Js Sponda Curva Condotta

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 _ 1 4 0 _ S C I A R E _ 6 2 4  I C H E C K P O I N T  I t ec ni ca  I a cura di Valerio Malfatto e d ello Staff Tecnico Jam session Les 2 Alpes  V AL ERI O MA LF A TT O  C  O-  FONDATORE DE LLA  J  AM  S  ESSIO N E AU TOR E  DEGL I ARTI COLI C  HECK  P  OIN T  SIMONE EY DA LI N  N  EW ENTRY  J  AM S  ES-  SION: CLASSE  1986 -  A  LLE NA TORE  F  EDERA LE  DI  II  LIV ELL O È ILDIMO-  STRATORE DI QUESTA  PUNT AT A  C  HECK  P  OINT  P roviamo ad a pprocciareil gesto te cnico non tanto preoccup andoci di e seg uire unaserie di comp li cati m ovimenti dacoordi nare,be nsìdandociununicosemp li cecompitodaese - guire, ritmicamen te. Un comp ito chesia chiaro, comp rensibil e echeseese guito nella suaess en ziali tàpossaprodu rrei stintiva - me nteun gesto c he, an chesenon pe rfetto, sia corretto ne ll aso- stanza ,gi àabba stanzacompletoecoordinato.Potremosucces - sivame nteanali zzarlo per ca pirnepiù afondo il senso eper ap - portarequelleleggeremodifichechepotranno ottimizzarlo. Par- tiamo d aun concetto sem pli ce: u no s ciatore chescend edaun pendio lungo lalineadi massimapendenzaècomelapallinadi unfl ipperchesce ndegiùdrittasulpianoincli nat o.I mm ag inia- modiesse renoi que ll apall inaedi incontra readuncertopu nto unaspond acurvae pa rab oli cacheci fa de viarevers o sinistra; «teniamo» laspondaper girarequanto bastae«molliamola» per ripi omb areverso la discesadove incontriamo d opo poco un'al- traspond acheci f adeviareverso de stra . E così via, i n unasuc- ces sionedi de viazioni di quaedi là pro voca tedagli scorrevo li app ogg i sullelespo ndechesi sus se guo no.I l com pitoè semp li - ce: imm aginiamo d i esserein pistaedi crearlenoi quest espon- de,incl inandoi piedi lateralmen te,dolceme nte.Inneschiamoco- sì l aprimacurvadell aserie, creando sotto i nost ri pi ed i quella spo ndachecif aràde viaredallatra iettoriarettili ne aecii ntro dur- ràin unfanta sticopercor sodalle cen trifugheesaltan ti. Facc ia- mo lo per me zzo d ella pre sadi spigolo, do lceall'i nizio evia via piùforte,«puntellandoci»conintensitàcrescentesulpiedeester- noall acurva , da ndose mp repiùsoli ditàall'appo ggioe mante - nend o «lungo» l'artoinferioreeste rno, resistendo allaforza ge- nerat adall'appo ggio c on la spondaper provocarequellareazio- nedel terreno , nec ess ariaper farci f adeviarenelladirezionede- siderata. Evitiamo qualsiasi cedimento, di bacino, di caviglie, di bus to.Soli ditàe com pat tezzason ol epa roled'ord ine.Ci acc or- gere mo ch ela se mp li cefanta sia chequest aspo nda«esista» e l'i ntenzionedi and aread app ogg iarci su di ess aci sugge rirà la giustaincli na zionedel corpovers ol 'internode ll acurva,sape n- do ben echesenza inclinazioneverre mm o sba lzati f uori dall a curva. Ci accorge remo chedaresoli dità al lato del corpo este r- no a ll acurvaci met teràin saldo e quili brio. Con lapre sadi spi- golo in gradualeaumento elacontrazionemuscolarein crescen- do, e vitando piega me nti-cedime nti nel pe rcorrerela spondaci sentiremo con gli sci «incollati» al terreno, con il corpo forte, com pat to ed in equ il ibrio. Sens azioni davvero forti dura ntel a curva , checom eper m ag ia si ri solverànel tem po giusto econ naturalefacilità. Per «mollare» (abbandonare) quellaspondaba- ste ràl as ciarfuggirela ma ssadeltronco ,testaespa ll ei nava nti, Proviam o og ni tant o ad im m aginare l' azi one i n m od o diver so, ad esem pio vi suali zzand o sull a ne ve un a i po tet i ca sp on da a ll a qu ale app oggiar sied o ppo rs icon u n crescendo d i forza, senza ce dim en ti de ll'arto inferi ore esterno a ll a cu rva per provo care q uell a reazione d el t erreno c he ci f arà deviare nell a dir ezione voluta G ioc o di sponda G i oc o d i sponda Far e una cur va co nd ot t a n on è alt r o ch e sa persi cr ea r e un a sol ida spon da che ci f acci a devi ar e... Fare cur ve i n su ccessi one non è al t r o ch e m ol l ar e u na spo nd a e and are subi t o a cr ea r sene un'al t r a ch e ci f acci a d evi are dal l a par t e op po st a Il vincol o (piede-sp i go l o) è so l i do , i l cari co sul t err eno vi ene t rasme ssoce rcando dim antenere l 'art o i nferi ore esterno l ungo com e u n pil astro- am m ort i zzatore”che reagisce al l e forze co n la giust a r esist enza. La grand e m assa deltr onco pu ò cos ì m antenersi su una tr aiet tori a fi l ante, m entr elagi ustacom pensazi one dibustoo t t i m i zza l a preval en za d i eq uil i brio sul l ato esterno preparand o all o stesso tem po l e sp all e ad anti cipare la dir ezione diuscit a d all a curva verso quel l a succ essi va

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5/10/2018 Js Sponda Curva Condotta - slidepdf.com

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I C H E C K P O I N T I tecnica Ia c u r a d i V a le r i o M a l f a t t o e d e l l o S t a f f Te c n i c o J a m s e s s i o n L e s 2 A lp e s

VALERIO MALFATTOCO-FONDATORE DELLA

JAM SESSION E AUTORE

DEGLI ARTICOLI CHECKPOINT

SIMONE EYDALINNEW ENTRY JAM SES-SION: CLASSE 1986 -ALLENATORE FEDERALE

DI II°LIVELLO È ILDIM O-STRATORE DI QUESTA

PUNTATA CHECK POINT

Proviamo ad approcciare il gesto tecnico non tantopreoccupandoci di eseguire una serie di complicati movimentida coordinare, bensì dandoci un unico semplice compito da ese-guire, ritmicamente. Un compito che sia chiaro, comprensibilee che se eseguito nella sua essenzialità possa produrre istintiva-mente un gesto che, anche se non perfetto, sia corretto nella so-stanza, già abbastanza completo e coordinato. Potremo succes-sivamente analizzarlo per capirne più a fondo il senso e per ap-portare quelle leggere modifiche che potranno ottimizzarlo. Par-tiamo da un concetto semplice: uno sciatore che scende da unpendio lungo la linea di massima pendenza è come la pallina diun flipper che scende giù dritta sul piano inclinato. Immaginia-mo di essere noi quella pallina e di incontrare ad un certo puntouna sponda curva e parabolica che ci fa deviare verso sinistra;«teniamo» la sponda per girare quanto basta e «molliamola» per

ripiombare verso la discesa dove incontriamo dopo poco un'al-tra sponda che ci fa deviare verso destra. E così via, in una suc-cessione di deviazioni di qua e di là provocate dagli scorrevoliappoggi sulle le sponde che si susseguono. Il compito è sempli-ce: immaginiamo di essere in pista e di crearle noi queste spon-de, inclinando i piedi lateralmente, dolcemente. Inneschiamo co-sì la prima curva della serie, creando sotto i nostri piedi quellasponda che ci farà deviare dalla traiettoria rettilinea e ci introdur-rà in un fantastico percorso dalle centrifughe esaltanti. Faccia-molo per mezzo della presa di spigolo, dolce all'inizio e via viapiù forte, «puntellandoci» con intensità crescente sul piede ester-no alla curva, dando sempre più solidità all'appoggio e mante-nendo «lungo» l'arto inferiore esterno, resistendo alla forza ge-nerata dall'appoggio con la sponda per provocare quella reazio-ne del terreno, necessaria per farci fa deviare nella direzione de-siderata. Evitiamo qualsiasi cedimento, di bacino, di caviglie, dibusto. Solidità e compattezza sono le parole d'ordine. Ci accor-geremo che la semplice fantasia che questa sponda «esista» el'intenzione di andare ad appoggiarci su di essa ci suggerirà la

giusta inclinazione del corpo verso l'interno della curva, sapen-do bene che senza inclinazione verremmo sbalzati fuori dallacurva. Ci accorgeremo che dare solidità al lato del corpo ester-no alla curva ci metterà in saldo equilibrio. Con la presa di spi-golo in graduale aumento e la contrazione muscolare in crescen-do, evitando piegamenti-cedimenti nel percorrere la sponda cisentiremo con gli sci «incollati» al terreno, con il corpo forte,compatto ed in equilibrio. Sensazioni davvero forti durante lacurva, che come per magia si risolverà nel tempo giusto e connaturale facilità. Per «mollare» (abbandonare) quella sponda ba-sterà lasciar fuggire la massa del tronco, testa e spalle in avanti,

Proviamo ogni tanto ad immaginare l'azione

in modo diverso, ad esempio visualizzando

sulla neve una ipotetica sponda alla quale

appoggiarsi ed opporsi con un crescendo di

forza, senza cedimenti dell'arto inferiore

esterno alla curva per provocare quella

reazione del terreno che ci farà deviare nella

direzione voluta

Gioco dispondaGioco disponda

Fare una curvacondotta non è altroche sapersi creareuna solida sponda

che ci facciadeviare... Fare curve

in successionenon è altro che

mollare una sponda

e andare subito acrearsene un'altra

che ci facciadeviare dalla parte

opposta

Il vincolo (piede-spigolo) è solido, il carico sul

terreno viene trasmesso cercando di mantenere

l'arto inferiore esterno lungo come un “pilastro-

ammortizzatore” che reagisce alle forze con la

giusta resistenza. La grande massa del tronco

può così mantenersi su una traiettoria filante,

mentre la giusta compensazione di busto ottimizza

la prevalenza di equilibrio sul lato esterno

preparando allo stesso tempo le spalle ad

anticipare la direzione di uscita dalla curva verso

quella successiva

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Jam SessionOrganizzazione al 100% ital iana, Jam Session svolge la sua at

a Les 2 Alpes (Francia), in estate come in inverno.Scelta da SMagazine per parlarvi di tecnica, è il punto di riferimento moltissimi sciatori italiani che frequentano la nota località francSpecialità della casa sono i corsi di sci in formula «Full Immersioprogrammi intensivi e molto ben strutturati dedicati agli sciatori da migliorare in modo significativo la propria tecnica.Il gruppo tecnico Jam Session di maestri italiani, allenatori fedistruttori nazionali,sviluppa ogni anno i propri programmi introducle ultime novità tecniche e innovando costantemente la didatticJam Session propone agli appassionati anche la sistemaz

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Programmi Jam autunno-inverno 2009/10 - Ponti, Settimane bianCorsi Full immersion:Ghiacciaio dello Stelvio 7-18 ottobre - Ghiacciaio dello Stubai (Audal 28/10 al 1/ 11; Les 2 Alpes Ponte di S.Ambrogio dal 4 all'8 dicemLes 2 Alpes dal 20 dicembre 2009 al 24 aprile 2010

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I C H E C K P O I N T I tecnica I

La sequenza può essere vista

come il passaggio da una

sponda alla successiva: corpo

che si oppone alle forze con

appoggio solido e non

cedevole sul lato sinistro del

corpo, fase di relax per

l'inversione dell'angolazione ed

il travaso dell'azione sul lato

destro. La fase di ingresso in

curva prepara quell'inclinazione

che sarà necessaria per

predisporre il corpo ad

impattare la sponda in equilibrio

senza essere sbalzati fuori dallacurva; un buon vincolo sul

terreno ed il crescendo di

intensità dello sforzo muscolare

nel secondo terzo di curva

generano la reazione del

terreno che deforma lo sci e fa

deviare lo sciatore, la curva si

risolve con il giusto tempismo e

lo sciatore è pronto a

svincolarsi dalla traiettoria

verso la sponda successiva, allentando la tensione muscolare e«sentendo» i piedi che annullano gradualmente la presa di spi-golo per andare con continuità a cercare l’aggancio alla curvasuccessiva. La traiettoria del tronco incrocerà così quella deglisci e passerà oltre, il nostro corpo sarà ribaltato dolcemente (nonè necessario distendere, anzi, dovremo contenere la tendenza aduna eccessiva estensione) in un'inclinazione opposta alla prece-dente, pronto ad affrontare e a gestire in massima solidità e com-pattezza lo scorrevole appoggio sulla nuova sponda. Durante que-sta fase di cambio, il visualizzare sul terreno la virtuale parabo-lica successiva ci indurrà a «travasare» l'azione muscolare dal la-to esterno della curva appena finita a quello esterno della nuova

curva, per prendere nuovamente un appoggio solido sulla spon-da. Dato che verrà abbastanza istintivo il creare la sponda con ilpiede, l’inclinare il corpo e contrastare con la «gamba tosta» leforze che tenderebbero a sbalzarci fuori dalla curva, avremo ot-tenuto un gesto già ben coordinato. È ora di farsi riprendere alvideo e di andare a verificare se l'azione risulta veramente spon-tanea o ancora un po’ forzata, con equilibri non proprio ottima-li. Senza troppo cavillare sul comportamento delle singole partidel corpo diamoci il compito, una volta tornati in pista, di rispet-tare una certa cadenza e proviamo diverse discese con un ritmocostante in successioni di curve di ampiezza media, non lunghe

da rischiare di perdere i riferimenti di tempo e di spazio, non trop-po ravvicinate da creare rimbalzi. Durante lo sviluppo della tra-iettoria dobbiamo poterci gustare quell'incremento di azione checi dà quella bella sensazione di dinamicità e di accelerazione incurva. Altro video per analizzare la corretta esecuzione dei fon-damentali nel tempo e nello spazio chiedendoci sempre se espri-miamo naturalezza (positivo) o se siamo imbalsamati e troppopreoccupati di far bene (negativo): verifichiamo inclinazione/an-golazione, centralità, gestione e controllo delle rotazioni, gestio-ne e controllo dei movimenti alto-basso, gestione dei carichi. An-cora qualche discesa per coordinare meglio il tutto, ancora un vi-deo per controllare la fluidità dell'azione e questa volta per indi-

viduare eventuali impulsi non proprio ortodossi che richiederan-no esercizi specifici per riprendere in modo analitico alcune mo-bilità di base: l’azione dei piedi nella ricerca dello spigolo, loschema di equilibrio del corpo sullo sci tenuto di spigolo, la flui-dità nello sviluppo dell'inclinazione verso l’interno della curva,la percezione del lavoro muscolare sul lato esterno ed interno, lapercezione del lavoro laterale del busto per l’ottimizzazione del-l’equilibrio.... e tante altre cose tecniche alla ricerca di quelle sen-sazioni fini che ci aiuteranno a calibrare il gesto in situazioni di-verse. Gustandoci al massimo il piacere di imparare e di svilup-pare nuove e più grandi abilità. III