KR AUDIO - VA 830

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La categoria degli amplificatori inte- grati rappresenta da sempre un'ottima soluzione per coloro che non hanno spazi sufficienti per allestire la loro catena di ascolto. Inoltre, rispetto a un passato anche non troppo lontano, gli odierni amplificatori integrati vantano compo- nenti e caratteristiche che li rendono ideali anche per chi non vuole spendere somme di denaro importanti, magari pre- ferendo investire maggiormente sui diffu- sori o su un convertitore digitale/analogi- co di qualità, soprattutto alla luce della diffusione sempre più evidente della cosiddetta musica liquida. PREMESSA Una delle aziende che a livello internazio- nale si è maggiormente specializzata nella progettazione e nella produzione di amplificatori integrati è sicuramente la KR Audio fondata dall'ingegnere elettro- nico italiano Riccardo Kron a Praga, rile- vando una già esistente fabbrica di valvo- le termoioniche (per conoscere la storia e la filosofia produttiva di questa ditta, si può leggere nell'articolo che il direttore Pierre Bolduc ha dedicato all'amplificato- re integrato Kronzilla SXi su Audiophile sound n. 154 quanto scritto da Luigi Bocca, patron della LAB Audio Technology, che distribuisce in esclusiva per l'Italia i prodotti della KR Audio). Quest'azienda praghese, che produce le migliori valvole di potenza al mondo, ha in catalogo anche diciassette tra finali di potenza, amplificatori integrati e pream- plificatori. Tra gli amplificatori integrati, nella fascia entry level (si fa per dire, viste le peculiarità e le sonorità di questi apparecchi), c'è il KR Audio VA830, al centro di questo articolo. IL PRODOTTO È stato lo stesso signor Luigi Bocca, sem- pre molto gentile e disponibile, a inviarmi un KR Audio VA830, apparecchio che è arrivato in un doppio scatolone di carto- ne rinforzato, dotato delle quattro valvo- le (i triodi 300B) e di un comodo ed essenziale telecomando. Sebbene il peso dichiarato sia di venti chili, non nascondo che ho avuto qualche difficoltà a estrarlo da solo (come sempre in questi casi biso- gna fare attenzione al lato dove si trova il trasformatore, ossia dove si concentra il peso maggiore). Posizionato l'apparec- chio sulla lastra di marmo che uso ad hoc, ho poi provveduto a montare le quattro valvole; i triodi, come mi aveva anticipato il signor Bocca, dovevano essere installati seguendo le precise istruzioni riportate nel manuale (ogni val- vola, infatti, ha una numerazione e va montata nello zoccolo che riporta quel dato codice di numerazione). La sezione delle valvole viene protetta da una ele- gante griglia di metallo forato che può essere fissata sullo chassis con due viti e la brugola che viene fornita in dotazione, in modo da salvaguardare i triodi e colo- ro che potrebbero inavvertitamente toc- carli (bambini e/o animali domestici) quando sono accesi. “...l'intelligibilità del basso, anche quello profondissimo, da primato...” HARDWARE REVIEW: PREAMPLIFICATORE KR AUDIO - VA 830 Video Link Per la presentazione del prodotto di Andrea Bedetti CLICK CLICK pagina 6 aprile 2017 AUDIOPHILE sound DIGITAL pagina 6 KR AUDIO AMPLIFICATORE KRONZILLA VA 830 ANDREA BEDETTI

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La categoria degli amplificatori inte-grati rappresenta da sempre un'ottimasoluzione per coloro che non hanno spazisufficienti per allestire la loro catena diascolto. Inoltre, rispetto a un passatoanche non troppo lontano, gli odierniamplificatori integrati vantano compo-nenti e caratteristiche che li rendonoideali anche per chi non vuole spendere

somme di denaro importanti, magari pre-ferendo investire maggiormente sui diffu-sori o su un convertitore digitale/analogi-co di qualità, soprattutto alla luce delladiffusione sempre più evidente dellacosiddetta musica liquida.

PREMESSA

Una delle aziende che a livello internazio-nale si è maggiormente specializzatanella progettazione e nella produzione diamplificatori integrati è sicuramente laKR Audio fondata dall'ingegnere elettro-nico italiano Riccardo Kron a Praga, rile-vando una già esistente fabbrica di valvo-le termoioniche (per conoscere la storia ela filosofia produttiva di questa ditta, sipuò leggere nell'articolo che il direttorePierre Bolduc ha dedicato all'amplificato-re integrato Kronzilla SXi su Audiophilesound n. 154 quanto scritto da LuigiBocca, patron della LAB AudioTechnology, che distribuisce in esclusivaper l'Italia i prodotti della KR Audio).Quest'azienda praghese, che produce lemigliori valvole di potenza al mondo, hain catalogo anche diciassette tra finali dipotenza, amplificatori integrati e pream-plificatori. Tra gli amplificatori integrati,nella fascia entry level (si fa per dire,viste le peculiarità e le sonorità di questiapparecchi), c'è il KR Audio VA830, alcentro di questo articolo.

IL PRODOTTO

È stato lo stesso signor Luigi Bocca, sem-pre molto gentile e disponibile, a inviarmiun KR Audio VA830, apparecchio che èarrivato in un doppio scatolone di carto-ne rinforzato, dotato delle quattro valvo-le (i triodi 300B) e di un comodo edessenziale telecomando. Sebbene il pesodichiarato sia di venti chili, non nascondoche ho avuto qualche difficoltà a estrarloda solo (come sempre in questi casi biso-gna fare attenzione al lato dove si trova iltrasformatore, ossia dove si concentra ilpeso maggiore). Posizionato l'apparec-chio sulla lastra di marmo che uso adhoc, ho poi provveduto a montare lequattro valvole; i triodi, come mi avevaanticipato il signor Bocca, dovevanoessere installati seguendo le preciseistruzioni riportate nel manuale (ogni val-vola, infatti, ha una numerazione e vamontata nello zoccolo che riporta queldato codice di numerazione). La sezionedelle valvole viene protetta da una ele-gante griglia di metallo forato che puòessere fissata sullo chassis con due viti ela brugola che viene fornita in dotazione,in modo da salvaguardare i triodi e colo-ro che potrebbero inavvertitamente toc-carli (bambini e/o animali domestici)quando sono accesi.

“...l'intelligibilità delbasso, anche quello

profondissimo, da primato...”

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Si tenga conto che con i quattro triodi300B utilizzati in ultralineare l'apparecchiosprigiona una potenza di 40W per canalein classe A. La peculiarità di questo ampli-ficatore integrato è data dal fatto chevanta una circuitazione ibrida, questo per-ché la sezione preamplificatrice è a FET,quindi con i mosfet all'ingresso e con lasezione amplificatrice in uscita a triodi,risultato ottimizzato da una controreazio-ne praticamente nulla in quanto il feed-back è quasi del tutto assente. Comeriportato nella presentazione sul sito web

del distributore, questo apparecchio puòanche essere dotato di una scheda opzio-nale Phono MM/MC. Osservando con attenzione l'apparecchio,non si può non restare affascinati dallesue linee pulite ed essenziali; il pannelloanteriore è dominato dalla manopola delvolume, la quale è dotata di un LED cheindica e non solo al buio la sua posizionee la cui funzione è quella di comunicareche l'apparecchio può essere utilizzato perl'ascolto, mentre sulla sinistra si trovano iquattro tasti relativi agli ingressi, dotati di

LED di segnalazione; infine a destra il sen-sore IR per il telecomando, l'interruttore el'indicatore di stato a LED. Nel pannelloposteriore, invece, si trovano l'interruttoredi rete con la vaschetta IEC, il fusibile, ilselettore di tensione di rete, le quattrocoppie di connettori RCA, i connettori peri diffusori e il selettore dell'impedenzadegli altoparlanti. Quest'ultimo è dislocatoin un piccolo spazio posteriore, chiuso daun piccolo pannello, dove si trovano dueviti asportabili, le quali hanno una funzio-ne da jumper in modo da poter sceglieretra 4 o 8 ohm. Una volta che si accendel'amplificatore dell'azienda ceca, il LED dicontrollo posto sul pannello anteriore siaccende, confermando che è stata avvia-ta la procedura di riscaldamento delle val-vole, riscaldamento che di solito si effet-tua in meno di due minuti. L'apparecchio

diventa operativo e pronto all'ascoltoquando il LED posto sulla manopola siaccende, avvertendo che la procedura diriscaldamento ha dato esito positivo. Atale proposito, è bene ricordare che que-sto amplificatore integrale ha la regolazio-ne automatica del bias, che viene control-lato da microprocessore. In questo modo,se la corrente anodica di uscita delle val-vole oltrepassa i parametri previsti, la pro-tezione elettronica spegne automatica-mente l'apparecchio (quando il LED postosul frontale e quelli che si trovano allabase delle valvole interessate dal proble-ma lampeggiano significa che la valvola inquestione ha superato i parametri previ-sti). Sarà a questo punto necessario pre-mere il pulsante di Stand-by e dopo alcu-ni secondi riaccendere l'apparecchio e seuno o più LED posti alla base delle valvo-

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le continueranno a lampeggiare, dopoavere spento l'amplificatore, si dovrannosostituire le valvole indicate dai LED.LA PROVA D'ASCOLTO

L'apparecchio messomi a disposizione,come mi ha detto il signor Luigi Bocca,aveva già alle spalle più di cento ore dirodaggio, il che mi avrebbe permesso diascoltare un amplificatore ormai al massi-mo delle sue possibilità soniche. Forte diquesta informazione, dopo aver lasciatoacceso il VA830 per più di un'ora, mi sonoapprestato alla prova di ascolto. Qualchegiorno prima dell'arrivo di questo appa-

recchio dell'azienda praghese, avevo rice-vuto da Morten Lindberg dell'etichettaaudiofila 2L la sua ultima registrazione,con i componenti dell'Oslo String Quarteteseguire il Quartetto n. 11 in Fa minore diBeethoven e il Quartetto n. 15 in Solmaggiore di Schubert. Al di là della stra-tosferica qualità artistica sfoderata dalquartetto scandinavo, la qualità tecnicadella presa del suono è di assoluto riferi-mento. Quindi, ho voluto subito testarel'apparecchio con una registrazione all'al-tezza. Il risultato, a livello di impatto ini-ziale, è stato oltremodo confortante: il KR

Audio VA830 ha sfoderato un suono digran classe, in cui i quattro triodi si sonofatti sentire, nel senso che a fronte di unadinamica più che efficace e naturale, larotondità, la dolcezza, la capacità diammorbidire gli spigoli (soprattutto nelregistro medio-alto) hanno messo subitoin chiaro come lavora questo amplificato-re integrato. Così, se la coppia di violinimostrava un suono setoso, senza che perquesto gli attacchi mancassero di preci-sione e di mordente, la viola ha fatto sìche il registro medio si diffondesse corret-tamente nello spazio sonoro senza risul-

tare preponderante e, allo stesso tempo,la presenza del violoncello era contrasse-gnata da una matericità che impressiona-va per un apparecchio di questa fascia diprezzo.Curioso di sentire come questo amplifica-tore integrato lavorava per riprodurre levoci, ho ascoltato una bellissima registra-zione dell'etichetta Glossa, con l'ensem-ble Profeti della Quinta eseguire musicaliturgica del primo Seicento nel CD TheCarlo G Manuscript. Il soprano PerrineDevillers e il controtenore DoronSchleifer, accompagnati da un chitarrone,dal violino e dall'organo, hanno dipanatotessiture vocali di altissimo pregio e sen-timento, in cui il VA830 ci ha messo debi-tamente lo zampino: il registro acutosopranile non ha presentato picchi disaturazione o di indurimento, così comela gamma media del sopranista ha resti-tuito calore, intensità e le molteplici sfu-mature che la partitura richiedeva.Inoltre, l'accompagnamento musicale, alivello di equilibrio tonale, manifestava unbilanciamento e una precisione timbriciche permetteva alle voci, anche nellamicrodinamica, di essere sempre perfet-tamente riconoscibili e individuabili,senza essere coperte o annullate daglistrumenti (soprattutto a partire dal violi-no).

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Era tempo, quindi, di passare ai ‘calibripesanti’, ossia a brani orchestrali e sinfo-nici. Ho abbandonato il digitale e mi sonoaffidato all'analogico, ascoltando dal cofa-netto della Decca del 1970 dedicato all'in-tegrale delle sinfonie schumanniane diret-te da Georg Solti alla testa dei WienerPhilharmoniker il primo movimento dellaSeconda Sinfonia, il “Sostenuto assai.Allegro ma non troppo”, con la sezione

degli archi che dipana il tema, dopo ilmotto iniziale dato dai corni, dalle trombee dai tromboni, e con la successiva pre-senza discreta, quasi sussurrata, datadagli stessi ottoni. Un segmento idealeper avere d'acchito i timbri di quasi tuttigli strumenti, privilegiando non solo ladinamica, ma anche la microdinamica. Ciòche colpisce in questo brano, attraversol'ascolto dell'amplificatore integrato dellaKR Audio, è il respiro orchestrale datodalla profondità della compagine vienne-se, in cui i passaggi tra le varie sezioni egli strumenti avviene fornendo la sensa-zione palpabile dello spazio fisico che lisepara. Il dettaglio è fatto di una conside-revole dose di nero intorno agli strumen-ti, oltre al fatto che tale precisione nelladimensione fisica degli strumenti viene adabbinarsi a una notevolissima spinta dina-mica che appartiene di norma alle ampli-ficazioni solide e non certo a quelle valvo-lari: gli attacchi degli archi non solo sonoscolpiti, ma danno nettamente la perce-zione fisica dell'archetto che si appoggia esfrega, cosa che succede quando appun-to la dinamica non solo è energica, maanche naturale e veloce, così come la bril-lantezza brunita degli ottoni, specialmen-te dei corni, che ripropongono il loro fasci-noso timbro.

Potenza, precisione e delicatezza, eccoche cosa ho pensato quando ho finitol'ascolto del brano, un trittico di sensazio-ni che andava a collimare con quantoavevo già ascoltato in precedenza e chemi faceva comprendere che mi trovavofondamentalmente di fronte a un amplifi-catore integrato ibrido assai particolare, inquanto, al di là del suo stesso ibridismo,non mi ricordavo di aver mai ascoltatoun'amplificazione valvolare così ‘solida’ dinome e di fatto, senza per questo perde-re quei connotati di rotondità, di ‘pancet-ta’, come afferma in questi casi PierreBolduc.A questo punto volevo mettere alla provail VA830 con una buona registrazione dimusica liquida, cosa che ho fatto l'indo-mani dopo aver riscaldato ancora perpoco più di un'ora l'apparecchio dell'azien-da praghese. Così ho fatto suonare un filein alta risoluzione della Chandos, con ilcompianto Richard Hickox alla testa dellaLondon Symphony Orchestra eseguirequella meravigliosa pagina orchestrale(poco conosciuta, almeno presso gliascoltatori nostrani) che è il poema sinfo-nico Egdon Heath di Gustav Holst. Ancorauna volta ho avuto conferma della bontàe della validità soniche di questo apparec-chio, capace di restituire idealmente la

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corposità e lo spessore timbrico dellasezione dei fiati (erano davanti a me, bendelineati e fissati con una presenza fisicapiù che rimarchevole), la dolcezza e lasottile filigrana degli archi acuti e la com-pattezza setosa di quelli gravi, come lasmagliante energia degli ottoni e gli armo-nici velocissimi dati dalle percussioni, iltutto restituito più che degnamente graziea una dinamica con i fiocchi. Insomma, ungran bell'ascoltare!

CONCLUSIONI

All'inizio dell'articolo ho fatto presente cheil KR Audio VA830 è tra gli integrati entrylevel della famiglia con tutti i distinguo chenecessitano quando ci si trova di fronte aun apparecchio come questo, nel sensoche a fronte di un prezzo di quasi novemi-la euro (8.900 Euro per la precisione) ilconcetto di ‘modello base’ non ha più una

ragione d'essere, tenuto conto della quali-tà dei componenti utilizzati, a cominciaredai triodi, e della progettazione con ilquale è stato concepito. Quindi, ci trovia-mo di fronte a un apparecchio che dev'es-sere tenuto presente se si vuole dare vitaa una catena d'ascolto impegnativa nonsolo nella qualità, ma anche nell'investi-mento finanziario, ma con la consapevo-lezza che con quasi novemila euro ci siporta a casa un ‘due in uno’ di altissimafattura e pregio che, a livello di risultatosonico, non è facile eguagliare, ma doven-do sforare (e non di poco) il tetto dei die-cimila euro. Ciò per far comprendere chescegliere questo amplificatore integratonon significa ‘scendere a compromessi’ alivello economico o di spazio, ma vuol direessere consci che lo si acquista per avereun componente di assoluto pregio audio-filo nella propria catena in nome di unrapporto prezzo/qualità che è assai diffici-le vedere messo in pratica da altri appa-recchi della stessa fascia di prezzo.Consigliarlo, dunque, è d'obbligo. AndreaBedetti

Il test continua con un ascolto dopo3 giorni di rodaggio nell’articolo chesegue...

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KR AUDIOAMPLICATORE KRONZILLA VA 830

Valvole utilizzate per canale: 2 KR 300BPotenza di uscita per canale: 40 W RMSImpedenza di uscita: 4, 8 OhmRisposta in frequenza: 10-20.000 Hz (-1dB)Classe: A Ultra Linear Push-PullDriver: Mosfet Classe AIngressi: 4 RCASensibilità d'ingresso: 0,75 Volt RMSImpedenza d'ingresso: 47 KOhmAlimentazione: 230 Volts Ac-50/60 HzAssorbimento: 250 VAPeso: 20 Kg

SPECIFICHE TECNICHE

KR AUDIOAMPLIFICATOREKRONZILLA VA 830

Distribuzione:LAB Audio Technology®Via Alfonso Borrelli, 16 -Palermotel. 091.7910195 - fax091.7910195mail: [email protected]: www.labaudiotech.comPrezzo: 8.900 euro (I.V.A.inclusa)

DISTRIBUZIONE && PPREZZO

Bush, più lenti morbidi e raffinati. Mi torna-no in mente Diana Ross, ma anche laprima Donna Summer e la più recenteWhitney Houston. E non a caso cito trecantanti donne!Ragazzi, se una band, sia pure con parec-chi cambiamenti di organico, dopo più diquarant'anni e oltre 60 (sessanta) LP pub-blicati, è ancora in questa estate 2017,mentre sto scrivendo queste note, in tour-neè negli USA, siamo in presenza di artistiche hanno fatto la storia del funk. Spiritnon è forse il loro migliore LP, ma se vipiace il funk - come al sottoscritto - fateciun pensierino. Vincenzo Fratello

giudizio tecnico: OTTIMO

4 4 3 4Siamo in presenza di una registrazione del1976, realizzata in un noto studio diHollywood, dunque nessuna sorpresa cherisulti, almeno, dignitosa. Non brilla perpicchi particolari in nessun parametro manon c'è nulla che non sia curato a un ottii-mo livello professionale. La dinamica non èdi quelle che fanno saltare dalla sedia ma,alzando il volume, basso, chitarra e ritmica‘ci sono’. L'equilibrio tonale, per quantoconsentito da un genere che non ‘dipende’da esso come altri è corretto. Rilevo solouna lieve - sicuramente voluta - pienezzadel medio basso, non spiacevole e che

aiuta a sentire maggiormente il ritmo.Palcoscenico sonoro. Francamente non rie-sco a fare una valutazione precisa. La regi-strazione in studio di musica funk - con lanotevole eccezione di alcune performancestoriche di Stevie Wonder, non cura parti-colarmente questo parametro. Tuttavia chiha eseguito il lavoro di missaggio mostranegli ultimi due brani del disco che, quan-do se ne occupa, è in grado di fare unlavoro accurato. Il dettaglio è ottimo, inparticolare la resa della chitarra, delle pic-cole percussioni e delle due voci è notevo-le.Non conosco la stampa originale di questoLP, ma mi sembra che gli (ottimi) standarddella produzione Speakers Corners sianorispettati. Vincenzo Fratello

JAZZ JAZZ INSIDE JAZZQUARTET

Four by FourReg: 2016

CDCD Abeat for Jazz abjz171

www.

giudizio artistico: BUONOBeh, che si tratti di un quartetto mi pare

che sia ben specificato nel titolo di questorecente CD proposto dalla AbeatRecords...Quanto proposto dal bravo Tino Tracanna,un sassofonista di cui ci siamo già occupa-ti recensendo il suo ultimo lavoro Un'ora eche abbiamo ascoltato nelle collaborazionicon Paolo Fresu, si rivolge a esplorarealcuni brani di significativi compositorijazz, oltre ad aggiungerne altri a firma deibravi componenti il quartetto, componentiche vedono oltre a Tracanna ai sax tenoree soprano, il piano di Massimo Colombo, ilcontrabbasso di Attilio Zanchi e la batteriadi Tommy Bradascio.

Quello che hanno voluto svolgere in que-sto lavoro i componenti del quartetto sem-bra essere un confronto tra stili di autoriche potremmo definire classici del jazz delNovecento (Mingus, Wheeler, Holland,Strayhorn...) e quanto proposto dagli auto-ri: non sembrano emergere incongruenzetra le serie dei brani, a dimostrazione cheil linguaggio utilizzato dall'Inside JazzQuartet si riassimila a quanto propostodalla migliore tradizione di chi li ha prece-duti, con un risultato globale ben godibilee che dimostra l'amalgama cui sono perve-nuti i quattro.Su tutti Tracanna, ben coadiuvato dallasua sezione ritmica che vede ampi spazianche per il lirico pianoforte di Massimo

Colombo. Più che interessante. Riccardo Mozzi

giudizio tecnico: BUONO

3 4 3 3Oramai sembra impossibile ‘registraremale’ e questa è una prova dell'esperienzae delle professionalità dei tecnici dellaAbeat. Non vi sono guizzi dinamici, ma iltutto scorre con una buona dose di detta-glio che rifinisce sia i soli dei sassofoni chequelli del pianoforte, ben ripreso. RiccardoMozzi

JAZZ JAZZ LOU BENNETTDansez et Revez

L. Bennett, organo ; E.Bacsik, chitarra; D.

Humair, batteriaReg: Mono e Stereo

CDCD Phono 870278www.

giudizio artistico: BUONOSe cercate in un'enciclopedia del jazz ilnome di Lou Bennett difficilmente lo trove-rete. È uno di quegli artisti ‘minori’ o‘dimenticati’ che ebbero un ristrettissimopubblico di culto (cosa non sempre negati-

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va). Nel caso di Bennett, pianista in origi-ne, egli diventò un virtuoso dell'organoHammond alla fine degli anni '50 dopoaver ascoltato Jimmy Smith, pioniere dellostrumento.

A vent'anni di distanza dalla scomparsadell'artista, questo disco ci offre l'interoalbum Dansez, revez avec le Trio LouBennett (pubblicato dalla RCA France nel1960) registrato a Parigi, più vari braniinediti, gli ultimi due parte di un raro EPdal titolo Hot Hammond. Il perché siastato registrato a Parigi si spiega col fattoche Bennett emigrò in Europa nel 1960 enon fece più ritorno nei nativi USA.

E la musica, vi chiederete? Onestamentenel 2017 non c'è niente di più lontanodalla realtà musicale attuale che un discostrumentale di organo Hammond. A trattijazz, a tratti easy listening (forse più ilsecondo del primo), Bennett interpretamolti standard della musica di quel tempo,da Misty a Tenderly, sempre suonandocon classe e gusto, accompagnato da unvalido chitarrista e un batterista.Musica che sa di after-ski a Sankt Moritznel '61 o se volete di una brasserie ele-gante parigina con tanto di pastis.Dedicargli un'oretta del vostro tempo èforse troppo, ma si può provare… MarcoSonnino

giudizio tecnico: BUONO

? ? ? ?La registrazione monofonica d'origine èpiuttosto grezza, certamente non moltoben mixato quell'organo che a volte sovra-sta tutto e a volte si nasconde nella scenasonora. Tutto ciò contribuisce ulteriormen-te a creare un'aura di ‘tesoro ritrovato’anche se in realtà non c'è molto di affasci-nante in questo disco. Comunque un buonlavoro di rimasterizzazione, menzionato a‘24 bit’ sulla copertina. I brani bonus del1962 sono stereo e sono più jazzati, quin-di danno un po' di respiro (sia musicaleche sonoro) dopo la mollezza easy liste-ning del disco originale. Marco Sonnino

JAZZ / CLASSICAJAZZ / CLASSICAMARIO MARZI /

ARKE STRINGQUARTET

Antonio Carlos Jobim:East Travel

Mario Marzi, saxArkè String Quartet

Federico Sanesi, tabla, percussioniTrilok Gurtu, tabla, batteria, percussioni

Simone Zanchini, fisarmonicaCDCD Stradivarius Records STR 57911

www.

giudizio artistico: BUONO-OTTIMOTimbro e intonazione da brividi, un suonotondo e suadente, fluido e ammaliante,sono le caratteristiche che immediatamen-te colpiscono ascoltando il sax di MarioMarzi, artista di scuola aristocraticamenteclassica (collaborazioni ventennali con laFilarmonica della Scala di Milano, MaggioFiorentino, Abbado e Metha: vedi anchel'intervista su ‘Audiophile sound’ n. 161)che in questo CD (uscito nel 2011),accompagnato dall'Arke String Quartet eospiti come Trilok Gurtu e SimoneZanchini, rivede in chiave classicheggiantee un po' tangheira le più belle composizio-ni del grande Antonio Carlos Jobim, a par-tire dalla struggente HowInsensitive/Insensatez che apre l'album eche, guarda caso, ha le proprie radici nellamusica classica, Chopin nello specifico.Marzi è realmente strabiliante, soprattuttonel controllo dello strumento e nella preci-sione matematica, totalmente estranei almondo jazz, e i suoi comprimari non sonoda meno; le Tabla di Sanesi e Gurtu (pre-sente solo in alcune tracce) e l'accordiondi Simone Zanchini, contribuiscono nonpoco all'operazione di ribaltamento musi-cale e geografico di brani conosciutissimiche è alla base del progetto.Il CD è sicuramente molto interessante,seppur non originalissimo, e il livello tecni-

co, come già detto, è a livelli d'eccellenzaassoluta ma, a tratti, questo raffinatissi-mo, nobile lavoro di contaminazione econtorsione, che scioglie e rimiscela ilBrasile di Jobim e l'Argentina con la musi-ca da camera, profumandoli di Medio-Oriente e sapori mediterranei, alla fin fine(e sono 18 lunghi pezzi ) rischia di rivelar-si un filo stucchevole e un tantino freddo,nel suo andamento rigoroso e formalmen-te perfetto. Piero Grassano

giudizio tecnico: OTTIMO

4 4 4 4Bella registrazione, morbida, naturale efluente, perfettamente funzionale all'ope-razione. Il sax di Marzi, morbido ed equili-bratissimo di suo, ha una ripresa presso-ché perfetta, capace di un'estensionequasi senza limiti, ma assolutamente sottocontrollo, senza il minimo indurimento,saturazione o sbavatura, così come l'ac-cordion; le percussioni sono nitidissime,veloci e di grande effetto dinamico, dise-gnano uno sfondo di ritmi e tempi caleido-scopici egregiamente assecondati dall'inci-sione. Il palcoscenico è ampio e bendescritto e i personaggi che lo popolanosono illuminati da una luce soffice e riccadi calore, che rende il CD gradevolissimo.Piero Grassano

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