“La base della memoria immunologica nelle vaccinazioni.”

Aperitivo Scientifico a cura di Vincenzo Barnaba

Libreria Assaggi 4 giugno 2013 ore 19:30

I microrganismi sono gli unici organismi viventi sulla terra che sono riusciti a sfruttare l’uomo. Essi si avvantaggiano dei nostri macchinari cellulari ed usano il nostro corpo come un incubatore, in cui possono “felicemente” riprodursi. Mentre spesso noi stabiliamo un equilibrio con loro, come nel caso dei batteri commensali intestinali, una minoranza di essi possono causano malattie: malattie acute che si risolvono, malattie iperacute spesso mortali, o malattie croniche che a lungo andare portano gravi insufficienze d’organo o tumori. Sebbene le infezioni generalmente siano considerate un problema soprattutto dei paesi in via di sviluppo o di una piccola percentuale di pazienti ospedalizzati nei paesi sviluppati, è da tener presente che: a) le infezioni sono responsabili di molte malattie mortali; b) le infezioni croniche sono associate con il 10-15% di tumori; c) le infezioni sono le uniche malattie che potrebbero causare l’estinzione dell’umanità. Le malattie infettive possono essere prevenute dalle vaccinazioni. I vaccini hanno due caratteristiche fondamentali: specificità e memoria. Essi riescono a prevenire le infezioni attraverso due funzioni simultanee: mimano le infezioni senza indurre malattie, e generano la memoria immunologica verso l’agente infettivo che hanno mimato. In questo modo, i soggetti eradicheranno specificamente il microorganismo verso cui sono stati vaccinati anche decine di anni dopo la vaccinazione. I vaccini rappresentano uno degli strumenti più importanti di medicina preventiva, contribuendo a migliorare la salute dell’uomo. Nel mondo occidentale sono scomparsi flagelli quali la difterite, la poliomielite, o il vaiolo, che colpivano in modo spesso grave decine di migliaia di persone soltanto nel nostro Paese. Malattie come il tetano o la meningite da Haemophilus influenzae tipo b, meningococco C, o pneumococco (altro flagello in era pre-vaccino), sono ormai rarissime, così come sono pressoché scomparse malattie come la parotite, il morbillo e la rosolia, che provocavano gravissime sequele ogni anno in decine di bambini prima delle vaccinazioni di massa. Il vaccino anti-epatite B ha ridotto quasi totalmente nel nostro Paese i casi di infezione da epatite B, che provocava endemie e sequele

ravissime come cirrosi e tumore del fegato. Analogamente, il vaccino contro il papilloma virus reviene il tumore della cervice uterina in una grande maggioranza dei casi.

gp Durante questo “aperitivo scientifico”, discuteremo di tre argomenti correlati alle vaccinazioni: 1) gli eventi molecolari e cellulari della memoria immunitaria protettiva evocata dai vaccini; 2) i successi planetari ottenuti con i vaccini esistenti; 3) i vaccini che dovranno essere prodotti urgentemente per proteggerci da molte infezioni emergenti o riemergenti.

www.istitutopasteur.it