obbligate a lavorare nelle fab-briche. Kevin non ha vestiti né medicinali perquando sta male ma ha solo due cose: il lavoroe in futuro la morte.Kevin e il bambino stremato hanno entrambiotto anni ma sanno che da lì a poco moriranno,date le situazioni igieniche in cui lavorano e glisforzi fisici e psicologici a cui sono sottoposti.Però Kevin e il bambino fanno “comodo” al lorocapo che non deve pagarli tanto. Le famigliepovere fanno di tutto per qualche spicciolo. Posso quindi dire che il lavoro minorile NON èun dovere che i bambini devono portare a ter-mine, ma è una crudele violazione della loro li-bertà di essere bambini.

Giulia Zacchetti - 2 E

XVIII SECOLO: LA PRIMARIVOLUZIONE INDUSTRIALE

I bambini nelle industrieI poveri bambini sfruttati nelle industrie!Vi rendete conto che i nostri bambini stanno vivendo la loro vitacome essere all’inferno?Vi rendete conto che la loro infanzia è stata rubata dal lavoro?!Capisco che nelle industrie il loro lavoro offre molti vantaggi,per esempio svolgono il lavoro che magari un adulto non vuolefare, essendo più giovani sono anche più agili e quindi fannoin fretta il loro compito. … Ma veramente volete rovinare la vita dei poveri bambini? Per chi non sa ora vi spiego quello che sta succedendo.…Da quando sono nate le industrie migliaia e migliaia di bambinivengono sfruttati a migliaia e migliaia di bambini. Ci sono moltimotivi che lo spiegano ma quello più noto è che non si ribellanoe sono più sottomessi rispetto agli adulti. I bambini solitamente iniziano a lavorare dagli otto 8 anni in su.In certi casi però, come in miniera, lavorano dai quattro 4 anni.Come avete visto nell'immagine, i bambini non sono affattotrattati bene, sono picchiati, maltrattati … il padrone fa di tuttopur di farli lavorare.Alcune volte sono talmente stanchi che si addormentano. In-fatti essi lavorano per circa 14/15 ore al giorno. Da non crederci!Una minatrice inglese di soli otto anni ci ha lasciato queste te-stimonianze:“Lavoro nella cava di Gawber. Non mi stanca, ma devo lavo-rare senza la luce e ho paura. Inizio alle quattro e talvolta tree mezza del mattino ed esco alle cinque e mezza. Non vadomai a dormire. A volte, quando ho la luce, canto, ma non albuio, io non oso cantare allora”. Spaventoso vero? Pensate che sta accadendo proprio adesso, in questo mo-mento! Ci sono diversi tipi di lavori, a cui in cui i bambini vengono av-viati, spazzacamini che devono pulire le canne fumarie. Pen-sate che rischiano di morire intossicati. Poi c’è il lavoro di mozzo sulle navi, anch'esso molto pericolosoe duro, ecco perché ci lavorano i bambini dagli otto anni. C’èchi lavora nei cotonifici e chi lavora nelle miniere.Ecco questo è il lavoro dei poveri bambini.Ah dimenticavo, pensate che essi vivono in quartieri bui, spa-ventosi, soprattutto sovrappopolati e per niente igienici, quindiè facile ammalarsi….

Spero che questo messaggio sia arrivato a tutti nel loro cuore. Ho scritto questo testo per informare le persone che non sannoquello che sta accadendo ai poveri bambini ma unendo le forzee facendo sentire il nostro grido di ribellione possiamo rime-diare a questo orrore.

Alessia Riva - 2 B

LA CAMPANELLA

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Droits et Liberté

La convention des droits de l’enfant a 32 ansFRANCESEComme toi, tous les enfants dumonde ont des droits: le droitd’avoir un nom et une nationa-lité, d’aller à l’école, d’être soi-gné, d’avoir une bonne alimen-tation, de jouer, d’avoir une fa-mille et une maison, d’être pro-tégé de la violence, de ne passubir de discriminations, des’informer et de s’exprimer etenfin de ne pas faire la guerreni la subir.Certains enfants sont aussiobligés de travailler, à l’usineou dans les champs, pour aiderleur famille.On pense qu’il y a 160 millionsd’enfants qui travaillent dans lemonde. L’Unicef agit depuis longtemps pour aiderleurs familles, empêcher le travail des enfants et lesaider à aller à l’école.

ITALIANOCome te, tutti i bambini del mondo hanno dei diritti: ildiritto di avere un nome e una nazionalità, di andare ascuola, di essere curati, di avere una buona dieta, digiocare, di avere una famiglia e una casa, di essere

protetti dalla violenza, per nonessere discriminati, per essereinformati ed esprimersi e infineper non entrare in guerra o su-birla.Alcuni bambini sono anche co-stretti a lavorare, in fabbrica onei campi, per mantenere leloro famiglie. Si ritiene che cisiano 160 milioni di bambiniche lavorano nel mondo.L'Unicef ha una lunga storianell'aiutare le loro famiglie, pre-venire il lavoro minorile e aiu-tarli ad andare a scuola.

FONDAMENTAUXPOUR TOUS LES ENFANTSTous les enfants sont égaux en

droits: filles, garçons, quelles que soient leurs originesou celles de leurs parents. Chaque enfant doit pouvoir vivre en famille. Chaque enfant doit avoir une identité: un nom, un pré-nom, une nationalité.Chaque enfant doit être correctement nourri et soigné. Chaque enfant a le droit à l’éducation et aux loisirs. Chaque enfant qui a un handicap a droit à être aidé àvivre avec les autres en étant le plus autonome possi-

ble.Chaque enfant a droit àla protection de sa vieprivée.Chaque enfant a ledroit de s’exprimer etd'être entendu sur lesquestions qui le concer-nentChaque enfant doit êtreprotégé contre toutesles formes de violence.Personne n’a le droitd’exploiter un enfant.Lorsqu’il commet uneinfraction, chaque en-fant a droit à une justiceadaptée à son âge. En temps de guerre, lesenfants doivent êtreprotégés et ne peuventdevenir soldats.

Luca Secondi eLudovica Costigliola - 2 B

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Diritti e Libertà

LA CAMPANELLA

Le mie considerazioni sul Diritto alla Libertà

Il riconoscimento della dignità di tutti gli uomini è il fon-damento della libertà dei popoli. Nel 1948 il nostroStato con la Costituzione e l’ONU con la Carta dei Di-ritti hanno sancito il diritto alla libertà personale.Sono passati più di settant’anni, ma tale diritto ancoranon viene rispettato in tutti i paesi.Basti pensare ai bambini-soldato dell’Africa: migliaiadi bambini e bambine di 10-12 anni, guidati da capi fa-natici e criminali, sono sottoposti a torture per distrug-

gerne la volontà ed il rispetto di sé per diventare, poi,essi stessi degli spietati combattenti pronti ad uccideresenza pietà.Molte ragazze slave, albanesi ed africane con l’utopiadi un lavoro vengono portate in Europa e costrette aprostituirsi, per coloro che tentano di fuggire ci sonopercosse, minacce nei confronti delle famiglie e per-sino la morte. Il miraggio di una vita migliore le con-duce, pertanto, a perdere la loro libertà.Nei paesi più poveri milioni di bambini vivono raccat-tando i rifiuti nelle discariche, estraendo carbone nelleminiere, fabbricando mattoni nelle fornaci, tessendotappeti negli stabilimenti… sono bambini rapiti dalleloro case o venduti dalle famiglie per estinguere undebito. Sono anche loro ridotti in schiavitù.Noi ragazzi spesso ci lamentiamo di non essere liberiquando ci viene negato dagli adulti il permesso di farequalcosa; ci sentiamo loro “schiavi”.Non ci rendiamo conto, invece, che nel mondo moltepersone sono ancora oggi davvero prive di libertà.

Sofia Righetto - 3 C

INTERNATIONAL LABOUR OFFICE

Giornata mondialecontro il lavoro minorile

L’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro)ha fondato nel 2002 la Giornata mondiale controil lavoro minorile che viene celebrata il 12 giugno. In questa giornata, ogni anno, si riuniscono mi-lioni di persone di tutto il mondo per porre l’at-tenzione sul fenomeno del lavoro minorile ediscutere ciò che può essere fatto per eliminarequesta problematica mondiale. Sono 152 milioni i bambini vittime del lavoro mi-norile e la maggior parte svolge lavori pericolosi.Le aree più colpite sono quelle più povere che sitrovano nel sud del mondo.Le forme più rischiose di lavori minorili sonoquelle che possono mettere in pericolo la sicu-rezza, la salute, insomma la loro vita. Purtroppola sopravvivenza di molte famiglie povere spessodipende dal guadagno dei bambini ai quali vienenegato uno dei diritti più importanti: l’istruzione.Secondo i dati recenti dell'UNESCO, la metà dibambini in età da scuola primaria, di cui più dellametà femmine, e l’altra metà di milioni di ragazziin età da scuola secondaria non sono iscritti ascuola, o pur essendo iscritti non frequentano re-

golarmente le lezioni. Secondo l’ILO ci sono tre aree nelle quali l’azionedei governi può essere fondamentale:- i programmi di trasferimento di denaro e di ali-mentazione scolastica tendono a favorire l’ac-cesso all’istruzione e a ridurre il lavoro minorile;- assicurare un lavoro dignitoso agli adulti è divitale importanza perché grazie a quei soldi pos-sono mandare i propri figli a scuola;- i governi devono garantire che i minori che nonhanno raggiunto l'età minima per l'ammissioneal lavoro ricevano un'educazione di qualità. L’obiettivo è offrire ai minori l’opportunità diavere un futuro migliore.

Marta Iacovelli - 2 E

LA CAMPANELLA

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Progetti

I pericoli dei socialI social sono ormai partedella vita di ogni adole-scente. Alcune volte michiedo come mai la vita dinoi giovani debba dipen-dere da essi. Personal-mente io ne ho pocaesperienza in quanto nonho il consenso da partedei miei genitori e sono iostessa a non essere mol-to interessata.Penso che i social influi-scano in modo negativosu noi adolescenti, “impo-nendoci modelli domi-nanti” nell’abbigliamento,nel linguaggio, nel mododi approcciarsi alle per-sone. E’ successo anchea me: voler far parte di ungruppo, essere partecipedelle conversazioni dei miei amici, seguire la massaper paura di essere o sentirmi diversa. A volte pensoche sia normale una fase di questo tipo per un adole-scente, ma mi rendo conto che è sbagliato. Nel complesso penso che il mondo dei social si possaanche definire “pericoloso” soprattutto per un adole-scente che non è ancora pienamente responsabile diciò che dice e fa, magari non sapendo a cosa va in-

contro.Non sappiamo con cer-tezza chi si nascondadietro ad uno schermo,se sia un truffatore, sementa sulla sua età, se sispacci per qualcuno chenon è. Proprio per questomotivo a scuola abbiamoorganizzato un incontrocon l'Associazione Caro-lina che ci ha messo inguardia da tutti i pericoliche corriamo utilizzando isocial: violenze, insulti,episodi di cyberbullismo emolto altro.Ciò non toglie il fatto chei social, se usati corretta-mente, possano essereanche un grande vantag-gio. Molte volte mi è capi-

tato di prenderne spunto per lavoretti, titoli di libri daleggere o film da vedere; oppure soffermarmi su noti-zie che mi hanno particolarmente colpito o interessato.In conclusione penso che l’importante sia stare inguardia dai pericoli ai quali andiamo incontro ed utiliz-zare i social in maniera consapevole e responsabile.

Sofia D’Ambrosio - 3 D

La mia vitalibera dai social

I social influenzano, molto, la vita di tutti noi, manon la mia! Ecco... la mia vita di adolescente non è influen-zata dai social, se non per poco. Quel poco sonoi messaggi scambiati con gli amici. Pur non es-sendo iscritta a tanti social ho delle opinioni suquesti. Credo che siano una risorsa estrema-mente importante per rimanere aggiornati su ciòche accade nel mondo, ma allo stesso modocredo che siano, anche, molto pericolosi. Infatti isocial sono diventati anche un mezzo per ade-scare, deridere e insultare le persone. Tutte que-ste cose, purtroppo, in molti casi portano lepersone prese di mira a gesti estremi come il sui-cidio o l’autolesionismo, a problemi alimentaricome anoressia e bulimia. Ciò nonostante i so-cial network hanno anche aspetti positivi se usati

con accortezza. Siamo in una società dove un “tiamo” vale meno di un cuore inviato su What-sapp, dove un like viene apprezzato di più di un“buongiorno”, dove gli amici su Instagram con-tano di più degli amici veri. Io mi chiedo, se continuiamo così dove andremoa finire? Posso accettare il fatto che la tecnologiasia il nostro futuro? La tecnologia ha/deve avereun limite? Fino a che punto la nostra fame di co-noscenza e condivisione si può spingere?Un domani saremo ancora in grado di socializ-zare con le persone corpo a corpo o tutto verràconcepito soltanto dal punto di vista di seguaci,like e condivisioni virtuali? Saremo ancora ingrado di aprire un libro per essere rapiti dalle pa-role?Saremo ancora in grado di guardarci intorno peressere parte della vera e autentica bellezza delmondo?

Benedetta Santoro - 3 D

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L’esperienza

LA CAMPANELLA

La nostra avventura alle scuole medieCiao a tutti! Siamo dei ragazzi di prima media e vo-gliamo raccontarvi la nostra avventura in un anno unpo’ particolare nel quale abbiamo appreso non solo gliinsegnamenti delle materie, ma anche il significato dirispetto, educazione, lealtà, la vera amicizia e l’impor-tanza dell’istruzione.Il nostro primo giorno è stato molto emozionante: risatee sorrisi riempivano i nostri cuori, una leggera paura,molta curiosità e anche un po’ di nostalgia ci hanno ac-compagnato in tutto questo anno scolastico. Tutti di-cono che il modo migliore per crescere come classe èquello di stare uniti, di collaborare e di aiutarsi sempre.Fino all’anno scorso forse molte persone non ci crede-vano, o almeno non l’avevano mai provato, ma que-st’anno, forse anche un po’ per la situazione particolareche stiamo vivendo, abbiamo finalmente compreso l’im-portanza di essere una classe unita e di continuare apromuovere valori che fanno stare bene come l’amici-zia, la lealtà e soprattutto ricordare che l’unione fa laforza per superare qualsiasi momento difficile.Ci soffermiamo soprattutto sull’amicizia perché è fon-damentale e pensiamo che arrivare in prima media si-gnifichi mettere le basi per nuove durature amicizie. Cisiamo ritrovati a vivere questa esperienza con nuovicompagni che conoscevamo solamente di vista, macon i quali abbiamo instaurato un magnifico rapporto,basato soprattutto sulla fiducia e sulla sincerità, e spe-riamo che questi legami proseguano fino alle scuole su-periori e oltre. Quando arriveremo in terza mediasappiamo già che lacrime e pianti ci travolgeranno per-ché, anche se ci conosciamo da poco tempo, abbiamoormai legato molto tra di noi e con i professori. Il rispetto e comportamento sono interconnessi perchése ci si rispetta tra compagni si segue un buon compor-tamento e se si segue un buon comportamento si mettein pratica anche il rispetto verso gli altri. Abbiamo peresempio imparato a parlare rispettando un ordine, at-traverso l’uso della mano alzata e a dare del “Lei” aiprofessori.Questi due elementi quest’anno hanno avuto un signi-ficato ancora più ampio con l’aggiunta dell’uso dellamascherina, l’elemento chiamato anche “inferno”, cheperò ci sta salvando. Indossandola possiamo rispettaregli altri e comportarci bene sia in classe sia fuori con inostri coetanei e con gli adulti.Rispetto è anche integrazione e accettazione delle di-versità.Una volta arrivati alla scuola media abbiamo osservatoche è molto bello avere in classe persone provenientida diversi paesi perché possono infonderci parte dellaloro cultura insegnandoci anche ad apprezzarla al me-glio. Le persone di nazioni diverse sono molto veloci adimparare l’italiano anche se è una lingua complessa ecomunque i professori sono comprensivi nei loro con-

fronti e li aiutano a capire meglio gli argomenti e i ter-mini più difficili. Infine noi come compagni cerchiamo dicoinvolgere queste persone all'interno del gruppoclasse, perché per noi siamo tutti uguali.In questa nostra nuova avventura alle scuole medie, lelezioni sono molto differenti rispetto a quelle delle ele-mentari: non c’è più la maestra che spiega alla classelo stesso argomento anche per diversi giorni, qui il ritmoè più veloce, ma interagiamo tra di noi e con i professorie costruiamo la lezione, rendendo più facile capire estare attenti. Purtroppo abbiamo dovuto sperimentareanche la DDI che all’inizio ci spaventava molto, ma cheabbiamo poi capito essere solo un modo diverso di farelezione.Appena iniziata la scuola media ci siamo subito accortiche sarebbe stato necessario studiare ogni giorno, per-ché i compiti sono troppi per essere svolti solo in un finesettimana, senza correre il rischio di non ricordarci piùniente dopo pochi giorni. Il giorno prima delle verifiche può capitare di finire di ri-passare addirittura dopo cena, perché si ha paura operché per tutto il giorno si è stati impegnati con gli altricompiti. La tensione del giorno della verifica è avvertitada tutta la classe. Le interrogazioni sono forse più faciliperché esprimersi e farsi capire oralmente risulta piùagevole. Aumentando le richieste verso noi studenti,potremmo essere tentati di usare stratagemmi, ma ab-biamo imparato ad essere leali sia verso i professori,sia verso i nostri compagni. Bisogna pensare che i votisono solo un numero e che non deve essere una garaa chi prende i voti più alti perché non è un numero chedetermina la nostra vita né la nostra esperienza in que-sta scuola. L’importante è applicarsi al massimo ed im-parare il più possibile.L’impegno, sia nello studio che nella vita è fondamen-tale.Questa avventura alle scuole medie si sta rivelandoun’esperienza unica e davvero importante, che ricorde-remo per tutta la vita.Ringraziamo di cuore i professori per averci aiutati anon farci intimorire dalla DDI e per aver contribuito afarci diventare più responsabili e a farci crescere affron-tando ogni giorno con energia e impegno la scuola. Ci teniamo inoltre a ringraziare i collaboratori scolasticiper averci assistito e per averci aiutato a rispettare leregole in ogni momento.Un particolare ringraziamento va all’Associazione Ge-nitori e a tutte quelle persone che ci hanno permessodi svolgere i progetti.Vogliamo ringraziare particolarmente i rappresentantidi classe, la nostra vicepreside e la nostra preside.Un saluto a tutti voi!

Bardini Chiara, Lorenzo Francioni, Elena Pompetti,Federico Reina 1B a nome di tutte le classi prime

LA CAMPANELLA

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Il concorso

Concorso di poesia

“Bianco, il colore della neve”. E’ il concorsodi poesia organizzato dall’Associazione Ge-nitori Gaggiano in collaborazione con l’IstitutoComprensivo “Leonardo da Vinci” di Gag-giano. Pubblichiamo la poesia vincitrice.

INCONTROQuando vedi per la prima voltaquel bianco batuffolo d’acquache pian piano tutto risciacquala tua giornata subisce una svolta.Senti arrivare un colpo gelatoè freddo e gelido alla tua spallae per un attimo il mondo traballapoi t’accorgi che si è fermato.Raccogli da terra un po’ d’esplosivocarichi il colpo, prendi la mirasenti da dietro: “No, adesso tira!”colpisci chiunque nel campo visivo.Com’è divertente e soddisfacente!Continui e diventa una battagliasenza però tutta quella ferragliache rende anche il sole meno ridente.Altri batuffoli cadon vicinosembra un tappeto. Ti senti chiamaredicon: “Fa freddo, dobbiamo rientrare!”e ti avvii, pensando al caldo camino.La notte fa sognare, ed anche tantoe tu sogni i batuffoli ghiacciatidanzi con bei vestiti decoratidal loro lucido e bianco manto.Questa è la grande magia della neveha mille poteri, ha mille stradericopre ogni anno mille contradecosì siamo uguali, sotto al suo manto lieve.

Arianna Romanò - 2 B

INTERVISTA AD ARIANNA ROMANÒUn amore per la poesia

“Incontro” con Arianna Romanò, la vincitrice del concorso dipoesia “Bianco, il colore della neve”, che si è tenuto questo in-verno. Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso?Io scrivo da tantissimo tempo e volevo mettermi alla prova, perme la poesia è uno sfogo. Amo scrivere!Cosa ha ispirato la tua poesia?Ho avuto un’ispirazione insolita. Avevo letto il bando ma nonmi ero accorta che erano stati stabiliti gli argomenti, perciòavevo iniziato a comporre una poesia pensando alla vita primadel Covid. Per iniziare a scrivere quella che ha vinto ho scrittola prima parola dell'altra poesia e da lì sono partite le altrestrofe.Hai scritto altre poesie? Se si, qual è la tua preferita?Ho scritto recentemente altre due poesie: quella che avevo ini-ziato per il concorso e una sulla Pasqua. La mia poesia prefe-rita è quella che ha vinto: “Incontro”Cosa hai provato quando hai vinto il concorso?Quando ho saputo di aver vinto sono stata felice, poi mi sonochiesta se sarei riuscita a vincerne altri, forse anche più impor-tanti. Se si presenterà l'occasione penso che parteciperò adaltri concorsi.La tua poesia è personale o superficiale?La mia poesia è abbastanza personale, alcune emozione le hovissute.Sei orgogliosa della poesia che hai fatto?Sì, sono orgogliosa della mia poesia.Oltre al tema della poesia, ad Arianna abbiamo fatto alcunedomande sulle sue passioni e su che cosa vuole diventare. In-fatti la più grande passione di Arianna oltre alla scrittura è suo-nare il violino.Da dove proviene la tua passione per il violino?La mia passione per il violino dipende in primis dai genitori epoi perché mi piace.Che generi musicali suoni?Quasi sempre musica classica, ma mi è capitato di suonareanche le melodie di canzoni pop.Che indirizzo vuoi scegliere per le superiori?Il mio sogno è diventare insegnante di italiano e materie uma-nistiche. Ed è per questo che vorrei incrementare le mie cono-scenze al liceo classico.Ringraziamo Arianna Romanò per l’attenzione che ci ha pre-stato, auguriamo un in bocca al lupo ad essa per il prosegui-mento della sua attività e noi ci salutiamo qui. A una prossimaintervista. Ciaooooo!

Matilde Buratto, Ochoa Beverly e Luca Secondi - 2 B

Il saluto degli alunnidelle classi terze

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Il concorso

LA CAMPANELLA

Risultati di eccellenza per il Big Challenge 2021!

Anche quest’anno, la nostra scuola ha partecipato alconcorso online di inglese su scala europea “The BigChallenge” che contava, nell’edizione 2021, 12444 par-tecipanti solo in Italia.Nonostante la pandemia, the Big Challenge è riuscitaa trovare un’ottima alternativa al problema e ha per-messo a tutti i ragazzi di poter partecipare da casa contutte le funzionalità elaborate al dettaglio.

La nostra scuola si è distinta in modo strepitoso tra i167 istituti partecipanti in tutta Italia per aver contato suun’eccellenza: è Giulia D’Amico (1B) la studentessa acui va il First National Honours diploma per essersiclassificata prima a livello regionale per le classi primemedie e quarta a livello nazionale!! Giulia si è aggiudi-cata così la coppa Regionale, un altoparlante bluetoothe una maglietta.Per il livello seconda media al primo posto annoveriamoElisa Maria Lorusso (2D) e i complimenti vanno ancheallo studente primo classificato per le classi terze, Gio-vanni Bizzotto (3E). Tutti i 74 partecipanti alla Challenge sono stati premiatil’ultimo giorno di scuola dalla Dirigente e dalle docentidi lingua inglese, soddisfatte per i risultati raggiunti. Atutti gli alunni sono stati distribuiti premi e gadget. Con-gratulations, everybody!Inoltre, la mattina dell’ultimo giorno di scuola è stata oc-casione di saluti alle classi terze. Nel cortile della scuola

la Dirigente, insieme al Sindaco e all’assessore, ha au-gurato ai ragazzi i migliori auguri per un roseo futuro.Al termine dei saluti, l’associazione genitori ha donatodei palloncini agli studenti con la speranza che anche inostri alunni possano volare verso nuove avventure.Un modo allegro e spensierato per salutare tutti, augu-rare un in bocca al lupo ai ragazzi delle terze e un arri-vederci a settembre per tutti gli altri.

La Redazione

LA CAMPANELLA

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Racconti & poesie

Un giallo a teatroRiassunto della puntata precedente: il regista GiorgioDell’Acqua viene ucciso poco prima del suo spettacolo“Re Lear”. L’investigatore Jack Ryan accorre al teatro,luogo del delitto, e i principali sospetti sembrano rica-dere proprio sui due attori protagonisti dello spettacolo,Federica Gaglioffo e Riccardo Petrantoni...

Il giorno dopo Jack era tornato a teatro per riportarequanto scoperto a Riccardo e Federica. “Bene ragazzicredo di esserci quasi, mi mancano solo poche proveper determinare il colpevole”, disse Jack. In quel mo-mento Riccardo sembrò sudare e agitarsi. Federica eraentusiasta. “Bene ma che cosa ha scoperto?”, disse lei.“Prima di tutto ho scoperto che da parecchi anni un pre-sunto Antonio Virgili aveva fatto causa al regista peravergli rubato la paternità di una pièce teatrale, vendutapoi ad una produzione cinematografica hollywoodiana”,disse Jack. “Poi una cosa che riguarda lei, signorinaGagliuffo”. “Cosa?”, gridò Federica. “Ebbene sì, lei si-gnorina ha preso il posto nello spettacolo dell’ex mogliedel signor Dell’Acqua, l’attrice e modella Anna Lollo,partita proprio questa mattina per una tournée negliStati Uniti”, disse Jack. “Non lo sapeva?”, chiese a Fe-derica. “Certo che no! Mi avevano detto che dovevo so-stituire qualcuno, ma non sapevo che si trattassedell’ex moglie di Giorgio”, disse Federica arrabbiata.”Che strano..” disse Riccardo. “Bene ora posso andare,buona giornata”, disse Jack andandosene dalla sala.Lo stesso giorno, nel pomeriggio, Jack venne al teatroa cercare altri indizi. Intanto c’erano ancora i tecnici.“Vorrei parlare con un tecnico che può dirmi qualcosain più”, disse Jack.“Buongiorno”, disse un uomo basso e paffuto. “Buon-giorno, ho saputo che voleva parlarmi di qualcosa”,disse Jack. “Infatti, volevo dirle che due giorni fa, io ela mia squadra di lavori siamo rimasti col signor Del-l’Acqua fino a tardi a finire i lavori di allestimento, poiverso le undici, stavamo per uscire dal teatro quandoabbiamo visto una persona in un’ampia tunica rossauscire dal camerino del regista, che era rimasto a met-tere a posto delle cose, non so dirle se era un uomo ouna donna”, disse l’uomo paffuto. “Oh e come eral’uomo che avete visto?”, chiese Jack. “Mmm… non sa-prei... era alto, ma non troppo, non mi sembrava cheavesse capelli troppo lunghi, però non si capiva perchéera buio e le luci erano spente”, disse il tecnico. Jacklo guardò per un po’ poi disse: ”Beh, questa cosa cam-bia tutto, grazie mi sarà d’aiuto”. “Può andare, arrive-derci”, disse Jack pensieroso. “Arrivederci”, continuòl’altro. Il giorno dopo ci fu il funerale del regista. La mattina dopo Jack corse al teatro. Entrò di scattodalla porta e si diresse da Riccardo.“Ho trovato il colpevole”, disse.“A sì, e chi sarebbe?”, chiese Riccardo incuriosito.

“Federica Gagliuffo”, disse deciso Jack. “Impossibile!”,gridò Riccardo. “Ma è così, glielo posso assicurare si-gnor Petrantoni. Tutte le prove portano a lei”, disseJack. “Ci sarà stato uno sbaglio di sicuro, non può es-sere stata lei, voleva bene a Giorgio”, disse Riccardodeluso. “Venga con me, andiamo dalla signorina Ga-gliuffo che ci dirà la verità. Glielo posso assicurare”.Detto questo andarono insieme da Federica. “Buon-giorno!”, disse Federica sorridente. “Non siamo qui pergiocare signorina!”, gridò Jack. “Adesso mi dovrà diretutta la verità, perché ha ucciso il signor Dell’Acqua!”disse Jack fissando Federica che intanto si era paraliz-zata. “Semplice… perché lui mi ha rovinata...”. “Nonavevo scelta e lei sa perché l’ho fatto…”, disse Federicaguardando dritta negli occhi Jack. “Bene, l’ha confes-sato, almeno è sincera”, disse Jack. Riccardo era de-bole, era deluso, ma soprattutto ferito da quello cheaveva fatto Federica. “Voglio sapere perché l’ha fatto!”gridò Riccardo. “Gli racconterò tutto”, disse Jack. “Al-lora cominciamo dal principio. Qualche anno fa, Fede-rica Gagliuffo, aveva fondato insieme ad Antonio Virgili,una compagnia teatrale, alla quale partecipava ancheil signor Dell’Acqua. I due andavano molto d’accordofino a quando Giorgio fondò una sua compagnia tea-trale. Da quel momento erano sempre in lotta per ag-giudicarsi il titolo di migliore compagnia e cominciaronoa “giocare sporco” rubando la paternità delle pièce tea-trali. Antonio denunciò Giorgio e cominciarono adodiarsi. Intanto però anche Federica cominciava ad invidiareGiorgio perchè era diventato veramente molto popo-lare. Doveva farlo fuori in un modo o nell’altro. Alloracominciò a frequentare la moglie di Giorgio, così daproporle un viaggio negli Stati Uniti a patto che la-sciasse il marito; in questo modo se ne sarebbe andatae il posto nello spettacolo sarebbe diventato suo. Cosìavvenne e Federica entrò nello spettacolo. Aspettò ilmomento giusto, e quella sera, al posto di andare acasa lo uccise. Alle sette quando doveva tornare a casarimase nel teatro e si mise addosso una tunica rossaper non farsi riconoscere e si nascose dentro il came-rino. Alle undici quando gli operai ebbero finito la viderouscire dal camerino e andare verso il foyer del teatro.Intanto Giorgio stava andando nel suo camerino a met-tere a posto delle cose quando Federica lo prese di sor-presa e lo uccise con la corona usata per lo spettacolomettendolo sotto la finestra socchiusa. Intanto presedel vino e lo spruzzò sullo specchio facendo finta fossedel sangue. Poi buttò il restante nel cestino in bagno enascose la tunica rossa nell’armadio. Però mentrespruzzava il vino non si accorse che le caddero dei ca-pelli sul pavimento che notai subito ed è da lì che hoportato i miei sospetti su di lei. Infine ripose la coronanel foyer del teatro e, usando le chiavi di Giorgio, chiuse

il teatro e lasciò tutto com’era. La mattina seguentefece finta di trovarlo morto e tutti le credettero. Ovvia-mente nessuno avrebbe potuto scoprirla e avrebbe po-tuto continuare la sua carriera indisturbata”, disseJack. Federica annuì guardando Riccardo. “Allora èvero….”, disse Riccardo pensieroso. “Sei una personaorribile, lo sai?”, disse Riccardo a Federica. “Io mi fi-davo di te!”. “Beh ogni volta che scopro il colpevole èsempre una delusione….mi dispiace molto”, disseJack. “Posso solo dire grazie”, disse sorridendo Ric-cardo. (Giulia Tuoro - 3 C)

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Racconti & poesie

LA CAMPANELLA

A TE, BAMBINODELLA SHOAH

Bisogna ricordareper non dimenticarele facce viste e quelle non vistedelle persone infinite,dei bambini intrappolatie sterminati,ricordiamoe con forza celebriamoe onoriamoquesta giornataaffinché non ci sia mai più bambino infelice.

Eden Baronio - 1 E AIKU: LA MASCHERINALa mascherina servema su di essa ho un sognospero di non averne più bisogno.

Alessandro Altomare - 1 E

FILASTROCCADELLA CLASSE

Questo componimento è in rimae racconta della sezione B classe prima,un gruppo composto da ventitré studentialcuni studiosi altri meno diligenti.E’ da pochi mesi che ci conosciamoma siamo già in sintonia e ci rispettiamo.Giorno dopo giorno stiamo in compagniatra lezioni di scienze e di antologia.La nostra classe è vivace e fantasiosae alcune volte un po’ rumorosa.Basta infatti un solo commentoe la risata inizia in un momento.Stando insieme davvero ci divertiamoe molto uniti ormai siamo.Così simili e così diversi in realtàognuno speciale nella sua unicitàE quando siamo distanti restiamo connessicon la voglia di essere sempre noi stessi.Anche se a volte sembriamo stanchi,non vediamo l’ora di tornare tra i banchi!

Elena Pompetti - 1 B

BIANCO ETERNOOgni anno arriva l’inverno,con la neve bianca simile al foglio di unquaderno,però la neve non si può disegnaresi può solo modellare,e quella palla bianca che noi creiamo,che poi giocando ce la lanciamo,ci strapperà un sorrisosul nostro bello ma mascherato viso.E con il freddo e il gelo che arriveràtutto il mondo si ghiaccerà.Questo è l’invernoche resterà bianco in eterno.

Valentina Re - 2C2° classificata Concorso

“Bianco, il colore della neve”

COPERTA BIANCAC’era una volta un piccolo bambinoche guardava meravigliato fuori dal finestrino.Un manto bianco copriva la cittàil bambino si chiedeva: cosa sara?Continuava a guardare incuriositoera un mondo fantastico, restò sbalordito.Luci e colori illuminavano i suoi occhi una coperta bianca nel paese dei balocchi.La notte scendeva a coprire la città e le stelle si accendevano a illuminare l’oscurità.È l’oro della nanna, ci dobbiamo addormentarecosì finalmente arriverà Babbo Natale.Alle luci del giorno si svegliò col bottoe corse verso l’albero, lì nel suo salotto.Era pieno di doni tutti coloratipacchi, pacchetti e sacchetti brillantinati.Pensava che fosse un sognosi diede un pizzicotto, son sveglio … è giorno!È il giorno di Natale, è tutta realtàè il giorno dei bambini, auguri e felicità!

Alice Netti - 1A3° classificata Concorso

“Bianco, il colore della neve”

LA CAMPANELLA

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Memoria

Lettere a Nedo FianoSalve signor Nedo Fiano,mi dispiace per tutto quello che ha vissuto, per tuttoquello che ha dovuto subire, per tutto quello che ha

dovuto vedere, tanto che, ancora dopo ottant’anni, da-vanti ad una telecamera, non riesce a non piangere ri-pensandoci. Io non posso far nient’altro che dire “midispiace” perché, per mia fortuna, io non c’ero, non soniente di com’era vivere in quella situazione, o megliosopravvivere a tutte quelle brutalità che lei come tantialtri ha dovuto provare sulla sua pelle, cose inimma-ginabili! Oggi è facile parlare, raccontare, come sefosse una tra le tante storie, ma a quell’epoca non eraproprio così. Rimango sempre scioccata quando miraccontano della Shoah, non ho mai capito e mai ca-pirò il perché di tutto questo, ma so che mai nessunomi darà una spiegazione perché non c’è, è una cosasenza senso e non avrà mai senso! E più rifletto, piùmi rendo conto che il mondo non è cambiato da allora,certo ora abbiamo la tecnologia, ma molte personesono uguali a quelle di una volta: persone che discri-minano altre persone, perché? Perché hanno la pelledi una tonalità leggermente diversa, oppure perchésono di un’altra religione o perché la pensano in unamaniera diversa o anche perché sono di un orienta-mento sessuale differente. Ma allora io mi chiedo, manon avete imparato niente da tutto quello che è suc-cesso in passato? La giornata della memoria serveproprio a ricordare gli errori che sono stati fatti per nonrifarli più! Oggi c’è gente che è rimasta indietro e chesostiene le idee di un tempo che si pensava fosserostate superate. Io spero solo che un giorno il mondodiventi veramente un mondo migliore, un mondo chenon sia fatto da pregiudizi, in cui ognuno sia libero diessere ciò che vuole.

Sara Ghisini - 3 B

Caro Nedo Fiano,ascoltando il tuo racconto mi sono commossa, non riu-scivo a credere che degli esseri umani considerasseroun popolo di religione diversa, un popolo di animali, oforse peggio, come se gli ebrei non avesseroun’anima, una vita, come se non provassero emozioni.Ho provato ad immaginare il tuo racconto, ma non cel’ho fatta! Ero come spaventata per voi che eravatedavvero sempre più vicini alla morte. Nonostante tutto,qualcuno, come te, è riuscito a sopravvivere a tuttoquel dolore.Sei rimasto completamente solo, ti hannodiviso da tua madre, ti hanno etichettato, come se nonavessi un’identità, un nome, come se non fossi nes-suno, ma tanto a loro non importava di come vi senti-vate, a loro non importava niente di voi. Ma la cosaorribile è che non hanno avuto rimorsi, si giustifica-vano come se fossero stati obbligati, ma secondo mec’è sempre una scelta e loro hanno fatto quella sba-gliata.

Chiara Caminada - 3 B

LETTERA A PETR GINZCaro Petr Ginz, la tua storia mi ha molto commosso. Mi hanno col-pito il tuo entusiasmo, la tua voglia di lottare, la tuavoglia di vivere e di poter veder vivere gli altri. Seiun grande esempio per noi e per la storia che nondovrebbe mai essere dimenticata, per non commet-tere gli stessi errori del passato. Mi dispiace pertutto quello che hai passato, tu come tanti altri bam-bini, non dev’essere stato per niente facile! Non hainemmeno vissuto la tua adolescenza e, tanto meno,la tua vita. Ti rende onore il modo in cui hai affron-tato la situazione in quegli anni, infatti tu sapevibene ciò che stava accadendo, ma nonostante que-sto scrivi un diario in cui non mostri tristezza o an-goscia, anzi, a volte, scherzi sulla situazione. Mercoledì è la Giornata della Memoria e la prof ciha chiesto di scegliere ed esporre la storia di unbambino che è stato vittima del nazismo. Io hoscelto la tua. Mentre leggevo di te e guardavo le tuefoto da piccolo o nell’adolescenza, ho provato adimmaginare come sarebbe la tua vita ora se non tiavessero assassinato nelle camere a gas. A mio pa-rere avresti continuato con la passione per i libri e,magari, saresti diventato uno scrittore importante.Probabilmente avresti una famiglia e soprattuttonuovi amici, dato che dalle foto sembravi un ragaz-zino allegro. Sicuramente le esperienze che hai vis-suto nei campi, come il vedere un tuo amico morireo essere stato separato da tua sorella e da tuamadre, ti hanno segnato molto. Ho riflettuto moltosu ciò che oggi sono per noi ragazzi le difficoltà emi sono reso conto di quanto tu sia stato forte equanto la tua grinta, le tue passioni, nonostante lacattiveria e l’odio vissuti sulla tua pelle, ti abbianodato la forza per reagire e la speranza di poter evoler vivere una vita migliore. In questo periodostiamo affrontando una pandemia, e ci sono regoleda rispettare per la sicurezza. Con queste, a volte,ci sentiamo privati della libertà, ma la Giornata dellaMemoria ha fatto ricordare a tutti noi ciò che hai pas-sato tu con tante altre persone in quel periodo e,quindi, capiamo che in confronto a quello, noi di li-bertà ancora ne abbiamo molta e soprattutto ancorasiamo con la nostra famiglia. Tu hai vinto! La tua storia vive con noi.

Anna Zappia e Matteo Bertaggia - 3 E

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Memoria

LA CAMPANELLA

Quale pensiero l’ha spinta a scrivere questo libro?La voglia di tramandare alle generazioni future le miememorie riguardo le crudeltà che i nazisti hanno com-messo nei confronti della popolazione ebrea cercandodi far comprendere a tutti, con un linguaggio semplice,che eravamo trattati come parassiti prima di essereuccisi e come spazzatura accatastati uno sull’altroquando eravamo morti.Cancellare i ricordi di ciò che era accaduto durantel’olocausto significava per me non considerare la di-gnità delle persone che avevano sofferto e di quelleche avevano perso la vita.

Come mai ha intitolato il suo libro “Ho sognato lacioccolata per anni”?Durante il lungo periodo della mia prigionia mi capitavaspesso di sognare tazze di cioccolata calda e mi ripro-mettevo che se avessi ritrovato la tanto agognata edesiderata libertà, ne avrei volentieri bevuta una comequando partecipavo ai tè danzanti. Era uno dei simbolidella mia voglia di vivere.

Chi o cosa le ha dato la forza di andare avantiquando è stata deportata al campo di Stutthof?Il legame profondo e intenso che avevo costruito nelcorso del tempo con mia madre era la fonte da cui at-tingere la forza per continuare a sperare. Mia madreed io ci sostenemmo in diversi momenti, anchequando mi ferii ad una gamba gravemente lei decisedi seguirmi, o avremmo vissuto insieme o saremmomorte insieme.

Pensa spesso a ciò che le è stato sottratto?Mi capita di pensarci per poter recuperare con la me-moria parte di quel mondo perduto: la mia casa, i mieiaffetti, la mia lingua e la mia cultura. Il fatto che avessidovuto lasciare tutto perché ebrea è qualcosa a cuiancora oggi non so dare una ragione.

Com’è possibile che una mentalità sbagliata rie-sca a contagiare così tante persone?La mancanza di personalità, una mente deviata ed iltimore di essere trucidati qualora non si obbedisca agliordini contribuiscono alla diffusione di un’idea comuneanche se sbagliata.

Qual è secondo lei la chiave per il rispetto reci-proco affinché situazioni del genere non si ripe-tano mai più?La tolleranza, la considerazione dei tuoi simili cometuoi pari e trattare gli altri come vorresti essere trat-

tato.

Quanto è importante ricordare il passato affinchénon vengano fatti gli stessi errori in futuro?Il passato ci restituisce le nostre radici, ci ricorda chisiamo stati e da dove veniamo ed è importante faretesoro dell’esperienza passata per poter sceglierecome organizzare il presente ed il futuro, soprattuttoin una società che considera tutto dovuto e che staperdendo il significato dei valori umani.

Quale potrebbe essere il ruolo delle nuove gene-razioni nella tutela della libertà?Bisognerebbe tentare di non dare per scontate le con-quiste delle generazioni precedenti perché per otte-nere la libertà, il diritto di voto ed il suffragio universalehanno lottato e perso la vita.

Sofia Righetto - 3 C

Intervista immaginaria a Trudi Birger, autricedel libro “Ho sognato la cioccolata per anni”

LE MARCE DELLA MORTEIl termine MARCE DELLA MORTE si riferisce aimovimenti forzati, decisi dai nazisti, di migliaia diebrei dai campi di concentramento situati in Polo-nia, che nel 1944-45 stavano per essere raggiuntidalle forze sovietiche, verso altri campi di sterminioin Germania.I prigionieri, già estenuati da mesi o anni di vio-lenze e privazioni, vennero obbligati a marciare perdecine di chilometri, nella neve, verso le stazioniferroviarie; successivamente vennero caricatisenza cibo o acqua sui vagoni stipati fino al limitedella capienza.Una volta giunti a destinazione, spesso dopo interigiorni di viaggio esposti alle intemperie, alla famee alla sete, vennero obbligati a marciare nuova-mente per raggiungere i nuovi campi di concentra-mento; coloro che non riuscivano a seguire lecolonne in marcia vennero brutalmente uccisi dalleguardie di scorta che seguivano la colonna, e chesi occupavano di finire con un colpo in testa tutti iprigionieri moribondi e stremati dalla stanchezza,che si lasciavano cadere durante la marcia.La più vasta e meglio conosciuta marcia dellamorte avvenne nel gennaio 1945, quando le forzesovietiche avanzando in Polonia giunsero neipressi del campo di sterminio di Auschwitz, ed i te-deschi decisero di trasferire nell'interno della Ger-mania i prigionieri del campo.

Giacomo Lovati e Tommaso Paridi - 3 A

LA CAMPANELLA

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Memoria

La posta della MemoriaSignor Nedo Fiano, se fossi stato al postotuo, sarei stato inpreda all'ansia e in-vece tu sei stato co-raggiosissimo. Eri unragazzo con tantagrinta! Io non vorreimai passare quelloche hai subito, ma sesuccederà io mi ricor-derò di te.

Giulio Antonioli - 3 B

Caro Nedo Fiano, la sua testimonianza mi ha colpito molto perché Leisi è salvato in un modo diverso, si è salvato grazie allamusica, quando i soldati le chiesero di cantare in ca-serma. Spero che le persone ricordino e che questiavvenimenti non si ripetano oggi.

Mario Balestra - 3 B

Caro Nedo Fiano,non so come tu abbia fatto a sopravvivere a tutto que-sto, sei stato davvero fortunato. Io non so se al tuoposto ce l'avrei fatta! Mi fa tanta paura l'idea di pen-sare di essere lì e subire tutto quello che hai passatotu. Spero che i brutti ricordi adesso ti siano alle spalle,cerca di andare avanti il meglio possibile. A presto.

Nicholas Bartella - 3 B

Caro Nedo Fiano,la sua esperienza mi ha colpito nel profondo del cuore,perché era davvero commovente e piena di senti-mento. Anch’io se fossi stato lì, avrei provato i suoistessi sentimenti e le sue stesse paure.

Cristian Bonfiglio - 3 B

Caro Signor Nedo Fiano,penso che Lei sia molto importante per la società ,tramandare queste storie aiuta le persone a non com-mettere gli stessi errori. Spero che in futuro questi ri-cordi,questi racconti continuino a essere trasmessi allepersone e che questa giornata non venga dimenticatama venga tramandata di generazione in generazione.E’ nostro il dovere di ricordare alle prossime genera-zione quello che è accaduto.Spero che Lei oltre ad avere la forza di raccontare ericordare questi brutti momenti riesca a viversi al me-glio la sua vita da uomo libero.Un saluto

Riccardo Diri - 3 B

Ciao, mi chiamo Sa-muel e vorrei parlaredi quello che è suc-cesso. Sono scioc-cato da quello chel’uomo è stato capacedi fare.Fossi stato in una si-tuazione del generesarei impazzito ve-dendo tutte quellepersone morire, masoprattutto vederemorire i miei cari.Io sono disgustato da

questo comportamento, arrabbiato per quello chehanno fatto, ma sollevato perché tutto sia finito.

Samuel Leka - 3 B

Io non posso immaginare che delle persone sono ar-rivate a questo punto, solo perchè l’ignoranza e l’invi-dia li ha sovrastati.Uccidere delle persone innocenti per niente! Mi reputofortunato perchè non sono nato in quell’epoca.Certo è facile parlare quando è già accaduta una tra-gedia e dire che ’avremmo potuto evitata ma in quelmomento molte persone erano bloccate dalla paura,e sinceramente io non se se avrei trovato il coraggioe la forza per andare controcorrente.Sono contento che lei e tanti altri siano riusciti a so-pravvivere

Mario Parisi - 3 B

Caro Nedo Fiano, se ci penso mi viene solo tanta angoscia e rabbia neiconfronti di ciò che è capitato, non c’è un motivo im-maginabile per studiare una cosa tanto atroce .Ti sono tanto vicina e anche a chi altro ha passatoqueste atrocità.Ti mando i miei più cari saluti,

Giada Calafiore - 3 B

Ciao Nedo Fiano, ho provato a immedesimarmi nella tua situazione manon sono riuscito a comprendere al meglio il tuo do-lore.Quando ho saputo di tua madre mi è dispiaciuto mol-tissimo, all’inizio non sapevo che cosa vi facevano itedeschi, ma quando hanno aperto i cancelli di Au-schwitz e visto i filmati, tutti abbiamo compreso gli or-rori e le torture che vi hanno fatto.

Mattia Falsoni - 3 B

Sarah Ungari - 2 B

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Memoria

LA CAMPANELLA

Caro Nedo Fiano, Io a diciannove anni spero di essere all’università, tu eri prigioniero in un campo di concentramento, tucome quindicimila altri bambini.In caso contrario, se fossi vissuta più a lungo, comete che ti sei messo a cantare per dimenticare, io avreiusato il ballo, mi sarei messa a ballare completamentea caso, anche solo piccoli movimenti con le braccia ole gambe.Mi dispiace molto per quello che tu e altri migliaia dibambini/ragazzi avete passato.

Andrea Fileccia - 3 B

Caro Nedo Fiano,è un bene che esista la giornata della memoria. Mi ca-pita quando sono da sola di pensare che la gente stiadando sempre meno importanza allo sterminio dimassa degli ebrei. Forse sono troppo piccola per capirlo, o semplice-mente diversa e strana per pensare delle cose del ge-nere, ma ogni giornata della memoria mi chiedoperché c'era così tanto odio verso gli ebrei. In realtàmi faccio questa domanda per tutti i “tipi” di personecontro cui c'è tanto odio. Continuo a chiedermi... per-chè tanto odio? Perchè è successo?

Reia Kuwabara - 3 B

Caro signor Fiano, Mi chiedo il perchè di tutto quest’odio, ma la rispostaè impossibile da trovare, mi viene solo da pensare acome sia potuto succedere.

Miriam Rossetti - 3 B

Cara Liliana Segre,mi dispiace molto per quello che ha dovuto subire. A volte penso a quanto sia stato difficile vedersi privaredella propria libertà e umanità, personalmente non socome sarei riuscita a resistere, ma soprattutto la cosache mi avrebbe costantemente offuscato la mente sa-rebbe stato il pensiero per i miei genitori.Vorrei cercare di comprendere a pieno ciò che lei haprovato in quegli anni di completa oscurità, ma pur-troppo non posso e non augurerei a nessuno di poterlocapire, nemmeno a lei…Grazie per il suo tempo nel leggere le mie brevi masincere parole. Le auguro il meglio.

Federica Pavesi - 3 B

Ciao Diana,ti scrivo per commemorare la giornata della memoria. Basandomi su ciò che ho appreso della vita di NedoFiano, confesso che se fossi stata nelle sue condizionidifficilmente sarei sopravvissuta o in caso contrarionon sarei riuscita ugualmente a raccontare la mia sto-ria.

So che molti non saranno d’accordo con ciò che stoper affermare, ma ognuno di noi dovrebbe smetterladi raccontare falsità come: “la giornata della memoriaserve a ricordare i tragici eventi avvenuti durante laseconda guerra mondiale nei campi di concentra-mento così che non accadano nuovamente”, sai per-ché non condivido tale affermazione?Al contrario di ciò che molti credono, tutto ciò che èsuccesso nei campi di sterminio durante la guerra stagià succedendo!

Giulia Sollo - 3 B

PER NON DIMENTICAREIl 27 gennaio, la Giornata della Memoria, abbiamovisto delle testimonianze di alcuni sopravvissuti aicampi di concentramento.La prima testimonianza è stata quella di HelgaUskova Weissova, portata a Terezin all’età di 12anni. Racconta che in quel luogo l’istruzione sco-lastica era vietata e l’unica attività che i bambini po-tevano svolgere era il disegno. La seconda testimonianza è quella di Liliana Segre(oggi senatrice a vita), che venne deportata ad Au-schwitz all’età di 13 anni, e fu costretta a parteci-pare alla marcia della morte che durò alcuni mesi.La sopravvissuta racconta di aver utilizzato moltaforza per sopravvivere e rimanere legata alla pro-pria vita qualunque fosse, con queste parole vor-rebbe trasmettere la stessa forza ai giovani di oggi.Il disegno di una farfalla che vola sopra i fili spinati,fatto da una ragazzina, rappresenta il suo simbolodella lotta all’indifferenzaEd infine la testimonianza di Nedo Fiano che ri-corda molto bene il suo viaggio verso Auschwitz in-sieme alla madre che piangeva disperata, e questofaceva star male anche lui.Ricorda che all’arrivo vennero divisi e la madrevenne portata al crematorio e dopo poche ore nonc’era più.Di questi video, le parole citate ci hanno colpitomolto, e ci sono rimaste impresse diverse immaginicome il disegno della farfalla gialla, le urla dellamadre di Nedo Fiano durante il viaggio e quandosi è separata dal figlio e l’arrivo del treno con solibambini a Terezìn.Ma oltre queste parole, ci hanno colpito queste per-sone che nonostante la sofferenza che provanoraccontando questi tragici avvenimenti, portanoavanti questa storia, che non deve essere dimen-ticata da nessuno, per far si che questo non ac-cada più.Ginevra Zuccotti, Anita Giacomazzo e Sofia Farina - 3 A

LA CAMPANELLA

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Memoria

Cara Renia Spiegel, Probabilmente ti chiederai il motivoper cui ti scrivo questa lettera econsiderando il fatto che non miconosci neanche, lo trovo piuttostonormale.La mia professoressa d’italiano ciha chiesto di scegliere uno deibambini della shoah ed io ho sceltote; non ti ho scelto superficialmenteo semplicemente perché mi ispi-rava la tua storia, ho scelto te per-ché mi ricordi la mia nonna materna, avete gli stessicapelli bruni, gli occhi grandi e neri che ti penetrano,con un sorriso che ti trasmette fiducia e sicurezza.Osservando le tue foto ho notato che indossi quelclassico ‘’fazzoletto’’ che mettono tutti nel paese di mianonna in Romania, mi hai fatto ricordare momentimolto importanti della mia vita facendomi quasi com-muovere. Ieri pomeriggio mi sono seduta sulla mia sedia, ho ac-ceso la classica lampadina che uso per studiare e hoiniziato a cercare alcune frasi del tuo diario, non pen-savo che delle semplici frasi mi facessero rifletterecosì, quel coinvolgimento ed emotività che ci haimesso riuscendo a creare un mescolamento di emo-zioni tra terrore, amore, speranza, mi ha talmente col-pito che mi ha fatto capire tante cose, prima di tutto aquanto io sia stata fortunata, perché alla fine si trattasolo di fortuna, potevo nascere io al posto di uno diquelle migliaia di bambini morti in guerra, a quantosiano importanti anche le piccole cose che diamo perscontate e a quanto le nostre famiglie, i nostri amici,siano fondamentali. Quello che hai passato non saràstato sicuramente facile, già il solo pensiero di divi-dermi da mia madre mi ammazzerebbe, figuriamocise nel bel mezzo di una guerra, tu invece sei riuscitain qualche modo, sicuramente tra pianti e momentibassi, a resistere sfogandoti attraverso un diario chetrovo sia una delle forme più liberatorie e sicure checonosca. Da quel poco che so della tua vita ti consi-dero una ragazza sveglia e originale e per le poesieche fai ti si può considerare anche una piccola artista;mi rispecchio molto in te e penso che se fossimo statedella stessa epoca saremmo state amiche, abbiamotante caratteristiche in comune e scommetto cheavremmo parlato di molte cose, anch’io sono moltofantasiosa, amo scrivere ed il sorriso è il mio punto diforza, come penso sia stato anche il tuo dato che sor-ridi in ogni foto. Cosa avrei fatto se fossi stata nella tua situazione?

Sinceramente non so cosa avreifatto, posso assicurare che inbase alle mie abitudini e alla miavita quotidiana, non sarei stataforte come te, ma penso che inuna situazione così, dal nullaquando meno te lo aspetti, nes-suno sa realmente cosa fare e tilimiti solamente a cercare di so-pravvivere nonostante tutto, ed ioso nel profondo, anche se non ticonosco, che hai messo tutta la

tua anima per stare ancora tra noi, so che ci hai cre-duto fino all’ultimo e so che per quel poco che potevifare hai cercato di vivere la tua vita al meglio. Quelloche hai subito non è stato giusto, come non è statogiusto per tutte quelle altre persone maltrattate, co-strette a vivere in solitudine nascoste in ripostigli conla costante paura di essere scoperte per poi per lamaggior parte essere uccise come te, non meritavi dimorire, nessuna persona ha il diritto di levare la vita aun'altra, specialmente se per nessun motivo valido,eppure mia cara Renia a te è andata così.Probabilmente se non fossi morta a quest'ora starestiancora con Zygu, il tuo moroso, il quale ha fatto di tuttoper farti sopravvivere e tenerti vicina a lui ma a quantopare sul male neanche l’amore ha trionfato, avresticontinuato il tuo amato diario cucendo altri quaderniscolastici e avresti raccontato quello che hai passatoin uno dei programmi televisivi di quest'epoca con latua voce e non attraverso quella di un diario.“Tre colpi! Tre vite perse! Tutto quello che posso sen-tire spari, spari ” queste sono le ultime frasi scritte neldiario dal tuo fidanzato, prima che morissi, ogni voltache la leggo mi viene una fitta al cuore, e inizio a pormitante domande tra cui perché la gente a volte è cosìcrudele? perché c’è così tanto male nel mondo? per-ché far morire anime buone e innocenti per niente?Quella breve e piccola frase mi ha suscitato tutte que-ste domande che ormai mi tormentano, perché comeha detto Zygu sono solo anime perse, la guerra haportato solamente dolore togliendo la vita a personeche avrebbero avuto un grande valore sulla terra e traqueste ci sei tu.Questa lettera la terrò per me, se fossi ancora vivaprobabilmente te la consegnerei di persona, ma pur-troppo questo non è possibile e spero che in quelposto a noi sconosciuto in cui sei ora tu possa leggerlacomunque.Cordiali saluti.

Sofia Catalano - 3 E

Le prime immagini che associo alla Shoah hanno ache fare con la morte, l’orrore, la paura, l’odio.Così infatti è stato in questo terribile pezzo di storiache ha visto uomini, donne e bambini ridotti a dei nu-meri, senza più un briciolo di dignità.Il mio pensiero vola alle tante famiglie divise, ai sogniinfranti di bambini e ragazzi, alla fatica di trovare unsenso a tutto ciò che accadeva e a tante vite che po-tevano finire da un giorno all’altro (un semplice gestopoteva, infatti, decidere il destino di un prigioniero).Rifletto sull’umiliazione e la disperazione silenziosa ditanti individui racchiusi, come schiavi, in quei campi ecostretti a lavorare inutilmente e duramente. Tuttaviaquesto giorno, per me, non è soltanto il ricordo di unavvenimento del passato, ma è anche un momentoper riflettere sull’uguaglianza e sulla fratellanza.Non ci deve più essere distinzione sul colore dellapelle, sulla razza, sulle differenze etniche e culturali.Abbiamo tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso, il di-ritto di scrivere la nostra storia, di fare delle scelte e divivere. Anch’io, anche se nel mio piccolo, posso fare qual-cosa: prestare attenzione a non emarginare chi è piùdebole, aiutare chi è in difficoltà, tendere la mano a chisoffre.

Chiara Bardini - 1 B

Ogni volta che penso a questo accaduto mi vengonoin mente queste parole: “Per non dimenticare”. Pernon dimenticare l’orrore compiuto nei campi di con-centramento, la sofferenza di persone innocenti, l’odiogratuito. Per non dimenticare chi ha osato decidere chi potevae chi non poteva vivere. Per non dimenticare il dolore di chi ha provato quelleatrocità sulla propria pelle, che noi non possiamo ne-anche immaginare. Per non dimenticare chi ha dovuto subire senza poterreplicare. Per non dimenticare che non esistevano più nomi, masolo numeri.

Dobbiamo RICORDARE, non solo il 27 Gennaio diogni anno, ma tutti i giorni. Dovremmo imparare ad apprezzare ciò che abbiamoora, e ricordare che è il frutto dei sacrifici di chi ci hapreceduto. Dobbiamo apprezzare la libertà, l’uguaglianza; ribel-larci a ogni forma di oppressione e ricordarci che ilpassato ci deve insegnare a non sbagliare mai più.

Melania D'Angiò - 1 B

Ricordiamo la forza dell’Armata Rossa che aveva de-ciso di andare a liberare i pochi Ebrei rimanenti ad Au-schwitz.Ricordiamo la forza degli Ebrei, adulti e bambini, chehanno fatto la marcia della morte, che da Auschwitzhanno cercato di tornare a casa loro, marciando nellaneve e stremati per gli anni di stenti.Ricordiamo la forza dei bambini del Ghetto di Terezin,senza genitori, con il permesso dato dai nazisti di co-lorare e cantare per far credere loro che fuori tutto an-dasse bene, per poi portarli ad Auschwitz e farlicremare, e poi svanire nel vento come la canzonescritta da Guccini.Ringraziamo la forza della Senatrice Liliana Segre, percontinuare a raccontare gli avvenimenti nei campi diconcentramento. Una data che rimarrà sempre impressa nei cuori ditutti: 27 gennaio 1945.

Riccardo Bandi - 1 B

Ogni anno il 27 Gennaio si celebra la “Giornata dellaMemoria”, il ricordo di tutte quelle persone vittime delnazismo.Questa data viene ricordata in tutto il mondo perché icancelli di Auschwitz, il più grande campo di concen-tramento, si aprirono grazie all’intervento dell’ArmataRossa.Lo scopo di questa commemorazione è quello di nondimenticare questo momento drammatico della storia,ma soprattutto di farci ragionare affinché cose similinon accadano mai più.All’epoca della guerra era considerato diverso chi eraebreo, appartenente a una razza considerata inferioree pertanto da sterminare; oggi, invece, essere diversoconsiste nell’ avere un certo colore della pelle, seguiredifferenti scelte religiose, riconoscersi nella omoses-sualità... Tutti questi fattori causano episodi di razzi-smo, bullismo, atti di violenza e profonda indifferenza,che fa altrettanto male.Come dice Guccini nella canzone ”Auschwitz”: “Iochiedo come può un uomo uccidere un suo fratello”; ilcantautore parla di fratellanza, cioè solidarietà, aiuto,

Alunni classe 2 B

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Memoria

LA CAMPANELLA

La Shoah

LA CAMPANELLA

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Memoriarispetto, ma soprattutto quel sentimento che prevedeil riconoscere la parità tra individui senza alcuna di-stinzione e discriminazione. Anche io, come Guccini,mi faccio la stessa domanda, ma senza trovare unarisposta. Non esiste una motivazione che possa giu-stificare un essere umano che tolga ad un suo similela cosa più preziosa che possiede: la vita.

Beatrice Rapetti - 1 B

Il filmato visto in classe in occasione della Giornatadella Memoria è stato donato alla nostra scuola dal-l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani della se-zione di Gaggiano, affinché noi studenti possiamoconoscere quello che è successo circa 80 anni fa nelghetto di Terezin e in tutti gli altri ghetti e campi di con-centramento. Esso ha suscitato in me grande emo-zione e ho capito che questi avvenimenti storici legatiad Hitler e al nazismo devono essere fatti conoscereper evitare che si ripetano. Ho provato anche rancoreperché questa strage poteva essere fermata prima oaddirittura evitata se solo la gente avesse saputocosa stava avvenendo: se ciò fosse venuto a galla vo-glio sperare che nessuno sarebbe rimasto indiffe-rente. Come ho sentito dire da Liliana Segre altelegiornale: “L’indifferenza è la prima forma di vio-lenza” e sono pienamente d’accordo con la Senatricea vita perché restare indifferenti a una crudeltà cosìenorme sarebbe stato disumano. Dobbiamo pensareche quello che è avvenuto a milioni di Ebrei, Rom,omosessuali e avversari politici, un domani potrebbeavvenire a ciascuno di noi, e dobbiamo essere prontiad opporci scegliendo da che parte stare come feceroi Partigiani.

Lorenzo Francioni - 1 B

Libertà. Penso che sia la parola che più di tutte ha ac-compagnato le mie riflessioni riguardanti la Giornatadella Memoria.La libertà di appartenere ad un popolo,la libertà di poter scegliere la propria religione, la li-bertà di stare con la propria famiglia e di non essereportati via da essa, la libertà di essere istruiti, la libertàdi vivere e di crescere in uguaglianza e con dignità.Una libertà che allora è stata tolta e strappata, la li-bertà di vita che è stata negata arrivando ad uccidere.Una libertà che è stata vietata con violenza di fronteall’indifferenza di tantissima gente.Bisogna ricordare questi fatti tragici perché non pos-sano più accadere, nemmeno le piccole discrimina-zioni che tuttora avvengono ogni giorno.Come diceva Guccini nella sua canzone: “io michiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare a vi-vere senza ammazzare”. Libertà. E’ questa la parolada ricordare maggiormente per un futuro migliore dipace e di fraternità.

Elena Pompetti - 1 B

LETTERA A FRANCO CESANAGudo Visconti, 25 gennaio 2021Caro Franco Cesana, fra tre giorni è il Giorno della Memoria, la mia pro-fessoressa di italiano mi ha chiesto di “adottare” unbambino che è vissuto durante la Shoah, di raccon-tare la sua storia e infine di scrivergli una lettera.All'inizio ti avevo scelto in modo superficiale perchéeri stato ucciso il giorno del mio compleanno, inol-tre non avrei voluto parlare dei bambini che sonostati nei campi di concentramento. Non ho assolu-tamente niente contro di loro ma se ne sente par-lare sempre, volevo raccontare la storia di qualcunoche avesse fatto qualcosa di diverso, ma di pari im-portanza. La tua storia mi ha colpito particolar-mente, hai avuto tanto coraggio e penso che al tuoposto non l’avrei mai fatto. Sei riuscito ad abbando-nare la tua vita da bambino e arruolarti per unacausa che ti colpiva nel personale. Deve esserestato molto duro abbandonare la propria famiglia edentrare in un mondo che al giorno d’oggi si cerca ditenere il più lontano possibile. Sai, leggendo la tuastoria e scoprendo quando e in che modo sei statoucciso, la prima cosa che ho pensato è stata:avrebbe potuto resistere ancora un anno e sarebberiuscito a sopravvivere. Questo pensiero lo faccioper la maggior parte delle persone che non sonoriuscite a superare questo periodo terribile della sto-ria, mi domando “sarebbe stato così facile vivere unanno durante la guerra?, chissà com’era passareun anno in mezzo alla tristezza e la disperazione”.Pensando alla maggior parte delle testimonianzeche ci restano, mi viene da pensare che il temponon passasse mai e che ogni istante fosse pre-zioso. Pensando alla situazione in cui si trova il mondooggi, in particolare durante la prima ondata delCovid-19, non potendo uscire di casa, il tempo sem-brava non passare mai e quasi quattro mesi chenormalmente passano veloci sono stati lunghissimi.Ovviamente non potrei mai paragonarla alla guerra,ma provando a immedesimarmi in quel periododeve essere stato come sentirsi chiusi in una gab-bia. Un’altra cosa che mi ha colpito particolarmenteè il modo in cui sei morto, penso che nessuno abbiail diritto di portare via la vita a un’altra persona.Franco, non mi scorderò facilmente di te, adesso ilgiorno del mio compleanno mi ricorderò di un bam-bino che a soli dodici anni ha sacrificato tutta la suavita per combattere contro un orrore, penserò sicu-ramente quanto sono fortunata a poter festeggiareil mio compleanno con la mia famiglia e con le per-sone che amo.

Rebecca Cosenza - 3 E

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Ambiente

LA CAMPANELLA

Alla scoperta della roggia Baronella

Noi ragazzi di 1B siamo andati alla scoperta del parcovicino a scuola con la professoressa di Scienze, Dopo aver visto dal vivo il corso d’acqua che attra-versa il parco, abbiamo approfondito e fatto ricercheper conoscere meglio il territorio che ci circonda.Abbiamo così imparato che la Roggia Baronella è uncorso d’acqua artificiale che si origina attraverso laraccolta di acque sorgive e come derivazione dal Na-viglio.É una Roggia permanente, ovvero l’acqua è presentetutto l’anno, inoltre è probabilmente la più antica diGaggiano.É composta da un argine che in alcuni tratti è in frana;ha una sponda artificiale dalla parte delle abitazioni,mentre dalla parte opposta è naturale e ha subito degliinterventi di ingegneria naturalistica. L’alveo della Roggia Baronella è naturale, ossia conbase di ghiaia e/o sabbia.La vegetazione della Roggia Baronella èpresente e discontinua, erbacea e arbo-rea; è inoltre presente la vegetazione ac-quatica.Non manca la fauna, infatti sono presentidei piccoli animali che stanno sul fondodella Roggia, i macrobenthos: fannoparte di questo gruppo i gammaridi, lechirodonime, le vongole asiatiche e ilombrichi.Nell’ultimo tratto del parco c’è la CascinaCamisani e nella parte posteriore dellacascina c’è un mulino che riceve laspinta dalla Roggia Baronella cheprende energia dal dislivello che si trovaalcuni metri prima della ruota. Il mulino produce circa 15 Kw di energiapulita.Parliamo ora del percorso della RoggiaBaronella che ha una lunghezza di circa

7 Km.I comuni interessati lungo questo percorso sono Trez-zano Sul Naviglio, Gaggiano e frazioni, Noviglio e Tai-nate.Infine il percorso termina nella Roggia Pila e nel CavoNuovo a Cascina Conigo di Tainate.Un’iniziativa ha coinvolto professori e studenti chehanno piantato 50 piantine di salice rosso lungo alcunitratti in erosione della Roggia: un ottimo esempio diingegneria naturalistica. Questa esperienza è stata sicuramente un modo di-verso per conoscere un territorio che alcune voltediamo per scontato.

Chiara Bardini, Giulia D’Amico, Melania D’Angiò, Viola Gavana, Elena Pompetti,

Beatrice Rapetti e Cecilia Sinceri - 1 B

Let’s Green:500 borracceper la scuola

Con la partecipazione al progetto“Adottiamo la Roggia Baronella” la no-stra scuola si è aggiudicata il terzo pre-mio del concorso “Let’s Green” indettoda Cap Holding. Il premio consiste in500 borracce che sono state conse-gnate ai ragazzi e ai docenti di tutto ilComprensivo.Grazie alle ragazze, i ragazzi, i docentie il Dottor Merati che in questi anni sisono spesi per la realizzazione delprogetto e ne hanno consentito la con-tinuità nel tempo.

Classe - 1 B

LA CAMPANELLA

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Ambiente

Green ChemistryIl campo della chimica non vaconsiderato solo in modo ne-gativo; grazie a essa abbiamoa disposizione farmaci, fertiliz-zanti e altri prodotti di uso quo-tidiano. La Green Chemistry(chimica verde) è un nuovomodo di vedere la chimica inmaniera più ecosostenibile,nacque nel 1998 su idea deichimici Paul Anastas e JohnWarner che ne dettarono i do-dici principi fondamentali.

Il primo di questi è la prevenzione, che consiste nel-l’evitare la produzione di scarti durante le reazioni chi-miche.Segue il principio dell’economia atomica, che affermache tutti gli atomi dei reagenti siano incorporati nei pro-dotti finali di interesse.Il terzo, ovvero sintesi chimiche meno pericolose, con-siglia di non utilizzare sostanze tossiche nei metodi disintesi.Poi abbiamo il quarto principio della progettazione diprodotti chimici più sicuri: bisogna minimizzare la pro-duzione di sostanze pericolose.Il quinto prevede che l’utilizzo di solventi e additividebba essere limitato il più possibile.Dopodiché al sesto abbiamo l’efficienza energeticache consiste nel valutare la fonte di provenienza e l’im-patto ambientale ed economico dell’energia richiesta. Il settimo è l’utilizzo di materie prime che devono es-sere rinnovabili nel limite delle possibilità economiche.L’ottavo prevede anche il ridurre i derivati non indi-spensabili durante i processi chimici: essi necessite-rebbero di ulteriori trattamenti. Il nono inoltre consigli l’utilizzo di catalizzatori che pos-sono facilitare le reazioni chimiche in diversi modi, peresempio velocizzandole.Il decimo prevede la possibile decomposizione di tuttii prodotti chimici, che non devono inquinare ma re-stare innocui all’ambiente.Undicesimo: bisogna inoltre monitorare i processi chi-mici prevenendo così la formazione di sostanze peri-colose.Come dodicesimo e ultimo punto troviamo la sicu-rezza, che non deve essere garantita solo al perso-nale dell’azienda produttrice ma anche all’ambientecircostante e naturalmente alle sostanze chimiche. É consigliabile seguire tutti questi principi anche per-ché da questi dipende il futuro della chimica e in partedelle condizioni ambientali.Constantin Turcano, Arianna Romanò, Sarah Ungari - 2 B

Les gestes écolos poursauver notre planéte

1) Utiliser les moyens de transport publics, si possible. (Lorenzo Francioni - 1 B)

2) Économiser le papier.(Andrea Zangrossi e Lorenzo Francioni - 1 B)

3) Utiliser des crayons écologiques. (Cecilia Sinceri - 1 B)

4) Utiliser du papier recyclé.(Andrea Zangrossi - 1 B)5) Imprimer en recto-verso.(Chiara Bardini - 1 B)6) Trier les déchets à l’école: papier, plastique,métal... (Chiara Bardini - 1 B)

Tutte le associazioni ambientaliste non hanno nessunfine di lucro e vengono sostenute da volontari e dallemolteplici donazioni di generosi finanziatori. Questeassociazioni puntano a sensibilizzare le idee di comunicittadini ma anche dei politici che ci governano, mi-rando a raggiungere un unico obiettivo: salvare gliequilibri della biosfera! Eccone alcune.Greenpeace è stata fondata nel 1971 a Vancouver, inCanada. Greenpeace Italia è nata nel 1986. Le princi-pali battaglie di Greenpeace sono contro la caccia difoche e balene, contro l'abbandono in mare di rifiutipericolosi e contro i test nucleari. Negli ultimi anni ha ottenuto buoni risultati nella lottaall'esportazione di rifiuti tossici verso i Paesi in via disviluppo, ha contribuito all’istituzione di un santuarioper le balene e ha adottato iniziative contro l’abuso mi-nerario in Antartide. L’azione di Greenpeace è supportata da una flotta dinavi unica, che comprende Rainbow Warrior (la navedei Guerrieri dell’Arcobaleno con 1260 metri quadratidi vele e costruita con tecnologia verde), Artic Sunrise(nave rompighiaccio che grazie al suo scafo arroton-dato può navigare nei mari ghiacciati dei Poli) edEsperanza (nave molto veloce e flessibile in altomare). Greenpeace è anche stata determinante perl’abolizione della pesca industriale con reti a strascico,cioè reti che “gratta-vano” il fondale ocea-nico e raccoglievanotutto ciò che incontra-vano causando moltidanni all’ecosistemamarino. Di questi tempiGreenpeace Italia èmolto impegnata nellalotta contro le trivella-zioni per l’estrazione pe-trolifera nel MarMediterraneo.Il Fondo mondiale perla natura (WWF) è lapiù grande associazioneambientalista delmondo. Fondato in Sviz-zera nel 1961, i suoiobiettivi sono la prote-zione della natura e deiprocessi ecologici attra-verso la conservazionedella biodiversità, l’usosostenibile delle risorsenaturali, la lotta all’inqui-namento, allo spreco e

all’uso inadeguato delle risorse naturali e dell’energia.Il WWF Italia è nato nel 1966 ed è la più grande asso-ciazione ambientalista del nostro Paese. Questa as-sociazione controlla oasi, riserve naturali, organizzacampagne per la protezione delle specie a rischio, dif-fonde programmi di educazione per la scuola e rea-lizza iniziative per la difesa del territorio.                     Legambiente è un’associazione di cittadini a diffu-sione nazionale, la sua azione è volta a favorire stili divita, produzione e consumo basati sull'eco-sviluppo esulla tutela dei consumatori per creare un rapporto mi-gliore tra natura e uomo.Legambiente ha creato la prima manifestazione antitraffico dove migliaia di cittadini sfilano in bicicletta perle vie delle città chiedendo meno automobili e piùmezzi pubblici.Legambiente continua a cercare soluzioni all’inquina-mento urbano, è una tra le associazioni ambientalistepiù note in Italia.Un’altra iniziativa intrapresa da Legambiente è “Pu-liamo il mondo”, un weekend dedicato a pulire strade,parchi, giardini piazze e spiagge. Il FAI, Fondo Ambiente Italiano, nato nel 1972 èun’associazione ambientalista senza scopi di lucro. Ha l’obiettivo di restaurare e aprire al pubblico beni divalore artistico, storico e naturalistico; così facendo ne

promuove la cono-scenza. Il principio sucui si basa il FAI è chela proprietà diretta di unbene ne consenteun’amministrazione at-tenta e un’efficace tu-tela. Il FAI si regge suicontributi e le donazionidei sostenitori.Tra le tante campagnec’è la GIORNATA DIPRIMAVERA nellaquale migliaia di citta-dini sono invitati a sco-prire centinaia dimonumenti in tutta Ita-lia.

Riccardo Bandi,Francesco Cereda,Lorenzo Francioni,

Gregorio Licciardiello,Federico Reina,

Davide Sangalli eAndrea Zangrossi - 1 B

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Ambiente

LA CAMPANELLA

L'acqua è vita... risparmiala!L'acqua è un bene prezioso ed è condizione essenzialeper la vita. L'acqua potabile non è una risorsa inesauribilee illimitata, pertanto deve essere preservata ed utilizzatain primo luogo per le esigenze primarie: bere, cucinare,lavare.

10 CONSIGLI PER RISPARMIARE L'ACQUA1. Controlla i rubinetti: un rubinetto che perde può spre-care dai 4 ai 5 mila litri di acqua all'anno. 2. Utilizza rubinetti con dispositivo per il risparmio idrico. 3. Fai la doccia anziché il bagno: si può risparmiare sinoa 120 litri per doccia. 4. Non far scorrere acqua per lavarti i denti o raderti. 5. Preferisci sciacquoni a scarico differenziato. 6. Per lavatrice e lavastoviglie utilizza il ciclo economico. 7. Innaffia le piante di sera quando il sole è calato. 8. Scegli i sistemi di irrigazione a micro pioggia program-mabili. 9. Innaffia le piante con l'acqua già usata per lavare fruttae verdura 10.Segnala perdite o guasti

Marco Asaro e Daniel Berardi - 1 C

Le associazioni ambientaliste

La maison écolo (in italiano la casa ecologica) è un'abi-tazione che offre comfort e benessere a chi ci abita, ot-tenendo il minore impatto possibile sull’ambiente. Sibasa su tre pilastri principali:La santé et le bien-être; une maison écologique estconstruite avec des matériaux non toxiques (comme lebois, la laine de cellulose, la laine de chanvre, le liègeet beaucoup d’autres). Elle est également fabriquée

dans le respect de l’environnement et de l’air intérieur. La performance énergétique; la maison écolo utilisedes énergies renouvelables et panneaux solaires, ellea une isolation thermique efficace et un correct élimi-nation des déchets. Des échanges de températureentre l’environnement extérieur et celui intérieur sontfaits pour diminuer la consommation de l'énergie pourle chauffage et la climatisation. La maison écolo utilisedes technologies vertes.Le respect de l’environnement; la maison écolo estpensée et créée pour réduire l'impact négatif sur l’en-vironnement, au moment de la construction, durant lavie et au moment de la démolition de l'habitation. Également sont très importants le type d'architecture(position et nombre de fenêtres, forme de la maison,matériaux utilisés ), l'orientation de la construction parrapport au soleil. On choisit avec soin aussi le lieu oùconstruire.

Buratto Matilde e Romanò Arianna - 2 B

LA CAMPANELLA

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Salute

La pyramide alimentaireLa pyramide alimentaire que nous venons de voir peutt'aider à manger équilibré. Les aliments y sont regrou-pés par familles. Chacune apporte les éléments nutritifsindispensable à ton corps. La pyramide alimentaire sert à comprendre ce que tu

dois manger en moyenne chaque jour.Attention aux produits sucrés, il ne faut pas trop enmanger. Il faut seulement les déguster pour le plaisir.Si tu manges trop gras à un repas, consommet plus delégumes, de fruits et de céréales aux repas suivants.

Surtout, n’oublie pas que l’eau est la seule bois-son indispensable pour ton corps!DES ASTUCES POUR RESTER EN FORME

- Buvez beaucoup d’eau et n’exagérez pas avecles jus de fruits.- Manges des fruits et de légumes tous les jours.- Ne mangez pas trop de viande et de froma-ges.- Mangez du poissons, c’est excellent pour lasanté.- Manges peu de produits sucrés et de matièresgrasses.- Utilisez le sel avec modération.

POUR UN RÉGIME ÉQUILIBRÉPour avoir une alimentation équilibrée, le kilo decalories total que vous consommez doit ȇtre:- 15% de protéines- 20% de graisses- 65% de glucides Les aliments doivent ȇtre distribués dans lesrepas:- petit-déjeuner- déjeuner- diner

Giulia Margutti e Alessia Riva - 2 B

La maison écolo

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Recensioni

LA CAMPANELLA

“Furto a scuola” di Christine NostlingerIl libro che ho scelto di leggereè “Furto a scuola” di ChristineNostlinger, scrittrice nata aVienna nel 1936 e premio An-dersen nel 1984. Dopo averefrequentato l’Accademia diBelle Arti, iniziò a insegnareStoria dell’arte ma poi abban-donò il sogno di diventare pit-trice e si dedicò alla scrittura,pubblicando numerosi libri perragazzi che furono tradotti inmolte lingue. Il racconto in questione parla di

quattro ragazzi che investigano su dei furti avvenutinella loro classe, la 3D. Il testo parte con l’introduzionedei personaggi principali che hanno tutti dei sopran-nomi.Ottl prende il soprannome di “ Asso di Picche”, per lalentiggine che ha accanto all’ombelico a forma di cuorecon un piccolo gambo al centro, per questo assomigliaal simbolo della carta da gioco; Micheal è chiamato “ IlBarone” per il suo linguaggio appropriato e anche il suomodo di vestire elegante; Daniel è detto “ Il Pensatore”perché alcune volte si trova con il pollice in bocca aguardare in giro e quando i professori pensano che sisia addormentato lo chiamano e lui risponde che stapensando, da qui il soprannome.Loro erano amici per la pelle fin dall’asilo, ma come hodetto erano quattro ragazzi, il quarto era in realtà unaquarta. Si chiama Lilibeth, aveva frequentato lo stessoasilo e anche la stessa scuola elementare e ora sitrova in classe ancora con loro nelle scuole medie.In questa giornata di scuola mancava gran parte di ra-gazzi nella classe della 3D per un'epidemia di influenzache li aveva colpiti.Una ragazza della classe iniziò a starnutire fino a di-scutere con la maestra per il fatto che lei stesse te-nendo le mani davanti alla bocca mentre la professo-ressa era contraria.La ragazza tirò un altro starnuto questa volta contro unsuo compagno allora la professoressa ordinò al ra-gazzo di andare a lavarsi la faccia e, mentre stava an-dando verso il lavandino in classe, Lilibeth si accorseche non c'era il rubinetto.Nello stesso giorno Lilibeth stava cercando il suo por-tafoglio quando entrò il professore di matematica inclasse, le chiese cosa stesse facendo e lei rispose chestava cercando il suo portafoglio e che un’ora prima ilportafoglio era al suo posto.Allora il professore le fece un po’ di domande e alla finearrivò alla conclusione che forse Lilibeth aveva lasciatoil portafoglio a casa.

Durante l’intervallo Martina urlò, perché, aprendo lascatola dove teneva i soldi per la merenda, si accorseche erano spariti.Durante l’ora della professoressa Hufnagel, RoswithaFrohlich stava piangendo mentre in classe si stava re-citando e, quando arrivò il suo turno, invece di recitarebalbettò.Alla fine dell’ora lei si prese una insufficienza per nonaver recitato alcuna strofa, l’Asso di picche le chieseperché stesse piangendo, lei gli rispose che aveva tro-vato il suo portafoglio vuoto senza soldi e senza bi-glietti del tram.Ora toccò a Iwan, era l’ora di motoria quando lui sitolse la collana di Asterix e la infilò dentro i suoi jeansappesi nello spogliatoio. Mentre Iwan si stava cam-biando L’Asso di picche e Thomas fecero a botte. Dopoun po’ entrò il professore che li fermò; Iwan aveva finitodi cambiarsi e appena infilò la mano nei jeans la col-lana era sparita.Era l’intervallo quando Hansi appoggiò il suo orologiosul banco e, mentre stava sbucciando l’arancia, alcunicompagni erano andati ad ammirare l’orologio.Quando Hansi tornò al banco non c'era più l’orologioallora si mise a cercarlo, senza successo; arrivato ilprofessore di matematica disse a tutti di sedersi per ini-ziare la lezione.Ma vide Hansi che stava cercando qualcosa allora glidisse di sedersi ma lui gli rispose che doveva cercarel’orologio che durante la l’intervallo era sparito.Quindi il professore visto che era già accaduto un furto,iniziò a perquisire i ragazzi, quando arrivò il turno delBarone si trovò l’orologio di Hansi avvolto in un tova-gliolo sotto al suo banco.Il Barone venne quindi accusato dei furti. Gli amici delBarone non credettero alla sua colpevolezza e inizia-rono a indagare, partendo dalle iniziali presenti nel faz-zoletto.Le iniziali portavano le indagini verso Thomas ma an-dando avanti scoprirono che in realtà erano le inizialidel nonno bis di Wolfi.I quattro amici scoprirono Wolfi dire ad un amico chevoleva entrare in un gruppo di bulli, quindi lo incastra-rono e gli fecero anche confessare i crimini ai profes-sori che smisero di incolpare il Barone.Poi fecero restituire ai proprietari gli oggetti rubati.Questo romanzo è ambientato in una classe in untempo presente, è raccontato in terza persona.Il romanzo che ho letto è interessante perché intrigantee allo stesso tempo fa riflettere sul fatto che non biso-gna colpevolizzare senza aver delle prove.Io consiglio questo libro a tutte le persone a cui piaceil mistero e anche a chi piace risolvere enigmi.

Diego Bossi - 1 E

Tra tutti i titoli presenti nel-l’elenco indicato dalla pro-fessoressa Mazzucco hoscelto di leggere “Il misterodel London Eye”, in quantoè quello che mi è sembratopiù accattivante. Già dal titolo si intuisce dovesi svolgerà la storia e che sitratta appunto di un vero eproprio mistero. Un altromotivo per cui ho sceltoquesto libro è l’autrice, ov-vero Siobhan Dowd, scrit-

trice inglese il cui ultimo libro è “La bambina dimenticatadal tempo” uscito postumo. Siobhan morì a causa di untumore. Grazie al “Mistero del London Eye” vinse il pre-mio Andersen nel duemiladodici come miglior libro perragazzi dai dodici anni in su. Il libro narra la misteriosascomparsa di un ragazzino di nome Salim, provenienteda Manchester e in visita ai suoi cugini a Londra. La vi-cenda è narrata proprio da Ted, un ragazzino affetto dauna sindrome cerebrale, che riceve insieme alla sorellala visita del cugino Salim. Quando Ted e Kat accompa-gnano il loro cugino Salim a fare un giro sul London Eyeuno sconosciuto gli offre un biglietto, così da poter sal-tare la fila. Salim sale da solo, ma al termine del giroscenderanno tutti tranne lui, scomparendo nel nulla.

Ted e Kat inizieranno un’indagine per trovare Salim erisolvere un mistero che sembra dare filo da torcereanche alla polizia. La vicenda è ambientata a Londra,tra il London Eye, enorme ruota panoramica di Londra,e altri luoghi sempre della città. I personaggi principalisono quattro, ovvero Ted, un ragazzino con una sin-drome cerebrale che gli impedisce di riconoscere leespressioni degli altri, sfarfalla con le mani, non capiscele metafore ma è un appassionato di meteorologia, dicui sa tutto, come un vero e proprio meteorologo. Poic’è Kat, la sorella di Ted, che viene definita proprio daTed una Kat-astrofe. Salim, il cugino di Ted e Kat, unragazzo affezionato a Manchester ma affascinato dallemeraviglie che Londra presenta. Gloria, nonché madredi Salim, chiamata da Ted zia Gloria e dal papà di Teduragano Gloria, poiché ogni volta che va a trovare i ni-poti succede qualcosa. E poi ci sono vari personaggisecondari, come i genitori di Ted e Kat, i poliziotti e ilmigliore amico di Salim, senza scordare il padre diSalim, che però non vive con lui e la mamma. Questolibro è stato per me appassionante e coinvolgente, inquanto non riuscivo a smettere di leggerlo perché miincuriosiva, costringendomi ad andare avanti per sco-prirne la fine, è come se il libro mi trascinasse al suointerno, facendomi affezionare ai personaggi. Consiglioquesto libro a tutti coloro che come me amano i gialli ei mistery, in quanto coinvolgente e con personaggi in-dimenticabili.

Alessandro Altomare - 1 E

Il diario di Zlata è un librodi Zlata Flipovic, unanuova Anna Frank, vis-suta durante l’infernodella guerra a Sarajevo. Èstato pubblicato nel 1993ed è diventato simbolodelle sofferenze di un po-polo che invocava lapace. All’inizio del libro laragazza scrive: “Vogliodare voce ai tremila bam-bini morti sotto le bombe,agli invalidi che si incon-travano per le strade privi

di un braccio o di una gamba”.Zlata, allo scoppio della guerra, ha solo 11 anni e trovanel diario un'amica alla quale raccontare e confidaretutti i suoi segreti, i suoi pensieri, i suoi sentimenti masoprattutto le sue paure nel vedere cadere le bombe ela disperazione delle persone che cercavano di rag-giungere invano un riparo. A questo diario Zlata dà un

nome, Mimmy, come se fosse una persona vera concui ci si può confidare ogni volta che si vuole. Infatti, leistessa dice: “Ehi diario! Sai una cosa? Dal momentoche Anna Frank chiamava il suo diario Kitty, forse è orache ti dia un nome anch’io. Che ne pensi di questi:ASFALTINA, SEVALA, HIKMETA, MIMMY…..o magariqualche altro? Fammi pensare. Ho deciso. Ti chiameròMIMMY.” Nel suo diario, Zlata descrive i momenti di dif-ficoltà vissuti dalla sua famiglia; a causa della guerra lacasa era in parte distrutta e loro riuscirono a viverechiusi in un’unica stanza: la cucina. Non avevanoacqua né elettricità ma, nonostante le immense diffi-coltà, riuscirono a sopravvivere: ““Forse non te l’ho maidetto Mimmy, ma ho dimenticato che cosa si provi a ve-dere uscire l’acqua dal rubinetto, a fare una doccia vera…”La storia di Zlata mi ha molto colpita perchè, nono-stante fosse così piccola, ha avuto molto coraggio, edè riuscita a gestire tutto abbastanza bene. Non deveessere stato facile riuscire a superare il trauma di ve-dere gli amici morire colpiti da bombe che cadevanocome pioggia. Quella guerra le ha strappato via un’in-fanzia che si meritava di avere.

Linda Herold, Sara Bosco e Flavia Lentini - 2 E

LA CAMPANELLA

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Recensioni

Il diario di Zlata

Il mistero del London Eye

J.R.R Tolkien, autore del libroe professore di filologia an-glosassone, incominciò ascrivere Lo Hobbit nei tardianni venti. Mentre stava cor-reggendo dei compiti di lette-ratura inglese, scrisse questeparole sul retro di un fogliobianco: “In a hole in theground, there lived a hobbit”e “In un buco del terreno vi-veva uno Hobbit”.Lo Hobbit non si sviluppòperò in quel periodo, ma in-

torno agli anni trenta. Fu pubblicato il 21 settembre1937 perché Tolkien prestò il manoscritto alla Reve-renda Madre di Cherwell Edge quando questa si am-malò di influenza e, mentre il manoscritto era in suopossesso, fu visto da un vecchio studente che era im-piegato presso una casa editrice britannica. Proprio come dice il titolo, la storia racconta di un gio-vane Hobbit di nome Bilbo Baggins che abita nellaTerra di Mezzo e sta tranquillamente fumando la suaerba pipa sull'uscio di casa, quando arriva lo stregoneGandalf il grigio, che gli propone di prendere parte adun'avventura insieme ad un gruppo di dodici nani gui-dati da Thorin Scudodiquercia.Lo scopo è quello di recuperare un immenso tesoroposto nel cuore della Montagna Solitaria sorvegliatodal potente e feroce drago sputafiamme Smaug chein passato aveva sottratto queste ricchezze ai naniche abitavano sotto la Montagna.Il gruppo deve affrontare numerose imprese al limitedell’impossibile tra Troll, Orchi, Mannari, ragni, ma ce

la fa sempre, senza mai scoraggiarsi, finché il dragoviene ucciso con una freccia nera, come narrava laleggenda, scoccata nell’unico punto debole della suacorazza.I Nani riescono così a rimpossessarsi delle loro ric-chezze, Bilbo fa ritorno a casa, dove tutti ormai lo cre-devano morto, tanto che i suoi beni erano stati messiall’asta, ma la sua casa non era ancora stata venduta. I personaggi più importanti sono: Bilbo Baggins, protagonista del romanzo, è un perfettoesempio di hobbit e, nonostante fosse molto restio aprendere parte all’avventura, sarà utile in più occa-sioni e avrà un ruolo importante nell’uccisione diSmaug.Gandalf è uno stregone famoso che invita Bilbo Bag-gins ad unirsi alla spedizione dei nani in veste di scas-sinatore e che spesso aiuta il gruppo ad uscire daiguai.Thorin Scudodiquercia è il capo della compagnia dei13 nani della spedizione, nipote di Thrór, il "Re Sottola montagna". Spera di sconfiggere Smaug per poterrecuperare almeno parte dell'enorme tesoro custoditoall'interno della Montagna; vuole riappropriarsi soprat-tutto dell‘Arkengemma, la gemma preziosa persaquando la reggia della montagna è stata occupata daSmaug. Smaug è un potente drago, agilissimo nel volo, coraz-zato e spietato, che custodisce personalmentel'enorme tesoro sottratto ai nani. Ha un unico puntodebole nella corazza, che gli sarà fatale.Il romanzo è molto appassionante e avvincente; inpoche parole cattura il lettore. La lettura è proprio pia-cevole e scorrevole. Io adoro il genere fantasy e inquesto romanzo c’è tutto: elementi fantastici, maghi,incantesimi, personaggi fatati, inventati, avventura eraggiungimento della meta dopo aver dato prova dei

propri valori. E‘ proprio una bellastoria, uno dei libripiù belli che io abbiamai letto, Harry Pot-ter a parte!Consiglio questo libroa chi cerca una let-tura leggera mamolto coinvolgente,perché Lo Hobbit èuna fiaba che coin-volge, affascina e in-curiosisce. Consiglioa tutti: grandi e pic-coli!

Edoardo Bandirali - 1 E

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Recensioni

LA CAMPANELLA

Lo Hobbit

Ogni fine è l’inizio di... (Davide Olivares - 3 C)

LA CAMPANELLA

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Fumetti

Dante a fumetti di Flavia Lentini (2 E)

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Fumetti

LA CAMPANELLA

LA CAMPANELLA

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Fumetti

by Nicoli Marchetti eAllison Lopez - 2 E