HI-END...volari KR Audio si chiama Kronzilla, nome “gorille-sco” che non evoca certo suoni...

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  • HI-END MAGAZINE®

  • prodare alle elettroniche di amplificazione, fu dedi-ta esclusivamente alla produzione di tubi a vuoto dialto artigianato per uso audio. Nulla a che vedere, percapirci, con la produzione industriale russa o cinese:le valvole Kron sono costruite largamente a mano, conbassissime tolleranze meccaniche; il vetro utilizzato(Simax) è fuso con borosilicati di Boemia di alta qua-lità che conferiscono estrema durezza e resistenza, eil vuoto all’interno dei tubi è letteralmente “assoluto”.Già tenendo in mano uno di questi tubi e ammiran-done l’estetica e l’accuratissima finitura, si può ave-re il presentimento della loro straordinaria affidabi-lità e robustezza nonché della loro superiore resa so-nora. Tra i tubi KR Audio attualmente in catalogo visono sia modelli “storici”, sia tipologie del tuttonuove e originali, scaturite dalla creatività di Kron, tracui le mastodontiche T-1610, montate sugli amplifi-catori della serie top Kronzilla: si tratta in assoluto del-le più grandi e potenti valvole termoioniche mai con-cepite, capaci di erogare, per giunta da un circuito sin-gle-ended (SET), fino a 100W per canale! La gammaattuale prevede una dozzina di modelli di triodi di po-tenza; oltre alle già citate T-1610, ci sono le 300B (cheequipaggiano l’ampli qui in prova), un paio di versionispeciali e migliorate delle stesse (300B baloon e xls),le 2a3, px4, px25, 842vhd, 211, 845, KRT100, KR05 ele super-vintage Marconi R valve. La gamma delle amplificazioni, a sua volta, non è dameno per ampiezza, essendo articolata in una quin-dicina di modelli divisi tra integrati e finali, tra stereoe mono, nonché, per quanto riguarda la tipologia dicircuitazione, tra SET e push-pull.Il modello qui in prova è l’integrato push-pull deno-minato VA830 che, pur essendo uno dei modelli menocostosi del listino, è quotato a 8800 euro, cifra già im-

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    Kron, di origini familiari ungheresi ma nato e cre-sciuto in Italia, è stato un tecnico geniale e allostesso tempo fin dalla giovinezza ha avuto stret-ti contatti con l’ambiente della musica colta. Tra l’al-tro, suo padre aveva studiato violino al Conservato-rio, e nel sito web dell’importatore italiano, Lab Au-dio Electronics di Palermo, si legge questo curiosoaneddoto: quando era studente, a Riccardo Kron ca-pitò di assistere un suo Professore nell’istallazione emessa a punto di un sistema audio Leak, nienteme-no che nella casa milanese di Arturo Toscanini. L’an-ziano Maestro dichiarò poi la sua soddisfazione peril risultato sonoro: un esito lusinghiero ma non certoscontato dato il carattere notoriamente esigente, in-tollerante e incontentabilmente perfezionista delsommo musicista.In quei primi anni ‘50 l’alta fedeltà muoveva, nell’Italiada poco uscita dalla guerra, i primi timidi passi, e lofaceva grazie a un dispositivo, la valvola termoioni-ca, che da allora entrò stabilmente nella vita di Kron.I suoi interessi di studioso accademico si indirizzaronodecisamente in quella direzione ed egli negli anni suc-cessivi svolse una brillante carriera di progettista nel-la più importante fabbrica italiana di radio e televisori,che poi chiuse i battenti - quello elettronico fu tra i pri-mi settori manifatturieri ad avviarsi, già dalla fine de-gli anni’70, verso quella triste estinzione che poi pur-troppo si è estesa ad altre industrie del nostro Paese.Poi negli anni ’90 Kron iniziò una nuova vita, tra-sferendosi nella ex Cecoslovacchia, ora RepubblicaCeca, nazione fresca di emancipazione dal comunismo,perciò ricca di opportunità e al tempo stesso con unalunga tradizione nel campo della fabbricazione di val-vole (anche se la Tesla, oggi JJ, è sita in Slovacchia). APraga fondò la sua ditta che inizialmente, prima di ap-

    AMPLIFICATORE INTEGRATO

    KR AUDIO VA 830

    CHIAROSCURI MITTELEUROPEI

    La KR Audio Electronics ha ormai consolidato una solida e prestigiosa reputa-zione nell’ambito della high-end mondiale. La ditta è basata nella bellissima cittàdi Praga ed è guidata attualmente da Eunice Kron, vedova del fondatore Dr. Ric-cardo Kron. Quasi sempre, nel mondo meraviglioso della “vera” alta fedeltà, die-tro a un marchio di successo c’è la storia interessante di una persona fuori dalcomune.

    di Paolo Fontana

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    VA830 ma è indispensabile a fini di sicurezza, spe-cialmente se non si ha una stanza d’ascolto dedicatae se nelle vicinanze dell’impianto possono aggirarsibambini o animali domestici. L’apparecchio, unavolta acceso, necessita solo di un paio di minuti di pre-riscaldamento in muting automatico, dopodiché èpronto per deliziarci con la sua voce. In assenza di se-gnale musicale, è da rimarcare la sua assoluta ed ec-cezionale silenziosità: nessun rumore udibile è tra-smesso agli altoparlanti e men che meno si avverto-no ronzii dai trasformatori, chiaro indizio di un pro-getto e di un’esecuzione tecnica di alto livello, spe-cialmente tenendo conto che stiamo parlando diun’elettronica a valvole. Di nuovo, siamo lontani mil-le miglia dalle cineserie e pure da certi gloriosi ma unpo’ approssimativi apparecchi valvolari del BritishSound anni ’80 e ’90. Un’altra caratteristica tecnolo-gica di grande utilità, che conferma la concezione mo-derna di questa macchina, è la regolazione automa-tica del bias (o corrente di polarizzazione) controlla-ta da microprocessore: ciò garantisce la resa ottima-le e la salute delle preziose valvole, senza dover ar-meggiare con cavetti, voltmetri e cacciavite per fre-quenti e indaginose regolazioni manuali, tra l’altroesponendosi al rischio di corti circuiti e scosse elettriche(come avviene col mio vecchio Audio Research).Insomma, già all’esame statico questo amplificatoremi è parso molto promettente, trasudando qualità erazionalità da ogni particolare e dando subito l’im-pressione che la cospicua somma di denaro da sbor-sare per venirne in possesso non sia affatto ingiusti-ficata.

    ASCOLTOIl KR Audio VA830 è stato inserito nel mio impiantopersonale (vedi riquadro) in cui ha sostituito in un solcolpo il preamplificatore linea Sonic Frontiers a duetelai e il finale ARC VT130. E’ stato collegato ai diffusori tramite i cavi Kimber 8TC(dei classici “evergreen” che di recente ho acquista-to usati su eBay, rivelatisi valide alternative ai miei vec-chi e ben più costosi Tara Labs RSC Master Gen. 2);è stato connesso alla rete ENEL con il cordone di ali-mentazione Oyaide Tunami, al pre-phono con gli ec-cellenti XLO Signature, e alla sorgente digitale con unacollaudata interconnessione “senza nome”, di origi-ne Swiss Physics, di cui mi sono note da tempo la tra-sparenza e la corposità sonica. Va però detto che il mioconvertitore Apogee ha solo uscite XLR mentre il KRAudio è sprovvisto di ingressi bilanciati, per cui ho do-vuto usare un adattatore da XLR a RCA; non so se equanto ciò abbia pagato pegno alla qualità del segnale.Amplificatore e valvole erano palesemente nuovi dizecca, pertanto va messo in conto che non ho potutoeffettuare un rodaggio completo; pur rilevando unprogressivo e costante miglioramento del già ottimosuono col procedere dell’ascolto, la situazione non eraancora completamente stabilizzata quando ho dovuto,con vivo dispiacere, restituire l’apparecchio all’im-portatore.

    portante che lo situa tra i prodotti destinati ad audiofilievoluti e discriminanti. Si tratta di un amplificatore integrato piuttosto com-patto ma pesante (20 Kg) che con 4 triodi 300B utilizzatiin ultralineare eroga la rispettabile potenza di 40W percanale in classe A. La sezione pre, a quanto mi co-munica l’importatore, è a fet, così come lo stadio dri-ver della sezione finale; per cui si tratta a tutti gli ef-fetti di una circuitazione ibrida, con mos-fet all’ingressoe sezione finale di uscita a triodi, configurazione chemi fa venire in mente quella dei vecchi e musicalis-simi finali Audio Research Classic 30, 60 e 120 (io hoposseduto il Classic 60). Però gli ARC utilizzavano unadiscreta controreazione, mentre il KR Audio vanta an-che un tecnicamente prestigioso “zero feedback”, ca-ratteristica tanto difficile da implementare corretta-mente, quanto benefica in termini di naturalezza so-nica. Il VA830 può essere dotato di una scheda op-zionale Phono MM / MC, non presente nell’esemplareche mi è stato fornito. Nel complesso l’amplificatore ceco, all’interno comeall’esterno, appare costruito con grande cura e preci-sione. Anteriormente vi è la manopola che regola il po-tenziometro del volume, provvista di un utile LED chene evidenzia la posizione, mentre l’interruttore di ac-censione è posto sul retro; qui sono presenti anche iquattro ingressi, tutti in formato RCA, selezionabili at-traverso una serie di pulsanti posti sul frontale, do-tati anch’essi di LED rossi di segnalazione e mediatida relè. In un piccolo pannello posteriore celato da uno spor-telletto c’è la sede per due viti dorate asportabili, chefungono da jumper e permettono di adattare l’usci-ta dei trasformatori all’impedenza nominale dei dif-fusori, scegliendo tra 4 o 8 ohm. I morsetti per i cavidei diffusori sembrano a prima vista ben fatti, però sisono rivelati poco adatti a serrare con fermezza le mieterminazioni a forcella; in effetti sembrano più a pro-prio agio con connettori a banana e con cavi spellati.L’amplificatore è fornito di telecomando a infrarossiche permette anche la regolazione a distanza del vo-lume.L’estetica sobria ed elegante del VA830 è ovviamen-te dominata dall’imponente parata dei quattro tubi300B i quali, data la particolare costruzione, da acce-si non lasciano trasparire il bagliore ambrato dei fi-lamenti (peccato!), a meno che non si osservino dal-l’alto – il che all’inizio mi ha fatto persino dubitare chefunzionassero! Nell’imballaggio, naturalmente, le valvole viaggianosmontate, protette da più strati di foglio millebolle; ma-neggiandole con cura e indossando i candidi guantidi cotone forniti come accessorio, le ho installate se-guendo esattamente le istruzioni del manuale: ciascuntubo infatti è numerato e va inserito in una data po-sizione, come da schema. La dotazione comprende unagriglia in metallo forato color grigio argento, posi-zionabile con due viti sullo chassis a protezione del-le valvole; molti ometteranno di montarla, in quan-to toglie certamente qualcosa al fascinoso look del

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    Tra gli LP e i CD maggiormente utilizzati durante laprova vorrei ricordare alcuni miei beniamini, e cioè:Bach, Matthaus-Passion, Herrewege, Harmonia Mundi;Mozart, Don Giovanni, Norrington, EMI; Beethoven, pia-no concerto n. 5 “Imperatore”, Perahia-Haitink, Sony; Chai-kowsky, Concerto per violino, Jansen, Decca; Chaikowsky,Concerto per violino, Repin – Gergiev, Decca; Liszt, An-nèes de Pelerinage, Italie, Howard, Hyperion; Liszt, An-nées de pelerinage, Suisse, Sergio Fiorentino, Piano Clas-sics; Wagner, Die Walkure, Solti, Decca; Mozart, sinfoniedella maturità, Pinnock, Archiv; Gluck, Italian Arias, Bar-toli, Decca; Vivaldi, le 4 stagioni, Alessandrini, Naive; Cal-las, the studio recitals, EMI; Mozart, soprano concert arias,Fischer, Decca; Mussorgsky, Quadri di un’esposizione, So-khiev, Naive; Sibelius, Sinfonie, Colin Davis, Philips; Pro-kofiev, Ivan il terribile, Gergiev, Philips.Per definire con una parola il KR Audio potrei usare,inopinatamente e forse esagerando un po’ data la ti-pologia valvolare e la potenza di targa relativamen-te contenuta, il termine di “muscoloso”: aggettivo me-ritato a causa del suo suono corposo e denso, del-l’inattesa, vigorosa dinamica, e del medio-basso ro-busto, caratteristiche che emergono con evidenza findal primo momento. Intendiamoci, un monofonico atransistor da 300W farà di meglio in termini di slame punch, ma se il prototipo degli amplificatori val-volari KR Audio si chiama Kronzilla, nome “gorille-sco” che non evoca certo suoni eterei, delicati e in-corporei, una ragione ci sarà… D’altra parte non si

    deve pensare che il VA830 manchi di raffinatezza, anzile sue tonalità timbriche a partire dalla fondamenta-le gamma media dipingono una ricca e dettagliata ta-volozza armonica; ma quando viene il momento deiclimax macrodinamici, indubbiamente questi esplo-dono liberi e privi di compressione lasciando distucco un ascoltatore prevenuto; insomma, comespesso si dice, c’è la mano di ferro in un guanto di vel-luto, credo in grazia del felice matrimonio tra i mos-fet e i triodi 300B. Ne dà un chiaro esempio il CD Prokofiev, Ivan il terri-bile, nei passaggi in cui la grancassa mena le sue to-nanti bordate, che non solo mi fanno sussultare sul-la poltrona, ma appaiono anche estremamente frenatee precisamente localizzate all’estremo laterale destrodella parte più profonda del soundstage. Più in genere,anche il basso profondo del VA830 mi è parso non solomusicalmente soddisfacente e naturale, ma sorpren-dentemente potente ed esteso per un valvolare da 40W,donando una sensazione soggettiva di secco impat-to che difetta soltanto nel confronto, a memoria, conalcuni eccellenti amplificatori a stato solido (Pass,McIntosh, Swiss Physics) passati anni fa nella mia salad’ascolto.La timbrica di questo integrato è molto corretta, tut-tavia possiamo notare, come già accennato, una mi-nima e piacevolissima preponderanza del medio-bas-so, senza che ciò implichi sfumature troppo calde ocolorazioni sciroppose; piuttosto, si può dire che que-

    Panoramica anteriore del VA830: notare la carenatura che nasconde i trasformatori di uscita e i dissi-patori di calore laterali

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    un gruppo di fenomenali dive della lirica degli anni’60 e ’70: Kiri Te Kanawa, Editha Gruberova, TeresaBerganza, Elfriede Hobarth e Krisztina Laki. Ascol-tando alcuni di questi brani e dando a Cesare quel cheè di Cesare (ossia tenendo conto anche dei meriti in-negabili del mio front end analogico, specialmente del-la testina Benz LP-S), devo dire che raramente ho udi-to con altri amplificatori una spinta così entusiasmantein gamma acuta, unita al tempo stesso a tanta com-pletezza armonica, fluidità e ariosità. Inoltre è unagamma alta che mai e poi mai riesce a divenire mi-nimamente aggressiva, stridula o vetrosa, risultato tan-to più eclatante perché - come ho sottolineato - il VA830non ricorre a trucchetti quali roll-off o eufonie sot-trattive ma si affida soltanto alla totale assenza di di-storsione. Insomma nel complesso le alte frequenze di questo am-pli sono eccellenti e direi che danno molto filo da tor-cere anche alla mia amplificazione di riferimento.Il medio completa quest’ottima timbrica, risultandodefinito, dolce, armonicamente completo, anche se avolte si avverte la relativa mancanza di quell’ecce-zionale presenza e apertura appena citata a proposi-to della prestazione in gamma alta; in paragone, purintegrandosi benissimo con l’acuto, il midrange dà lasensazione di una maggior compassatezza e minor vi-talità. Comunque nel complesso l’equilibrio timbricoè neutro, difficilmente caratterizzabile nella solita di-cotomia chiaro / scuro, essendo piuttosto multiformea seconda del programma musicale, come in fondo hada essere. Di conseguenza, nelle partiture in cui pre-valgono strumenti che agiscono in gamma medio-bas-sa, si è coccolati da una sensazione di morbidezza cal-da e avvolgente; invece quando la gamma acuta di-venta l’assoluta protagonista, ecco venir fuori quellaluminosità entusiasmante che ho prima cercato di de-scrivere. Il soundstage del KR audio è ottimamenteesteso nelle tre dimensioni, particolarmente ben svi-luppato in altezza (dimensione per me importantis-sima, anzi irrinunciabile, ai fini di un ascolto high-end)e solo marginalmente meno largo del riferimento,giungendo comunque ben oltre le pareti laterali deidiffusori. Sempre a confronto col riferimento, la sce-na sonora può apparire avvertibilmente meno scan-dita nei piani prospettici, sebbene questa dimensio-ne della profondità risenta più del solito delle varieregistrazioni; ad esempio è molto buona nel già cita-to CD di Prokofiev, mentre con altri (Mozart, Sympho-nies, Pinnock) sembra un po’ appiattita rispetto al so-lito. Nel complesso però il KR Audio materializza unascatola spaziale voluminosa, realistica e soprattutto pri-va di “vuoti”, ben riempita dai lati al centro di suonidiretti o riflessi: il che accentua quella piacevole sen-sazione, già nominata in termini di timbrica, di suo-no “denso”. Che cosa voglio dire con questo aggetti-vo? Beh, è come se l’aria tra gli strumenti e le voci fos-se più satura, magari meno tersa del solito, senza checiò nuoccia più di tanto alla trasparenza, intesa comecapacità di distinguere e separare tra loro le varie sor-genti di suono, ma anzi aggiungendo credibilità alla

    sto intervallo di frequenza - fondamento e ossatura digran parte delle partiture musicali - viene reso dal KRAudio senza indecisioni o reticenze. Così nell’Inver-no, Vivaldi, le 4 stagioni, le parti dei violoncelli e con-trabbassi emanano una vibrazione davvero lignea,sono rifinite in ogni sfumatura tonale, e articolate conuna grande ampiezza e varietà di livelli energetici; lesottolineature microdinamiche e la capacità di pro-pulsione ritmica degli archi ammassati, che conferi-scono nuova freschezza a questa interpretazione di Ri-naldo Alessandrini del famoso capolavoro della mu-sica barocca, risultano solo leggermente meno inci-sive rispetto alla più potente accoppiata Sonic Fron-tiers - Audio Research. Però la vera perla della bella timbrica del KR Audiorisiede a mio parere nelle alte frequenze: sono este-sissime, di grana finissima ma mai reticenti, esili o pri-ve di corpo, anzi quando serve escono clamorosamentepiene e turgide, con una struttura armonica levigataa tutto tondo, arricchita di una minima venatura do-rata; oltretutto la gran dinamica dell’ampli ceco da’il meglio di sé proprio in questo intervallo di fre-quenze, cosicché gli acuti più ricchi di energia dellevoci femminili, della tromba o del registro più alto deiviolini sembrano letteralmente volare, suscitando ilcommosso entusiasmo dell’ascoltatore. Nel bellissimocofanetto Mozart, soprano concert arias, Fischer, cinquepreziosi vinili custodiscono svariate brevi composi-zioni del grande Salisburghese, vocalmente diffici-lissime, che non sono tratte da opere complete ma fu-rono da lui create proprio come prove di bravura peresaltare il virtuosismo delle sue favorite cantanti del-l’epoca. In questo classico Decca, sono interpretate da

    CARATTERISTICHE TECNICHE

    Tipo: StereoValvole utilizzate per canale: 2 X KR 300BPotenza di uscita per canale RMS: 40 WImpedenza di uscita: 4,8 OhmRisposta in frequenza: 10 - 20.000 Hz (-1dB)Classe: A Ultra LinearDriver: Semiconduttori polarizzati in Classe ASensibilità d’ingresso: 0,75 Volt RMSIngressi: 4 RCA Linea - Telecomando ingressi evolumeIngresso Phono RIAA (Opz.): MM 5 mV / MC0,5 mVImpedenza d’ingresso: 47 KOhmAlimentazione: 230 Volt Ac - 50/60 HzConsumo energetico: 400 VAPeso: 20 KgDimensioni in cm (L x H x P): 38,5 x 24,5 x 41,5

    Prezzo IVA inclusa: Euro 8.790,00

    Distributore: LAB Audio TechnologyTel. 347 43.19.429Web: www.labaudiotech.com

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    ricreazione dell’evento originale. Questa “densità” ri-sulta infatti strettamente legata alla coerenza spazialee timbrica, col risultato di un suono che si avverte su-bito e istintivamente “giusto”, i cui infiniti particola-ri concorrono a fondersi perfettamente in un “tutto”vivo, reale e convincente. Sì, il KR audio privilegiamaggiormente l’insieme piuttosto che i minuti dettagli,e forse come corollario non esalta più di tanto la pal-pabilità e presenza dei singoli strumenti o cantanti; co-munque, anche se questi non sono “fleshed out”, scol-piti a tutto tondo o galleggianti magicamente nell’ariacome con altre amplificazioni top, specie valvolari sin-gle ended, il risultato complessivo è egualmentemolto verosimile e soprattutto coinvolgente. L’im-magine risultante non è un collage di musicisti isolatiche suonano ciascuno nella propria sfera d’aria, mapiuttosto un unico, continuo, ampio, fitto fronte so-noro in cui i singoli punti sono ben distinguibili maanche armoniosamente amalgamati e sincronizzatil’uno con l’altro.Quanto detto vale ovviamente per le grandi ensem-ble orchestrali o operistiche con molti strumenti, e nontoglie che nelle registrazioni solistiche si assista allamaterializzazione dello strumento (o della voce) per-fettamente delineato e immerso negli echi ambienta-li della hall. Ad esempio ho gustato moltissimo il pia-noforte solo, specie nella performance Lisztiana di Ser-gio Fiorentino: la timbrica risulta meravigliosamentedelicata, forse più che col riferimento, e fonde tra lorouna fulgida gamma alta, una sontuosa presentazio-ne della gamma profonda, e una gradazione micro-dinamica raffinata, perfetta. Qui la densità del suonopermane e si avverte nel senso di una plasticità piùmorbida che col riferimento, una sonorità più diffu-sa e meno spietatamente focalizzata, uno sfondo for-se meno “nero” e silente da cui emerge la musica, unadefinizione meno vivida con chiaroscuri più graduali;il tutto, ripeto, non comporta alcuna diminuzione intermini di realismo o musicalità ma solo e semplice-mente una riproduzione diversa, forse meno monitore più interpretativa, e proprio per questo meno hi-fie più vicina all’ascolto dal vivo; certo è che si rimaneper ore ad ascoltare incantati questa musica senza maistancarsi.

    Delle ottime doti macrodinamiche abbiamo già par-lato, ma aggiungo che queste – ad esempio nelle splen-dide registrazioni di Wagner con Solti, o nei Quadri diun’esposizione con l’orchestra di Tolosa, vengono ero-gate con una certa progressione piuttosto che inmodo fulmineo e i transienti, pur nettissimi, non ri-sultano mai troppo violenti o ipercontrastati, con gio-vamento in termini di fatica di ascolto; magari ne de-riva, a volte, la sensazione che la velocità non sia aimassimi livelli possibili e per la verità, in questo spe-cifico parametro, la prestazione del KR Audio è piùche onorevole e musicalmente soddisfacente ma nonpuò competere con i migliori benchmark in tema di“pace and rythm”, ad esempio, per restare nel cam-po degli integrati top che ho ascoltato nel mio impiantoin passato, con un Naim Supernait. Ma a questi livelli,è una questione di gusti, scelte e priorità nell’impo-stazione della personalità sonica, per cui non è pos-sibile stilare in proposito classifiche assolute.

    CONCLUSIONIIl VA-830 è un amplificatore integrato, eccellentementeprogettato e costruito, moderno e affidabile, e so-prattutto molto bensuonante. I suoi pregi musicali sonomolti ma soprattutto mi hanno colpito la squisita tim-brica in gamma alta e medio-bassa nonché le inatte-se capacità macrodinamiche. Oltretutto l’amplificatorececo, nonostante i dati di targa apparentemente li-mitati, sembra in grado di pilotare senza problemi lamaggior parte dei diffusori (i miei in fondo hanno solo87 dB di sensibilità) senza limitazioni di abbinamen-to con i soli sistemi a medio - alta efficienza (che pro-babilmente si avrebbero con altri integrati KR Audioa circuitazione single-ended). A questo punto, se que-sto è il risultato con uno degli entry-level della gam-ma, sarei curioso di sperimentare nel mio impianto al-tri prodotti del catalogo: ad esempio vedrei molto adat-ti a interfacciarsi con il mio pre e i miei diffusori i fi-nali mono VA-910 da 160W/ canale con le valvoleKT120, dotati di ingressi bilanciati!In definitiva mi sento di raccomandare caldamente ilVA-830, tenendo conto anche che il suo costo eleva-to è in sostanza allineato alla concorrenza e alle suenotevolissime qualità tecniche e musicali.

    Il pannello posteriore con le connessioni (4 ingressi RCA, morsetti di uscita per i cavi di potenza), l’inter-ruttore di accensione, la vaschetta IEC per il cavo di alimentazione, e infine lo sportellino che cela i con-tatti per  l’adattamento dell’ impedenza di carico dei diffusori.