La Basilica Cattedrale di Fano · nuti, filippo terzi, il maestro carlo delle rose, fino ad...

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Giuseppina Boiani Tombariregesto dei documenti

La Comunità di Fano e il duomo. Progetti, opere, atti di devozione nelle fonti d’archi-vio dal tardo Medioevo al Novecentosi è condotta la ricerca sulla documentazione conservata nei due istituti cittadini preposti alla tutela, conservazione e valorizzazione di questo particolare genere di bene culturale: l’archivio storico diocesano e la sezione di archivio di sta-to di fano, oltre che nel fondo Manoscritti della biblioteca federiciana di fano. la ricerca è stata, anche se lunga, “spalmata” in molti anni di inda-gini ed è iniziata quando il professor aldo deli ci ha coinvolti nella sua opera Fano nel Seicento e da allora si è cominciato a prendere visione con monsignor domenico astolfi della documenta-zione del nostro archivio storico diocesano. il nostro intervento, naturalmente, non porrà fine agli interrogativi quasi infiniti su questo edificio, ma si spera che sia una base per chi vorrà continuare ad approfondire la storia del nostro duomo, la cattedrale della nostra comu-nità religiosa e il più antico edificio medievale della nostra città. si è fissata la ricerca a parti-re dal 1059 – data del più antico documento dell’archivio storico diocesano – fino al 1970, data di riapertura della chiesa dopo gli ultimi lavori di restauro.non sono sciolti tutti gli interrogativi che a tutt’oggi rimangono irrisolti, per esempio la data dell’abbattimento del portico, la cui esi-stenza è tuttavia provata da due atti notarili del 1427 rogati uno sotto il portico della chiesa maggiore dell’episcopato e l’altro sopra il mu-rello vicino ad una colonna del portico stesso. a tale portico fa ancora riferimento il documento del 1476 – anno indicato come data di costru-zione dal mastro cedrino – che ci informa della concessione del consiglio cittadino al vescovo Giovanni de tonsis delle pietre della rovina dell’arco “di san Michele” – l’arco d’augusto bombardato nel 1463 da federico da Montefel-tro – per la riparazione della trasanna della porta dell’episcopato intendendo proprio il duomo.Prestigiosi artefici hanno lavorato nella nostra

cattedrale: Mastro rainerio, gli architetti Matteo nuti, filippo terzi, il maestro carlo delle rose, fino ad arrivare agli architetti collamarini, la-medica e Venturi del secolo scorso. dell’opera di filippo terzi per la cattedrale, intimamente legata a quella del Palazzo Vescovile, se ne darà conto in un prossimo intervento, visti i dati che vengono dai lavori in corso e che perciò meritano spazi più lunghi.in questo contesto si possono offrire ai lettori do-cumenti inediti che permettono di porre fine ad alcune ipotesi e di fissare con certezza i vari tipi di interventi nei secoli sulla facciata, contestual-mente agli autori. si devono infatti al maestro carlo delle rose i lavori di ripulitura e restau-ro di architravi, risalti, pilastri e cornicioni della facciata e quello di avere ingrandito le due porte laterali ed altri, fra cui quelli delle piramidi ed incalcinatura, come agli atti del 2 e 13 ottobre 1658, lavori eseguiti a carico del vescovo alfieri che fece allargare le “due porticelle” della facciata per potervi passare con il baldacchino durante le processioni. Quanto compiuto dal maestro car-lo delle rose emerge chiaramente dall’immagine realizzata dopo la scrostatura della facciata nel 1925 e riportata dalla iorio [p. 92, n. 122]. risa-le, invece, al 1912 la modifica delle finestre nella facciata della cattedrale da quadrate a tonde. Per quanto riguarda l’interno della cattedrale, si sono cercate le più antiche testimonianze e de-dicazioni degli altari che al 1436 risultano essere 15, oltre al maggiore, con altri 4 altari portatili, come dall’inventario redatto in quell’anno.nel corso dei secoli le dedicazioni agli altari mu-tano, come mutano i proprietari e dal ’500 è possibile seguirne le vicende anche attraverso le Visite Pastorali, alcune ricche di interessanti par-ticolari, altre ripetitive che fanno emergere spesso la minaccia della sospensione delle cappelle per l’inosservanza dei decreti. si pensi, per esempio, alla cappella dei santissimi Girolamo e Paternia-no della famiglia rinalducci, la prima entrando dalla porta maggiore sulla destra, distrutta per aprire la porta sul fianco laterale. le fonti docu-

A frontePergamena del 1059(asdf, cc, Pergamene, tomo 1, n. 1)

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mentarie ci attestano essere opera fin ora inedita dell’architetto Girolamo rainaldi, l’architetto del Porto di fano, eseguita su commissione di lui-gi rinalducci canonico di san Pietro di roma. ed ancora, che la cappella era stata ornata dallo stuccatore Giovan battista buratti, lo stesso della cappella nolfi. si può pensare, quindi, ad una cappella altrettanto ornata di quella dei nolfi, ma della quale rimangono solo le lapidi e quel ritratto di pietra di paragone rivendicato da luigi rinalducci nel 1856 per venderlo al fine di dota-re quattro figlie femmine! non si entra in merito alle dotazioni delle cappelle, ai testamenti, alle elezioni dei cappellani, al rispetto delle proce-dure nella celebrazioni delle feste e alla puntuale disposizione dei banchi nella chiesa per evitare “ogni scandalo”. non si può sapere quale sia stato il posto occupato nel lontano 1422 dai 2 stalli re-alizzati per Pandolfo iii e per la sua ‘Madompna’ che evidentemente erano soliti frequentare la cattedrale come è attestato anche dalle offerte in denaro del ‘signore’ nelle feste principali della chiesa, ma non solo. infatti, si ha la testimonian-za di doni di vestiti di velluto trasformati poi in piviali, tonicelle ed altro per uso liturgico e di la-vori eseguiti nella cattedrale, per sua volontà, nel febbraio 1427 da maestro berardo da camerino con altre maestranze per costruire sopra l’altare maggiore dove apporre l’ancona. il 15 aprile di questo stesso anno, pochi mesi pri-ma della sua morte, Pandolfo iii dota la cattedra-le di organi commissionandoli a Venezia a Paolo d’adria. necessariamente il capitolo commis-siona, sempre a Venezia i tre antifonari “notati e miniati” di cui due ancora si conservano nell’ar-chivio storico diocesano. le fonti ora ci presen-tano un inedito documento relativo proprio alla miniatura di antifonari avvenuta “a la scolca”, la odierna abbazia di santa Maria annunzia-ta nuova di scolca, edificata nel 1418, per una donazione di carlo Malatesti e nel cui museo si conserva, tra i pezzi più importanti, la pagina mi-niata di un corale quattrocentesco. la presenza di Pandolfo nella cattedrale è testimoniata nelle

principali feste liturgiche e naturalmente in quel-la della Madonna d’agosto, una festa tradizionale sancita nello statuto comunale pubblicato dal soncino nel 1508, che al libro 1°, capitolo 1°, stabiliva che nella vigilia della beata Vergine di agosto e nella vigilia di san Paterniano del mese di luglio il podestà con gli altri officiali, gli uomi-ni del consiglio generale e speciale del comune, si dovessero recare alla chiesa dell’episcopato e in quella di san Paterniano con palii, cioè un palio per ciascuna festa e con ceri accesi, devotamen-te, secondo il modo usato fin allora. il podestà, il giorno precedente la vigilia delle feste faceva annunciare con un bando per la città e borghi la cerimonia delle offerte che prevedeva multe per i consiglieri e per lo stesso podestà non presenti. la spesa doveva essere effettuata dal depositario “more consueto”. Una tradizione – sicuramente meno nota dell’offerta di cera a san Paterniano – confermata annualmente nei registri contabili fin dal 1344. in quest’anno la comunità di fano per la festa di santa Maria d’agosto offre la cera alla “nostra donna” e ai canonici un palio che risulta essere un palio d’oro con l’asta, quindi sospeso, dunque uno stendardo. in occasione di questa festa, come attesta lo statuto, accorrendo in città per onorare la Madonna molte persone da diversi luoghi, veniva bandita una fiera libera. sempre dagli statuti comunali veniamo a sapere che il podestà, ogni anno, nel primo mese del suo incarico doveva eleggere un buon cittadino tra i consiglieri che, con il vescovo ed i canonici, sovrintenda a chiedere i lasciti testamentari da spendersi in utilità della chiesa maggiore e spe-cialmente nel coprirla per evitare la distruzione delle volte e dei fornici della stessa. la prova di questa disposizione ce la offre il documento del 24 luglio 1451 allorché il cittadino Giovanni alavolini viene eletto perché solleciti il vescovo a sistemare e riparare una certa volta della chiesa che necessita di restauro, per non incorrere nelle pene previste appunto dallo statuto.restauri che lo scorrere dei secoli obbligano ad effettuare causati anche da terremoti, incendi e

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da altre calamità naturali che si abbattono inelut-tabilmente sulla nostra cattedrale. non mancano esempi di depauperamenti provo-cati dall’insensibilità o dalla cupidigia dell’essere umano o, forse, dalla mania di eliminare le tracce del passato, testimonianze ormai consunte e lo-gore che contrastano, per esempio, con un pavi-mento “nuovo”. fortunatamente il progetto del 1753 di eliminare tutte le lapidi esistenti nel pa-vimento della chiesa ostacolato dai canonici non ebbe esito. non mancarono i furti tra cui quel-lo del pastorale d’avorio (poi ritrovato), donato dal pontefice Pio V al suo segretario, il cardinale francesco rusticucci, in occasione della sua ele-zione a vescovo di fano per ringraziarlo della “soddisfazione che aveva avuto dei servizi pre-

stati”. tentativi di vendite fortunatamente non riuscite, come quella nel 1934 dei quattro leoni, già collocati nella facciata del duomo e in quel tempo depositati nell’atrio del Palazzo Vescovile per comodità di conservazione, riportati in catte-drale nel 1937, per essere utilizzati poi nel pulpi-to ricomposto. e poi i danni della seconda guerra mondiale con l’abbattimento del campanile che coinvolse tutta la chiesa, il Palazzo Vescovile e, di conseguenza, anche molta documentazione conservata nell’archivio storico diocesano, avve-nimento che ha depauperato per sempre quelle testimonianze documentarie da cui avremmo potuto avere risposta ai tanti interrogativi sulla nostra cattedrale ancora inevasi.

Pianta con la sistemazione dei banchi per la chiesa.(asdf, aP, cattedrale sec. XViii [?], b. 15)

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1379il vescovo fra leone erige, secondo la lapide ora po-sta nella cappella dell’annunziata, la cappella del corpo di cristo.bcff, Mss. amiani, 7, p. 13: “serie dei vescovi se-condo l’Ughelli”. il testo completo in G.l. Patrigna-ni e f. battistelli, Il tempo e la pietra cit, p. 138.

1383 agosto 21il depositario comunale annota la spesa di libre 54, soldi 10 e denari 6 per l’acquisto di cera da Uguc-cio de Polo da Pola speziale, data al comune per l’of-ficiatura di “santa Maria d’agosto” e per “lo palio” fornito da Musetto ebreo. asP-sasf, asc, depositaria, reg. 31, c. 24r.

1389 febbraio 1l’abate ercolano di Perugia, collettore apostolico Generale nella Marca d’ancona, ordina al prevo-sto dell’episcopato fanese di consegnare, entro due giorni dal ricevimento del precetto a fra onofrio deputato, tutti i beni del defunto fra leone già ve-scovo di fano e cioè paramenti, mitria, taberna-colo ed altro, alla pena della scomunica e di 100 fiorini d’oro.asdf, cc, decime papali e pesi camerali. ricevu-te, secc. XiV-XViii, n. ril. 120.

1391 dicembre 15il nobile angelo rinalducci erige la cappella del santissimo crocefisso – la prima a destra di chi en-trava dalla porta della facciata, sostituita dall’attuale porta nei restauri del 1940. G.l. Patrignani e f. battistelli, Il tempo e la pietra cit., p. 114.

1402 agosto 29alberto di ser Vanni speziale riceve libre 45 e soldi 8 per il palio e la cera “per l’offerta de nostra donna”.asP-sasf, codici Malatestiani, reg. 14, c. 3r.

1408 agosto 18“Per libre 57 di dupiroli di cera et per lo palio del drappo d’oro et per l’asta et brocche per la dic-ta offerta”.asP-sasf, codici Malatestiani, reg. 21, c. 175r. al-tre testimonianze del 31 agosto 1409 e 24 agosto 1412: ibidem, cc. 175v e 295r.

1414 gennaio 1si acquista da Giovanni de Vita una “pelle de pe-cora overo carta per farci mettere doi credi notati” sull’antifonario, con la spesa di 5 bolognini. asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 28, reg. 7, c. 1v.

1415 dicembre 1si inizia ad officiare la prima messa all’altare di san biagio per madonna Giacoma di Marcolino che

1059 agosto 23 Pietro buonaccorso, rettore della canonica di fano, col consenso dei preti e dei canonici concede a be-rardo Massaco del fu Giovanni e a berta di lui mo-glie, per 29 anni, tutta la possidenza che ha nel ter-ritorio di Pesaro, nel fondo di Gragnano nella pieve di san Vito con patto che paghino ogni anno la quarta parte di tutti i frutti e, in caso di inosservan-za, di due once d’oro ottimo.archivio storico diocesano di fano (d’ora in poi asdf), archivio capitolo cattedrale (d’ora in poi cc), Pergamene, tomo 1, n. 1.

1104 i crociati fanesi Ugone del cassero con i figli Ugoli-no e baldovino di ritorno dai luoghi santi offrono alla cattedrale una particola della ss. croce di cri-sto con tre spine della sua corona e alcuni capel-li della Vergine Maria che - dice l’amiani - ancora oggi “nella detta cattedrale si venerano e dalle quali grazie singolarissime in tutte le calamitadi, e ne bi-sogni tutti della città si ricevono”. P.M. amiani, Memorie istoriche della Città di Fano, Venezia, 1751, ristampa fotomeccanica, bologna 1967, vol. i, pp. 132-133 e G. cappelletti, Storia della Chiesa di Fano, Venezia, 1849, p. 56.

1111Un improvviso incendio nella canonica dei chierici rovinò del tutto la cattedrale, distruggendo infini-te memorie. “fu attribuito a miracolo evidente, che dall’incendio rimanessero illese le sagre reliquie, che oggi ancora si venerano nel nostro duomo”.P.M. amiani, Memorie Istoriche cit., p. 134 e G. cappelletti, Storia della Chiesa di Fano cit., p. 57.

1113Posa della prima pietra della nuova cattedrale, pro-gettata da Mastro rainerio. nell’occasione si ricer-cò il corpo di san fortunato che fu ritrovato sot-to le macerie insieme a quello degli altri due santi protettori orso ed eusebio. da quel tempo da quell’urna cominciò a fluire annualmente nel gior-no della sua festa un prodigioso liquore chiamato manna di san fortunato. P.M. amiani, Memorie istoriche cit, p. 134 e asdf, cc, codici, Codice Nonantolano, c. 275rv.

1140il vescovo rainaldo consacra solennemente la nuo-va cattedrale riedificata dopo l’incendio, dedican-dola all’assunzione della santissima Vergine Ma-ria. Venne costruita su disegno di mastro rainerio come attesta l’epigrafe collocata attualmente nella navata destra della chiesa, sotto la tribuna dell’or-gano e, in precedenza, nel muro della cappella dei santi orso ed eusebio. il testo completo dell’epi-grafe è riportato da G.l. Patrignani e f. battistelli,

Il tempo e la pietra. I marmi parlanti, fano 2010, p. 121.

1226 gennaio 12i presbiteri Pietro rettore di san cristoforo, Giovan-ni rettore di san daniele, Vitale rettore di sant’an-drea curtis Marenge e Giovanni rettore di san Giovanni, primiceri dei chierici delle quattro con-gregazioni del convento di fano, vendono al cano-nico Pecio, tutta la loro parte della croce d’argento indorata, già del convento di fano.asdf, cc, Pergamene, cassetta b, n. 38.

1323 luglioMargherita del fu Perutio Viviani e vedova di Bartu-tio di Giovanni detto Bartutio Chere, dispone di esse-re sepolta nel cimitero della cattedrale e lascia 80 lire ravennate per la fabbrica e la riparazione della cat-tedrale, 10 soldi ed un cero per il vescovo, 10 soldi per i canonici e altri 16 per il convento dei chierici, con obbligo di messe per la sua anima.asdf, cc, Pergamene, n. 37.

sec. XiiiÈ attestata l’esistenza di un “altare sive capella san-cte Marie Magdalene de episcopatu” che possiede dei beni di mastro biagio di mastro Pietro nelle corti di fano e di san costanzo. asP-sasf, asc, Catasti, catasto in pergamena, sec. Xiii, c. 28r.

1344 settembre 9la prima testimonianza dell’offerta di cera da par-te della comunità alla cattedrale e di un palio d’oro donato ai canonici nella festa di santa Maria d’ago-sto. Gli speziali cecchole e Paciole forniscono 142 libre di cera per la festa di santa Maria d’agosto ed ai “chalonaci del veschovado” si acquista un palio per l’offerta.asP-sasf, asc, Depositaria, reg. 2, “spese straor-dinarie”, alla data.

1361 luglio 1il prevosto Pietro di rodolfo, don nicola rettore di san daniele e don Vico del fu antonio lomoli sa-crista ripongono alcune reliquie in una piccola cassa di avorio posta dentro un’arca di legno.asdf, cc, reliquie, n. ril. 29, 1361-1726 e can-celleria Vescovile (d'ora in poi cV), Visite Pastorali, 1594, c. 3rv, visita del vescovo ottinelli.

1367il vescovo fra leone fa erigere nella cattedrale una cappella dedicata alla Vergine annunziata, come dalla memoria affissa nella parete.f. Ughelli, Italia Sacra Sive De Episcopis Italiae, et In-sularum adiacentium, Fanenses Episcopi, 1644, vol. 1, col. 715.

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documento del primo febbraio 1639(asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, cc. 70v-71r.)

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documento del primo febbraio 1389

(asdf, cc, decime papali e pesi camerali. ricevute,

secc. XiV-XViii, n. ril. 120)

sigillo del reverendissimo capitolo di fano

(asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1556-1562, c.

1r)

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aveva promesso pagare alla sacrestia 7 ducati e mez-zo all’anno. Ibidem, c. 7r.

1416 luglio 21Vengono acquistati chiodi e 3 piastrine per restaura-re gli assi dell’antifonario.Ibidem, c. 9v. 1416 maggio 21don Giacomo acquista carta per fare “uno libercolo per le gloria et per gli ite missa est” per tenere davan-ti al prete che canta la messa.Ibidem, c. 8v.

1419 febbraio 11la cappella del corpo di cristo viene data a cottimo per due ducati l’anno a don lorenzo.Ibidem, reg. 8, c.1r.

1419 marzo 26Viene fatta restaurare la sedia vescovile e si acquista-no 3 cinghie con una spesa di 16 bolognini di cui 10 per le correggie e 6 per la fattura.Ibidem, reg. 6, c. 3r.

1419 giugno 14tra le spese della sagrestia è registrata quella di 13 bolognini per don antonio cantore. Ibidem, reg. 6, c. 5r.

1419 agosto …[sic]don nicolò canonico rilega l’ordinario ponendo-vi le assicelle nuove con una spesa di 6 bolognini e 7 denari. don Giacomo l’8 settembre riceve 6 bolognini per soatto e filo per rilegare i salterii e un messale.Ibidem, reg.6, 6v.

1420 giugno 26la sagrestia acquista da “agniolo de conseglio giu-deo” una pianeta con la dalmatica, una tonicella, una dalmatica e tonicella verde, un piviale nero con un fregio figurato, un piviale bianco con stel-le e lune e due tovaglie di seta per 25 ducati e una soma di grano.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1420-1431, n. ril. 65, reg. 2, c. 3r.

1420 agosto 31il camerlengo della sacrestia paga 4 ducati a ser ni-cola di Pergola, fattore dei mulini di Pandolfo Ma-latesti, per 25 misure di calcina impiegata per pavi-mentare la sacrestia. Ibidem, reg. 2, c. 4r. l’11 settembre successivo viene ricompensato anche il maestro impegnato per due giorni “per fare ricoprire la sagrestia e lo coridoro”. Ibidem, c. 5r.

1421 marzo 18il priore di brettino riceve 2 ducati per aver dato tre assi grandi di albano per fare il fondo del banco grande della sacrestia, l’uscio del capitolo, l’usciolo piccolo che è nella sacrestia “ad alto” e altre 11 assi piccole per le finestre della sacrestia.Ibidem, reg. 4, c. 2r.

1421 giugno 1l’offerta dei fedeli nel mese di maggio ammonta a un ducato e 17 bolognini di cui un ducato “l’offer-se el signore sull’altare”.Ibidem, reg.3, c.2r.

1422 gennaio 26Vengono fatti i conti della cera per la festa di santa Maria con lo speziale Giovanni di bartolomeo, da cui risulta che, tra l’altro, ha fornito due “falcole de cera biancha facte per lo signore et per Madonna”.Ibidem, reg.6, c.10v.

1422 settembre 8Per la festa della natività di Maria gli scolari di san Michele consegnano a don Giorgio camerlen-go una doppia torcia, mentre quelli del Vescovado ne consegnano due. Ibidem, reg.5, c.2v. nell’anno 1423, uguale offerta delle due scuole con l’aggiunta di un doppiero da parte dei calzolai. Ibidem, reg. 7, alla data dell’8 settembre.

1422 febbraio 2don Giorgio da reggio, camerlengo della sagre-stia, annota la spesa per l’acquisto da Matteo de Vita di “tavole grande da canale” per lavorare nel-la chiesa, alle colonne e alle finestre della sacrestia.Ibidem, reg. 6, c. 2r.

1422 febbraio 5lo stesso camerlengo registra l’entrata di 8 ducati da madonna Polissena, per l’officiatura di un anno dell’altare di san fortunato. Uguale pagamento il 1° gennaio 1423.Ibidem, reg. 5, cc. 4r e 8r.

1422 febbraio 13il camerlengo Giorgio registra in dettaglio le spese sostenute per realizzare uno stallo “per lo signore et uno per Madompna in lo vescovado”. il lavoro viene eseguito dai maestri Giovanni e Paolo.Ibidem, reg. 6, cc. 2v-3r.

1422 febbraio 20il camerlengo registra in dettaglio le spese sostenu-te per “far fare la volta supra l’andata che va a l’al-tare de santo biaxio in la confessione”. nicola de spachalpello realizza la chiave di ferro “per chiava-re la detta volta”. il lavoro viene realizzato dai ma-

estri Paolo e Giovanni schiavi.Ibidem, reg. 6, cc. 3v-4r. 1422 settembre 1Mastro Paolo schiavo e suo fratello lavorano nella sagrestia.Ibidem, reg. 6, c. 9r.

1423 gennaio 1don Giacomo sagrestano riceve 30 bolognini per pagare l’acconciatore degli organi “li quali donò el nostro magnifico signore messer Pandolfo ala sa-crestia”.Ibidem, alla data. Ulteriori pagamenti all’anno 1424 come in dettaglio riporta r. Paolucci, in La Cappella Musicale del Duomo di Fano, in “note d’archivio”, anno iii, n. 2-3, giugno settembre 1926, pp. 81-82.

1423 febbraio 7don Piero, nuovo camerlengo riceve: “bolognini 41 de picioli a denari 22 per bolognino. item bo-lognini 15. Uno libro grosso con una coperta di corame nero nel quale è scritto la pigione della sa-crestia. Un sigillo del capitolo. Una stadiera picco-la. 13 doppieri sani. 13 doppieri arsicci. Una facola arsiccia. Un cristallo dalla croce. 4 cristalli squa-drati dalla croce. 6 bottoni di cristallo tondi. Una cassettina ovvero cofanetto nel quale si contiene il denaro. once 3 e mezzo d’argento. due sacchet-ti con carte autentiche. Una sacchetta con carte. Uno quaderno di carta di bambagio dei rogiti con coperta di carta pecorina con una croce sopra d’in-chiostro. tre quadernetti di carta bambagina. 12 bolognini papali. due quaderni di carta pecorina dove sono carte delle pigioni. tre quadernucci di bambagia delle ragioni della sacrestia fra i quali ve n’è uno delle possessioni di ripalta che è pigione del capitolo. Un quaderno di carta pecorina nel quale è la vita di san fortunato”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 28, reg. 13, c. 1r.

6 marzo 1423.nella sacrestia maggiore della chiesa di fano. don Matteo Petri [buratelli] rettore di sant’antonio, sindaco e procuratore della canonica riceve dal nobile francesco di Giacomo Malatesti di fano a nome anche di suo fratello e dei nepoti, la pensio-ne di una vigna enfiteutica della canonica posta “in fundo Valdiscende sive s. angeli”.asP-sasf, archivio notarile (d’ora in poi not.) Gabriele Vanni, c. 24r.

1423i canonici supplicano Pandolfo Malatesti perché co-stringa tutti coloro che detengono indebitamente i beni di mastro Giorgio – donati con i suoi indu-

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1426 luglio“il signore messer Pandolfo” dona alla cattedrale un vestito di velluto lavorato ad oro tramutato in pi-viale.Ibidem, c. 5r.

1427 luglio 27 lugliocristoforo del fu Vanni da cartoceto fa quietanza ad evangelista sotto il portico della chiesa dell’epi-scopato. Un altro atto del 18 dicembre successivo viene ugualmente rogato “sub porticu ecclesie ma-ioris episcopatus fani” vicino al trivio dell’episcopa-to, alla via pubblica e altri lati, presenti il Vicario e il Podestà, sedenti per il tribunale sopra un murello vicino ad una colonna del portico stesso. asP-sasf, not., di Mastro Paolo ludovico, vol. b, cc. 13r e 142r.

1427il camerlengo registra in dettaglio tutte le spese oc-corse a Venezia dove nel mese di aprile il canonico Matteo buratelli si era accordato per 210 ducati con uno scrittore per un antifonario, in tre volumi, no-tati e miniati.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1420-1431 cit., reg.12, c.6r. il documento è riportato da r. Paolucci, La cappella musicale del Duomo di Fano, in “note d’archivio”, iii, n. 2-3, roma, ed. Psal-terium, giugno-sett. 1926. il Paolucci commenta: “forse sono i medesimi antifonari che il capitolo ancora custodisce nel suo archivio. erano tre magni-fici volumi membranacei, rilegati in cuoio e squisi-tamente miniati. ora non son rimasti che due, per-ché mani ladri ne han rubato uno e han tagliato e trafugato tutte le miniature ed anche interi quin-terni degli altri due. fa proprio pena il vedere quei miserabili avanzi dell’incuria dei nostri vecchi”: ivi, pp. 82-83.

1427 aprile 15, in Venezia. Vengono rogati i patti e le convenzioni tra Pandol-fo Malatesti e mastro Paolo ingegnero d’adria, abi-tante a Venezia per un organo grande come quello di san Giovanni Polo di Venezia, a tre ali, per 225 ducati e da consegnarsi a fano entro marzo 1428. il contratto è scritto di propria mano da mastro Pa-olo alla presenza del vescovo di rimini e del fanese Ugolino Pili. asdf, cc, Miscellanea, reg. 2, secc.XV-XViii, n. di ril. 33, c.72r. il contratto è stato pubblicato in r. Paolucci, La cappella musicale del Duomo cit., pp. 82-83.

1427 maggio 27il camerlengo paga 10 ducati a don andrea arcidia-cono di Pesaro per un salterio comperato da lui.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1420-1431 cit., reg. 12, c. 7r.

menti alla sacrestia per costruire una cappella nel vescovado - di provvedere a pagare senza muovere liti ed impiegarne il ricavato nell’acquisto di para-menti e di libri per l’ufficiatura della cappella che ora necessitano. il 20 maggio 1423 Pandolfo Ma-latesti incarica il vescovo di rendere giustizia velo-cemente, senza cavilli e frivolezze.asdf, cc, Corrispondenza, n. ril. 2, secc. XV-XVi, c. 6r.

1424“Queste sono le cose che el segniore messer Pandol-fo a donato ala sacrestia del veschovado de fano.im prima adi primo de magio donò uno paro d’or-gani guasti gli quali io gli fei raconciari como appare in lo libro della spesa.item ad 7 de dicembre donò uno vestito de veluto figurato ad oro del quali io fei fare una pianeta et doi tonegelle commo appare in lo libro delle spese.”asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, sec. XV, n. ril. 28, reg 1, c. 4r.

1424 febbraio 26si acquista una misura di calcina “per fare acconcia-re la cappella di sant’antonio e la casa della preposi-tura tenuta in affitto da antonio da assisi. il lavoro viene eseguito dal maestro nanne da “Vallecchie”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1420-1431, n. ril. 65, reg. 14, c. 5v.

1424 aprile 1don Piero camerlengo registra l’entrata di 5 bolo-gnini per la vendita di due teste di cera, di quella della sepoltura del vescovo antonio david.Ibidem, reg. 1, c. 1r.

1424 maggio 18È registrata in dettaglio la spesa sostenuta dal ca-merlengo “per fare achonciare gli organi gli quali donò el segniore messer Pandolfo di Malateste ala sacrestia”.Ibidem, reg. 8, c. 2r.

1424 ottobre 19Viene registrata la spesa di un ducato e 5 bolognini per far “noctare” da frate tomasso domenicano “due quaderni da Kyrie” scritti da don nicolò. Ibidem, alla data. cfr. r. Paolucci, La Cappella Mu-sicale cit., p. 81.

1424 dicembre 7-22il camerlengo registra la “spesa facta per fare fare i paramentri del drappo che donò el segnore messer Pandolfo ala sacrestia”. in dettaglio sono annotate le spese per il refe bianco per cucire le fodere dei paramenti, realizzati dal sarto maestro bertucciole, per la seta acquistata dalla “giudea” che il 22 dello stesso mese riceve 13 ducati per il lavoro in seta.

asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1420-1431, n. ril. 65, reg. 8.

1425don Matteo [buratelli] “prevosto” risulta tra i debi-tori della sacrestia della cattedrale per la “froda del vestito che donò el segnore ala sacrestia”, per aver avuto “uno charetello” di vino dato al signore con promessa di farsi dare 3 ducati, oltre a 30 ducati im-prestatigli con il consenso di tutti i canonici.Ibidem, reg. 10, c.9r.

1425 gennaio 29don Piero camerlengo riceve per due anni passati ducati 16 da donna Polissena, moglie del fu ma-stro Giorgio medico, per officiare l’altare di san fortunato.Ibidem, reg. 10, c. 3r.

1425 febbraio 1il camerlengo riceve 3 ducati, 29 bolognini e 10 de-nari offerti da Pandolfo Malatesti, un ducato unga-ro a natale, un altro all’anno nuovo e l’altro all’e-pifania.Ibidem, reg. 10, c. 5r.

1425 marzo 17il signor roberto di Pandolfo Malatesti “offerse in su l’altare, quando el venne in questa” un ducato se-nese che valeva 38 bolognini.Ibidem, reg. 10, c. 1r.

1425 dicembre 23il maestro di legname donato accomoda l’altare grande e lo sgabello dell’altare con la spesa di 12 bolognini.Ibidem, reg. 10, c. 3r.

1425 dicembre 25Pandolfo Malatesti offre in chiesa un ducato e 4 bo-lognini.Ibidem, c. 4r.

1426 gennaio 1“offerse el segnore uno ducato et uno suo famiglio ne offerse uno altro ducato et altri suoi famegli et al-tre persone bolognini 12”.Ibidem.

1426 marzo 31Giorno di Pasqua, il signore Pandolfo Malatesti offre un ducato e cosi alla festa di santa Maria d’a-gosto.Ibidem, cc.1v e 2v.

1426 marzo 31il prevosto don Matteo [buratelli] riceve 6 ducati per recarsi a Venezia per “lo fatto de gli antifonari”.Ibidem, c. 5r.

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regesto dei documenti

1429 gennaio 26Giovanni de Vita speziale riceve 5 ducati d’oro dei denari che doveva avere della carta “che noi abbia-mo a Venezia per gli antifonari”.Ibidem, reg. 15, c. 1r.

1429bonaventura giudeo viene pagato perché “quadernò li libri de la sacrestia”.Ibidem, cc. 2v-4r.

1430don corradino acquista per la sagrestia un antifo-nario per 30 ducati. Ibidem, c. 6r.

1430 dicembre 20bonaventura giudeo riceve una soma di grano per avere “aquadernato” un messale e un antifonario, ri-coperti con pelle bianca acquistata da Piero calzola-io per 16 bolognini.Ibidem, cc. 8v e 9r.

1431 si spendono 4 bolognini “per doi cavretoni per fare lo libro dal batizmo”.Ibidem, c. 12r.

1431 marzo 31tra le spese della sacrestia è annotata quella di 6 du-cati per il preposito don Matteo che andava a Vene-zia “per lo fatto de gli antifonari” consenzienti tutti i canonici.Ibidem, reg. 12, c. 5r.

1432 febbraio 19la famiglia Malatesti dona al capitolo della cat-tedrale i beni di Matteo buratelli con l’obbligo di celebrare all’altare maggiore una messa quotidiana per Galeotto, sigismondo e domenico Malatesti. Questo il testo delle lettere inviate al podestà di fano corrado lapi di cesena e ai Maggiori offi-ciali della città: “[…] perché semo informati che de raxone tucti i beni che fonno de don Matheo se aspecteno a nui havemo deliberato dispensargli a laude et honore del nostro signor dio et perciò volemo che gli daxiate in nostro nome a i canoni-ci et capitolo del Vescovado de là de fano. cum questo che debano pagare tucti i debiti del dicto don Matheo et ultra haec cantare continuamente in aurora la messa de nostra donna nel Vescovado comme fe principiare la bona memoria del signor nostro padre et similmente cantare tucte le ore ca-noniche a i tempi debiti”. asdf, cc, Pergamene, tomo ii, n. 62. don Mat-teo buratelli che si era messo a capo di un tumulto appoggiato dagli stati più poveri della città contro i Malatesti e represso per l’intervento di sigismon-

do e di suo cugino carlo Malatesti di Pesaro, fu impiccato nella piazza di rimini il 22 dicembre 1431, con capezza dorata.

1433 gennaio 23il canonico don filippo Martinozzi camerlengo spende due bolognini per due boccali fatti realiz-zare da don corrado con l’arme del capitolo.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1432-1449, n. ril. 66, reg. 2, c. 1r.

1435 gennaio 1il “mammolo” di fra biagio cantore viene gratifica-to con 4 bolognini di “mancia”.Ibidem, reg. 4, c. 3v.

1435 febbraio 2il maestro che mise un capitello sotto una trave del tetto del capitolo riceve 4 bolognini e 5 denari. la somma comprende anche quella per aver accomo-dato il leggio piccolo della chiesa.Ibidem, reg. 6, alla data.

1435 aprile 5il camerlengo registra la spesa di 18 ducati di cui 14 pagati da don corradino al canonico Giovanni di rimini per gli antifonari. la somma è registrata anche in entrata alla data del 7 aprile: “il camer-lengo Giorgio di reggo riceve 18 ducati che ebbe Giovanni canonico di rimini per gli antifanari”.Ibidem, reg. 6, c. 2v e reg. 5, alla data.

1435 aprile 17il notaio ser Girolamo riceve un bolognino per aver rogato l’atto quando durante la predica del giorno di Pasqua in vescovado disse “coram popu-lo che donava alla sagrestia uno piviale de purpura bianca brocato d’oro et una mitria nova et uno pa-storale tutto d’ariento”.Ibidem, reg. 6, c. 3r.

1435 maggio 8Giorno della festa di san Michele: francesco de Zucio [figlio di Matteo nuti] riceve 3 denari “che se parò al vangelio” mentre filippo di madonna agnesina, che cantò l’epistola, ne riceve 2.Ibidem.

1435 maggio 15Giorno di sant’orso, don Giovanni perugino “che se parò al vangelio” ebbe 3 denari. filippo de ma-donna agnesina che “cantò la pistola”, 2 denari.Ibidem, reg. 6, c. 3v.

1435 giugno 17ser luca, nipote del vescovo di fano roga l’istru-mento del consenso del vescovo alle nuove costi-tuzioni.Ibidem, reg. 6, c.4r.

1435 luglio 2il camerlengo registra la spesa di 2 bolognini per l’acquisto di “cascio” per fare la colla “per cunzare la maistà de la volio [di avorio] della sagrestia”. il lavoro viene realizzato da maestro Polonio orefice.Ibidem, reg. 6, c. 4v.

1435 luglio 22Mastro bartolomeo “depintore” riceve 1 scudo e 10 bolognini per la “croce nova che fe fare messer” ed un altro bolognino per un paio di “vetrioli”.Ibidem, reg. 4, c. 2r.

1436 febbraio 1Viene redatto l’inventario dei beni della sagrestia e tra questi i beni degli altari che risultano essere: “l’al-tare grande” con un leggio grande ed uno piccolo; di sant’andrea; di san Martino; “dei innocenti, cioè in tel campanile” e una pietra “viareccia”, cioè porta-tile. l’altare di san Giacomo e filippo; di santa Ma-ria Maddalena; di san Paolo; di sant’antonio con due candelieri e una immagine di sant’antonio di pietra; l’altare di san Giorgio; di santa Maria con una pietra “viareccia” e 2 candelieri di ferro; di san bartolomeo con una pietra portatile e un candeliere; della Misericordia con una pietra portatile; del cor-po di cristo con un pallio e 2 candelieri di ferro; di san biagio con una pietra portatile; di san fortuna-to; di sant’eusebio. tra i beni si notano una Maestà grande di avorio fornita di molti santi, una Vergine Maria di avorio, una croce di legno, un pastorale di avorio in “cinque pezzi in tutto con la corona” ed una pianeta con dalmatica e tonicella di velluto cre-misi broccato d’oro “con le mappe fornite le quale donò alla sacrestia la bona memoria del magnifico segnore messer Pandolfo”. asdf, cc, instrumenti, tomo iV, secc. XiV-XVii, n. ril. 664, cc. 99r-103r. dal successivo in-ventario del 21 giugno 1457, apprendiamo che nell’altare di santa Maria Maddalena vi era una immagine lapidea della beata con i capelli d’oro e con in capo un panigello. il documento specifica l’esistenza di 7 altari “parvula silicet lapides con-secrati” e cioè uno nell’altare di san Martino, un altro in quello di sant’antonio, il terzo nell’altare di san cristoforo; il quarto in quello di sant’eu-sebio; il quinto in quello di san biagio, il sesto nell’altare del Presepio e il settimo in quello di san bartolomeo.

1436 febbraio 17il camerlengo fa realizzare dal “compagno di ma-stro bartolomeo pintore” tre bandiere grandi per il vescovado. in questo stesso giorno “mastro bar-tolomeo pintore che fa la nostra croce” riceve 50 bologniniasdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1432-1449, n. ril. 66, reg. 7.

la Basilica cattedrale di fano

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asdf, cc, Miscellanea, reg. 2, secc. XV-XViii, n. ril. 33, alla data.

1444 agosto 23fra biagio cantore, riceve 1 ducato e 13 bologni-ni per il resto del suo salario dell’anno passato “al tempo del camerlengo francesco” per la rata che doveva pagare la sagrestia. Ibidem, reg. 19, c. 1v.

1444 agosto 24si spendono due bolognini nella corda per gli or-gani, comprata da messer antonio di santa Maria.Ibidem.

1444 novembre 19il notaio ser Girolamo roga l’atto di riferma del capitolo a fra biagio cantore.Ibidem.

1444 dicembre 18Vengono spesi 2 bolognini per acquistare brocche per la finestra e per gli altari ed altri 10 bolognini per “impanare” la finestra che è dietro l’altare gran-de e quella che è “inverso la torre”.Ibidem.

1444 dicembre 22Piero de Meo da castello riceve 2 bolognini per cacio per far colla per incollare “la maestà della vo-lio” [di avorio]. Ibidem.

1445 aprile 10don donato acquista due bolognini di brocche per ornare la chiesa in occasione della festa “della sagra de messere” e più un bolognino per una chia-ve per l’uscio del campanile. il giorno successivo vengono spesi 7 bolognini e 10 denari “per una li-bra e mezzo di facule per la festa della sacra de mes-ser”. le spese si riferiscono alla festa per la consa-crazione del vescovo Giovanni de tonsis, avvenuta l’11 aprile dai vescovi di fossombrone, iesi e cagli, dopo aver preso possesso del vescovado il 4 aprile. Ibidem, c. 2v.

1445 aprile 24il camerlengo registra la spesa di 4 bolognini e due quarti di capretti per coloro “che cantò el pianto” in vescovado la settimana santa.Ibidem, c. 3r.

1445 maggio 5fra biagio riceve 3 ducati e 7 bolognini per resto e saldo del suo salario dell’anno prossimo passato. Ibidem.

1445 settembre 30 ser Gregorio de’ Mercatanti roga il suo testamen-

1436 giugno 30tra le spese di don corrado camerlengo della sa-grestia è registrata quella di 10 ducati per messer Marco “per riscuotere i pegni”, cioè i calici impe-gnati per gli antifonari.Ibidem.

1436 settembre 9si spende un bolognino per far “cunzare lo esetto” della porta piccola della chiesa.Ibidem.

1436 novembre 7Vengono pagati 60 bolognini al maestro “che mi-nia i libri nostri” ed altri 15 bolognini a messer Marco che in questo stesso giorno impresta 3 du-cati e 40 bolognini per il maestro che minia i libri. fra biagio che porta i detti libri “a la scolca” riceve 7 bolognini. altri due bolognini vengono pagati a tomasso aromatario per acquistare la corda usata per legare i libri.Ibidem, reg. 7, alla data. Probabilmente la località “a la scolca” è identificabile con la odierna abba-zia di santa Maria annunziata nuova di scolca, complesso edificato nel 1418 per una donazione di carlo Malatesti. nel museo dell’abbazia si con-serva, tra i pezzi più importanti, la pagina miniata di un corale quattrocentesco, unica superstite dei canti religiosi dei monaci dopo le devastazioni na-poleoniche. erroneamente “a la scolca” era stato letto “alla scola” ed era stata data, quindi, una erra-ta interpretazione al documento.

1438 maggio 23Vengono pagati 14 bolognini a un baldo per tin-gere un paio di scarpe per fra biagio per ricompen-sarlo della sua fatica di portare i nuovi antifonari da rimini.Ibidem, reg. 8, c.1r.

1437 settembre 4spesa per l’offerta della cera al duomo nella vigilia di santa Maria d’agosto.asdf, asc, referendaria, reg. 4, c.139v.

1440 settembre 15il camerlengo annota la spesa di 15 bolognini al maestro iacomo da Montebello per 4 catene per incatenare il lavoro fatto sull’occhio del vescovado. Pagamenti anche per l’acquisto di calcina, tremen-tina, corda, panno di lino e brocche ed anche per il maestro Matteo nuti autore di tale lavoro.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1432-1449 cit., reg. 11, c. 1v.

1442 settembre 22il camerlengo annota la spesa di un ducato per don Giovanni di ser agnolo “per lo maestro che con-

ciò gli organi del vescovado”. nello stesso giorno si spendono 3 bolognini per acquistare mezza pelle bianca per coprire “i doi libri del convento” ed al-tri due bolognini per “glie seraglie de i dicti libri”.Ibidem, reg. 14, c. 2v.

1442 giugno 28frate antoniolo, per conto del capitolo, riceve 20 bolognini “per conciadura” dei libri.Ibidem, reg. 17, c. 1v.

1442 luglio 1Viene registrata la spesa di 7 bolognini per il mae-stro “per conzare el pomo de la croce” ed un duca-to e mezzo a maestro Michele per fare “el sigillo el grande et el picholo”.Ibidem.

1442 novembre 10Maestro Giorgio riceve 2 bolognini per brocche per accomodare la finestra della chiesa. Ibidem, c. 3r.

1443 maggio 7don francesco camerlengo consegna al sagrestano luca di maestro Piero i seguenti beni: […] Un ta-bernacolo da portare il corpo di cristo con una fi-gura di san Pietro con la casa. tre messali. Un antifonario da cantare la messa. Un breviario grande. Un salterio grande e uno mezzano. due li-bretti da cantare la prima messa. Uno “cantarello” per cantare le messe votive. Un comune dei santi notato. Uno antifonario dalla notte di Pasqua fino all’avvento. Una croce d’argento che è del conven-to. Una pace da dare la pace, un piccolo cuscino di ciambellotto e una croce di legno. Una picco-la cassa foderata d’avorio da tenere le ostie […], 13 pianete dozzinali, un tappeto grande, 4 tappeti mezzani e uno ordinario, […] un piviale con una figura di san Pietro in mezzo, un piviale da morto, una pianeta color turchino con uno fregio d’oro con la figura di dio Padre, tunicelle verdi, una pia-neta di seta rossa con un fregio d’oro con la figura dell’annunziata, una pianeta con perle di tardolo con la figura di santa caterina, una pianeta che fu di don Giuliano, una pianeta di paonazzo fodera-ta de zendalo rosso [drappo finissimo o velo, per lo più di seta], che fu di m° Giorgio […] tovaglie lavorate di seta, […] due libri per battezzare, un turibolo […] una campanella per quando si porta la comunione, una sedia di legno pontificale, una sedia di ferro da vescovo, un leggio quando si can-ta l’epistola, un paio d’aste per i doppieri, una to-vaglietta di seta lavorata di seta e d’oro per portare la comunione, due paia di ferri per fare l’ostie, un secchiello di ottone per i battesimi, un libro per le processioni, un piviale con una figura, tre bandiere e due lucerne grandi e due piccole.

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regesto dei documenti

to e lascia alla sagrestia della cattedrale tutti i suoi beni immobili tanto a fano che nel vicariato di Mondavio con l’obbligo di tenere un cappellano che celebri una messa quotidiana all’altare maggio-re, per la cappella di san fortunato.asdf, cc, copie di alcune bolle. Memorie del sec.XVi, n. ril. 35, fasc. 2.

1446 errata lettura 1456accordi tra frate biagio di antonio da cagli, ago-stiniano ed il capitolo per la mensa del coro.asdf, cc, frammenti di conti, 1446. ll contrat-to riportato in r. Paolucci, La Cappella musicale, cit. p. 84.

1449 gennaio 31fra biagio cantore riceve 5 ducati e 20 bolognini per parte degli 11 ducati che doveva avere per il tempo che aveva servito la sacrestia, pagati da to-masso in casa del detto fra biagio.altro pagamento di 5 ducati il 18 luglio 1449 a fra biagio da parte del camerlengo antonio per resto e saldo degli 11 ducati che doveva avere come risulta da un saldo scritto di sua mano.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1432-1449, n. ril. 66, reg. 21, c. 8r.

1449tra le spese per la festa di “s. Maria d’agosto” vie-ne registrata quella di un bolognino per la corda acquistata per l’organo da parte del sacrestano don Michele che spese altri due bolognini per due boc-cali.Ibidem, c. 10v.

1449 dicembre 1leone giudeo riceve 7 ducati, tra il capitale e l’usu-ra, per riscattare “la centura” della sagrestia che era stata impegnata fin dal 12 marzo 1448 per 5 duca-ti a l’usura di 2 ducati e 25 bolognini e, su richiesta del camerlengo, sconta 25 bolognini. Ibidem, c.11r.

1450 gennaio 2don francesco nuti canonico viene eletto came-rario, sindaco e procuratore della sagrestia del ve-scovado; i canonici gli consegnano la chiave del cassone della sagrestia redigendone un dettagliato inventario.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, sec. XV, n. ril. 28, reg. 9, c. 1r.

1450 marzo 16isabetta figlia di Ugolino de Pili e moglie di Ga-leotto Petrucci, volendo visitare le chiese dei san-ti Pietro e Paolo di roma, lascia alla cappella di santa Maria cinque botteghe con le case adiacenti nella contrada di san salvatore ed un oliveto a ri-

palta. con altro testamento dell’8 marzo 1459 isa-betta, ammalata, dispone il lascito di un cero di tre libre alla scuola di santa Maria dell’episcopato ed ordina che nella cappella da lei costruita dedicata all’assunta si celebrino ogni settimana 4 messe da don Michele da cartoceto da pagarsi con i frutti dell’oliveto già donato.asP-sasf, not., di domenico antonio da san Giorgio, vol. 7, cc. 43rv-603v-606r. elisabet-ta aveva sposato Galeotto del fu Pietro Perutii e, senza figli, nomina suo erede universale Giovan-ni durante.

1450 maggio 2il capitolo della cattedrale di fano nomina frate biagio di antonio da cagli a “cantorem et sonato-rem ecclesie episcopatus fani” per un anno dal pri-mo maggio, per 16 ducati da pagarsi ogni 4 mesi. fra biagio promette intervenire ogni giorno alle ore di terza, sesta e nona, alle messe di terza e del vespro, nei giorni solenni e festivi, alle prime mes-se della beata Vergine Maria e, durante la celebra-zione, cantare e guidare il coro e suonare l’orga-no. Promette di intervenire ugualmente, cantando e suonando, alle terze, seste e none e nelle messe di terza e del vespro. ogni settimana fra biagio dovrà celebrare nella cattedrale quattro messe nei giorni di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì e nel giorno di domenica celebrare “alternatim”.il capitolo delibera, inoltre, che dagli introiti del-la sacrestia si esigano due ducati ed altri due du-cati tra tutti i canonici per pagare parte del salario di fra biagio.asP-sasf, not. d’antonio Giacomo, vol. c, c. 452v. l’atto rogato dallo stesso notaio il 19 maggio 1450 specifica che fra biagio apparteneva all’ordi-ne degli eremiti di sant’agostino. nel 1452 fra biagio cantore chiede alla comunità una lettera di raccomandazione per il Pontefice: asP-sasf, asc, Consigli, reg. 9, c. 108r. il contratto, pubbli-cato dal Paolucci, viene datato 1436 ma in effetti questa data va corretta con quella del 1456. il pri-mo ottobre 1456 il massaro paga a fra biagio “can-tore e sonadore” per i 3 mesi precedenti, 3 ducati e 20 bolognini.altro pagamento a fra biagio di 3 ducati e mezzo per saldo del 1456: asdf, cc, frammenti di con-ti, 1456-1462, reg. 2, c. 6r. il 21 novembre 1462 il capitolo della cattedrale delibera per pagare a frate biagio, che ha avuto per quest’anno 2 fiorini, di tassare ciascun canonico con 13 bolognini: ivi, reg. 4, c. 1r. nel verso di questa carta sono scrit-ti in dettaglio i pagamenti dei canonici per paga-re fra biagio.

1451 agosto 29Gli eletti Paolo Paglioli e Matteo bernardi relazio-

nano il consiglio sulla risposta del vescovo al breve del pontefice sui beni enfiteutici e sopra le decime e i testamenti e i relitti ad pias causas etc. riferisco-no che il vescovo approva e ciò che opera è a buon fine per la salvezza di tutti quelli di cui ha e deve avere la cura e che la sua intenzione non è di gra-vare i cittadini ma di tutelare che siano rispettate le volontà perché molti relitti lasciati dai testatori ad pias causas, non hanno seguito e non tutti danno le debite decime.asP-sasf, asc, consigli, reg.9, c.43v.

1452 gennaio 8don luca camerlengo della sacrestia ha fatto “quinternare uno libro in lo quale se canta l’elec-tione la nocte de natale a mastro Giuliano che sta in casa con messer lo vescovo, compreso lo spago, soatto, brocche e magisterio” ebbe bolognini 20.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1432-1449, n. ril. 66”, reg. 11, c. 2r.

1452 don arcangelo e il compagno che hanno cantato “el pianto” la settimana santa ricevevono 5 bolo-gnini, mentre Giacomo “smorsato” per accomoda-re i mantici dell’organo ne riceve 3.Ibidem, c. 5v.

1454 marzo 1il camerlengo registra l’entrata di un ducato d’oro “offerto da messer lo podestà in sull’altare quan-do venne a pigliare el sacramento da messer lo ve-scovo”.Ibidem, reg. 3, c. 1v.

1454 giugno 30Giovanni durante impresta alla sacrestia 9 ducati e 30 bolognini per riscuotere la cintura d’argento impegnata da leone ebreo, nel 1452, da don luca quando era camerlengo.Ibidem, reg. 3, c. 9v.

1455 aprile 20il vescovo di rimini egidio da carpi approva le costituzioni capitolari. asdf, cc, costituzioni capitolari, 1455 aprile 20, in copia semplice s.d., n. ril. 66, fasc. 7.

1456donna lucretia del fu Vagni Paci promette di pa-gare a natale, per sua devozione, un ducato e 10 bolognini per celebrare nei lunedì, mercoledì e ve-nerdì una messa sull’altare di sant’eusebio. il 9 gennaio 1457 il massaro arcangelo riceve da an-tonio di bartole, a nome di lucretia, 50 bolognini per aver officiato la sua cappella nel 1456.Ibidem, reg. 1, c. 18v. e reg. 2, c. 2r.

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1457 gennaio 9roberto Malatesti da Mondaino rinnova la richie-sta al capitolo e ai canonici per la elezione al cano-nicato vacante, del suo cappellano don Giacomo, che “me ne farite singulare appiacere”.Ibidem, c. 19r.

1458 novembre 17Giovanna del fu ser Quiriaci ser bartoli lascia all’altare che fa erigere, davanti alla pittura del crocefisso posto nella parte inferiore della confes-sione dell’episcopato, nominato altare di san Gio-vanni battista, due chiusi di case situate nella con-trada di sant’antonio perché si celebrino messe. inoltre dispone il lascito di una coltrice per uso del cappellano della sua cappella oltre ad una cassa di noce per conservare i panni e altro della cappella.asP-sasf, not., damiani francesco, vol. a, c. 312v-313r.

1458 gennaio 19don Vangelista canonico riceve da frate biagio cantore, da parte del vescovo, 3 ducati “perché promise fare pagare uno calice tolto dalla sagre-stia”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 28, sec. XV, reg. 4, c.1r.

1458 gennaio 9si spendono 4 bolognini per riparare la cassa del presepio, ove si ripone el pane, e il coperchio del battesimo.Ibidem, reg. 4, c. 4r.

1458“Per fare impire el batismo el di de sabato sancto per fare il batismo, bolognini 3 portò lomo che abita a s. lunardo”.Ibidem, c. 4v.

1458si spendono 2 bolognini per i fiori che dovevano trovare i sacrestani per la Pasqua rosata.Ibidem.

1458a frate biagio di santa lucia, per ordine del ca-pitolo, 7 bolognini per le palme che ha portato.Ibidem.

1458il sacrestano don angelo riceve 12 bolognini per l’acquisto di una cetra da mastro Giovanni barbiere.Ibidem, c. 5r.

1458don Vangelista paga 8 ducati a isabetta di Galeot-to, ritenuti dal salario dei sacrestani don angelo e

1456la “scola” di santa Maria dell’episcopato paga a natale, alla mensa del coro, 50 bolognini con l’ob-bligo di celebrare ogni lunedì una messa sull’altare della cappella di Ugolinuccio.Ibidem, reg. 1, c. 18v. Per il 1462 si specifica che la confraternita vuole che si celebrino due messe alla settimana, il lunedì e venerdì all’altare di san cristoforo dove tengono le loro casse: Ibidem, reg. 4, c. 2r.

1456 gennaio 1donna lucia “del scollaro” della contrada del ve-scovado dona al capitolo 30 bolognini all’anno con l’obbligo di celebrare due messe alla settimana sull’altare di santa Maria Maddalena.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, 1456-1462, n. ril. 3, reg. 1, c. 22r.

1456 gennaio 2arcangelo massaro della mensa paga 2 bolognini per un quinterno di carta per fare 2 libri di 12 fogli l’uno, “stampati et abicati secondo le disposizioni delle nostre costituzioni”. l’8 successivo vengono spesi due bolognini per fare un rotolo da “pontare” e il canonico Vangelista ebbe un bolognino per la carta e uno per il filo. il 1° aprile “messer Vangeli-sto canonico scripse le costituzioni”.Ibidem, reg.1, cc. 7r e 18r.

1456nicolò e Pier simone di Giacomo di maestro an-tonio da fano promettono pagare 30 bolognini all’anno, 15 a san bartolomeo e 15 a natale, per celebrare 2 messe alla settimana al loro altare, cioè nella cappella di san bartolomeo e un officio da morto nel giorno della festa di questo santo, al ve-spro e alla mattina, sopra la loro sepoltura e mette-re le candele attorno all’altare il giorno di san bar-tolomeo a spese del capitolo.Ibidem, reg. 1, c. 22v.

1456 gennaio 28donna Mea, moglie già di Michele Marcolini, promette al prevosto don corrado di dare ogni anno alla mensa del coro 26 bolognini, 13 a Pa-squa ed altri 13 a natale, a patto che i canonici leggano ogni settimana una messa sull’altare di san biagio e celebrino un officio da morto cioè “la re-novatione dei suoi morti” il giorno di san biagio e lei è tenuta a offrire la colazione.Ibidem, reg. 1, c. 21v.

1456 febbraio 9Mastro cristofaro fabbro, della contrada del ve-scovado, si accorda con il prevosto di celebrare ogni lunedì la messa all’altare di sant’andrea per

i vivi ed i morti della sua famiglia per 30 bologni-ni all’anno. Ibidem, reg.1, c. 21v e reg. 2, c. 2r.

1456 aprile 4Mastro fachin caldararo, con bottega nella contra-da di san Giovanni “fidugo”, paga 10 bolognini dei 30 che donna lucia di mastro ansovino paga ogni anno per l’officiatura della cappella di santa Maria Maddalena.Ibidem, reg. 1, c. 3v e 23r.

1456 giugno 11da serrungarina gli officiali di fano inviano ai ca-nonici una lettera in cui riferiscono che don Gia-como cappellano della cappella di ser Gregorio vie-ne molestato perché ritorni ad officiare la cappella. Gli officiali, a loro volta, prendono le difese di don Giacomo sostenendo che “è capellano del magni-fico ruberto et ha in comandamento da la sua si-gnoria stato che sia quaranta dì de fuora de fano” ma che è disposto a pagare un cappellano “acciò possa servire el Magnifico ruberto”. Gli officiali chiedono, pertanto, di non fare alcuna novità to-gliendo la cappella al sacerdote “perché farite cosa non piacevole al signore”.asdf, cc, corrispondenza, n. ril. 2, secc. XV-XVi, lettera n. 6.

1456 luglio 13arcangelo, massaro della mensa del coro, riceve un mantello di sarza nera che era stato posto sopra il capo di madonna dita, venduto poi dal capito-lo a don antonio di bartole per 2 ducati e mezzo. asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, 1456-1462, n. ril. 3, reg. 2, c. 1r.

1456 novembre 26da Gradara il consiglio del signore di rimini chiede al capitolo e canonici di fano di concede-re il canonicato senza cura, vacante per la morte del canonico corrado, a don nicolò da Mondai-no, fratello del nobile ser battista, officiale della guardia di fano, “religioso da bene”. l’elezione farà “grandemente” piacere “al nostro excelso signore”.asdf, cc, corrispondenza, n. ril. 2, lettera n. 9, c. 15r.

1456 dicembre 11i fratelli roberto e Malatesta Malatesti inviano da Gradara una richiesta al capitolo della cattedrale perché venga eletto alla prepositura don iacomo da fano “nostro amatissimo cappellano perché quello conoscemo virtuoso et bono religioso”. l’elezione sarà considerata “singulare appiacere a nui et segui-tarà honore et laude mediante le sue bone opere”.Ibidem, lettera n. 11, c. 17r.

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regesto dei documenti

don arcolano perché per “loro cattiva guardia per-dettero el palio dell’altare de madonna isabetta”. Ibidem, c. 5v.

1459-60la confraternita di santa Maria del vescovado paga 50 bolognini all’anno per l’officiatura dell’altare di san cristoforo dove “loro tengono le loro casse cum gli dopiere e altre robbe de la dicta fraternità”. asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, n. ril. 3, 1456-1462, relativamente agli anni 1459-60. dal-le entrate del 1462 altra testimonianza dell’offi-ciatura della confraternita a questo altare di san cristoforo di due messe alla settimana, il lunedì e venerdì: Ibidem.

1462 gennaio 1antonio di cristofaro riconfermato massaro del capitolo, ha il compito di “apontare” chi non avesse celebrato le messe, non fosse stato presente agli officii, non avesse obbedito e partecipato de-votamente agli offici come prescritto dalle costi-tutioni. i massari dovevano ordinare le messe nei giorni e nelle ore stabilite per non creare scandalo, negli altari deputati e di proprietà, ed a ricevere tutte l’entrate che fossero pervenute al capitolo e alla mensa del coro.Ibidem, reg. 4, c. 1r.

1463 gennaio 1si stabilisce “per rispetto de la guerra” come pa-gare quest’anno il salario di frate biagio “cantore et sonadore”. Viene ordinato che ciascun canonico sottoscriva quanto è disposto a dare di sua propria volontà e che i 5 ducati pagati dal canonico assente siano ceduti a fra biagio oltre a tutti gli altri pro-venti del capitolo.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, n. ril. 22, 1463-1464, reg. 2, c. 1r.

1463Queste le cappelle che risultano officiate nel vesco-vado in quest’anno:altare della annunciata officiata da don Michele: 4 messe la settimana per l’anima di donna isabetta.altare di san Giovanni battista officiato da frate “biagi cantore et sonadore de organi”, officia al modo usato come al contratto per l’anima di Gio-vanna e di Guasparino e cioè 4 giorni alla setti-mana.altare di san fortunato officiato continuamente da don Jacomo da saltara, per l’anima di ser Gre-gorio e di tutti i suoi. don arcolano officia continuamente per l’anima di donna Prospera e di tutti i suoi. Ma il 1° giugno “si introvenne scandolo al dicto donno arcolano et lassò adi doi del dicto mese che non disse più mes-sa in vescovado”.

Queste, invece, tutte le persone che vogliono fare officiare qualche altare: i confrati della fraternita di santa Maria del vesco-vado di fano 2 messe alla settimana, il lunedì e il venerdì, all’altare di san cristoforo dove tengono le loro casse e promettono pagare 50 bolognini.donna lucrezia di antono di Vagni di Pace 3 messe alla settimana al suo altare di sant’eusebio e promette 50 bolognini.Mastro Jacomo da rupoli 2 messe alla settimama all’altare di santa Maria dal Presepio e promette 40 bolognini. “non vole pagare”.Mastro Marchionni fabbro 2 messe alla settimana a santa Maria dal Presepio, promette 40 bologni-ni l’anno.il capitolo si è obbligato a celebrare una messa all’altare di san Giorgio per cristofaro di Paoluc-cio per la donazione che ha fatto al capitolo dei beni.bartolomeo del litiano 2 messe alla settimana all’altare di santa Maria Maddalena promettendo 50 bolognini l’anno ed inizia l’anno nel mese di marzo. Ma, tra le entrate del 1464, il camerlen-go annota: “bartolomeo si dice che non po’ pagare perché non pò vivere per la sua povertà perché la guerra si l’ha messo al fondo ma commo lui porrà, vorrà fare offitiare et farà el dovere”.Ibidem, c. 2r.

1463 giugno 13il vescovo ordina al canonico bartolomeo di non celebrare più messa perché “lui era andato de fora de la porta armato a scaramuciare con gli nimi-ci quando venne el campo de la ghiesia a fano. Quest’ordine fu dato dietro all’altare grande, pre-senti molti sacerdoti.Ibidem, c. 3v. Un prete … ribelle visto le mancan-ze ripetute nello svolgere i suoi doveri: la domeni-ca 5 giugno non disse messa, né la fece celebrare: idem il giorno seguente e così l’8 seguente, festa di san fortunato, non celebrò la messa e fece scan-dalo “perché el popolo non podè avere la messa. Ugualmente il giorno 9, festa del corpo di cristo, non celebrò e così venerdì e sabato, fino all’ordine di non celebrare più messe. seguito della vicenda del canonico bartolomeo: il 15 luglio 1464 “intrò in Galea cum messer lo vescovo di ferrara el qua-le è datario del papa et andonno in ancona”: Ibi-dem, c. 23r.

1463 settembre 25il cardinale nicolò fortiguerra legato apostolico prende possesso della città di fano in nome del pontefice. Grandi festeggiamenti preparano i fa-nesi per dimostrare il loro giubilo e la comune loro allegrezza. Vengono eretti per tutta la città nobili apparati con archi trionfali e per la via flaminia

macchine erette fino alla cattedrale. il legato in-contra fuori Porta Maggiore il vescovo Giovanni de tonsis, preceduto da tutto il clero. l’«amico del comune» Giovanni ferro presenta nelle mani del legato le chiavi della città. la processione si in-cammina verso la cattedrale tra le acclamazioni di giubilo del popolo che grida: “Viva la chiesa, liber-tà, libertà”; giunti alla cattedrale, il legato vi fa l’in-gresso solenne, poi, seduto in trono e vestito l’a-bito Pontificale, benedice il popolo e nuovamente riceve le chiavi della città da parte della comuni-tà. il giorno seguente il legato, ugualmente nella chiesa cattedrale, riceve il giuramento di fedeltà da parte dell’«amico del comune» che in nome pub-blico promette obbedienza al Pontefice. lo stesso fecero altrettanto tutti i consiglieri che promisero di essere sempre fedeli alla chiesa.P.M. amiani, Memorie Istoriche della città di Fano, vol. ii, 1751, p. 2.

1463 ottobre 12il canonico antonio di cristofaro, rettore di san leonardo, chiede al cardinale nicolò da teano di concedere qualche indulgenza alla cattedrale. il cardinale concede 100 giorni di indulgenza nel-le tre solennità di santa Maria e un altro giorno a scelta dei canonici stabilito poi per l’8 giugno 1464, festa di san fortunato protettore.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, n. ril. 22, 1463-1464, reg. 2, c. 24r.

1463 gennaio 1Peruzzo di tomasso compera una pelle e ottone “per fornimento de lo innario [raccolta di inni] che fo scripto a faenza” per 4 bolognini.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 28, cit., reg. 5 c. 3r.

1463simone schiavo per riempire la fonte del battesimo riceve 4 bolognini.Ibidem, reg. 5, c. 3v.

1464 gennaio 1il capitolo concede a cottimo tutte le possessioni costituenti la dote della cappella della annunziata, edificata da elisabetta di Ugolino Pili, a Giovanni di durante erede nominato dalla testatrice, a ra-gione di 5 ducati l’anno. il 23 novembre 1465 il duranti paga un ducato d’oro “a fra biagi cantore nostro cappellano” per parte del suo salario.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, n. ril. 22 cit., reg. 2, c. 24r.

1464 marzo 16il camerlengo spende 20 bolognini per la copia del testamento di donna dionige che aveva lasciato al vescovado 100 ducati per una tavola per porsi da-

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1491 dicembre 15Una lapide fissata nel muro accanto alla porta at-tuale, nella navata minore dove era la cappella del crocefisso, ricorda che la cappella era stata realiz-zata dal nobile angelo rinalducci.

1497 aprile 24.il vescovo antonio da Pinerolo ed i canonici con-cedono licenza a don Pietro Paolo e a Pietro Gior-gio arnolfi di costruire ed edificare una cappella e altare nel luogo dove ora è la porta della cattedra-le prospiciente verso la casa di Pietro Giorgio e di costruirvi anche il sepolcro per loro e per i posteri. subito gli arnolfi intitolano la cappella sub voca-bulo et nomine Sancti Jheronimi.asP-sasf, not., tomassini Malatesta, vol. a, 1483-1516, c. 3v.

1498 marzo 7Un atto viene rogato nella sacrestia e capitolo dell’episcopato, nel coro “in sedilibus et mansio-nibus post altarem magnum”.asP-sasf, not., stati Pier domenico, vol. M, c. 146v.

1498 settembre 22il maestro florentio del fu nicola “de arçentina de alamannia” è detenuto nelle carceri a richiesta dei canonici, per essere ritenuto colpevole di aver dan-neggiato l’organo della cattedrale. asf, not., Martinozzi Giovanni, vol. d, cc. 334r-337v.

1498 ottobre 31nella chiesa cattedrale, all’altare del battesimo, fra sante minore francescano, esperto organista, col-lauda gli organi nuovamente realizzati da maestro fiorenzo.asP-sasf, not., Pier domenico stati, vol. n, cc. 62v-63v.

1499Viene posta una iscrizione marmorea sotto l’arme della nobile famiglia arnolfi nella antica cappella del santissimo sacramento ora della annunciata concessa dal vescovo antonio da Pinerolo a Mi-chelangelo arnolfi restauratore della medesima.G.l. Patrignani f. battistelli, Il tempo e la pietra ecc. cit., p.137. sebastiano arnolfi, nel 1496 aveva lasciato per testamento 100 fiorini per erigere una cappella nella cattedrale in luogo della cappella da erigere il capitolo concesse a Michelangelo, suo fratello ed erede, la cappella già eretta del santissi-mo corpo di cristo, posta vicino alla porta piccola della chiesa verso la torre.asdf, cc, instrumenti, tomo iV, cit., n. 23.

vanti all’altare grande del vescovado. il denaro, in mano di antonello da Pesaro, viene rivendicato dal figlio della testatrice Pandolfo e da suo zio Giovan-ni di Gasparre, ma senza risultato. il capitolo in-sieme all’esecutore testamentario, il maestro Matteo da orciano sarto, vanno a protestare da antonello.Ibidem, c. 23v.

1464 giugno 4il camerlengo annota la spesa di 3 bolognini per “una corda per la campanella piciola che fo messa in su la torre”.Ibidem, c. 23v.

1471 il confaloniere partecipa a tutto il consiglio che per il miracolo della Madonna avvenuto in quei giorni in casa di Paolo di ser francesco sigisber-ti, che fu vista da molti “resudare” il Governatore e il vescovo Giovanni de tonsis l’avevano rimos-sa da quella casa per porla nella cappella ferrata di sant’antonio della cattedrale. Poiché si dice che l’immagine abbia fatto per sua intercessione mol-ti miracoli ed è tenuta in gran devozione non solo dai cittadini ma anche dai circostanti e dai pelle-grini che elargiscono molte oblazioni, il consiglio stabilisce di eleggere due cittadini per raccogliere le offerte e tenere ben conto del denaro.asP-sasf, asc, consigli, reg. 15, c. 150v.

1473 settembre 1nella sacrestia nuova del vescovado, contigua alla chiesa, il capitolo nomina suo sindaco don falco-ne sinibaldi vice tesoriere del pontefice per ogni lite che avrà in futuro con don sebastiano nicolai Ugolinelli di fano per la cappella della Prospera. asP-sasf, not. Galassi Pier antonio, vol. t, cc. 405r-406r.

1476 settembre 4le fonti edite riferiscono che il vescovo Giovan-ni de tonsis fa costruire in quest’anno da mastro cedrino veneto il portico davanti alla facciata. in effetti nel consiglio speciale riunito in questo gior-no viene riformato, nessun voto contrario, di con-cedere al vescovo della città le pietre della rovina dell’arco di san Michele “pro reparatione trasanne porte episcopatus”.asP-sasf, asc, consigli, reg. 17, c. 166r.

1479 febbraio 8il vescovo Giovanni de tonsis nomina cristoforo di luigi arnolfi da Montesecco rettore della cap-pella “nuperrime” costruita, dedicata alla conce-zione della beata Vergine Maria, da Matteo del fu bartolomeo Priori e da Pietro antonio e berardino del fu ludovico Priori, con l’obbligo di celebrare 3 messe nella cappella, o altare della cappella, nella

festa dell’assunzione della Vergine Maria del mese di agosto prossimo venturo. don cristoforo ingi-nocchiato promette e giura ad sancta Dei Evangelia toccando con le mani l’immagine del crocefisso di pittura nel pontificale del vescovo.asdf, cc, notarile, ercolani Galeotto, alla data.

1484 gennaio 5il consiglio cittadino stabilisce di concedere 5 du-cati al vicario del vescovo per ornare la cappella del beato antonio del vescovado, che si dice priorato dei Priori.asP-sasf, asc, consigli, reg.21, c. 25r.

1484 giugno 18don Giovanni da carpi, vicario generale del ve-scovo antonio da Pinerolo, fa quietanza al nobi-le UgolinoPalazzi dei 10 ducati lasciati alla cattedrale per te-stamento da caterina sua noverca, che verranno spesi per la fabbrica e restauro e riparazione della cappella ferrata della beata Maria Vergine.asP-sasf, not., Martinozzi Giovanni, vol. a, c. 90v.

1484 agosto 9alessandro brizi dispone per testamento che il suo corpo sia sepolto nella cattedrale accanto a quello di sua moglie bartolomea figlia del fu lazzarino alberti da Milano. ordina di spendere 10 duca-ti per dipingere l’immagine dei santi Girolamo e domenico nella cappella costruita dai suoi antena-ti dedicata a san bartolomeo, insieme a due altre figure e cioè la sua immagine e quella della defun-ta sua moglie bartolomea adoranti i due santi da dipingere. il testatore lascia tutti i suoi attrezzi da orefice ad andrea del fu francesco di mastro Gio-vanni da Urbino abitante a fano.asP-sasf, not., Galassi P. antonio, vol. 16, c. 265r-269r. l’altare e cappella di san bartolomeo era iuxta il battesimo e già di iuspatronato di Matteo Priori e di Pier antonio di ludovico Priori: asP-sasf, not. tomassini Malatesta, vol. a, c. 32r.

1488 settembre 17 Viviano di Giovanni da bergamo allevato da Pier simone e nicola brizi, lascia 5 ducati “in picturis fiendis in ecclesia episcopatus in altare s. bartolo-mei videlicet in uno crucifixo, san bartolomeo e la Vergine Maria”.asP-sasf, not., tonsi sante, 1474-1493, alla data.

1490 luglio 19i canonici della cattedrale chiedono alla comunità amore Dei, 5 o 6 migliaia di pietre delle rovine del-le mura di camminate.asP-sasf, asc, consigli, reg. 25, c. 38v

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1449 giugno 12il vescovo antonio da Pinerolo rende noto al Ma-gistrato che per la passata mortalità vi era talmente mancanza di clero che aveva bisogno di alcuni che portassero il baldacchino. il consiglio stabilisce che a “questa funzione dovuta alla primaria con-dizione dei cittadini, si deputassero prima quelli di Magistrato, poi l’amico del comune et officiale et infine i dottori del nostro consiglio e così restò praticato per molti anni”. V. nolfi, Delle notitie istoriche sopra la fondazione, varietà de governi e successi memorabili della città di Fano, bff, Mss. federici, n. 80, p. 542.

1499 dicembre 26il vescovo antonio da Pinerolo dona al capitolo e ai canonici la metà e ogni parte e tutti i diritti che ha o potesse avere sul mulino a grano volgarmente chiamato “el molino de i canonici”. asP-sasf, not., tomassini Malatesta vol. a, cc. 25v-26r.

1500 luglio 21il vescovo antonio da Pinerolo gravemente amma-lato dona alla sagrestia del vescovado una dalmati-ca e una tonicella bianca; una camicia con mani-che di broccato nell’estremità; una pianeta di seta con fiori e 9 figure da ogni lato con le insegne del vescovo di oro e di altri colori preziosi; una dalma-tica di seta con fregi e ornamenti d’oro e con bot-toni di seta verdi e oro; una tunicella, come sopra, con il nome di Gesù cristo da ogni lato. inoltre una pianeta di seta di color bianco con fiori e figu-re di oro da entrambe le parti; 3 anelli di argento dorato ad uso di pontefice, con pietre false e un al-tro anello con 5 pietre e 4 perle, un piviale di da-masco nero, un pastorale di osso, una “cassa ab oc-chialibus” d’argento con occhiali dentro. il vescovo antonio dona le metà dei suoi libri alla bibliote-ca della sacrestia e l’altra metà alla biblioteca del-la chiesa di san francesco con divieto di venderli. Ugualmente dona alla sagrestia tutti gli argenti e cioè un bacile ed un bronzo, 6 crateri, 6 scodelline, 6 scodelle, 6 tondi, 6 cucchiai, 6 pironi, 2 saliere ed uno scudo con la sua immagine. il vescovo di-spone che tutti i beni siano consegnati a Giovanni tomassi e a simone Marchetti per la riparazione e edificazione della chiesa dell’episcopato secondo il giudizio e deliberazione di Matteo Martinozzi, andrea duranti e Michelangelo arnolfi, sotto la protezione del consiglio cittadino che dovrà man-tenere e tutelare i beni. inoltre il vescovo dona al-tri 50 ducati tra oro ed argento e dispone di essere sepolto nel sepolcro da farsi dai canonici in mez-zo alla chiesa.asP-sasf, not., tomassini Malatesta, vol. a, cc. 35v-37r

1500 agosto 18 Muore il vescovo fra antonio da Pinerolo, a 85 anni – secondo il nolfi a 88 anni – e viene sepolto in mezzo alla cattedrale in un sepolcro marmoreo coperto da una gran pietra ove è scolpita la sua im-magine con il suo elogio. f. Gasparoli, Li marmi eruditi di Fano, bff, sala Manoscritti, fondo amiani, n. 16, c. 418v e c. Masetti, Storia della chiesa fanese, ms. conservato presso l’asdf e dattiloscritto da don carlo ro-valdi nel 1989 “fr. antonio da Pinerolo”, p. 2. il Masetti, inoltre precisa che l’amiani e il cappellet-ti suo copista hanno errato questa data di morte ponendola nel 1499, mentre il nolfi vi ha aggiun-to “XV Kal.septembris”. il suo successore Giovan-ni battista bertuccioli, riferisce ancora il Maset-ti, si trovava a roma quando fu pubblicata la sua nomina, l’11 settembre 1500 (non già del 1499 come dice l’Ughelli e il sopracitato autore, l’amia-ni e il cappelletti). Questo il testo della scompar-sa lapide: «d.o.M./ reverendo domino antonio de Pinarolo sacrae Theologiae Magistro ordinis Minorum, diversis provinciae /iterum Ministro episcopo fanensi suae cathedralis / ecclesiae pre-diorumque omnium optimo restauratori/ bono-rumque sibi a domino datorum ultra terminos, hoc superest sepulcrum vixit annos lXXXViii, XV Kalendas septembris»: V.nolfi, Delle notitie istoriche cit., pp. 324-325.

1501 giugno 4don Giovanni nicole francisci di carignano, già familiare del defunto vescovo antonio, rinuncia alla cappella detta “la Prospera” concessagli dal de-funto vescovo e rinnovata dal nuovo, di cui don Giovanni è ugualmente familiare, perché la nomi-na spetta al capitolo per antica consuetudine. alla presenza del vescovo, il capitolo nomina don Gio-vanni cappellano perpetuo della cappella vacante per la morte di don cristoforo Martinozzi ultimo e immediato rettore e perpetuo cappellano.asdf, cc, Pergamene, cassetta b, n. 24.

1501 luglio 22Giorno di giovedì, si celebra nella cattedrale la fun-zione del giuramento di fedeltà della città di fano al duca Valentino, da alessandro Vi eletto fin dal 1° maggio precedente Vicario perpetuo della cit-tà. la funzione avviene alla presenza di numeroso popolo: il cardinale di santa balbina legato della Marca, seduto in trono e vestito con gli abiti pon-tificali, ammette il magistrato, gli officiali e consi-glieri al bacio della mano e al giuramento di fedeltà al duca Valentino.asP-sasf, asc, consigli, reg. 34, c. 1r e segg.

1504 marzo 2Gli eletti e deputati dei beni del defunto vescovo

antonio destinati per la fabbrica della cattedrale, visto il buon inizio della fabbrica, interrotta a cau-sa delle guerre e per altri validi motivi, consegna-no al vescovo Giovan battista bertuccioli tutti gli argenti donati per portare a termine la fabbrica già iniziata e secondo la sua volontà e secondo la sua coscienza. asP-sasf, not. tomassini Malatesta, vol. a, cc.145v-146r.

1504 settembe 24i commisari eletti per la fabbrica del vescovado, avendo già consegnati beni al nuovo vescovo per 170 ducati d’oro, di cui ha già pagato 100 duca-ti per tale opera, stabiliscono di utilizzare i rima-nenti 70 ducati per portare a terminare l’opera già iniziata.Ibidem, c. 181r.

1504 settembre 27il governatore di fano viene eletto per derimere alcune discordie intercorse tra il vescovo Giovan battista ed i canonici e capitolo della cattedrale. si giunge a questa transazione: il vescovo conferma tutte le donazioni e concessioni fatte al capitolo dal suo predecessore: del mulino a grano detto “il molino de i canonici; che i beni e i vasi d’argento donati dal vescovo antonio rimangano a disposi-zione degli esecutori; che i campi di santo stefano restino per il vescovo e che da ora in poi il capitolo e i canonici presenti rilascino quei campi; che il ca-salino esistente dove è la cucina sia ed essere debba del capitolo e che il casalino, vicino alla stalla del presente vescovo, vicino ai beni degli eredi di don lodovico, rimanga alla sacrestia, come è, orto. il vescovo inoltre conferma tutte le donazioni elargi-te dal defunto vescovo alla sacrestia e attualmente consegna a don Giovanni tomani, canonico e ca-merario della sacrestia, tutti i paramenti, tappezze-rie, anelli, croce, libri ed altro di cui nell’inventa-rio. il vescovo promette al capitolo di provvedere, entro due mesi, a quanto è tenuto, affinché la sa-crestia non patisca danni. Viene solennemente sta-bilito che i beni della cappella di san fortunato si-ano della sacrestia secondo il testamento. Quanto alle campane, il vescovo promette di averne cura e di sostenerne le spese. relativamente alla parete del casalino del canonicato di don Gabriele, pro-mette di essere in buona concordia con lo stesso. Per quanto invece riguarda la riparazione del “tet-to dell’episcopato sopra le volte grandi, il quale è tutto per terra, ed appoggiato alle dette volte” e che il vescovo non ha mai voluto rifare, “se addi-manda che sua signoria el restaurare,” altrimenti si chiederà al papa “licenza di cessare a divinis perché quando piove qualche di di continuo la chiesa si allaga in modo che non si può stare in detta chie-

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1515 febbraio 22il camerlengo paga 20 bolognini a mastro Pietro Persciutti per aver dipinto i cerofonari e l’8 aprile successivo paga allo stesso altri 9 bolognini per far dipingere il palo della croce.Ibidem, cc. 90r e 111v.

1515 dicembre 21in occasione delle feste di natale, per abbellire la chiesa, si registra la spesa di 10 denari per il figliolo di mastro Giuliano Persciutti per aver dipinto “il cerchio da tenere i bicchieri”.Ibidem, c. 192r.

1516 settembre 5il referendario comunale registra la spesa di 10 fio-rini per l’acquisto di libre 60 di cera data per la fe-sta della nostra donna e “per far lumiera a quella del vescovado di agosto”.asP-sasf, asc, referendaria, reg. 65, c. 116r.

1516 settembre 19Un atto viene rogato nella sacrestia della cattedrale posta nella chiesa salendo per due gradini entran-do nella chiesa a destra a capo della chiesa. asP-sasf, not. Gabuccini camillo,vol. a, c. 152. Un atto dello stesso notaio del 1517 specifica che la sacrestia era posta vicino al cimitero e alla cap-pella di sant’orso: Ibidem, c. 313v.

1518 novembre 28 - stile fiorentinoa firenze, nella casa dell’illustrissimo lorenzo dei Medici duca di Urbino, nella camera inferiore: Ghoro del fu barone de Gheriis di Pistoia, eletto vescovo di fano, nomina suo procuratore il presbi-tero Vincenzo de charolis di Pistoia per prendere possesso e investitura della sua chiesa dell’episcopa-to di fano, di tutti i beni mobili ed immobili dell’e-piscopato ovunque posti, a confermare o far elegge-re il vicario generale. l’atto è rogato da Pierpolo de Martiis notaio pubblico fiorentino. il cancelliere di lorenzo dei Medici attesta che il notaio rogante fa parte della matricola dei notaio fiorentini.asdf, tribunale ecclesiastico, civilia, b. 1.

1519 agosto 20si acquistano 80 libre di cera cioè 60 libre “per la lumiera di santa Maria d’agosto” e torce per il-luminare il corpus domini secondo l’ordine del consiglio.asP-sasf, asc, referendaria, reg. 65, c. 116v.

1520 aprile 25il consiglio decreta che la festa di san Giuseppe si celebri in episcopio.asP-sasf, asc, consigli, reg. 47, c. 73r. in tale festività il 19 marzo 1529 si spesero “bolognini 50 per l’offerta al vescovo nella festa di san Giuseppe

sa. e similmente protestiamoli che debba restau-rare la trasanna davanti alla chiesa la quale ne mi-naccia rovina” e le parti sono contente che questo peso rimanga sotto la cura e coscienza del vescovo. Per tutte le altre richieste, il vescovo promette di essere buon padre e i canonici, a loro volta, pro-mettono di essere buoni figli e di obbedirgli.Ibidem, cc. 181v-183r e asdf, archivio Parroc-chiale (d'ora in poi aP), cattedrale, b. 15 e cc, contenziosi, n. ril. 1, 1787-1829, “sacra congre-gatione particulari deputata eminentorum et re-verendorum s.r.e. cardinalium castiglioni, de Gregorio, falsacappa r.P.d. Gamberini secretario fanen. manutentionis fabricae ecclesiae et expen-sarum super omnibus pro ill.mo et rev.mo capitu-lo et canonicis ecclesiae cathedralis fani cum ill.mo et rev.mo episcopo dictae diaecesis, nec non ill.mo Procuratori fiscali et aeconomo Mensae episcopalis, roma 1825, n° 3, caput ii, 53.

1505 maggio 13Michelangelo di luigi arnolfi roga il suo testamento disponendo, che dopo la sua morte, siano celebra-te 3 messe di san Gregorio nell’episcopato nella sua cappella del corpo di cristo sive dell’annunziata.asP-sasf, not. stati Pier domenico, vol. V, cc. 319v-324r.

1506 febbraio 20il camerlengo della sacrestia don francesco fagia-notti dà un certa quantità di argento a mastro bar-toluccio di mastro chimento per realizzare un turi-bolo del peso di libre 4 con la navicella conveniente a quello, con gli ornamenti “come sapeva fare el dit-to” e per sua fatica il maestro si rimette alla valuta-zione del vescovo e di alcuni canonici. la consegna entro Pasqua di resurrezione prossima.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 28, reg. 13.

1507 novembre 27si presenta al vescovo Giovan battista ed ai cano-nici il nobile Michelangelo arnolfi, fratello, suc-cessore ed erede del defunto sebastiano e dichiara di aver speso in più volte e negli anni passati, per la fabbrica, restauro, miglioramento e abbellimento della cappella a lui concessa del corpo di cristo e di nostra donna beata Maria Vergine, 100 ducati di moneta vecchia d’argento. ne elenca in detta-glio le spese: in primis ha pagato 50 ducati ai mae-stri berardino e Martino, garzoni e loro soci per la fabbrica della cappella; 25 ducati d’oro ai lapicidi e scalpellini per le lapidi per ornare la cappella; 7 ducati d’oro per la pietra affissa al muro della cap-pella con epitaffio, lettere scolpite e le insegne del-la casa e nome e cognome degli arnolfi; 4 ducati d’oro per la Maestà aurea acquistata “noviter” per la cappella; 2 ducati d’oro per la lapide della sepol-

tura ; 6 ducati d’oro per due palii dell’altare, uno di damaschino berrettino [grigio ] e l’altro di taf-fetà. tutte queste spese, stimate 100 ducati, sono state eseguite per soddisfare i legati del defunto suo fratello sebastiano. asP-sasf, not. stati Pier domenico, vol. Z, cc. 185r-186r.

1510 dicembre 14il canonico bartolomeo de tonsis, rettore della cappella dell’ospedale di acattolo e della con-cezione della Vergine Maria dell’episcopato, ven-de ad antonio del fu Giovanni duranti una pos-sessione dei beni della cappella, posta nel fondo di rosciano sive forcolo per 100 scudi, per utilità della cappella.asP-sasf, not., stati Pier domenico, vol. GG, cc. 81r-82v.

1510 agosto 23baldassarre biccardi dispone che l’esecutore testa-mentario paghi al pittore mastro bartolomeo Mor-ganti 3 fiorini a complemento dei 9 pattuiti per l’icona dipinta e da porsi nella cappella già di pro-prietà di suo suocero ser ambrosino antonii da serrungarina. Questi, desiderando che la sua cap-pella nella cattedrale fosse “pulcra, ornata et conve-niente” aveva disposto, nel testamento del 25 mag-gio 1493, il lascito di 25 fiorini per la pittura di una ancona con le immagini della Vergine Maria con il figlio in braccio, san Girolamo e sant’anto-nio con un crocifisso di colori fini.asP-sasf, not., Vignattoli ludovico, vol. d, c.355r e roncoli Giacomo, vol. i, c. 443r.

1513 aprile 7Mastro Giuliano Persciutti dipinge il palo della croce ricevendo 7 bolognini e mezzo.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68, 1513-1551, c. 4v.

1515 novembre 14Giovanni Maria del fu Pietro negusanti vuole che si costruisca un cappella nella cattedrale fanese a spese dell’eredità, con la sua sepoltura nella qua-le vuole essere deposto. il testamento viene rogato nell’ospizio del Ponte Metauro posto davanti alla chiesa di santa Maria al Metauro, in “prima ca-minata”.asP-sasf, not, Vignattoli ludovico, vol. G, c. 197r.

1515 Mastro bartolomeo Morganti indora il ciborio della cattedrale al corpus domini e riceve 7 fiori-ni e 38 bolognini.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68, 1513-1551, c. 25v.

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regesto dei documenti

per l’ordinario della comunità in cera”: asP-sasf, asc, depositaria, reg. 148, c. 66r.

1521 ottobre 2il vescovo cosimo Gheri emana le costituzioni da osservarsi per la registrazione delle nascite nella cit-tà di fano. ordina espressamente che i parenti de-gli infanti devono entro otto giorni dal parto - far-li battezzare nella chiesa cattedrale e non in altre chiese ed annotarne l’avvenuto battesimo nel regi-stro. Ugualmente si dovranno annotare i battesimi degli infanti nati e battezzati per pericolo di vita.asdf, aP, cattedrale, battesimi 1521-1562, c. 1r.

1524 novembre 12tra le spese del camerlengo è registrata quella di 3 bolognini per uno scalpellino “che conciò la pietra quando monsignore de arbe fe la sacra che con-secrò la pietra”. nell’occasione vengono spesi 13 bolognini e mezzo “per un paio de capone et per uno piatto de baldigare” donati al vescovo Vincen-zo negusanti.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68 cit., c. 98r.

1529 agosto 21 il depositario comunale registra la spesa di 24 fio-rini per 60 libre di cera lavorata per la luminaria della Madonna.asP-sasf, asc, depositaria, reg.148, c. 66.

1532 settembre 26breve di clemente Vii che concede l’indulgenza plenaria per il giorno di tutti i santi a chi visiterà la cattedrale in questo giorno.asdf, ac, Pergamene, cassetta a, n. 17.

1532 dicembre 18Mastro bartolomeo Morganti dipinge una Ma-donna nella sagrestia della cattedrale e riceve un fiorino e 23 bolognini. altro pagamento di un fio-rino e 5 bolognini, il 10 gennaio 1533.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68 cit., c. 204v.

1534 aprile 23il camerlengo annota le spese per addobbare la chie-sa nelle feste di san fortunato e del corpus do-mini: Giovanni fiorentino e domenico Giangoli-ni provvedono le frasche, acquistano un quinterno di carta reale e mastro bartolomeo pittore dipinge un’arma del santissimo ed un san fortunato.Ibidem, c. 225r.

1534 agosto 10Mastro bartolomeo riceve 2 fiorini e 20 bologni-ni dal camerlengo della cattedrale per aver esegui-to una assunzione della Madonna. Per l’occasione

acquista due quinterni di carta reale per dipingerla, sei cartoni, oro stridente e colore giallo e rosso “per far roscie le carte”. Ibidem, c. 225v.

1534 dicembre 19Per la festività del natale mastro Giuliano dipinge un presepio. il camerlengo acquista due quinterni di carta reale per dipingerlo e per fare un verso e fa eseguire tre arme, cioè del Papa, del cardinale e della sagrestia.Ibidem, c. 226v.

1536 marzo 4registrazione del battesimo di ippolito aldobran-dini - futuro papa clemente Viii.“fu baptizato un putto de Messer silvestro che fu loco tenente quali hebbe nome ipolito, fu compar Monsignior reverendissimo cardinal de raven-na e un francesco fiorentino e Galaotto Peruzo ser Gasparo cignatta. Messer iacomo Majurana el baptixò”.asdf, aP, cattedrale, battesimi 1521-1562, c. 83v. don iacomo Majurana ricopriva in quel tem-po la carica di vicario del vescovo cosimo Gheri. il cardinale di ravenna è benedetto accolti, legato della Marca e Governatore di fano che aveva no-minato nel 1535 silvestro aldobrandini suo luo-gotenente. l’aldobrandini si trasferisce nella no-stra città con la moglie lisa di Guido donati e qui nel 1536 nasce ippolito. controversa la data di na-scita che alcuni vorrebbero il 24 febbraio. secondo le costituzioni emesse nel 1521, il battesimo do-veva essere impartito entro 8 giorni dalla nascita e quindi, essendo febbraio bisestile, la nascita do-vrebbe essere avvenuta dal 26 in poi.

1538 dicembre 15il camerlengo acquista 26 braccia di tela per fare una spalliera all’organo che verrà dipinta dal pitto-re Pompeo Morganti.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68 cit., cc. 258v-259r.

1540 agosto 5il camerlengo registra la spesa “per luminare l’an-cona che è sull’altare degli arnolfi”.Ibidem, c. 273v.

1542 marzo 31il camerlengo paga 30 bolognini a mastro Pompeo Morganti per la sua opera di pittore per il sepolcro apportando “altri adornamenti” al sepolcro stesso.Ibidem, cc. 2r-3r.

1542 giugno 8il camerlengo fa dipingere i miracoli di san fortu-nato e “per fare un verso al detto”.

Ibidem, cc. 6v. la spesa è altresì annotata nel fasci-coletto inserito “libro del 1542” a c. 3v.

1542 settembre 18Mastro Pompeo Morganti, in occasione del pas-saggio del cardinale di carpi, realizza un quadro grande con la storia di ottaviano, un’arma e due versi ricevendo dal camerlengo 2 fiorini e 30 bo-lognini.Ibidem, c. 6v.

1543 luglio 19francesco di Pietro, a seguito della morte di don Giacomo bugiachini, viene eletto cappellano del-la cappella di san cristoforo di iuspatronato della famiglia negusanti.asP-sasf, not. Gabuccini camillo vol. i c. 304r.

1547 aprile 9Mastro Pompeo Morganti dipinge i cartoni posti intorno al sepolcro e due angeli. dipinge anche i candelieri, le casse dei doppieri e indora la cornice con l’oro acquistato a Pesaro.asdf, cc, sagrestia. entrate ed uscite, n. ril. 68 cit., c. 292r.

1554. Vincenzo di Michelangelo arnolfi, per scarico di coscienza, aggiunge 50 fiorini oltre i cento lascia-ti dal defunto sebastiano, fratello di Michelange-lo suo padre e di lui erede per la cappella situata presso la porta piccola vicino alla torre che antica-mente si chiamava la cappella del corpo di cristo.asP-sasf, not., Zagarelli cornelio, vol. r, c. 668r e segg.

1556 decembre 27Viene proposto ed eletto per cantore e mansiona-rio del vescovado don bernardino da Urbino con obbligo di celebrare messa ogni giorno, di trovar-si in coro a tutte le ore cantate e lette e alla prima messa e far musica le festi solenni e insegnare canto ai chierici per fiorini 24 l’anno, una soma e mezza di grano e 4 some di vino. asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1556-1562, c. 1r.

1557 aprile 14Viene ordinato di dare uno scudo d’oro a don ber-nardino per acquistare un libro da dir messa in canto figurato, con l’obbligo di conservarlo in sa-grestia.Ibidem.

1557 aprile 21i canonici stabiliscono di fare “un presente” al Go-vernatore per aver cantato le messe la settimana santa e officiato il giorno di Pasqua e di concedere

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etiam dio illustrata et che se li raccomandasse que-sto capitolo […]”.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1556-1562, c. 36r.

1560 settembre 5Viene stabilito che Giovan battista Martinozzi pa-ghi 12 scudi, di cui 8 per il fregio del paramento di tela “et il resto per la casa della possessione di Marotta e per il pergolo fatto nella chiesa del ve-scovado”.Ibidem, c. 50v.

1561 marzo 16altari esistenti nella cattedrale a questa data a se-guito delle messe stabilite dal capitolo.all’altare maggiore viene deputato un cappellano per la cappella di san fortunato con l’obbligo di celebrare messe ogni giorno. in questo stesso alta-re il giorno di san Maurizio si canterà una messa e si celebrerà la sua festa. il 15 novembre si cele-brerà un anniversario per la famiglia dei Malatesti, già benefattori della chiesa. alla cappella dei santi orso ed eusebio vi è l’altare di costanza Palazzi: vi si celebrerà il lunedì una messa da morto, il sabato la messa della Madonna, il giorno della Maddale-na una messa cantata e per l’obbligo che vi era per la cappella di san Giorgio si celebrerà ogni gior-no oltre ad un anniversario all’anno. alla cappella di san Girolamo una messa ogni giorno il lunedi, il sabato si canti la messa della Madonna con le litanie e per la cappella della Prospera si diranno 15 messe al mese. alla cappella della Purificazio-ne e santissimo sacramento Maggiore, si diranno le messe il lunedì, mercoledì, sabato e domenica e questo primo anno il giorno della Purificazione, il 2° anno il giorno di san Giacomo Maggiore, il 3° anno il giorno di sant’antonio di Vienna e ogni anno in questo giorno la famiglia biccardi paghe-rà due libbre di candele e ai canonici una refezione con i preti che assisteranno alla messa, come da ob-bligo del testatore. alla cappella di san cristoforo si celebreranno 15 messe il mese e, per l’obbligo che si ha con la famiglia duranti, si celebreranno 4 messe alla settimana. alla cappella della conce-zione se ne celebreranno 15 al mese; 3 messe alla settimana alla cappella degli amiani ed infine alla cappella degli arnofi si celebrerà il martedì, mer-coledì e venerdì per i defunti, ogni anno l’ottava della annunziata una messa cantata e vi si celebre-rà anche l’anniversario per detta casa.Ibidem, cc. 68v-69r.

1561 settembre 20Giovan battista Martinozzi camerlengo viene au-torizzato ad acquistare a Venezia cera e incenso per tutto l’anno.Ibidem, c. 79r.

a don bernardino cantore, 27 bolognini che aveva speso per andare in Urbino per “certi canti cioè la voce di cristo del Passio in musica”.Ibidem.

1557 aprile 21il capitolo concede una sepoltura a tomasso bel-locchi “conciandola” a sue spese, a fronte di una elemosina conveniente.Ibidem, c. 1v.

1557 ottobre 4ritrovandosi la cattedrale senza cantore e mansio-nario viene proposto ed eletto maestro agostino da Mondolfo agostiniano con gli obblighi, provvi-sione e salario che aveva in passato don bernardi-no da Urbino.Ibidem, c. 2v.

1558 dicembre 10nel capitolo si affronta la controversia per la fab-brica della cattedrale con il vicario che non voleva dare la copia della lettera del cardinale di Mantova. i canonici propongono di mandare una lettera per posta allo stesso cardinale. Ibidem, c. 6v.

1559 Viene eretta la cappella del crocefisso nella chie-sa cattedrale di fano da Giovan Maria Marcolini.asP-sasf, not., battista astolfo, vol. a, c. 34r.

1559 gennaio 7 si legge nel capitolo la lettera di risposta del 22 dicembre del cardinale di Mantova che, tra l’al-tro, assicura i canonici sulla fabbrica del vescova-do e per tranquillizzarli ordina al vicario di esegui-re a suo nome tale opera. nella lettera il cardinale si dice meravigliato del dubbio sull’ordine da lui dato di spendere buona parte delle entrate del ve-scovado per la riparazione della chiesa “che ne ave-va tanto bisogno” e di spendere il necessario “per riducere la chiesa a forma onesta e condecente”. rassicura inoltre il capitolo di avere ordinato al vicario di non coinvolgere il capitolo nella ripa-razione perché in ogni caso “a me s’abbia da do-mandar conto della spesa e non a voi”. dopo es-sersi consultati, fu concluso di scrivere al cadinale.Ibidem, c. 10rv e asdf, cc, lettere, n. ril. 7, 1436-1566.

1559 febbraio 15Gli artisti che rappresentano la Passione chiedono una elemosina per realizzare il parato per questa sa-cra rappresentazione e chiedono che l’arcidiacono e un altro canonico vi intervengano. ottengono una soma di grano.

asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1556-1562, c. 19r.

1559 aprile 26Gli eletti del consiglio generale contrattano con il bolognese filippo terzi la costruzione del taberna-colo di legno per l’altare maggiore della cattedrale. filippo si obbliga di realizzare il tabernacolo a tutte sue spese, deve avere forma ottagonale, alto 8 piedi sotto la figura, in ogni faccia vi deve essere un arco trionfale “cioè a similitudine di archi trionfali” che in tutto saranno 8. nella sommità vi deve essere una colonna per dividere gli archi l’uno dall’altro e tutta questa parte deve essere di diametro di 3 pie-di o più; dovrà avere tutte le pietre che appartengo-no all’architettura con intagli e cornice secondo il suo disegno e su questo ordine vi dovranno essere 8 nicchi al diritto degli archi con 8 figurine della misura richiesta e 8 cartelle a forma di modiglio-ni e siano sulle colonne che dividino detti nicchi con suoi intagli, cornigiamenti secondo che richie-de alla sopradetta opera che viene ad essere di se-condo ordine e sopra di questi, vi vada una cupola fatta a partimento con intaglio e scartozzi per te-nere lumi a proporzione e sopra questa cupola vi vada un’altra cupola detta la lanterna con nicchio, cornige, figurina e intagli che si richiede a detta opera e sopra la detta vi vada un cristo che sorge, di legname e che sia fatto proporzionato secondo richiede detta macchina ovvero opera. e tutti detti lavori vadano di cornigi, di intaglio, di colorire e indorare secondo il disegno di sua mano come di sopra, di oro e colori fini a tutte sue spese. finita l’opera condurla nel detto luogo, per prezzo di scu-di 135 di cui scudi 40 entro 15 giorni e, potendo, dargliene 50 quando porterà il disegno di questa opera e il resto alla fine dell’opera.l’atto avviene nella sala Magna del Palazzo comu-nale e filippo, per vigore della promessa fattagli dai Priori ed eletti, riceve da Giulio stati pontiniere 40 scudi per parte del pagamnto del tabernacolo da far-si secondo il disegno di mano di filippo.asP-sasf, asc, Protocolli cancellieri, vol. 28, cc. 8r-v; 16v; 90v. cfr. consigli, reg. 84, cc. 148v,152. Ponte, reg. 118, 1559, c. 42. referendaria, reg. 169,-1563, c. 74; Ponte, reg. 129, cc. 52v-53r.; Ponte, reg. 131, cc. 109r-114r-132r; Ponte, reg. 133, cc. 72-76-96; Ponte, reg. 135, 1567, c. 9v.

1559 luglio 27il canonico Giacomo Millioni consiglia di manda-re un canonico al cardinale di Mantova “a referir-li gratie c’ha consentito anzi commesso che se sia racconciato et imbelito questa chiesa del Vescova-do de l’intrate del detto Vescovado siccome appare per sue lettere atteso maximamente che se vede che sin hora questa chiesa viene inbelita et nobilitata et

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regesto dei documenti

1561 ottobre 23il capitolo ordina di scrivere a monsignor Vescovo per chiedergli 25 migliaia di pietra posta nel cimi-tero e pagarla allo stesso prezzo di quella venduta a san Pietro Vescovino. Ibidem, cc. 80v- 81v.

1561 ottobre 28il capitolo ordina al camerlengo di accordare 2 scudi per amor di dio a Giovan battista chierico “per essere guasto et bisognarlo castrarlo”.Ibidem, c. 81r.

1561 dicembre 19tutti i canonici sono d’accordo di concedere alle monache di sant’arcangelo il presepio ch’era “di sopra nella sacrestia di legname dipinto”.Ibidem, c. 83v

1561 dicembre 19il capitolo ordina a sallustio nolfi di cancellare il debito alla sacrestia di 80 scudi d’oro di mon-signor Goro, avendo già monsignor cosmo paga-to 40 scudi d’oro in tanti panni di razza che oggi servono la sacrestia e mons.d’ischia [filippo Gheri fratello di cosmo, vescovo di ischia] avendo paga-to per mano di monsignor vescovo di fano presen-te, scudi 40 d’oro. Ibidem, c. 83v.

1561 dicembre 23il prevosto chiede consulto ai canonici se sia bene, per ammaestrare i chierici e i putti che servono nella chiesa del vescovado, condurre un maestro di scuola che sia prete, di buoni costumi e abile ad in-segnare. il capitolo approva ed ordina di fare due vestine turchine da preti una per francesco alias cecchino di bertozzo fabbri e l’altra per Giovan batt(ist)a chierichetto del vescovo. Ibidem, c. 84r.

1562 gennaio 3i canonici deliberano di costruire una loro sepol-tura.Ibidem, cc.85r-86rt.

1562 gennaio 31Padre agostino viene eletto maestro di cappella e di grammatica dei chierici.Ibidem, c. 87v. il 15 luglio 1562 mastro bernardi-no da cagli e cantore don simone e don luc’an-tonio maestro di scuola dei chierici Ibidem, c. 96rv.

1562 febbraio 19il consiglio generale invia il capitano negusante negusanti a Pesaro per invitare “sua eccellenza [il duca di Urbino] che passando di qua volesse fer-marsi una sera ad alloggiarvi ed anche perché sua

eccellenza astringa messer filippo terzo a dare fi-nito il tabernacolo da porsi nel nostro vescovado secondo il suo obbligo”.asP-sasf, asc, referendaria, reg. 105, c. 357r.

1562 febbraio 24fra Vincenzo francescano riceve 1 scudo e 20 bo-lognini per la vetrata con la sua ramata di fuori, da porre dentro il nicchio della sagrestia.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69, 1561-1572, c. 30r.

1562 marzo 8Vengono acquistate 4 migliaia e 5 ottavi di pie-tra dai mastri Giacomo e Giovan Maria muratori per la sepoltura dei canonici, a 2 fiorini il migliaio. Ibidem, c. 32v.

1562 ottobre 15Viene acquistato a roma da Giovan antonio spe-rone il palio di corame dorato per l’altare maggiore portato da roma a fano dal mulattiere agostino della diambra. Ibidem.

1562 novembre 28la comunità di fano ha fatto eseguire un bal-dacchino di velluto cremisi per accompagnare il santissimo sacramento e lo vuole consegnare al capitolo, ma desidera che sia ben conservato. si stabilisce di fare una cassa di legname nella sagre-stia “da basso” dove possa stare in piedi e con chia-ve.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1562-1572, c. 3v.

1562 dicembre 15Mastro domenico boglioni acquista tavole “24 di Puglia” ed una tavola “da la tesana” oltre a colla, chiodi per eseguire un credenzone nuovo per met-tere il baldacchino donato alla sagrestia dalla co-munità. Per tale lavoro viene pagato anche mastro cipriano fabbro per porre un catorcetto, staffe ed altro della sua arte.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69 cit., c. 33v.

1562 dicembre 31Pagamenti per don bernardino Garugli da ca-gli condotto per cantore e per insegnare musica ai chierichetti dal 16 luglio, per don simone Janutio mansionario e per don luc’antonio savello condot-to cappellano di san fortunato - da cinque mesi - e per maestro di scuola dei chierichetti, a 20 scudi l’anno, per servizio dal 1° agosto 1562 sino ad oggi.Ibidem, c. 34r.

1562nell’inventario della sagrestia di quest’anno risul-

ta, tra gli altri baldacchini, quello rosso di velluto cremisi, nuovo con le frange d’oro e di seta cremi-si, “che sta dabbasso nella sacrestia, nel credenzo-ne fatto apposta, il quale baldachino l’ha donato la nostra comunità alla sacrestia questo anno 1562”.Ibidem, c. 244r.

1563 febbraio 16Paolo Paliotto viene inviato dalla comunità ora-tore a Pesaro al duca di Urbino per il tabernaco-lo e per altro. asP-sasf, asc, referendaria, reg. 105, c. 360r.

1564 gennaio 7il capitolo delibera di costruire i banchi per la chiesa.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1562-1572, c. 25v.

1564 febbraio 26il gonfaloniere e priori chiedono al capitolo un aiuto per realizzare un tabernacolo nel vescovado con la spesa di 100 scudi. Ibidem, c. 28v.

1565 marzo 18Mastro domenico Persciutti viene chiamato da ancona nella nostra città, per prendere accordi su un tabernacolo che la comunità vuole donare alla cattedrale.asP-sasf, asc, consigli, reg. 87, c. 14v.

1565 settembre 18i Priori deliberano di rescindere il contratto stipu-lato con domenico Persciutti per il tabernacolo per non aver rispettato il contratto. evidentemente per le sue non buone condizioni fisiche se, alla data del 20 dicembre 1565, il pittore è già morto.Ibidem, c. 95v. il pittore aveva già ricevuto 50 scudi per caparra del lavoro ed un altro acconto il 31 mag-gio successivo. il disegno del tabernacolo era stato chiesto anche ai maestri Giovan battista ragazzini e filippo cremonese, che ricevono 3 fiorini ciascu-no: ivi, Referendaria, reg. 107, c. 293e e reg. 108, c. 143r; ivi, Ponte, reg. 129, cc. 2r-53r.

1565 ottobre 27il vescovo ippolito capilupo, assunto l’onere di far fabbricare a lode di dio un tabernacolo nella chie-sa cattedrale a spese della comunità, concorda con mastro filippo di mastro Giovanni “a Puncto di cremona”, abitante a fano, di fabbricarlo per 200 ducati. il tabernacolo dovrà essere alto 9 piedi co-minciando dal principio del tabernacolo fino alla fine della lanterna e secondo il disegno mostrato al maestro alla presenza dei testimoni e sottoscritto dallo stesso maestro che visti i disegni si impegna di realizzarlo per il prezzo concordato a tutte sue spese

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per la candelora per il vescovo, governatore, pro-tonotario e vicario”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69 cit., c. 183r.

1572il vescovo chiede al capitolo un aiuto per costru-ire il coro. fu ragionato assai e concluso per voci segrete, che per questo aiuto si dessero 34 fiorini.Ibidem, c. 179r.

1574 gennaio 25il visitatore apostolico Giovan battista da fossom-brone decreta per l’altare del crocefisso che i pa-droni provvedano a restaurare la vecchia icona o toglierla e dipingere la parete sopra l’altare.asdf, ac, Decreti, b.1, 1644-1815, “copia del 18 marzo 1644 dei decreti fatti dai vescovi e visita-tori apostolici pro tempore nelle visiter della città e diocesi concernenti l’altare del santissimo croce-fisso e santissimo sacramento dentro la cattedra-le di fano”.

1575 luglio 1si prosegue la fabbrica della sagrestia.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1572-1582, c. 42v.

1575spese per murare l’arco che andava al cimitero, “ovvero la casa di messer Pandolfo”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69 cit., c. 163v.

1575Per gesso per stabilire la volta e parete comprata dal tomassini che ebbe al suo tempo per bisogno “fare quell’oratorio che è sopra la porta murata”.Ibidem, c. 168v.

1576 aprile 22.Giovanni pittore lavora per 3 giorni al sepolcro al-lestito per la settimana santa nella cattedrale. asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 70, 1573-1589, c. 95v.

1576 dicembre 14il padre predicatore dei cappuccini supplica il consiglio cittadino perché voglia elargire una ele-mosina per ornare la cappella nella chiesa dell’e-piscopato vicino all’altare maggiore dove sono se-polti i corpi dei due protettori della città orso ed eusebio, per far dipingere i loro miracoli ed altro per liberare la città da ogni contagio. Pietro Mar-tinozzi propone di concedere 6 salme di grano o l’equivalente, egidio nolfi di concedere 25 scudi, partito approvato anche da alessandro negusanti e da Pietro Vita. il consiglio decreta di concedere 6 salme di grano delle entrate del Ponte.

sia di legnami, di colori, di oro fino, lavori e di tut-to quant’altro necessario. Mastro filippo promette di consegnarlo finito e sopra l’altare maggiore della cattedrale alla festa di santa Maria d’agosto prossi-mo e ornarlo di oro fino in tutte le parti che nel di-segno appaiono di colore giallo, affinché dai periti sia stimato 200 scudi. il vescovo si impegna di pa-garlo in questo modo:50 scudi di presente e a ogni richiesta di M°filippo, 50 a Pasqua di resurrezio-ne di n.s.Gesù, altri 50 a Pasqua di Pentecoste e altri 50 scudi finito il tabernacolo e posto sull’alta-re maggiore, con patto che il tabernacolo sia fatto con legname idoneo e mostrato al vescovo e ai pe-riti che ne dovranno attestare la buona esecuzione. Per M° filippo prestano la fideiussione don Giro-lamo rinalducci e don sallustio nolfi.asP-sasf, not., ciucci Giacomo, vol. H, cc. 220-222v. a questo artista si deve assegnare la la-pide ora posta nel Museo storico diocesano in cui ricorda la morte di suo figlio Giovan battista, gio-vane di ingegno nell’arte della scultura lignea mor-to il 24 maggio 1571, a 23 anni: cfr. G.l. Patrigna-ni f. battistelli, Il tempo e la pietra ecc. cit., p.149.

1565 ottobre 31i canonici chiedono al vescovo che si prenda qual-che risoluzione per il passaggio che si è chiuso per la fabbrica della cappella dei rinalducci che impe-disce di porre nel magazzino i grani del capitolo e della sagrestia.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1562-1572, c. 60v.

1565 novembre 2il capitolo su suggerimento del vescovo delibe-ra di costruire banchi per tutti i fedeli, per evitare “ogni scandalo”.Ibidem.

1566 marzo 5 il camerlengo della sagrestia ha ottenuto licenza di trovare modo di tenere il baldacchino in una cap-pella per poterlo avere comodamente nei bisogni. Ibidem.

1566 agosto 31ser Giovanni antonio brizi ottiene dal capitolo una grata di legno che stava innanzi alla Madonna “prima che si fabbricasse la nostra chiesa, la quale grata hora stava in una cappella et hora in un’altra et esso ser Giovanni antonio promise far fare un san bartolomeo in tela dipinto et metterlo nella sua cappella”.Ibidem, c. 75r.

1566 dicembre 7il capitolo incarica monsignor Giovan battista

cesareo a scrivere in latino le costituzioni capi-tolari.Ibidem, c. 79v.

1567 marzo 3Mastro tarquinio per l’elezione del vescovo fran-cesco rusticucci dipinge due arme grandi, una del Papa e l’altra della comunità.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69 cit., c. 99v.

1569 la compagnia dei muratori, per loro devozione, celebrano la prima messa nella sagrestia.Ibidem, c. 142.

1570 gennaio 28 il camerlengo spende 24 grossi per acquistare sei tabernacoli di cristallo di Venezia.Ibidem, c. 157.

1570 marzo 1il capitolo concede al vescovo, per la costruzione della campana grossa del duomo realizzata a sue spese, una campana rotta di san silvestro.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1562-1572, c. 134r.

1570 marzo 18francesca del fu camillo duranti ordina per testa-mento, che il suo cadavere sia posto nella sepoltu-ra di suo marito Pietro Paolo rinalducci, situata davanti alla cappella del santissimo crocefisso e la dota con 100 scudi. altro legato per la cappella rinalducci di sc.200 da Vittoria figlia del fu Pietro Paolo rinalducci.asdf, “diversorum instrumentorum mentor”, 1604 - sec.XViii, cc. 15v-16v.

1571 la cappella della concezione di Maria Vergine nel vescovado è di iuspatronato di Giuseppe Priori.asP-sasf, not., Zagarelli cornelio vol. X, c. 297r.

1571 febbraio 7Viene saldato con 5 fiorini e 20 bologini il pittore - non è specificato - che fece l’arme e che indorò e dipinse il lampadario.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 69 cit., c. 160.

1571 aprile 14il camerlengo paga 30 bolognini a mastro tarqui-nio per aver dipinto di verde, su ordine del vescovo rusticucci, il pulpito dei cantori. Mastro dome-nico viene, a sua volta, pagato per aver dipinto un “credenzone attorno al leggio del coro di color di noce e per aver indorato 4 fagolotti di cera bianca

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regesto dei documenti

asP-sasf, asc, consigli, reg. 96, cc. 5v- 6v e ivi, Referendaria, reg. 155, c. 156r.

1577 febbraio 1Papa Gregorio Xiii per le messe celebrate all’altare della cappella del santissimo crocefisso della fa-miglia rinalducci concede le indulgenze legate a quelle celebrate all’altare della chiesa del monaste-ro di san Gregorio di roma per la liberazione delle anime del Purgatorio e la remissione dei peccati. asdf, ac, Pergamene, n. 1413.

1577Un atto viene rogato “nella sala della sacrestia del vescovado che è contigua alle scale di pietra del-la detta sacrestia ed è verso l‘ingresso della porta maggiore della detta chiesa […]”.asP-sasf, not. Zagarelli cornelio, vol. Y, c. 634r.

1579 aprile 12il capitolo si congrega per la prima volta nella sa-grestia nuova.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1572- 1582, c. 133r.

1580Maestro francesco muratore riceve 15 bolognini per aprire la porta davanti al pergamo ed altri lavo-ri per mettervi l’uscio. asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 70 cit., c. 157r.

1582 agosto 14il pittore Vincenzo ercolani riceve 24 bolognini per aver dipinto tre armi da collocare sopra la por-ta della cattedrale per la festa dell’assunta.Ibidem, c. 180v.

1582 settembre 17 (exibita)la cappella di san bartolomeo è il titolo del cano-nicato di don Pandolfo Millioni, la cappella della concezione della beata MariaVergine è il titolo di iuspatronato della famiglia Priori, ma sono la stes-sa cosa e nella cattedrale non vi sono altre cappelle sotto lo stesso titolo ed è la prima a mano sinistra entrando per l’ingresso principale della cattedra-le. ogni anno da bartolomeo e da Giuseppe Prio-ri, già rettori della cappella della concezione o di san bartolomeo, erano soliti “cogliere la festa della conceptione di nostra donna” in quella cappella.asdf, archivi dei Vescovi (d'ora in poi aV), ve-scovo rusticucci, 1567-1577.

1583il capitolo concede una stanza vicino al cimitero alla confraternita del santissimo sacramento. asP-sasf, not., Zagarelli nicolò - copie d’archi-vo, 1583, c. 391r.

1583 maggio 3il vicario apostolico e commissario don francesco antiquo recanatese emette i seguenti decreti :all’altare maggiore dipingere il piedistallo del ta-bernacolo, provvederlo di baldacchino di seta e di coppa d’argento e sistemare una tenda di seta nel tabernacolo.al fonte battesimale che si facciano vasi d’argento per conservare gli olii santi e si provveda di ma-nuale romano sia ad uso del battesimo che degli altri sacramenti.all’altare maggiore si provveda di mensa di marmo quanto prima.all’altare del crocefisso che i padroni, gli amiani, provvedano candelieri e icona più decente, tolgano la vecchia e dipingano le pareti.all’altare della beata Maria Vergine, degli arnolfi togliere l’icona vecchia. all’altare di san Girolamo, dei biccardi, provvede-re e riformare in tutto secondo la visita precedente.all’altare della concezione, demofonte Pazzi deve ancora provvedere i vetri alle finestre e la balaustra.all’altare del crocefisso, dei rinalducci, provvede-re la cappella di balaustra.all’altare della concezione, di bentivoglio e Giu-seppe biccardi, eseguire tutto quanto decretato nella visita e che siano posti i vetri alle finestre e la balaustra.all’altare di san cristoforo, rettore don cristoforo negusanti, fare le finestre e la balaustra.la cappella della società del santissimo corpo di cristo è ben tenuta.asdf, ac, decreti, b.1, 1644-1815 cit.

1584 la visita pastorale di quest’anno ricalca quella pre-cedente salvo poche differenze e qualche adempi-mento aggiuntivo. Per il fonte battesimale il vesco-vo ordina di porre un coperchio di legno, foderarlo di latta e fare in modo che l’acqua sia protetta dalla polvere e dai ragni e vermicelli.Per l’altare del crocefisso che sia provveduto dalla famiglia rinalducci di balaustra, nel resto ben trova-to. all’altare della beata concezione dei Pazzi decre-ta che sia provvisto di pallio dorato, di croce, di can-delabri e delle finestre con vetri e teli di lino entro due mesi. Per l’altare di san Girolamo, la famiglia rinalducci deve provvedere una icona decente, la croce, candelabri e imbiancare la cappella e le fine-stre di vetro, coprirle con teli di lino e questo entro due mesi alla pena e alla perdita dell’altare.all’altare degli arnolfi ordina che la famiglia prov-veda croce, candelabri, tovaglie, pallio dorato, im-bianchi la cappella, tolga l’icona sostituendola con altra più decente, ampli l’altare. Per l’altare del crocefisso, che è vicino all’altare maggiore decreta

di provvederlo entro un mese di tovaglia, cande-labri, palio dorato e delle altre cose necessarie ed anche di dipingere la parete, altrimenti i proprie-tari incorreranno nella perdita dell’altare ipso facto. il 7 agosto 1584, dopo la visita, il vescovo volendo risolvere agli scandali che accadono nei giorni di domenica e festivi nel cantare l’episola, l’evangelio e il vespro rispettivamente da suddiaconi, diaconi e presbiteri, nel caso che qualcuno non avesse adem-piuto il proprio dovere, ordina che in futuro cia-scuno di loro canti l’epistola, il vangelo, la messa, i vespri e gli altri offici divini secondo la consuetudi-ne della chiesa e commina a ciascun negligente ipso facto la perdita del salario di un mese e ogni volta.asdf, cV, Visite Pastorali, b. 1.

1585 giugno 22breve di sisto V che concede l’indulgenza plenaria per coloro che nella festa della natività della beata Vergine, dal primo vespro al tramonto, visiteranno devotamente la cappella della beata Maria Vergine della famiglia biccardi della cattedrale.asdf, cc, Pergamene, cassetta b, n. 38.

1585si fanno eseguire a roma da messer renolfo cal-lacci 2 candelieri d’argento massiccio, 4 calici nuo-vi, coppa d’argento, piede di rame, fatti alla mo-derna, con le sue 4 patene.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 70 cit., c. 228r.

1587 agosto 20Mastro ottavio Morganti pittore per dipingere un’arma dell’assunta e del Governatore riceve 40 bolognini.Ibidem, c. 256v.

1587 ottobre 8“Memoria come l’illustrissimo et reverendissimo Monsignor francesco rusticucci vescovo di questa città di fano passò da questa a miglior vita adi so-pradetto che fu il giovedì a hore 17 essendo stato amalato giorni 12 di petecchi et febre acuta et fu sepolto nella chiesa cathedrale nella capella del crucifisso vicino alla porta che si va nel Palazzo, in un sepolcro di mattoni et ivi si riposa il suo corpo, l’anima del quale piaccia a iddio che si riposi nella celeste Patria”.bcff, Mss. amiani, 4.

1587si registra il pagamento per 4 uomini che aiuta-rono a portar fuori la pietra e altre cose necessarie “dove si abbruciò” nelle case della sacrestia. asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 70 cit., c. 260r.

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1593 Visita pastorale. altare maggiore bene. la cappella del battistero è alquanto oscura, il vescovo ordina di ornare la fine-stra con specchi di vetro e tutta la cappella ornare e dipingere con pitture. Parimenti ornare il ciborio dalla parte interna con le immagini di san Giovan-ni battista battezzante e dei santi orso fortunato ed eusebio. coprire il fonte battesimale con co-perchio decente affinché la polvere o altre impurità non penetrino. siano confezionati vasi d’argento per custodire gli olii sacri come già ordinato a for-ma dei vasi di stagno in cui si trovano, con lettere scolpite e sia fatta una chiave nel battistero. Per la cappella dei santi orso e eusebio che fu trovata satis decente e ornata, affinché sia maggiormente illuminata ordina di portare le finestre, che sono nella parte più alta della cappella, nella parte in-feriore, tuttavia della stessa grandezza. Per la cap-pella della società del santissimo corpo di cri-sto sostenuta dalla carità di molti pii uomini della società, al fine di escludere l’umidità che è conti-nua nella cappella a causa della terra che si innalza dalla parte inferiore della stessa, il vescovo ordina che gli uomini della società rimuovano il terreno esterno attorno la cappella cosicché il pavimento per due spanne e oltre sia più alto; profana il ter-reno essendo cimitero e consacrato ed ordina di portarlo al lido del mare a spese della società. inol-tre ordina che i confrati realizzino a loro spese l’i-cona dell’altare della cappella con l’immagine del santissimo sacramento e procurino due candelieri con croce di ottone e due palii uno di seta rosso e l’altro dorato. Per l’altare di san cristoforo della famiglia negu-santi, di cui è ora rettore don cristoforo negusan-ti, il vescovo decreta che i padroni realizzino l’ico-na sopra l’altare con l’immagine del titolare san cristoforo, candelabri con croci di ottone, tova-glie più decenti, palio e che riparino le finetre della cappella con tela o vetro e che sopra l’altare si pon-ga un baldacchino almeno di tavole dipinte con qualche santo a loro arbitrio; ed ancora, che faccia-no togliere il pavimento nel cospetto dell’altare e apporre la balaustra non solo per ornamento della cappella ma per maggior comodità del celebrante pro tempore.alla cappella e altare della Purificazione della be-ata Maria che è della famiglia dei biccardi ordina di rinnovare l’icona dell’altare con una immagine della Purificazione e di san Giacomo e di porvi un baldacchino almeno di tavole, dipinto ad arbitrio dei padroni; inoltre che sia imbiancata la cappella e coperto il tetto per impedire che entri l’acqua e che si riparino le finestre con tela o specchi di vetro.alla cappella e altare del santissimo crocefisso dei rinalducci il vescovo decreta che sia provvisto di croce e candelieri di ottone, che si riparino i pa-

1588 Mastro stefano muratore riceve 2 scudi per aver la-vorato a murare e fare la scala e il tetto nuovo nella stanza della sacrestia che si era incendiato. Ibidem, c.271r.

1588la sagrestia deve avere 12 toppi di calcina e 300 mattoni per finire la cappella dei santi orso ed eu-sebio. Mastro francesco marangone esegue i ba-laustri per la cappella mentre cipriano realizza 4 ferri per tenere l’adornamento avanti alla cappella di sant’orso.Ibidem, cc. 272r e 278v.

1588 luglio 3Mastro ottavio Morganti riceve 5 giuli per esegui-re il disegno dei candelieri grandi e piccoli per la cattedrale da servire per modello a quelli da realiz-zarsi a roma.Ibidem.

1588 dicembre 16il vicario generale Gaspare orsini ordina al depo-sitario di pagare a francesco francescucci da fano scudi 64 e 4 giulii in acconto dei 144 scudi spesi da sua signoria Magnifica per la campana grossa del Vescovado venuta da Venezia il primo maggio 1588. il denaro sarà restituito quando si faranno i conti della camera episcopale “essendo che monsi-gnor ill.mo et rev.mo Vescovo nostro in tale tem-po anzi fine al mese d’agosto dell'88 non ha hauto entrata alcuna del detto suo vescovado di fano”. asdf, tribunale ecclesiastico, sentenze curia, 1577-1595, c. 72r

1590 marzo 20Girolamo arnolfi ordina che il suo cadavere sia se-polto nella sepoltura dei suoi defunti, situata nel-la cappella della sua nobile famiglia, con una cap-pa di saglia berettina dell’ordine di san francesco. ordina di rispettare il legato fatto dai suoi prede-cessori, di pagare annualmente ai canonici 7 fio-rini e due libre di candele, per l’officiatura della sua cappella nel giorno della annunciazione della beata Vergine del mese di marzo. inoltre grava i suoi eredi di accordare ai presbiteri dell’episcopato l’olio per la lampada della sua cappella ogni vol-ta che fosse chiesto. ordina, inoltre, di conservare la tradizione della sua famiglia di offrire un pran-zo a sette poveri nel giorno della annunciazione e di dare amore Dei per la sua cappella una sua veste di ciambellotto, che indossava quando era di ma-gistrato, per farne un palio o paramento d’altare. asP-sasf, not., boldrini Michelangelo, vol.i, cc. 404r-411v.

1591 gennaio 5il camerlengo tomasso bartolelli redige l’inven-tario dei beni della sagrestia. emergono: una cro-ce d’argento con i cristalli, con dentro il santo le-gno della croce di nostro signore e altre reliquie; un’altra croce d’argento con un cristo e una Ma-donna in rilievo con quattro santi simili di rilie-vo per parte; un’altra croce di ottone argentata che serve per l’altare con il piede lavorato di fattura si-mile e il bastone argentato che serve per la cro-ce nelle processioni; un’altra croce di ottone che sta sopra l’altare maggiore; un tabernacolo gran-de lavorato e dorato tutto con la parte superiore d’argento, il piede di rame per il santissimo sa-cramento donato dalla Magnifica comunità alla compagnia che ha intorno al cristallo che copre l’ostia, una corona di ave Marie d’oro date in ele-mosina da me alla compagnia del santissimo sa-cramento; un pastorale d’avorio lavorato che era di monsignor vescovo rusticucci; un pastorale vec-chio di rame mal condizionato; una palla di rame dorato da tenere il balsamo; un pastorale d’argento con cristalli; una mitra preziosa nuova di monsi-gnor vescovo rusticucci; un’altra preziosa vecchia quasi di fattura simile. tra le pianete quella di vel-luto turchino con fondo d’argento, stola e mani-polo foderata di taffetà arancio di monsignor ru-sticucci. tra i libri: 3 libri grandi simili “delli canti fermi per tutto l’anno per gli offitii del coro, vespri et altri di carta pecora con le coperte di vachetta rossa”; un altro libro minore di carta pecora per “antifone ancora delli vespri; un libro grande di carta pecora del canto fermo per le messe cantate”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1591-1593, n. ril. 71, cc. 1r-7r.

1592 Mastro filippo esegue un vaso dell’acqua santa da porre nell’andito della sagrestia.Ibidem, c. 39r.

1593 agostoin occasione della festa dell’assunta maestro Vincenzo pittore realizza una “nuvola con attor-no angioletti e serafini” mentre il maestro otta-vio pittore dipinge due angeli. il maestro agosti-no marangone, a sua volta, provvede un “regolo di tavola” per accomodare i due angeli sopra il bal-dacchino e aiuta in chiesa. nell’occasione vengono poste tre arme di legno sopra la porta della chiesa: quella del pontefice è realizzata da maestro intre-go per la quale viene acquistato “un tavolone di al-briccio da calzolari per fare la gionta all’arma del Papa che era stretto”; maestro Giuliano marango-ne, a sua volta, esegue le armi del cardinale rusti-cucci e del vescovo. le tre armi vengono indorate e dipinte da maestro ottavio pittore.Ibidem, cc. 47v-48r.

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lii con i loro telari. l’altare ha quattro palii che si conservano nella sacrestia della cattedrale: uno do-rato, l’altro di raso bianco con ornamenti di vellu-to bianchi, un altro di damasco violaceo e l’altro cremisi o di raso rosso con trine dorato. decreta, inoltre di chiudere la cappella con una balaustra. alla cappella o altare della concezione della bea-ta Maria e di san bartolomeo, di è cui rettore don Giuliano bambini, ordina che si restauri la pittura dell’icona, si provveda di lampada, croce e cande-lieri di ottone, di palii del colore richiesto dal tito-lo dell’altare, di sfera decente e di accomodare le finestre della cappella con vetri. inoltre, di ridurre il pavimento alla forma della cappella di san Gi-rolamo e si provveda di baldacchino almeno con tavole dipinte insieme con l’immagine di qualche santo ad arbitrio del rettore. infine ordina di chiu-derla con balaustra. alla cappella con altare di san Girolamo della famiglia dei rinalducci il vescovo decreta di provvedere l’altare di icona con l’imma-gine del titolare san Girolamo, di croce con cande-lieri di ottone, di palii condecenti secondo la qua-lità del santo, di lampada e di chiudere la cappella con la balaustra. Per la cappella e altare della san-ta annunciazione della famiglia renolfi [arnolfi], molto bene ornata, ordina di chiuderla con balau-stra. Per la cappella e altare del santissimo croce-fisso della famiglia amiani, vicino all’altare mag-giore a cornu evangelii, ordina di dotare l’altare per potervi celebrare e intanto che i padroni rimuovi-no dall’altare l’icona esistente tanto vecchia e in-decente e che ai lati del crocefisso facciano dipin-gere da una parte l’immagine della beata Maria e dall’altra di san Giovanni come anche dipingere lo scanno dell’altare, provvederlo di tovaglie decenti, di croce e candelieri di ottone e di palii di colore rosso. che i vetri della cappella siano bene puliti e lucidi e che sia posto il baldacchino sopra l’altare almeno fatto con tavole e ornato con decenti pit-ture. relativamente alla tovaglia bianca che si tro-va tutt’intorno al crocefisso, sia subito levata per apporvene una nera e che scenda da ogni lato fino alla tovaglia dell’altare. Per l’altare dei santi orso ed eusebio, del capitolo, il vescovo ordina che sia provvisto di croce e di altri candelieri più decenti, entro un mese. Per la sacrestia, viene concesso il termine di due mesi per procurare tre paramenti: uno di damasco, il secondo di ciambellotto verde e l’altro di seta violacea.asdf, cV, Visite Pastorali, 1593, cc. 3r-7r.

1594 gennaio 6tomasso e Girolamo, i due putti del seminario che cantano, ricevono mezzo scudo ciascuno di mancia.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1594-1599, n. ril. 72, nel v. del foglio di guardia.

1594 febbraio 6don simone ianutii riceve dal camerlengo della sa-crestia 7 scudi e 37 bolognini a buon conto di quan-to deve avere per la sua provvisione del cantare.Ibidem, c. 2r.

1593 agosto 16il vescovo Giulio ottinelli di fermo indice il pri-mo sinodo diocesano. i decreti sinodali verranno stampati a roma nell’anno successivo.

1594 giugno 22Visita pastorale del vescovo ottinelli. dopo un dettagliato elenco delle reliquie e paramenti sa-cri, il vescovo visita l’altare maggiore disponendo vari decreti. Per la cappella dei santi orso ed eu-sebio, tra gli altri, di eseguire una finestra grande in mezzo alla parete di destra e di coprire l’icona con tela di colore verde. Per la cappella della so-cietà del santissimo sacramento verifica che nulla è stato eseguito di quanto già ordinato, quindi di eseguirlo entro breve tempo, pena l’interdizione. Verifica che la cappella di san cristoforo dei ne-gusanti non è stata provvista dell’icona con l’im-magine di san cristoforo. interdice la cappella del-la Purificazione dei biccardi che, se entro due mesi non sarà eseguito quanto ordinato, sia demolita. Ugualmente per la cappella o altare di san Girola-mo dei rinalducci. Per la cappella della santissima concezione ordina di ridurla alla forma delle altre cappelle della chiesa e cioè in forma quadrata. Per la cappella di san Girolamo dei rinalducci verifica che non è stata provvista di icona con l’immagine di san Girolamo, della croce, candela, candelabri, lampada, balaustri e ordina di provvedervi quan-to prima. relativamente alle cappelle dell’annunciata della beata Vergine Maria degli arnofi ordina di chiu-derla con una balaustra e per quella del santissi-mo sacramento degli amiani di eseguire quanto già ordinato. Quindi il vescovo visita il cimitero e ordina di fare una sepoltura per i poveri della città di fano che non ne hanno una propria e di porre, in mezzo al cimitero, una croce di ferro o legno e di chiuderlo affinché non vi entrino gli animali. e osservando attentamente la chiesa dentro e fuori, ordina di riparare quanto prima il tetto e il pavi-mento nei luoghi necessari ed infine ordina al sa-crista e agli altri officiali, a pena della sospensione a divinis ipso facto, di non seppellire i morti in futuro nella chiesa fuori delle sepolture murate.asdf, cV, Visite Pastorali, 1594, cc. 1r-5r.

1594 dicembre 1Maestro Paterniano fornaciaio riceve in più volte, dal 30 ottobre al primo dicembre, 2 scudi a saldo dei 39 scudi per otto migliaia e mezzo di mattoni forniti per far la volta nella sacrestia.

asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1594-1599 cit., c. 23r.

1595 giugno 19il camerlengo paga alcuni operai per far riempi-re i cantoni della volta della sacrestia e per fare un montone di terra in mezzo alla volta.Ibidem, c. 41r.

1595 agosto 9Viene acquistata una stuoia per mettere nella fossa che è avanti il vescovado.Ibidem.

1595 agosto 12Per la festa dell’assunta si orna la porta del vesco-vado con un fascio di canne per fare i “fustoni” con due some di frasche, si accomoda la chiesa e si fa spazzare davanti al vescovadoIbidem.

1596 aprile 8Mastro Marchionne falegname accomoda il per-gamo, la scala ed altro, mentre il pittore Vincenzo ercolani lavora 4 giorni per il sepolcro.Ibidem, c. 58rv.

1596 settembre 25 Paolo di francesco Palazzi roga il testamento a se-nigallia. ordina che il suo cadavere sia sepolto in duomo nella sepoltura della sua dilettissima ma-dre, lasciando amore Dei al capitolo dei canoni-ci l’usufrutto di 100 scudi per officiare la cappella di san Girolamo per la quale l’erede è obbliga-to di fare la “Hiconam conversionis sancti Pauli de stucco inauratam” del valore di 200 scudi. nel giorno anniversario della sua morte i canonici do-vranno celebrare un officio da morto con vespro solenne e messa cantata a loro spese di candele e torce nella cappella di san Girolamo e di san Pao-lo e messe ordinarie all’altare del santissimo cro-cefisso per la liberazione delle anime dei defunti. bcff, Mss.bertozzi, vol.P, pp.49-50 e asdf, “di-versorum instrumentorum mentor”, 1604-sec.XViii, c. 28r.

1597 Un maestro scalpellino lavora per pulire e acco-modare la pietra per l’altare della sagrestia, per se-gare e squadrare 4 legnetti per incastrare l’icona dell’altare.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1594-1599 cit., c. 79v.

1597in occasione dell’arrivo del cardinale aldobran-dino si provvede a far spazzare davanti alla chie-sa, portando via terra e pietra e a fare eseguire dal pittore un’arma in bambagio e un’altra in tavola

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1599 giugno 9È registrata la spesa di bolognini 15 a Mattia mer-ciaio per un mazzo e mezzo di bambagia per orna-re il festone dell’arma del card. rusticucci che si è messo fra quello dei nipoti del papa. il 20 giugno al pittore bastiano sono elargiti 25 bolognini per realizzare due scudi d’arma per il card. rusticuc-ci e l’aldobrandini messi fuori della porta del ve-scovado.Ibidem, cc. 135v-136r.

1599 agosto 13Mastro tarquinio pittore riceve 2 paoli per ridi-pingere un’arma del cardinale rusticucci che di notte portò via il vento sopra la porta fuori del ve-scovado.Ibidem, c. 137r.

1599 agosto 16Vincenzo campanaro riceve 20 bolognini per aver riportato alle suore di san filippo l’organo adope-rato in cattedrale per la festa dell’assunta.Ibidem, c. 137r.

1600 aprile 23nel sinodo diocesano celebrato in questo giorno il vescovo Giulio ottinelli stabilisce le messe da cele-brarsi ai diversi altari del duomo.1. all’altare maggiore: in aurora si canti la messa della Madonna ogni giorno per i signori Malatesti e per gli stessi signori si faccia un officio all’anno da morto il 15 novembre. inoltre un’altra messa quo-tidiana per l’unione della cappella di san fortunato alla sagrestia con obbligo di mantenere un cappella-no per questo servizio.2. all’altare dei santi orso ed eusebio: tre messe alla settimana, la domenca, il martedi e giovedì, per l’obbligo che vi era alla cappella di san Giorgio, già trasferita per lo stesso obbligo, una messa il 16 di novembre da morto. tutti i sabati una messa della Madonna per costanza Palazzi per la quale si deve cantare ogni anno una messa nel giorno di santa Maria Maddalena.3. all’altare del santissimo sacramento: messe 15 per la cappella della concezione che era dove al pre-sente è posto il battesimo, da noi trasferito all’alta-re del ss. sacramento, con il solito e antico obbligo delle 15 messe ed altre 15 messe il mese il capitolo vi dovrà far celebrare per l’obbligo dei beni stabili che possiede lasciati da una certa donna Prospera che in passato sono state celebrate all’altare di san Girolamo e al presente, per degne cause, si dicano al santissimo sacramento per questa benefattrice fino a che la cappella di san Girolamo sarà dal vescovo reintegrata nel suo essere.4. a san cristoforo il rettore della cappella deve ce-lebrare 15 messe il mese per obbligo antico e con-sueto di detta cappella. e per i duranti ogni venerdì

“messo nel core di detto ill.mo aldobrandino”.Ibidem, c. 59r.

1598 gennaio 2Maestro Girolamo marangone esegue una porta in sagrestia dove si tengono gli argenti ed altro. Mae-stro cipriano fornisce le piastre ed il ferro per una chiave doppia. Vengono comprate tavole per re-alizare due inginocchiatoi e uno sgabello grande. Ibidem, c. 87v.

1598 marzo 8iniziano le registrazioni delle spese sostenute dal-la sagrestia in occasione della venuta del pontefi-ce, il fanese ippolito aldobrandini. Per addobbare la chiesa si cercano “panni rossi”, panni di fossom-brone etc. a fossombrone, a Pesaro e in ancona da persone nobili disposte a imprestarli. si utlizzano vecchi lenzuoli per realizzare le arme dei cardinali, si acquistano 30 braccia di tela per dipingere sopra la porta sostenuta da un telaio; maestro Piero cor-tellino accomoda un panno di velluto rosso “in scu-scirlo, aggiuntarlo mettere le francie” ed ugualmen-te scuce un palio di velluto rosso tutto riportato di seta; dalla cappella negusanti viene “sbroccata” una tela, rimpicciolito il telaio sulla quale viene dipinta l’assunta. il 16 aprile l’arcidiacono si reca a raven-na per trattare con il cardinale bandino dei taffe-tà e candelieri avuti da fermo. il giorno seguente vengono “lustrate” tre armi del papa, del rusticuc-ci e del vescovo. Un’arma del vescovo viene coperta e utilizzata per farci l’ombrella e le chiavi di stucco. Un pittore dipinge 3 quinterni di carta turchina che viene attaccata alla porta del duomo. si provvede a “lustrare argentare e imbiancare” le figure nella cro-ce. il 20 aprile i sacrestani eseguono 16 cerchi gran-di per i festoni di “stopola” per le colonne ed altre persone provvedono a tagliare alloro in più luoghi. il 22 aprile più preti che avevano realizzato i festo-ni degli archi vengono ripagati con una merenda. i festoni sono attaccati da un muratore. il 25 aprile si acquistano 6 braccia di bindella rossa per attaccare l’assunta in mezzo al coro ed il giorno seguente un muratore attacca le armi a lato dell’assunta e viene anche realizzato e posto un occhio di ferro nella fac-ciata della chiesa per attaccare l’assunta. il 27 aprile si provvede a carreggiare pietra e calcinacci dal bat-tesimo e altri luoghi, oltre a far portare banchi, le-gni, cassoni e telai ed altro in magazzino e nel luogo dove era il battesimo. Viene imbiancata la sagrestia, vengono portate vie 90 carrette di terreno e sassi da-vanti alla chiesa. il 28 aprile viene comperata da ma-estro ottavio [Morganti] un’arma del papa che vie-ne posta in mezzo al coro, con il suo cerchio. il 30 aprile un muratore aiuta a porre i panni nei travi nella facciata della chiesa in occasione della venu-ta del santissimo sacramento - che preannunciava

l’arrivo del Pontefice per il giorno successivo - men-tre il 1° maggio si pulisce fuori e dentro la chiesa ed è annotato il pagamento per due uomini che fecero la “guardia la notte delli panni”. il 2 maggio ven-gono staccati i panni fuori della chiesa e viene fat-ta “scopare la chiesa nella partita di nostro signo-re”, mentre il 3 maggio un uomo viene chiamato a “sgombrare e staccare i panni e accomodare altre cose in chiesa e fuori”. nei giorno seguente sono an-notati i pagamenti per riportare i panni alla marche-sa del Vasto [lavinia feltria della rovere, sorella del duca di Urbino] a fossombrone e all’abbate Manelli alla rocca contrada.Ibidem, cc.88r-91r. Per la visita del pontefice ven-gono spesi dallo speziale battista 17 scudi per carta bianca e turchina, in oro fino, oro stridente, orpel-li, colori, colla tedesca, diversi colori, carta sottile, bambagio e altre robbe per la chiesa. Ibidem, c. 94r.

1598 marzo 12Mastro bastiano dipinge di colore verde le casset-te dei canonici.Ibidem, c. 83r.

1598 aprile 29il camerlengo della cattedrale acquista da mastro ottavio pittore un’arma del pontefice per porla in mezzo al coro del vescovado con la spesa di 40 bo-lognini.Ibidem, c. 90v.

1598il vescovo ordina ripetutamente di pagare 5 scudi a messer francesco da castel durante “per pittura di quella religione che andava sopra la porta nella venuta di nostro signore”.Ibidem, c. 94v. 1598 novembre 18si acquistano 10 braccia di canovaccio per la con-sacrazione dell’altare maggiore e 22 vasetti a castel durante, a un giulio l’uno, per porvi i “fioroni” fatti venire da firenze.Ibidem.

1599 gennaio 2si acquistano “brocche sellerine” per accomodare il crocefisso che si è posto sopra la porta dentro il vescovado.Ibidem, c. 129v.

1599 giugno 6il camerlengo registra la spesa di 50 baiocchi per una cavalcatura per il canonico e l’altra per il fat-tore per andare a Pesaro d’ordine del vescovo per preparare il vescovado nella venuta del cardinale rusticucci.Ibidem, c. 135r.

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una messa con una orazione da morto, il lunedì e martedì con un officio da morto l’anno per il legato di 100 scudi che hanno lasciato.5. alla Purificazione o natività della Madonna: per l’obbligo con i biccardi si diranno due messe la set-timana, il mercoledì e venerdì e il giorno della na-tività della Madonna si canterà la messa il primo anno, il secondo anno si canterà nel giorno di san Giacomo Maggiore, il terzo anno a sant’antonio e il quarto anno si ricominci dalla natività e succes-sivamente si seguiti con una messa cantata all’anno.6. a san Girolamo: per gli obblighi con gli arnol-fi di Montesecco si dicano 4 messe la settimana, la domenica, lunedì messa da morto, venerdì e sabato una messa cantata della Madonna ed anche 3 mes-se la settimana cioè il martedì, mercoledì e giovedì per i benefattori che lasciarono al capitolo un le-gato di fiorini 200 pagati ultimamente dagli eredi di Girolamo corbelli per liberarsi dall’obbligo che avevano sopra la loro possessione a sant’andrea, vil-la di fano.7. all’annunciata per gli arnolfi di fano due mes-se la settimana, il mercoledì con una orazione Fide-lium Deus omnium conditor ed il venerdì con una orazione Deus qui unigeniti filii tui e ogni anno si deve cantare la messa della Madonna il giorno otta-vo della natività.8. ogni anno il 15 novembre si celebri un officio da morto per l’anima dei signori Malatesti benefattori della nostra chiesa. Perpetuamente inoltre, ogni lu-nedì, si dirà una messa da morto per tutti gli obbli-ghi ai quali fosse obbligato il capitolo di soddisfare e che non fossero stati soddifatti.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1600 ottobre 16 il nobile luigi rinalducci, canonico della basilica di san Pietro di roma, nipote e curatore di Girola-mo rinalducci arcidiacono della cattedrale, espone che nella sua cattedrale vi è la cappella del santissi-mo crocefisso e di sant’antonio abate già eretta e fondata dalla sua famiglia ed eletta per loro sepol-tura. Per i molti legati quasi ogni giorno si celebra-no messe nell’altare della cappella. don Girolamo desiderando aumentare il culto divino crea un’altra cappellania per un chierico che celebri nell’altare quattro messe per i defunti da pagarsi con i redditi di un pezzo di terra, dei beni patrimoniali del fon-datore Girolamo, situato nella villa di carignano nel luogo detto “la fonte grande”.il 4 settembre 1601 luigi rinalducci a nome di suo zio Girolamo, alla presenza del vescovo Giulio ottinelli, dota la cappella con una possessione con case situata nel fondo della Villa di carignano nel luogo che volgarmente si dice “cella” del valore di fiorini 2542 e 17 bolognini.

asdf, “diversorum instrumentorum mentor”, 1604 - sec. XViii, cc. 18r-25v.

1601 agosto 14Maestro Vincenzo pittore riceve uno scudo per aver ornato le finestre dei reliquiari nel giorno dell’assunta.i reliquiari sono stati donati alla cattedrale da pa-dre Giuseppe figoli gesuita e realizzati a roma. il pittore, il 28 agosto successivo, riceve altri 12 bo-lognini in acconto di un nuovo ornamento ordi-nato dal vescovo.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1600-1604, n. ril. 73, cc. 40r-41r.

1601 agosto 27il vescovo Giulio ottinelli decreta che l’altare del crocefisso degli amiani sia strutturato ad instar di quello del santissimo crocefisso dei rinalducci, entro due mesi.asdf, ac, decreti, b. 1, 1644-1815, cit.

1603 gennaio 8Muore il vescovo ottinelli e l’arcidiacono Marcoli-ni viene eletto vicario capitolare.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, c. 8rv.

1603 marzo 12il capitolo delibera di scrivere al pontefice per la re-stituzione dei beni dagli eredi del vescovo ottinelli che aveva tenuto per molti anni appresso di sé una croce grande d’argento della sacrestia nella quale era una crocetta con il legno della santissima croce e due spine di nostro signore. alla morte del vescovo era stata restituita dagli eredi senza la vera crocetta del santo legno e “non potendosi riavere da detti suoi eredi queste sante reliquie, gli pare cosa hono-revole farlo sapere a nostro signore con un memo-riale e di riavere molte reliquie trasportate a fermo ora che alla morte della b.m. di monsignor si sono ritrovate appresso lui che da torino et da roma si crede che le portasse qua a fano”. i canonici lodano la proposta di mandare un memoriale al pontefice e di inviarlo a luigi rinalducci.Ibidem, c. 10r. anche l’erede del vescovo ottinelli – Geremia ottinelli - invia una richiesta al vesco-vo lapi per la restituzione di “alcune robbe anzi sequestrate” dell’eredità tra cui quadri di pittu-re di diversi santi, una sedia di velluto paonazza usata dal vescovo in chiesa, un quadro di sant’or-sola, uno studiolo di legno ed alcune botti venu-te da fermo. Viene sottolineato che i quadri sono amovibili ed è stata già pagata la decima e che “il quadro di s.orsola si dice essere amovibile e non essere dedicato alla cappella ma si bene quello di s.christina che ci è restato”. (asdf, spoglio dei vescovi, n. ril. 147, sec. XViii, c. 6rv)

la figura del vescovo ottinelli è così descritta dal Masetti nella sua “storia della chiesa di fano” ma-noscritta: “… la memoria del vescovo non può separarsi da un indelebile e dispiacente ricordo, quello di aver distrutto gli ultimi avanzi della go-tica facciata della nostra cattedrale col sostituirvi un rozzo e disadorno muro e con essi anche il bel portico fabbricatovi dal vescovo de tonsis meno di un secolo avanti e, ciò che è più incredibile, aver fatto tradurre a fermo ove edificava una cappella quei marmi con altri ruderi e pietre iscritte e mo-numentali della città esistenti nel vescovado e fuo-ri, colpevolmente difettosi della dovuta vigilanza il magistrato e il capitolo”. Questo fatto veniva deplorato anche dal contemporaneo adriano ne-gusanti con queste parole: “Hiis temporibus fanum fortunae patria mea spoliata est fere omnibus ro-manorum memoriis, nam reverendissimus dominus episcopus ottinellius, conquisitis undique marmo-ribus, columnis, peristyliis, stylobatibus, caeterisque similibus quae inveniri potuerunt, etiam nigri colo-ris cum eorum vetustissimis inscriptionibus et illis in navim impositis, firmum patriam suam transmi-sit maximo omnium moemore et precipue capitel-lum marmoreum summae vetustatis et magnitu-dinis mira arte laboratum ex reliquiis antiquissimi templi fortunae seu basilicae ab augusto impera-tore constructae et a Gothis dirutae de qua meminit Vitruvius in libro “de architectura” dicens qua-lem ego in colonia iulia fanestri posui edificavique opus sane praeclarum et omnibus, etiam Urbis ro-mae operibus raeponendum.” cfr. biblioteca co-munale federiciana, a. negusanti “sylva respon-sorum”. Quaest. 347 n. 26-1611.

1603 aprile 4in occasione della elezione del nuovo vescovo tom-maso lapi, il maestro Vincenzo pittore accomoda un arma del vescovo, inargenta e dà la vernice alle armi di legno poste sopra la porta del duomo, ese-gue l’arma del Pontefice e del vescovo e colora 62 fogli di carta reale per la porta del duomo.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, n. ril. 137, 1603-1608, cc. 7r, 103r.

1603 aprile 4si presentano in capitolo i maestri Mattia bellina-ro e Pietro anniballone che chiedono di conceder loro un luogo nella chiesa per poter fare una se-poltura per ciascuno. Posto a votazione la richesta viene approvata.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, c.11v.

1603 aprile 10il capitolo incarica Pietro bambini per l’acquisto a firenze dei taffetà per addobbare il coro.Ibidem, c. 13v.

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pittura nobile e di dotarla come all’atto del 30 otto-bre rogato da domenico amadei a.c. notaio.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, c.. la concessione ai nolfi viene ratificata con atto di antonio sperandio: asP-sasf, not., sperandio antonio, vol. G, cc. 141r e 156r.

1604 dicembre 31i maestri muratori renolfo e Giulio Zampetta ri-cevono 1 scudo e 24 bolognini per murare il fine-strone della cappella di sant’orso.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, n. ril. 74, 1605-1611, c. 13r.

1605 giugno 8il camerlengo paga 45 bolognini al pittore Vincen-zo ercolani per aver dipinto l’arma del pontefice per la cattedrale.Ibidem, c. 15r.

1605 agosto 11il camerlengo registra la spesa di 5 scudi, 4 bolo-gnini e 8 denari per il pittore mastro Vincenzo per aver dipinto 76 fogli di carta a un fiorino il foglio, altri 76 a un grosso il foglio ed infine altri 60 fogli a due bolognini il foglio, per ornare le colonne del-la cattedrale in occasione della festa dell’assunta.Ibidem, c. 16r.

1606 gennaio 13Viene riportato il testo della preghiera da recitar-si all’inizio di ogni adunanza capitolare e si stabi-lisce di riparare il tetto ed il solaio della casa della sagrestia “dove si canta” perché, dovendoci mettere il grano che si caverà dalle fosse, non “gli piova so-pra che si bagni”.Ibidem, c. 67rv.

1606 aprile 14il capitolo dispone di dare ai cantori “per la ricre-azione ad cenam agni providi” scudi due e mezzo.Ibidem, c. 69r.

1606 dicembre 18frate terenzio da Pesaro agostiniano viene eletto maestro di cappella.Ibidem, c. 75v.

1607 maggio 2Guido nolfi dota la cappella della famiglia nolfi.Ibidem, c. 82v.

1609 maggio 5il prevosto riferisce che Pietro bellocchi chiede al capitolo la cappella dei santi orso ed eusebio li-bera e senza peso, per ornarla ed officiarla secondo “come parerà a sua signoria et che il signor iddio lo inspirerà” lasciando al capitolo la sua sepoltura e la facoltà di adempiervi tutti gli obblighi. Viene

1603 aprile 30la nomina del vescovo lapi è festeggiata con una processione “per la città con render grazie a sua divina Maestà d’un tanto dono et gratia fat-taci con haver inspirato nostro signore a darci un tant’huomo da bene et in segno di tant’allegrezza, giubilo et contento che si dovessero per una sera far fuocho, con raggi, con sparar codette, sonar al-legrezza et simili segni di letizia”. Viene anche sta-bilito di far accomodare l’arma di nostro signore, del cardinal rusticucci e del nuovo Pastore eletto. Viene anche incaricato il bartolelli a chiedere al gonfaloniere e priori in vendita o in altro modo, polvere per questo avvenimento. anche la comu-nità partecipa ai festeggiamenti: ”si fecero le solite funzioni di incontrare monsignor lapi nostro ve-scovo col baldacchino e giovani con mazze, fuochi e raggi”. il vescovo prende possesso il 16 maggio successivo mediante un procuratore.Ibidem, cc. 14v, 15v, 16rv e 17r.

1603 luglio 14Visita pastorale del vescovo lapi. all’altare degli amiani del santissimo crocefisso ordina di prov-vedere due candelabri di bronzo, di levare le to-vaglie logore e apporne migliori e ordina di porre dietro il crocefisso un drappo o panno di colore a decenza del crocefisso.asdf, ac, decreti, 1644-1815.

1603 settembrenella vertenza con gli eredi del vescovo ottinelli il sindaco e il procuratore del capitolo presentano i capitoli su cui interrogare i testi e in particolare i capitoli sulle cose che mons. Vescovo aveva e pos-sedeva mentre visse e lasciò dopo la sua morte fra i suoi beni, tutto ciò che usava nella sua cappella e nella chiesa per le funzioni e cioè: una caldarella dell’acqua santa con l’aspersorio d’argento; vari e di-versi quadri di pitture di immagini e figure di diver-si santi; una crocetta d’argento con alcune reliquie che esso monsignore portava al collo quando cele-brava; un panno verde con i suoi cuscini verdi, pur di panno, con frange verdi che servivano in chiesa per detto monsignore; sedici di velluto che teneva in chiesa di cui si serviva per sedere alla predica e nelle funzioni in chiesa come ordinazioni, cresime, olii santi ed altre; un breviario grande da coro; un libro cerimoniale stampato d’ordine di n.s.; libri di canto fermo e di musica pertinenti alla chiesa; molte varie e diverse reliquie di vari e diversi santi; molte varie e diverse scritture che furono accordate al defunto vescovo dal capitolo e sacrestia. di tutto quanto, dopo la morte del vescovo, se ne sono oc-cupati francesco e Girolamo ottinelli suoi nipoti. asdf, tribunale ecclesiastico, civilia, 1600-1609/1.

1603 settembre 30Viene letta nel capitolo una lettera pervenuta da roma a monsignor vescovo su quanto Girolamo ottinelli gli ha riferito in merito alle reliquie che lo zio ha trasportato a fermo cioè dell’anello e croce con dentro il legno della santissima croce di n.s. e dei marmi levati dal vescovado. Viene ordinato che l’arcidiacono e il Primario andassero da monsignor vescovo per fare tutto quanto necessario su ciò.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, c. 34v.

1603 ottobre 5nella causa con gli eredi del vescovo ottinelli il ca-nonico Pier domenico achilli testimonia che il ve-scovo è stato sepolto nella cattedrale innanzi all’al-tare del santissimo sacramento; che ha lasciato alla sacrestia tutte le cose che aveva: di aver visto nella casa molti quadri e nella cappella uno di sant’or-sola, uno del sacramento et anche dei quadretti di Papi. che portava una crocetta al collo quando ce-lebrava ed un panno verde con i cuscini verdi che usava in chiesa per faldistorio; una sedia per stare alla predica e altre funzioni che se la faceva ripor-tare in casa o talvolta la lasciava in sagrestia. Pos-sedeva un breviario grande che usava a natale ed anche un cerimoniale che adoperò in chiesa uno o due volte. il teste non sa dei libri di musica e di canto fermo e dice di non aver visto altre reliquie all’infuori di quelle che sono in chiesa, che le cose sono restate a francesco e Girolamo ottinelli che presume possano averle portate via o vendute ed il ricavato utilizzato per loro uso. asdf, tribunale ecclesiastico, civilia, 1603-1604, alla data.

1604 marzo 19Mastro domenico scalpellino realizza il lavello fatto di nuovo per la sacrestia e, con la pietra mancante per i peducci, riceve 4 scudi e 24 bolognini asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1603-1608, c. 12r.

1604 aprile 10il capitolo concede a Guido nolfi la cappella grande della cattedrale, già del santissimo sacra-mento, riservandosi di potervi collocare i corpi dei santi orso ed eusebio.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, cc. 44r. e 48r.

1604 dicembre 15si riunisce il capitolo per ordine del prevosto fran-cesco Galletti, dopo aver avuta notizia della conces-sione della cappella Grande, situata a mano destra nell’entrare in chiesa, vicina alla sagrestia, da parte del vescovo tomasso lapi ai fratelli nolfi cesare e Guido nobili fanesi, che si obbligano di ornarla di

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discusso a lungo sulla concessione, che doveva es-sere subordinata al consenso del vescovo. su con-siglio anche di francesco lanci, avvocato del ca-pitolo che approva il buon desiderio del bellocchi, messa ai voti la proposta ottiene tutti voti favorevoli. Ibidem, c. 101v.

1609 dicembre 10Gli eredi Palazzi devono dare annualmente 28 scu-di al cappellano dell’altare di san Paolo, per cele-brare tre messe alla settimana e cioè il lunedì messa dei morti con l’orazione per un sacerdote, il sabato la messa della Madonna con la commemorazione di san Placido e compagno - titolo del beneficio - e la terza ad libitum, offrendo il “panificio” secondo la mente dei testatori.asdf, cV, Visite Pastorali, reg. 9, c. 341r. in que-sto stesso giorno, nella chiesa cattedrale, nel sacello sive beneficio semplice di francesco Palazzi iuxta sua notissima latera il cancelliere Michelangelo ser-torio immette in reale e corporale possesso dell’al-tare posto “ut dicitur a mano dritta nel entrare” don Pietro Marcolini i.u.d.asdf, cV, collationes, reg. 1, c. 174r. della cre-azione della cappellania di san Placido di casa Pa-lazzi, all’altare di san Paolo, se ne trova notizia anche nei verbali del capitolo alla data del 26 gen-naio 1610: asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, c. 106v.

1610 luglio 16il capitolo elegge a maestro di cappella il padre minore osservante ludovico da Viadana, Ibidem, c. 113r. il Viadana viene riconfermato per il 1612 nel capitolo del 28 dicembre 1611: asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, c. 11v.

1610 settembre 3il capitolo accoglie la richiesta della famiglia ri-nalducci per la fondazione della loro cappella al santissimo crocefisso. Gli eredi ripercorrono le vi-cende del legato iniziato nel 1570 per volontà di francesca del fu Pietro Paolo - che aveva qui eletto la sua sepoltura - ma fin oggi mai realizzato. i ri-nalducci fanno presente al capitolo il danno che riceverà la chiesa di fano rinunciando al denaro del legato, rivendicato ora dal commissario dei legati Pii. i canonici rileggono il testamento e di-chiarano di comprendere soltanto ora il vero senso e particolarmente che questo non è un legato sem-plice ma dote della cappella del santissimo croce-fisso e che i 100 scudi si devono investire per fondo dotale della cappella per supplire al peso annesso alle messe. il capitolo accetta il legato e procede alla nomina di due deputati per darne comunica-zione al commissario dei legati Pii.

asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, cc. 116v, 118r.

1610 settembre 13Viene redatto un “inventario de’ libri di musica che si trovano in essere della sacrestia della cathedrale”.Motetti di Gio: Palestrina a cinque voci, manca il tenore.Motetti del medesimo Palestrina a quattro e 5 e 6, il primo e 2° libro.Messe a quattro e cinque voci dello stesso Palestri-na, il 7° libro.Motetti di andrea rota a 5 e 6 e 7.8 voci, neces-sita di coperta.Motetti e salmi di asprilio Pacelli a 8 voci, il li-bro 1°.Messe di ippolito baccusi a cinque voci, il primo e 2° libro.Messe dell’asola congiunte e il primo libro delle messe del sabino con la cantica del Palestrina. si provveda la partitura della cantica che ha in mano il figliolo del Gasparolo.Messe di Paolo isnardo a cinque voci, manca un libro.Messe del Palestrina a quattro e 5 voci, il libro 4° dove vi sono i salmi de ruggero [Giovannelli].cinque messe con quattro voci del Morales [cri-stóbal de Morales].asdf, “diversorum instrumentorum mentor”, 1604 - sec. XViii, c. 228r. 1610 ottobre 1il vescovo tomasso lapi decreta per la cappella del santissimo crocefisso degli amiani posta vicino all’altare maggiore di ornarla e dotarla, altrimenti di concederla a chi vorrà ornarla e dotarla. inoltre di rimuovere il baldacchino che si trova nella cap-pella e di conservarlo nel suo magazzeno. asdf, ac, decreti, b. 1, 1644-1815, cit.

1611 marzo 3franceschino tomassini riferisce al capitolo che nei giorni passati il vescovo tomasso lapi aveva dona-to alla sacrestia 4 pezzi di “razzi figurati con figure grandi ed anche due cuscini di velluto a opera verdi col fondo giallo”. Gli arazzi restarono in sacrestia.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, c. 1v.

1611 giugnonel capitolo è presente il canonico Pompeo ritor-nato da roma che espone come Guido nolfi si è amareggiato perché a causa della sua cappella si sia sparlato dal capitolo contro di lui e che non sia stato soddisfatto a tempo debito il suo cappellano. il capitolo stabilisce di scrivere a Guido nolfi fa-cendo presente che se qualche “disgusto” è nato tra l’officiale della sacrestia e il suo cappellano, il ca-

pitolo non è colpevole e che per l’avvenire sarà a pieno servita e soddisfatta.Ibidem, c. 6r.

1611 luglio 9elena figlia di francesco Gisberti e vedova di te-odoro rinalducci si presenta al vescovo tomasso lapi e al podestà per manifestare la sua volontà di erigere con i propri beni dotali nella chiesa catte-drale una semplice perpetua cappellania all’altare chiamato di san Girolamo dove è l’immagine del santissimo crocefisso e di san Paterniano, davan-ti al quale di giorno e di notte arda sempre una lampada e si celebri la messa ogni giorno di mat-tina –che si chiami di san Paterniano - immedia-tamente dopo il mattutino, dando prima il segno con una delle campane maggiori ad arbitrio del ve-scovo. elena dota quindi la cappella coi i suoi beni dotali - scudi 36 - ed altri 6 per acquistare l’olio per la lampada e obbliga i suoi eredi a celebrare ogni anno, nell’anniversario della sua morte, una messa cantata. la stessa elena vuol essere sepolta nella cappella dove lo stesso don luigi suo figlio ha eletto per sè la sua sepoltura. stabilisce, inoltre, che l’elezione del cappellano spetti a suo figlio don luigi sua vita natural durante e dopo la di lui mor-te al vescovo di fano. affiché abbia esito, elena di-spone che si faccia memoria di questa sua volontà, in una lapide, da porsi in una parete della cappella. asP-sasf, not., Mancinelli Paolo, vol. P, cc. 59r-60r. l’iscrizione, come dalla volontà di elena,viene posta da suo figlio luigi nel 1617 proprio nella cappella di famiglia dei santi Girolamo e Paternia-no, ove attualmente si trova. il testo è riportato in G.l. Patrignani e f. battistelli, Il tempo e la pietra cit., pp. 138-139.

1612 gennaio 2Massimino Uffreducci, organista, riceve un com-penso per aver sostituito il maestro Viadana assen-te. il 5 maggio successivo lo stesso organista, in assenza del Viadana che si era recato al capitolo dei frati Zoccolanti, sua religione, viene nominato maestro di cappella.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611 cit., cc. 12v e 15v.

1612 settembre 18il governatore proibisce a maestro Vincenzo lapi-cida e soci lavoratori di maestro Mario de clerici di fissare “i mischi” nell’incrostature della cappella nolfi senza la presenza e intervento di nolfo nolfi procuratore di Guido nolfi, alla pena di 100 scudi.asP-sasf, archivio Giudiziario (d'ora in poi aG), frammenti di filze, b. 41.

1613 gennaio 4Maestro Michele scalpellino, del defunto iacobi

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ratti stuccatore da Macerata e Guido nolfi per gli stucchi della sua cappella nella cattedrale di fano conforme al disegno firmato dalle parti, da conse-gnarsi entro il giugno 1615, per 600 scudi, da pa-garsi in varie rate, l’ultima delle quali, di scudi 150 da pagarsi “dopo che serà finita tutta l'opera bene et perfettamente, conforme al dissegno et anco a contentamento del signor Girolamo rainaldi ar-chitetto deputato da detto signor Guido”.1° Gio:battista lavorerà almeno con tre maestri e un garzone continuamente per terminare il lavoro nel tempo stabilito. in caso contrario il commit-tente potrà affidare il lavoro ad altri maestri a dan-no del buratti. 2° il buratti taglierà il muro della cappella per i 4 nicchi dove vanno le figure, con martelline o scar-pello bene taglienti e tagliare anche dove si mu-reranno i mattoni per abbozzarvi gli aggetti del-le cornici ed altro per tutti murarli e serrarli bene dentro il muro vecchio con buona calce, gesso e arena sottile.3° ancora dovrà stuccare tutta l’opera con polvere di marmo bianco che dovrà essere sottoposta all’ar-chitetto per escludere la presenza di marmo venato di berrettino o che sia “abruciato”.4° il buratti metterà in opera i ferri necessari nuovi, della grossezza e quantità giudicata dall'architetto.5° le 4 figure che si porranno nei nicchi saran-no i santi Pietro, Paolo, Giovanni battista e ono-frio, alte almeno 8 palmi romani e realizzate dal maestro francischino selva stuccatore a spese del buratti e, in caso di impedimento di questo arti-sta, Guido nolfi potrà far venire da roma un altro stuccatore al pari di detto francischino, da am-brogino in poi per realizzarle a spese del buratti.6° il buratti dovrà dividere tutta l'opera tanto del-le facciate quanto della volta e tutto il resto secon-do il disegno e con l'intervento di detto architetto perché tutto sia proporzionato.7° il buratti non possa smantellare il cantiere se prima non sarà visionato e di gradimento dell'ar-chitetto.8° il buratti dovrà pulire tutti gli intagli dell’ope-ra, contornarli e farli spiccare perché mostrino il loro rilievo e che non possa porre in opera alcuna cosa se prima non sarà approvata dall’architetto, che potrà far guastare tutto quello che fosse realiz-zato di cattiva materia, tanto di calce, come di are-na, gesso ed altro per rifarlo nuovamenteo a tutte spese del buratti.9° in caso che l’opera non fosse realizzata bene e di soddisfazione del nolfi e conforme al disegno, si dovrà eleggere un perito che giudichi il tutto. in caso che l’opera fosse giudicata realizzata male e non conforme al disegno, il nolfi, con i 150 scudi dell'ultimo pagamento, farà rifare tutte quelle par-ti dell'opera fatte male e il perito riceverà 25 scudi

ciocchi di fiesole, ora abitante a firenze, che in altro tempo si era incaricato dell’ornato, ornando con lapidi l’altare di tutti i santi di Guido nolfi, redige un inventario dei molti e diversi strumenti che, nella sua partenza, ha lasciato a maestro Giu-liano di lucca abitante a fano.asP-sasf, not. andreani fulvio, vol. b, 1613-1623, c. 5r.

1613 giugno 5l’architetto Girolamo rainaldi chiede al capitolo di poter avere le pietre di Monte suriano per i la-vori del Porto.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1602-1611, cc. 25v, 27r, 42r, 48v e 58v.

1613 giugno 12compare davanti al giudice nolfo nolfi, procu-ratore di Guido nolfi e cita in giudizio maestro Mario de clerici scalpellino romano. essendo con-tumace, il nofi narra che nel marzo dell’anno pre-cedente a roma il maestro promise di eseguire “il pavimento, l’incrostatura e i depositi” nella cap-pella di Guido secondo il disegno e i capitoli per prezzo stabilito. da parte di Guido il contratto fu osservato e non altrettanto dallo scalpellino poi-ché nel lavoro, non ancora compiuto, si eviden-ziano molti difetti e specialmente che le “cornici o cimase tanto dell’incrostatura quanto dei depositi et frontespitii non entrano nel muro un quarto di palmo almeno, come in detti capitoli; che nel dado o base di detta incrostatura vi ha lasciato in più luoghi che le pietre non congiungono, anzi frau-dolentemente ha riempito il vano con calce e poi datoli il colore acciò che non di conoscesse. che le guide, dove sono le rose, gigli e stelle sono molte di quelle tassellate, con brutta mostra e quel che è peggio, ritaccati li tasselli col gesso, che in alcuni quadri nei listelli in cambio di pietra, vi ha messo stucchi, un buon dito larghi; che le fissure, fra qua-dro e guide, fra l’inscritione e telari, sono larghe mezzo dito e pure bisognava che si congiungesse-ro. Ha difettato ancora di mettere pietre di diversi colori alle prossime nel dado dell’incrostature po-tendole mettere da un capo ha messo in mezzo”, tanto che lo scalpellino maestro Mario ha mancato nell’esecuzione, come attestano più periti. il nolfi chiede che il lavoro venga eseguito secondo i patti e le convenzioni e che sia ridotto alla perfezione al-trimenti lui stesso provvederà a spese del detto ma-estro Mario e del suo fideiussore.asP-sasf, aG, frammenti di filze, b. 41. il 15 successivo il maestro viene nuovamente citato.

1613 ottobre 30si presentano davanti al vescovo tomasso lapi i se-guenti nobili fanesi:camillo flavi, Pietro amiani, il conte anniba-

le di Montevecchio, il capitano ottavio speran-za, Vincenzo Martinozzi, il conte francesco Maria di Monte Vecchio, Pietro Paolo benedetto, il con-te francesco di Monte Vecchio, francesco Palaz-zi, flaminio scacchi, antonio arnolfi, castruccio castracani, il cav. Paolo Marcolini commendato-re di santo stefano, Paolo agostini, tanto a pro-prio nome quanto a nome di molti altri cittadini ed anche di donne ed espongono che, accesi dalla devozione e ispirati dalla divina bontà e in parti-colare modo in onore dei santi ambrosio e carlo borromeo, per fare una qualche opera di pietà e di devozione intendono istituire una confraterni-ta sub invocazione dei detti santi nella cattedra-le e nell’altare eretto in onore di san carlo nuper da sua beatitudine canonizzato, affinché secon-do lo stile e l’ordine consueto possano pretende-re e ottenere l’aggregazione all’arciconfraternita di sant’ambrosio e carlo di roma per godere della grazie e indugenze della società. il vescovo tomas-so lapi, vista la pietà e devozione dei confratelli, erige nell’altare di san carlo la confraternita sub invocazione dei santi ambrogio e carlo asdf, cV, collationes, 1611-1619, cc. 49 r.v.

1613 luglio 6 da roma il collegio dei cardinali per la fabbrica di san Pie-tro emana un decreto al Governatore e agli uffi-ci giudiziari della città di fano con cui si ordina di riscuotere dagli eredi rinalducci la somma del legato di francesca rinalducci per la cappella del crocefisso della cattedrale di fano ad istanza del vescovo e del capitolo della cattedrale.asdf, cV, Pergamene, n. 206.

1613Mastro bastiano pittore riceve 30 bolognini per aver dipinto tre santi nel paramento di corame d’o-ro all’altare dei nolfi.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1612-1623, n. ril. 75, c. 51v.

1614 gennaio 23lelio tessaro, procuratore e a nome di Mario de clericis di roma compare davanti al vescovo ed esibisce il decreto dell’Auditor Camerae datato “roma, ultimo maggio 1613” e chiede di ricever-lo ed eseguire quanto in esso contenuto. il vescovo deputa Girolamo rainaldi romano, architetto per la costruzione del Porto, a vedere e diligentemente considerare se l’opera della cappella di Guido nolfi costruita da maestro Mario de clericis sia perfetta o no e riferisca.asdf, tribunale ecclesiastico, atti civili, 1613-1614, alla data.

1614 novembre 10Viene stipulato il contratto tra Giovan battista bu-

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documento del 14 ottobre 1615 (asP-sasf, not., dudoni bernardino, vol. s, 1615, cc. 467r-469v.),contratto rinalducci - Giovan battista buratti

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3°. Mastro Giovan battista dovrà realizzare tutti i lavori di stucco con tutta la diligenza possibile ben stampati e rassettati, lisci e candidi e connettere i ferramenti occorrenti in maniera che non possano per alcun tempo, cadere.4°. Mastro Giovan battista è obbligato a stuccare dentro il lanternino, di stucco liscio per potersi di-pingere o toccar d’oro […] cimasetta o lato attor-no ai detti stampetti piccoli.5°. Mastro Giovan battista promette consegnare l’opera finita di tutto punto entro maggio 1616 purché non manchi il materiale che monsignor luigi dovrà provvedere.6°. il pagamento avverrà in questo modo: un terzo anticipato, dando però sicurtà idonea qui in fano, un altro terzo a metà dell’opera e l’altro terzo fini-ta e stabilita che sarà tutta l’opera, che sarà esami-nata, che tutto sia conforme ai patti, entro quin-dici giorni.7°. nel caso in cui Giovan battista ritardasse nell’e-seguire l’opera, o per malattia o per altra causa, do-vrà mettere altri uomini, simili a lui, consenziente l’architetto e, mancando di adempire, monsignor luigi potrà mettere altri operai approvati dall’ar-chitetto a tutte spese e interesse di Giovan battista.8°. Ugualmente, se, trascorso il mese di maggio, Giovan battista non avrà finito l’opera, monsignor luigi potrà farla terminare da altre persone a spese di Giovan battista. Giovan battista riceve da Muzio 83 scudi e 20 ba-iocchi quale pagamento anticipato ed il resto pro-mette pagare secondo gli obblighi e per maggior cautela di luigi, messer Giovan battista mostra per suo fideiussore l’illustrissimo ludovico Marcolini nobile fanese presente. asP-sasf, not., dudoni bernardino, vol. s, 1615, cc. 467r-469v.

1616 dicembre 29il padre priore del carmine viene assunto come contralto della cappella Musicale.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, c. 68v.

1617 maggio 18il capitolo concede ai padri di santa Maria di Ma-rano l’icona di san bartolomeo.Ibidem, c. 71v.

1618 aprile 26il canonico tronconi camerlengo riferisce che “nel cavare una fossa per un necessario nella casa del ca-pitolo furono trovati alcuni pezzi di argento e che in quel luogo che si era portato alla marina se n’era trovato dell’altro da diversi che ci avevano cercato”. Viene deciso di proseguire a scavare e che si veda con diligenza se vi è altro e che si conduca maestro Matteo e il figliolo pagando loro le giornate. se si

dalla parte che avrà avuto torto.10° il buratti è obbligato a dare idonea sicurtà e il nolfi, dalla sua parte, promette di osservare i capi-toli. terminata l’opera degli stucchi il buratti la-scerà i ponti e le armature necessarie per l'indora-tore degli stucchi, accordandosi fra loro. asP-sasf, not., dudoni bernardino, vol. Q, cc. 343r-346r.

1614 novembre 10nella cappella di tutti i santi, Guido nolfi che “per maggior habillimento e billezza” della sua cappella aveva determinato di adornarla di stucchi e statue sopra l'incrostatura e pietre ora poste nella cappel-la da ambe le parti, cioè verso la sacrestia e verso la cappella dei negusanti, chiede a mastro Matteo sas-si da fano, capo mastro muratore e perito nell'arte, il suo parere se i lavori di stucco e gli adornamenti da farsi nella cappella come nel disegno che gli viene mostrato e che resterà in mano del buratti, possano portare danno ai lavori. Maestro Matteo, verificato il disegno e anche le murature “disse et giudicò che per il detto adornamento di stucco et statue da farsi in detta capella sopra le dette pietre et incrostatura da farsi conforme al detto dissegno, le dette pietre et incrostature non [saranno] mai per patire danno nè nocumento alcuno”.Ibidem, inserto allegato tra le dette carte. Una uguale richiesta il nolfi presenta a mastro dome-nico scalpellino, capo mastro e perito nell’arte, che veduto il disegno dichiara “che le dette pietre et in-crostatura per causa della detta stuccatura et ador-namento da farsi in detta capella conforme al det-to dissegno, non saranno mai per patire danno nè detrimento alcuno”.

1614 ottobre 17desiderando Guido nolfi portare a termine la sua cappella decorata con molti ornamenti e conside-rando la necessita di avere una piccola sacrestia per conservare i paramenti sacri, le reliquie dei santi e le suppellettili della cappella che con i suoi reddi-ti romani vuole consegnare e come volgarmente si dice “arichirla”, chiede ai canonici della cattedrale di concedergli quella stanzetta posta a mano sinistra entrando dalla porta per la quale si va alla sacrestia e di realizzarla con i propri denari lasciando lo spazio comunicante per il quale si accede alla sacrestia e alle stanze e abitazione dei sacrestani e ugualmente a sue spese farne la porta. il capitolo “per inanimare più il detto signor Guido ad ornare ed abellire detta sua capella approva la richiesta purché vi sia il consen-so di monsignor vescovo, nel rispetto delle costitu-zioni, che il capitolo non spenda nulla e che si lasci tanto spazio che si possa comodamente andare alla sacrestia di sopra et alle stanze dei sacrestani e che la famiglia nolfi abbia l‘uso perpetuo di detto luo-

go per servizio di detta sacrestia e non mai per altro uso. il vescovo lapi, visto il decreto del capitolo, acconsente alla concessione.asdf, cc, instrumenti, reg. 1573-1789, c. 56v.

1614 dicembre 20il vescovo lapi dona alla sacrestia 400 scudi e al-cuni libri di musica per migliorare la cappella mu-sicale.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, c. 44v.

1615 giugno 3Guido nolfi da roma non replica ad alcune diffi-coltà nate per una scrittura data a suo nome al pre-vosto della cattedrale, perché fosse letta in capi-tolo, riservandosi di farlo in seguito “dovendosi in breve coll’aiuto del signor dio dar principio a una nova volta della nostra cappella, che per tal rispet-to non vi si potrà ufficiare”.asdf, cc, testamenti e legati, n. ril. 569, doc. 24, c. 72r.

1615 giugno 17 nel capitolo viene letta la richiesta di luigi ri-nalducci per poter cavare certi pezzi di pietra nel-la cava della sacrestia a Monte suriano per utilità della sua cappella che vuole ornare qui in duomo. i canonici acconsentono e quanto al pagamento “si rimette che sua signoria faccia come li piace”. Ibidem, c. 51r.

1615 ottobre 14Mutio rinalducci a nome di luigi rinalducci ca-nonico di san Pietro di roma si accorda con ma-stro Giovan battista buratti stuccatore da Mace-rata sui lavori da eseguirsi nella cappella di luigi nella cattedrale di fano. “et prima promette detto mastro Giovan battista stuccare tutta la volta tutt’arco o sott’arco grande con la faccia di fuori et le facciate di dentro a tor-no a detta capella, alla cornice dell’imposta, inten-dendosi anco detta cornice conforme al dissegno che gli sarà dato dal signor rainaldi architetto del Porto” sottoscritto dalle parti, per 250 scudi, solo per la fattura perché il materiale dovrà darlo mon-signor luigi.2°. si stabilisce che se il disegno che deve dare il rainaldi sarà di manifattura di quello già dato da esso mastro Giovan battista, si dovrà calare dai 250 scudi quello che dichiararà l’architetto ma se nella volta e nel fregio della cappella occorresse maggior spesa di quella prevista nei disegni dati da mastro Giovan battista, si dovrà pagare di più secondo quanto ritenuto dall’architetto suddetto ad eccezione dell’arco di fuori, di sotto, che dovrà essere conforme al disegno fornito dall’architetto, senza pretendere aumenti.

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trovasse qualche cosa di buono verrà pagata la vi-gesima, cioè uno d’ogni venti e perché è necessaria l’assistenza viene determinato che sempre vi siano due canonici nominati con l’incarico “di far chia-mare e intimare quello che di mano in mano toc-cherà l’assistenza” e così fu a viva voce confermato.asdf, deliberazioni capitolari, 1611-1630, cc. 79v - 80r.

1618 dicembre 7Viene eretta la confraternita dell’angelo custode nella cappella dell’annunziata degli arnolfi.si presentano davanti al vescovo tommaso lapi gli infrascritti giovani di fano e cioè tomasso, Michelangelo e francesco de lapis nipoti del ve-scovo, Vincenzo arnolfi, camillo agostini, fran-cesco Maria angeli, alessandro antonii avvedu-ti, Vincenzo e luca salvolini, Giovan francesco rossi, Giovan battista sertorio, bernardino dio-nisi, Giovan battista rosa, carlo torelli, Paternia-no torrini, leonardo battista, Giacomo castel-letti “pueri” e minori di 16 anni che intendono istituire una società o confraternita sub invocazio-ne dell’angelo custode nella chiesa fanese, all’alta-re della santissima annunziata degli arnolfi, senza pregiudizio del giuspatronato dell’altare e secondo lo stile della società di roma per poter chiedere e ottenere l’aggregazione all’arciconfraternita. il ve-scovo approva.(asdf, cV, collationes, 1611-1619, cc. 191rv.

1619 maggio 27il capitolo stabilisce di cantare ogni sabato, in per-petuo, le litanie per gratitudine a Guido nolfi che ha costruito una così bella cappella nella cattedrale.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, c. 92r.

1619 luglio 9luigi rinalducci canonico della basilica di san Pietro di roma che per devozione e decoro del-la cattedrale fanese con suoi propri denari a lode e gloria dell’onnipotente dio rinnova ed orna la cappella di san Girolamo e san Paterniano, nella quale già sua madre elena aveva eretto una cappel-la, fonda una seconda cappellania nell’altare con dote e con specifici capitoli tra cui che “il cappella-no dovrà tener cura della cappella e altare in tutto quello che occorre, tovaglie, paramenti, candelieri etc. con tenerle monde e nette ma ancora tenere pulita tutta la cappella da ogni immondizia e oc-correndo qualche manifattura più bassa, per servi-zio dei marmi, stucchi e pitture, muri e finestre, si dovrà provvedere con l’opera di quegli artefici che saranno a proposito per quel bisogno che ne do-vranno essere pagati della mercede competente. il cappellano curerà di verificare due volte al giorno

che sia tenuta accesa giorno e notte la lampada”. asdf, cV, Visite Pastorali reg. 9, cc. 179r.-188r.

1619 dicembre 19il prevosto riferisce al capitolo il desiderio del ve-scovo che vorrebbe che i quattro mansionari por-tassero un segno distintivo dagli altri ecclesiastici e chierici, come in uso in altre cattedrali “atteso che questo sia d’honorevolezza a questa chiesa”. si di-scute a lungo e si considera che, se ciò avvenisse, i mansionari precederanno tutti gli altri del clero, prendendo posto subito dopo il capitolo.asdf, cc, deliberazioni capitolari reg. 1611-1630, c. 102r.

1621 ottobre 9luigi rinalducci nobile principe della basilica di san Pietro di roma roga il suo testamento e di-spone, se la morte avverrà a fano, di essere sepolto nella sua cappella dei santi Girolamo e Paterniano della cattedrale. tra gli obblighi per gli eredi quello di mantenere la cappellania con “persone che ser-vano con quella diligenza che conviene e tenghino netta e pulita la cappella” per quello che potranno fare essi, fornendo le suppellettili per l’altare “con-servate in casa in un forziere separato monde e pu-lite per decoro del culto divino e per esempio del popolo”, procurando anche che tutta la cappella nella sua struttura sia mantenuta bene in quello che sarà necessario et in specie che si conservi bene il tetto et il corso delle acque piovane acciò non facciano pregiudizio alla volta et altri ornamen-ti”. Per quanto riguarda l’olio per la lampada che deve stare sempre accesa giorno e notte, rimanda ad un accordo con il capitolo di fano. Per un de-bito che il testatore ha con Giovanni cornaro ere-de di mons.luigi cornaro di lui fratello vescovo di Padova, obbliga di vendere tutti i suoi panni, ma fa divieto di vendere quadri di pitture che dovranno essere trasferiti a fano.asP-sasf, not. Mancinelli Paolo, vol. dd, cc. 215r-219v.

1622 giugno 3“Monsignor reverendissimo Vescovo Thoma la-pio havendo prima riceuto da me don ludovi-co bartolini curato del domo tutti li sacramen-ti della chiesa, fu poi adi 5 suddetto sepolto nel domo con grande frequentia di tutta la città, morì di venerdi sul tramontare del sole e la domenica seguente fu sepolto nella capella del santissimo sa-cramento e da un padre capuccino li fu fatto il sermone”.asdf, aP, cattedrale, Morti 1571-1624, c. 261r. il vescovo viene sepolto nella cappella del santis-simo sacramento, nel pavimento, con le insegne gentilizie ornate dalle parole “dispersit, dedit pau-peribus, iustitia eius manet in saeculum saeculi”.

nella parete della cappella a sinistra è affisso un elogio marmoreo. cfr. f. Ughelli, Italia Sacra etc. cit., p. 719 e G.l. Patrignani e f. battistelli, Il tem-po e la pietra cit, p. 135.

1622 luglio 3il camerlengo registra il pagamento di 50 baiocchi al pittore Vincenzo testa per la pittura di due arme, del Governatore e della comunità. altro pagamen-to di 75 baiocchi a mastro francesco da Monteca-rotto intagliatore per “haver intagliato un drago, fat-te le sbarre ad un arme per il card. boncompagno”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1621-1625, c. 282r.

1622 luglio 18il cardinale buoncompagni viene eletto nuovo ve-scovo.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1611-1630, cc. 128v, 130v, 131rv.

1622 agosto 6Mastro bastiano pittore dipinge un’arma in tela del vescovo card. buoncompagni e riceve uno scudo.don tomasso sagrestano paga 1 scudo e 20 baioc-chi a taddeo pittore, figliolo di maestro rocco, per aver indorato con suo oro e colorito un’arma di le-gno fatta per il vescovo.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1621-1625, c. 202r.

1625 maggio 31-giugno 1la visita pastorale del vescovo cardinale francesco buoncompagni.la porta che immette alla torre deve essere dotata di serratura e chiave, deve stare chiusa, e questo a carico del sacrista che deve tenere con sé la chiave.cappella dei santi ambrogio e carlo: Girolamo torelli chiede al vescovo che tale spazio venga eret-to a cappella per adempire la volontà del fu Gio-vanni boglioni. il vescovo ordina di chiamare i pri-ori e ministri della confraternita di san carlo per sentire se hanno nulla in contrario.cimitero della cattedrale: occorre porre la croce in cima al cimitero, al di fuori della porta maggiore della cattedrale, togliere la terra che si trova tutt’in-torno ai gradini di pietra che delimitano il cimite-ro, affinché né i carrettieri, né i carri osino entrar-vi e per questo si pongano anche delle colonne di marmo che si trovano nel cortile e nell’orto dell’e-piscopio. si tolga poi tutto ciò che impedisce lo scorrimento delle acque piovane nel solito luogo del cimitero, per evitare che sia danneggiato lo spa-zio in cui si trovano i mantici dell’organo. Per to-gliere le immondizie e la terra nel cimitero e nella casa canonica viene incaricato il canonico france-sco amiani. occorre fare una porta di legno dove abita il sacrista e che rimanga sempre chiusa. ri-

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ti si raccolgono elemosine per la celebrazione delle messe da dirsi per devozione dei fedeli in suffragio dei defunti. inoltre il rettore della cappella, don Matteo, è tenuto a celebrare, oltre ai suoi obblighi, un’altra messa alla settimana per la salute dei vivi secondo l’intenzione del fondatore della cappella, come dall’instrumento di fondazione.altare di san Paolo della famiglia Palazzi. si prov-veda di pietra sacra, di palii di colore verde e vio-laceo, dei candelieri, del basamento della croce, il tutto indorato oltre ad imbiancare le pareti della cappella. Gli obblighi dell’altare sono: messa quo-tidiana celebrata dal cappellano amovibile ad nu-tum della famiglia Palazzi. altre due messe alla set-timana per legato di francesca Palazzi e altre due messe alla settimana per obbligo imposto dalla fa-miglia biccardi. in questo altare è fondata la cap-pella sotto il titolo di san Placido, di giuspatrona-to degli eredi della defunta francesca Palazzi, della quale cappella è rettore don leonardo leonelli che deve celebrare annualmente un officio solenne con più messe di cui una cantata nella festa di san Pla-cido e dopo la morte di don leonardi, il futuro rettore avrà altri obblighi come dall’atto di fonda-zione e dote della cappella. altare di san cristoforo di giuspatronato della fa-miglia negusanti. nell’altare ci piove e quindi vie-ne subito proibito di celebrarvi fino a che non siano stati eseguiti i necessari restauri e rimesso tutto in ordine. l’onere delle messe sarà soddisfatto nell’alta-re del santissimo sacramento. Gli obblighi dell’al-tare sono: il rettore deve celebrare o far celebrare 15 messe al mese oltre ad altre 15 che il capitolo deve celebrare in un qualsiasi mese. Questo per gli ob-blighi di Girolamo e antonio duranti e antonio e Vincenzo negusanti. Vi è inoltre l’obbligo di cele-brare 2 messe alla settimana per l’anima di antonio negusanti dai cappellani della cattedrale per i quali ha lasciato i frutti di un censo di scudi 100.cappella e altare sotto il titolo di tutti i santi della famiglia di Guido nolfi. la cappella è ben tenuta, decentemente ornata e strutturata e fornita di tut-to il necessario. il cappellano amovibile don lu-dovico bartolini è tenuto a celebrare giornalmente nella cappella, oltre a tenere accessa di continuo una lampada.altare dei santi orso ed eusebio. la cappella è sta-ta restaurata da Pietro bellocchi e sotto detto alta-re riposano i corpi dei santi. il vescovo ordina di restaurarli e di fissare l’altare portatile e pareggiar-lo e ricoprirlo di tela cerata entro un mese. Gli ob-blighi sono: il cappellano amovibile deve celebrare ogni giorno ed il capitolo è tenuto a celebrare 4 messe alla settimana. Viene ammonito il sacrista don agostino Zampetta perché tenga più puliti gli altari e le altre cose e nel futuro sia più diligente.il vescovo cardinale buoncompagni il 3 giugno ri-

parare la predella e i gradini dell’altare maggiore come pure i gradini della sede episcopale.altare Maggiore: fermare la tela cerata, quella a con-tatto con la lastra di marmo; la seconda tovaglia deve ricoprire tutto il piano dell’altare. nella parte posteriore dell’altare e nella parte esterna, si orni con qualche pittura rappresentate san fortunato il cui corpo riposa in questo altare. la sacrestia provveda tutto il necessario per l’altare maggiore.oneri di messe di questo altare a carico della sacre-stia: una messa ogni giorno in onore di san for-tunato; una messa cantata al giorno all’aurora in onore della beata Vergine Maria con recita delle litanie; cantare la messa conventuale, oppure dirla in privato se viene cantata in qualche altro altare.titolo e Patroni della cattedrale: la cattedrale ha il titolo di assunzione della beata Vergine Maria. Pa-troni i santi fortunato - orso ed eusebio.coro: le immagini che vi sono siano più decenti.altare del santissimo sagramento: si osservino le disposizioni già date per il tabernacolo, l’altare portatile sia coperto di tela cerata, provvisto di to-vaglie e di croce da parte della confraternita omo-nima, alla quale si dice sia appartenuta la manu-tenzione dell’altare e che ora, negli anni scorsi, è stato collocato nella presente cappella, ampliata, restaurata e ornata dal vescovo lapis a proprie spe-se e come luogo di sua sepoltura.Poiché per portare a termine la cupola di questa cappella, si dice che da parte del vescovo siano stati applicati 100 scudi dati per questo scopo al defunto lodovico stamegna, vice priore della confraternita, ordina di chiamare gli officiali della stessa, perché si presenti davanti al vescovo per trattare la cosa.in questo altare per antico obbligo si devono ce-lebrare 3 messe alla settimana come da una antica tabella che si conserva in sacrestia, che però veni-vano dette all’altare del santissimo crocefisso. Vi si devono celebrate altre 2 messe settimanali per un lascito di 100 scudi della fu Margherita bertozzi.altare della annunciazione della beata Maria Ver-gine della famiglia amiani: ricoprire l’altare porta-tile di tela cerata, di tovaglie, della tabella del Van-gelo di san Giovanni, del pallio dell’altare secondo il tempo e la varietà dei colori liturgici, secondo lo stile della chiesa. in questo altare il capitolo dei canonici è obbligato a far celebrare 15 messe al mese per la cappella detta della Prospera. altre 15 messe al mese per la cappella della concezione di cui ora è cappellano il prevosto don Giovanni bat-tista Marcolini. Ugualmente il capitolo deve far celebrare 2 messe alla settimana per un obbligo del signor arnolfi che ogni anno consegna al capitolo 5 fiorini e 2 libbre di cera bianca lavorata. inoltre in questo altare vi è l’obbligo di cantare la messa nell’ottava della annunciazione della beata Vergi-ne. Poiché nel passato si accendevano le lampade,

il vescovo ordina di provvedere dell’olio come era solito. si ordina, inoltre che i padroni tolgano l’u-midità dalla cappella nella sua parte superiore.altare di san Girolamo della famiglia rinalduc-ci. ben ornato. Per obbligo la famiglia è tenuta a tenere accesa sempre la lampada. il vescovo trova che vi sono questi obblighi: il capitolo deve cele-brare una messa quotidiana; le messe quotidiane come da legato di elena rinalducci da celebrarsi da un sacerdote designato dal cardinal vescovo e suoi successori; una messa ogni giorno festivo da parte di un sacerdote designato dal cardinal vesco-vo come da obbligo di luigi rinalducci e il capi-tolo, il quale sacerdote designato dovrà nei giorni festivi partecipare in coro per i divini officii. inol-tre, si dovranno cantare 2 messe, una il lunedì per i morti, l’altra il sabato in onore della Madonna, purché non siano giorni festivi di precetto.cappella dei santi ambrogio e carlo: è stata re-staurata, come si dice, dai confrati della società di san carlo, ai quali viene ordinato di dipingere, en-tro due mesi, di intonacare e imbiancare le pareti, provvederla di tovaglie e altro necessario. in que-sto altare vi è l’obbligo di don Giulio seti, pieva-no di Montegiano, di celebrare tutte le settimane una messa per il legato del canonico fabio cigni. esiste anche l’obbligo per l’organista di una messa all’anno nella festa di san carlo oltre ad altro ob-bligo per un suddiacono o diacono che è tenuto a cantare l’epistola e i vangeli tutti i giorni festi-vi in cattedrale e per tale scopo riceve l’elemosi-na di far celebrare una messa, il giorno della festa di sant’ambrogio, per una donazione fatta e della erezione di due cappelle, in questo altare, dal ve-scovo tomasso lapi. Vi è anche l’obbligo fatto da Giuseppe Uffreducci di far celebrare 3 messe tut-te le settimane ed anche, come si dice, vi è anche un altro obbligo di un componente della famiglia brizzi di celebrare un officio ogni anno nella festa di san bartolomeo.altare del santissimo crocefisso di iuspatronato della famiglia rinalducci: richiedere come la fami-glia l’abbia ottenuto. si fissi l’altare portatile. sia provvisto di palii di tutti i colori liturgici, intanto si facciano sequestare tutti i frutti della cappella e il rettore celebri una messa privata tutte le settima-na e un officio per la famiglia rinalducci tutti gli anni nella festa di sant’antonio abate. Vi è ancora l’obbligo di celebrare 4 messe settimanali per i fi-gli della defunta Giulia rinalducci per il legato di donna Vittoria rinalducci e tale obbligo ora spetta a don cristoforo leonardi, figlio di detta Giulia. altro obbligo per legato della defunta Giustina Pe-trucci, ora a carico di don ascanio Gabuccini, di far celebrare in questo altare 4 messe tutte le setti-mane. Questo altare è privilegiato per i defunti e in occasione della commemorazione di tutti i defun-

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regesto dei documenti

prende la visita recandosi in sacrestia dove incontra tutti i canonici e tutto il capitolo. non esistendo un inventario di tutti i beni della sacrestia il vesco-vo ordina di realizzarlo entro un mese e che sia cu-stodito dal camerario della sagrestia.al sagrista deve essere consegnato tutto ciò che ser-ve per l’uso quotidiano con prima farne l’inventa-rio da custodirsi dal camerario della sagrestia che, al termine del suo mandato, dovrà consegnarlo al suo successore. il vescovo ordina di indorare due calici e di non usare più due piviali bianchi laceri e molto consunti oltre a riparare tutti gli altri para-menti laceri. ordina anche che tutti i padroni delle cappelle forniscano la cera che si consuma durante la celebrazione delle messe nei loro altari.Per quanto riguarda i funerali rinnova il decreto emanato nel tempo del vescovo lapi.avendo constatato che molti laici frequentano la sa-grestia impedendone spesso il culto divino, fa divie-to, alla pena del carcere e di altre pene ad arbitrio, di accedervi. ordina al sacrista di portare tutte le mat-tine il vino che serve per celebrare le messe che do-vrà essere custodito sotto chiave; di chiudere, appe-na suonata l’ave Maria a mezzogiorno, la porta della chiesa per poi riaprirla ai vespri per poi richiuderla, alla ventiduesima ora, per evitare che venga rubata la sacra mobilia che si trova sugli altari, come pur-troppo è già avvenuto. e per questo stesso motivo, ordina al sacrista di tenere chiuso il cancello della sa-grestia mentre si canta la messa dell’aurora ed anche di tenere più pulito il mobilio della sagrestia.il 10 giugno il vescovo continua la visita con i con-visitatori. si reca nuovamente in sagrestia dove è riu-nito tutto il capitolo. trovando molto confuso l’or-dine di celebrare le messe, ordina di fare una nuova tabella per vedere meglio gli obblighi e le mancan-ze, che avrebbero dovute essere segnalate dal prevo-sto e sacrista, alla fine di ogni mese in un libro da mostrarsi al vescovo o al suo vicario. risulta che dal 1621 fino ad oggi non furono rivisti da nessuno i li-bri. ordina di fare tutti gli instrumenti e le scrittu-re con i coloni e che tali contratti abbiano la durata non superiore a 3 anni. il vescovo proibisce ai came-rari del capitolo e ai sagristi di fare qualsiasi spesa senza licenza del capitolo per poi essere annotata dal segretario nel diario del capitolo.ordina che i camerari del capitolo e della sagre-stia, all’inizio del loro incarico, giurino davanti al vicario di esercitare bene e fedelmente il loro uf-ficio e di renderne conto nei tempi stabiliti dalle costituzioni capitolari. infine vengono stabilite le modalità per celebrare le messe nella cattedrale. il vescovo riprende la visita sospesa per altre oc-cupazioni il 2 settembre 1625 e, prima di tutto, ordina, di osservare in futuro il nuovo calenda-rio secondo il rituale della chiesa fanese, che verrà stampato quanto prima e che dovrà essere ben vi-

sibile nel coro. in questo nuovo calendario si dovrà aggiungere l’indice delle feste da osservarsi in città e diocesi, con dichiarare quelle che sono di precet-to, di devozione e quelle che obbligano sotto pec-cato e quelle che non obbligano. ordina di osser-vare tutti le stesse rubriche del messale e breviario, prima di andare in coro, per evitare errori. ai sa-gristi ordina che, senza aspettare alcun comando, suonino le campane secondo l’ordine e la partizio-ne dei tempi e delle ore da annotarsi su di una car-ta da esporsi in sagrestia.il vescovo poi ordina di “puntare” cioè di annota-re tutti coloro che mentre dovrebbero salmodiare, leggono invece lettere, parlano fra loro o si appli-cano ad altro, descrivendoli come coloro che non hanno partecipato alla recita dei salmi. Ugualmen-te ordina, per il retto comportamento del coro, che vi siano due prefetti del coro, uno canonico e l’altro mansionario e vengono eletti don Gaspa-re tronconi e il mansionario don francesco tran-sportino. il vescovo dispone di ritrovare, entro 8 giorni, l’obbligo di cantare nella cattedrale la mes-sa dell’aurora e di riporre in sagrestia una cassetta per conservare le elemosine per le messe da dirsi per devozione dei fedeli, secondo un uso ora cadu-to in disuso a danno dei cappellani della cattedra-le che fanno presente tale perdita. si dovrà anche fare un libro in cui segnare le messe da celebrare e se qualcuno accetta le elemosine e per frode non le mette nella cassetta e non annota le messe nel regi-stro predetto, ipso facto sarà scomunicato. ordina che il capitolo provveda un cappellano settimana-le per cantare le messe conventuali e per celebrare gli altri offici. seguono molte altre disposizioni tra cui quella di fare un inventario di tutte le scritture esistenti nella cassa del capitolo, di farne le chiavi entro due mesi, con divieto di portar via le scrittu-re “per nessun motivo”.asdf, cV, Visite Pastorali, alla data.

1626 marzo 25 il card. sacchetti prende possesso del vescovado tramite monsignor cesare bracci di Montepulcia-no, vicario del card. buoncompagni.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1611-1630, c. 160r.

1626 ottobre 27a roma si stanno lavorando due candelieri e una croce d’argento per la cattedrale.Ibidem, cc. 155r. e 170r.

1627il camerlengo paga mastro bastiano pittore per aver inargentato alcune teste di chiodi che sosten-gono le figure che sono nella croce d’argento.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1624-1635, c. 65v.

1631Visita pastorale del cardinale sacchetti.la struttura del tempio interna ed esterna non necessita di restauri, tuttavia si chiamino i periti per verificare e specialmente la torre in cui sono le campane delle quali una al presente è rotta. nella torre vi è anche una campana piccola, ugualmente rotta ordina di ripararla o il suo metallo utilizzar-lo per fondere la maggiore. la parete intorno alla porta della torre campanaria ha bisogno di restau-ro. restaurare le porte della chiesa e sopra la porta che guarda verso la casa dei Gabuccini. Ugualmen-te porre una croce di ferro alla finestra della torre nella parte inferiore che guarda la via. asdf, cc, contenziosi, n. ril.1, 1787-1829, sacra congregatione concilii sive r.P.d. sala secretario fanen. Manutentionis fabricae ecclesiae et expen-sarum pro ill.mo et rev.mo capitulo et canonicis ecclesia cathedralis …”, romae, 1828, ex typo-graphia rev, camerae apostolicae, Mg. 7, a4.

1633 maggio 20Girolamo Palazzi erede del fu don bartolomeo Pa-lazzi espone che per la morte del cappellano del be-neficio semplice di san Placido, eretto nell’altare di san Paolo della cattedrale, è vacante la cappellania e beneficio semplice, già eretto e fondato dai de-funti fratelli messinesi don francesco e don Pietro Marcolo. avendo egli il diritto di nominare e pre-sentare il cappellano, nomina in cappellano perpe-tuo della cappella don carlo figlio di Giovanni e il vicario approva la nomina. asdf, cV, collationes, 1625-1634, c. 178v.

1635 febbraio 6Muore bernardino dionigi diacono e mansionario della cattedrale, di anni 24.asdf, aP, cattedrale, Morti, 1628-1780, c. 112r.

1635 febbraio 27Una causa tra i maestri Giulio del fu arnolfo e ber-nardino fabbro muratore di Pesaro ci restituisce le informazioni che in tale data la torre del duomo era stata “alamata” e le pietre, accatastate ai piedi della stessa, erano state utilizzate per costruire le spalle del Ponte della trave. asP-sasf, aG, frammenti di filze, b. 43.

1635 settembre 23il capitolo viene informato della nomina di mon-signor diotallevi a nuovo vescovo. Vengono no-minati gli eletti per andare ad incontrarlo e viene anche stabilito di far dipingere “a fresco” per “gra-tissima memoria” a spese della sagrestia, due armi grandi nel muro, da entrambe le parti del coro, dei due cardinali boncompagni e sacchetti.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1630-1650, c. 34v.

la Basilica cattedrale di fano

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anche una finestrella sopra il solaio della sacrestia dove stanno i parati buoni, ricevendo 50 baiocchi.Ibidem, c. 31r.

1637Mastro taddeo branconi per rinfrescare l’arme di monsignor vescovo, del governatore e della comu-nità riceve uno scudo e 25 bolognini.Ibidem, c. 63v.

1637Mastro Gaspare [dell’oria, falegname] riceve 20 baiocchi per aver accomodato il tavolino che serve per l’altare maggiore.Ibidem, c. 64r. altri interventi per questo tavolino nel 1645 e 1650: Ibidem, cc. 340v e 424v.

1637lo stesso maestro Gaspare riceve 60 baiocchi per aver comperato due “ciavaroni da 13” per fare la scala della chiesa ed altri 15 baiocchi per una ta-vola.Ibidem,, c. 64r.

1637 Mastro agostino bugone aggiusta la sacrestia pic-cola e le due cupolette impiegandovi 13 giornate; il maestro Giovan battista cola esegue l’invetriate della cappelletta a mano sinistra ed accomoda an-che quella dell’altra cappelletta. Ibidem, c. 67r.

1637 dicembre 12il vescovo ettore diotallevi, in atto di sacra visi-ta, procede alla visita del santissimo sacramento che trova ben tenuto nel tabernacolo in una pissi-de d‘argento. Per questo altare e cappella, ampliata e restaurata e ornata dai fondamenti dal defunto vescovo lapi e con i suoi denari e per luogo della sua sepoltura, trova perdurare la controversia come nelle altre visite, tra la società del santissimo sa-cramento - creata ab antiquo nella cattedrale - e la famiglia del defunto Pietro amiani che pretende il diritto sulla cappella. il vescovo, visto e conside-rato che per questa causa la cappella patisce gran danno, sia per la celebrazione delle messe che per provvedere alla manutenzione e ornato della stessa, visti i numerosi decreti fatti in diversi tempi nel-le precedenti visite, nelle quali era stato dichiarato che gli amiani decadessero dai loro diritti perché non avevano assolto alla manutenzione e non ave-vano provveduto al necessario per la celebrazione delle messe e che anche l’eccellentissimo Gregorio e il defunto francesco canonico figlio del sopra-detto Pietro amiani erano stati negligenti nell’as-solvere e che hanno fatto richiesta per la restituzio-ne della cappella e altare nei mesi passati e che per il benigno animo del vescovo la ottenessero come

1635 settembre 26nel capitolo viene proposto che per fare l’arma del nuovo vescovo si utilizzi quella che era stata fat-ta fare da ser Giulio seri dal Giangolini “per essere grande e con li centini di legname”. Viene stabilito di comprarla se però si potesse avere per due scu-di e mezzo, altrimenti si sarebbe dovuta aggiustare quella del cardinale sacchetti. il vicario capitolare soldati, procuratore del nuovo vescovo, presenta al capitolo le bolle pontificie di nomina al vescova-do e, fatta istanza di prendere possesso per il vesco-vo, viene accompagnato in chiesa da due canoni-ci eletti all’altare, alle porte della chiesa, al coro ed alla sede episcopale, presenti tutti i canonici. il ca-nonico soldati, in nome del nuovo vescovo, giura di osservare i privilegi del capitolo, mentre dai ca-nonici viene resa al suddetto la debita obbedienza.Ibidem, c. 39rv.

1635tra le “uscite” a denari della sagrestia sono anno-tate le spese sostenute in occasione dell’arrivo del nuovo vescovo ettore diotallevi. in dettaglio ven-gono spesi uno scudo e 70 bolognini per realizza-re l’arma grande del vescovo e per far rinfrescare le altre due di monsignor Governatore e comunità dal maestro pittore Vincenzo testa. due lavorato-ri ricevono pane e vino per il trasporto dei “lauri per i festoni per la venuta” realizzati da Giorgetto e compagni che provvedono anche ad apparare la chiesa con i panni di arazzo e a realizare l’altare e trono alla porta di san leonardo; un certo lattan-zio impiega una giornata a “nettare il cimiterio sa-crato et campanile”. asdf, cc, entrata-Uscita sagretia, 1624-1635, c. 236r.

1635Gli scalpellini francesco Zaffini e domenico Mo-scardini per l’affitto della cava di pietra di carigna-no pagano alla sacrestia 12 scudi. Gli stessi scalpel-lini pagano 2 scudi e 70 bolognini per 3 migliaia di pietra di parte della sagrestia, venduta a carignano ai Monaci di Monte Giove.Ibidem, cc. 229v.-230r.

1635È registrata la spesa di 58 bolognini per l’acquisto di carta, spago e brocche per fare le impanate “alla scola del cantare” e per la fattura delle stesse.asdf, cc, entrata-Uscita della sagrestia, 1624-1635, c. 234v.

1636 aprile 23il vescovo diotallevi, essendo controverso il dirit-to della cappella in cui si conserva il tabernacolo e il santissimo sacramento tra la società del santis-

simo sacramento e la famiglia del fu Pietro amia-ni, riserva a sé la cognizione e la decisione su que-sto diritto e nel frattempo ammonisce le due parti a produrre, entro 4 mesi, i loro diritti e gli oneri dell’altare in cui vi è il peso di due messe alla set-timana per l’obbligo della fu Margherita amiani. asdf, ac, decreti, b. 1, 1644-1815, cit.

1636 dicembre 15francesco ferrari viene eletto maestro di cappella della cattredrale.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, c. 41v.

1636 dicembre 19Vacante la cappella di san carlo della cattedrale per la mala sanità di don Massimino Uffreducci, il di cui rettore è obbligato a suonare l’organo tutti i giorni festivi e solenni come nella erezione della cappella, il vescovo ettore diotallevi elegge il chie-rico don ludovico rosa fanese con tutti gli oneri e onori previsti nella erezione della cappella e se-condo il solito. asdf, cV, collationes, reg.6, 1634-1648, c. 59r.

1636 dicembre 22il patrizio fanese Galeotto Uffreducci, cameriere segreto di Urbano Viii e canonico di santa Maria Maggiore di roma, per maggior decoro della divi-na officiatura, istituisce i sei beneficiati che porta-no il suo nome.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, cc. 42v, 43rv, 44r.

1636Vengono spesi 10 baiocchi tra brocche e spago per accomodare per la quaresima i banchi con le spal-liere e il padiglione per dare la benedizione.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1636-1654, c. 19r.

1636Vengono acquistati 4 ciavaroni per accomodare il tetto sopra la sagrestia con spesa di 20 bolognini.Ibidem, c.23r. sono registrate altre spese per l’ac-quisto di pennelli per dare il bianco alla sagrestia mentre maestro Girolamo urbinate riceve 40 bolo-gnini per aver realizzato l’uscio del cimitero.

1636Maestro Girolamo urbinate riceve 4 bolognini per aver accomodato la sedia di panno verde.Ibidem, c. 26r.

1636 Mastro Gasparo santone falegname esegue due scalette da adoperarsi sopra la sagrestia per anda-re, occorrendo, con comodità sopra i tetti; realizza

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asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, cc. 70v-71r.

1640Mastro francesco leone dà 10 tavole per fare lo sgabellone e il rastrello nuovo della sagrestia gran-de. lo sgabellone viene realizzato da maestro Ga-spare dell’oria. Giorgetto muratore, a sua volta, leva via quei ferri dalla sacrestia grande per rimet-terli nella nuova, chiudendo i buchi e rifacendoli nell’altra.asdf, entrate ed uscite, sagrestia,1636-1654, cc. 124r e 128r.

1640 Mastro francesco bilancione realizza il nuovo can-cello per la porta della sacrestia.Ibidem, c. 125r.

1641 aprile 30Muore il vescovo ettore diotallevi “le cui ossa ri-posano avanti l’altare maggiore, ricordate appena da una piccola lapide in luogo di quella che vi era in principio con questo magnifico elogio, prece-duto dai due testi scritturali: “accepit armaturam zelus illius, sap. V / cibavit illos pane vitae et in-tellectus. eccl. XV”.asdf, c. Masetti, Storia della chiesa fanese, mss. ricopiata fedelmente da don carlo rovaldi nel 1989 e conservata presso l’archivio storico dioce-sano, vesc. diotallevi, pp. 3-4.

1641 maggio 18il capitolo accorda la facoltà al canonico baglioni di poter far vendere l’anello del defunto vescovo, la crocetta da petto, la bugia d’argento, la bacilet-ta d’argento, il pontificale. con la copertura della sedia, il baldacchino e la calata si confezionano le due vesti per coloro che servono le messe ed il ri-manente è venduto per fare due tonicelle di tabi-no bianco.asdf, ac, deliberazioni capitolari, 1630-1650, 99 cv. la calata pavonazza della sedia di monsignor vescovo mal condizionata con delle fasce rosse di rascia franzese ritenuta di braccia 30, così misu-rata da mastro bastiano sartore, fu venduta ad un ebreo per sc.4.50: ivi, sagrestia. entrate ed uscite, 1641-1649, c. 9r.

1642 marzo 13si presenta Pietro negusanti padre di adriano fi-glio e chierico fanese nella causa della cappella di san cristoforo della cattedrale di giuspatronato della famiglia negusanti e nel termine assegnato produce l’atto nel quale chiaramente appare che il diritto di presentare il rettore della cappella spetta e appartiene alla sua famiglia. diritto evidente, egli dice, provato dalla lapide che si trova nella stes-

sa cappella del 1628, in cui si attesta che la fami-glia negusanti da più secoli ha dedicato la cappella a san cristoforo, dotandola per potervi celebrare 4 messe la settimana, “ed è di loro iuspatronato”. asdf, tribunale ecclesiastico, atti civili, reg. 164, alla data. cfr. anche Pergamene, n. 283: bolla di Giovanni crisostomo egidi Protonotario apo-stolico e Vicario Generale capitolare di fano del 21 maggio 1642 per il conferimento del beneficio semplice di s. cristoforo nella cattedrale di fano, di ius patronato della famiglia negusanti rimasto vacante per il matrimonio dell’ultimo investito alessandro negusanti.

1642 luglio 23il capitolo dispone che, essendo danneggiata la cattedrale, i canonici celebrino la festa dell’assun-ta nella chiesa di san francesco. asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, c. 108v.

1643 il commissario degli spogli dichiara di aver dato per amor di dio alla sagrestia e per scarico di co-scienza 8 scudi ricevuti per la restituzione di un censo per “l’occasione della fabbrica della colonna da rifare nella chiesa cattedrale, detti denari furono spesi in servizio della fabbrica”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1643, c. 51r.

1643 si trasportano i banchi e altre cose dal Vescovado a santa Maria nuova dove si doveva predicare per la quaresima “perché nella chiesa del domo non si poteva per rispetto dell’humidità che … la fabrica … che fu fatta. asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, reg.77, 1643, c. 51r.

1643 giugno 22 Papa Urbano Viii invia al capitolo della chiesa cattedrale di fano la bolla per l’elezione di mons. alessandro castracane a Vescovo di fano che ne prende possesso il 25 giugno successivo. asdf, Pergamene, n. 287 e ivi, deliberazioni ca-pitolari, reg. 1630-1650, cc. 105v, 106r e 116v

1644 febbraio 12la confraternita del santissimo sacramento con-cede la sua cappella a Gregorio amiani che ricom-pensa la compagnia con 200 scudi. Viene stabilito fra le due parti che l’arma della compagnia resti sopra l’arco della cappella in perpetuo e che nella stessa si conservi il santissimo sacramento ugual-mente. resterà alla compagnia il tabernacolo per-ché donato dalla comunità e l’amiani potrà solo ornarlo. la compagnia continuerà a celebrare le

per loro dichiarazione del seguente tenore: “fano, 10 giugno 1637. li signori canonico francesco e dottor Gregorio amiani fratelli, per esser restituiti al possesso della pretiosa lor capella con la facultà de prima, che fossero nati decreti di caducità fat-ti più volte, come nei libri delle visite, dovranno per tutti li 6 d’agosto prossimo haver speso scudi cinquanta di pauli per imbiancare tutta detta ca-pella dentro, dal cupolino sino a terra e nella fac-ciata che guarda dentro la nave della cathedrale, et ornare con detti denari le cornici, dente e men-soline della volta et archi con azzurro e doratura”. sarà eletto un deputato che tenga conto delle spese predette, di realizzare un palio per l’altare, quattro candelieri, torce, tovaglie ed entro settembre pros-simo aver finito dentro e di fuori il cupolino, in-tonacata di fuori la volta della capella. inoltre, di mantenerla poi in buon stato e risarcirla in futuro a loro spese e promettono che sopra l’altare vi resti il tabernacolo del santissimo sacramento e gli or-namenti posti e da collocarvisi per decoro a spesa però della compagnia del corpus domini, come sin ad oggi. Ma, perdurando ancora oggi la loro dannabile negligenza e l’indigenza della cappella, il vescovo in questo giorno decreta e dichiara che la sopradetta famiglia degli amiani perde i diritti che aveva sulla cappella ed altare che devolve alla cattedrale e la concede e consegna alla società del santissimo sacramento con la facoltà di far officia-re l’altare, celebrare, ornare, mantenerlo, riservato agli amiani soltanto il diritto di seppellire nel se-polcro esistente e di celebrare nell’altare le messe lasciate dalla fu Margarita amiani e le altre lasciate dalle persone della famiglia.il 19 febbraio 1638 don antonio bambini sindi-co e procuratore della società del santissimo sa-cramento presenta l’istrumento di accettazione del decreto che viene accettato dal vescovo.asdf, cV, Visite Pastorali, b. 3, pp. 132-134v.

1638 dicembre 28il capitolo stabilisce che il maestro di cappella, quando fa musica fuori della cattedrale, porti con sé l’intera cappella ed i canonici non possano can-tare se non sotto la sua direzione.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, c. 69v.

1639Vincenzo testa riceve 31 grossi per fare le armi da mettere fuori della chiesa.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1636-1654, c. 111v.

1639 febbraio 1 Viene effettuata la ricognizione del corpo di san fortunato.

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e l’altra all’altare dell’annunziata nella cattedrale ed una venduta agli hebrei”. il vescovo ordina di liberarlo ma lo esilia dalla città e diocesi di fano.asdf, tribunale ecclesiastico, atti criminali, 1650-1689.

1656 gennaioil canonico alfonso ercolani si accorda con mastro tomasso boldrini per rifare tutti gli stucchi della cappella di san Girolamo nel duomo per scudi 40 di cui ne riceve 10 in acconto.asP-sasf, not., denunce polize 1654-1657, c. 11, n. 187. tomasso boldrini aveva realizzato alcu-ne statue per la chiesa di sant’agostino.

1656 maggio 12 nella visita pastorale il vescovo alfieri, dopo aver visitato la chiesa e averla trovata ben tenuta, viene informato dal canonico Marcolini che nella sacre-stia erano stati rubati da quattro o cinque anni le seguenti suppellettili:le frange d’oro tagliate con forbicette in tre pa-liotti; le perle d’un grembiale rosso fatto da mon-signor diotallevi; la tonicella d’argento, una borsa di broccato bianco; una mitria con pietra preziosa donata da papa Pio V; un’altra mitria di tela d’o-ro ambedue in una cassetta; un pastorale d’avorio pontificale con la cassa donato da Pio V; una trina d’oro ch’era attorno al cappuccio di un piviale di broccato bianco; un cuscino di broccato bianco: un camice con fazzoletti, una cotta ed un breviario del canonico Pili.asdf, cV, Visite Pastorali, b.3, p.125v.

1657 marzo 15nel suo ritorno nelle Marche cristina di svezia, che si era stabilita per alcun tempo a Pesaro, assiste a fano alla predica al duomo. Già il 6 febbraio era stata presente alla rappresentazione di una comme-dia in casa di Vincenzo castracani. a. Mabellini, Cristina di Svezia in Fano nel 1655, in "fanestria”, fano 1939, p. 48.

1658il vescovo alfieri acquista per la cattedrale il tor-ciere per l’altare maggiore di color di bronzo con la spesa di 27 scudi e realizza l’ornamento di le-gno nella cappella di sant’antonio di Padova con la spesa di 13 scudi e 50 bolognini.asdf, cc, registrum litterarum et aliorum, vol. c., cit.

1658 ottobre 2si contrattano importanti lavori per la facciata del-la cattedrale con il maestro carlo delle rose che “si obbliga per tutto il mese di ottobre prossimo a venire d’accomodare e fare l’infrascritti lavori nel-la facciata della chiesa cattedrale di fano. Prima di

Quaranta ore e le altre funzioni, potrà tenervi cas-se o credenze di noce con cere, olio ed altro per ser-vizio della stessa. l’amiani dichiara di sottoporsi non solo a tutti i decreti dei vescovi, ma di ornare la cappella, abbellirla e dotarla e porvi arma a me-moria che contenga tutto ciò.asdf, cV, collationes, 1636-1648, cc. 215r -217r.

1644 aprile 30i beneficiati Uffreducci hanno il posto d’onore su-bito dopo i canonici.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, c. 121r. risale a quest’anno l’istituzione dei sei beneficiati Uffreducci.

1645Vengono spesi 9 baiocchi in brocche, spago e cor-da per attaccare le tele per la predica e mettere il padiglione sopra il baldacchino.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1636-1654, c. 341r.

1646Mastro Paolo Gasparoli realizza le armi che vanno sopra la porta della chiesa “fatti novi”.Ibidem, c. 361v.

1646 Viene approvata dal vescovo castracani l’istitu-zione della cappella di san Giuseppe all’altare del santissimo crocefisso di iuspatronato di cristofo-ro leonardi e viene dotata per la celebrazione di messe, tra cui una cantata nel giorno di san Giu-seppe. asdf, aP, cattedrale, b. 16.

1648 Mastro Giovan Maria Pazzaglia accomoda il tetto “della scola di cantar”.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1636-1654, c. 379r.

1645 marzo 15testamento di Gregorio amiani figlio di Pietro che dispone dei suoi beni pervenuti dalla casa pater-na ma ancora “delli assai più acquistati con longa pazienza per lo spazio di molti anni nella corte di roma”. tra le disposizioni quella che l’erede uni-versale Pier Maria, figlio di Galeotto amiani suo fratello, dovrà “far finire il quadro della cena per collocarlo al suo luogo nella cappella del santis-simo sacramento, detta già del crocefisso e fare una memoria in pietra di fronte a quella del ve-scovo lapi”.asP-sasf, not., bambini antonio, vol. c, 1608-1645, alla data. nel suo precedente testamento del 4 marzo 1645 specifica “nel caso che si restituisca

la capella del ss. sacramento detta già del croce-fisso conforme al decreto ottenuto dalla s. con-gregazione”, ma non fa minimamente accenno al quadro.

1645 settembre 3il capitolo elegge maestro di cappella Giuseppe bornaccioni musico ed organista di forlì.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg. 1630-1650, c. 137v.

1649 luglio 28Per la morte di monsignor castracane il proposto Marcolini porta condoglianze a tutto il capitolo per la perdita di un prelato di tanto merito e vie-ne detto di dover fare istanza per riavere dagli eredi del vescovo morto le suppellettili e specialmente le ampolline d’argento, le due bugie di argento, oltre le calate della sedia episcopale, l’uno paonazzo di rascia francese e l’altro di damasco giallo e rosso che il prelato aveva chiesto ai canonici che glielo avevano concesso con promessa di ridare alla sa-grestia o l’equivalente in denaro.Ibidem, c. 168v.

1650il vescovo Giovan battista alfieri spende in tutto 120 scudi per far fondere dal maestro Giulio teggi campanaro di fano la campana, “cioè la Maggio-re, Mezzana et la sguilla”, che nel suo arrivo fu-rono trovate tutte rotte, ed altri scudi 60 per im-biancare tutta la chiesa tra gesso, calcina e opere di muratore.asdf, cc, registrum litterarum et aliorum, vol. c, 1659-1665, “nota delli bonificamenti fatti da monsignor illustrissimo et reverendissimo alfieri vescovo di fano fin dal giorno del suo possesso di questa chiesa cathedrale 1650”.

1653Questi i lavori effettuati dal vescovo alfieri in quest’anno: nel ritorno da roma portò le tre sta-tue indorate per l’altare maggiore, la Madonna con san Pietro e san Paolo con la spesa di 50 scu-di. realizza il tabernacoletto dorato per esporre il santissimo con spesa di 40 scudi. fa aggiungere il principale registro all’organo con farne aggiungere le canne maggiori con spesa di 50 scudi. realizza il coretto e balaustrata sopra il coro della cattedrale spendendo 30 scudi.Ibidem.

1653 luglio 14Giovanni di Giovan batta del toso da cesena con-tadino chiede al vescovo alfieri la grazia di essere liberato dal carcere per aver rubato in un giorno 3 tovaglie, una nella chiesa del crocefisso all’altare del suffragio, l’altra al crocefisso in san francesco

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accomodare e risarcire la detta facciata et incalci-narla tutta con accomodare la piramide. item che debba ripulire e risarcire li architravi, risalti et pila-stri, cornicioni della detta facciata et accomodare il tetto dietro detta facciata. item che debba accomo-dare et slargare le due porte piccole in modo possa entrarci il baldacchino et parimenti debba slarga-re le finestre che sono sopra dette porte a propor-zione delle dette porte. item convengono che se per accomodare le suddette piramide l’opera del-lo scalpellino si bisognasse, sia obbligato mons. il-lustrissimo a sue spese chiamarlo e tutto ciò pro-mette detto M° carlo fare et aggiustare per sc. 25 di moneta corrente […]. et bisognando levare per accomodare le due porte li due pilastri congiunti a dette porta, possa levarli et aggiustare in modo che stii bene a proporzione”.asdf, Mandatorum 1654-1681, cc. 42v-44r.

1658 ottobre 13ancora per la facciata del duomo “il sopradetto M° carlo si obbliga guastare le tre piramidi alla faccia-ta del domo et insieme guastare il frontispizio di detta facciata insino al cornigione con ridurre det-ta facciata in piano insino al detto luogo e poi ri-fare detta muraglia con frontespizio e con cartello-ni con le piramide in mezzo, conforme al disegno aggiustato da detto M° carlo […] e poi lasciare il luogo a piedi delle volute per rifare l’altre 2 pira-mide e per comporre le dette piramide ci debba as-sistere il scarpellino”.Ibidem.

1660 settembre 6alfonso litta arcivescovo milanese dona al vesco-vo alfieri una reliquia di san carlo borromeo po-sta in un vaso di cristallo elaborato, legata con filo serico bianco a forma di croce e munita del sigil-lo gentilizio. il cancelliere bernabei attesta che il 3 novembre successivo le sacre reliquie furono collo-cate in un reliquiario dorato preparato dal vescovo.asdf, cc, reliquie, n. ril. 29, 1361-1726, vol. 4.

1660 settembre 27Maestro Giuseppe scappo di Mondolfo promet-te di eseguire nella sagrestia della cattedrale le due credenze di noce conforme al luogo e disegno dato, con suoi cartelloni di legno d’albano inta-gliati, colorati di colore di noce, per 75 scudi.asdf, cV, Mandatorum, 1654-1681, alla data.

1661Queste le spese sostenute per la cattedrale dal ve-scovo alfieri: per la cappella di san carlo, tra de-nari delle pene e tanto propri scudi 80 [non sono specificati i lavori] e per gli inginocchiatoi di noce; per l’ornamento e credenze di noce nella sagrestia per servizio dei signori canonici 200 scudi di pao-

li, tra denari propri e parte con i denari delle pene applicate; per la facciata della chiesa e per fare in-grandire le due porticelle per potervi passare il bal-dacchino quando si va in processione col santissi-mo, 63 scudi e 33 paoli; per le due invetriate del coro nella parte da basso10 scudi; per accomodare le pietre dell’altare maggiore sopra il corpo di s. fortunato 10 scudi; per diverse statue dorate, brac-ci et altro per le santissime reliquie 20 scudi; per una muta di candelieri dorati, per cartella in prin-cipio et lavabo con argento lavorato scudi 18; per fare i banchi per i canonici colorati di verde con l’arma 20 scudi ed infine si apprende da questo lungo elenco di lavori di aver fatto accomodare il pastorale con argento.Ibidem.

1661 luglio 1nella visita pastorale il vescovo alfieri decreta per l’altare del santissimo sacramento, di iuspatronato del nobile Pietro Maria amiani, che entro un mese si accomodi la cupola con il tetto affinché non vi piova ed anche le vetrate e i vetri. il vescovo confer-ma i decreti già emanati, ordina di accomodare le porte del cimitero per evitarne l’ingresso ai secola-ri e di porre un rastrello posto in fine dell’andito o corridoio. il vescovo visita il cimitero e poiché trova nel cortile, vicino alla sacrestia, molte ossa di morti in terra, le fa levare tutte e ordina al sacrista di sep-pellirle e di fare precetto al canonico Giovan battista borgogelli che in futuro non osi tenere alcun genere di animali, specialmente polli, perché non scavino e portino in superficie le ossa, alla pena della sospen-sione a divinis, né permetta in quel luogo ai secolari di fare indecenze né dare asilo ai contumaci né ad altre persone di mala condizione e fama di qualsiasi genere alla pena di cui sopra.asdf, cV, Visite Pastorali, reg.4, cc. 33r-34r.

1664il vescovo alfieri fa venire da Venezia i batocchi del-le campane.asdf, registrum litterarum et aliorum, vol. c, 1659-1665, cattedrale, spese del vescovo alfieri.

1666 novembre 24alessandro santini da senigallia si obbliga di man-dare al seminario di fano per 6 anni continui suo figlio lorenzo per esercitarsi nella musica e canto per servizio della cattedrale con patti. asdf, ac, Mandatorum, 1654-1681, alla data.

1669 dicembre 12Giacomo torelli, per la morte di clemente Xi av-venuta il 9 precedente, ed al fine di “invigilare alla quiete e conservarla per ogni sinistro accidente”, viene nominato capo rione per il quartiere di san Pietro.

asP-sasfa, asc, consigli, reg. 172, c. 212. in tale occasione si ha memoria di una celebrazione di requiem in cattedrale dove il vescovo alfieri ave-va “fatto alzare un bellissimo cattafalco arricchito di molte arme di detto Pontefice, figure di morte e quattro torcie”: Ibidem, c. 213v.

1672 aprile 14“Venne il terremoto e fu il Giovedì santo, alle 21 hora e mezzo in circa. scosse tutta la città et in particolare la torre del duomo di fano, dalla quale diroccando un pezzo di muraglia sopra la volta del-la cattedrale, oppresse dodeci huomini et 14 don-ne che stavano davanti il sepolcro, per sentire la Predica (dopo gli offitii) della santissima Passione. li nomi degli huomini sono questi: Pietro Pao-lo carrara confaloniere, francesco Maria cuppis confaloniere,Vincenzo ercolani, ludovico borgo-gelli sposo d’8 giorni, lelio contino Monte Vec-chio, Giuseppe bernabò consorte della signora contessa Monte Vecchio, Giuseppe tomassini del violino, Vincenzo Palazzi d’età di 9 anni, antonio Palazzi suo fratello d’età di 8 anni, il figlio di ma-estro cristofano batocco tornitore, un figlio della Madonna di Gotto, Giovanni domenico servitore della signora Giulia danielli”.donne: la signora camerina, la signora Maria ortensia leoni, donna Gentile baldini, donna barbara del dottore, donna artemisia di antonio cocchiere, donna camilla del carrozziere da fos-sombrone, francesca ceccotti, donna Maddalena Pucci, donna n. sua figliola, una putta di san Mi-chele, donna Violante la palanca, donna n. detta la napola vedova, chiara rosetti, n. detta la Vit-toncina, il signor cavaliere di Malta domenico bertozzi, il dottor francesco Maria leoni.t. Massarini, Cronaca fanense o siano memorie delle cose, cit., pp. 213-214.

1672 maggio primoil vescovo e mastro domenico d’alessandro talac-chi da saltara contrattano i lavori da eseguirsi per riparare i danni del terremoto cioè rifare la volta e aggiustare la torre e ciò che necessita. il maestro si obbliga “prima gettare e alamare la torre di questa cattedrale a mezza finestra dove vi sono i telari di legna […] et la pietra darla tutta da parte incatas-sata al palazzo e non potendosi accatassare più in detta […] dove parerà a monsignor illustrissimo Vescovo torno il palazzo. 2° che debba rifare la volta della chiesa lamata nel modo e forma che si deve. 3° debba risarcire e riporre la piramide con-forme stavano prima et di accomodare i tetti della chiesa e dove è il danno provocato dalla torre, con aggiustare le mura rotte attorno alla detta volta che va rifatto il tutto”. il lavoro avverrà con la soprin-tendenza di persona stabilita dal vescovo. la spe-

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per suo Vicario Generale finché havesse mandato altro successore e con questo fu terminato detto capitolo”.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1674-1682, cc. 73v-74r.

1678 agosto 19ludovico fontanelli da Monte baroccio cocchiere di Monsignor Vescovo, di anni 40 in circa, per l’ac-cidente occorsoli d’essersi spezzato un piede sotto la carrozza il giorno proprio che Monsignor illu-strissimo fece l’ingresso pubblico, passò da questa a miglior vita.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1700, c. 100v.

1678 ottobre 4Giovanni bambini supplica i canonici di conce-dergli i “rasetti usati et arazzi” in occasione che aspettava il duca di Parma. Gli vengono concessi a condizione che non sia preso di esempio.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1674-1682, c. 79r.

1680il vescovo ranuzzi, facendo scavare per fare le scale nuove, ritrovò 8 piedi sotto terra un pezzo di pietra con iscrizione non comprensibile. scavandosi nei pressi un altro fondamento, si ritrovò il fragmen-to mancante. È la lapide del 1476 e fa riferimen-to al portico dell’architetto cedrino e al vescovo Giovanni tonsi. la lapide fu fatta murare dal ve-scovo ranuzzi in un muro del cortile del Palazzo vescovile,bcff, sala Mss., francesco di Giuseppe Gasparo-li, Le pietre parlanti, cit., 1683, c. 4r.

1682Monsignor ranuzzi fece scavare la cantina nel Pa-lazzo dalla parte di greco e sotto terra furono ri-trovati idoli di marmo, un pavimento lavorato a mosaico. nel luogo vicino stava un piedistallo di marmo, alto 3 piedi, nella faccia del quale era scol-pita una iscrizione; in una delle due facce laterali, era scolpito un vaso e nell’altra un libro. Questo piedistallo fu posto dal vescovo dal Verme nell’a-trio del Palazzo Vescovile, ai piedi delle scale.Ibidem, c. 4r v.

1686 settembre 2si riunisce il consiglio cittadino e approva il de-siderio di festeggiare con pubbliche dimostrazioni la promozione al cardinalato del vescovo angelo ranuzzi. Ma la cassa comunale per le “spese stra-ordinarie è esausta” essendo state tutte consuma-te, il Gonfaloniere, quindi, propone di ricorrere al Governatore per un decreto provvisionale che per-metta di poter spendere 30 scudi a conto delle stra-ordinarie dell‘anno venturo. il partito viene appro-

sa è quantificata in scudi 115 da pagarsi “secondo verrà facendo l’opera”. il fattore del vescovo Gio-van battista falcetti promette “dare e consegnare calcina, gesso, arena, tavole, legnami, coppi, pia-nelle e tutta quella materia che vi bisognerà come anche i ferramenti per la detta fabbrica e pagare al detto maestro domenico i 115 scudi pattuiti. Ma-estro domenico metterà mano all’opera mercordì prossimo avvenire senza interrompere fino al ter-mine dei lavori”. asdf, ac, Monialium et aliorum ecclesiastico-rum, reg. 31, 1665-1675, alla data.

1672 maggio 6i canonici ed il capitolo della cattedrale otten-gono risposta positiva alla supplica inviata alla sa-cra congregazione dei Vescovi e regolari di poter soddisfare in altra chiesa le funzioni sacre a causa dell’impedimento “di adempirli in detta cattedra-le, cagionato dal terremoto”.asdf, cc,”servizio del coro”, secc. XVi-XViii, reg.149, alla data.

1672 maggio 14il vescovo ed il maestro Girolamo santoni, fin dal 6 aprile precedente, avevano concordato la fattura della campana del duomo già rotta e dal maestro ridotta in pezzi per la somma di scudi 60. Ma per “l’accidente occorso alla torre mediante il terremo-to” e per le numerose spese per risarcirla, le parti convengono nuovamente di perfezionare e rifare la campana entro un mese ma che il pagamento av-venga in questo modo e cioè subito 30 scudi ed il rimanente entro un anno dalla data odierna.asdf, ac, Monialium cit., alla data, c. 55v.

1672 ottobre 24il vescovo Giovan battista alfieri desiderando di portare a termine l’impegno della iniziata visita della cattedrale ricorda l’avvenimento. “Per una spaventosa scossa di terremoto avvenuta il gior-no giovedì in coena domini, 14 aprile, si ritrova-va quasi da ogni parte sconquassata e in particolar modo sull’arco sopra la porta attraverso la quale si apre l’ingresso del palazzo vescovile alla precipitosa caduta dell’antichissima torre situata verso sud con una impressionante rovina e con una gran strage di cittadini e di popolo in preghiera davanti al sepol-cro. finalmente rifusa la campana maggiore della torre con considerevole spesa e con un celere im-pegno di periti, in previsione del generale anniver-sario poté celebrare in suffragio delle anime dece-dute nella medesima rovina, dopo aver riportato e restituito il tutto al primitivo stato con lodevole e solerte cura. asdf, ac, Visite pastorali, 1660-1675, c.55v.

1674 settembre 7il capitolo mette a votazione la richiesta di fran-cesco Palazzi che chiede due pezzi di arazzi di quel-li piccoli “buscareccie”. il partito viene approvato.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1674-1682, c. 12r.

1676 settembre 17“Monsignor ill.mo alfieri Vescovo di fano, dopo haver ricevuto tutti i sacramenti della santa madre chiesa, passò da questa a miglior vita a hore 16, in età di anni 71 e fu data sepoltura nel duomo, chie-sa cattedrale, li 19 detto, sotto il pulpito. Ibidem, c. 95r.

1677 giugno 3da roma il tesoriere generale ordina ad agostino Geminiani di consegnare alla cattedrale le suppel-lettili e vasi sacri che il defunto vescovo alfieri ado-perava nelle cappelle e cioè la croce, il calice con la patena, la bugia, la campanella, le dalmatiche, le mitrie, i guanti, il messale, cerimoniale e libri di musica, dando avviso dell’esecuzione.asdf, spogli dei Vescovi, n. ril. 147, c. 10r.

1678 maggio 21avviene in questo giorno la cerimonia per la presa di possesso del vescovado di fano del vescovo an-gelo ranuzzi tramite il proposto sperandeo. Pier Girolamo, uno dei sagrestani, per ordine del pro-posto intima il capitolo. l’arcidiacono fa presente che monsignor angelo ranuzzi gli aveva mandato la procura e la bolla pontificia con la fede del giu-ramento prestato per il possesso di questo vesco-vado. […] e ”così il signor Proposto con la sola beretta e tutti gli altri signori canonici in habito si portarono in choro”. il proposto con l’archidia-cono e signor Palazzi andarono verso l’altare mag-giore e poi dopo essersi seduto per poco nella sedia episcopale, si alzò per accedere alla sedia episco-pale del trono dove gli furono presentate dall’ar-cidiacono in sottocoppa d’argento le chiavi della chiesa, ricevute le quali, se ne andarono alla por-ta che serrò ed aprì per poi visitare il santissimo sacramento e “di lì all’altar maggiore dove lesse l’orazione de’ santi Protettori della città e quella finita intonò il te deum, quale fu cantato in orga-no da musici e nel istesso tempo sonorno tutte le campane del domo, cure et monasteri. et finito il te deum il medesimo signor Proposto si pose di novo a sedere nella sudetta sedia del choro con il messale aperto, dove ordinatamente andorono tut-ti li signori canonici a renderli ubedienza con il loro giuramento. Poi il medesimo signor Proposto con li signori assistenti andò a pigliar il possesso del Palazzo e tornati in sagrestia, il signor Proposto diede una lettera di monsignor ranuzzi nella qua-le lo pregava a favorirlo di continuare nella charica

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vato e per due sere consecutive furono fatte “nella pubblica piazza allegrezze con fuochi, lumi a tutte le finestre, suono di campane e di tromba, sparo di mortari e molti raggi”.la terza sera, invece, si espose “la gran macchina” così rappresentata: “alzarono in un gran palco co-perto di nuvole un carro trionfale con sopra un an-gelo, nome del signor cardinale che teneva nella destra l‘arma del medesimo, attorniata da sei gu-glie illuminate e da quattro statue sopra alte basi, rappresentanti con le loro iscrittioni le quattro nunziature di Malta, turino, colonia e francia si gloriosamente esercitate dal medesimo signor car-dinale e doppo lo sparo de’ mortali, suono di cam-pane e trombe e soliti lumi per tutta la piazza, si cominciò a dar fuoco a gran quantità di vari raggi, che stavano con molto buon ordine racchiusi nei piedistalli delle statue e in tutto il circuito di detto carro trionfale, i quali dopo molti giri artificiosa-mente volati, finirono con due girandole racchiuse nelle prime rote di detto carro e con una pioggia dei medesimi e terminò con pieno applauso tutta la funzione accresciuta da altri vaghissimi raggi che da tutte le bande della piazza furono sparsamente fatti volare per l’aria”.asP-sasf, asc, Miscellanea, busta 3/3.

1689 settembre 27il cardinale angelo ranuzzi muore nella casa dell’oratorio: “l’eminentissimo reverendissimo signor cardinale angelo ranuzzi, già vescovo di fano e dopo arcivescovo di bologna, dopo ricevu-ti tutti li santissimi sacramenti della santa chie-sa nella casa dell’oratorio dei Padri di san filippo neri dove s’era ammalato undici giorni prima, nel mentre passava da questa città venendo da Parigi dove era nunzio apostolico per andarsene a roma al conclave per la morte di innocenzo Xi di glo-riosa memoria, passò a miglior vita, in età di anni 63 in circa alli 27 settembre 1689, alle hore 12 e mezzo in circa e fu sepolto alli 28 detto in questa chiesa cattedrale conforme alla sua disposizione te-stamentaria”.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1700, c. 120v.

1693 maggio 4il vescovo taddeo dal Verme per l’altare dei santi Girolamo e Paterniano dei rinalducci, ordina di provvedere la seconda e terza tovaglia di lunghezza almeno che arrivi fino all’altra parte dell’altare; di apporre nel cancello di ferro dell’altare o cappella la chiave affinché si possa chiudere terminati i sa-crifici; di restaurare le statue esistenti nel fornice della cappella minaccianti rovina e nell’altra parte collassate e che vi si adempia entro 15 giorni da co-loro ai quali spetta.asdf, cV, Visite Pastorali, alla data.

1693 maggio 30il camerlengo can. Giorgi informa il capitolo del-la richiesta del vescovo di rimettere una trave nel tetto della stanza ove sono i mantici che minac-cia rovina, per evitare che cadendo produca danni proprio ai mantici. il vescovo infatti riteneva che la stanza fosse della sagrestia, a differenza di quanto sosteneva il capitolo dal momento che, se il vesco-vo ed i suoi precedenti avevano fatto accomodare il tetto sopra la scala che conduce alla detta stanza ove sono i mantici per essere sito suo, molto più doveva esserlo la stanza. il camerlengo riferisce la risposta del capitolo al vescovo che fece immedia-tamente rimettere la trave.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1689-1695, alla data.

1693 ottobre 24il vescovo per sua maggior devozione desidera far cantare per un anno continuo, nella sua cattedrale, la messa della santissima Vergine in musica, tutti i sabati nei quali si fa l’officio di santa Maria in sa-bato come anche nell’avvento.asdf, cc, contenziosi, fasc.”scritture e memo-rie”, a stampa.

1694 gennaio 21il camerlengo della cattedrale bernardino Gior-gi loca un organo della sagrestia in buono stato, con suoi mantici, registri e ogni altra cosa a quello pertinenti, al nobile Pier francesco Zagarelli pri-ore del santissimo suffragio nella chiesa del san-tissimo crocefisso, per 3 anni già iniziati nella fe-sta di san Paterniano del 1693 per 3 scudi l’anno. finita la locazione il priore promette restituirlo in buon stato.asdf, cc, scritture ed affitti, 1682-1750, alla data.

1695il camerlengo registra in dettaglio tutte le spese per i lavori sul tetto che va all’organo, sopra la scala fatta in comune con il vescovo. in tale occasione si era ritenuto necessario rifare tutto il tetto alla sa-grestia dei santi.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1694-1701, cc. 76-77.

1701 agosto 16l’arcidiacono Pili legge al capitolo il sommario della stampa dell’indulgenza Plenaria concessa da clemente Xi per le emergenze d’italia e fa presen-te che, dovendosi per tre giorni continui esporre il santissimo sacramento nella cattedrale, occorre-va molta cera. il vescovo pretendeva che la sagre-stia fosse obbligata a fornirla, ma gli viene risposto che questo era un obbligo dei vescovi pro tempore che erano padroni della chiesa e che sempre i pre-

cedenti vescovi avevano sostenuto tale spesa. il vi-cario si incarica di scrivere al vescovo “alle taver-nelle”.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1696-1702, c. 89v.

1703 gennaio 19il prevosto comunica ai canonici di aver avuto or-dine dal vescovo di esporre il santissimo sacra-mento in forma di Quarantore per 3 giorni per placare l’ira di nostro signore nei presenti terre-moti più volte sentiti nella nostra città.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1702-1720, c.3r.

1705 aprile 9il vescovo Giovan battista Giberti dona alla sagre-stia della cattedrale tutti gli apparati di damasco di color d’oro e verde con la sua arma in essi intessu-ta, con tre baldacchini con frange e fiocchi di seta consistenti in braccia 900 di damasco e un tappe-to di felpa di sicilia che serve per il parapetto del-la faccia del pulpito, di lunghezza braccia 4 e ¾ e di larghezza braccia 3 e ¾ con patto e condizione che possano essere esposti ogni anno nelle solenni-tà dei tre giorni di Pentecoste, nella festa del san-tissimo corpo di cristo e per tutta la sua ottava, nell’assunzione della beata Maria Vergine e sua ot-tava e nelle quattro festività di natale di nostro si-gnore Gesù cristo e con l’obbligo di mai alienare, donare o convertire in altro uso.asdf, cc, spoglio dei vescovi, n. ril. 147, sec.XViii, cc. 76v-77v.

1707 febbraio 15il vescovo Giovan battista Giberti fin dal 9 aprile 1705 aveva fatto testamento, a tolentino, conse-gnato sigillato ai notai domenico felice Gasparoli e Gio:Giacomo Morganti, suoi cancellieri, in oc-casione del ritorno che fece dalla Visita ad Limi-na. Per evitare difficoltà dopo la sua morte e per-ché sia rispettata la sua volontà dal suo erede, fra le altre cose e legati dispone anche delle sue sup-pellettili sacre che “dona, cede e concede a questa sua chiesa cattedrale di fano, sua dilettissima spo-sa, e, per essa, al prevosto antonio Maria Galanta-ra e al canonico Malatesta amiani. i beni donati, da lui comprati con i propri denari prima di veni-re al Governo di questa chiesa, sono: “4 pianete nuove nobili di lama d’oro dei quattro colori, cioè bianco, rosso, verde e paonazzo, due piviali nobili similmente di lama d’oro, l’uno con fondo giallo in oro e l’altro paonazzo con sue stole e manipoli uguali, tonicelle e dalmatiche e sandali, sue scarpe e calze e guanti pontificali di colori bianco, rosso, paonazzo e verde. Un calice d’argento con sua pa-tena gettito di bella fattura con statuette che so-stengono la coppa e tengono alcuni misteri, due

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la Basilica cattedrale di fano

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no vari pezzetti del legno della santa croce, subi-to fu eseguito e così anche in altri vasi di cristallo. ordina di redigere l’inventario di tutte le reliquie entro 10 giorni e di apporlo in un luogo ben visi-bile della chiesa. due sono le chiavi dei reliquiari che dovranno essere tenute soltanto dal prevosto e dall’arcidiacono pro tempore.l’altare maggiore: sotto l’ara si conserva il sacro corpo di san fortunato, vi si celebrano tre messe alla settimana, in aurora dagli artisti e operai del-la città si canta la messa sempre della beata Vergi-ne col canto gregoriano per antichissimo privilegio e consuetudine. Un’altra messa conventuale per i benefattori e la terza per l’antichissima cappellania chiamata della Prospera. in questo altare vi si cele-brano altre messe. Pende sopra l’altare un baldacchi-no confezionato di forma alquanto elegante.l’altare del santissimo sacramento si mantiene dal-la famiglia amiani relativamente alla mensa e pallio, nel resto è mantenuta dalla confraternita del santis-simo sacramento eretta nella chiesa parrocchiale di san silvestro che ora possiede questa cappella do-nata loro dagli amiani come dalla lapide di marmo posta nella parete a cornu epistolae. i confrati devono far costruire, secondo la visita precedente, 6 cande-lieri ed ordina che siano eseguiti entro tre mesi. or-dina al sacrista di tenere l’altare più decentemente e di pulirlo spesso dalla polvere e dalle tele di ragno.l’altare della santissima annunciazione spetta alla famiglia arnofi. in questo altare fu eretta la con-fraternita dedicata e sotto la tutela dell’angelo cu-stode a istanza di molti bambini non minori di 16 anni, ma ora non è più, ma se ne conserva la me-moria. il capitolo ha l’obbligo di celebrare 3 messe alla settimana secondo l’accordo con gli arnolfi. in questo altare vi è eretto il beneficio semplice della santissima concezione con l’obbligo di celebrare 15 messe al mese per beneficio del benefattore. Vi si celebra anche una volta al mese per il beneficio semplice eretto da don antonio antici che il 13 febbraio 1692 ha donato una possessione nel fon-do delle tavernelle. il 16 maggio il vescovo per altri affari destina il suo vicario don Michel arcangelo berto con altri convisitatori a proseguire la sacra visita. all’altare di san Girolamo è eretta la cappellania dai nobili rinalducci il cui cappellano è nominato dal capi-tolo con l’obbligo di celebrare tutti i giorni festivi e altri come dalla tabella. Vi si celebrano due an-niversari all’anno, il primo a gennaio per il cano-nico luigi e l’altro immediatamente dopo Pasqua di resurrezione in cui i canonici dovranno canta-re la messa per l’anima di teodora e elena. Una volta vi era la cappellania di una messa quotidiana per donna elena rinalducci come dalla epigrafe di marmo a cornu epistolae del detto altare ora trasla-ta alla chiesa rurale dedicata a santa Maria laure-

sopra omerali, uno di taffettà rosso et l’altro bian-co con ricami e merletti d’oro; una borsa paonazza e una rossa che serve ancora per bianca ricamata d’oro, due taffetà rigati di diversi colori per i se-minaristi quando tengono le mitrie. Un pastorale d’argento nella cui palla superiore vi sono tre gigli e in mezzo il ramo rivoltato l’aquila con la corona, che sono l’arme di sua signoria. le tre mitrie cioè la prima di ricamo di rilievo con pietre preziose, la semplice e l’ordinaria. il Pontificale grande, il Pon-tificale più piccolo più comodo per l’ordinazione et il cerimoniale legati tutti con coperte di cordo-vano rosso con filetto d’oro et arme di sua signo-ria illustrissima. il baldacchino del trono Vesco-vale, Postergale, veste da sedia Pontificale, veste di faldistorio con quattro cuscini grandi tutti di felpa di sicilia di diversi colori, uno strato grande per il trono suddetto di panno verde et uno strato più piccolo da inginocchiatore dello stesso panno, con tre cuscini grandi compagni”. Ibidem,, cc. 72r - 73v.

1709 luglio 18Vengono eseguiti dei restauri alla cappella nolfi e viene aperta una finestra per dare maggior luce alla medesima.asP-sasf, asc, beneficenza nolfi, b. 126, cc. 119 e 156v.

1709 agosto 14il vescovo Giberti, per dare ancora dimostrazione della sua liberalità e amore verso la sua chiesa, ha cu-rato di realizzare con il proprio denaro un ostenso-rio d’argento per esporre alla pubblica venerazione il sacramento dell’eucarestia decorandolo abbon-dantemente d’oro per dimostrare tutta la sua pietà e generosità, del peso di 6 libre e 5 once. l’ostenso-rio viene accettato dal canonico sallustio, camerario della sagrestia della cattedrale per essere esposto in tutte le solennità con obbligo che mai sia concesso ad oratorio o pio luogo e possa essere esportato dalla sede soltanto in caso di processioni solenni. asdf, cc, spoglio dei Vescovi, sec. XViii, c. 79rv. il documento è lacero proprio nella indica-zione dell’anno. attraverso la indizione, indicata come seconda, si è trovata la data facendone il cal-colo. cfr. anche asdf, “diversorum instrumen-torum mentor”, 1604 - sec.XViii, cc. 203v-204r.

1710il camerlengo annota le spese per gli antifonari fat-ti venire da Venezia per servizio del coro ordinati nella visita.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1702-1713.

1710 maggio 15Giorno della festa insieme di sant’orso vescovo

“civitatis fani Patroni” con i santi Paterniano, fortunato ed eusebio.il vescovo Giovan battista Giberti, volendo inizia-re la visita della città e diocesi, di mattina scende nella sua cattedrale dedicata alla santissima assun-zione - chiamata santa Maria Maggiore per distin-guerla da santa Maria del Gonfalone poco lonta-na – e vestito pontificalmente si reca in fine del presbiterio, nel cimitero posto extra la cattedrale e chiuso da un cancello per impartire l’assoluzione ai fedeli defunti. Visita il santissimo sacramento che si conserva dal prevosto nella cappella a sinistra dell’altare maggiore ed ordina di cambiare le ostie ogni otto giorni in estate ed ogni 15 in inverno. trova il tabernacolo maggiore in ogni parte mol-to elaborato con il suo conopeo ed un altro assai decente. di giorno e di notte davanti al Venerabile sono accese tre lampade, due a spese della società del santissimo sacramento e la terza del capitolo. sopra il tabernacolo pende una decente umbella e si trova un ricco baldacchino.nel sacro fonte non trova il sale, forse per l’umi-dità, quindi ordina che i parroci che si recano a battezzare i propri parrocchiani portino tanto sale quanto sia necessario per il battesimo e il super-fluo sia gettato nel sacrario. sopra il sacro fonte ordina di apporre la croce e sopra il cancello del battistero chiavi traverse, per evitare di entrarvi dentro. nel pomeriggio si reca a visitare le sacre reliquie situate nel sacello dei santi orso ed euse-bio, a cornu epistolae dell’altare maggiore, e le trova in gran quantità e ben tenute, tutte però mancan-ti di autentica, perché olim incendiate nell’incen-dio dell’archivio del capitolo allorché si bruciaro-no tutte le scritture tra le quali le autentiche delle reliquie. nella cassa delle diverse reliquie situate dentro la base della colonna del detto altare a cor-nu epistolae ordina di scrivere “diversae reliquiae sanctorum”. fu subito eseguito e vi furono posti anche i sigilli. tra le tante reliquie il vescovo trova varie reliquie di san Paterniano vescovo e patrono della città e della polvere ritrovata nel suo sepolcro nell’anno 1636 che i fisici dell’epoca riconobbero essere polvere delle ossa del santo e degli aromati con i quali fu cosparso il corpo. il vescovo mosso da devozione si offre di fare a sue spese un reliquia-rio per esporle alla pubblica venerazione nella festa del santo e subito chiama l’intagliatore. nella cas-sa invece, nella base della colonna del detto altare a cornu evangelii si conservano ugualmente varie reliquie di santi, ordina di apporvi i sigilli che su-bito furono apposti in cera di spagna. tra le “in-signissimae” reliquie che vi sono, si evidenziano le tre spine della corona di nostro signore e l’intero dito di san Giovanni battista Precursore, oltre il legno della santissima croce. ordina di rinnovare il sigillo alla base del reliquiario in cui si conserva-

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regesto dei documenti

tana nel fondo della villa di carignano spettante ai nobili rinalducci. trova il sacello male ridotto specialmente a cornu evangelii. Viene ordinato di restaurarlo entro un mese e di rivedere il tetto per non creare maggiori danni al fornice.altare dei santi carlo e ambrosio. Vi è retta la confraternita di san carlo borromeo dal 1613 ad istanza di 14 uomini nobili di questa città che ve-stono sacchi cerulei con mozzetta di color rosso. i confrati si riuniscono nella chiesa di san tomasso e hanno l’obbligo di celebrare in questo altare una messa nella festa di san carlo e di sant’ambrogio. Vi è eretta la cappellania della famiglia boglioni, una cappellania francescucci e il beneficio sempli-ce di don francesco Maria Galeazzi. ordina che il sacrista, celebrate le messe, chiuda il cancello.altare della conversione di san Paolo della fami-glia Palazzi: ordina di dipingere la croce nel fronte dell’altare, fermare il gradino di pietra dell’altare a cornu epistolae. in questo sacello è introdotta dal canonico stefano dionisi la devozione verso san Gaetano di tiene, profitente donna Porzia leonar-di, la cui icona è appesa con molte tavole d’argento al muro a cornu evangelii del detto sacello.altare di tutti i santi. il vescovo, avendo visitato precedentemente le reliquie tutte con i loro sigilli e autentiche, ordina di apporre il catalogo del reli-quiario ai cancelli della cappella che è ornata dal-le bellissime pitture del celebre domenichino ed anche di stucchi. il collegio nolfi è tenuto cele-brare le messe. in questo altare è stato trasferito il beneficio di san cesareo dalla chiesa di san filip-po fondato da don cesare Uffreducci, eretto il 17 gennaio 1695.altare del santissimo crocefisso. È altare privi-legiato per i defunti come dal breve di Gregorio Xiii, appeso all’altare. È beneficio della famiglia rinalducci che tiene il canonico Malatesta amiani e fu eretto e dotato da luigi rinalducci. il vescovo elogia la pietà e lo zelo del rettore che con i propri denari, ha ridotto il sacello in forma molto decen-te, provvedendolo di bandella, specchi di vetro con le sue grate di ferro, gradini e fece rifare tutto l’al-tare e lo fece imbiancare. la famiglia rinalducci è tenuta a celebrare una messa cantata all’anno, nel giorno di sant’antonio abbate. Qualora si possa scavare la mensa dell’altare che è di pietra, ordina di porre avanti di 3 dita la pietra sacra e di parlare con l’abbate bagni di chiudere la porta per la qua-le dalla sua casa si discende nel cimitero e, nel caso non lo volesse fare entro 15 giorni, di multarlo di uno scudo per ogni giorno di inadempienza.Visita quindi la sacrestia del capitolo. il vescovo con la solita prodigalità che ha sempre avuto ver-so il suo capitolo, gli dona tutte le sue suppellet-tili, tra le quali il “pulcherrimo” pastorale, calice e

patena d’argento con ordine di fare entro 6 mesi l’inventario di tutti i beni stabili e suppellettili del-la cattedrale.nella sacrestia vi è eretto il suo altare, con l’ico-na della Pietà ed è ornato di tutto l’occorrente per quando vi si celebra, il che avviene qualche vol-ta. nella sacrestia vi è appeso il catalogo della Pia congregazione “vulgo dei cento” che celebra cen-to messe per i sacerdoti defunti.Visita quindi i libri parrocchiali e l’organo e nul-la ordina. in un armadio in funzione di archivio si custodisce il damasco di seta che il vescovo munifi-centissimo ha donato alla cattedrale e al capitolo.asdf, cV, Visite Pastorali, 9, 1710-1711. cc. 1-9r.

1712 il fanese carlo bernabei supplica il capitolo per essere eletto maestro di cappella della cattedrale. si offre inoltre, senza alcun altro emolumento, di in-segnare a cantare ai seminaristi oltre ad insegnare a suonare cembalo, violino e violone. asdf, cc, suppliche, secc. XVii-XViii, “suppli-che dei maestri di cappella”.

1712 il vescovo, avvisato della necessità che ha il coro di essere risarcito, subito ordina, come di preciso suo obbligo, di far risarcire del proprio i gradini ed il pavimento.asdf, aP, cattedrale, b. 14 “sacra congregatione concilii sive etc”, roma, 1828, a stampa, p. 16.

1712 novembre 16 breve di Papa clemente Xi in favore del cav. Giro-lamo nolfi fanese proprietario della cappella dei santi in cattedrale, decorata e abbellita dai fratel-li Guido e cesare nolfi nel 1604, per la riduzio-ne di messe.asdf, ac, Pergamene, n. 756.

1715 ottobre 9nella cappella del santissimo crocefisso della cat-tedrale il vescovo Giberti con tutto il capitolo be-nedice due campane, di cui quella più piccola per la chiesa cattedrale. nella parte esterna della cam-pana è impressa a rilievo l’immagine della beata Maria Vergine e di s. filippo neri, in due luoghi vi sono le armi gentilizie del vescovo e scolpite que-ste precise parole e segni: + ave Maria gratia ple-na dominus tecum + Jo: baptista Gibertus episco-pus fanensis anno domini 1715. Gaspar de landis cesenae fundebat. asdf, “diversorum instrumentorun mentor”, (1604 - sec. XViii), c. 231rv.

1720 dicembre 12l’arcidiacono innocenzo torelli chiede al capitolo “se paresse bene” di cantare la messa dello spirito

santo perché iddio voglia concederci per successo-re un buon pastore. la richiesta è accolta nel con-tempo si ragiona sul da farsi del trono del defunto vescovo Giberti, se venderlo o lasciarlo per coprire l’organo nei giorni più solenni. Viene stabilito di destinarlo a questo scopo.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1702-1720, alla data.

1720 dicembre 27il vescovo Giberti muore all’improvviso, a 84 anni. la mattina seguente viene portato in chiesa, come aveva disposto nel testamento, senza giro e senza pompa e messo in terra, con 6 torce e due fagolotti.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1780, c. 166v. cinque anni dopo il capitolo gli eresse all’ingres-so del coro una decorosa e ornata lapide sormon-tata dal suo ritratto, lavoro di nobile pennello, di-pinto sopra una lastra di peltro da Pietro casalino bolognese.

1721 marzo 5il fanese Giuseppe dionigi dona inter vivos al no-bile Pompeo Zagarelli “un sito o sia luogo di pro-prio dominio” dentro la chiesa cattedrale capace per tenerci un banco lungo circa 5 piedi con sua spalliera e inginocchiatoio davanti, secondo il so-lito uso in questa città per udire la predica ed al-tre funzioni e, in ordine, il secondo luogo verso la parte destra e dalla parte del santissimo crocefis-so, nell’ingresso dalla porta maggiore della chiesa, dove al presente è il banco suo proprio e dietro im-mediatamente al sito e banco senza spalla che pos-siede il sig. domenico Galeazzi”.asP-sasf, not. registro delle polize esibite all’ar-chivio notarile di fano, vol. a, 1716-1758, n. 831.

1721 gennaio 23Giuseppe “zaco” della cattedrale testimonia che il defunto vescovo Giberti ha realizzato, molti anni precedenti, un ostensorio d’argento di 6 libre e 6 ottave e due candelieri ugualmente d’argento da altare e che per realizzare queste opere, aveva ri-cevuto dal maestro di casa, per fondere, un bacile con una sottocoppa, 7 tondini ed altri argenti. da altre testimoniane si rileva che il vescovo conser-vava sotto chiave la croce pettorale di smeraldi e che l’ha lasciata all’eminentissimo da Via, men-tre l’altra croce usuale d’oro smaltata, ugualmen-te da petto, la lasciò alla sua casa “perché di questa era antica”.asdf, spogli, c. 65r-66r.

1726 agosto 13il vescovo alessandro dolfi dona alla cattedrale, per esporle alla venerazione dei fedeli nella solen-nità della beata Maria Vergine assunta, le reliquie dei santi martiri onesto e desideria poste in una

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se predicare sia nell’imminente avvento che nella quaresima nella cattedrale “essendo questa dall’in-cendio accaduto restata tanto male in ordine, tut-ta affumicata e molto danneggiata”. i canonici ri-spondono di sospendere la predicazione per lo stato pessimo in cui si trova la chiesa. asdf,cc, deliberazioni capitolari, 1746-1753, p. 118.

1750il vescovo beni ricostruisce con ingente spesa l’an-tico coro distrutto dall’incendio provocato all'in-curia degfli operai che avevano lasciato nella notte un padellotto di fuoco che, dopo aver riscaldato quei legni, prese fuoco e incendiò non solo il coro ma anche la chiesa ne sofferse. si chiede ad Pon-tefice la licenza di far tagliare gli alberi infruttiferi della mensa per supplire alla spesa.asdf, aP, cattedrale, b. 14 “sacra congregatione Particulari deputate […] cum summario additio-nale”, roma, 1825, n. 3, d n. 2.

1751 gennaio 14il vescovo accorda ai canonici l’elezione e scelta della chiesa per trasferirvi l’ufficiatura in luogo di questa cattedrale finché durerà il lavoro progettato.asdf cc, deliberazioni capitolari, 1746-1753, p. 173. anche il 16 successivo si riparla di scelta di chiesa ad effetto di far eseguire certi meditati lavo-ri: Ibidem, p. 174.

1751 febbraio 9il prevosto espone al capitolo che si era sparsa la voce che il vescovo aveva ideato di voler demolire il volto presentemente intatto della cattedrale per sostituirlo con altro di cannucce instabili ed espo-ste molto facilmente al fuoco in caso di nuovo in-cendio. i canonici decidono di inviare una suppli-ca al vescovo a nome del capitolo “benché questo non avvisato per nulla da monsignore della vocife-rata demolizione di esso volto”, perché desista dal-la ideata supposta impresa e, in ogni caso, “lasci il presente volto reale, rimasto fortissimo ed intat-to in tutte le sua parti nell’incendio ultimamen-te sofferto”.Ibidem, p. 184.

1751 febbraio 17anche nel consiglio cittadino si parla della nuo-va fabbrica del duomo e di un incontro avvenu-to il giorno precedente con il vescovo; alcuni ri-tengono che per la fabbrica è necessaria qualche elemosina in sussidio dell’entrate del Ponte. al-cuni consiglieri sostengono che è una spesa volut-tuaria, che avrebbe tolto denaro ai poveri. Viene convocato immediatamente il consiglio generale. francesco Maria carrara ritiene giusta la richiesta del vescovo che desidera “fare una chiesa migliore

cassa di legno dorata, elegantemente elaborata con sole in mezzo e stelle intorno, ben chiusa e legata con filo di seta di colore rosso, munita del suo sigil-lo piccolo di cera di spagna rossa. lo stesso giorno il vescovo dona un’altra reliquia, posta in una teca uguale alla precedente, con sole e stelle, contenen-te il sacro cranio di san donato martire e parte delle gambe dei santi teofilo e Vittoriano martiri provenienti da luoghi autentici e dal vescovo dili-gentemente riconosciute con le lettere di autenti-ca, per essere poste alla venerazione il giorno della festa della beata Maria assunta.asdf, cc, “reliquie”, n. ril. 29.

1729dall’inventario dei “mobili, biancarie e argenti del-la sagrestia della cattedrale redatto in quest’anno” risultano, tra le altre pianete, le due appartenen-ti al vescovo Giovan battista Giberti che vengono così descritte: […] “Un’altra Pianeta paonazza di lama d’argento trinata d’oro con stola e manipolo, con trine d’oro con fodra di taffetà paonazzo con l’arma di monsignor Giberti. Una pianeta verde di lama d’argento con trine d’oro, stola e manipolo simili, fodrata di taffetà verde con l’arma di mon-signor Giberti.”asdf, cc, sacrestia. inventari, reg. 53.

1733 giugno 6Muore il vescovo alessandro dolfi a 78 anni e vie-ne sepolto sull’ingresso del coro dalla parte del-la sacrestia e sulla parete dietro al trono, presso la cappella del santissimo sacramento, viene scolpito il suo monumento funebre.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1780, c. 182v.

1733 ottobre 6il prevosto Pietro Galassi riunisce il capitolo e rife-risce che il canonico angelo Gasparoli aveva avuta commissione dal vescovo Giacomo beni di prende-re il possesso del vescovado, il più presto possibile. Viene stabilito di acconsentire subito nella matti-nata. lo stesso Gasparoli prega i canonici a volergli prestare il trono che era del defunto vescovo dolfi, ora spettante alla sagrestia e gli viene accordato.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1729-1735, p. 354.

1733Viene esposta la reliquia della santissima croce per il bisogno che ha la campagna e viene esortato il vescovo a dare la metà della cera, perché il capi-tolo avrebbe dato l’altra metà.asdf, aP, cattedrale, b. 14 “sacra congregatione concilii sive etc”, roma, 1828, a stampa, p. 26.

1734 marzo 11il proposto Pietro Galassi riferisce al capitolo che

il canonico alessandro alessandrini, come camer-lengo della sagrestia, avrebbe acquistato dai cano-nici l’apparato paonazzo del trono, già stimato da periti paoli 25, per essere tutto rovinato dai tarli.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1729-1735, pp. 433-434.

1735 giugno 28il prevosto partecipa ai canonici la richiesta del ve-scovo che desidera esporre la reliquia della santa croce per implorare dal signore la pioggia per il bisogno della campagna.Ibidem.

1736 novembre 22il prevosto suggerisce ai canonici che “stante il ga-stigo che ci manda il signore iddio per li nostri peccati con il male contagioso delle bestie bovine, sarebbe stato opportuno fare delle preghiere all’al-tissima croce per placare l’ira divina” e la propo-sta viene accolta.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1736-1745, alla data.

1737sono registrati pagamenti per risarcire il colmo del tetto della sagrestia, quello dell’archivio, quello so-pra i mantici, la casa del sagrestano, il solaio dove si fa la congregazione ed il canale del cortile.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1733-1739, c. 238r.

1737 novembre 13il canonico bartoli riferisce al capitolo che monsi-gnor vescovo desiderava esporre il legno della san-tissima croce “acciò voglia il signore darci tempo sereno e fare cessare le continue piogge che impe-discono il seminare”. tutti i canonici approvano questa santa devozione.Ibidem, asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1736-1745, pp. 80-81.

1748indulto di un altare privilegiato solamente per i canonici da determinarsi dal vescovo che destina quello di san Girolamo.asdf, cc, Pergamene, n. 16.

1748 aprile 2nella cappella rinalducci “fu stimato l’altare ma-gnifico nella nobile cappella rinalducci sotto l’in-vocazione di s. Girolamo dipinto detto santo in tela a piè del crocifisso in compagnia di s. Pater-niano protettore principale della città”.asdf, cc, deliberazioni capitolari 1746-1753, p. 70.

1749 novembre 4il vescovo chiede il parere ai canonici se si doves-

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della presente” per dar maggior culto a dio, men-tre il conte rinaldo di Montevecchio approvando questo proposito ritiene di convocare una nuova assemblea con l’intervento del Pontiniere vecchio e nuovo per conoscere la disponibilità dell’ente. il 25 febbraio si riunisce il consiglio generale per l’elemosina chiesta dal vescovo per la fabbrica del duomo. il conte rinaldo di Montevecchio ritie-ne che si debba pensare alla sicurezza della chie-sa e per ottenerla occorreva inviare una inibizione al vescovo perché non ponga mano alla fabbrica senza prima informarne il pubblico. aggiunge che bisogna pensare alla perizia che, sebbene fatta dal conte berardi, va meglio considerata. andrea Ga-brielli crede che il vescovo, prima di parlare d’ele-mosina, avrebbe dovuto cautelare la comunità sul-la sicurezza e perfezione della fabbrica perché “il gettare a terra la vecchia chiesa è cosa facile, il ri-edificarla poi è difficile”. Girolamo nolfi dice che avendo tutta la stima di monsignor vescovo ritiene che “far gettare giù il volto di mezzo e lasciar sta-re gli altri due, ciò, a giudizio di qualsiasi disegno, non regge” perché mentre l’uno sarà molto alto, gli altri due molto bassi. inoltre ricorda che fu sta-bilito dal nostro statuto che un eletto insieme al vescovo e un canonico dovessero ricevere i relitti e legati per riparare la cattedrale e quindi, “ritiene che si dovesse pregare il vescovo di avere la bontà di non far gettare a terra questo volto, conservatoci tanto lungamente dalla sua robustezza e con tan-to zelo dei nostri antichi e che ben volentieri se gli serve qualche somma per riparare i danni ricevuti dall’ultimo incendio, gli si dia”. filippo simonetti ritiene di dover prolungare la questua finché du-rerà la fabbrica e che si debba abbracciare il par-tito di Girolamo nolfi. rinaldo di Montevecchio che si mandi il partito per l’inibizione, cosa neces-saria perché la chiesa alla fin fine dovrà essere in-teramente rifabbricata col danaro del Ponte, anzi può dire che il vescovo aveva supplicato addirittu-ra il Papa per farla a spese dei luoghi Pii, benefici e cappella, ma non gli è riuscito. la fabbrica di-pende dalla vita pur troppo cagionevole, riguardo all’età ed allo stato podagroso del vescovo che se per disavventura mancasse, in quale stato rimar-rebbe la chiesa? Quindi ribadisce la sua idea dell’i-nibizione e di inviare due eletti a riferire al vescovo i sentimenti del consiglio.asP-sasf, asc, consigli, reg. 210: cc. 21r, 24rv, 31v e 33r.

1752 aprile 5il can. bartoli partecipa al capitolo di aver invia-ta una lettera al curiale spinelli di roma con una descritta informazione su tutti i punti sui quali il capitolo ha ragione di reclamare contro la condot-ta tenuta dal vescovo nella costruzione del nuovo

coro che ha prodotto tanti ben noti disordini e liti tra i beneficiati e mansionari, con danno special-mente del servizio di dio.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1746-1753, p. 255

1752 aprile 28la sagra congregazione dei riti ordina al vesco-vo di sentire i canonici, oratori del memorale, e di rimediare restituendo il coro all’antica struttura o a modificarlo come era in precedenza. lo stesso giorno si discute del disuso della lampada ardente davanti all’altare maggiore iniziato da quando si è bruciato il coro e che anche la corda della lampada, caduta e rotta, è inutilizzabile. Volendo i canonici restituire all’altare l’antico lume, viene presentato il problema se restaurare la lampada o rinnovarla. Ibidem, pp. 265-266.

1752 luglio 24in questo giorno i canonici si congregano non nel solito luogo della sagrestia grande canonicale, per-ché occupata dalle maestranze che l’imbiancano, ma nella piccola sagrestia canonicale situata alla si-nistra di chi proviene verso l’altare della sagrestia maggiore. Questa piccola sagrestia è utilizzata dai canonici per la preparazione per la santa messa ed anche come deposito di varie suppellettili sacre.Ibidem, p. 287.

1752 settembre 28Muore il sig. andrea ciavarini mansionario del-la cattedrale, di anni 54 compiti il 30 agosto pre-cedente.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1780, c. 218v.

1752 ottobre 12il camerlengo della sagrestia lotrecchi propone la necessità di restaurare le statuette di legno inargen-tate che si espongono nelle solennità sopra l’altare maggiore, perché rotte in alcune parti e tutte an-nerite. si discute a lungo sulla competenza di tale spesa se al vescovo a cui incombe la manutenzione di tutta la chiesa o alla sagrestia che deve provvede-re pianete e camici per i canonici ed altri celebran-ti. Viene deciso, che essendo poca spesa, la esegua il camerlengo.Ibidem, p. 309. le statuette vengono aggiustate da Paolo Grilanda e indorate dall’amagliani mentre diambrini indoratore dipinge e indora le due ag-giunte della scalinata dell’altare maggiore.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1747-1755, c. 91r.

1753 febbraio 2il camerlengo riferisce che la sagrestia ha provve-duto per “ornamento e maggior decoro e decenza

della nostra chiesa cattedrale” a risarcire e inargen-tare di nuovo le sei statue e che molti credevano che la sagrestia avesse terminato la decorazione dell’altare con le cartelle d’argento di ragione della medesima sagrestia da lavorarsi in roma. il camer-lengo viene incaricato di procurare le cartelle da la-vorarsi “col miglior gusto e magnificenza possibile” e con la minore spesa.Ibidem, p. 340.

1753 aprile 30il camerlengo espone che il lumino posto a terra nel finestrino dell’altare maggiore in onore del san-to protettore fortunato non si poteva salvare “dalla infestazione de sorci” e chiede il parere ai canonici sull’opportuno provvedimento. egli stesso propone di levare dal piano terra il lumino e di porre, elevata nel medesimo finestrino, una piccola lampada so-stenuta da un bracciolo rappresentante un angiolet-to. altri sostengono che siccome fino agli anni pas-sati vi è stata permanente la lampada pendente in mezzo alla tribuna in faccia all’altare, si potrebbe ri-tornare all’antico appendendo nuovamente, nel me-desimo luogo, la lampada. altri invece sostengono che non era possibile ripristinare la lampada nel sito originale, tanto più che la stessa lampada, bruciatasi la corda e precipitata, è in frantumi. c’è anche chi fa presente che la lampada e l’aggiustamento della medesima spetti al vescovo a carico del quale è tutta la chiesa, e “specialmente la manutenzione dell’alta-re maggiore, suppellettili et ornamenti del medesi-mo e che i defunti precedenti vescovi Giberti e dol-fi provvedevano e somministravano continuamente l’olio per la lampada che si accendeva et ardeva nelle funzioni”. Viene anche riferito che la lampada ora inservibile è stata provveduta dal vescovo come an-che quella inservibile d’argento, data dal vescovo di allora mons. diotallevi. alcuni soggiungono che la posizione della lampada in mezzo alla tribuna da-vanti all’altare non convenga nelle chiese cattedrali. altri invece che il cerimoniale dei vescovi dispone la posizione della lampada proprio davanti all’alta-re maggiore Ibidem, p. 356.

1753 ottobre 15il canonico segretario lodovico bertozzi fa presen-te al capitolo che il vescovo ha ideato di disfare l’antico pavimento della cattedrale per sostituirlo con uno nuovo e ha già determinato di interve-nire nel presbiterio. i muratori gli hanno riferito che il vescovo ha già dato ordine non solo di ri-muovere ma di levare totalmente tutte le memorie e lapide sepolcrali dei Vescovi defunti “che sparse sono sulla faccia del pavimento si del presbiterio che della chiesa sul riflesso che mal convenga in un pavimento nuovo sepolcri vecchi e ormai consun-

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1758 gennaio 8il capitolo affida all’architetto Vichi l’incarico di realizzare un disegno di poca spesa per il magazzi-noche viene poi realizzato da mastro Giuseppe sel-velli che compie le perizie il 22 agosto 1758.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1753-1760, c. 91v.

1759 settembre 12Processo per il furto di una lama d’oro con gallone dal paliotto d’oro posto in una credenza alta, di le-gno di abete, posta sotto l’organo della cattedrale, a mano destra dalla parte della sagrestia quando si entra in chiesa, davanti alla quale era accostato un banco di legno. Viene esaminato il paliotto “fat-to di bavette d’oro, foderato di tela ordinaria con cornici di legno dorato, lungo braccia 4 e un ter-zo” secondo la perizia del maestro Giacomo figa-dini. il processo si svolge contro liborio Galletti di Urbino abitante a fano, apprendista barbiere e aiuto sacrestano che racconta di aver trovato il gal-lone d’oro allorché “mi portai a fare i miei bisogni in una stanza ossia vicoletto presso il cimitero del-la medesima chiesa e dove sono soliti andare a ciò fare anche tutti i preti, così nel fare detti miei bi-sogni, stando colà un pietrone, osservai sotto detto pietrone un pezzo di carta […] era una carta con le note da canto a forma di quelle che tengono i musici. Mi nascosi su per la scala dell’organo la di cui porta corrisponde nella sagrestia dei beneficiati e nascosto, aspettai mezzo giorno, poi andai a ru-bare e aspettai fino all’ora del vespro. Quindi ho aperto la porta che corrisponde nel cortile del Pa-lazzo Vescovile, come pure la porta della sagrestia e quando il sacrestano si portò al campanile per suo-nare il vespro, io feci presto a scendere giù dal det-to organo, uscire dalla sagrestia e poi, per la porta aperta della chiesa, arrivare al cortile senza essere veduto da alcuno”. il 31 ottobre il vescovo ordina di dimettere il ladro dalle carceri e di esiliarlo dal-la città e diocesi.asdf, aP, cattedrale, b. 16. 1759 ottobre 14il vescovo ordina al proposto Pietro Galassi ed al canonico penitenziere andrea Gasparoli di ulti-mare entro, sei mesi, il confessionale spettante alla prepositura e alla penitenzieria nella cattedrale, uniforme agli altri da lui fatti fare “acciò non resti deturpata la chiesa” e che entro un mese presenti-no alla curia il contratto fatto con l’artefice per la struttura del confessionale.asdf, cV, Visite Pastorali, b.15, alla data.

1760il camerlengo canonico Marco brunetti registra la

te dall’antichità le iscrizioni”. il bertozzi sostiene che il capitolo deve avere certezza di questo ordi-ne, che è necessario insistere con tutte le forze per la manutenzione dei monumenti e lapidi ed iscri-zioni sepolcrali dei nostri vescovi defunti, invian-do una rispettosa rappresentanza di due canonici che, a nome del capitolo, chieda al vescovo “giu-stizia e discernimento” nelle richieste che “dirette sono a mantenere la memoria degli antichi vescovi di questa chiesa e de’ loro egregi fatti, essendone fra essi stati degli illustri o per pietà o dottrina o per distinte cariche valorosamente sostenute e fi-nalmente, non potiamo non promettervi l’intento da mons. suddetto a questa nostra istanza, qualora seriamente rifletter voglia alle necessità onde trova-si l’ecclesiastica istoria nostra di autorizzar se me-desima mercè i manifesti publici e legali documen-ti delle iscrizioni sepolcrali e lapidi antiche. Quali rimovendosi e disperdendosi verrebbero rimossi dalla sudetta storia fondamenti essenziali su qua-li essa sostiensi e sussiste”. tutti i canonici espri-mono unanime consenso nella decisione di prote-stare, da parte del capitolo “per la manutenzione di tutti e singoli monumenti e lapide ed iscrizioni sepolcrali ne’ loro luoghi ove sono sempre state e trovansi di presente sopra i sepolcri de’vescovi sul-la faccia del pavimento del presbiterio e delle navi della chiesa cattedrale”. Ibidem, p. 374.

1753 ottobre 19il vescovo risponde alla richiesta del capitolo so-stenendo che non riteneva adatto un pavimento nuovo insieme a pietre sepolcrali antiche alcune corrose dal tempo, in particolare in qualche iscri-zione e che, per questo, aveva ordinato di levare tutte le antiche pietre e memorie sepolcrali dei ve-scovi. tuttavia egli accetta la richiesta del capitolo e assicura di ritirare l’ordine di demolire le lapidi ed iscrizioni dei vescovi lasciandole sopra i loro se-polcri sparsi nella navata maggiore e di avere tut-ta la cura e rispetto per la memoria ossia iscrizione importante di monsignor Gheri lasciandolo nella maniera in cui fino a quel momento si trova. re-lativamente alla lapide del vescovo diotallevi, uni-ca lapide ai piedi dell’altare maggiore in mezzo del Presbiterio levata, assicura che avrebbe dato ordi-ne di collocarla in qualche luogo conveniente della cattedrale e dove fosse di più piaciuto al capitolo. il vescovo aggiunge che avrebbe ritirato l’ordine ed espressamente comandato che “fossero lasciati tali quali esistono fino al presente ne’ loro rispettivi luoghi e sepolcri, quantunque antichi e alquanto in alcune lettere consunti”. il camerlengo del ca-pitolo fa presente di aver trovato in occasione della rinnovazione del pavimento gli stipiti della pietra sepolcrale, cioè il coperchio del sepolcro dei cano-

nici, consunto e chiede di poterne fare di nuovi, tanto più che altri proprietari di sepolture erano disposti a simili restauri e rinnovazioni.Ibidem, pp. 377-379.

1753 novembre 6Viene riferito che la lapide sepolcrale ed iscrizio-ne già esistente ai piedi immediatamente dell’altare maggiore, in mezzo al presbiterio della cattedrale, non solamente era stata rimossa dal luogo, in cui esiste il sepolcro del vescovo diotallevi, ma che, dopo essere stata portata fuori dalla chiesa e qui abbandonata, era pervenuta nelle mani degli scal-pellini dai quali era stata pubblicamente spezzata e ridotta in più lastre senza farne parola col ca-pitolo con cui si era accordato il vescovo. ed ora, terminato il pavimento, non esiste più alcuna me-moria di questo vescovo, tanto benemerito sia per il vescovado che per la chiesa, tanto che i canonici furono del parere di dedicargli qualche memoria. dopo questo fatto i canonici sono dell’avviso di provvedere alla manutenzione dei sepolcri e lapidi e iscrizioni sepolcrali, allorché si porrà mano alla rinnovazione del pavimento della navata di mezzo, in cui sono collocati i rimanenti sepolcri dei vesco-vi, visto che il vescovo ha promesso di lasciare in-tatti quei monumenti.Ibidem, p. 385. il testo completo della lapide com-memorativa del vescovo diotallevi è riportata da f. Gasparoli, Li marmi ornati, cit., c. Masetti, Sto-ria della chiesa fanese, cit., vesc. diotallevi, pp. 3-4.

1757il camerlengo Giuseppe lotrecchi spende scudi 53.96 in un armadio di noce costruito da maestro bartolomeo Mencucci fra legno, fattura e viag-gio di consegna. altri scudi 9.35 vengono pagati all’ottonaro erchiliano salvi per pomi, bocchette grandi e piccole d’ottone dorato e per tre campa-nelle per suonare la messa. lo stesso mastro Men-cucci realizza un tavolino di noce per mettere nel-la sagrestia nuova, un paliotto di abete per l’altare della sagrestia, pitturato e verniciato da Germano, una predella di noce, un crocefisso da mettere nella sagrestia e sedie coperte di cuoio cremisi. asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1753-1760, c. 35rv.

1757 novembre 9sebastiano ceccarini si obbliga con Giovanni ron-dina, economo del collegio nolfi, di eseguire entro 4 anni le copie di tutti i quadri della cappella nolfi di mano di domenico Zampieri, per scudi 30 per ciascuna copia dei 15 quadri grandi e per scudi 20 dei 4 ovatini, a proprie spese di telai, tele e colori. asP-sasf, asd, beneficenza nolfi, b. 129/4, carteggio e scritture per riattamento della cap-pella nolfi.

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spesa di 10 bolognini per accomodare il bancone dove stanno i canonici alla predica.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1756-1774, c. 79.

1761il camerlengo Giuseppe bartoli annota tra le spe-se straordinarie quella dei candelieri d’argento e di legno realizzati su disegno del Vichi e intagliati dall’intagliatore Patrizi e poi indorati. ben quattro i disegni fatti venire da roma per una buona scelta fatta dal vescovo. il maestro falegname bartolomeo Mencucci assicura i piedi dei candelieri.Ibidem, c. 90v.

1762si eseguono lavori alla cappella dei santi e si ac-quistano 97 toppi di calce spenta dal collegio del-le orfane, asP-sasf, corporazioni religiose soppresse, or-fane, reg. 3, p. 56.

1762Prospero selvelli esegue la perizia del magazzino.Ibidem, c. 105r.

1762bartolomeo boroni argentiere romano, che ha la-vorato nella cappella pontificia della basilica Va-ticana ed in altri luoghi cospicui e ragguardevo-li, esegue 6 candelieri con croce. intermediario il cardinale Marcolini. il 15 agosto 1762 i candelieri vengono esposti in cattedrale alla venerazione del clero e popolo.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, “Memorie di amministrazione, vol. 1759-1762, all’anno1762. il vescovo contribuisce con il ricavato di 10 some di grano. Ibidem, sacrestia. entrate ed uscite, 1756-1774, c. 101r.

1762Mastro bartolomeo Mencucci falegname lavora per la sagrestia, aggiusta una credenza, realizza un candeliere per la settima ed altro per riporre i can-delieri d’argento.Ibidem, c. 105v.

1762si aggiusta il tetto della sagrestia verso il giardino del vescovo e si eseguono lavori alla porta del cimi-tero nello stradino.Ibidem, c. 108.

1762Pei i lavori alla cappella nolfi vengono acquistati 97 toppi di calce smorzata venduta dal collegio per bisogno della cappella dei santi in domo col con-

senso del padre Preposito dell’oratorio.asP-sasf, orfane, reg.3, p. 56.

1762 marzo 29il canonico Marco brunetti fa da garante di seba-stiano ceccarini ai consuperiori del collegio nol-fi per proseguire e terminare celermente la copia di tutti i quadri dello Zampieri della cappella nolfi. il lavoro, contrattato fin dal 9 novembre 1757 era rimasto imperfetto per l’assenza del ceccarini in servizio del papa. il pittore doveva restaurare tutte le pitture della cappella, ridurre al meglio l’ado-razione dei Magi, terminare le copie e dipingere nel cupolino il Padre eterno ricavato dall’embrio-ne che vi era, per 160 scudi moneta romana. Vari gli acconti, fino al saldo del lavoro il 20 dicembre 1763 e altri 24 scudi e baiocchi 24 per mancia.asP-sasf, not., fontana Giambattista volume d, alla data.

1762 agosto 26Germano bianconi contratta la ripulitura dell’alta-re della cappella nolfi, l’imbiancatura di tutti gli stucchi e di rifarli dove mancano, ripulire gli ori, colorire i fondi e gli ovali, per 80 scudi. il bianco-ni richiederà una maggiorazione per aver dorato il cupolino, non previsto. Giovanni fabbri scalpelli-no di sant’ippolito presenta la sua perizia per re-staurare e ripulire e riportare i marmi dove man-cano, tanto le pilastrate quanto i due depositi, il capellone, statue ed altro. inoltre il quadro di mez-zo del pavimento occorre (riunirlo?), lustrarlo e ripulirlo. Mancano 72 ottagoni bianche, punte e quadrelli rossi mancanti circa 20.asP-sasf, asc, beneficenza nolfi, b. 129, car-teggio e scritture per il riattamento della cappel-la nolfi.

1764in onore di monsignor orsi “nostro nuovo vesco-vo” si cantò la messa cantata e te deum con la spe-sa di sc. 18.78.2, di cui 10.92 al maestro di cap-pella per la musica e suoni, di baiocchi due a chi portò il violone e il violoncello, di sc. 2.70 per i falegnami che fecero il palco per “li musici e so-natori”. nell’occasione si ornò l’orchestra, si pose l’arma alla porta della chiesa e furono sparati mor-taretti “piccoli e grossi”.asdf, cc, capitolo entrate ed uscite, 1753-1779, c. 256r.

1764 giugno 16“Giorno di sabbato, a ore due e tre quarti di notte passò all’eterno riposo monsignor vescovo di fano Giacomo dei conti beni di Gubbio da tutta la città e diocesi compianto per le sue rare virtù e partico-lare carità verso li poveri”.asdf, aP, Parrocchia di sant’andrea in Villis, Ma-

trimoni, 1725-1864. la lapide sepolcrale è ador-na dello stemma dei conti beni e rappresenta un grande aquila bicipite che lo contiene in petto e lo scudo o capo è diviso in due parti. nella superiore in fondo bianco o argento è pure l’aquila, corona-ta con le ali spiegate, nell’inferiore in fondo giallo è una barra nera con scacchi bianchi che diago-nalmente l’attraversa. sotto lo stemma l’iscrizione.

1764 novembre 13il pontefice clemente Xiii elegge vescovo di fano monsignor Giovan battista orsi bolognese, per le sue rare virtù e dottrina e ne prende possesso il 26 dicembre successivo. allegrezza generale in tutta la città, ma anche per tutta la diocesi, per ringraziare il signor iddio per avere ottenuto un sì degno pastore.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1761-1778, cc.79r-81v.

1764 dicembre 26Prende possesso del vescovado monsignor Gio-van battista orsi bolognese, per le sue rare virtù e dottrina promosso al vescovado dal pontefice cle-mente Xiii. allegrezza generale in tutta la città, ma anche per tutta la diocesi, per ringraziare il si-gnor iddio per avere ottenuto un sì degno pastore.asdf, cV, Visite Pastorali, 1756-1774, c.

1765 il magistrato ordina di esporre il legno della san-ta croce. asP-sasf, asc, culto, cart.9.

1765 gennaio 11 breve di Papa clemente Xiii, diretto al vescovo Giovanni battista orsi, con cui viene concessa la facoltà di dare al popolo la benedizione papale due volte all’anno, il giorno di Pasqua e in un altro giorno festivo a sua scelta.asdf, ac, Pergamene, n° 1066.

1768il sig. barbieri ripittura la zocca nella sagrestia nuo-va e aggiusta un quadro della sagrestia e tra pittura, tela e legno riceve 69 bolognini la cornice grande della sagrestia viene indorata dall’amagliani.asdf, cc, capitolo. entrate ed uscite, 1753-1779, c. 209v.

1768sebastiano ceccarini ripulisce il quadro grande della sagrestia con la spesa di 2 scudi e 5 bologni-ni. altri 5 bolognini vengono spesi per “portatura di detto quadro”.Ibidem, c. 209r.

1768i signori Mancini ricevono per l’orologio nuovo 48 scudi. Prospero betti disegna e numera il qua-

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1781 giugno 3Primo giorno di Pentecoste. “alle undici viene sen-tita una scossa di terremoto assai forte e dopo 5 minuti viene sentata un’altra scossa, ma meno for-te della prima. cadono la croce e il piedistallo del campanile di san silvestro, tre mattoni nella faccia-ta della cattedrale e si apre la volta della cupola nel-la chiesa di san Paterniano. a cagli vengono diroc-cate quasi tutte le case e la popolazione è costretta a stare fuori di città. i morti sono più di cento e 150 i feriti. la maggior parte dei morti si sono trovati nella cattedrale che diroccò quasi tutta. il canoni-co che celebrava la messa e molti fedeli rimasero schiacciati sotto le rovine della cupola. si salvano il vescovo ed i canonici che si trovavano in coro a recitare l‘offizio. il 5 successivo l’arcidiacono dice che sarebbe cosa molto lodevole se il capitolo fa-cesse un triduo esponendo la santissima croce per pregare il signore per liberarci dal flagello del terre-moto che spesso si fa sentire. fu stabilito di iniziare il triduo la sera del prossimo mercoledì 6 giugno”.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1779-1796, c. 41r.

1781 luglio 1nell’inventario dello spoglio delle suppellettili sa-cre pervenute alla sagrestia per la morte del vesco-vo Pellegrino consalvi, tra gli altri beni si trova un pastorale, un piviale, una croce d’oro, l’anello col zaffiro contornato di grossi brillanti, una sottocop-pa d’argento, una veste paonazza per il faldistorio e uno strato con due cuscini per il genuflessorio della chiesa, una mitria del capitolo ricamata con pietre.Ibidem, c. 148v.

1781 dicembre 7Viene riconfermato a maestro di cappella dome-nico Vici.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1779-1796, c. 48v. l’11 maggio 1782 il prevosto comunica al capitolo che il nuovo maestro di cappella domeni-co ferri Vici per sempre più abilitarsi nell’arte del-la musica aveva determinato di portarsi in Urbino per studiarla con serio impegno e chiedeva licenza al capitolo confermando in sua assenza il signor ra-steili. ivi, c. 56v. Vici viene rifermato il 27 dicembre 1782: ivi, c. 68r. e il 21 dicembre 1785: ivi, c. 104r.

1782 marzo 1Per l’arrivo imminente del papa Pio Vi di passag-gio per fano il vescovo desiderava far apparare nel-la cattedrale l’altare del santissimo sacramento e l’altare maggiore.Ibidem, c. 54r.

1782 giugno 4sulle ore 18 il pontefice, di ritorno da Vienna per roma, ripassa per fano dove viene accolto nella

drante dell’orologio mentre il signor brizi indora e argenta il detto quadrante.Ibidem, cc. 211v-212r.

1768 dicembre 15 “fu ritrovata in chiesa di questa cattedrale sulle ore 15 in circa una putta morta, la quale era posta sul banco de’ sig. abbondanti, ultimo nella parte del-la cappella di s. carlo. laonde avendone io data parte alla cancellaria vescovile ed avendone questa per ordine di monsignor Vicario Generale fatta la perquisizione a mia istanza ed avendola ritrovata con segni cristiani, cioè con un brevetto et un cuo-re dove dentro vi si suppone che vi fossero devo-zioni, perciò da detto monsignore Vicario Genera-le mi fu spedito l’ordine che qui annetto che fosse sepolta in questa chiesa cattedrale”.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1780, alla data.

1769si realizza la strada davanti al magazzino.Ibidem, c. 232r.

1769 febbraio 26il canonico lotrecchi fa presente al capitolo di aver saputo che il vescovo rifaceva i troni della cattedra-le e portava via i vecchi, che appartengono alla sa-grestia. il 1° aprile successivo lo stesso canonico ri-ferisce che il vescovo aveva restituito i troni vecchi.asdf, ac, deliberazioni capitolari, 1761-1778, cc. 194-195.

1770 maggio 17il vescovo ha sospeso alcune sepolture della chie-sa perché vanno sotto gli altari e si è osservato che monsignor beni non le aveva mai sospese benché ne conoscesse l’esistenza per aver rifatto tutto il pa-vimento mentre altre le aveva sospese in altre chie-se, quindi è credibile che il vescovo abbia usato una tal tolleranza con qualche speciale ragione o facoltà.Ibidem, c. 226r.

1773il camerlengo annota la spesa straordinaria di 15 bolognini ai campanari per aver suonato le campa-ne nella festa delle sacre spine.asdf, capitolo. entrate ed uscite, 1753-1779, c. 200r.

1774 il signor albini riceve uno scudo per una crocet-ta ed anello fatto con la sua pietra verde tra fattura ed altro, servito per mettere al fu monsignor orsi.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1756-1774, c. 316r.

1774Monsù ferrier aggiusta la croce grande d’argento cascata dall’altare maggiore il giorno di tutti i san-

ti con una spesa, tra argento e fattura, di 4 scudi.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1756-1774, c. 316r.

1774 dicembre 26“Giovambattista de conti orsi patrizio bolognese e Vescovo di questa città di fano in età di anni 59 in circa dopo avere retta quella chiesa di fano per anni 10 in circa, dopo aver ricevuto tutti i sacra-menti e finalmente il santo sacramento dell’estre-ma unzione, il quale da me infrascritto curato fu amministrato senza ’intervento del suddetto rev. capitolo per essere assai di buon mattino, assistito dal suddetto sig. prevosto cupis, da me infrascrit-to curato e da altri zelanti sacerdoti, passò da que-sta all’altra vita il di 26 suddetto a ore 19 in circa. il giorno delli 28 suddetto dicembre fu esposto il suo cadavere nell’anticamera del Palazzo Vescovile con quattro fagole accese, dove intervennero le re-ligioni, una dopo l’altra, a dire il notturno de’ mor-ti e la sera ad una ora di notte fu trasportato nella chiesa di questa cattedrale con l’intervento del rev.mo capitolo con 24 torce accese. la sera poi del giorno 30 di detto dicembre, alle ore 3 in circa gli fu data sepoltura ecclesiastica in questa chiesa cat-tedrale entro il presbiterio avanti la croce dell’alta-re maggiore”.asdf, aP, cattedrale, Morti 1628-1780, alla data.

1775 ottobre 11“coll’occasione che c’è il bianchino che ha im-biancato la chiesa” si decide di far imbiancare an-che la sagrestia. Viene stabilito anche di far rifare da carlo Magini “buon ritrattista [che] esibisce di farlo per 25 paoli, e si spera che lo farà anche per meno” il ritratto di monsignor Giberti che si tro-va sopra la sua lapide, vicino al trono che “è tanto scrostato e rovinato che ormai non si conoscerà” perché non si perda totalmente la memoria del be-nemerito Vescovo di questa chiesa. asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1761-1778, c. 322r.

1777il camerlengo paga 40 bolognini al pittore Pater-niano fanelli per la pittura delle due fagole con lo stemma del vescovo e del Governatore ed uno scudo e 50 bolognini per aver pitturato gli stemmi di le-gno dei due prelati posti sopra la porta della chiesa.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1775-1786, c. 92r.

1779 gennaio 27il vescovo consalvi dona alla comunità una lapi-de antica che per ordine del Gonfaloniere e Priori viene collocata nella loggia anteriore della sala del Palazzo Priorale.asP-sasf, asc, depositaria, reg. 391, c. 42r.

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regesto dei documenti

pubblica piazza dal vescovo, magistratura, milizia pedestre ed equestre, sparo di cannoni etc..Ibidem, cc. 59v-60r.

1784 febbraio 8il camerlengo della sacrestia riferisce che la confra-ternita dello spirito santo gli ha proposto la vendita di una macchina ed ornamenti che si sarebbe potuta usare per abbellire e rendere più decente il sepolcro che si fa nella nostra chiesa il Giovedi santo. i cano-nici e specialmente il canonico Giacomini sostiene che non riteneva giusto “comprare gli avanzi degli altri e quegli addobbi che in altre chiese sono stati più volte esposti alla vista del pubblico e qui tutti gli altri canonici acconsentirono”.Ibidem, c. 86r.

1785 novembre 29il capitolo dispone di far fare un ritratto a sue spe-se, incaricandone i canonici borgogelli e Giacomi-ni, “dell’illustrissimo monsignor bertozzi vescovo di cagli, Prelato che colle sue distinte virtù, dot-trina e pastoral zelo accresce tanto splendore al no-stro capitolo, essendo prima stato teologo di que-sta cattedrale”.Ibidem, c. 102r.

1786 novembre 13Per l’elezione del nuovo maestro di cappella, il prevosto fa leggere la supplica di Vincenzo rastrel-li con alcuni attestati dei suoi maestri di bologna, della sua abilità per questa carica ed un’altra di un tal Gerboni, maestro di cappella in apiro, insieme con i suoi requisiti. Mandata a partito, il rastrelli ottenne la nomina.Ibidem, c. 114v.

1787 febbraio 2il prevosto alessandrini prima del vespro chia-ma i canonici ai quali partecipa “la funesta trage-dia della repentina morte del vigilantissimo e ze-lantissimo vescovo monsignor Pellegrino consalvi di Macerata seguita alle ore 19 di questo giorno, poco lungi dalla chiesa di rosciano andando in le-gno verso le tavernelle per osservare un mosaico ritrovato nella possessione della mensa vescovile. la notizia provoca gran confusione e rammarico avendo poco prima il degnissimo prelato fatta la funzione della benedizione delle candele e dopo l’evangelio una fervorosa omelia secondo il suo in-defesso zelo nel predicare la divina Parola”. il ca-nonico bellini ed il segretario furono incaricati di mette le biffe col sigillo del capitolo alla cancel-leria e all’archivio vescovile. dopo varie nomine, fra cui quella di deputare un canonico per la pro-fessione di fede che doveva fare la sua nipote nel monastero di san filippo, vengono deputati a viva voce l’arcidiacono achilli e il canonico Giacomini

“per portarsi in faciem loci per fare un atto di giu-risdizione capitolare sul cadavere e fu parimente deciso che di sera si dovesse trasportare il cadavere in episcopio e che tutto il capitolo in abito e il se-minario con i mansionari lo dovessero ricevere alla porta del palazzo come fu eseguito”. il canonico brunetti è incaricato di fare l’orazione funebre in lode del vescovo defunto.Ibidem, cc. 119r-121v.

1787 febbraio 5“Memoria: questa mattina si tenne esposto il cada-vere [del vescovo consalvi …] fu fatta la sepoltu-ra tra il pulpito ed il trono in faccia al medesimo e ciò per notare il suo zelo indefesso nel predicare la divina parola. nel fare una tal sepoltura fu ritrova-to il corpo di monsignor Giovan battista alfieri di Monte alboddo vescovo di questa chiesa, morto il 17 settembre 1676”.Ibidem, cc. 125v-127v.

1787 maggio 20dopo il vespro viene cantato il te deum per ren-dere grazie al miracolosissimo legno della santa croce per essere stati esauditi nelle orazioni fatte per ottenere la serenità nei giorni trascorsi a cui in-tervennero le compagnie, il magistrato, molta no-biltà ed immenso popolo.Ibidem, c. 143r.

1787 dicembre 30il maestro Vincenzo rastrelli viene rifermato mae-stro di cappella del duomo.Ibidem, c. 167v. il rastrelli “accademico filarmoni-co stante li suoi meriti” viene riconfermato per gli anni 1788 e 1789: ivi, cc. 208v e 234r.

1788 marzo 8il proposto alessandrini presenta la richiesta del vescovo per introdurre nella cattedrale la devozio-ne al sacro cuore di Gesù, la cui immagine è stata collocata nella cappella del santissimo sacramen-to con concedere indulgenza plenaria a quei fedeli che pentiti la visiteranno.Ibidem, c. 180r.

1788 aprile 18alle 22 si sente una forte scossa di terremoto; ca-dono moltissimi camini e coppe dalle grondaie dei tetti. Provoca un panico generale tanto che tutta la gente che assiste alla benedizione al duomo e che è tantissima, per essere la festa del Protettore sant‘eusebio, fugge con il celebrante, da lasciare solo il santissimo sacramento esposto. il terremo-to si fa sentire anche nei giorni successivi e si con-tano ben 15 scosse in 24 ore. il vescovo severoli fa innalzare sullo spiazzo del duomo un altare e vi fa trasportare l‘immagine di Maria santissima intito-

lata Janua Coeli che si trova a san silvestro. Poi fa trasportare sant‘emidio, san Paterniano, sant‘eu-sebio, sant‘orso e san fortunato Protettori della città e per 12 giorni sono esposti e venerati da tut-to il popolo che pregava affinché iddio facesse la grazia di liberare la città da così terribile flagello.Ibidem.

1788 maggio 15“essendosi esposta l’insigne reliquia del legno della santissima croce per le necessità estreme che ave-va la campagna di acqua, dopo fatto il devoto so-lito triduo e processione ed anche tenuta esposta per altri molti giorni all’altare dei santi Protettori fortunato ed orso, con intervento di molte com-pagnie, finalmente siamo stati misericordialmen-te esauditi con acqua venuta senz’alcun strepito ed in abbondanza. Per tale dimostrazione di divi-na misericordia, si credette doveroso per il giorno di domani cantare il te deum”. in tale occasione si acquistarono 3 libre di cera nuova lavorata nel negozio del lanci, la funzione fu fatta dal vesco-vo, con l’intervento del magistrato e di moltissi-mo popolo.Ibidem, c. 184rv.

1788 agosto 21si parlò della porticina del cortile vicino alla sagre-stia dei signori beneficiati dalla quale, nel giorno dell’assunta in tempo della messa cantata, veniva un’aria così “penetrante” per cui il canonico Mari-ni si era presa “un’imbeccata” che si temeva di per-derlo in breve. fu stabilito di chiudere la porta con una chiave tenuta dal camerlengo della sagrestia.Ibidem, c. 196v.

1788 agosto 25francesco ascani scalpellino da sant’ippolito ed il vescovo contrattano la manifattura dell’altare mag-giore della cattedrale, da consegnarsi entro l‘anno 1791, lavorato a marmi secondo il disegno presen-tato dal vescovo e sottoscritto dallo stesso scalpelli-no, per 450 scudi moneta romana da pagarsi entro 4 anni in rate o interamente. se ci fosse qualche marmo non di gusto del vescovo, l’ascani è obbli-gato a cambiarloasP-sasf, not., lombardini domenico, vol. H, 1774-1806, alla data.

1788 ottobre 5il canonico Giacomini suggerisce di fare una lapi-de in ricordo dello zelantissimo vescovo Pellegrino consalvi a spese della sagrestia.Ibidem, c. 202v.

1789 gennaio 4l’arcidiacono achilli riunisce una congregazione per manifestare il danno che poteva recare la neve

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la Basilica cattedrale di fano

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Monsignor Vescovo assistito dai tre signori cano-nici vestiti in abito canonicale, avendo prima im-plorato il divino aiuto colla recita di alcune preci e diversi salmi, comandò che si alzasse alquanto la tavola di marmo che copriva la cassa contenente il prezioso deposito. il che effettuatosi, egli ingino-chiossi ed avendo venerato il sacro corpo intro-dusse un braccio nella surriferita cassa e giunto a prendere un osso del santo, lo trasse fuori ed in-nalzatolo, lo mostrò a quelli che vi erano presenti, cui compartì collo stesso la sacra benedizione. in questo punto gl’effetti di compunzione, di tenerez-za, di consolazione si risvegliarono in ciaschedu-no degl’astanti, a vista de’ quali monsignor vescovo ripose quell’osso adorato nel sagro avello d’onde poc’anzi l’aveva estratto, e contento di essersi allora accertato dell’esistenza della sacra insigne reliquia, fece chiudere di bel nuovo la cassa, che fu con tut-ta diligenza sigillata col sigillo di sua signoria ill.ma e rev.ma e recitatosi l’inno te deum in ringra-ziamento al signore, terminò l’atto legale”. Ibidem. cfr. t. Massarini, Cronache, cit., p.11.

1791 settembre 11il vescovo, dopo aver deposto temporaneamente il corpo di san fortunato nella cappella di sant’or-so, pensa alla cerimonia per ricollocarlo nell’alta-re maggiore. si propone anche, con l’introito de-gli argenti venduti, di far realizzare un reliquiario o urna per collocare qualche insigne reliquia del santo da esporsi. Ibidem, c. 267r.

1792 novembre 6la confraternita del santissimo sacramento e Giuseppe fabbri scalpellino da sant’ippolito con-trattano la fattura dell’altare di marmi del santis-simo sacramento della cattedrale, secondo il dise-gno sottoscritto dal fabbri, perfezionato e compito entro maggio 1793 a tutte sue spese, per quanto spetta allo scalpellino a norma del disegno. il fab-bri inoltre si obbliga di far dorare a sue spese la croce in mezzo all‘urna, base, capitelli e gli altri or-namenti nel ciborio che dovranno essere intagliati di pietra dolce. il prezzo pattuito tra le parti è di scudi 200, di cui 50 in questo giorno, altri 50 en-tro il prossimo gennaio 1793 e gli ultimi 100 scudi entro il mese di maggio seguente, tempo in cui lo stesso sig. fabbri dovrà aver compiuta l‘opera sua. asP-sasf, not., lombardini domenico, vol. H., 1774-1806, alla data.

1793 marzo 2il proposto e il can. corbelli riferiscono da parte del vescovo “che voleva chiudere il presbiterio con rifare per i canonici i banconi lateralmente nuovi e, davanti al presbiterio, la balaustra per impedire al popolo l’ingresso in esso durante le funzioni ma

ammucchiata nei muri della sagrestia in tale quan-tità che in questa città da moltissimi anni addietro non si vedeva l’uguale e fu risoluto di togliere tutta le neve, moderando le spese.Ibidem, c. 209v.

1789 gennaio 5i canonico Giacomini come deputato ecclesiasti-co, presenta una lettera della sacra consulta di-retta al Governatore con cui approvava la richiesta del governatore Gravina di far “in tempo di notte girare li soldati stante li frequenti furti che si com-mettevano”.Ibidem, c. 209v.

1789 aprile 20il vescovo desidera fare un triduo alla beata Ver-gine e a sant’emidio per aver protetto la città dai disastri del terremoto che si era sentito, con una orribile scossa il 18 precedente, alle ore 22,15, nel momento in cui si stava dando le benedizione, so-lennizzandosi la festa del nostro protettore euse-bio, per l’intercessione del quale restammo vivi e liberi da ogni disgrazia”. il vescovo desidera tra-sportare in cattedrale, che è dedicata alla beatis-sima Vergine assunta, l’immagine della Madonna di san silvestro. il capitolo si presta alla richie-sta anzi decide di concorrere a spostare la statua di sant’eusebio nel banco preparato fuori della catte-drale, dove si era già innalzato un palco in cui vi era l’altare per celebrare. Viene stabilito di canta-re nei tre giorni messa canonicale e di riportare, al termine del triduo, la statua di sant’emidio nella chiesa di santa Maria nuova.Ibidem, cc. 217v-218v. il 26 aprile il capitolo sta-bilisce di portare la domenica successiva l’immagine di Maria Vergine da san silvestro in cattedrale. il 5 maggio viene approvata la richiesta di alcuni citta-dini di fare un triduo ai santi Protettori ed in parti-colare a sant’eusebio ed il 14 successivo di porre 12 candele all’altare del protettore sant’orso.

1789 giugno 8il vescovo desidera che la chiesa sia tenuta un po’ più pulita, specialmente le cappelle. i canonici ri-feriscono che spetta ai padroni per cui il proposto alessandrini si prende cura di quella del santissimo, l’arcidiacono achilli della cappella di sant’orso.Ibidem, c. 220r.

1790 aprile 11il vescovo desidera celebrare quest’anno “con più fervore e pompa” la festa di sant’eusebio che pro-prio l’anno scorso, nel giorno della sua festa, ave-va protetto la città da un fierissimo terremoto. si stabilisce di fare un triduo ogni anno e di appara-re la chiesa. Ibidem, c. 241v.

1791 giugno 14Viene letta nella riunione capitolare una supplica del maestro di cappella Vincenzo rastrelli, perché possa assentarsi per un anno - lasciando in sua vece don carlo righi - per recarsi a dresda dal com-mendator camillo Marcolini che l’aveva colà chia-mato. i canonici concedono il placet.Ibidem, c. 264r.

1791 luglio 20il maestro di cappella Vincenzo rastrelli prima di partire per dresda per soddisfare gli obblighi che ha per le funzioni nelle varie chiese e scuole, si ac-corda con don carlo righi, don Giacomo diotal-levi e il signor nicola ceccarini con questi patti: don carlo righi si obbliga di assistere come or-ganista e di andare a tutte le funzioni che si faran-no in organo nella cattedrale come era obbligato il rastrelli. si obbliga di assistere alle funzioni che si faranno in coro, vestendo in cotta tutto l’avvento e la quaresima e di andare con l’organo in com-pagnia dei mansionari quando vi sarà nella chiesa qualche piccola funzione secondo il consueto. il signor nicola ceccarini si obbliga di andare ogni settimana nel seminario di fano, dal lunedi al ve-nerdi, a fare scuola di canto figurato a tutti quegli scolari destinati a tale studio dal rettore. inoltre si obbliga di andare a suonare l’organo a san Pater-niano in tutte le feste di precetto, la notte della vi-gilia di natale, il giorno dei morti e la settimana santa come d’accordo fra il maestro di cappella e don carlo righi.Ibidem. cc. 266r-267r.

1791 settembre 4 Per desiderio del vescovo viene inserito nelle de-liberazioni capitolari questa: “Memoria. Volendo l’ill.mo e rev.mo monsignor antonio Gabriele se-veroli vescovo di fano dell’anno 1791 rifabbrica-re l’altare maggiore della cattedrale in forma più magnifica e decorosa, la sera dei 30 agosto ad un’ora di notte incirca ordinò che si cominciasse a demolire il vecchio altare dalla parte di dietro, corrispondente al coro e si continuasse infino allo scoprimento della cassa di marmo che si sapeva doveva contenere le sacre ossa del gloriosissimo s. fortunato vescovo protettore di questa città. il che essendo stato eseguito, sua signoria ill.ma e rev.ma vestita di rocchetto e mozzetta, discese in chiesa accompagnato dal suo Mons. Vicario fran-cesco saverio castiglioni [futuro papa Pio Viii], dal sig. arcidiacono achilli, dalli sigg.canonici bel-lini e corbelli, dal sig. cav. Mariotti gonfaloniere, dal sig.francesco corbelli uno dei consiglieri, dal sig. conte severoli arcidiacono di faenza, dal sig.don emmanuele di itariaza teologo e dal suo si-gnor segretario [ don alessandro alberghi]. Quivi

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regesto dei documenti

che desiderava che quando lui avesse assistito alle funzioni, i canonici fossero rimasti nel presbiterio, nelle bancate. Molti canonici si oppongono soste-nendo che non vogliono innovazione alcuna e che si debba osservare il costume antico a scanso anco-ra di etichette”.Ibidem, c. 279v.

1793 ottobre 31il Maestro di cappella rastrelli rinuncia al suo im-piego. si pensa di eleggere subito il maestro do-menico Vici, ora maestro di cappella alla rocca, “soggetto a noi troppo noto ed esperimentato”. al-cuni però sostengono che difficilmente il Vici sa-rebbe partito dalla rocca per i suoi affari domesti-ci, in caso di sua rinuncia viene proposto Giuseppe ripini maestro di cappella della Pergola. Ibidem, c. 286r. il 13 novembre il maestro ripini accetta la nomina.Ibidem, c. 287r.

1793 dicembre 30non fu mandato a partito la riferma del m° ripi-ni eletto di fresco, fu risoluto di concedergli 2 mesi di tempo per la sua venuta e scrivergli. il proposto propone che stante la qualità del soggetto e peri-zia nell’arte gli si accordasse altri 16 scudi oltre la paga ordinaria con obbligo di portare 3 voci per la settimana santa.Ibidem, c. 290r.

1794Viene scritta una“ Memoria” delle “qualificate per-sone” che in quest’anno 1794 vennero a venera-re le ossa del protettore san fortunato: l’8 ottobre monsignor spiridione berioli, ricevuto coi debiti onori in questa cattedrale, celebrò la santa messa sull’altare maggiore sotto di cui si conserva il sacro deposito, essendo venuto in fano espressamente per tale oggetto. il 20 ottobre corsari commissario della r.c.a. venne anche esso a venerare le sante reliquie e non essendo sacerdote ascoltò messa fat-ta da lui celebrare sull’altar maggiore. il 24 ottobre monsignor felice Paoli vescovo di fossombrone celebrò messa sopra le sacre ossa di san fortunato. Verso la fine di questo stesso anno ferdinando di borbone infante di spagna e duca di Parma chie-se una reliquia del santo a questo nostro Vesco-vo che gli inviò due ossetti del santo dentro un vasetto d’argento. l’11 dicembre monsignor ot-tavio angelelli vescovo di Gubbio celebrò la san-ta messa sull’altare di s. fortunato. nel mese di maggio 1795 monsignor boschi vescovo di berti-noro venne a pregare le sante reliquie di san for-tunato e celebrò messa all’altare maggiore di que-sta cattedrale. Ibidem, c. 312v.

1794Prospero selvelli a seguito del terremoto rifà un ca-mino dei sagrestani, accomoda il tetto e l’architra-ve della porta degli organi ed altro, tra cui rifà “li pisciatori” del cortile.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, 1787-1803, all’anno.

1794 maggio 16 seconda processione di penitenza indotta per pre-servare la città dal terremoto. il vescovo monsignor severoli, a piedi scalzi e con un cristo inalberato seguito dal clero regolare e secolare, confraternite, Magistrato e popolo, si reca fuori della città attra-verso la Porta maggiore e, sempre pregando, rien-tra attraverso la stessa porta e si reca di nuovo alla Piazza del duomo e qui giunti tutti ebbero la bene-dizione del Vescovo.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1779-1796, c. 296r.

1794 giugno 10si stabilì che per la processione del solenne trasporto di san fortunato la sagrestia dovesse dare le torce ai canonici e che il camerlengo capitolare dovesse pas-sare alla sagrestia 50 baiocchi a titolo di compenso per ciascun canonico che avesse portato la torcia. Ibidem, c 296v.

1796 maggio 17il proposto partecipa ai canonici la volontà del ve-scovo di fare un triduo nella cattedrale ad onore della beatissima Vergine trasportando l’immagine da san silvestro per impetrare dall’altissimo la li-berazione dell’orribile flagello della guerra, di cui è minacciato lo stato Pontificio e “che già gran parte dell’italia, con gran suo danno, ne risente il peso”.Ibidem, alla data.

1797-98tra le spese registrate per la manutenzione della cattedrale sono elencate quelle relative per “i cor-ni da caccia e viola” per il maestro di cappella, per il padre maestro Mei per accomodare l’organo (sc. 30), per i musici della cappella e per curina per conto del campanile. tra le spese diverse: quella per fanelli per accomodare il Pastorale con la spe-sa di sc. 1.20.

1798-1799Per la festa di s. fortunato nella musica (sc. 5), al contralto della cappella, a fanelli per uno spor-tello di noce nuovo per chiudere di sotto l’arca di s. fortunato, nella festa della santissima assunta (sc. 34.20.5), alla rubrica ”fabbriche e riattamen-ti” pagamento al muratore selvelli per rivoltare il tetto della cattedrale sc. 28.34.

1799-1800a mastro francesco per rimettere il trono nello stato precedente (sc. 8.74), al maestro di cappella, musici e violini per la cappella, un triduo straordi-nario a s. silvestro (sc. 60.50), spesi in un secondo triduo fatto nella cattedrale colla santissima croce (sc. 8.15), a francesco barboni per riattare l’altare maggiore, al sig.nini per aver accomodato l’orga-no (sc. 26.50). tra la rubrica “fabbriche e riatta-menti: al muratore selvelli per riattare il campanile della cattedrale sc. 2.1.8 e nel funere del papa Pio Vi sc. 70.51.5.

1800 ottobre 10Pietro cavalletti professore d’organi da imola in-via una lettera al vescovo severoli perché gli pro-curi qualche lavoro, come di ripulire ed accordare l’organo della cattedrale che crede abbia bisogno di essere accordato.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1800-1801spese per il trasporto di legni per il campanile, per l’organista della cappella e il sovrano violino, al maestro carletti per segare altri legnami per il campanile e per fare il nuovo castello del campa-nile (sc. 200), mentre il contralto per un semestre percepisce la somma di sc. 6.Ibidem.

1801-1802a Gaetano nini per accordare e accomodare l’or-gano (sc. 8), sonatori, musici, organista, tenore, violino, contralto e soprano della cappella, per far di nuovo la tenda davanti al pulpito, a savelli per il suono della campana per un triduo fatto con il legno della santissima croce.Ibidem.

1803-1804a Gaetano nini per accomodare l’organo (sc. 0.60), per il trasporto dell’organo in occasione che si accomoda quello della chiesa (sc. 0.25), all’orga-nista nini (sc. 0.15), per nolo dell’organetto nella festa dell’ascensione, dati di mancia all’alzamanti-ci sull’accomodamento dell’organo (sc. 1.20).Ibidem.

1804 novembre 1 francesco Maria alessandrini proposto della cat-tedrale dispone nel suo testamento, oltre a vari legati per l’altare del santissimo sacramento, di consegnare il suo calice d’argento dorato, con la custodia coperta di pelle rossa ad imitazione di una piccola torre, alla sagrestia della cattedrale in-sieme a tutte le reliquie con le relative autentiche poste sotto l’altare della sua cappella domestica, insieme al libro coperto di nero, in cui sono scritti

la Basilica cattedrale di fano

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di qualche pittura analoga e all’esterno di coprirlo di conopeo bianco entro un mese e di rinnovare l’acqua del sacro fonte tre volte all’anno, cioè ol-tre le due solite nei due sabati santi, la terza volta in autunno ed anche di coprire con seta bianca la custodia ove si conservano i sacri oli del crisma e dei catecumeni. Poi visita l’olio degli infermi cu-stodito in una credenzetta a muro nella cappella del santissimo sacramento e non emette alcun de-creto. Passa in sagrestia e osserva gli indumenti sacerdo-tali e pontificali elegantemente disposti intorno ai muri della medesima, come pure le sacre suppellet-tili esposte sontuosamente in una spaziosa tavola in mezzo alla medesima sagrestia. loda la pulizia e la diligenza usata dal canonico sagrista. il 23 novembre visita le reliquie dei santi, nel-la cappella in cui si conservano oltre i sacri cor-pi dei santi orso ed eusebio comprotettori della città, molte altre reliquie dei santi e innanzitutto una parte “notabile” della santissima croce di no-stro signore Gesù cristo come pure tre “sagratis-sime” spine di Gesù crocefisso collocate in una teca d’argento fatta elegantemente in forma di cro-ce che riconosce autenticamente conservata e sug-gellata dal vescovo beni. ordina di rinnovare i si-gilli per timore che il tempo li cancelli, il che fu immediatamente eseguito dal canonico Mei depu-tato alla sacre reliquie. Quindi visita un reliquiario dove si conserva intero un dito di san Giovanni battista Precursore di Gesù cristo autenticato da monsignor Giberti vescovo di fano e, per la poca impressione dei sigilli, viene aperto e più decente-mente ed elegantemente collocato e richiuso nel-la medesima teca sigillato ed autenticato. Visita di seguito tutte le altre reliquie, molte ne riconosce, alcune ne sospende ed in molte altre ordina di ap-porre il suo sigillo, il che fu eseguito dal canonico deputato. il 24 successivo inizia la visita degli altari da quel-lo del santissimo sacramento. la cappella è de-cente in tutte le sue parti ed elegante, appartiene ed è mantenuta dalla confraternita del santissimo sacramento, ad eccezione delle tovaglie provviste dalla casa amiani che donò la cappella alla confra-ternita come attesta una memoria esposta in pie-tra collocata al muro. Gli eredi hanno il peso di far celebrare una messa alla settimana con i frutti di un censo annuo di 100 scudi a carico della fa-miglia una volta de’Pili come dalla visita di mons. Giberti del 1710. altare Maggiore. sotto questo altare si conserva il corpo di san fortunato in due urne di legno orna-te di metallo dorato che si scorgono dalla parte an-teriore dell’altare per mezzo di uno sportello a tre

i nomi dei santi dei quali si conservano le reliquie.asP-sasf, not., Guardinucci francesco, vol. o, n. 19.

1804-1805Pagati per accomodare il pastorale (sc. 0.40), a Pa-store per accomodare la finestra del coro per il tro-no di Pasqua, per cera occorsa per il triduo nell’oc-casione del viaggio a Parigi di n.s., al muratore per lavori fatti nella chiesa (sc. 11), ad antonio bizziccheri custode dell’organo, ai suonatori etc.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1805-1806ai campanari per il suono delle campane nel tri-duo della ss.croce per ottenere la serenità (bo-lognini 40), al sig.Gaetano nini per saldo e la-vori all’organo (sc. 13), per accomodare l’urna di s.fortunato (sc. 4.50), a nini a conto del’annuo assegnamento (sc. 1).Ibidem.

1806-1807accomodatura della campana grande (sc. 11.89), all’organaro nini a conto del suo assegnamento (sc. 3) e ancora a saldo a tutto agosto (sc. 2), per accomodare il pastorale (bolognini 80), all’archi-tetto bordi di senigallia per accesso, recesso ed un disegno per coprire il campanile (sc. 18.20), per imbiancare la chiesa a c. 19 (sc. 40.39.1), all’or-ganaro nini per conto del suo assegnamento (sc. 1.60), per accomodare le tendine dell’organo (bo-lognini 36), per accomodare la tenda del pulpito (bolognini 15), cannella per l’assunta, coperta per il Giovedì santo e scarpe per gli apostoli.tra le spese diverse del 1807 vengono annotati sc. 1.25 per l’acquisto di un lanternone nuovo per l’immagine di Maria santissima fuori della chiesa.Ibidem.

1807Generale imbiancatura della chiesa, quella delle cappelle è stata fatta dai rispettivi padroni ad ecce-zione di quella del fu Muzio rinalducci che restò non imbiancata perché non volle spendere.Ibidem,

1815 ottobre 29 Muore il vescovo Monsignore francesco Maria Paolucci Mancinelli patrizio di todi alle ore 15 circa, in età di anni (sic) circa. il 3 novembre a notte avanzata nella navata di mezzo fu seppellito, avendo già posti nella sepoltura dei canonici i di lui Precordi. asdf, aP, cattedrale, Morti, 1803-1826, pp. 139-141.

1817tra le spese fatte dal vescovo serrarcangeli nella chiesa cattedrale sono da notare le seguenti:2 giugno: a francesco selvelli per alzare le orche-stre sc. 1:203 giugno: al maestro di cappella per la musica del te deum sc. 9:40 a tomassini per addobbo del trono e delle orche-stre sc. 2:4012 giugno: al maestro di cappella per la musica nella festa di s. fortunato sc. 6:00 al maestro antonio bianconi per le tende per la processione del corpus domini compreso il no-leggio dei travi sc. 4:6016 giugno: a francesco Gai per alzare lo stemma e torcieri per il possesso e per la detta festa sc. 0:4028 giugno: al sig. luzi pittore per dipingere lo stemma nella sala e per due altri piccoli sc. 3:0015 agosto: per la festa dell’assunta sc. 55:26:2 ½ Per il nuovo parato del trono e faldistorio sc. 50:0030 agosto: a domenico ceccarelli per lavori fatti nel campanile sc. 2:35 10 novembre : per un pastorale nuovo d’argento sc. 112:1213 dicembre: all’organaro nini per accomodare l’organo sc. 6:0031 dicembre: al maestro di cappella e cantori per elargizione sc. 23:50

181815 agosto: per vari riattamenti nel campanile sc. 16:64

1818 novembre 22 il vescovo nicola serrarcangeli, iniziando la sua visita dalla cattedrale, atteso alla porta principa-le dal prevosto prima dignità del capitolo e fatte le solite cerimonie prescritte dal cerimoniale ro-mano, giunge innanzi all’altare maggiore dove pre-ga, quindi sale in trono dal quale riceve i soliti atti di obbedienza dai dignitari capitolari, canonici ed altri del clero. ritorna quindi processionalmente alla porta della chiesa dove esiste il cimitero e fa le esequie ai defunti secondo i soliti riti. Poi visita il santissimo sacramento, conservato decentemen-te in un tabernacolo di marmo, ordina soltanto di apporre nella parte interna della porticina la ten-dina di seta e che la chiave sia sempre d’argento. rinnova i decreti del vigente sinodo per le ostie e cioè di rinnovarle in estate ogni 8 giorni e d’in-verno ogni 15, sotto la responsabilità del prevosto francesco Palazzi. Quindi visita il fonte battesimale, che trova di an-tica struttura, ordina di dipingerlo internamente

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chiavi custodite una dal capitolo, l’altra dal Magi-strato e l’altra dal vescovo. avendo trovato le sacre urne conservate decentemente, dopo breve orazio-ne il vescovo si porta nella parte posteriore dell’al-tare a visitare il santo capo del medesimo Protet-tore collocato in una urna di legno con cristalli da tutti i lati e, riconosciuta autentica per i sigilli di mons. Paolucci suo antecessore, la richiude nel suo luogo colle tre chiavi e restituisce la terza chiave al deputato della Magistratura, presente alla visita. altare della santissima annunziata. appartie-ne alla famiglia Marcolini ed in antico alla fami-glia arnolfi. nulla decreta: altare di san Girola-mo. È sotto il titolo di san Girolamo e Paterniano, spettante al nobile Muzio rinalducci e vi è eretta la cappellania di famiglia. l’altare è ridotto mol-to male e mal tenuto, per cui il vescovo comanda di risarcirlo e restaurarlo nelle parti più necessarie, specialmente nella volta sotto pena e nel frattem-po lo sospende ed ordina che gli obblighi si sod-disfino nell’altare del santissimo crocefisso dove è eretto un altro beneficio di iuspatronato di fa-miglia ed oggi è del sig.filippo forastieri erede di lelio rinalducci. altare di san carlo ed ambrogio. anticamente ap-parteneva alla società dei muratori che ora non esi-ste più, per cui non si celebrano le tre messe con-suete nel giorno di san carlo e di sant’ambrogio. il vescovo sospende l’altare, essendo privo di sup-pellettili che venivano somministrate dalla società, e ordina che tutti gli obblighi dei benefici e cappel-lanie siano trasferiti e soddisfatti dai rispettivi ret-tori nell’altare della santissima annunziata duran-te la sospensione di quello di san carlo. altare del santissimo crocefisso. la cappella ap-parteneva alla famiglia rinalducci ed ora a filippo forastieri di lei erede e che provvede tutte le sup-pellettili. È regolarmente tenuta ed è altare privile-giato quotidiano per tutti i defunti come dal breve di Gregorio Xiii affisso alla parete della cappella. il vescovo decreta di avvertire l’erede rinalducci dell’obbligo che ha di far celebrare nell’altare una messa nella festa di sant’antonio abate come dal-la visita di mons. Giberti e che sia documentato l’adempimento per gli anni scorsi nel termine di un mese. altare di san Paolo. spetta alla nobile famiglia Pa-lazzi che fornisce le suppellettili sacre e nulla decre-ta per aver il tutto ben trovato. altare di san cristoforo. apparteneva alla famiglia negusanti ed ora al Monastero di santa teresa. altare di tutti i santi. appartiene al collegio nol-fi. il vescovo ordina di far ripulire la cappella da chi di ragione. altare dei santi Protettori orso ed eusebio. del-la nobile famiglia corbelli, sotto l’altare di marmo sono collocati i corpi dei due santi patroni, il ve-

scovo ordina di restaurare le finestre e il tetto ed anche di imbiancare le pareti dove occorre, entro quindici giorni. Visita poi tutti i confessionali: in quello del pre-vosto ordina di apporre qualche immagine sacra dalla parte del penitente; altrettanto ordina per il confessionale vicino alla porta presso l’altare di san carlo ed ambrogio, come pure per quello del ca-nonico bellini che ordina di restaurare; in quel-lo del canonico penitenziere ordina di apporre un grata di legno sopra quella di latta, entro 15 giorni. conclude ordinando ai suoi convisitatori di visi-tare sacre immagini, lapidi sepolcrali, torre cam-panaria e tutto il resto della chiesa. i convisitatori riferirono in seguito che non occorreva alcun de-creto. asdf, cV, Visite Pastorali, b. 18, “diario della Prima sacra Visita Generale della chiesa di fano e decreti emanati nei suoi rispettivi luoghi da sua signoria illustrissima e reverendissima Monsignor niccola serrarcangeli eseguita nell’anno secondo del suo Vescovado ed incominciata li 22 novem-bre 1818”, cc. 1r -13r.

18233 gennaio: per ricostruire il castello del campanile sc. 118:39

1825il vescovo nicola serrarcangeli fa dono alla catte-drale di un nuovo organo con la spesa di sc. 500 non compresi i metalli del vecchio. asdf, acV, carteggio vescovi, vesc. nicola ser-rarcangeli, 1817-1833.

1825 maggio 23 don antonio Massi, sagrestano della cattedrale e don Giacomo diotallevi già mansionario attestano che dal 1817 fino ad oggi la chiesa e il suo interno non è mai stata visitata né ripulita nelle volte, nelle pareti e negli alti finestroni delle tre navate ad ec-cezione delle cappelle laterali annualmente conser-vate nel decoro dai rispettivi proprietari. la chiesa appare quindi, in tutte le sue parti, brutta, lurida ed annerita di polveri e coperta di vaste tele di ra-gni come ognuno vede con i propri occhi. così le tre tende delle porte e specialmente quelle due la-terali tutte rappezzate; le bussole sono così disse-state da non riparare il freddo. Gli strati del trono dei due colori si sono tutte scolorite e bucate. “che tutto l’esterno e interno dell’organo da più di sette anni a questa parte ritrovasi nella massima succi-dezza, guasto ed abbandonato come con più pre-cisione e cognizione potrà contestarlo il rispettivo perito”. il pavimento del coro è tutto sconnesso e rotto, per cui “non senza una vera indecenza, sal-tano fuori di frequente i topi di sotterra e le pol-veri ed essendo di tavole, non sono più connesse

per cui procura una difficoltà a tutti quegli eccle-siastici che debbono ogni giorno calcarlo per l’uf-ficiatura corale. lo stesso giorno luigi clementi, certifica che “avendo servito fino ad oggi per circa anni 3 questa cattedrale in qualità di Maestro di cappella e da quattro anni e mezzo addietro in qualità di organi-sta ho riconosciuto e saputo, con certa scienza che l’organo di detta chiesa in tutto questo intervallo di anni sette e mezzo, non è stato mai restaurato da alcun perito sebbene ne avesse di bisogno, non accordato mai, né mai ripulito per cui in oggi lo riconosco secondo la mia perizia difettoso in tutte le sue parti, che lo compongono, e segnatamente nella tastiera e nei mantici giacché i tasti di quella in parte rotti e in parte disciolti o non rendono il suono e lo rendono vizioso e i mantici, in numero di cinque, sono solamente servibili in numero di due e questi due sono anche rovinati, per il che an-che al momento, l’uso di detto organo è di sommo imbarazzo al suonatore, di confusione ai cantanti, di disgusto ai circostanti e non provvedendo sol-lecitamente ai disordini che sono palpabili, sarà fra poco inservibile affatto pel dissimpegno delle an-nue funzioni ecclesiastiche”. asdf, cc, contenziosi, 1787-1829, vol. 2 “ sa-cra congregatione particulari deputata emin. et rev. s.r.e. cardinalium castiglioni, de Gregorio, falsacappa r.P.d. Gamberini secretario fanen. Manutentionis fabricae ecclesiae et expensarum super omnibus Pro ill.mo et rev.mo capitulo et canonicis eclesiae cathedralis fani cum ill.mo et rev.mo episcopo dictae diaecesis, nec non ill.mo Procuratore fiscali, et aeconomo Mensae epi-scopalis. restrictus responsionis facti et Juris cum summario additionale”, romae, 1825, ex typo-graphia reverendae camerae apostolicae, n. 3, num.7.

1827 marzo 12don Pacifico Gabrielli procuratore fiscale della cu-ria vescovile espone che al tempo del defunto ve-scovo francesco Maria Paolucci alcuni legnami per ampliare l’orchestra della cattedrale in molte fun-zioni furono abbandonati in una cameretta del pa-lazzo vescovile ed utilizzati per altro uso dal pre-fetto del vescovo nicola serrarcangeli, che tuttavia per emendare l’errore curò di comprare nuovi le-gni che consegnò al capitolo della cattedrale per custodia e per evitare futuri involontari errori. di-chiara di averli dati in custodia, per il capitolo, a Mariano billi prevosto, come dalla deposizione di domenico ceccarelli. Poiché il decreto della sacra congregazione di papa leone Xii dichiara che la manutenzione di tutto ciò che appartiene all’organo spetta al capitolo, quindi egli dichia-ra che siano per la mensa vescovile. altra deposi-

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Xii fa riferimento a questa lite e relativamente all’organo riferisce di aver spontaneamente pensa-to a risarcire i mantici con una spesa di sc. 7.50 e di non aver potuto fare altro perché l’artefice che allora lo visitò e da una dettagliata descrizione fatta del medesimo organo al tempo del vescovo seve-roli “quella macchina conta l’età di quattro secoli e sono più di cinquant’anni da che si è resa affatto incapace di qualunque permanente restauro. Peral-tro ha sempre servito in passato, e tuttora serve per le sacre funzioni”.

1828 febbraio 26fortunato e luigi figli del fu Muzio rinalducci supplicano il pontefice leone Xii per la riduzio-ne delle messe da celebrarsi nel loro altare ritro-vandosi in ristrettissime finanze e con il peso di mantenere una sorella e di assolverli anche per non aver fatto celebrare le messe dal 1° ottobre 1825 fino ad oggi.asdf, aP, cattedrale, b. 17.

1828 aprile 26il perito falegname attesta di aver ristabilita d’ur-genza, su richiesta del vescovo, insieme al fabbro la ralla dove posa lo zocco, che si era abbassata e che alterava il suono della campana maggiore del-la cattedrale. nell’occasione, avendo verificato che a causa delle piogge passate la torre del campani-le necessita di piccole riparazioni da muratore, nel pavimento e scalinata ha fatto risarcire il tutto in-sieme ad un piccolo ornamento della facciata ester-na della chiesa formante una delle quattro guglie caduta nella sera dell’11 corrente a causa del ter-remoto.asdf, aV, Vescovo nicola serrarcangeli, b. “cau-sa vertente del capitolo contro il vescovo serrar-cangeli relativamente alle spese per la manutenzio-ne della cattedrale, 1815-1827”.

1828 novembre 15da una lettera privata scritta dal vescovo: “il nuo-vo organo da me esibito a questo mio capitolo è stato già ultimato e collocato in chiesa. fu sonato la prima volta da uno maestro nella scorsa domeni-ca con soddisfazione generale della città e del detto capitolo cui fu fatto il donativo ripromesso.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1833 giugno 11Muore il vescovo nicola serrarcangeli, patrizio di camerino colpito da colpo apoplettico il 9 sulle ore 13 circa che perdette a poco a poco la parola ed altri sentimenti. Mezz’ora prima che spirasse il cu-rato del duomo fa suonare il segno dell’agonia con tre stese a lungo con la campana maggiore e poi a tocchi con tutte le campane della cattedrale. aveva 78 anni, mesi cinque e giorni undici. dopo 24 ore

zione di domenico ceccarelli del 10 marzo 1827: “dichiaro di essere falegname e di servire la mensa vescovile e dopo aver disposto questa mattina tut-to, per terminare il lavoro dell’orchestra amovibile che va annessa all’orchestra stabile della cattedrale, avendone avuto commissione dal vescovo, in chie-sa incontrai il prevosto billi e gli comunicai la vo-lontà del vescovo, circa le ore 16 egli disse che gli avrebbe dato risposta. Poi gli si presentò il canoni-co francesco Palazzi che gli chiese a che servisse il lavoro, al che gli risposi che erano i legni destinati da monsignor vescovo per l’orchestra amovibile e che li dovevo consegnare al capitolo. il Palazzi mi rispose che essendo oggetti della chiesa si doveva-no ricevere per il vescovo si vuol spogliare di tutto avendo saputo poi che i canonici si erano riuniti nel mezzogiorno mi sono recato dal prevosto per avere la definitiva risposta su dove dover colloca-re il legname lavorato e compito per l’uso dell’or-chestra. Mi riferì di dire al vescovo queste precise parole: noi non abbiamo sito ove collocare il det-to legname. avendo riferito il tutto al vescovo, ha ordinato che interinalmente avessi collocato il le-gname da una parte della scala che dall’episcopio introduce in chiesa, come ho eseguito”.asdf, tribunale ecclesiastico, atti civili, “Pro rev.ma Mensa episcopale fan. contra rev. capi-tolo, 1827” e asdf, aV, Vescovo nicola serrar-cangeli, 1815-1827, “causa vertente del capitolo contro il vescovo serrarcangeli relativamente alle spese per la manutenzione della cattedrale”. altro attestato dello stesso domenico ceccarelli del 6 marzo 1827: “dichiara di essere stato incaricato più di un anno fa dal ministro della Mensa vesco-vile di lavorare la seconda orchestra amovibile che va unita all’orchestra stabile della cattedrale e di aver formata anche la nota del legname occorrente […] inoltre attesta che lo stesso ministro nel gen-naio di quest’anno mi rinnovò le premure per l’e-secuzione del lavoro al quale non ho potuto met-tere mano per altre incombenze, ma avendolo il detto ministro incaricato nuovamente a sollecitare il lavoro, vi porrò mano quanto prima e fra poco tempo sarà compiuta l’opera anzidetta”.

1827 marzo 15il vescovo nicola serrarcangeli invia una lettera al santo Padre e facendo riferimento alla fine del-la vertenza con i canonici precisa: “Quanto a me ho fatto e farò appuntino ciò che nella citata deci-sione è stato ingiunto. Ho già sborsato anticipata-mente il semestre dell’annuo contributo a vantag-gio della sacrestia, ho chiamato il professore Vici per la sollecita rinnovazione dell’organo a termini ancora della mia spontanea offerta. Ho stabilito di far abbellir l’orchestra e prospetto dell’organo me-desimo, che trovasi in uno stato assai disadorno.

Ho sin dall’estate scorsa supplicato l’eminentissi-mo camerlengo per l’opportuna facoltizzazione ed appoggio, onde da mano maestra sieno ripulite le celebri pitture a fresco di domenico Zampieri det-to il domenichino, che da più di un secolo tro-vansi annerite in una cappella di questa chiesa e che rimesse al primo splendore formarebbero il più bel ornamento di essa e dell’intera città. Ho altre-sì commesso il disegno per far costruire una nuova e più comoda scala da scendere in chiesa all’occa-sione delle sacre funzioni, non che il lavoro di due tende per le porte laterali della medesima che mi si son fatte trovare tutte lacere, senza che il capito-lo siasi dato cura di rinnovarle […] come pure se mi si daranno altre circostanze mi farò sempre in dovere di prestarmi per il decoro della casa di dio col maggior impegno possibile”.asdf, aV, Vescovo nicola serrarcangeli, b. “cau-sa vertente del capitolo contro il vescovo serrar-cangeli relativamente alle spese per la manutenzio-ne della cattedrale, 1815-1827”.

1827 novembre 27domenico ceccarelli “direttore da tanti anni del-le riparazioni fatte nel castello delle campane del campanile della cattedrale si ricorda benissimo che 33 anni fa, in tempo del vescovo severoli, fu rico-struito di nuovo il castello per aver trovato l’anti-co in stato inservibile. inoltre attesta che per il la-voro oggi occorrerebbero sc. 300 ma se fosse stato realizzato al tempo dei vescovi consalvi e severoli avrebbe costato di meno per il minor costo della mano d’opera.asdf, aP, cattedrale, b.17.

1828 febbraio 7antonio bianconi architetto civile e perito came-rale attesta di aver fatto eseguire, circa tre anni or sono per ordine del vescovo nicola serrarcangeli i restauri, sotto la sua direzione, al tetto della chiesa cattedrale sopra la navata di mezzo, laterali e so-pra il coro ed in ogni altra parte che non spetti ai padroni delle cappelle e di avervi fatto apporre le-gnami piccoli e grossi, due mila coppe e circa mil-le pianelle per rendere il tetto in perfetta stabilità. inoltre di aver risarcito il fabbricato della chiesa nelle parti in cui era necessario e che non spettino ai padroni delle cappelle gentilizie. Questa stessa mattina, insieme al capo muratore Pietro Giommi, abbiamo verificato lo stato attuale del tetto che, nonostante le dirotte piogge e nevi cadute, non ha avuto alcun guasto. asdf, aV, Vescovo nicola serrarcangeli, b. “cau-sa vertente del capitolo contro il vescovo serrar-cangeli relativamente alle spese per la manutenzio-ne della cattedrale, 1815-1827”. Un’altra lettera, non datata, ed inviata dal vescovo al papa leone

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viene fatta la sezione del cadavere e imbalsamato dal chirurgo della città dottor orioli. il giorno 13 viene portato in anticamera dove stette fino al 14 esposto al pubblico. terminata questa esposizione verso la mezz’ora di notte il cadavere viene portato in processione in cattedrale ove era stato preparato un catafalco con intorno 30 torce e 6 fagole che ar-sero sempre. il giorno 15 di mattina viene celebra-to l’Ufficio Generale con messa cantata di requiem a piena orchestra. il cadavere è stato esposto dal 14 a mezz’ora di notte sino il giorno 18 che fu fatta la settima con il cadavere esposto e in questo giorno settimo viene recitata l’orazione funebre dal cano-nico teologo francesco Vargas. terminata la fun-zione, il giorno 18, sulle ore 19 il cadavere fu po-sto in tre casse, una di noce, di abete e di cipresso e circa un’ora di notte viene sepolto nella navata di mezzo dopo il deposito di monsignor Paolucci Mancinelli, avendo già posti i precordi nella sepol-tura dei canonici.asdf, aP, cattedrale, Morti, 1826-1838, cc. 42v-45r.

1833 agosto 9il vicario capitolare invita i rettori e i parroci del-le Ville a suonare a festa tutte le campane per tre giorni consecutivi alle quattordici pomeridiane, a cominciare dalla domenica successiva, per la no-mina di monsignor vescovo luigi carsidoni di ca-merino a pastore della chiesa fanese.asdf, aV, Vescovo luigi carsidoni, Varie 1822-1833.

1838 ottobre 17Privata scrittura tra il prevosto don Mariano bil-li per la reverenda sagrestia della cattedrale e Pao-lo nicoletti “artefice marmorino” di sant’ippolito per la fattura di un battistero ossia fonte battesima-le per la chiesa cattedrale da collocarsi nell’ultima cappella a mano sinistra di chi entra per la porta grande della chiesa stessa.il battistero dovrà essere lavorato ed eseguito con ogni perfezione ed esattezza ad uso d’arte e secon-do il disegno prescelto da lorenzo francolini, se-gnato n. ii del corrente anno 1838, che per mag-giore comodità dell’esecuzione verrà posto in carta in grandezza naturale, con i suoi intagli, cornice del tronco superiore, baccellature e foglie d’acanto nel bacino e le altre nello zoccolo.il battistero dovrà essere internato nel muro mae-stro almeno per una terza parte, di modo che fuori ne restino le due terze parti. dovrà essere eseguito a pietra matta impellicciata con marmo detto “bi-gio antico” e le giunture siano lavorate da mestra, e cioè le parti di fronte e sporgenti ed il tronco nel piano del bacino per le vasche dovrà essere di pie-tra del furlo. il prezzo per la fattura e materiali di

tutto il lavoro consegnato a carico del nicoletti ed eseguito sul luogo, cioè nella cappella, viene con-cordato a baiocchi 90 il palmo quadrato, da misu-rarsi dopo essere stato collocato nella cappella. Per gli scalini che dovranno essere centinati, come al disegno, e di pietra bianca di fossombrone, così come il piano su cui posa il fonte, si è stabilito e convenuto il prezzo di baiocchi 15 al palmo qua-drato. tutto il lavoro compreso il materiale e tra-sporto, sarà a carico del nicoletti e verrà pagato a lavoro ultimato e perfettamente eretto e stabilito nella cappella indicata, per poi essere collaudato. il nicoletti promette consegnare il lavoro a Pasqua di resurrezione del 1839, sistemato nella cappella. Per acconto del lavoro e per acquisto di materiali da impiegarsi nell’opera viene data una scorta di scudi 50 romani. il resto del prezzo avverrà dopo la misura da prendersi sul luogo e immediatamen-te dopo il collaudo del medesimo.nel contratto viene ulteriormente specificato che il piano di basamento dovrà essere, come anche il concavo, in rotondità, come nel disegno è stabilito concordemente fra le due parti. come pure che la colla per la impellicciatura nell’unire i marmi e le pietre, dovrà essere fatta ad uso d’arte e, scioglien-dosi qualche pezzo sia nel tronco superiore che nel bacino o nella base per la durata di un anno dal-la consegna del lavoro, il nicoletti è tenuto ad ag-giustare il tutto a suo carico. il 20 febbraio 1840 il nicoletti viene saldato secondo la misura presa da angelo innocenzi. asdf, aP, cattedrale, 1833-1890, b. 15. fortu-natamente, quest’opera è ancora visibile nel nostro duomo.

1839-1840. dal “conto generale dei denari esatti e spesi pe il nuovo battistero di marmo nella cattedrale ‘per pura elargizione’ del vescovo carsidoni”. le spese dettagliate annotate nell’aprile ci fanno conoscere i nomi delle maestranze impegnate nell’opera: al muratore castellino “per il lavoro per adattare la cappella ad uso di battistero vengono elargiti sc. 40 ed altri 15 per l’ornato della stessa. il disegno dell’opera è del selvelli mentre lorenzo francoli-ni ne realizza i disegni per le maestranze ed assiste al lavoro. si apprende che viene rifatta la finestra, vengono pagati i becchini per il trasporto delle ossa ritrovate sotto l’altare e sono registrati paga-menti al falegname Piccoli, al calderaio agostini e al fabbro odoardo Panzieri per i lavori della loro arte. le minuziose note allegate ci riferiscono alcu-ni dettagli sulle opere realizzate che più non esisto-no. in particolare quella del 5 maggio 1839 (n. 4) ci fa conoscere che i capitelli per il battistero furo-no eseguiti dall’intagliatore Giuseppe dori; quella del 3 agosto dello stesso anno (n. 6) che l’autore

delle statue fu Venanzo bigioli che, in tale data da senigallia, confessa “di aver ricevuti sc. 35 per il la-voro delle due figurine, oltre altri scudi 5 per il tra-sporto. l’opera delle statue, sottolinea il bigioli, gli era stata commissionata dal conte Montevecchio per ordine del prevosto billi. i lavori “accessori” costruiti, oltre l’indoratura era-no opera di lorenzo francolini che si sottoscrive pittore e realizza, nell’arcata dentro la cappella, lo stemma del vescovo carsidoni in legno intagliato la croce cavalleresca, la croce episcopale, due leo-ni, un’aquila, stella, giglio e capriolo, tutto fermato e dipinto. nel cupolino del soffitto mezzo rosone di legno intagliato; dipinge le due statue, sua nic-chia, fattura delle nuvole; dipinge i capitelli; inta-glia l’agnella e lo indora a brunito; realizza il libro dove posa l’agnella, dipinge e indora i sette sigilli; 4 teste, serafini alati, intagliati in legno e indorati a brunito; 3 cascate a festone di legno intagliate e indorate a brunito; ferma e “buga” il marmo per i detti accessori. indora a brunito la baccellatura nel tronco superiore del marmo e nel fregio del catino come pure le foglie d’acanto sotto il catino, men-tre nella base realizza le due foglie in legno sempre indorate a brunito. realizza l’iscrizione nei libri di marmo, oltre a dipingere a marmo gli sportelli che chiudono il ciborietto e vasche. il francolini sot-tolinea di abbonare i ritocchi eseguiti dopo i lavori di costruzione del sepolcro e specialmente l’agnel-la che è stata di nuovo indorata, come i cornuco-pi costruiti e indorati a velatura ed i disegni della balaustra per lo scalpellino e per il falegname. la cappella, inoltre, era stata ornata di pitture: tanto si rileva dalla nota a saldo del pittore a. luzi che l’11 giugno 1843 riceve dal prevosto don Maria-no billi scudi 13 “cioè scudi 10 pel primo lavoro così pattuito delle pitture da me fatte nella cappel-la del battistero della cattedrale di fano e scudi 3 per compenso dei secondi lavori di dette pitture ed ultimazione delle medesime in detta cappella”. asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1847 il camerlengo chiede l’assenso del pubblico ornato per l’intonaco e per colorire la facciata della chiesa.asP-sasf, carteggio comunale, tit. XiX, strade e fabbricati.

1848 settembre 16in questa notte vengono rubati nella sagrestia del-la cattedrale i seguenti oggetti sacri: Un ostensorio grande d’argento con lunetta simile e raggi di rame dorato. Un turibolo d’argento con sua navicella e cucchiaio. Un calice d’argento dorato e coppa d’oro. altro calice d’argento dorato con sua pate-na. altri quattro calici d’argento con patena simi-le. Un pastorale d’argento con stemma episcopa-

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1860 luglio 30luigi rinalducci supplica il capitolo perché “non ha la possibilità di fare i molti e forti ristauri che occorrono alla cappella di s. Girolamo come de-cretato giuridicamente dal vescovo nella visita pa-storale” e rinuncia al giuspatronato sulla cappella con la facoltà di cederla con i soliti pesi ad altri, ri-servandosi il diritto di amministrare i capitali e le rendite della dote della cappella.asdf, cc, deliberazioni capitolari, reg.175, 1852-1869, alla data.

1862 aprile 27Giovedì santo, viene arrestato il vescovo Vespasia-ni e condotto nelle carceri di Pesaro dove viene de-tenuto fino al 30 dello stesso mese. era accusato di aver diramato ai parroci della sua diocesi una circolare in data 28 novembre 1859 e riconferma-ta nel 1861 e nel 1862 con la quale concedeva il perdono a tutti coloro che avevano partecipato alla ribellione contro lo stato Pontificio, purché aves-sero confessato il proprio pentimento e giurato ob-bedienza alla santa sede e agli ordini che sarebbero in seguito da lui emanati. nel 1863 il vescovo ri-torna trionfalmente nella sua cattedrale.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1852, 1869, c. 74r

1863 aprile 10.il capitolo della cattedrale commissiona la fusio-ne di tre nuove campane secondo un piano d’ac-cordo del 25 marzo precedente al maceratese Vin-cenzo baldini. Questo fonditore suggeriva che “essendo le campane esistenti la prima del tuono re diesis, la 2° di fa diesis conseguentemente, la 3° da rifondersi dovrà raccordare in quinta con la principale, che sarà del tuono la diesis ed ascen-derà al peso circa di libbre1.100. la 4° formerà l’ottava alla 1° e sarà del tuono di re diesis del peso di libbre 500, la 5° dovrà accordarsi con la principale e formerà l’ottava alla seconda portan-do il tuono di la diesis ed il peso approssimativo di libre 120”. il capitolo accetta il prezzo propo-sto stabilendo che il lavoro dovrà essere consegna-to al più tardi per la festa dell’assunta. Queste le iscrizioni della campane: nella vecchia campana di mons. alfieri: deUs MaJestatis intona-Vit: VoX doMini in VirtUte, VoX do-Mini in MaGnificentia./ teMPore Pont.innoc. PP.Xii Joan baPt. alferi-Us ePUs fanen facien. cUraVit. a d. 1651./ JUlii teGGiX et Hieron. santo-ni fanen eiUs alUMni oPUs - s. Pietro. s. Paolo. Madonna di loreto. s. catarina. s. bar-bara. stemma del Vescovo.nella nuova campana si deve ripetere il medesimo motto scritturale e quindi la seguente iscrizione:

le. Un vaso con suo piatto grande d’argento. due piatti più piccoli ugualmente d’argento. Una bugia d’argento. Un razionale d’argento con miniatura antica. Un secchietto e suo aspersorio d’argento. Un piccolo imbuto d’argento. due sottocoppe di rame inargentato. due fiamminghe simili. Un pa-storale simile. tre mitrie di prezioso ricamo e or-nate di gemme. otto cordoni d’oro con sue mappe per le dalmatiche.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1850 marzo 2.il prevosto Mariano billi contratta con Paolo ni-coletti da sant’ippolito una balaustra con scalino nella cappella del battistero della cattedrale con questi patti:1. la balaustra dovrà essere di pietra così detta di

gesso grasciolato in tutto uguale a quello del-la chiesa di san Michele delle esposte di fano con colonne e pilastri tutti interi senza giunture.

2. dovrà essere eseguita come al disegno di loren-zo francolini con sei colonne sciolte per ogni metà della balaustra e con due pilastri con mez-za colonna in ciascuno ugualmente per ogni metà e con 4 grosse palle tonde tornite della stessa pietra sopra ciascun pilastro. inoltre il ni-coletti dovrà porre a tutte sue spese i 4 calcanetti nei pilastri di mezzo e fermarli ad uso d’arte per potervi collocare gli sportelli di legno.

3. il prezzo della balaustra, con materiali e mano d’opera e posa in opera tutto a carico del nico-letti, viene concordato in scudi 40 e, nel caso in cui non fosse eseguita secondo i patti, il co-sto verrà ridotto a scudi 30 e realizzata entro il prossimo aprile.

4. il nicoletti, inoltre, dovrà eseguire a tutte sue spese e di pietra uguale, lo scalino d’ingresso del-la cappella della medesima altezza e grossezza di quello attuale a baiocchi trenta il palmo romano.

5. il pagamento avverrà in questo modo: subito all’atto del contratto scudi 20 ed il residuo a la-voro compiuto e posto in opera e dopo il collau-do fatto dal perito architetto angelo innocenzi al cui giudizio le due parti si obbligano stare.

6. Per il trasporto dei lavori viene concordato che il prevosto billi mandi due carri a sant’ippolito per caricarli e condurli con buoi a carico intero del nicoletti fino a calcinelli, qui i buoi saran-no cambiati e saranno a carico del prevosto billi.

il 19 dicembre 1840 Paolo nicoletti sottoscrive il contratto facendo quietanza del lavoro della balau-stra per sc. 20 e di altri scudi 7.65 a saldo dello sca-lino risultato di palmi 25½.asdf, a.P. cattedrale, b. 15.

1856 marzo 3nella riunione del capitolo viene letta la istanza di

luigi rinalducci diretta al santo Padre colla qua-le chiedeva la facoltà di vendere il ritratto in pietra di paragone situato nella cappella di san Girola-mo, a causa della sua miserabilità ed il bisogno di dotare quattro figlie. tutti i congregati quasi una-nimamente si mostrano contrari alla richiesta per questi motivi: 1° perché il rinalducci è decaduto dal Patronato per non avere mantenuto la cappel-la da moltissimi anni a questa parte; 2° perché il ritratto, che fu donato alla chiesa come all’annes-sa iscrizione, è donazione irrevocabile; 3° perché è falso quanto si asserisce nell’istanza che il ritratto sia collocato in luogo poco sicuro, non essendo-ci pericolo alcuno che venga danneggiato da chic-chessia, tanto più che la cappella è protetta da una cancellata di ferro. asdf, atti capitolari, reg. 175, alla data.

1857 maggio 29“circa alle 10 proveniente da senigallia e dopo una sosta nella chiesa di santa Maria sul Ponte Me-tauro giunge alla Porta Marina il santo padre Pio iX. Molti marinai, vestiti in uniforme, attendeva-no per staccare i cavalli e condurre a mano la car-rozza, ma il santo Padre non accettò. Gli anziani della magistratura, vestiti con gilè nero e cravatta bianca, calzoni corti neri, calze nere di seta e fibbie alle scarpe, per un malinteso non erano presenti e incontrarono la carrozza in mezzo al corso; qui ricevette l‘ossequio della Magistratura e precedu-to dal concerto cittadino si diresse alla cattedra-le dove fu accolto dal Vescovo dal capitolo e dal clero”.

1859 novembre 29Viene contrattata la costruzione del campanile tra il prevosto Mariano billi e l’architetto ferroni,“essendosi risoluto di far costruire un decente e nobile campanile sopra la torre campanaria già esi-stente in detta cattedrale”. Vari i capitoli tra cui quello “che se nello scavo dei fondamenti degli otto piloni da farsi nell’interno della vecchia tor-re, si riconoscesse che a quella prescritta profondi-tà non esista il terreno bastante solido, dovrà que-sti scavarsi fintanto che non vi si giunge […] e così dicesi dei vecchi fondamenti della torre, se si do-vessero rifondare, sebbene dalle indagini fatte que-sti ultimi sembrano basare sul terreno vergine”. il lavoro dovrà iniziare entro il marzo prossimo e ter-minare entro il 1860, salvo interruzioni per vicen-de politiche, per prezzo di scudi 2311, baiocchi 15 e denari 8. asP-sasf, contratti, copie atti Privati, vol. i-ii-iii, c. 15, 1859. Per questo manufatto cfr. anche asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1852, pp. 50, 52, 77 e 1862, pp. 79 e 83. ed anche asP-sasf, Ufficio tecnico, b. 404/b.l.

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regesto dei documenti

a. MdccclXiii / sacri PrinciPatUs Pii iX Pont. MaX: XViii / ordo cano-nicorUM fanen. / in aMPlioreM forMaM / conflandUM cUraVit / PHiliPPo VesPasiani ePiscoPo / coe-lestino Masetti PraePosito / oPUs Vincentii baldini saXoferrat. s. Pie-tro - s. Paolo - stemmi del capitolo e sagrestia. nella seconda: date GloriaM laUdi eiUs s. caterina - s. barbara e stemma.nella terza: Mirabilis deUs in sanctis sUis s. antonio - s. francesco di Paola - stemmi.n.b. s. barbara e s. caterina erano con s. Pietro e s. Paolo nell’antica campana.si volevano porre nella seconda campana nuova i santi Protettori coll’antifona “s. fortunati etc.” ma si trovò poi che i quattro Protettori sono nella campana maggiore. asdf, aP, cattedrale, 1833-1890, b. 15.

1864 lugliosono estratti tre bassorilievi grandi del muro dietro l’altare Maggiore della cattedrale: a sinistra quello rappresentante l’annunciazione e la Visita di Ma-ria santissima a santa elisabetta; a destra la fuga in egitto. i due primi, avendo dietro monumenti pro-fani, furono posti isolati ai lati del portone: il terzo, non avendo nulla dietro, fu posto al muro tra la ti-nacciara e la porta che mette al piano di sotto.asdf, aP, cattedrale, b. 16.

1865 gennaioVengono estratti 7 bassorilievi di varia grandezza che sembrano già appartenuti ad un fregio di cor-nice, parte di essi si trovavano nel così detto cuci-notto corrispondente al retro dell’altare dei santi orso ed eusebio e parte facendo seguito nella scala che mette al coro. Questa la disposizione inizian-do dal lato dell’episcopio: “1° piccolo pezzo rap-presentante fiore; 2° pezzo grande rappresentante sfinge e due colombi; 3° pezzo grande rappresen-tante due orsi ed un leone; 4° pezzo mezzano rap-presentante una pavoncella e due colombi; 5° altro pezzo grande rappresentante leone, fiore, sirena; 6° altro detto rappresentante fiore e due figure; 7° pezzo piccolo rappresentante bestia con leone. n.b. questo ha pure una figura di fianco. il pezzo n° 2 al di dietro è smosciato nella parte superiore e il pezzo n. 3 lo è nella inferiore. i pezzi n° 3 e 5 avendo nella parte interiore una fascia più piccola delle altre, si collocarono separatamente ai lati di bellisario nel cortile dell’atrio di ingresso. Gli altri 5 superiormente al detto bellisario in linea. il pic-colo pezzo n° 7 che ha un animale di fianco si vede presso l’inferriata della legnara. tutti i 7 pezzi al di dietro non hanno alcun lavoro.Venne ugualmente estratto da un lato della det-

ta scala che conduce al coro altro bassorilievo ar-cuato, rappresentante da una parte due pavoni e dall’altra 5 grandi lettere cave MPV/ Go”.asdf, aP, cattedrale, b. 16.

1865 luglio 18Giuseppe terenzi, decano della cappella Musica-le lauretana per gratitudine verso il vescovo chiede di poter “senza interesse alcuno” venire a eseguire la musica della messa solenne, litanie e tantum ergo nel giorno della solennità di Maria santissima as-sunta. dichiara di essere “appieno informato” della qualità dei cantanti della cappella del duomo ma perché tutto riesca nel migliore dei modi, verrebbe qualche giorno prima per istruire i cantanti a suo modo. il terenzi sottolinea che, oltre un suo dove-re “darei insieme un saggio dei miei studi musicali nella mia Patria da cui mi trovo lontano per circa 23 anni, che ho consumati in servizio di questo ve-nerabile santuario di loreto in qualità di cantante di questa cappella di cui contro ogni mio merito, sono stato eletto dai superiori a decano, il di cui uf-ficio è di sostenere le parti del maestro. Ma compiu-to il mio servizio, che non tarderà molto, ho pensato ritornarmene presso la mia amata sorella e quindi, esercitarmi nella mia professione”. il vescovo Vespa-siani gli risponde il 21 successivo e fa presente che la proposta gli è assai gradita ed anche perché, preva-lendo in codesta cappella una musica che si addice a chiesa, è sicuro che non si udirebbero pezzi teatrali. il vescovo aggiunge anche che “già da molti giorni ha avuto occasione di parlare con il padre carletti, a cui ha dato la commissione solita per l’assunta in modo anche più ristretto e si va provando qualche pezzo giacché lo stato delle casse fa deteriorare an-che la musica”.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1884Vengono eseguiti restauri alla cappella nolfi.asP-sasf, carteggio comunale, 1884, tit.Xiii, rub. 11, art. 1.

1888 ottobre 1il vescovo camillo ruggeri consegna al canonico andrea ballanti, prevosto della cattedrale, la piane-ta bianca nobile – di raso bianca con ricamo – che il santo Padre ha regalato alla cattedrale quale ri-cordo del suo solenne Giubileo sacerdotale insie-me ad un cuscino nero che il vescovo ha adopera-to sopra il faldistorio nella domenica precedente.asdf, carte Masetti.

1888 dicembre 14il sindaco riferisce all’ingegnere comunale che il prevosto del capitolo ha riscontrato, a seguito dei lavori di recente eseguiti nella cappella nolfi, che sono avvenute delle scrostature sui marmi delle pa-

reti della cappella stessa. chiede un sopralluogo dell’ingegnere e il costo eventuale dei lavori. dagli allegati si apprende che i lavori erano stati appro-vati dalla Giunta l’11 febbraio 1889, per lire 330, con la massima economia. i lavori di marmorino vengono realizzati dallo scalpellino angelo omic-cioli per 2 specchi – quello a sinistra manca dei marmi giallo antico, pietra di paragone e verde an-tico – oltre ai pilastri.

1889 gennaio 31reclamo di don fortunato Pacciarelli cappella-no della cattedrale con proposta del restauro nella cappella dei santi: “Gli scrostamenti avvenuti nei marmi che rivestono le pareti della cappella nolfi in questa cattedrale sono più numerosi e gravi di quanto credevasi e provenienti più che dai lavori recenti dall'azione del tempo e dal sistema tenuto nell’eseguire in passato una parte dei restauri ado-perando il gesso invece della colla. Quei marmi es-sendo tutti pregevoli ed antichi, l'Ufficio ha fatto le pratiche opportune per conoscere se era possibi-le procurarne i pezzi mancanti, ritenendo che que-sto sia il solo partito conveniente e decoroso. ora soltanto si è avuta ragione che i marmi occorrenti sarebbero disponibili in piccoli blocchi per circa l. 200, essi poi devono segarsi in lastre, ridursi alle dimensioni e forme opportune, lustrarsi e porsi ac-curatamente in opera a fuoco e mastice da scalpel-lino. calcolato la mano d'opera la spesa salirebbe in complesso a lire 330. si ritorna pertanto insie-me alla presente la proposta del cappellano e rela-tiva perizia di f. andrea Perlini che riduce la spesa a lire 65 facendo i restauri non in marmi ma a sca-gliola. si attende che la s.V. scelga fra i due sistemi per dare le disposizioni del caso. nota esterna: 20 luglio la Giunta approva i lavori come all’ordine interno. 27 luglio 1889 chiamato lo scalpellino omiccioli fu sospeso il contratto perché da memo-ria presentata da lui stesso risultò che i marmi gli costavano lire 65 anziché l. 118.asP-sasf, carteggio comunale, 1888, tit. Xiii, rub. X, art. 1, b. 1035.

1893Ulteriori restauri cappella nolfi.asP-sasf, carteggio comunale, 1893, tit, Xiii, rub. 15, fasc. 8.

1897 settembre 21Martedì. Poco dopo le 14, come aveva predetto il ciabattino torinese, di cui i giornali riportano spes-so le previsioni, una violenta scossa di terremoto fece sobbalzare la nostra e le vicine città. Per buo-na fortuna tutto finì in pochi secondi e con la pau-ra; nessun danno grave all‘infuori di qualche cami-no caduto. anche le gugliette del duomo si sono spostate. le donne si erano messe in testa che alle

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1907 maggio 21si dà lettura di un progetto di restauro e decora-zione della cattedrale redatto dal canonico simoni diviso in tre lotti, il primo da iniziare il 16 agosto del corrente anno che viene approvato. si procede alla nomina di una commissione di cui presiden-te onorario è nominato il vescovo, vice presidente corrado saladini, membri alcuni canonici tra cui Masetti, Paolucci, Matteucci, asioli, i conti rinal-do rinalducci e Mariano saladini i signori cecco-ni nicola e bernardino seneca. il can. simoni sarà segretario, senza volerne il titolo.Ibidem, p. 24.

1908 gennaio 12nella riunione capitolare si parla dei restauri alla cattedrale. il proposto suggerisce di estenderli a tutto il presbiterio elevando la spesa da 2000 a 3000 lire. si parla anche di aprire due finestre di fronte alla cappella del santissimo sacramento e dei santi Protettori purché la spesa non superi 250 lire. la proposta viene approvata. nel caso in cui durante i lavori non fosse possibile celebrare, si of-ficerà nella cappella di s. Paolo. il mese dell’ad-dolorata si terrà o in duomo o a santa Maria del Gonfalone.Ibidem, p. 32.

1908 febbraio 9il proposto riferisce che il muratore ha già iniziato da qualche tempo a lavorare in cattedrale e chiede di essere pagato. Monsignor Masetti domanda se si vuol collocare il quadro della santissima annun-ziata nella cappella ove ora è santa filomena. il partito viene approvato.Ibidem, p. 33.

1908 marzo 8Per sostenere le spese dei restauri il capitolo deli-bera di fare una questua durante le messe festive e la benedizione serale.Ibidem, p. 34.

1908 marzo 12, festa del pontefice s. Gregorioil vescovo Vincenzo franceschini supplica il pon-tefice Pio X di autorizzarlo a servirsi di alcuni ca-pitali, “per dotare la chiesa cattedrale di un orga-no liturgico, poiché quello che attualmente vi si trova, oltre a non avere le qualità volute dalle nor-me della sacra liturgia, è per giunta così vecchio e malconcio da non essere più suscettibile di re-stauro e di accordatura”. il vescovo dichiara di non poter far fronte alla spesa ingente essendo esaurite le sue rendite da “balzelli, dalle sovvenzioni ai po-veri e dalle contribuzioni vistose per opere pie, al-tre fatte ed altre incominciate, più necessarie e più urgenti – come la costruzione di una nuova chie-sa nel quartiere del Porto. e questo, per curare la

due dopo mezzanotte si sarebbe avuta una poco de-siderata ripetizione del fenomeno ma la notte pas-sò tranquilla per tutti, tranne per quelli oltremodo paurosi.

1898 maggio 21Guglielmo Gelli propone al sindaco di ripulire i quattro quadri tondi di decorazione della cappella nolfi, rappresentanti l’arca di noè, che dopo il re-stauro nel 1880 di tutti gli affreschi della cappella per opera del fiorentino filippo fiscali riuscì “poco felice poiché dopo poco tempo i detti dipinti per-dettero il loro splendore ed ora sono ridotti in com-passionevole stato”.asP-sasf, carteggio comunale, 1898, cat. iX, clas-se 8, fasc. 1.

1901il pittore fanese Pasquale Garofani esegue le deco-razioni generali; dopo le mine tedesche del 1944 le decorazioni furono tolte perché in gran parte ro-vinate e per esigenza dei radicali restauri del 1940.

1903il pittore Pasquale Garofani decora la cappella dei santi Protettori s. eusebio e s. orso. la bella deco-razione è rimasta intatta e ancora si ammira.

1903 giugno 23il prevosto Masetti, dopo l’ufficiatura di vespro, comunica ai canonici la scoperta fatta dai canoni-ci Vichi, Matteucci e Paolucci degli avanzi mortali dei due santi Protettori orso ed eusebio rinvenuti nell’altare della cappella omonima. i canonici me-ditano di rendere nota ai fedeli una tale invenzio-ne e di celebrare a tempo debito una festa solenne con una stabile riparazione e decorazione dell’attua-le loro cappella. furono proposti vari progetti più o meno attuabili e stanziati lire 50 da impiegarsi per fare i debiti assaggi alle colonne e pareti della catte-drale per scoprire se vi sia qualche cosa di rilevante nell’antica struttura della medesima.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1903, c. 181. si parla anche di realizzare un archivio del camer-lengo della sagrestia.

1905 giugno 13il camerlengo Vichi propone l’apertura di tre por-te - o almeno due - per recarsi dalla sagrestia al coro e alla cappella del sacramento, senza attraversare la chiesa e il presbiterio si potrebbe chiudere. il capi-tolo autorizza lo studio del progetto.Ibidem, p. 4.

1905 dicembre 3il pittore Pasquale Garofani domanda che sia te-nuta in considerazione la sua disponibilità per la decorazione della cattedrale secondo un ipotetico

progetto di restauro, nel caso che si eseguano re-stauro e decorazione.Ibidem, p. 8.

1905 dicembre 30redento del signore è riconfermato a pieni voti maestro di cappella. si legge una sua domanda per ottenere un aumento di stipendio in vista delle maggiori fatiche per l’istruzione dei ragazzi e pro-pone di fare un regolamento per la schola canto-rum.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956, p. 1.

1906 maggio 6il penitenziere Paolucci riferisce il progetto di pie persone con a capo la signora Maria franceschini di decorare una cappella per collocarvi la statua di nostra signora del sacro cuore di Gesù; prescelta sarebbe la cappella della santissima annunziata. si manda ai voti la proposta con la condizione che sia presentato un progetto artistico accettabile.Ibidem, p. 11.

1906 luglio 29il can. albertini domanda che cosa si faccia per munire di ferrate le finestre della cappella del san-tissimo crocefisso. il camerlengo Vichi risponde che il conte rinaldo rinalducci ha già presentato due disegni e per un po’ di trascuratezza non gli fu data risposta, ora seduta stante viene approva-to uno dei disegni da restituire al conte rinalducci perché lo faccia eseguire.Ibidem, p. 15.

1906 dicembre 2si apprende dal locale “Gazzettino” n. 52 di questo giorno che “nei sotterranei dell‘episcopio fu rin-venuta una statua acefala. rappresenta una donna seduta ed è costituita da due grossi pezzi di marmo di diversa qualità e fattura”.ibidem, p. 18.

1906 dicembre 2Viene concessa la cappella dell’annunziata per esporre la statua di nostra signora del sacro cuo-re di Gesù con esplicita condizione che il quadro della santissima annunziata non sia tolto dalla cattedrale.Ibidem.

1906 dicembre 30si nota che occorre accomodare alcuni banchi del-la chiesa, ma siccome essi portano almeno in parte i nomi di famiglie cittadine, si decide di interpellarle se vogliono assumersene la spesa, in caso negativo di farli accomodare dalla sagrestia togliendo i nomi.Ibidem, p. 20.

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regesto dei documenti

scrupolosa esecuzione del motu proprio dello stesso pontefice per la riforma della Musica sacra in tut-ta la sua diocesi e specialmente nella sua cattedrale “superando tutte le difficoltà e vincendo ogni sor-ta di ostacoli”.asdf, aP, cattedrale, b. 15.

1908 marzo 29nella adunanza il canonico ferri presenta una let-tera del vescovo nella quale promette di costruire a sue spese un nuovo organo per la cattedrale e au-torizza a fare i lavori necessari e dismettere anche subito l’organo attuale. in questo stesso giorno il pittore Garofani, in vista del restauro della chie-sa, sarebbe di opinione di sostituire la cornice del quadro dell’assunta con altra rispondente allo sti-le della chiesa. il capitolo, considerate le difficoltà per vendere l’attuale, stabilisce di non mutarla per il momento.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956, pp. 34-35.

1908 maggio 10il proposto Masetti accenna alle spese occorrenti per gli iniziali restauri e mette in evidenza che su-pereranno lire 2000 e forse si giungerà a lire 3500, l’aumento è dovuto ai lavori di apertura delle due nuove finestre circolari per le quali era prevista una spesa minore. il proposto insiste perché siano re-staurati i banchi.Ibidem, p. 39.

1908 maggio 10Viene data lettura di un invito del comune e di una lettera dell’Ufficio regionale per la conserva-zione dei monumenti delle Marche e dell’Umbria, il quale richiede che gli avanzi architettonici e scul-torei venuti alla luce in occasione dei restauri non siano ricoperti o rimossi. si parla anche di non adoperare per i finestroni del coro la vetrofania che è molto costosa e non si addice allo stile e alla grandezza delle finestre, sono invece consigliati ve-tri smerigliati. in questa stessa riunione il capitolo stabilisce di inviare una lettera al municipio per ri-levare lo stato deplorevole della cappella nolfi e il pericolo che alcuni stucchi della volta precipitino a causa delle infiltrazioni d’acqua. si dovrà insistere perché da molti anni il capitolo ha chiesto questi restauri, promessi, ma non realizzati.Ibidem. in evidenza “lettere relative avanzi antica cattedrale, scoperte”.

1908 agosto 16in una congregazione straordinaria il proposto ri-ferisce che il pittore Garofani consiglia delle dora-ture per il soffitto del coro che poi potrebbero con-tinuare nella volta del presbiterio, assicurando un risalto maggiore delle pitture. il 4 ottobre si legge

la proposta di cinque canonici per la doratura alla volta del solo presbiterio per una spesa di lire 60, dato che alcuni privati hanno detto di provvedere alla doratura di quella del coro.Ibidem, pp. 43-45.

1908 dicembre 6il capitolo delibera di chiedere un sussidio per i restauri al fondo culto, corredando la domanda con le perizie per il tetto e il pavimento che neces-sariamente dovevano rifarsi.Ibidem, p. 47.

1909 giugno 11il prevosto, cogliendo l’occasione che si parlò di una colonna miliare antica esistente nelle scuole municipali, ricorda che tale colonna sulla quale fu redatto un opuscolo da suo zio luigi Masetti è di proprietà del capitolo che nel cederla al municipio per collocarla nelle scuole si è espressamente riser-vata tale proprietà. di tale dichiarazione fa prende-re atto nei verbali “perché, se fosse il caso, si faccia valere il suo diritto”.Ibidem.

1909 luglio 1Viene preso in visione un progetto con preventi-vo di spesa ammontante a lire 200 presentato da un fabbro per una balaustra di ferro per chiudere il presbiterio di fronte alla navata. il progetto piace e si eseguirà non appena si troveranno i fondi. Per sistemare il pavimento sotto la cantoria, ove sono venuti in luce avanzi architettonici dell’antica crip-ta, si incarica il proposto di scrivere all’ispettore degli scavi on. ruggero Mariotti, affinché si prov-veda nei termini prefissati per la sistemazione, in caso contrario il capitolo farà richiudere gli scavi praticati dopo aver fatto eseguire i rilievi da servire come memoria.Ibidem, p. 51.

1909 agosto 1nel dare lettura delle spese per i lavori di restauro superiori a quelle previste, si stabilisce di chiedere un preventivo per sistemare gli scavi praticati sot-to l’orchestra, come pure di fare eseguire al pittore Garofani un disegno per le cornucopie da apporre alle croci della consacrazione della chiesa e di rifa-re le croci stesse nelle colonne già dipinte. il cano-nico ferri propone la ripulitura della cappella di sant’orso ma, a seguito delle osservazioni del pre-vosto, si rimanda al nuovo anno.Ibidem, p. 52.

1909 agosto 17si inaugura solennemente il nuovo organo liturgi-co regalato dal vescovo Vincenzo franceschini, in sostituzione di quello costruito dal Vici di Mon-

tecarotto perché non rispondente alle prescrizioni liturgiche e perché di meccanismo troppo imper-fetto. il nuovo organo è opera della ditta Mascio-ni di Milano di enrico e Vincenzo Mascioni con stabilimento a cuvio provincia di Varese che ha introdotto per prima in italia la “combinazione li-bera”, i ventilatori a turbina, la registrazione a pla-chette, l’annullatore automatico dei registri al pe-dale e parecchie altre invenzioni e innovazioni che hanno perfezionato il sistema organario meccani-co combinato col sistema tubolare. l’organo del-la nostra cattedrale è a due tastiere, la prima con 10 registri e 870 canne; la seconda con 8 registri e 566 canne; la pedaliera ha 4 registri e 120 canne, i registri meccanici sono 25 per cui si ha un totale di 47 registri, dei quali 2 reali e di 1556 canne. il sistema di trasmissione è meccanico nella consolle e tubolare per il resto. il nuovo strumento fu inau-gurato dal maestro commendator Giovanni tebal-dini, direttore della cappella Musicale di loreto, e dall’illustre organista Ulisse Mattey, organista ti-tolare della santa casa di loreto. il maestro tebal-dini lesse una magnifica conferenza sulla musica sacra e l’organo. il maestro Mattey eseguì con arte inarrivabile un scelto programma per organo e ac-compagnò due pezzi di canto Gregoriano eseguiti inappuntabilmente dalle alunne delle Maestre Pie Venerini delle due case di fano. la festa fu riusci-tissima con intervento di pubblico e di molti fore-stieri, con soddisfazione di tutti. il capitolo grato a monsignor Vescovo di tanta generosità e di tanta cura, si recò in larga rappresentanza a ringraziarlo ufficialmente e a manifestargli la sua grandissima riconoscenza.Ibidem, pp. 52-53.

1909 dicembre 20Per la nomina del maestro organista viene propo-sto che l’esame sia presenziato dal maestro del li-ceo di Pesaro, dal maestro tebaldini e dal maestro Gallaverni di senigallia e da tenersi entro la metà del prossimo mese di gennaio. Per il servizio musi-cale della cattedrale viene posta a votazione la con-ferma della cappella musicale del seminario, che viene approvata.Ibidem, p. 57.

1910 giugno 8il camerlengo di sagrestia fa noto che l’organista redento del signore non vuol sottoporsi all’esa-me per la tenuità della paga. il capitolo a sua volta stabilisce che gli sia notificato che, se entro il 1 lu-glio non si sottoporrà all’esame, egli sarà dichiarato in disponibilità.Ibidem, p. 60.

1912 maggio 5Viene presentato nella congregazione il bozzetto di

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te di colonnine e di pilastri più che sufficienti – a confessione dell’amico ing. selvelli - per ristabilire il disegno dell’antica architettura. niente fu spez-zato ed asportato”. il canonico si chiede se questa sia la ricompensa alle persone volonterose che han-no riportato alla luce frammenti e ruderi preziosi ed invita i membri della commissione per verifi-care il tutto ed anche sulla decorazione dell’intona-co nell’abside e transetto. Varie le opinioni: a dif-ferenza di quella del castellani che “la trova affatto ripugnante all’indole dell’edificio”, gli illustri boc-ci e cirilli la trovano “buona, quieta e indovinata”.da “il resto del carlino–la Patria” bologna, 13 novembre 1912, p. 4 – ed. speciale per le Marche e Umbia.

1915 agosto 1il vicario notifica che per ordine del sindaco del-la città è sospeso il suono delle campane dall’ave Maria sino alle 7 del mattino. il camerlengo del-la sagrestia viene incaricato di vigilare affinché al campanile non possano accedere persone estranee e l’ingresso della stradina verso la sagrestia sia sem-pre chiuso.si propone al capitolo il progetto di decorazio-ne del finestrone centrale che richiederebbe anche una seconda vetrata esterna. Una pia persona ha già offerto 80 lire sulla spesa prevista di 250 lire. il capitolo approva.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956, p. 99.

1916 marzo 9Muore il vescovo Vincenzo franceschini.Ibidem, p. 106.

1916 giugno 8Monsignor Giuseppe sanchini vicario della diocesi di rimini viene eletto vescovo di fano.Ibidem, p.107.

1916 agosto 15-16-17“Un terribile terremoto si è fatto sentire principal-mente nei giorni 15-16-17 agosto. la prima scossa fu la mattina del giorno 15 alle ore legali 3½ - l’ora legale anticipava di un’ora il tempo solare - più for-te furono quelle sentitesi alle ore 9¼ e 9½ seguita da altre minori e da una scossa ancor più forte alle ore 11½ nel tempo della solenne messa cantata. durante la giornata del 15 se ne ebbero una tren-tina delle quali la più forte fu alle ore 18½. non si fece né officiatura, né funzione al pomeriggio. la cattedrale restò chiusa. la mattina del 16 segnò il massimo del terribile fenomeno con tre scosse fortissime precedute come le altre, da cupo rombo che sembrava venire dal mare, dalle ore 8 alle 10 del mattino. la popolazione atterrita fuggì in luo-ghi aperti e poi si attendò in gran parte fuori della

decorazione della cappella dei santi orso ed euse-bio composto dal pittore Pasquale Garofani. alcu-ni canonici desiderano una riduzione di spesa e una modifica per la parte che richiederebbe l’esecuzione delle figure, perciò non viene stabilito nulla.Per quanto riguarda i restauri alla cattedrale si sta-bilisce di iniziare dal tetto per ottenere il sussidio di lire 600 dall’economato Generale di bologna, men-tre per i lavori all’interno si stabilisce di fare eseguire la parte muraria nel prossimo mese di luglio.Ibidem, p. 71.

1912 giugno 23il capitolo accetta il bozzetto presentato dal pit-tore Garofani per la cappella dei santi Protettori orso ed eusebio.Ibidem, p. 74.

1912 luglio 1Privata scrittura tra il can. emido Vichi camer-lengo di sagrestia e Giuseppe Palazzi capomastro muratore per i lavori di restauro della cattedrale consistenti nella scalcinatura e scialbatura delle tre navate escluso il presbiterio e le cappelle. il lavoro deve essere eseguito “a staggia” in modo che in av-venire la polvere possa depositarsi sui muri ed ese-guito entro due mesi da questa data. il capomastro dovrà usare malta di calce e gesso, esclusa l’arena di mare. il prezzo viene concordato a lire 140 al mq. Per gli armati occorrenti per le tre navate, chiusura dei buchi nei pavimenti e copertura con tende del-le cappelle e presbiterio, si stabilisce un compenso di lire 500 e un “beveraggio” per i muratori per lire 20-25. separatamente verrà conteggiato il lavoro per l’apertura di finestre ed altro, di modo che ver-rà conteggiato solo lo scialbo nuovo.asdf, cc, sacrestia. entrate ed uscite, b. 601 /1912.

1912 luglio 14il Palazzi viene retribuito per aver fatto “due occhi da cima della chiesa del domo” ed altri “due occhi sulla facciata”Ibidem. il 15 ottobre viene saldato il pittore angelo dori per aver dato la vernice alle “quattro lunette” con le due ramate al di fuori e per aver dato la ver-nice al finestrone grande. il 30 ottobre il falegname norberto Galigari esegue 4 finestroni di forma cir-colare con le intelaiature di larice con i cristalli, ol-tre a due telai con rete metallica a rombo; accomo-da anche i 4 sportelli del finestrone grande sopra la porta principale e vi mette i cristalli. Giulio omic-cioli scalpellino esegue i lavori della sua arte, in par-ticolare restaura i basamenti alle colonne della na-vata centrale ed una colonnetta di pietra del furlo rotonda posta in opera nello spiazzale del duomo e viene saldato il 5 novembre 1912.

asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956, p. 74.

1912 settembre 2il prevosto francesco Masetti presenta a nome del capitolo della cattedrale la domanda per poter mo-dificare nella facciata della cattedrale le due finestre riducendole da quadrate a rotonde. È unito il dise-gno della facciata ed evidenziate in rosso le modifi-che da eseguirsi. il progetto viene approvato.asP-sasf, ornato Pubblico, Progetti approvati, 1912, n. 155.

1912 novembre 11nella annuale adunanza tenuta in ancona, in una sala della biblioteca della deputazione di storia Patria per le Marche, il socio Giuseppe castellani nel dare notizia dei lavori che si stanno eseguendo nella cattedrale, propone questo ordine del gior-no che viene approvato all’unanimità: “la regia deputazione di storia Patria per le Marche, aven-do appreso la notizia della poca cura con la qua-le si eseguono i restauri del duomo di fano, ope-ra insigne di architettura romanica e della nessuna sorveglianza esercitata sui medesimi, invita i corpi, cui è affidata la tutela del monumento, a non per-mettere ulteriori manomissioni, augurandosi che prevalga il concetto di una graduale restituzione in pristino sulla decorazione pittorica progettata ed in parte eseguita, affatto ripugnante dall’indo-le dell’edificio”.Pronta la risposta del canonico rodolfo simoni a nome del capitolo che, meravigliandosi di que-sto ordine del giorno della soprintendenza, precisa che il duomo, insigne monumento di arte romani-ca, dopo rovinosi incendi e terremoti “restaurato da mano imperita guidata da mente… grottesca, non era altro che una pessima e indecente costru-zione. scomparsa ogni traccia dell’antico, atterra-ti il presbiterio e la cripta, segate da capo a fondo alcune colonne di pietra per ridurle a pilastri ot-tagonali, tutto venne manomesso ne’ secoli scor-si, per servirsene da materiale da costruzione. in questi ultimi anni, la decenza e l’igiene impose-ro una ripulitura. di pieno accordo con le auto-rità, cui spetta la vigilanza sui monumenti, furono eseguiti, dove si poteva, il restauro dell’intonaco e la rifazione nella grandissima parte che scrostavasi a vista d’occhio, lasciando scoperto e intatto ogni frammento dell’antico che potesse servire di studio per una ripristinazione. chi entra oggi nel duomo, può constatare che mentre prima un orribile in-tonaco bianco sporco celava tutte le profanazioni dei secoli, ora sono ricomparse: sei grandi arcate intatte di pietra; la parte rimasta degli archi della cripta; gli avanzi di quattro capitelli, l’arco di porta in mosaico, pochi avanzi dell’affresco e buona par-

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città. in quei tre giorni si sentirono circa un centi-naio di scosse delle quali molte assai forti. in cat-tedrale caddero le due guglie della facciata in alto e precipitò parte del volto già tanto sciupato del-la cappella del crocefisso. Piccole screpolature si fecero nei volti del coro e del presbiterio. in città oltre alla caduta di camini si ebbero molte lesioni di muri di chiese e di case, crolli di cornicioni e di soffitti. non vi furono vittime e i danni materiali furono di molto minori di quelli sofferti a Pesaro, riccione e rimini che ebbero e deplorarono qual-che morto e la rovina completa o in parte di molte abitazioni e chiese. le scosse proseguirono anche nei giorni successivi con minore intensità ed anche quando la memoria si scrive -29 agosto 1916- si continua a sentire qualche scossa e se ne temono altre, essendo opinione degli scienziati che il perio-do sismico sarà di lunga durata”.Ibidem, p. 110.

1916 dicembre 16il camerlengo di sacrestia riferisce che in merito alla cappella del santissimo crocefisso la contessa cristina rinalducci non si ritiene obbligata a fare eseguiti i lavori essendo stati causati i danni dallo spostamento dei muri maestri. il capitolo decide che si insista presso la contessa diffidandola che, se non esegue tali lavori, decadrà dal iuspatronato. Ibidem, p. 112.

1916 dicembre 30riunito il capitolo il camerlengo dichiara che per i restauri alla cappella del santissimo crocefisso non si è ancora avuta risposta.Ibidem, p. 113.

1917 febbraio 10il vescovo monsignor Giustino sanchini giunge in forma privata a fano con il treno da rimini, ossequiato alla stazione ferroviaria dal vicario, dai rappresentanti del capitolo, del clero e del laicato cattolico, mentre una discreta folla, conosciuta la notizia, attende sul piazzale del duomo.Ibidem, p.115.

1917 maggio 27il capitolo accorda il termine del 30 giugno alla contessa rinalducci per i lavori di restauro alla cap-pella del crocefisso, altrimenti perderà il giuspatro-nato della cappella.Ibidem, p. 118.

1917 ottobre 22si prendono decisioni sulla vendita del turibolo di platino dono del papa Pio iX al santuario di s. Ma-ria della colonna e poi concesso in proprietà al ca-pitolo da leone Xiii per mezzo del vescovo camil-lo santori. i canonici sono dell’avviso di alienarlo. si

parla pure del restauro della cappella del crocefisso. la contessa cristina rinalducci non vuol compiere tutti i lavori e pretende che i canonici concorrano alla spesa perché i muri della cappella sono anche muri della cattedrale e che è disposta a restaurare soltanto il tetto ed il soffitto. il camerlengo, a sua volta, precisa che i muri della cattedrale non ave-vano danneggiato quelli della cappella e che quindi tutti i restauri dovevano essere a carico della famiglia rinalducci. il vescovo, interpellato dalla contessa, aveva suggerito di accomodarsi. anche la Pia Unio-ne delle donne fanesi aveva scritto alla contessa pro-ponendole che lei assumesse i lavori murari, mentre la Pia Unione avrebbe pensato ad una convenien-te decorazione, ma la proposta non viene accettata. Viene stabilito che, essendo passato più di un anno dal terremoto senza che la famiglia si sia occupata della cappella, si penserà al giuspatronato se entro la fine dell’anno non saranno iniziati i lavori murari.Ibidem, p. 121.

1918 maggio 5si riparla dei lavori di restauro della cappella del crocefisso. il canonico betti riferisce che la contes-sa rinalducci gli ha ordinato di fare un progetto per un restauro decoroso e che egli ha già eseguito, ora attende la risposta. il camerlengo presenta una nota progetto di lavo-ri di restauro della cattedrale e il capitolo approva questo ordine: 1 - adattamento e restauro dell’andi-to della porta laterale del campanile e disposizione nel medesimo dei vari frammenti antichi sparsi qua e là nella cattedrale; 2 - aprire un nuovo passaggio che metta in comunicazione il coro con la cappella del sacramento; 3 - riduzione del bancone cano-nicale del presbiterio secondo il progetto e disegno Garofani; 4 - tappeto paonazzo per l’altare maggio-re, il trono e rivestimento del trono di uguale colore. Ibidem, p. 128.

1920restauri alla cappella nolfi.asP-sasf, delibere Giunta, 1920, p. 277.

1921 settembre 5il canonico simoni, incaricato di consultare un marmorino per la rinnovazione e modifica dei gradini per il presbiterio, ebbe il consiglio di farli costruire in graniglia con una spesa di 800 o 900 lire esclusa la mano d’opera. il muratore adanti ha presentato un preventivo di lire 400 per i la-vori necessari alla sostituzione dei vecchi gradini. si delibera di far eseguire i gradini di graniglia a cemento e il rifacimento del pavimento tra la ba-laustra e i gradini. Per il pavimento del presbiterio si chieda preventivo allo stesso muratore adanti e se la somma complessiva unita a quella dei gradi-ni non supera lire 3000 se ne ordini l’esecuzione

utilizzando i fondi raccolti dalle offerte dei fedeli. Ibidem, p. 150.

1921 novembre 20a seguito della risposta del costruttore Mascioni, si decide di affidare il restauro dell’organo al sig. bal-delli di Pesaro per lire 3000; i lavori cominceranno il più presto possibile.Ibidem, p. 153.

1922 marzo 28Per sistemare la questione del canto si decide che la parte musicale venga affidata al maestro redento del signore, la parte del canto gregoriano a don. carlo isotti con un compenso annuo di lire 200 e si decide una regalia in lire 500 annuali per il se-minario interdiocesano che manda per tale servizio i suoi alunni.Ibidem, p. 158

1924 giugno 10si porta a conoscenza del capitolo la volontà di al-cune pie persone di fare ornati fissi per l’immagine della Madonna di Pompei. il capitolo nega fino a che sia sostituita da altra immagine più decorosa.Ibidem, p. 179

1925 febbraio 20in occasione del congresso eucaristico Marchigia-no si ritiene necessario pensare alla facciata della cattedrale. si decide di togliere gli intonaci, riman-dando a dopo lo scrostamento la determinazio-ne per una sistemazione; il prevosto dice di poter disporre di 1000 lire, pensa di ottenere qualche somma dal Vescovo e chiederà anche di prelevare qualche cosa sul libretto recuperi. i canonici con-tri buiranno con 100 lire ciascuno. Ibidem, p. 180.

1925 febbraio 26il canonico agostino narducci camerlengo-am-ministratore del capitolo della cattedrale chiede all’ingegnere capo del comune di poter “ripulire la facciata della cattedrale stessa e, non potendo alme-no per ora prevedere quale restauro sarà più conve-niente fare, chiede il permesso di poter procedere alla scalcinatura dell’intonaco per vedere che cosa esso nasconde”. lo stesso giorno viene autorizzata la richiesta “con l’obbligo di presentare i disegni per i restauri appena ultimata la scalcinatura”.asP-sasf, ornato pubblico, Progetti approvati, 1925, n. 60. la pratica contenente anche la corri-spondenza intercorsa tra il sindaco e il sovrinten-dente serra relativa all’autorizzazione accordata dal sindaco senza averne prima interpellato la sovrin-tendenza di ancona, indispensabile per tali lavori su un edificio “monumentale”. il 16 marzo successivo il sindaco risponde che non vede la ragione perché

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1927 marzo 29 si dà lettura di una lettera dell’architetto colla-marini con la quale egli accompagna la relazione favorevole dell’inviato governativo comm. cal-zabini. si stabilisce di pregare lo stesso architetto collamarini affinché si adoperi per ottenere i re-lativi permessi dato che la sovraintendenza di an-cona non sembra troppo favorevole a una solleci-ta soluzione.p. 198.

1927 giugno 7 Per dar esito alle pratiche per i restauri della faccia-ta si riferisce all’architetto collamarini la risposta di sospensiva ricevuta dall’Ufficio d’arte; si stabili-sce di presentare a roma un memoriale per mezzo dell’on. alessandro Mariotti e si propone di sce-gliere il vicario per recarsi a roma. Ibidem, p. 199.

1927 luglio 31Per proseguire le trattative relative alla facciata si incaricano i canonici già precedentemente desi-gnati di intendersi con l’ing. cesare selvelli.Ibidem, p. 199.

1927 settembre 4 si riferisce della venuta dell’arch. collamarini e dell’udienza avuta col Podestà di fano alla qua-le presero parte i canonici Vichi e Matteucci oltre all’architetto ing. cesare selvelli. il podestà blasi è incaricato di recarsi in ancona dal sovrainten-dente dei Monumenti comm. serra per ottene-re che almeno siano autorizzati i lavori di conso-lidamento per la facciata del duomo. il vescovo ha sostenuto la spesa per la venuta dell’architetto collamarini. il prevosto legge una lettera del so-vraintendente nella quale si autorizza l’esecuzione del progetto collamarini per la sistemazione della facciata del duomo con alcune limitazioni come suggeriva l’on. Mariotti. l’architetto collamarini risponde alla comunicazione fattagli in proposito da Mons. Vichi. il canonico Paolucci insiste che al più presto si pensi ad eseguire i lavori di conso-lidamento. alla richiesta del canonico simoni sui fondi per tali lavori, mons. Vichi risponde che si hanno circa 8500 lire è cioè 5000 contributo della banca cattolica, 2700 sul legato nolfi e una offer-ta promessa da mons. vescovo. Ibidem, pp. 201-203.

1927 dicembre 30l’architetto collamarini ha comunicato che si sa-rebbe accordato col sovraintendente ma non si è saputo più nulla per la non effettuata sua venuta a fano, forse a causa della rigidezza della tempe-ratura. Ibidem, p. 206.

il municipio avrebbe dovuto darne comunicazione alla sovrintendenza “dato che tale fabbricato non risulta sia Monumento nazionale” e che “se aves-se vietato alla curia di fano di eseguire la richie-sta scalcinatura e le conseguenti ricerche, avrebbe compiuto un abuso di potere ed un atto di scortesia ed avrebbe impedito che la nostra città si abbellis-se di una nuova opera d’arte”: Ibidem, lettera prot. n. 2698, div. iV. il 19 marzo, a sua volta, il sovrin-tendente serra risponde al sindaco richiamandolo al rispetto della legge e, relativamente alla conside-razione che il duomo di fano “non sia un edificio monumentale e che tale sia considerato, è una affer-mazione singolare. basterebbe ricordare soltanto il restauro degli affreschi del domenichino compiuto non molti anni or sono dalla sovrintendenza”.Ibidem, lettera prot. n. 2223, posiz. 4, Pesaro.

Pro memoria tra le date 20 febbraio – 15 aprile 1925.“lo scrostamento della facciata della cattedrale ha portato allo scoprimento delle antiche linee archi-tettoniche che risalgono al secolo decimo secondo, essendo perciò una importanza eccezionale per la storia dello stile romanico al quale, nella epoca sua più antica e genuina appartengono. esperite le pra-tiche necessarie con la competente autorità, si è pro-seguito lo scoprimento sino alla demolizione di tut-te le parti in muratura che presentavano caratteri di super costruzione. È desiderio del capitolo che il fe-lice ritrovamento sia seguito dall’opera di ripristino, augurandosi che alle spese, certo superiori alle po-che risorse di cui esso dispone, concorrano cittadini e Governo, affinché venga restituita alla nostra città un monumento delle sue epoche migliori”.

1925 aprile 15si notifica che i lavori eseguiti per lo scoprimento dell’antica facciata hanno finora importato la som-ma di lire 2250 esaurendo il contributo della ban-ca cattolica che è stato di lire 1000 e quello per-sonale dei canonici. data l’importanza delle linee scoperte e dei conseguenti lavori di ripristino è ne-cessaria una sosta. il prevosto dice che per le prime spese potrà mettere a disposizione un migliaio di lire da un fondo che lui amministra. il progetto è accolto e il canonico Matteucci è incaricato di re-carsi in ancona all’Ufficio di vigilanza sui monu-menti per il da farsi. si dovrà tuttavia tenere prati-cabile la cattedrale per le prossime missioni.Ibidem.

1925 luglio 26il prevosto comunica di aver incaricato il capo ma-stro renzoni di lasciare per la cattedrale le pietre che risultassero dalla demolizione del palazzo av-veduti, in via arco di augusto, e nolfi per servi-re ai restauri della facciata del duomo. il canonico

Vincenzo del signore dichiara di devolvere il cor-rispettivo accordatogli per il congresso eucaristico per i restauri della facciata.Ibidem, p. 185

1925 settembre 6il prevosto ha riscosso il legato nolfi e propone di chiedere la sospensione per un decennio devolven-dolo alla spesa per la facciata del duomo. la propo-sta viene accolta e si chiede di sollecitare il ritorno dell’architetto per intraprendere il lavoro necessario.Ibidem, p. 187.

1925 dicembre 6il prevosto propone che per affrettare i lavori per la facciata si rechi a bologna per trattare personal-mente con l’architetto edoardo collamarini.Ibidem, p. 190.

1926 febbraio 21si partecipa la venuta dell’architetto collamarini che ha preso tutte le più minute misure e rilievi della facciata promettendo di eseguire il disegno e il progetto al più presto. Ibidem, p. 191

1926 maggio 25l’architetto collamarini ha fatto sapere che, entro il mese, possibilmente invierà il disegno ricostrut-tivo della facciata del duomo. il prevosto notifica che la banca cattolica ha stanziato un primo con-tributo di lire 3000. il capitolo esprime la sua gra-titudine all’istituto e al suo presidente che è lo stes-so monsignor prevosto. Ibidem, p. 193.

1926 luglio 31si partecipa la venuta dell’architetto collamarini che ha portato il disegno per la restituzione all’an-tico della facciata e, in breve, manderà la relazione.Ibidem, p. 194.

1926 ottobre 1l’architetto collamarini chiede quale esito abbia avuto il suo disegno. il segretario capitolare sci-pione Matteucci riferisce di averlo portato perso-nalmente in ancona ma che, per l’assenza del cav. serra che si trova in spagna, non si è potuto ave-re risposta.Ibidem, p. 195.

1926 dicembre 30Mons. del signore propone che, per il progetto dei lavori della facciata, si nomini una persona che solleciti una risposta dalla sovraintendenza ai Mo-numenti per iniziare i lavori di consolidamento e di copertura. Viene incaricato il canonico Mat-teucci.Ibidem, p. 197.

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1928 aprile 27adanti emilio, muratore, fa domanda al Podestà di poter ripristinare la facciata come al disegno che allega che è di mano dell’architetto edoardo col-lamarini. il progetto “restauro e completamento della facciata della chiesa cattedrale di fano” è da-tato 26 giugno 1926. il giorno successivo il pode-stà approva il progetto.asP-sasf, ornato pubblico, 1928, n. 110.

1928 maggio 29sono autorizzati il prevosto e camerlengo ad esple-tare le trattative necessarie per l’esecuzione dei la-vori alla facciata e si stabilisce anche che gli stessi con il canonico Paolucci costituiscano un apposito comitato cittadino per la parte tecnica e finanzia-ria dei lavori.Ibidem, p. 208.

1928 luglio 29l’architetto comm. collamarini ha incaricato dell’esecuzione dei lavori alla facciata l’ing. selvelli il quale accetta chiedendo comunicazione della let-tera del collamarini.Ibidem, p. 209.

1928 settembre 2il prevosto comunica che per i lavori della faccia-ta si è costituito un comitato d’onore ed un altro effettivo che si adunato in episcopio ieri sera. il comitato effettivo è diviso in due sezioni, una con compito tecnico, l’altra finanziario. i lavori in cor-so per la sistemazione fondamentale sono preven-tivati per circa 30000 lire. Ibidem, p. 209.

1928 settembre 25 Pro memoriail giorno giunge la triste notizia della morte dell’ar-chitetto edoardo collamarini. il capitolo grato all’illustre uomo per il magnifico progetto di resti-tuzione della facciata della nostra cattedrale da lui eseguito senza alcun suo interesse, esprime alla fa-miglia il suo cordoglio e incarica il dott. carlo si-moni di rappresentarlo ai funerali. si stabilisce di suffragare l’anima benedetta con una messa solen-ne di requiem in cattedrale.

1928 ottobre 28si dà lettura della lettera degli eredi del compianto arch. collamarini che dicono di trovare come con-ti pendenti il progetto per la nostra cattedrale. il prevosto è incaricato di inviare agli eredi una copia della lettera che l’architetto indirizzava a suo tem-po al canonico Paolucci, nella quale egli dichiarava di voler eseguire il lavoro senza altro compenso che quello dei viaggi e altra lettera sullo stesso tenore mandata all’ing. selvelli.

Ibidem, p. 210 pro memoria. il 1 dicembre 1928, previo avviso a stampa affisso nelle varie chiese della città, si è celebrata una messa solenne di re-quiem in suffragio del compianto architetto col-lamarini con l’assistenza di Mons. Vescovo e del reverendissimo capitolo, la cattedrale era parata a lutto per la circostanza Ibidem, p. 211.

1928 dicembre 2si rende noto che la banca cattolica ha versato lire 20000 destinate al restauro della facciata della cat-tedrale, si è scritto agli istituti di credito cittadini che si pensa di far eseguire cartoline dei vari punti della facciata per venderle e ricavarne qualche pro-fitto. si decide di offrire alla banca cattolica il cro-cefisso di metallo esistente nella camera capitolare dato che la banca l’avrebbe chiesto per acquistarlo.Ibidem, p. 212.

1929 aprile 7 Viene comunicato che il Ministero della Pubblica istruzione ha deliberato un sussidio di lire 10000 per i lavori collaudati della facciata della cattedrale. la banca cattolica ha deliberato il suo concorso con lire 20000. le trattative per il lavoro in pietra viva, da affidarsi alla ditta tecchi, si svolgeranno con l’intervento del perito servigi. Viene riferito che è in vendita la casa bagni attigua alla sagrestia della cattedrale e per eventuali trattative se ne par-lerà in seguito.Ibidem, p. 214.

1929 giugno 24Viene riferito che il direttore della regia scuola d’arte prof. Vittorio Menegoni si dice autorizza-to a demolire tutti gli stucchi della cappella nolfi che verrebbero poi lentamente rifatti dalla scuo-la d’arte locale. il capitolo incarica il prevosto di parlare col Podestà facendo notare l’obbligo che il Municipio ha di conservare la cappella.Ibidem, p. 215.

1929 settembre 1il comm. serra si interesserà presso il Ministero per ottenere un maggior contributo per i lavori e suggerisce alcune modifiche. se ne informerà l’ing. selvelli perché tutto proceda di comune accordo. si comunica che il preventivo fatto da Giulio Pier-paoli per l’ornato in legno e relativa vetrata all’oc-chio centrale ammonta a lire 3000. stessa somma per il preventivo per il bussolone della porta mag-giore. il capitolo stabilisce di continuare i lavori di muratura rimandando il resto a quando ci saranno i fondi disponibili. si stabilisce di chiedere al diret-tore della scuola d’arte a quanto ammonterebbe la spesa per i restauri agli ornati cosmateschi del por-tale. il perito trovatelli si è presentato dichiaran-

dosi autorizzato a rimuovere tutti gli stucchi della cappella nolfi perché pericolanti, data la risposta favorevole del Ministero che ha ammesso, in se-guito a referti, che essi non hanno pregio artistico. il capitolo protesta contro questa determinazio-ne di demolizione e incarica il prevosto di scrivere al Podestà per impedire che si proceda ai lavori di demolizione e di esporre al comm. serra e al Mi-nistero lo stato delle cose e dell’obbligo che ha il Municipio di mantenere e restaurare la cappella.Ibidem, p. 217.

1929 novembre 4 Viene esaminato il progetto per la demolizione della cappella del crocefisso per poter chiudere le porte laterali della facciata che in antico non esi-stevano e aprirne una sul muro di fianco al luogo della cappella stessa. Un calcolo approssimativo su perizie fatte porterebbe la spesa a circa 13000. la spesa sarebbe coperta con il contributo non esau-rito della banca cattolica, con quello governativo non riscosso e con altri mezzi. il progetto è accolto. il canonico betti è incaricato di recarsi dalla con-tessa rinalducci per l’atto che autorizza il capitolo alla demolizione della cappella, essendo di iuspa-tronato rinalducci. Viene esaminato il proget-to di eutizio spinaci per mettere al sistema detto ambrosiano le campane della cattedrale. siccome sembra che la seconda campana presenti qualche minaccia si provveda a rimediare Ibidem, p. 218.

1929 novembre 6il prevosto emidio Vichi ringrazia il Podestà di fano per i lavori che si stanno facendo nella nobile cappella nolfi, “la quale come era in passato, così mi auguro che torni ad essere il gioiello della no-stra cattedrale”. il sacerdote inoltre lo ragguaglia sulle opere effettuate fin ora dal capitolo che, non badando a sacrifici, ha ormai compiuto il ripristino della facciata del duomo riportandola alle antiche linee. i lavori progettati riguardano la chiusura delle porte laterali e all’apertura di altro e si spera di riu-scire anche a sostenere questa nuova spesa. il Vichi sostenendo che alcuni competenti dicono che per dare maggiore imponenza alla facciata sarebbe ne-cessario abbassare il selciato dello spiazzale, chiede al Podestà che questa spesa venga sostenuta dal co-mune e ricorda di aver fatto appello qualche anno addietro al comune per avere un concorso alla spe-sa della facciata “e ne ebbi le pietre che erano l’orna-mento della abbattuta porta Garibaldi”.asP-sasf, Ufficio tecnico, b. 61/b/ cappella nolfi.

1930 giugno 10Per la cappella rinalducci, riuscita vana la visita fatta dal prevosto e dal canonico betti alla signori-

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relativa alla facciata e bussola, i canonici Paolucci e santarelli per quella relativa alla piazzetta, i ca-nonici simoni, asioli e narducci per il pavimen-to e pulpito.Ibidem, p. 239.

1933 luglio 30Per il servizio di organista don igino tonelli non ac-cetta, essendo stato chiamato come maestro al se-minario regionale. il maestro don Giuseppe ca-merini si riserva di dare una risposta e, in caso di risposta negativa, si parli con il maestro carboni.Ibidem, p. 240.

1933 ottobre 31il maestro don igino tonelli accetta l’ufficio di or-ganista del duomo ed il vescovo gli conferirà uno dei benefici Uffreducci. si impone un restauro all’organo che bisognerà anche fornire di ventila-tore elettrico, il restauro importa una spesa di lire 1500.Ibidem, p. 241.

1933 dicembre 3Per la riparazione dell’organo già iniziata e per for-nirlo di ventilatore elettrico si farà fronte, oltre che col concorso del beneficio, anche con gli interessi del libretto depositi dotali.Ibidem, p. 242.

1934 marzo 23Per ottenere dal municipio che cessi lo sconcio di lasciare la cappella nolfi ingombra di impalcature ormai da anni, si autorizza il prevosto a minaccia-re una citazione se non si provvede in proposito.Ibidem, p. 244.

1934 maggio 22il prevosto riferisce che il Podestà ha assicurato che la cappella nolfi sarà definitivamente sistema-ta entro l’anno. Viene data comunicazione di una lettera pervenuta da rapallo al can. narducci con la quale rinnova la proposta di vendita dei quattro leoni già collocati nella facciata del duomo ed ora depositati nell’atrio del Palazzo Vescovile, offrendo al capitolo lire 15.000 come base delle trattative. dopo varia discussione la proposta è respinta per non esservi stata la maggioranza di voti (favorevoli 5 e contrari 5). il prevosto comunica anche il rin-graziamento del maestro tonelli per i lavori esegui-ti all’organo e che egli crede necessario un cottimo con il sig. baldelli di Pesaro per la manutenzione dello stesso.Ibidem, p. 245.

1934 luglio 29il proposto riferisce delle pratiche per sistemare la cattedrale con la ripresa della colorazione rovina-

na cristina, si decide di riprendere le trattative con il conte rinaldo al quale spetta la decisione.Viene espresso il voto che si restituisca alla cap-pella del santissimo sacramento il dipinto rappre-sentante il sacro cuore di Gesù (opera del fanese Giuseppe luzzi) e si collochi in sagrestia la statua ora in venerazione.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956, p. 223.

1930 luglio 27relativamente alla cappella rinalducci il prevosto riferisce di aver trovato un atto capitolare in cui si accenna al diritto di patronato di detta famiglia. le trattative non hanno avuto ancora risposta definiti-va. il canonico betti che si recherà fra breve a bo-logna è incaricato di recarsi dal conte rinaldo per definire la cosa. relativamente alla riposizione del quadro del sacro cuore nella cappella del sacra-mento, si accoglie la domanda dell’associazione del sacro cuoreIbidem, p. 224.“Memoria. il giorno 30 ottobre alle ore 8,30 si ebbe una fortissima scossa di terremoto vorticoso il cui epicentro è verso senigallia. fano subì gravissimi danni agli stabili civili e anche alle chiese. le più danneggiate furono s. Paterniano e s. agostino. le scosse si ripeterono per lungo tempo”. Ibidem, p. 226. i danni causati dal terremoto nella cattedrale: lesioni delle volte reali in varie campate, specialmente in quella del presbiterio. Grave fendi-tura nella volta e nell’arco di sostegno nella cappel-la gentilizia rinalducci, fenditura più leggera nella cappella del battistero sulla stessa linea della cappel-la rinalducci; piccola fenditura interna nell’occhio della facciata; fenditura nell’arco e nelle pareti della cappella di s. Paolo; grave fenditura in una parete della cappella nolfi; caduta di stucchi nella cap-pella nolfi e di grossi pezzi di intonaco in tutta la chiesa. cfr. “studia Picena”, vol. ottavo, fano 1932, p. 144.

1930 novembre 30 il prevosto riferisce di aver personalmente parlato col conte rinalducci che sembra disposto a rinun-ciare al diritto di patronato della cappella dietro un certo compenso. si attende risposta definitiva e completa.Ibidem, p. 228.

1931 maggio 3si autorizza la spesa di lire 1200 circa per la costru-zione del palco per l’orchestra essendo quasi certi i contributi di lire 600 da parte dell’associazione di nostro signore e della società dell’apostolato della Preghiera intitolata al sacro cuore di Gesù.Ibidem, p. 229.

1931 maggio 26 il palco per la cantoria è costato lire 1700. in pro-posito si è ricevuta la protesta del consueto falegna-me calligari norberto perché il lavoro è stato affi-dato ad altri.Ibidem, p. 230.

1931 agosto 2Per decidere la demolizione della cappella rinal-ducci si provochi una disposizione del Genio civile che è di parere che sia necessario rafforzare i sostegni della volta prospiciente la detta cappella. si interpel-li Mons. Vescovo per ottenere che i lavori di restauro alla cattedrale a seguito del terremoto si eseguano a conto della santa sede.Ibidem, p. 231.

1931 agosto 30il prevosto riferisce di aver scritto ancora una vol-ta al conte rinalducci senza risposta. si stabilisce di notificargli che, non ottenendosi riscontro entro 10 giorni, si intraprenderà la demolizione. Ibidem, p. 232.

1931 dicembre 6Per la sistemazione della statua di sant’antonio esistente nella demolita cappella si propone di tra-sferirla o nella chiesa di s. domenico o al suffragio o restando in duomo sistemarla di fronte a uno dei pilastri ove ora sono i confessionali.Ibidem, p. 233.

1932 marzo 28relativamente al progetto di chiusura delle porte laterali della facciata se ci sono i fondi si proceda alla loro chiusura, previa costruzione di una busso-la per quella centrale. si conferma l’idea di toglie-re il palco aggiunto all’orchestra conservandolo in apposito locale e ricollocandolo in opera quando la necessità lo richiede Ibidem, p. 235.

1932 luglio 31 relativamente alla cappella rinalducci, demolita in seguito all’ultimo terremoto, si accetta il peso di 2 messe annue.Ibidem, p. 238.

1932 dicembre 4si stabilisce l’acquisto di un armonium previa co-gnizione da prendersi col canonico baiocchi, la spesa sarebbe di lire 800.Ibidem, p. 238.

1932 dicembre 30si propone al municipio una convenzione per la si-stemazione della cappella nolfi. in vista del desi-derato completamento dei restauri della cattedrale si incaricano il prevosto e l’arcidiacono per la parte

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regesto dei documenti

ta per il terremoto. i pittori hanno contrattato per lire 1000, intanto è stato rifatto l’intonaco della prima campata a sinistra. si dà comunicazione di una nuova insistenza con l'offerta di lire 20.000 per la compera dei leoni appartenenti alla catte-drale; si fa notare che vi è una deliberazione pre-giudiziale contraria alla vendita e non si approva la proposta del can. simoni di interpellare la so-vrintendenza.Ibidem, p. 246.

1934 dicembre 2Per il restauro della cappella del santissimo sacra-mento il prevosto fa sapere che alle 2000 lire offer-te dal vescovo, può aggiungere altre 1000 lire delle quali 800 da libretto e 200 personali.Ibidem, p. 248.

1935 giugno 11il capitolo lamentando il lungo abbandono in cui è lasciata l’artistica cappella nolfi da parte del Municipio, il cui restauro iniziato parecchi anni fa non è stato mai completato, incarica il prevosto di scrivere al Podestà perché gli ricordi il dovere di far cessare tale sconcio avvisandolo che, se non provvederà in breve tempo, il capitolo adirà alle vie legali.Ibidem, p. 250.

1935 luglio 28il prevosto è incaricato di esporre al Municipio la disposizione a ricevere la somma di lire 10.000 incaricandosi dei lavori di restauro, altrimenti si esperiranno le vie legali. si informa il capitolo che le signore Montecchi non intendono pensare al re-stauro della cappella di san Paolo anche se con ciò decadranno dal diritto di patronato. si parla anche della statua di sant’antonio e della raccolta delle offerte per beneficenza a seguito della morte della contessa Mariotti selvatici, per riguardo della qua-le si era avuta tolleranza.Ibidem, p. 251.

1935 settembre 1il sovrintendente è assente da ancona e non ha potuto essere informato né per i lavori della cap-pella nolfi, né per la sistemazione della piazzetta. le sorelle Montecchi rinunciano alla cappella di san Paolo.Ibidem, p. 252.

1935 dicembre 30si pensa di istituire una commissione per i lavori necessari e specialmente per il pavimento. il vesco-vo mette a disposizione lire 2000 per i lavori ne-cessari a mantenere il trono all’incirca dove si trova dopo la consacrazione di mons. castelli.Ibidem, p. 255.

1935 dicembre 30Per il trasposto nella nuova stanza dell’archivio capitolare il canonico Paolucci dice che presterà la sua opera. la spesa necessaria sarà divisa in par-te uguale fra l’amministrazione del capitolo e del-la sagrestia.Ibidem, p. 256.

1936 gennaio 10si dovrebbe decidere sullo spostamento del trono come al verbale precedente ma si rimanda la deli-berazione per attendere il progetto dell’architetto angelo Gremolini.Ibidem, p. 257.

1936 giugno 2il comune invierà entro la settimana l’ingegnere per i lavori alla cappella nolfi, ma si pensa di ri-correre al Ministero.Ibidem, p. 258.

1937 febbraio 23“Pro memoria. oggi 23 febbraio 1937, alle ore 8,15 è avvenuta la morte di mons. Giuseppe san-chini nostro vescovo. era nato a cerreto nella dio-cesi di rimini il 18 nov.1860. il 5 giugno 1916 fu eletto vescovo di fano e consacrato a rimini il 14 ottobre. fece l’ingresso l’11 febbraio 1917. la salma rivestita dei paramenti pontificali fu espo-sta nella cappella dell’addolorata in cattedrale, es-sendo crollato pochi giorni prima il tetto e soffitto della sala grande dell’episcopio. il trasporto al ci-miero si fece nel pomeriggio del 25 febbraio con un imponente corteo. la venerata salma fu depo-sta nella cappella del conte alessandro Mariotti in attesa che si ottengano i debiti permessi per la defi-nitiva tumulazione nel sarcofago già eretto per vo-lontà del defunto nella chiesa parrocchiale di san cristoforo. il giorno 22 giugno 1937 si compì il voto del defunto vescovo con il trasporto della sal-ma alla detta chiesa di san cristoforo. la sera del 21 si era privatamente trasferita la salma dal cimi-tero alla chiesa”.Ibidem, pp. 264-265.

1937 maggio 18si stabilisce che siano riportati in cattedrale i quat-tro antichi leoni trasferiti per comodità di conser-vazione nell’atrio dell’episcopio.Ibidem, p. 270.

1937 ottobre 24consacrazione del vescovo eletto mons. Vincenzo del signore.p. 275.

1938 febbraio 11il vescovo Vincenzo del signore ha fatto il suo in-

gresso solenne in cattedrale per la presa di posses-so canonico. il corteo mosse dalla basilica di san Paterniano, percorse il corso Vittorio emanuele e via arco d’augusto.Ibidem, p. 278.

1938 giugno 7si stabilisce, con intesa del vescovo che per i mesi celebrati in onore del sacro cuore, di nostra si-gnora del sacro cuore, di Maria santissima addo-lorata e di qualsiasi altro, tutte le statue e immagi-ni non si spostino dalle rispettive cappelle anche se la benedizione eucaristica si impartirà dall’alta-re maggiore.Ibidem, p. 281.

1938 luglio 31il canonico luigi asioli riferisce che per la costru-zione dei nuovi banchi si hanno già 20 quote di lire 200. Uno ne offre anche il capitolo per delibe-razione odierna. i canonici asioli, Paolucci e Mat-teucci sono incaricati della sistemazione. i vecchi banchi saranno posti nella chiesa di santa Maria del Gonfalone.Ibidem, p. 281.

1938 agosto 2al comune è stato di nuovo scritto a proposito del-la cappella nolfi ma inutilmente: si riconosce ne-cessario fissare un breve termine, scaduto il quale si ricorra alle competenti autorità.Ibidem, p. 259.

1938 settembre 11la commissione d’arte presieduta dal comm. Giovannoni e composta dai signori de simone e calza bini accompagnati dal vice podestà e dal conte Piercarlo borgogelli visita la cattedrale. Pre-sa visione del tutto e avuta relazione dei progetti di lavoro, la commissione si è pronunziata favo-revolmente sui lavori necessari per l’abbassamento della piazzetta, per la ricostruzione della gradinata esterna, per la chiusura delle due porte laterali e di quanto è necessario per la completa sistemazione della facciata. sul rifacimento del pavimento non si pensa per ora al ripristino che porterebbe molti problemi da risolvere in precedenza, ma si ritiene che debba rifarsi al livello attuale e in cotto.Ibidem, p. 282.

1938 novembre 7si parla del modo di provvedere al canto in catte-drale. se ne tratterà con il maestro organista don Giuseppe camerini.Ibidem, p. 283.

1939 maggio 7nell’imminenza dell’inizio dei lavori in cattedrale

la Basilica cattedrale di fano

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1944 gennaio 18il capitolo, obbligato all’officiatura, stabilisce di ufficiare nell’ambiente della sagrestia adeguata-mente disposto. si dovrà provvedere alla sistema-zione delle finestre, all’adattamento dell’altare e all’ingresso per il pubblico che potrà accedere pas-sando per la via che conduce dalla piazzetta alla sa-grestia stessa.Ibidem, p. 321.

Memoriafino a che fu permessa la dimora della popola-zione in città l’ufficiatura per la cattedrale si svol-se nell’ambiente della sagrestia e quando poi venne l’ordine tassativo di abbandonare la città, la popo-lazione sfollata –fu questo il termine adottato- poté ricevere la necessaria assistenza spirituale nei paesi e nelle chiese del suburbio e della campagna. diven-tarono poi sempre più difficili le condizioni coll’av-vicinarsi delle azioni guerresche e coll’inasprimento continuo delle esigenze delle truppe tedesche che imposero lavori, requisizioni d’ogni specie senza al-cun riguardo ai bisogni della popolazione. non fis-siamo qui i soprusi e le ruberie subite dalla cittadi-nanza, ma certo le sofferenze furono gravissime e tali da lasciare il più brutto ricordo: si può dire che i pericoli dei bombardamenti e delle armi passarono in seconda linea, perché superati dalle malvessazio-ni e prepotenze. il giorno 20 agosto, senza preavviso di sorta, anzi dopo una affermazione della autorità militare tedesca, qui di stanza, che la minaccia di at-terrare i campanili della città si supponeva rientrata, potentissime mine fatte esplodere dai guastatori te-deschi fecero saltare il poderoso torrione detto torre di belisario su cui era stata innalzata la cella campa-naria e la relativa guglia del campanile del duomo. l’esplosione provocò oltre il crollo del campanile, lo sfondamento del tetto e delle volte della cattedrale su tutto il presbiterio e navata sinistra relativa, del-la prima navata centrale e della sinistra aderente al presbiterio; il crollo del tetto e volta della cappella di nostra signora del sacro cuore e l’abbattimento del muro perimetrale della cappella del sacramento sino al battistero. conseguenza di tale inqualificabi-le sacrilegio fu anche lo sfondamento e la rovina di parte dell’episcopio attiguo alla cattedrale; il crol-lo delle sale adibite ad archivio strascico della can-celleria; la rovina quasi completa degli edifici civili fiancheggianti il duomo per via rainerio. le mace-rie hanno ostruito la strada pubblica e riempito, in proporzioni paurose, la cattedrale. in tali bruttissi-me condizioni, al rientrare della popolazione in cit-tà, si dovette riprendere l’ufficiatura ridotta nell’am-biente della sagrestia.rovine meno ingenti, ma gravissime e deplorevolis-sime hanno subito in città le chiese di s. Paterniano, s. domenico, s. Maria nuova, la Madonna di piaz-

si pensa di chiudere la chiesa ed ufficiarne un’altra. se ne lascia la decisione al vescovo.Ibidem, p. 288.

1939 maggio 30il vescovo desidera che la cattedrale non sia chiusa durante i lavori di restauro ed abbellimento.Ibidem, p. 289.

1940 aprile 7il prevosto riferisce che, a seguito della caduta di alcune pietre della cornice superiore del campani-le, fu eseguita una ispezione del campanile stesso nella quale si constatò la necessità di riparazioni in parte urgenti, in parte convenienti. il capomastro spinaci Giuseppe ha fatto in proposito un com-pendioso progetto secondo il quale si prevedono lavori urgenti per lire 3.500 e un successivo bloc-co per altri, di lire 3.500. il vescovo ha promesso il necessario contributo. i lavori sono autorizzati.Ibidem, pp. 293-294.

1940 dicembre 1si legge una lettera del vescovo che desidera una più completa chiusura delle porte laterali di fondo della cattedrale. la spesa potrà essere sostenuta dal comitato per i restauri. il camerlengo di sagrestia si incarica di attuare questo desiderio che è anche quello del capitolo. Per decidere la ubicazione del costruendo pulpito con gli elementi antichi i cano-nici si riservano di vedere sul posto il modello in legno. si nota che il disegno imposto dalla sovrin-tendenza non è di soddisfazione comune, la deter-minazione del luogo è subordinata al disegno stesso.Ibidem, p. 300.

1940 dicembre 30il capitolo esprime la propria soddisfazione per es-sere stato riposto nella cappella del santissimo sa-cramento il dipinto del sacro cuore.Ibidem, p. 301.

1941il battistero è collocato nel sito attuale togliendolo dalla cappella distrutta per aprirvi una porta late-rale e cioè a destra entrando dalla porta laterale e a destra entrando dalla porta maggiore.

1941 luglio 27si autorizza a fare eseguire i necessari lavori di re-stauro e consolidamento della sala capitolare.Ibidem, p. 305.

1941 dicembre 30Per saldare il debito incontrato nei restauri al cam-panile si decide l’alienazione di 6 o 7 mila lire di cartelle acquistate con il ricavato della vendita del turibolo di platino.Ibidem, p. 307.

1941 aprile 13inaugurazione della chiesa restaurata. solenne pontificale nel pomeriggio di questo giorno di Pa-squa, a cui fece seguito il trattenimento spiritua-le con scelto programma musico-letterario con il contributo della Schola cantorum.

1942 giugno 24il vescovo riferisce sui lavori della cattedrale che hanno ridato decoro e bellezza in relazione ai mez-zi disponibili. fa sapere che tutti i lavori compiu-ti sono stati pagati. la spesa complessiva è stata di lire 344, 392 compreso l’importo delle finestre istoriate per la cappella di nostra signora non an-cora ultimate. restano ancora parecchi lavori che converrebbe eseguire. Viene mostrata l’artistica to-vaglia che pie signore offrono per l’altare di nostra signora del sacro cuore, una gentile opera d’arte, un oggetto prezioso, valutabile a più di 3.000 lire.

1942 luglio 26il canonico asioli informa il capitolo delle pra-tiche relative ai restauri della cattedrale e comu-nica che la signora Maria sabatini vedova Volpi-ni offre 12.000 lire per completare la sistemazione della cappella di san Paolo con le relative finestre istoriate.Ibidem, p. 313.

1943 giugno 15il camerlengo di sagrestia è incaricato a chiudere il cancello a fianco della facciata del duomo e della porta relativa come pure delle due porte che dalla sagrestia immettono in chiesa.Ibidem, p. 317.

1943 dicembre 30il canonico asioli riferisce che, dopo eseguiti i la-vori di abbellimento dell’altare maggiore comple-tamente rivestito di ricchi marmi e del restante pa-vimento tra l’altare e il coro, resta un debito di lire 1350 al quale si spera di far fronte senza gravi dif-ficoltà.Ibidem, p. 320.

1944 notte tra il 15-16 gennaioin seguito a bombardamento aereo si ebbero dan-ni alla cattedrale che ebbe frantumate tutte le ve-trate comprese le sei istoriate dal professor Vittorio Menegoni; furono anche rovinati parecchi infissi, crollarono i soffitti di alcuni locali annessi alla sa-grestia e fu sconvolto il tetto. le bombe erano ca-dute sui fabbricati compresi tra le vie Montevec-chio, corso, arco d’augusto producendo gravi danni, crollo di edifici e la morte di una donna.Ibidem, p. 321.

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za, delle quali furono fatti saltare i relativi campani-li; tutte sono così rese impraticabili.Ibidem, p. 322.

1944 ottobre 17si espone il desiderio che al più presto si renda possibile dare segnali con le due minori campane collocandole in un campanile provvisorio secondo il progetto del perito servigi.Ibidem, p. 324.

1946 marzo 31la cattedrale si è puntualmente riaperta, come era progettato, nel pomeriggio. Per le vie della città si svolse la solenne processione con la venerata im-magine della Madonna Mater sancte spei. Un grandissimo concorso di popolo accompagnò così la sacra immagine che fu collocata nella cappella intitolata a nostra signora del sacro cuore. il con-cittadino Mons. stanislao battistelli vescovo di Pi-tigliano e soana cominciò la sacra predicazione che continuò sino al 12 marzo. tenne contemporanea-mente discorsi al mattino e per alcuni giorni istru-zioni alla gioventù di azione cattolica. si pensa di lasciare una iscrizione marmorea per ricordare le rovine subite dalla nostra cattedrale e le solerti cure e i lunghi lavori che furono necessari per riparare i gravissimi danni.Ibidem, p. 332.

1947 maggio 27si incarica il prevosto di trattare col doratore Pao-lucci per la doratura di un faldistorio restato presso di lui durante le vicende belliche.Ibidem, p. 337

1948 maggio 18relativamente alla sistemazione della cappella detta di nostra signora del sacro cuore si pensa di esaminare i diversi pareri quando si potrà prevede-re vicino il trasferimento della sacra immagine di Maria della santa speranza a san silvestro.Ibidem, p. 342.

1951 giugno 3il prevosto canonico costanzo Micci fa presente che c’è una pratica per la costruzione del campa-nile distrutto. Pare che a santa Maria nuova stia-no iniziando dei lavori e non per la costruzione del campanile ma per la costruzione di un edificio. se così fosse si potrebbero usare i denari per costruire delle case popolari.

1952 gennaio 29la chiesa cattedrale viene elevata a dignità e onore di basilica Minore da papa Pio Xii. cfr. “bollettino Ufficiale della diocesi di fano”, anno 1953.

1952 giugno 15il prevosto fa presente che tempo addietro è sta-ta prestata alla scuola d’arte una statua della Ma-donna che si trovava nella cappella di sant’orso e ancora non restituita. Viene incaricato il camer-lengo di sagrestia, canonico leandro santarelli per riaverla.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1905-1956,

1952 dicembre 3il prevosto fa presente che lo stanziamento per la costruzione del campanile della cattedrale è per ora soltanto di 11 milioni quindi non si può attuare il progetto di costruzione di case popolari. il cano-nico santarelli chiede se è possibile avere un au-mento, ma il prevosto dice che non lo sa e intende rivolgersi a severi leonardo presidente del consi-glio di stato. fa inoltre presente, che il sovrinten-dente delle belle arti di ancona ha assicurato di iniziare in primavera i lavori per la sistemazione di quel tratto dove sono rimasti dei ruderi del campa-nile. Questi lavori si impongono perché quell’an-golo deturpa in un modo indecente l’esterno del duomo. di questo si è interessato il vescovo. il pa-vimento della cappella del santissimo sacramento e davanti alla stessa si farà subito. il canonico at-tilio Zonghetti ha curato la decorazione delle due cappelle crocefisso e Madonna Pellegrina. il pre-vosto aggiunge che il canonico Zonghetti vorrebbe fare una nuova cappella con la tomba per sé, ma fa presente che una costruzione simile, se fatta a de-stra dell’ingresso, sarebbe asimmetrica e sacrifiche-rebbe una porta. il capitolo dovrebbe far capire che sarebbe più opportuno rinunziare all’idea della cappella e fare una cosa più urgente. Per esempio la sagrestia che è infelice come estetica e come sta-tica. i muri non sono solidi, sotto il pavimento, ci sono delle grotte. Questa la proposta da fare al can. Zonghetti, il restauro della sagrestia. Monsignor vicario e il canonico asioli osservano che difficil-mente il canonico Zonghetti accetterà tale propo-sta perciò sarebbe meglio proporgli la costruzione del rosone e di qualche finestrone per migliorare l’estetica della cattedrale. il prevosto propone di inviare una lettera di ringraziamento anche alla si-gnora striccioni che ha fatto dei lavori di abbelli-mento alla cappella dell’addolorata: sistemazione del tetto, tinteggio e balaustra. il prevosto poi fa presente che le due tele che si trovavano nella cap-pella del crocefisso, rappresentanti l’una la carta Geografica della Palestina, l’altra una Pianta in ri-lievo della città di fano, sono state messe in una sala dell’episcopio.

1953 aprile 26il prevosto fa presente che il dottor caselli ha in progetto di demolire e poi ricostruire il suo sta-

bile in piazza duomo n. 2. si chiede che vengano rispettate le leggi relative alle aperture di finestre.

1953 novembre 12si invia questa lettera al Provveditore alle oo.PP. di ancona: “Questo rev.mo capitolo cattedrale nella sua adunanza di oggi 12 novembre ha pre-so visione di una richiesta data dalle locali auto-rità comunali, che cioè la somma di 10 milio-ni stanziata nel corrente esercizio dal ministero, 1953-1954 per la ricostruzione del campanile del-la chiesa cattedrale abbattuta da mine tedesche nel 1944, sia devoluta alle suddette autorità a scopo di urgenti lavori pubblici. Questo rev.mo capitolo molto volentieri annuisce alla sopraddetta richie-sta con le seguenti condizioni, sine qua non, che codesto Provveditore alla oo. PP rilasci al capi-tolo un documento scritto nel quale venga dichia-rato che la somma di 10 milioni sarà erogata nel prossimo esercizio e senza pregiudizio su ulteriori stanziamenti.

1953 novembre 22il prevosto fa presente che il direttore della scuo-la d’arte ha chiesto l’autorizzazione di fare dei cal-chi sui rilievi del pulpito del duomo. si concede a condizione che i lavori inizino dopo le ore 9,30 del mattino.

1954 maggioViene presentato il disegno del campanile del so-printendente architetto Vittorio Mesturino dise-gnato da battistoni.asP-sasf, ornato pubblico, b. 404/b.

1954 giugno 12si riuniscono il prevosto canonico Micci, monsi-gnor leandro santarelli, i canonci aurelio bran-chini e Guglielmo secchiaroli e il segretario don domenico astolfi per prendere visione del disegno del campanile erigendo per la cattedrale. il dise-gno, fatto dal sovrintendente alle belle arti di an-cona, è giudicato sfavorevolissimo da tutti i pre-senti, per cui viene presa all’unanimità la decisione di non accettarlo. in un secondo momento si tro-verà la forma per rifiutare l’accettazione.

1954 settembre 6si tratta di trovare la forma per evitare l’accettazione dell’erigendo campanile di cui alla relazione prece-dente. il prevosto osserva che è necessario prendere tempo ed aspettare lo scadere dei limiti di servizio dell’attuale sovrintendente, che fra un anno o due andrà in pensione. intanto si potrebbe stornare la somma stanziata per i lavori a villa san Girolamo “il Prelato”. il capitolo è d’accordo in linea di massi-ma purché ciò avvenga senza pregiudizio di ulterio-ri stanziamenti ed il canonico santarelli propone di

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veditore di ancona. alla Mutua non interessano i locali annessi alla casa parrocchiale (sala capitolare e stanza annessa) è necessario trovare altra persona e si decide di proporre a don Guerrino simoncelli sacrista un cambio di abitazione per cui lascerebbe la sua casa accanto alla sala Gonfalone per trasfe-rirsi in quei locali.il prevosto mostra quindi alcuni campioni di mar-mo per il pavimento della cattedrale e viene scelto il silvabella classico, più chiaro del chiampo, della stessa durezza e di minor prezzo.Ibidem, p. 35.

1957 dicembre 30il prevosto comunica che finalmente è pronto il definitivo disegno del campanile del duomo, ap-provato dal sovraintendente dopo che il progetti-sta ha approntato alcuni ritocchi.Ibidem, p. 43.

1958 aprile 27Un funzionario della sovrintendenza di bologna ha osservato il quadro del carracci nella cappella di sant’orso e l’ha trovato coperto di muffa e si di-chiara disposto, per evitare un sicuro e irreparabile deterioramento, a portarlo a bologna per un op-portuno trattamento. Mons. prevosto chiede l’au-torizzazione per questo. si concede l’autorizzazio-ne non solo, ma si raccomanda anche vivamente che si provveda a salvare il quadro.Ibidem, p. 53.

1958 maggio 8Per i due appartamenti ricavati dalla ex sala capi-tolare e stanze annesse, vi sono varie richieste. il più piccolo viene ceduto in affitto alla domestica di mons. prevosto Palma frattini.Ibidem, p. 54.

1958 dicembre 30il prevosto dice che occorre sostituire i ceppi ro-vinati delle campane e il clini chiede lire 30.000. Viene incaricato il prevosto per l’affare. il prevosto dice che un funzionario del Genio civile ha di-chiarato che spetta al vescovo decidere il prossimo stanziamento, se intende servirsene per la costru-zione del campanile o per altro scopo.Ibidem, p. 92.

1960 dicembre 30il prevosto presenta la situazione finanziaria: si vorrebbe sistemare l’ex sagrestia per collocarvi gli armadi dei parati, si potrebbero demolire le sca-le che davano accesso alla cantoria e ricavarne un piccolo ambiente. chiede poi al vescovo, presente, di dichiarare al Genio civile che attualmente il la-voro più urgente in diocesi è il campanile del duo-

accertarsi se il sovrintendente raggiungerà fra poco i limiti di età per il suo ufficio.il prevosto aggiunge che intanto si potrebbe far preparare un disegno di “nostro gradimento per esempio dall’arch. rapisardi d’intesa con la com-missione d’arte sacra”. il prevosto comunica che è pervenuta una lettera dell’ingegner selvelli al ve-scovo e propone un’adunanza dei principali citta-dini con il sovrintendente per discutere sull’eri-gendo campanile. tutti sono d’accordo di “evitare assolutamente un’adunanza simile tenendo conto della recente esperienza per la ricostruzione della torre civica attuata nel modo infelice che tutti san-no”. il capitolo si permette di suggerire al vescovo di rifiutare con buone maniere la proposta, moti-vandola di essere in contatto con la commissione d’arte sacra.

1954 dicembre 30la questione del campanile si protrae insoluta per-ché bisognerebbe interessarsi continuamente. in-tanto bisognerà far redigere un progetto e poi ar-rivare all’esecuzione. Per questo ci vorrà tempo e denaro.

1955 novembre 30il prevosto dice che in quanto al campanile spera di portare a termine le pratiche in un tempo rela-tivamente breve.

1956 febbraio 6si invia domanda alla commissione d’arte sacra a roma perché prenda in esame la questione ineren-te alla ricostruzione del campanile della cattedrale.

1956 marzo 13la sovrintendenza chiede la pala d’altare del car-racci che si trova nella cappella di sant’orso per una mostra che si terrà a bologna. si concede. Vie-ne esaminato il disegno del progetto per la rico-struzione della sagrestia: è di gradimento di tutti.

1956 aprile 29Viene approvato il disegno del campanile della cattedrale ideato dall’architetto Venturi. il prevo-sto cercherà di farlo approvare dalla sovrintenden-za di ancona.

1956 maggio 27durante i lavori per la sagrestia, in via provvisoria, verrà utilizzata la cappella dei santi.

1956 settembre 23il prevosto dice che il favorevole andamento delle pratiche per i lavori della sagrestia fa prevedere l’i-nizio dei lavori per la prossima primavera. 1956 ottobre 16nella congregazione di questo giorno si comunica

che il sovrintendente delle belle arti di ancona ha approvato il disegno dell’architetto Venturi, pro-ponendo però molte modifiche. il canonico M° tonelli fa presente che con l’inumidirsi dell’aria ritornerà quasi completamente a posto da sé l’or-gano, anche se qualche difetto rimarrà e, per to-glierlo, occorrerebbe una revisione dei Mascioni, perciò si scriva alla ditta.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1956-1986, pp.4-5.

1956 dicembre 31Monsignor prevosto fa vedere ai presenti le modi-fiche apportate dal sovrintendente alle belle arti di ancona al disegno del campanile ideato dall’arch. Venturi. il disegno piace assai, ma le modifiche non piacciono affatto. il can. francesco curina dice di aver parlato con il prof. belli ma questi gli ha risposto che non dipende da lui. il prevosto a sua volta farà presente al Venturi che le modifiche imposte dal sovrintendente non piacciono.Ibidem, p.14.

1956 dicembre 31il dott. caselli ha bisogno del cortile fra la casa parrocchiale e il duomo per allargare la casa del-la Mutua, ma tutti i canonici sono d’accordo sulla necessità di non sacrificare quel cortile.Ibidem, p. 15.

1957 gennaio 27Mons. prevosto comunica che, riguardo sia al frammento di rilievi trovato durante i lavori di re-stauro dell’episcopio, sia al pavimento del duomo che al campanile, il sovrintendente di ancona ha deciso di pronunciarsi dopo un sopralluogo.Ibidem, p. 16.

1957 maggio 12Viene chiesto ai canonici il parere sul contratto sti-pulato fra il capitolo e la ditta spinaci per i lavori della sagrestia e locali annessi.Ibidem, p. 23.

1957 novembre 7si discute su tre ordini del giorno: 1 - situazione presente dei lavori della sagrestia. 2 - contratto per il nuovo pavimento della cattedrale. 3 - sistemazio-ne della cattedrale.Per i lavori della sagrestia si inviano tre canonici al vescovo perché intervenga nella spesa concedendo, come aveva promesso, il terzo della somma realiz-zata con la vendita della chiesa di s. francesco di Paola vicino alla stazione. relativamente ai lavori e ricostruzione del campanile e di altri ambienti distrutti dalla guerra il ministro togni ha comu-nicato all’on. boidi di aver chiesto notizie al Prov-

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regesto dei documenti

mo, solo così sarà finalmente possibile dar princi-pio alla ricostruzione del medesimo.Ibidem, p.105.

1963 dicembre 30 il progetto del campanile dell’arch. flavio Ventu-ri è stato approvato dalla sovrintendenza di an-cona, devono però arrivare i calcoli degli ingegne-ri. la somma stanziata è di lire 16.000.000 per il primo lotto.la spesa della rifusione delle campane importerà lire 1.000.000.Ibidem, p. 122.

1964 dicembre 30il prevosto informa i presenti che compiuti gli as-saggi alle fondamenta del vecchio campanile si è in attesa dei certificati dell’indagine geologica e poi si farà la gettata su cui dovrà sorgere il nuovo cam-panile. riparazioni al tetto del duomo. la ditta de’ Poli non ha ritirato ancora le vecchie campane per la rifusione. Mons. prevosto osserva che è necessa-rio restaurare l’ambiente dove sono le vecchie scale della cantoria e proporre di chiedere a mons. ve-scovo il vano dietro la cappella di sant’orso.l’ingresso al nuovo campanile potrà essere lasciato dove era precedentemente.Ibidem, p. 131.

1965 maggio 16Mons. prevosto dice che si spera di portare avanti in tempi relativamente brevi i lavori completi per la costruzione del campanile del duomo. comu-nica anche di aver ordinato alla scuola d’arte un plastico del campanile stesso da mostrare alla citta-dinanza insieme ad un avviso che faccia conoscere ai cittadini che quello è il progetto studiato e volu-to dal consiglio superiore delle antichità e belle arti, dopo che altri due progetti dello stesso archi-tetto flavio Venturi sono stati scartati. Mons. pre-vosto ricorda ancora che le campane fatte rifondere alla ditta de’ Poli sono pronte, ma le altre 3 non è stato possibile rifonderle per la proibizione del so-vrintendente alle Gallerie di Urbino che sostiene che le campane esistono da oltre 50 anni.Ibidem, p. 135.

1965 dicembre 30Mons. prevosto fa presente che per il completa-mento del campanile del duomo occorrono oltre 15 milioni. Mons. Vescovo ha segnalato quest’o-pera come la più importante della diocesi, ma non si sa se il Genio civile abbia fatto lo stanziamen-to, soltanto fra un po’ di giorni si dovrebbe sapere.la sovrintendenza ha permesso la copertura di rame della cuspide del campanile ma la spesa è a carico nostro. riguardo alle campane, già mon-tate, il cambiamento di tensione a cui va sogget-

ta l’energia elettrica non ne ha ancora permesso il funzionamento. non si sa se occorre uno stabiliz-zatore o un trasformatore. Per l’impianto di orolo-geria occorre la spesa di oltre lire 250.000.si vorrebbe fare un ambiente decoroso dove era la vecchia scala della cantoria ma occorrerebbe chie-dere al vescovo il piccolo ambiente adiacente, che si trova nel palazzo vescovile, per trasferirvi il de-posito della cera. Per l’ingresso al nuovo campanile il prevosto propone di aprire una porta nella cap-pella del battistero.Ibidem, p. 141.

1966 dicembre 30Mons. prevosto dice che si è dovuto provvedere alla sistemazione dei finestroni della cupoletta del-la cappella del santissimo provvedendoli di una in-telaiatura di ferro. riguardo al presbiterio si era de-ciso di far studiare da un architetto una soluzione definitiva e decorosa, ora il prevosto dice di aver af-fidato l’incarico all’architetto Giovanni lamedica che ha ben accettato anche perché ha avuto modo di fare uno studio sul duomo quando era studente universitario per una tesi.Ibidem, p. 146.

1967 febbraio 20l’architetto lamedica tiene una relazione sul pro-getto di modifica del presbiterio del duomo per ren-derlo più rispondente alle esigenze liturgiche: la co-struzione di un nuovo altare rivolto all’assemblea e la costruzione della cattedra che occuperebbe il po-sto del vecchio altare, che dovrebbe essere rimosso.Ibidem, p.155.

1967 ottobrei tecnici del Genio civile di Pesaro fanno un so-pralluogo alla cattedrale per predisporre un mode-sto lotto di lavori per la revisione di una parte del tetto e, dopo un secondo e più attento riesame, eb-bero la certezza che i pilastri e le pareti perimetrali fossero sul punto di cedere e che le volte, sovracca-riche di vario materiale, presentavano crepe sospet-te ed evidenti segni di sfaldatura.c. Micci, La Cattedrale di Fano, pp. 1-2.

1967 ottobre 29Questa domenica, festa di cristo re, la cattedrale viene chiusa perché pericolante e le funzioni sacre trasferite nella chiesa di sant’arcangelo.asdf, cc, deliberazioni capitolari, 1956-1986.

1967 novembre 11Per ordine delle autorità competenti la nostra cat-tedrale è chiusa da vario tempo.le strutture del tetto (muretti costruiti sulla vol-ta reale che sostengono le travature del tetto e tra-vi stessi) sono pericolanti. È necessario un lungo e

radicale lavoro di consolidamento dei muretti se-riamente compromessi e di sostituzione dei travi marci. le funzioni religiose si tengo nella chiesa di sant’arcangelo.Ibidem, p. 159.

1968 ottobre 21Mons. prevosto dice che sono cominciati i lavori di consolidamento con irrigazioni di cemento della volta reale della cattedrale. i lavori vengono esegui-ti dalla ditta fondoedile, altamente specializzata in lavori del genere mentre i lavori più comuni, come lo sgombro delle macerie che si trovano in grande quantità sulla volta e la cui funzione non si sa bene quale fosse, dalla ditta Pagnini di Pesaro.la sistemazione del presbiterio, su cui vari canoni-ci avanzano delle riserve, per non essere il proget-to del tutto funzionale, per il momento è sospeso.Ibidem, p. 167.

1969 aprile 4riguardo al tetto del presbiterio c’è una compli-canza: i travi nelle testate sono tutti fradici perché sono stati collocati dopo la guerra e non avevano sufficiente stagionatura. il tetto sopra l’organo è ugualmente in brutte condizioni.Ibidem, p. 175.

1969 aprile 4riguardo alla tomba di mons. Vincenzo del si-gnore che dovrà essere collocata nella cappella dell’addolorata, dove verrebbe tolto l’altare e ver-rebbe realizzato il sarcofago che è nella sagrestia dei beneficiati, la sovrintendenza ha concesso finora l’approvazione verbalmente, non per scritto.Ibidem, p. 176.

1969 maggio 19Giunge il permesso della sovrintendenza per la collocazione del sarcofago-tomba del vescovo del signore nella cappella dell’addolorata.Ibidem, p. 178.

1969 giugno 23il prevosto comunica che il duomo sarà riaperto sabato 28 giugno sebbene rimangano ancora alcu-ni lavori da fare.Ibidem, p. 181.

1970 agosto 15in questo giorno, festa della titolare della cattedra-le, Maria santissima assunta, benché non comple-tamente ultimata, viene riaperta la chiesa al culto.Ibidem, p. 3.

1977 settembre 26tutti i canonici approvano il restauro conservati-vo dell’organo.Ibidem, p. 242.