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OTTOBRE 2016 TAG: #SMARTVENDING #BIOCOSMETICA #BIRRA#LUXURY #MIDNIGHT ECONOMY #NUOVI PARADIGMI #ETICA #NESPRESSO#A.I #CREDIBILITA’#RECIPROCITA’ #AUTOMAZIONE #CHATBOT #IMMIGRATI#UNDER19 #SOCIAL STREET 43 OTTOBRE 2016

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OTTOBRE2016

TAG: #SMARTVENDING#BIOCOSMETICA#BIRRA#LUXURY

#MIDNIGHT ECONOMY#NUOVI PARADIGMI #ETICA

#NESPRESSO#A.I#CREDIBILITA’#RECIPROCITA

’#AUTOMAZIONE #CHATBOT

#IMMIGRATI#UNDER19#SOCIAL STREET

N° 43 OTTOBRE 2016

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LA VOCE DEL MESEQuesto mese vi parliamo di tre mercati in trasformazione: la distribuzione automatica sta puntando sull’introduzioni delle SMART VENDING MACHINE per conquistare nuovi clienti. I player del MERCATO DELLA BIRRA per la prima volta perseguono contemporaneamente due strategie: da un lato acquisizione di global brands e dall’altro lo sviluppo per linee esterne o interne di brand locali o artigianali. Infine il mercato della COSMESI sta conoscendo il successo inarrestabile del BIO.

Fra i trend di questo mese, proponiamo i principali insight che stanno modificando il concetto di lusso (etico, on demand e post-demografico). Vi introduciamo poi al trend globale e inarrestabile della MIDNIGHT ECONOMY e, infine vi dettagliamo il nuovo paradigma di consumo «QUALITY ORIENTED».

Nella sezione marketing, vi proponiamo un’analisi della svolta comunicativa di NESPRESSO, leader nel settore del caffè in cialda. Parliamo poi di quale saranno le SFIDE FUTURE dell’industry Marketing & Comunicazione.

Sul fronte delle INNOVAZIONI TECNOLOGICHE analizziamo tre fenomeni: il perché della crescita sorprendente (+190%) dei consumi tecnologici degli italiani; lo sviluppo in futuro di due «ere»: l’AUTONOMANIA segnata da intelligenza artificiale e macchina autonome e la POST-APP ERA, caratterizzata da nuove interfacce di comunicazione tra brand e consumatori.

La riflessione di questo mese sui TARGET, è rivolta alla scoperta degli IMMIGRATI residenti in Italia. Passeremo poi ad analizzare gli UNDER 19 e i loro 4 sottogruppi identificati dal sociologo Francesco Morace. Infine come target emergente, analizziamo la dimensione locale del SOCIAL STREETER.

Milano, 27 ottobre 2016 Ufficio Studi KB

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MERCATI

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I DISTRIBUTORI AUTOMATICIDIVENTANO «SMART»

BIRRA, LE STRATEGIE INNOVATIVE DI UN SETTORE

IN CAMBIAMENTO

I COSMETICI GREEN AVANZANO SENZA SOSTA

CINQUE TENDENZE CHE CAMBIANO IL FUTURO

DEL LUSSO

MIDNIGHT ECONOMY:UN’ECONOMIA AL DECOLLO

IL CONSUMODIVENTA «DI VALORE»

LA SVOLTA DI NESPRESSO:MENO PARTY,

PIU’ PERSONE COMUNI

IL FUTURO DEL MARKETING PASSA

DALL’A.I.

DALL’ESTETICA ALL’ETICA: QUESTA E’ LA SFIDA DELLA

COMUNICAZIONE

UN’ANALISI DEI CONSUMI

TECNOLOGICI DEGLI ITALIANI

UN 2017 ALL’INSEGNADELL’AUTONOMANIA

IN ARRIVO LA «POST-APP ERA» GRAZIE

A NUOVE INTERFACCE

I BRAND SI INTERESSANO AGLI STRANIERI

TARGET EMERGENTI:SOCIAL STREETER

MERCATI TREND MARKETING TECNOLOGIA TARGET

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UNDER 19:UNA GENERAZIONE

FRAMMENTATA

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E169. Si chiama «smart vending», ricordano i gusti dei clienti e rivoluzioneranno un mercato che in Italia vale 3,4 miliardi di euro.

Il settore della distribuzione automatica accusa la stagnazione dei consumi ma punta a conquistare nuovi clienti attraverso due strategie: 1. l’ampliamento dell’offerta: non cibo e bevande (che oggi dominano le vendite delle 850mila vending machine installate in Italia), ma apertura al non-food; 2. l’innovazione tecnologica. A questo proposito osserviamo che siamo all’inizio della rivoluzione digitale del vending: i distributori automatici stanno integrando funzioni intelligenti, cambiando così il rapporto con il consumatore. Controllo in remoto della macchina e dell’assortimento dei prodotti, schermi touch attraverso cui personalizzare la bevanda, distributori con riconoscimento facciale per cui il consumatorie viene memorizzato insieme alle sue consumazioni e quindi ai suoi gusti. Ciò permetterà poi di proporgli pacchetti su misura, sconti o programmi fedeltà. Sul lato pagamento, le innovazioni riguardano l’utilizzo dello smartphone e delle carte di credito. Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico, le smart vending machine sono già 80mila, circa il 10% dei distributori automatici italiani.

E170 Il mercato della birra è in costante cambiamento:i suoi confini si modificano, le innovazioni creano nuovi prodotti e i grandi player puntano su strategie innovative.

I leader del mercato della birra sono – per volumi di vendita – i player globali Anheuser-Bush InBev (Belgio-Usa), SabMiller (Uk-Sud Africa), Heineken (Olanda) e Carlsberg (Danimarca), per una quota di mercato complessiva di circa 50% nel 2015. Un ultimo grande cambiamento ha modificato la struttura del settore: l’acquisizione di SabMiller da parte di AbInBev a fine 2015 a cui si aggiunge l’acquisizione di Peroni da parte del gruppo giapponese Asahi a inizio 2016. Queste operazioni sono da considerarsi come una delle innovazioni in ambito strategico che stanno coinvolgendo il mercato della birra. I grandi player acquisiscono brand con elevata awareness e ampie quote di mercato, ma anche brand artigianali e, parallelamente innovano essi stessi il loro portafoglio creando birre dai sapori nuovi e inaspettati. Quest’ultima scelta risponde alla recente e costante evoluzione dei gusti dei consumatori, che soprattutto in Europa e Usa, riguarda sempre più spesso birre artigianali (o posizionate come tali). La tendenza alla ricerca di prodotti locali e regionali stanno favorendo la crescita dei birrifici artigianali, che stanno diventando sempre più oggetto di interesse da parte delle multinazionali.

E171 Il settore del beauty sta vivendo un buon momento. Su tutti gli indicatori spiccano gli investimenti in ricerca e l’espansione del bio.

La tendenza verso il green, bio, naturale, vegetale e rispetto dell’ambiente pervade tutta la società nei suoi vari aspetti, anche la cosmetica si è avviata in tal senso da vari decenni. Da un fenomeno di “nicchia” di mercato, focalizzato inizialmente in Italia in uno specifico canale di vendita, quello delle Erboristerie (che oggi vale 430 milioni di Euro) si è esteso e ha pervaso tutti i canali distributivi e tutti i segmenti prodotto. Il successo deriva da importanti investimenti dedicati al lancio di nuovi prodotti, impattando dal 37% dei totali lanci sul mercato avvenuti nel 2010 (455 lanci) al 77% del 2015 (1.030 lanci), a discapito della varietà ed estensione di linea. Per quanto riguarda i comportamenti di acquisto dei cosmetici bio, i driver di scelta sono: etichetta chiara, l’ipoallergenicità e il buon rapporto prezzo-qualità. Mentre sulle scelte delpunto vendita il consumatore è attento all’assortimento elevato e qualificato, alla possibilità di scelta in autonomia, alla competenza del personale.In ultimo, tra i recenti trend in atto emergono contaminazioni interessanti da parte delle consumer community che legano stili alimentari, alla composizione dei prodotti cosmetici.

I DISTRIBUTORI AUTOMATICI

DIVENTANO «SMART»

BIRRA, LE STRATEGIE INNOVATIVE DI UN

SETTOREIN CAMBIAMENTO

I COSMETICI GREEN AVANZANO SENZA SOSTA

MERCATI

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TRD168 Benessere, sicurezza dei dati personali, filantropia, on demand stanno ridefinendo i consumi e i consumatori dei bene e servizi di lusso.

Dopo che una bancarella di street food di Singapore ha conquistato una stella Michelin con piatti da 2 dollari, è evidente che il concetto di lusso sta evolvendo rapidamente. La ricerca di status si è spostata dall’avere all’essere. Essere come? Più etici, creativi, connessi e in salute rispetto alla massa. Per i brand di lusso in grado di comprendere questo nuovo « luxury mindset» si apriranno diverse opportunità. Indichiamo cinque luxury trend per il 2017: 1. IL SE’ PRIMA DI TUTTO: i ricchi chiedono prodotti innovativi, servizi ed esperienze che coniugano la realizzazione e miglioramento di sé senza mai compromettere l’indulgenza. 2. VERY IMPORTANT DATA: sottolinea l’importanza della sicurezza dei dati, ambito dove vediamo crescere la domanda di soluzioni a prova di cracker. 3. ETICA: per operare oggi, ma soprattutto in futuro servirà farlo con etica e i luxury brand dovranno offrire lusso e opportunità di migliorare il mondo. 4. LUSSO ON DEMAND: prenoto un jet via app o compro con lo smartphone un abito appena visto in passerella. 5. LUSSO POST-DEMOGRAFICO: si svincola dai consueti modelli socio-demografici e lavora su lifestyle, identità e attese dei consumatori più abbienti, cercando anche di stupirli.

TRD169 Supermercati, ristoranti, mercati ma anche palestre, piscine, biblioteche, club aperti 24 ore. E’ la capitalizzazione della notte.

A New York, Hong Kong, Berlino e Londra l’«always open» è già una regola. In Italia lo diventerà, con Roma e Milano in testa. Parliamo di una serie di attività accessibili a qualsiasi ora della notte, che generano la cosiddetta «midnight economy», un’economia sostenuta dagli innamorati delle ore piccole, da chi si sveglia con il buio o da chi lavora con un altro fuso orario o fino a tardi e non vuole rinunciare a riti e svaghi di una vita ordinaria. Questo trend globale è ormai inarrestabile e sta generando anche mega fatturati. Secondo i calcoli della Federazione Italiana Pubblici Esercizi in Italia si parla di un giro di affari annuale di 70 miliardi di euro; Londra produce 66 miliardi di sterline (circa 76 miliardi di euro). I margini di crescita, cosi come i terreni di sperimentazione sono in aumento. Il paradigma non è costruire avanguardie che sappiano di eccezioni, bensì riprodurre di notte ciò che è prassi di mattina e pomeriggio. I segnali di un cambiamento di costume sono in corso. All’estero questa midnight economy sta già dando prove di tenuta. In Italia sono soprattutto supermercati, negozi e palestre che hanno liberalizzato gli orari ma osserviamo che questa onda lentamente va allargandosi ai servizi.

TRD170 Il consumatore acquista seguendo i paradigmi rispettosi dell’ambiente e «quality oriented».

Il consumatore ha modificato i propri paradigmi di consumo e ha assegnato alle proprie abitudini valori diversi rispetto al passato. Gli anni della crisi hanno accelerato il desiderio di consumare bene. Questa tendenza si è tradotta non solo ad avere, durante i propri acquisti, un’attenzione maggiore al prezzo, ma anche a ragionare sul proprio singolo contributo a migliorare il mondo. In questo percorso, il consumo diventa elemento di appagamento non solo fisico-pragmatico ma anche emotivo. E’ strumento di appartenenza a qualcosa di più grande, di partecipativo. Esempio di questi nuovo stile di consumo è la sharing economy, che per sua natura genera ponti, collegamenti tra le persone. Questo aggiunge un valore molto superiore a quello della mera fruizione del bene: la relazione con gli altri è parte integrante dell’atto di consumo. Un altro aspetto rilevante di questo nuovo consumatore riguarda la visione che dal presente si sposta al futuro, ovvero al considerare il riflesso delle proprie azioni sugli altri individui. Si tratta del consumo socialmente responsabile. Osserviamo, infatti consumatori sempre più attenti a quanto le aziende contribuiscono in modo positivo alla società.

CINQUE TENDENZE CHE CAMBIANO IL FUTURO

DEL LUSSOMIDNIGHT ECONOMY:

UN’ECONOMIA AL DECOLLO

TREND

IL CONSUMODIVENTA «DI VALORE»

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M168 Particolarmente riuscita la svolta comunicativa di Nespresso nella nuova campagna creata da McCann Worldgroup esclusivamente per il mercato italiano.

Per un popolo come quello italiano il caffè è un rituale condiviso, un momento intimo di piacere e l’espressione – nella sua scelta – di una precisa personalità. Nespresso vuole cogliere e rappresentare questi tratti cosi importanti del caffè all’italiana e lo fa deviando dal tono di voce ironico glamour delle campagne con George Clooney. Ora al centro dei nuovi spot c’è il prodotto come baricentro di piccole storie personali di persone comuni che diventano testimonial e di persone note presentate semplicemente come persone comuni. Fra i membri del Club Nespresso c’è ad esempio la cantante Nina Zilli che racconta in voce fuori campo il suo modo di gustare il caffè. Sono cinque i membri del Club che raccontano, come Nina Zilli, il proprio personale rapporto con il caffè. C’è l’étoile Eleonora Abbagnato, ma anche Daniela, Paolo, Lorenzo…Ognuno esprime una scelta fra la vasta gamma di gusti e sapori Nespresso. Cinque piccole storie per raccontare il caffè come una declinazione dell’Io e per comunicare un messaggio di vicinanza alla cultura italiana del caffè e al suo consumatore, pur nell’internazionalità di un brand come Nespresso.

M169 Quello dell’intelligenza artificiale è un percorso che non si arresterà e porterà a una radicale riorganizzazione del marketing.

Vittorio Bucci, managing director di PHD, è intervenuto il 7 ottobre ai talks di IF - Italian Festival, per presentare il suo personale punto di vista sull’ Intelligenza Artificiale e possibili implicazioni per la industry del Marketing e Comunicazione, un argomento che riteniamo alquanto controverso e attuale. Bucci sostiene che l’automatizzazione di alcune attività lascerà spazio alla creatività perché le decisioni umane saranno dedicate a migliorare il modo in cui le macchine saranno al nostro servizio. Per Bucci, grazie all’AI ci sarà un momento in cui si avrà l’imbarazzo della scelta su quali fonti e dati inserire nei modelli di deep learning capaci di digerire tutta la mappa Sinottica, i dati Audiweb, le ricerche Warc e quant’altro. La brand experience si discosterà sempre meno da quello che possiamo vivere al cinema. E ci saranno scelte decise per noi da assistenti virtuali: Cortana, Siri, Alexa che diventeranno la porta di ingresso per gli acquisti eCommerce. Non è un tempo lontanissimo, ha avvisato Bucci, fissando una data tipo al 2024. Nel frattempo conviene prepararsi al futuro! Per ascoltare il talk completo di Vittorio Bucci (32 min.): https://www.youtube.com/watch?v=gM9lU5_COao

M170 Siamo alle porte di un cambiamento profondo che ridefinisce il rapporto tra immagine, visibilità, credibilità e comunicazione.

Il sociologo Francesco Morace in alcuni suoi interventi parla di un passaggio inevitabile che stiamo vivendo: dalla visibilità pervasiva (1980-2010) alla credibilità convocativa (2010-2020). La mitologia dell’effimero, l’enfasi mediatica, l’abilità retorica, la manipolazione del linguaggio hanno dominato negli ultimi 30 anni la comunicazione. La celebrità dei personaggi, la visibilità e onnipresenza dei marchi sono state per tre decenni le maggiori variabili di successo. Oggi altri concetti stanno conquistando il loro spazio: la leadership convocativa, la potenza iconografica, lo spessore della memoria, la sincerità responsabile, la sacralità della parola e del gesto. In una fase orientata a questi valori, la comunicazione aziendale non coincide più con la semplice visibilità e ripetizione del messaggio, ma si rafforza attraverso la credibilità del brand. Assistiamo a un ridimensionamento dell’immagine per porre al centro della comunicazione l’unicità di una visione, la credibilità e la capacità di affermare un forte carattere. La comunicazione per essere efficace dovrà fondarsi su uno scambio empatico, sincero, inclusivo. Solo seguendo la strategia della reciprocità, la comunicazione potrà diventare convocatica, e quindi carismatica ma non autoritaria, e produrre visioni ispirazionali e facilmente condivisibili.

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IL FUTURO DEL MARKETING PASSA

DALL’A.I.

MARKETING E COMUNICAZIONE

DALL’ESTETICA ALL’ETICA: QUESTA E’ LA SFIDA DELLA

COMUNICAZIONE

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LA SVOLTA DI NESPRESSO: MENO PARTY,

PIU’ PERSONE COMUNI

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ICT164 Boom delle spese per consumi tecnologici anche nella crisi: +190%. Tale successo della tecnologia non è solo una questione di numeri.

Il 13° Rapporto del Censis sulla comunicazione “I media tra élite e popolo” conferma il trend anticiclico dei consumi tecnologici in un decennio di lunga e profonda recessione. I numeri sono sorprendenti perché non solo non conoscono crisi ma svelano qualcosa di più sui consumatori. Gli italiani hanno evitato di spendere su tutto, ma non sui media connessi in rete, perché grazie ad essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione. Usare internet per informarsi, prenotare viaggi, acquistare beni e servizi, guardare film o partite di calcio, svolgere operazioni bancarie, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa. In sintesi: più investo in media connessi, più disintermedio, più risparmio. Questo fenomeno rivela un importante risvolto sociologico: la fede nel potenziale di emancipazione delle comunità attribuito ai processi di disintermediazione resi possibili dalla rete. Si sta così radicando un nuovo mito fondativo della cultura web: la convinzione che il lifelogging, i dispositivi di self-tracking e i servizi di social networking potranno fornire risposte ai bisogni della collettività più efficaci, veloci, trasparenti ed economiche di quanto finora sia stato fatto.

ICT165 Macchine autonome e intelligenza artificiale stanno guadagnando terreno più velocemente del previsto. E l’accettazione dei consumatori è sempre più ingorda innalzando le attese.

I segnali di una Autonomania sono già visibili: taxi self-driving che percorrono le strade di Singapore e Pittsburgh; il successo dei droni Yunnec che fanno i selfie e filmano i loro proprietari; le scarpe Nike che si allacciano da sole; i robot contadini Naio che aiutano i coltivatori a ridurre la quantità di pesticidi; le sedie sviluppate da Nissan che tornano da sole alla scrivania. L’automazione di compiti ripetitivi un tempo appannaggio delle persone e ora eseguiti da software intelligenti porterà nei consumatori a una rinnovata attesa di efficienza, valore, convenienza e piacere Quali sono le ragioni che hanno dato il via alle innovazioni autonome? Possiamo individuare tre driver: 1. il dissolversi della paura di quanto si potrà perdere a fronte dei vantaggi che si otterranno grazie ad AI e robot; 2. il rapido sviluppo pratico delle ricerche e l’interconnessione tra università, start up e giganti tecnologici; 3. l’allentarsi della burocrazia che frena il nuovo per proteggere l’esistente. Nel prossimo futuro, i brand saranno costretti ad adeguarsi a questa ondata di Autonomania, in quanto i consumatori, soprattutto gli early adopters, accoglieranno a braccia aperte quei brand capaci di liberarli dai compiti più monotoni per concentrarsi su ciò che per loro conta.

ICT166 Il rapido sviluppo di tecnologie come Internet della cose, chatbot e intelligenza artificiale, farà emergere nuove interfacce, alternative alle app.

Sulle app i consumatori passano molto del loro tempo online (in Italia l’84%) ma non è detto che questa posizione dominante si confermi in futuro. Infatti iniziamo già ad osservare i segnali di un era post-app. Le aziende, quindi, si trovano ad affrontare due dimensioni della mobilità: quella centrata sulle app, oggi familiare ai consumatori, iniziando però a guardare alla fase post-app segnata dalla convergenza tra device, bot, cose e persone. Infatti, la maggior parte dell’innovazione in campo mobile non sta avvenendo negli smartphone ma nelle cose in grado di comunicare tra loro. L’importanza delle app nel veicolare servizi diminuirà con l’emergere di assistenti virtuali, chatbot e intelligenza artificiale, che rimpiazzeranno alcune delle funzioni svolte oggi dalle app. Sorgeranno approcci alternativi all’interazione e alla distribuzione dei servizi che si sposteranno dai device mobili a nuove interfacce di comunicazione tra brand e consumatori. Un esempio? Johnnie Walker (Diageo) sta già sperimentando il chatbot per Messenger che il consumatore può interrogare per ricevere consigli per una degustazione guidata, ricette per cocktail e indicazione su dove comprare i prodotti.

UN’ANALISI DEI CONSUMI TECNOLOGICI

DEGLI ITALIANIUN 2017 ALL’INSEGNA DELL’AUTONOMANIA

IN ARRIVO LA «POST-APP ERA» GRAZIE

A NUOVE INTERFACCE

TECNOLOGIA

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T058 I brand accelerano sugli immigrati residenti in Italia con prodotti e strategie di comunicazione ad hoc.

Gli immigrati residenti in Italia, soprattutto le nuove generazioni, sono un target emergente con consumi che stanno acquisendo sempre più peso e con esigenze specifiche da soddisfare: dall’alimentare, dove occorre presentare cibi in linea con confessioni diverse (certificazioni halal, kosher, latti fermentati ecc…), alla telefonia mobile, fondamentale per collegarsi ai paesi di origine fino ai servizi finanziari con proposte semplici, al mondo dei viaggi (pensiamo alla campagna di Alitalia per il lancio del nuovo volo Roma-Pechino dal 1° giugno). In Italia parliamo di 5 milioni e 26 mila immigrati residenti (come se l’Italia avesse una regione in più!) con ai primi posti Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina e Moldavia. Con questo tipo di clienti occorre semplicità ma senza discriminare perché l’obiettivo degli immigrati stanziali in genere è l’integrazione, per tanti prodotti il desiderio è essere in sintonia con gli italiani. Tra i nuovi mercati creati dall’immigrazione in Italia, c’è quello della bellezza multietnica, fatto di prodotti e trattamenti capaci di rispondere alle esigenze di donne profondamente diverse tra loro. Per i brand è finito il tempo di puntare su un unico modello di bellezza, bianca e caucasica, che non può rappresentare tutte le donne.

T059 Francesco Morace nel suo ultimo lavoro «ConsumAutori» spiega come lo sviluppo tecnologico abbia scompaginato la progressione classica dell’evoluzione generazionale.

La generazione Z – quella dei figli della generazione X e dei nipoti dei baby boomers – appare secondo Morace come un puzzle di gruppi molto differenti per consumi, linguaggi e approcci alla realtà. Tra chi oggi ha tra i 5 e i 19 anni, Morace individua 4 nuclei generazionali: ExperTeens (16-19 anni); ExpoTeens (13-15 anni); TechTeens (9-12anni) e Lively Kids (4-8 annI). Questi ultimi sono la touch generation, cresciuti a latte e dispositivi elettronici. Se combiniamo questo aspetto con la velocità di reazione e l’intelligenza spontanea che li caratterizza, appare chiaro come anche nei consumi richiedano esperienze coinvolgenti. I TechTeens sono di poco più grandi ma hanno già conquistato il possesso dello smartphone, con cui avviano la frequentazione dei social network che hanno un ruolo fondamentale per gli stili di consumo di questi ragazzini, soprattutto in ambito fashion e accessori. I loro fratelli maggiori sono gli ExpoTeens, così definiti perché fortemente orientati all’esposizione e all’esibizione. Costruiscono la loro identità su un consumo estensivo e condiviso che unisce narcisismo ed espressione creativa. Infine gli ExpertTeens sono pre-adulti, pragmatici e molto esigenti, prima di tutto verso se stessi. Sono multitasking e per conquistarli si hanno 8 min di tempo!

T060 Una delle recenti tendenze sociali è la riscoperta della dimensione locale. I gruppi Facebook di vicini di casa o di quartiere ne sono una chiara espressione.

Si definiscono social street: gruppi Facebook che riuniscono vicini di casa o di quartiere con lo scopo di condividere necessità, conoscenze, professionalità, scambiarsi oggetti, organizzare eventi (biciclettate, aperitivi, cineforum…). E’ una sorta di sharing economy su piccola scala, una forma di intelligenza collettiva per dare risposte locali a problemi quotidiani. In questa filosofia c’è una potenza enorme: la social street rinforza la comunità e la rende più resiliente. Il social streeter cerca di valorizzare al massimo quello che ha intorno: persone, cose e servizi. E piuttosto che possedere qualcosa in esclusiva, lo condivide con i vicini. Crede in un modo umano e consapevole di abitare, attraverso rapporti di vicinanza, relazioni amicali e stili di vita ecologicamente ed economicamente sostenibili. Di solito con gli altri iscritti alla social street organizza un Gas (gruppo di acquisto solidale), sogna un condominio con orti e spazi condivisi (lavanderia, cucina, sala da pranzo). Ad oggi possiamo già osservare alcuni esempi di co-housing: il condominio di Copper Lane di Londra, o Base Gaia e Scarsellini 17 a Milano. A Parigi invece si sono inventanti «il portiere di quartiere» (Lulu dans ma rue): un portiere condiviso che si occupa di risolvere i problemi quotidiani degli abitanti.

UNDER 19:UNA GENERAZIONE

FRAMMENTATATARGET EMERGENTI:

SOCIAL STREETER

TARGET

I BRAND SI INTERESSANOAGLI STRANIERI

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REPORT KB OTTOBRE 2016 > LOGIN/REGISTER SU MYKB

WWW.KNBA.IT KB KNOWLEDGE – V.LE VITTORIO VENETO, 24 20124 MILANO T.+39 0239524888/886 [email protected]

COSA E’? Attraverso l' Osservatorio KB analizziamo come sta cambiando il mercato del Beverage e i consumatori per aiutare i brand a sviluppare strategie di marketing e comunicazione.

A COSA SERVE?Valutare l ' andamento di un mercato, individuare I principali trend in atto e delineare I possibili scenari futuri, studiare i casi più rilevanti attraverso uno studio continuativo.

IL REPORT TRIMESTRALE SULL’INNOVAZIONE BEVERAGE CONTIENE TREND DI SETTORE, LANCI, NUOVI PRODOTTI IN ITALIA IN TUTTI I COMPARTI DEL SETTORE, NUOVI PACKAGING, INSIGHT.

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