I.C. Casalbore La campanella dell’informazione

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Lunedì 20 marzo 2017 si è te- nuta la “Giornata della Legali- tà”, svoltasi al cinema “Pappano” di Montecalvo Irpi- no. Protagoniste sono state le scuole secondarie di primo gra- do di Casalbore e Montecalvo Irpino, che hanno affrontato il tema dell’im- portanza della legalità nella tutela dei nostri diritti. la III C, Luongo Stephanie, Benedetta Patrevita e Cristina Pepe continua a p. 2 20 marzo 2017: la Giornata della Legalità L’I.C. Casalbore celebra la Costituzione La settimana della lettura A Casalbore l’evento “Di libro in libro” Per il 10 e l'11 marzo 2017, la scuola secondaria di primo grado di Casalbore ha organizzato l’evento “Di libro in libro” per celebrare la settima dedicata alla lettura. Alessandra Patrevita, continua a p. 4 e 5 La campanella dell’informazione Aprile 2017 N. 2 La giornata della legalità p. 2 Che cos’è la legalità p. 3 L’importanza della lettura p. 3 Le giornate della lettura pp. 4-5 I nostri paesi pp. 6-7 Attualità pp. 8-10 Scienza p. 11 Momento ri-creativo pp. 12-13 SOMMARIO: I.C. Casalbore Cari lettori, vi presentiamo il secondo numero de “La campanella dell’informazione”, che si è arricchito della collabora- zione di altri aspiranti gior- nalisti: gli alunni delle classi I e III C delle scuola se- condaria di Casalbore. A tal proposito vogliamo aggiungere ai ringrazia- menti le professoresse Sabina De Mattia, Laura Polzone e Patrizia Di Ieso, che ci hanno supportato nel lavoro. Anche in questo numero abbiamo parlato di noi, della scuola, di attualità, di scienza, dei nostri paesi, delle nostre passioni. Spe- riamo di attirare la vostra attenzione anche questa volta. Buona lettura a tutti! La redazione ATTUALITÀ Suicidio assistito: quando la morte coincide con la libertà. di Alice Caccese (p. 8) I NOSTRI PAESI Profughi in arrivo a Montecalvo di Nicole Ruccio e Flavia Vernacchio (p. 6) CHE COS’È LA LEGALITÀ? di Francesca Di Ieso (p. 3) LA VIOLENZA SULLE DONNE di Nicla Mobilia (p. 10) ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI di Asia Coluccio e Marika Padrevita (p. 11) Art. 3 — Francesca Di Rubbo, Malena Ignelzi e Aurora Vicario. Art. 8 — Giulia e Megan Dinestore e Lara Patrevita. UN RACCONTO FANTASY: “IL MONDO DIETRO L’ARMADIO” - CAP. III di Megan Dinestore e Michela Perrina (p. 13)

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Lunedì 20 marzo 2017 si è te-nuta la “Giornata della Legali-tà”, svoltasi al cinema “Pappano” di Montecalvo Irpi-no. Protagoniste sono state le scuole secondarie di primo gra-

do di Casalbore e Montecalvo Irpino, che hanno affrontato il tema dell’im-portanza della legalità nella tutela dei nostri diritti.

la III C, Luongo Stephanie, Benedetta Patrevita e Cristina Pepe

continua a p. 2

20 marzo 2017: la Giornata della Legalità

L’I.C. Casalbore celebra la Costituzione

La settimana della lettura

A Casalbore l’evento “Di libro in libro”

Per il 10 e l'11 marzo 2017, la scuola secondaria di primo grado di Casalbore ha organizzato l’evento “Di libro in libro”

per celebrare la settima dedicata alla lettura.

Alessandra Patrevita, continua a p. 4 e 5

La campanella

dell’informazione Aprile 2017

N. 2

La giornata della

legalità

p. 2

Che cos’è la legalità p. 3

L’importanza della

lettura

p. 3

Le giornate della

lettura

pp. 4-5

I nostri paesi pp. 6-7

Attualità pp. 8-10

Scienza p. 11

Momento ri-creativo pp. 12-13

SOMMARIO:

I.C.

Casalbore

Cari lettori,

vi presentiamo il secondo numero de “La campanella

dell’informazione”, che si è arricchito della collabora-

zione di altri aspiranti gior-

nalisti: gli alunni delle classi I e III C delle scuola se-

condaria di Casalbore.

A tal proposito vogliamo

aggiungere ai ringrazia-menti le professoresse

Sabina De Mattia, Laura Polzone e Patrizia Di Ieso,

che ci hanno supportato nel lavoro.

Anche in questo numero abbiamo parlato di noi,

della scuola, di attualità, di

scienza, dei nostri paesi, delle nostre passioni. Spe-

riamo di attirare la vostra

attenzione anche questa

volta. Buona lettura a tutti!

La redazione

ATTUALITÀ

Suicidio assistito: quando la

morte coincide con la libertà.

di Alice Caccese (p. 8)

I NOSTRI PAESI

Profughi in arrivo a

Montecalvo di Nicole Ruccio

e Flavia Vernacchio (p. 6)

CHE COS’È LA

LEGALITÀ?

di Francesca Di Ieso (p. 3)

LA VIOLENZA

SULLE DONNE

di Nicla Mobilia

(p. 10)

ENERGIA DA FONTI

RINNOVABILI

di Asia Coluccio e Marika Padrevita (p. 11)

Art. 3 — Francesca Di Rubbo, Malena Ignelzi e Aurora Vicario.

Art. 8 — Giulia e Megan Dinestore e Lara Patrevita.

UN RACCONTO FANTASY: “IL

MONDO DIETRO L’ARMADIO”

- CAP. III di Megan Dinestore e

Michela Perrina (p. 13)

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“Vivere e praticare la Co-stituzione oggi: dallo stu-dente consapevole al cit-tadino responsabile”: è questo lo slogan di aper-tura della manifestazione tenutasi presso il cinema “Pappano” di Montecalvo Irpino. Le scuole secon-darie di primo grado di Casalbore e Montecalvo si sono incontra-te in seguito alla partenza dei pullman a Casalbore alle ore 9:45. Ap-pena sul luogo ci sono state le prove generali. Successiva-mente ha avu-to inizio la ma-nifestazione che ha visto quale fervente organizzatrice la D.S. dell’I.C., la prof.ssa Rosa Petrella, e come ospiti il magistrato Vittorio Meli-to, il maggiore dei Cara-binieri Pasqua-le Medici e, in rappresentanza dell’Ammini-strazione co-munale, il vi-cesindaco Pe-pe. L’evento è na-to da un’esi-genza pratica: a scuola man-cavano i calen-dari e, senza perdersi d’animo, la D.S. ha subito preso l’iniziati-

va. Avendo alle spalle un percor-so giuridico, ha pensato di realiz-zare un calendario che prendesse forma dalla Costituzione, enume-rando i primi 12 articoli, ad ognu-no dei quali si è fatto corrispon-dere un mese. Gli alunni delle classi terze hanno lavorato alacremente alla

realizza-zione del calenda-rio, illu-strando grafica-mente gli articoli. La presentazione è stata stabilita proprio per la data del 20 marzo, oc-casione in cui la giornata viene dedicata alla memoria delle vittime della mafia. La

manifestazione ha coin-volto attivamente gli alunni, che hanno parteci-pato con interesse al con-vegno, al quale sono arri-

vati preparati grazie al la-voro svolto in classe dagli insegnanti. La manifestazione si è aperta con la can-zone “Undici” di Shel Shapiro, suc-cessivamente è stato interpretato con il flauto “L’inno d’Ita-lia” da parte di Ste-phanye Luongo della II C di Casalbore.

Dopo di che le terze di Casalbore e Montecalvo hanno commentato

i primi dodici articoli della Costituzione italiana. La manifestazione è stata conclusa dall’emozionante canto dell’Inno nazionale, a cui tutti hanno partecipato

sentitamente portando la mano sul cuo-re. Questa giornata è sta-ta profonda-mente sentita, soprattutto per l’insegnamen-to che noi

alunni abbiamo acquisito: l’importanza della legalità nella tutela dei nostri diritti,

rafforzati dall’appoggio e dal sostegno della scuola, delle famiglie, della pubblica difesa e degli enti pubblici locali. Alla fine della giornata la preside e il prof. Rocco Russo hanno rilasciato

un’intervista. Hanno detto che questa festa non avrebbe senso senza la conoscenza applicata della nostra legge, la Costituzione deve essere conosciuta e amata. Adesso gli alunni sanno di cosa par-la la nostra Costituzione e hanno imparato ad apprez-zarla.

la III C,

Luongo Stephanye,

Benedetta Patrevita,

Cristina Pepe—II C

LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 2

“Questa festa non avrebbe senso

senza la conoscenza applicata

della nostra legge, la

Costituzione deve essere

conosciuta e amata”.

LA SCUOLA

I. C. Casalbore: la primavera della legalità

Art. 10— Michela Perrina II C

Art. 11 — Stephanie Luongo e Cristina Pepe II C

Art. 7— Rebecca Marche e Silvia Caggiano II C

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rapporti umani, con tutto ciò che esso comporta: capacità di riconoscimento, di ascolto, di reciproci-tà, d’incontro e di accoglienza. Nel 2013 la Regione ha di-chiarato il 19 marzo “Festa della legalità” o “Giornata del-la legalità”, confermandola come giornata dell’impegno e della memoria, nel corso della quale le istituzioni scolastiche sono invitate a programmare iniziative a favore della legali-tà. Questa data è molto importan-te ed è stata scelta in ricordo di tutte le vit-time della mafia e di quelle che si sono sacrificate per la le-galità. La decisione di stabi-lire questa data è do-vuta al fatto di non dimenticare l’uccisio-ne di Don Peppe Diana, sacer-dote campano assassinato dal-la camorra per il suo impegno contro la mafia. Il 19 marzo 1997 Don Peppe Diana fu am-mazzato a Casal di Principe a colpi di pistola, mentre stava

celebrando la messa. Egli è stato considerato un eroe, un uomo coraggioso e pieno di speranza, che ha cercato di dare a tutti i cittadini una vita migliore. La scuola non può essere in-differente a questo richiamo in qualità di agenzia educati-va e per questo promuove manifestazioni rivolte a sen-sibilizzare gli alunni e la co-

munità rispetto a queste pro-blematiche. Quelli della legalità e della Costituzione non devono rimanere sol-tanto bei di-scorsi, cancel-

lati appena fuori dal portone delle scuole da una realtà che contraddice e avvilisce ogni speranza di giustizia, ma de-vono rafforzarsi e prendere a volare in piena autonomia.

Francesca Di Ieso— III C

La legalità, come ci afferma un documento della CEI del 1991, è una condizione di ri-spetto della legge, legittimità, liceità. Il termine legalità indica il complesso dei diritti e doveri spettanti ad ogni cittadino, che gli possono consentire una vita serena all’interno della società. Il principio di legalità afferma che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge. Non solo rispetto di norme imposte dall’alto, ma pratica quotidiana di regole condivi-se. Un’esigenza fondamentale diventa educare ed educarsi alla legalità o meglio alla re-sponsabilità. La legalità è in-fatti l’anello che salda la re-sponsabilità individuale alla giustizia sociale. Le regole funzionano se incontrano co-scienze critiche, responsabili, capaci di distinguere, di sce-gliere, di essere concreti con tali scelte. Il rapporto con le regole non può essere solo di adeguamento, di convenienza e paura. L’educazione alla legalità si colloca nel più ampio oriz-zonte dell’educarci insieme ai

Che cos’è la legalità?

N. 2 Pagina 3

Legalità:

non solo rispetto di norme

imposte dall’alto, ma pratica

quotidiana di regole

condivise.

L’Italia è uno tra i Paesi eu-ropei in cui si legge meno. Solo il 38% della popolazio-ne legge un libro, ciò signifi-ca che la lettura non è consi-derata importante come pri-ma. Leggere dunque produce ricchezze e progresso, ci ren-de liberi, ci consola nei mo-menti di sconforto, ci fa es-sere più creativi cambiando in meglio la nostra vita. La maggior parte dei bambini e

L’importanza della lettura. Scuola: l’eroina della lettura

dei ragazzi odia la lettura, per questo l’intervento della scuola è molto importante. La professo-ressa Rosa Petrella, dirigente dell’Istituto Comprensivo Casal-bore ha istituito la settimana del-la lettura. Dal 13 al 18 marzo gli

alunni di Montecalvo organiz-zeranno varie attività che coinvolgeranno le materne, le elementari e le medie. In que-sti giorni gli alunni delle terze dovranno portare la relazione del libro letto a propria scelta. Questo progetto ha lo scopo di stimolare i ragazzi a leggere e a sviluppare questa passione. La scuola riuscirà a salvare la lettura?

Flavia Vernacchio e

Nicole Ruccio — III B

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LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 4

Il 10 e l'11 marzo 2017, la scuola secondaria di primo grado di Casalbore ha orga-nizzato le “Giornate della lettura”, che sono state con-clusive di una settimana de-dicata interamente alla pro-mozione e alla riflessione sull'importanza di questa atti-vità e che ha visto partecipi anche la scuola dell'infanzia e la scuola primaria. Il titolo dato all'evento è stato “Di libro in libro” in quanto, in questi due giorni, sono stati proposti, letti e commentati testi di vari generi letterari, di diversi autori e anche in lingua straniera. È stata alle-stita un'aula in cui sono stati esposti i lavori fatti dagli alunni dell'istituto e sono sta-ti messi a disposizione per la consultazione molti libri pro-venienti dalla biblioteca op-pure portati dagli alunni e dai docenti e opportunamente catalogati. La manifestazione è iniziata con la lettura da parte degli studenti della classe terza di alcune novelle di Boccaccio e Pirandello: Chichibio e la gru, Lisabetta da Messina, Il treno ha fi-

schiato. Hanno proseguito poi gli alunni di seconda che han-no proposto un testo di paura Il racconto del lupo mannaro di Tommaso Landolfi e un racconto fantastico Il racconto del mozzo di Karen Blixen. È stato, infine, il turno dei ra-gazzi di prima che hanno letto la favola Il diritto di essere diversi di Michel Piquemal, la

quale ha dato origine ad un interessante dibattito sul tema della diversità; la fiaba La strada che non andava in nes-sun posto di Gianni Rodari e un brano tratto dal romanzo di avventura Il giro del mondo in 80 giorni. Infine sono stati letti testi in lingua francese di Chéretien de Troyes, di Da-niel Pennac, di Antoine de Saint-Exupery ed in lingua inglese. Le professoresse han-no introdotto ogni testo e al termine della lettura hanno guidato gli alunni nel com-mento e nelle riflessioni. Tutti i brani sono stati contestual-mente proiettati sulla Lim in

modo che ognuno potesse seguire con maggiore atten-zione. Al termine della gior-nata è stato letto un articolo di Umberto Eco, grande scrit-tore, semiologo e filosofo, pubblicato sul «Corriere della sera», in cui l'autore ha espresso la sua opinione in merito all'importanza della lettura. Le sue parole sono state molto incisive e hanno trasmesso a tutti il messaggio che la lettura non è solo un dovere scolastico, ma che è anche un piacere, una fonte inesauribile di conoscenza, un modo per viaggiare con la fantasia visitando posti lonta-ni e conoscendo personaggi nuovi. Per Eco bisogna leg-gere “perché leggendo si al-lunga la vita!”. L'ultimo mo-mento della manifestazione è stato dedicato ad un questio-nario elaborato dai docenti e

Le “Giornate della lettura”

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N. 2 Pagina 5

volto a cogliere le abitudini di lettura degli alunni dell'i-stituto. Dall'analisi delle ri-sposte è emerso che gran parte dei ragazzi preferisce leggere fumetti, riviste, bre-vi racconti e romanzi rosa, di fantascienza e di avventu-ra. Tra i testi più letti e ama-ti compaiono: Il giro del mondo in 80 giorni, Il Pic-colo principe, Robinson Crusoe per gli alunni del primo anno; la saga di Har-ry Potter, After, Storia di una ladra di libri per la se-conda; Il diario di Anna

Frank, le novelle di Boccac-cio e Pirandello per i ragazzi del terzo anno. Le preferenze dimostrano che gli argomenti di studio influenzano le loro scelte. Molti di loro hanno dichiarato infatti di scegliere i libri da leggere in base al ge-nere o all'autore studiati a scuola; altri di farsi indirizza-re dalla copertina e, soprattut-to i ragazzi di terza, dal breve riassunto della trama scritto all'inizio o alla fine dei testi. Pochi alunni hanno dichiarato di leggere durante le vacanze e chi lo fa predilige testi poco

impegnativi. Una domanda riguardava invece l'utilizzo degli e-book. Alcuni dei ra-gazzi li usano in sostituzione dei libri tradizionali e molti di loro ritengono che presto que-sti supporti sostituiranno completamente i vecchi cari libri di carta. Tra le letture proposte durante la giornata è stata dimostrata una preferen-za particolare per quei testi che sono riusciti a indurre nei ragazzi delle riflessioni e a far nascere delle discussioni e quindi Il treno ha fischiato di

Luigi Pirandello e la favola sul tema della diversità, Il diritto di essere diversi. Co-me ultima domanda è stato chiesto di descrivere con una parola cosa significasse per i ragazzi leggere. Ecco le risposte più interessanti: “imparare, sognare, passio-ne, rifugiarsi in un mondo proprio, libertà, cultura”.

Alessandra Patrevita—I C

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LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 6

I NOSTRI PAESI

lità avrebbe avuto senso solo se i profughi avessero avuto un serio inserimento nel mondo del lavoro. Con ciò l’ammini-strazione comunale dichiara espressamente di non condivi-dere l’accoglienza e che le

azioni intraprese eventual-mente da privati cittadini vengono svolte solo per busi-ness e non per solidarietà. Dopo due settimane i pro-prietari delle strutture private hanno fatto sentire le loro ragioni tanto da stravolgere le decisioni prese dal comu-ne. Così siamo pronti ad ac-cogliere il 28 febbraio 2017 circa venti profughi, tra cui bambini. Le domande che in questo momento si pongono tutti sono: si adatteranno a noi? E noi a loro?

Nicole Ruccio e

Flavia Vernacchio — III B

L’emergenza che più preoc-cupa i cittadini di Montecal-vo Irpino è quella riguardo ai profughi. I montecalvesi do-po aver sentito la notizia, hanno avuto timore per il proprio paese, per il proprio lavoro e per la società. Il popolo evidenziando al comune le problematiche riguardo all’ accaduto ha ot-tenuto un’ordinanza. Il sin-daco Mirco Iorillo nell’ arti-colo ha espresso la mancan-za di strutture idonee a que-sto tipo di ospitalità, l’assen-za di strutture adeguate per la prevenzione sanitaria e la carenza di posti nelle scuole. Inoltre afferma che l’ospita-

Profughi in arrivo: la cittadina di Montecalvo pronta

all’accoglienza

La Grotta di San Michele Arcangelo a Casalbore

La grotta di San Michele è una chieset-ta situata in una valle, diventata meta di culto, probabilmente già nell'Alto Me-dioevo, in seguito alla conversione dei Longobardi al Cristianesimo e alla pro-clamazione di San Michele a loro pro-tettore. La leggenda narra che la grotta carsica venne scoperta da una mucca e

poi consacrata a San Mi-chele che, anche sul Gar-gano, aveva indicato il luo-go di devozione attraverso un toro. La chiesa rupestre assunse il ruolo di tappa privilegiata di un itinerario che, seguendo la via Traia-na, ricalcata dalla Via Sa-cra Longobardorum, giun-geva alla grotta garganica e proseguiva verso i porti di imbarco per la Terra Santa. Si narra anche che la chiesa era utilizzata co-me rifugio dai Cristiani, che si nascondevano lì per pregare e per sfuggire alle persecuzioni dei Romani. La struttura è stata restau-

rata nel '700 dai marchesi Aurelia e Tommaso Ca-racciolo. Nello stesso pe-riodo fu realizzata una statua di pietra del santo. Oggi la cavità carsica è sovrastata da un edificio e conserva i due ingressi. L'8 maggio di ogni anno la cappella è meta di una suggestiva processione, di un' emozionante cele-brazione religiosa che si unisce alla festa patronale civile.

Ignelzi Malena e

Caggiano Nicole— I C

Interno della Grotta di S. Michele a Casalbore.

Page 7: I.C. Casalbore La campanella dell’informazione

voloso pecorino che ha un sapore forte e leggermente piccante. Sulle nostre tavole viene accompagnato da salu-mi locali e dai favolosi “Strufeli” salati casalboresi fatti con farina, olio, sale, pepe, uova e olio di semi per

friggere. Tutti questi piatti si possono gustare alla sagra “Carn’ e maccaruni”, orga-nizzata dall’associazione “Tradizione Casalborese”. Il menù comprende: “Cecatielli cavati cu le dete” conditi con il sugo, piatti a base di carne di maiale accompagnati da verdure di stagione, come contorno ci sono le freselle, pomodorini e formaggi insie-me alle inconfondibili

“Patane e pepini”, un tempo “merenda dei contadini”. Tutto questo è realizzato dalle donne del paese.

Silvia Caggiano e

Rebecca Marchese—II C

Qui a Casalbore siamo dei buon gustai. Abbia-mo dei piatti tipici deli-ziosi come “Strenghe e Marasciuoli”. Le stren-ghe sono un tipo di pa-sta fatta in casa con fari-na, acqua, olio e sale. Il marasciuolo invece è una verdura che appar-tiene alla famiglia dei broccoli e cresce in pri-mavera e in autunno. Una volta preparato il tutto, colare la pasta con i brocco-li e condire con pancetta saltata in padella con l’olio. Come si dice a Casalbore “si subbito vuoi mangià strenghe e marascuoli ia fa”. Un’altra delizia da gustare, quando si viene qui è il fa-

La cucina casalborese

N. 2 Pagina 7

La leggenda della Janara casalborese

Casalbore è un paese ricco di tradizionali leggende, una di que-ste è quella della Ja-nara. Le Janare sono stre-ghe, nate dalla tradi-zione contadina, pro-tagoniste di numerosi racconti. Si trattava di donne che possedeva-no la conoscenza dell'occulto e dei riti magici, come le fattu-

re e il malocchio, capaci di rovinare la vita. Si dice che la Janara uscis-se di notte e si nascondesse nelle stalle dei cavalli per prendere una giumenta e cavalcarla fino alle pri-me luci dell'alba. Era solita fare delle trecce con le criniere degli animali in modo da lasciare un se-gno visibile del suo passaggio. Spesso i cavalli morivano per il troppo sforzo, anche perché la tra-dizione vuole che riuscissero anche a volare grazie ad un balsamo parti-colare prodotto dalle mani delle stesse Janare. Si pensava che pro-vassero piacere nel cercare di sof-focare i giovani durante il sonno, sdraiandosi letteralmente sul loro petto. Secondo la tradizione, l'unico rimedio per tenere lontana la Jana-ra era afferrarla per il capelli, suo punto debole, e alla domanda: “Che tien'n man?” rispondere: “fierr' e acciaij” così da impedire che si li-berasse. Se invece si catturava

quando era ancora trasparente era lei stessa a dichiarare prote-zione sulla casa per sette gene-razioni. Per evitare che entras-sero in casa veniva posto un sacchetto colmo di sale e una scopa con le setole rivolte in alto davanti alla porta di ingres-so, poiché la tentazione di con-tarle l’avrebbe trattenuta fino all'alba. Ancora oggi si dice che, quan-do qualcuno di notte ha una strana sensazione di oppressio-ne al petto, sia la Janara che, stendendosi sul corpo, non lo lascia respirare. A Casalbore, come nelle tradizioni di molti altri paesi, ancora oggi, non è difficile trovare persone incari-cate di tenere questi personaggi quanto più lontani possibile.

Manuel Salvatore — I C

In alto, “Strenghe e marasciuoli” e il pecorino. In basso “Patane e pepini” e gli “strufeli” salati.

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Eutanasia. Suicidio assistito. Fabiano Antoniani conosciuto come DJ Fabo è il protagonista di questa vicenda. I parenti lo descrivono come un ragaz-zo pieno di vita fino a quella terribile notte del 2014 quando un incidente automobilistico cambiò per sempre il suo destino. Da allora Fabiano non si era più ripreso. Dj Fabo era cieco, paralizzato e costretto ad alimentarsi con dei tubi. Per questo aveva deciso di non voler più vivere così, quindi aveva scelto l’eutanasia, pratica ille-

gale in Italia. Così Fabiano è stato co-stretto ad an-dare in una clinica Sviz-zera. Con lui, nel suo ultimo viaggio, c’e-

rano la fidanzata, degli amici e dei parenti. La fidanzata scrive: “Vorrei che que-

sta notte non passi più”. Prima di morire Fabiano ha detto agli amici: “Indossate sempre le cinture, è il regalo più grande che potete far-mi”. Fabiano muore alle 11:40 del lunedì 27 feb-braio. La sua storia ha colpito tutti moltissimo. Ci chiediamo se dopo il

caso di Fabiano in Italia si discuterà della possibilità di stabilire una normativa che regoli il suicidio assi-stito.

Alice Caccese — III B

LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 8

Suicidio assistito: quando la morte coincide con la libertà.

“Indossate sempre le

cinture, è il regalo più

grande che potete

farmi”.

ATTUALITÀ

Fabiano Antoniani, dj Fabo.

I terremotati aspettano con ansia la consegna delle casette di legno, la richiesta iniziale era di ottenere 3400 casette ma successivamente il

La sorte dei terremotati e la beffa del governo

numero è sceso a 1600, per ora solo 43 sono state conse-gnate. Una vera beffa del governo: per le altre casette devono aspettare le lungaggini della burocrazia per la compilazio-ne dei documenti per l’asse-gnazione, per questo motivo gli sfollati sono ad un passo dal piede di guerra. Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha annunciato che il 10 marzo verranno aperte 25 casette, mentre il 20 marzo verrà aperta una mensa area food. I terremotati stanno aspettan-

do ancora nei loro alloggi provvi-sori come tende, hotel e strutture pubbliche sperando che le pro-messe del sindaco si realizzino e che si risolva il tutto, alcuni al-bergatori stanno fremendo, giu-stamente visto l’avvicinarsi del periodo pasquale e di quello esti-vo. La speranza è che i terremotati trovino una sistemazione dignito-sa nell’attesa di una ripresa della ricostruzione di quei luoghi dove hanno vissuto da generazioni.

Corcetto Valerio e

D’Agostino Amedeo — III B

Page 9: I.C. Casalbore La campanella dell’informazione

N. 2

Gli immigrati sono quelle persone che si spostano da un paese all’altro. Tra il 1870 ed il 1970 ci sono stati circa 24 milioni di Italiani che sono emigrati dal loro paese in cerca di lavoro. Le destina-zioni più ambite erano: Ame-rica, Francia, Svizzera e infi-ne la Germania. Oggi gli Ita-liani sono preoccupati per l’arrivo nella loro penisola di persone in cerca di lavoro, per trovare riparo dalle guer-

re o dalla negazione della li-bertà di professare la propria religione. Gli immigrati pen-sano, arrivati alla meta tanto desiderata, di trovare l’Eldo-rado dove soddisfare le pro-prie aspettative ma in realtà non esiste niente di tutto ciò. Gli immigrati compiono viag-gi disperati tra tante sofferen-ze, rischiano di morire e appe-na arrivati vengono sfruttati, a loro sono destinati lavori pe-santi e paghe minime e, se si

rifiutano, vengono ricattati di essere denunciati e rimandati al proprio paese. Ad aggravare una situazione già difficile ed estremamente precaria le dolo-rose e ingiustificabili discrimi-nazioni. Quello che mi ferisce di più è l’essere giudicati dal proprio aspetto, ed è questo l’errore che fanno in molti. Io personalmente penso che se ci avviciniamo di più a loro e li conosciamo meglio, se li soste-niamo si sentiranno bene, pro-tetti e non abbandonati, spero che questa situazione si risolva al più presto perché non è giu-sto vedere queste persone che soffrono senza fare niente.

Nanai Hajar — III B

Pagina 9

L’immigrazione: immigrati tra aspettative e sogni infranti

È una triste realtà da sempre diffusa negli stadi. Episodi di violenza e di razzismo che, in alcuni casi, hanno portato anche alla morte di tifosi. Un esempio? A Bruxelles, nel 1985, 39 tifosi perdono la vita. E la cronaca anche re-cente continua a registrare fenomeni di vergognoso raz-zismo e di violenza ingiusti-ficata ai danni della tifoseria avversaria o peggio ancora ai danni dei colleghi, è il caso dei tifosi neri della Dinamo Kiev cacciati dagli spalti dai loro colleghi bianchi. In risposta al comportamento violento e scorretto dei tifosi, alcuni stati hanno adottato misure di sicurezze. In In-ghilterra, ad esempio, severe restrizioni sono state adottate contro gli "Hooligans". In

Violenza negli stadi

Italia tutto ciò appare impro-ponibile, l'opinione pubblica si dimostra, per la maggior parte, contraria. Eppure due tifoserie italiane rientrano nel-la top ten degli ultras più cat-tivi del mondo. Molti ritengo-no che i tifosi non siano gli unici responsabili della "brutta piega" presa dal cal-cio. I giocatori, in primis, non per-dono occasione per dimostra-re di essere al livello dei tifosi violenti tutte le volte che commettono falli volontari e cattivi, tutte le volte che man-cano di rispetto all'arbitro e che arrivano allo scontro con gli avversari. Il calcio è uno sport e come tutti gli sport dovrebbe in pri-ma battuta costituire un mo-mento di socializzazione, il

campo dovrebbe unire e lo sta-dio essere il luogo in cui si partecipa a quella festa che è un incontro di gioco, perché si parla pur sempre di gioco e il gioco non contempla la violen-za.

Roberto De Cillis e

Alessandro Pio Pisani — III B

Page 10: I.C. Casalbore La campanella dell’informazione

LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 10

Le donne: ancora vittime di violenze fisiche e psicologiche. Femminicidio, un termine ormai tristemente entrato a far parte della nostra quoti-dianità. Il nome femminicidio è usato per identificare una violenza che ha come oggetto le donne ed è considerato un crimine, solo da poco identificato co-me una vera e propria viola-zione dei diritti umani. Basti pensare che in Italia quasi ogni tre giorni muore una donna, sono innumerevoli le cause che portano un uomo ad uccidere sua moglie o la sua fidanzata … una delle tante è la delusione e la rab-bia che un uomo ha dopo un divorzio o la fine di una rela-zione. Quest’orribile fenome-

no continua a manifestarsi a causa della paura di denuncia-re l’uomo per le minacce e le violenze subite. Se ciò si evi-tasse e quindi anche alla prima piccola forma di violenza si denunciasse, gli episodi di femminicidio diminuirebbero palesemente. Molto spesso prima di essere uccise le don-ne subiscono violenze fisiche e mentali di ogni tipo senza denunciare o farsi aiutare. Si ritrovano così a ripetersi “non sta succedendo a me”, oppure sentirsi in colpa, mentre si preparano il giorno dopo a dire ai figli, poi ai colleghi, agli amici, ai genitori che non è niente. Aiutare queste donne a trovare il coraggio di denun-

ciare, e non lasciare sole colo-ro cha hanno già trovato que-sta forza, è quindi più che ne-cessario.

Nicla Mobilia — III B

ATTUALITÀ

Il ruolo delle donne fino a ieri era quello di occuparsi delle loro famiglie e di ac-cudire le loro case; la donna era considerata inferiore all’uomo perché ritenuta incapace di dare un giudizio o di pensare in un modo lo-gico. Le donne, insomma, non avevano diritti, per esempio non decidevano con chi sposarsi ma erano i genitori a decidere, non ve-nivano considerate dal pa-dre fin dalla nascita e non venivano ben trattate o ben curate come i loro fratelli. Oggi invece le donne hanno diritto di fare tutto ciò che vogliono, ma soprattutto hanno la libertà che non

avevano. Ma, purtroppo, dobbia-mo sapere che non in tutto il mon-do oggi vengono rispettati i diritti delle donne o la loro libertà, per esempio, nel mondo arabo le don-ne devono percorrere ancora mol-ta strada: non possono uscire sen-za un uomo che le sorvegli, non possono indossare mini gonne, jeans strappati, pantaloncini corti e ci sono molte altre cose che non

possono fare, insomma la loro vita è difficile. La prati-ca che spero venga abolita al più presto è quella della spo-sa bambina, ragazzine tra gli undici e i dodici anni vengo-no date in sposa dalle fami-glie a uomini adulti, molto più grandi, ma che comun-que non hanno scelto, è quanto di più tremendo si possa augurare ai propri fi-gli. Io personalmente penso che qualsiasi donna al mon-do debba vedere riconosciuti i suoi diritti e la sua libertà, non c’è nessuna differenza tra l’uomo e la donna e non ci devono essere differenti trattamenti.

Nanai Hajar — III B

I diritti della donna

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SCIENZA

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La Scienze è sempre stata considerata una disciplina difficile e complicata, ri-spetto a cui molti alunni preferiscono prendere le distanze. Eppure, a ben guardare, così complicata

Esperienza in laboratorio: separazione degli

elementi di un miscuglio. non è, se opportunamente sup-portata da esperienze pratiche che traducono in fatti quello che di solito è trattato solo in teoria. Proprio questo apporto ci ha reso questa disciplina più piacevole e ha stimolato in tutti noi un pro-fondo interesse. Tra le varie esperienze in laboratorio, fatte durante questo anno scolastico da noi ragazzi di prima, sicura-mente la più interessante è stato l'esperimento di separazione de-gli elementi di un miscuglio. Questo consiste nel mescolare 2 sostanze: polvere di zolfo (S) e limatura di ferro (Fe), con un bastoncino di ferro, ottenendo così un miscuglio. Successiva-

mente viene avvicinata al mi-scuglio una calamita che attrae una delle due sostanze, in que-sto caso la limatura di ferro, che si separa dallo zolfo. Que-sto accade perché le calamite attraggono soltanto i metalli. L'esperimento dimostra che è possibile separare le sostanze di un miscuglio eterogeneo, sfruttando le proprietà delle sostanze stesse. L'esperienza in laboratorio è stata sorprendente perché ha dimostrato praticamente quel-lo che si impara in modo teori-co dai libri di testo.

La I C

Separazione della limatura di ferro dalla polvere di zolfo.

Energia da fonti rinnovabili a Casalbore La tecnologia e la corsa alla soddisfazione dei nostri bi-sogni ci ha fatto spesso di-menticare che anche l’am-biente ha bisogno di atten-zione e che il Nostro Piane-ta merita rispetto, inteso an-che come necessità di pre-servarlo dai danni che l’uo-mo nel suo egoismo arreca. Fortunatamente disponiamo oltre che di risorse non rin-novabili, anche di risorse rinnovabili e, soprattutto, non dannose per l’ambiente, quali l’acqua, il vento, il sole. Ci rincuora pensare che an-che nel nostro piccolo riu-sciamo a contribuire al ri-spetto dell’ambiente. Infatti, anche a Casalbore è abba-stanza diffuso l’utilizzo di risorse energetiche rinnova-bili, come il sole e il vento. Su alcuni tetti di edifici al centro del paese, ma soprat-

tutto nelle campagne, sono collocati pannelli scuri detti pannelli solari o termici, che catturano l’energia e la utiliz-zano direttamente per riscalda-re l’acqua degli impianti do-mestici. All’interno dei pan-nelli sono posti dei tubi attra-verso cui passa l’acqua, che si riscalda per effetto delle radia-zioni solari senza avere conse-guenze negative sull’ambiente e senza dispendio di denaro. Alcuni hanno installato pan-nelli fotovoltaici, ossia delle attrezzature capaci di converti-re l’energia delle radiazioni solari in energia elettrica. Que-sti pannelli sono costituiti da più celle fotovoltaiche unite tra loro, ognuna delle quali è composta da materiale siliceo, cioè contenente silicio, capace di convertire l’energia solare in energia elettrica. Inoltre, se osserviamo il pae-saggio intorno a noi, ci rendia-

mo conto della presenza di numerosi generatori eolici, una sorta di giganteschi mulini a vento formati da eliche mon-tate su una torre. La rotazione delle pale provocata dall’ener-gia del vento viene trasformata in energia elettrica. Ovvia-mente la quantità di energia prodotta dipende dalla durata e dall’intensità dei venti. L’utilizzo di risorse energeti-che rinnovabili nel nostro pae-se non può che inorgoglirci perché contribuisce a ridurre l’inquinamento, a rendere l’a-ria più pulita e ad evitare lo spreco di combustibili dannosi per l’ambiente.

Asia Coluccio e

Marika Padrevita — III C

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Invictus, significa “invincibile”, è libera-mente ispirato alla ve-ra storia di Nelson Mandela. Il film rac-conta l’incontro e il rapporto che ne scatu-risce tra Mandela e il capitano della squadra di rugby del Sudafrica, Francois Pienaar, in-sieme lotteranno per la pacificazione del loro Paese. Quando Mandela vie-ne eletto, il suo paese è ancora diviso dall'A-partheid. Il presidente neoeletto sperando di poter riunire il suo po-polo con il linguaggio universale dello sport, spinge la squadra di rugby del Sudafrica, formata quasi esclusi-vamente da bianchi, alla vittoria del cam-pionato del mondo del 1995. La finale della coppa del mondo del 1995 è un'emozionante parti-ta, ma per il Sudafrica ha significato molto di più, ha rappresentato un momento cruciale per la sua storia, ha dimostrato il potere dello sport, del gioco di squadra, di una ban-diera in cui un popolo possa riconoscersi al-dilà di ogni divisione politica.

Gli artefici dell'evento epocale sono stati i due protagonisti Mandela e il capitano Fran-cois Pienaar. Durante uno dei loro incontri il presidente dona al giocatore la poesia che lo ha ispirato durante i difficili anni della prigione, dal ti-tolo “Invictus”.

La poesia scritta dal poeta inglese William Ernest Henley, è un'au-tentica fonte di ispira-zione per gli esseri umani: Dal profondo della notte che mi avvolge, buia come un abisso che va da un polo all' altro, Ringrazio qualsiasi dio esista per la mia anima indo-mabile. Nella morsa delle cir-costanze, non ho indietreggiato, né ho pianto. Sotto i colpi d' ascia della sorte, il mio capo sanguina, ma non si china. Oltre questo luogo di rabbia e lacrime in-combe solo l'orrore dell' ombra Eppure la minaccia degli anni mi trova e mi troverà, senza paura. Non importa quanto stretto sia il passaggio, quanto piena di casti-ghi la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano del-la mia anima.

Antonio Pisano — III B

LA CAMPANELLA DELL’I NFORMAZIONE Pagina 12

Il NOSTRO SPAZIO RI-CREATIVO

“Invictus”: un film che merita di essere visto

Nelson Mandela.

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N. 2

grotta, lo conducono nel

1943. Scoprirà in seguito

che Miss Peregrine è una

Ymbryne, cioè è in grado di

controllare il tempo, e che

grazie a questo potere rie-

sce a rimanere sempre nel

1943, prima che la casa

venga distrutta da una bom-

ba atomica nazista. Scoprirà poi

cosa ha ucciso suo nonno: i vacui,

mostri con tentacoli, alti e senza

volto. Per riassumere la forma

umana i vacui scoprono che è ne-

cessario mangiare gli occhi dei

bambini speciali. Per questo Jake e

gli altri sono in grave pericolo, per-

ché anche Jake capisce di essere

uno “speciale”. Jake e i suoi amici

si trovano così ad affrontare una

battaglia con i vacui senza Miss

Peregrine, che viene rapita. Tutti si

impegneranno moltissimo e alla

fine? Vi tocca vedere il film per

saperlo.

Noi lo abbiamo trovato molto inte-

ressante e pensiamo che possa pia-

cere ai ragazzi dai 12 anni in su.

Giulia Dinestore e

Lara Patrevita — II C

Questo mese abbiamo de-

ciso di recensire un film

che ci ha particolarmente

attratto, cioè Miss Peregri-

ne e la casa dei ragazzi

speciali. Il film, diretto da

Tim Burton, è di genere

fantastico, drammatico e

avventuroso. Nel film, nei

panni del protagonista, un

ragazzo chiamato Jake,

vediamo il celebre attore

Asa Butterfield. Jake, in

seguito alla tragica morte

del nonno, si trasferisce su

un’isola alla ricerca di al-

cuni bambini “speciali”

che vivono in una casa con

la loro direttrice Miss Pere-

grine, di cui il nonno gli

aveva parlato molto duran-

te l’infanzia. Qui trova

questi “ragazzi speciali”

che, attraverso una speciale

[…] Due forti braccia la afferrarono per poi adagiarla sul terriccio umido. - Dove credevi di andare? La ragazzina si girò e vide dietro di sé un ragazzo un po' più alto di lei. Aveva gli occhi di un verde smeraldo, i capelli mossi e neri, la pelle lattea. Inarcando un sopracciglio chiese: - Chi sei tu? Dove mi trovo? Lui rispose: - No, chi sei tu?

La ragazzina sbuffò dicendo: - Mi chiamo Layla, ero seduta nel mio armadio e… insomma… sono finita

qui –. Dopo vari secondi di silenzio la ragazzina aggiunse: - Sai cosa posso fare per tornare a casa?

Lui si avvicinò alla voragine da cui era arrivata e disse: - Beh, potresti provare, ma la maggior parte del-

le persone che ci hanno provato non sono riuscite nel loro intento –. Sbuffò esausta. Il ragazzo iniziò a

camminare dall'altra parte del tunnel, Layla lo guardò e disse: - Dove vai ora? Devi aiutarmi a salire! -.

Il ragazzo continuò a camminare seguito da Layla e aggiunse: - Ho da fare, ma se vuoi puoi venire con

me.

La ragazza disse: - Va bene, ma dimmi almeno come ti chiami!

Lui sorrise: - Jack, mi chiamo Jack! (continua…)

Megan Dinestore e Michela Perrina — II C

Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali

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Un racconto fantasy:

“Il mondo dentro l’armadio” - capitolo II

Nel capitolo precedente abbiamo conosciuto Layla e l’abbiamo lasciata mentre, precipitata nell’armadio, aveva

iniziato a rotolare per poi fermarsi di botto, bloccata da qualcosa di misterioso...

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LA CAMPANELLA DELL’ INFORMAZIONE

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