Giornalino curva Atalanta Milan

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11 • Atalanta - Milan CENTRIAMO L’OBIETTIVO

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Giornalino curva Atalanta Milan

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11 • Atalanta - Milan

Centriamo l’obiettivo

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uando c’è rispetto, quando ci sono alla base i valori, quando c’è passione, quando

c’è voglia di andare avanti insie-me, tutto diventa più semplice. Un anno e mezzo fa, nel pieno della bufera del calcio scommes-se un uomo si è legato a noi ed alla nostra squadra senza ombra di dubbio. Non si sapeva ancora nulla di cosa ci sarebbe toccato come categoria o come penaliz-

zazione. Ma il Mister ha deciso che la squadra che aveva porta-to in A era la squadra che nono-stante tutto avrebbe allenato la stagione successiva. Gran gesto, da tutti riconosciutogli, anche da chi non ha mai perso occa-sione per criticarlo, a volte giu-stamente, spesso ingiustamente e per partito preso. Si è detto che con quel gesto ha riparato

lo sgarbo fatto alcuni anni pri-ma quando andò via da Bergamo per andare al Palermo. Vero, non vero, non è poi così importante. La cosa importante è che a di-stanza di un anno, il rispetto, i valori, la passione e la voglia di andare avanti ancora insieme si sono ripresentate puntuali all’ap-puntamento. E questa volta, in un momento non ancora critico ma sicuramente difficile, è stata la famiglia Percassi e la società

Atalanta a voler dare un segnale chiaro all’ambiente. Il progetto iniziato 2 anni e mez-zo fa prosegue con gli stessi at-tori. Medesimo gruppo dirigen-ziale e tecnico, stesso Mister. Programma a media/lunga sca-denza visto che il nuovo accordo porta la durata del contratto al 2016. Si sa e l’abbiamo appena visto con il mercato invernale, i

avanti miSter!!!contratti a volte possono diven-tare carta straccia, ma in questo caso ci sentiamo di dire che non è tanto la durata del contratto che è importante, quanto il se-gnale lanciato a tutto l’ambiente.

Non si indietreggia di un cen-timetro sulle strategie e sulle aspettative della Società. La conferma di Mister Colantuono è garanzia che in campo scen-deranno sempre 11 uomini con la voglia di combattere e con l’adrenalina pompata a mille. Per una squadra come la nostra, che fa della battaglia e dell’agonismo una delle armi che da sempre la caratterizzano, questo è un bel punto di partenza. Qualcuno (uno dei tanti milioni di italiani che si sentono tecnici

- direttori sportivi – osservato-ri -presidenti) magari storcerà il naso perché gli imputa limiti più o meno evidenti. Fa nègot, se i risultati portati fino ad ora (obiettivo sempre centrato, si

trattasse della promozione piut-tosto che della salvezza…. e toc-chiamoci pure tutti i coglioni) lo classificano come uno dei miglio-ri tecnici che si siano mai seduti sulla nostra panchina. Ci risulta difficile non essere fe-lici pensando al suo rinnovo con-trattuale ed allo stesso tempo ci risulta difficile immaginare che per il futuro della nostra pan-china ci possa essere qualcuno più adatto di lui. Felicissimi di questa scelta quindi, avanti con convinzione Mister!

Q

Mister Colantuono alla presentazione...

Piena fiducia in voi!

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Premessa: un doveroso bentornato al nostro Igor Budan! Non sei un cam-pione da copertina ma un

buon giocatore lo sei sempre stato e lo sei ancora.

Siamo certi che riuscirai a darci una grossa mano grazie all’im-pegno ed alla dedizione che hai sempre messo per tutte le squa-dre per le quali hai giocato. Sei uno dei nostri, siamo sicuri che

la tua maglia quando uscirai dal campo sarà sudata, sempre! Detto questo torniamo alla par-tita di domenica scorsa per poi parlare di quella che ci aspetta oggi. Un minuto e 40 secondi, au-

torete di Canini (ma come cazzo et fac po’?), tempo infa-me, campo pessimo e la partita che si mette esattamente come non doveva: noi a dover spin-gere, il Cagliari di rimessa, il pubblico che dopo 15 minuti (Curva a parte ma neanche tutta pur-troppo) comincia a fischiare. Alla fine abbiamo porta-to a casa un punto d’oro. Se certo, ma zogàt de cà, l’ot-tavo nano-Moralez lè zò ‘ndo aal, Bri-vio quando al cor al somea Forrest Gump, non vincia-mo dalla partita col Parma, ma cazzo, se non l’aiutiamo noi chi l’aiuta questa squadra? Chi dèla Tribuna? See per

carità, braa zet, atalantini fina al bus del cul, ma dopo 15 minuti non si può non riuscire a leggere il momento difficile e cominciare a fischiare, dôm ostia! Spesso sentiamo parlare di mo-

ForZa raGaZZi!!!

menti nell’arco di un campionato, periodi in cui provi a tirare da 40 metri e la palla, dopo tre de-viazioni, si infila in rete. Periodi in cui l’avversario a porta libe-ra, spara una lecà a 200 km/h in rete e Lucchini, di naso, devia il pallone in corner. E sembra che ci siano periodi in cui fai fatica a fare tutto, nei quali tutto per la squadra sembra più diffici-le. Periodi? Ma che periodi po’? Brivio, gioca sereno, Moralez

‘dom non puoi essere diventato tanto scarso in pochi mesi e te Consigli ona ölta ognè tàt usà so MIAAAAAAAAAA e rassicura la difesa in uscita, ostia! La gen-te dell’Atalanta non volta mai le spalle alla sua squadra, mai l’ha fatto e mai lo farà. La sostiene quando serve, la critica se è giu-sto criticarla, la sprona quando si accorge che ha bisogno de ona sgürlida per svegliarsi.

Continua…

Bentornato Igor...

Sempre con voi!!!

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…segueAdesso è il momento! Voi pensate ad uscire sudati e stremati da quel cazzo di cam-po ed il nostro sostegno l’avrete sempre. Se il vostro avversario vi sembra

più forte, non fermatevi, mai! Siete in due non in uno… due Con-sigli, due Stendardo, due Cigari-ni, due Biondini, due di ognuno di

voi (Moralez te tà ghèt ol bonus, voi siete in 3) ...e se facciamo fatica anche così, pota randel-latene qualcuno di avversario, possibilmente mettendolo fuori uso per il resto della partita, che sarebbe anche ora visto che è un

bel po’ di anni che nessun avver-sario lascia il campo del Borto-lotti in barella! CURVA NORD!!! Cinquanta chilo-

metri di distanza ci dividono dal-le merde di oggi, pochi se pensia-mo alla distanza fisica, ma quei pochi chilometri diventano un abisso se pensiamo alla diversità di mentalità. La foresta di Dark Wood è un luogo meraviglioso, raccoglie in se nature diverse e molte anime, è ricca di misteri e di magia, nel-la foresta si può arrivare, dalla foresta si può partire. Nel cuore della foresta c’è una palude, su un isolotto c’è una ca-panna, da dove inizia l’avventura.

Zagor, lo Spirito con la Scure è un uomo di frontiera amico delle tribù indiane. Difende la sua foresta dall’avan-zata del nemico: scienziati paz-zi, druidi di tempi e popolazioni estinte, geni del crimine abili nella pianificazione dei colpi e nell’inganno, sacerdoti del male dediti ad oscure religioni, uomini avidi, MERDE MILANISTE!

PRENDIAMOLI A PALLONATE!!!

Luigi Giorgi e il nostro Michele Canini

non potevano esordire così sfortunatamente con la nostra maglia al Bortolotti come domenica scorsa:

un autogol e una espulsione!

Speriamo tanto che cambi l’aria o giri il vento

della sfiga.Confidiamo soprattutto

nel loro contributo per la squadra,

importantissimo per raggiungere la salvezza.

Anche a Roma avete dimostrato di essere

giocatori tosti e importanti, quindi vi

invitiamo ancor più in questo momento delicato

a dare il massimo impegno e a stare tranquilli che la tifoseria è tutta con voi!!!

onorate, riSPettate e vivete QUeSta

maGlia!

Importantissimo il nostro supporto!!!

El Tanque il nostro guerriero...il nostro Capitano...

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Si mormora che l’Italia sia un paese democratico... Mah, fino quando non si esprime il proprio pensiero!!!Questo è accaduto domenica scorsa, prima della parti-ta Atalanta - Cagliari, quando un gruppo di ragazze si presenta ai cancelli della Curva Nord con un due aste riguardante i fatti avvenuti in Borgo Santa Caterina e le conseguenti dichiarazioni.Il funzionario di turno ha negato l’accesso dello striscio-ne senza una motivazione apparentemente valida... “No, non entra perchè è tematico!”.Un due aste che non inneggia alla violenza, ma che si mo-stra solidale, schierandosi dalla parte di tutte le donne, può essere bandito? Sì, solo perchè avrebbe infastidito “pochi”...

IN TUTTI GLI STADI SAREBBE STATO FATTO ENTRARE, A BERGAMO NO!!!

COMPLIMENTI...

Venerdì 18 Gennaio si è consumato l’ultimo atto del processo di primo grado relativo alla vicen-

da di Paolo Scaroni, il tifoso bre-sciano rimasto invalido in seguito alle percosse subite dalla polizia dopo la partita Verona - Brescia di ormai 7 anni fa. Ancora una volta gli Ultras dell’Atalanta hanno voluto esse-re presenti con una delegazio-ne: i motivi, quali la solidarietà e la vicinanza oltre i colori ad una persona ed una tifoseria storicamente rivale come quella bresciana, che ci hanno convin-to ancora una volta (così come hanno convinto tante altre tifo-serie presenti come noi venerdì pomeriggio) a prendere la strada verso Verona per questo decisivo appuntamento sono ormai noti a tutti e, comunque, non sono quel-lo di cui vogliamo parlare oggi.

Il nostro primo pensiero va in-fatti a Paolo Scaroni che, dopo tutto il dolore fisico subito quel pomeriggio alla stazione di Porta Nuova, venerdì ha dovuto fare i conti con una sofferenza forse ancora più amara, bruciante e penosa. L’assoluzione di tutti i poliziotti imputati nel processo non ha infatti solo confermato l’esistenza di quella giustizia de-viata con cui molti di noi, per casi più o meno gravi (basti pensare a Celestino Colombi), hanno dovuto confrontarsi, ma ha anche evi-denziato come lo Stato italiano, quello stesso stato che dovrebbe garantire pari diritti e pari dove-ri a tutti i cittadini di fronte alla legge, abbia abbandonato Paolo Scaroni, costruendo con crudele abilità un muro contro il quale, suo malgrado, ha dovuto sbatte-re la faccia.

Continua…

StriSCione Fermato

ai CanCelli

neSSUna GiUStiZia!!!

Giustizia totalmente assente!!!

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…segueUn muro costruito sulla menzogna e sull’omertà del-le Forze dell’Ordine, di chi dovrebbe garantire l’ordine pubblico e di chi quel po-meriggio ha visto e non ha parlato; un muro costruito sull’inganno e sull’imbroglio di quel buco di 10 minuti nelle riprese effettuate dalla po-lizia quel giorno, casualmente proprio i minuti nei quali Pa-olo finì a terra sotto i colpi dei manganelli dei poliziotti; un muro costruito sulla cecità storica della giustizia italiana di fronte alle violenze eserci-tate dalle Forze dell’Ordine e sulla sordità del mondo politico verso le sempre più innumere-voli voci che chiedono ciò che nel resto d’Europa è normali-tà, ovvero l’identificativo sui caschi dei poliziotti, affinchè casi come quello di Paolo non succedano più; un muro, infi-ne, costruito sulla pelle degli Ultras, movimento che sicura-mente più di tutti ha sperimen-tato e denunciato negli anni l’ingiustizia, le provocazioni e le violenze delle Forze dell’Or-

dine e che da sempre rimane inascoltato.Il nostro pensiero va inoltre alla famiglia di Paolo Scaroni, che insieme a lui ha affronta-to con grande dignità, forza d’animo ed orgoglio l’intera vi-cenda, che, lo ripetiamo, dura ormai da 7 interminabili anni. Le loro parole e la loro fer-ma volontà di evitare qualsiasi tensione dopo il processo, con-seguenza naturale dell’ignobile sentenza, ci fanno, se possi-bile, accrescere ancora di più la rabbia ed il dolore, vedendo quanta rispettabilità e decen-za rimanga in una famiglia che chiedeva solo giustizia per un

figlio partito alla mattina per vedere una partita di calcio e ritrovato giorni dopo in coma in un letto di ospedale senza che i colpevoli paghino quello che sia giusto che paghino. Un pensiero doveroso va anche ai bresciani, nostri nemici di sempre e da anni fieri e de-gni avversari sull’asfalto, per rinnovare la solidarietà e la vicinanza a quanto avvenuto ad un loro fratello e per compli-mentarci ancora una volta con loro per la grande coerenza dimostrata in questi anni nel

tenere per quanto possibile i riflettori puntati sulla vicenda di Paolo. Oltre i colori.Un ultimo pensiero diretto agli 8 poliziotti imputati e assolti: al di là di qualsiasi giustizia, al di là di quanto scrivano i giornali, al di là di quanto pos-sa dire un giudice, voi sapete cosa avete fatto ed avete vi-sto la condizione in cui avete ridotto Paolo Scaroni. Possano lo strazio ed il dolore da voi causato tormentarvi il sonno finchè campiate.

Esterno del tribunale

La nostra presenza...

Sconforto bresciano fuori dal Tribunale...

tribUnale Di veronavenerDì 18 Gennaio 2013

Quasi otto anni di indagini per un’assoluzione che ha dell’incredibile. Celerini più volte scoperti a testimoniare il falso, nove minuti ripresi

dalle telecamere della stazione di verona spariti nel nulla, un ragazzo che da allevatore di tori finisce invalido al 100 per cento, il coraggio

di una poliziotta che ha denunciato i suoi colleghi per aver usato violenza quel giorno!

niente Di tUtto CiÒ Ha valenZa Per QUeSto Stato... Per QUeSta PenoSa SQUalliDa GiUStiZia!!!

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3 Gennaio, amichevole Pro Pa-tria-Milan. Boateng scaglia la palla in tribuna, si toglie la ma-glietta e si rifiuta di giocare, in seguito agli ululati che gli vengo-no rivolti dalla tribuna. L’amichevole viene sospesa. Come al solito, ecco levarsi il

solito coro di sdegno, indignazio-ne e condanna verso l’ennesimo episodio di razzismo del calcio nostrano; come al solito, ecco le autorità calcistiche chiedere pene e punizioni esemplari per i colpevoli, elogiando Boateng per il grande gesto di civiltà dimo-strato; come al solito, ecco che si programmano riunioni e ver-tici straordinari per arginare il “crescente clima di intolleranza che regna incontrastato negli stadi d’Italia”; come al solito,

ipocrisia, convenzionalismo e moralismo di bassa lega regnano sovrani.Abbiamo già scritto in un gior-nalino di quest’anno dell’inutili-tà di certe polemiche: da più di quarant’anni esiste il concetto di tifo in Italia e da più di qua-

rant’anni il tifo viene utilizzato per far esaltare al massimo il fat-tore campo, per cercare di dare una mano in più ai propri giocatori e per intimidire av-versari ed arbitri; logico è quindi che tale intimidazione debba per forza passare attra-verso l’insulto e la denigrazione

dell’avversario, ma la cosa è ri-stretta al rettangolo verde ed è finalizzata, appunto, ad innervo-sire la squadra ospite o il singolo giocatore, con il risultato, alle volte, di fargli sbagliare un gol facile sottoporta e portare a casa i 3 punti. Chi afferma “Si al tifo pro, no al tifo contro”, semplicemente non è mai stato in uno stadio e, d’al-tro canto, se quotidianamente ci si manda a quel paese per un par-cheggio o uno sguardo di troppo

raZZiSmo o FalSo moraliSmo?

ad una ragazza, è inevitabile che il supporto alla propria squa-dra passi inevitabilmente anche dall’insulto verso quella avversa-

ria e verso i suoi giocatori. Inoltre, come avviene fin da bambini, il soggetto preferito diventa subito quello più perma-loso che reagisce in malo modo agli insulti e alle prese in giro; ciò vale, a maggior ragione, per

i giocatori. Se l’attaccante avversario di turno è insieme ad una ragaz-za dalla dubbia moralità, senza

dubbio i cori della curva la as-soceranno al mestiere più antico del mondo; se il centrocampista ha qualche problema di calvizie, verrà sicuramente apostrofa-to sulle note del famoso “Atti-lio lombardo pelato bastardo”.

Chiariamo subito che dalla Nord non sono mai par-titi cori che fan-no leva sul colore della pelle più per non dare scuse ai soliti moralisti e giornalai di bas-so rango (già ne inventano abba-stanza) che per una convinzione di fondo:

Continua…

Moralismo ridicolo!!!

Busto Arsizio: Pro Patria - Milan

Coppa Italia 1990 Vergogna milanista con il rigore di Baresi!

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…segueil colore della pelle non dovrebbe infatti far eccezione agli esempi fatti prima, proprio perchè è una caratteristica fisica come tutte le altre e perchè, lo ripetiamo, l’insulto è finalizzato esclusiva-mente a innervosire il giocato-re: quando a Moralez danno del “nano di merda” nessuno dice

niente, ma anch’essa è una ca-ratteristica fisica come il colore della pelle.Senza contare, poi, che qualcu-no potrebbe offendersi molto di più se, ad esempio, gli insultano la mamma, ma nessun giornalista ha mai speso una parola per un “Cassano tu sei un figlio di put-tana”. Come ha scritto qualcuno “Il razzismo non risiede nel gio-co, nello sfottò, o nella goliardia di un gruppo di ragazzi, anche se talvolta pesante. Il razzismo lo vedi in quegli atteggiamen-ti sprezzanti quanto evidenti che puoi ravvisare per strada di fronte a un vu cumprà, o nei discorsi delle vecchiette al mer-cato”.

C’è un ulteriore considerazione da fare: a tutte quelle persone che quando avvengono episodi del genere si riempiono la bocca con parole quali sportività, cor-rettezza e fair play, vogliamo ri-cordare che dovrebbero essere i giocatori in campo in primis a presentarsi come incarnazione di tali valori; per fare un esem-

pio estremo, sarebbe in-fatti ipocrita pretendere sportività sulle tribune di uno spettacolo di gladiato-ri. Tralasciando gli innume-revoli esempi di gioco in cui tutti questi valori procla-mati indispensabili vanno a farsi benedire (a proposito di Milan, chi di noi non sa o non si ricorda di quella ri-messa non restituita da Ri-jkaard che porta al rigore di Baresi con il quale l’Atalanta viene eliminata nei quarti di Coppa Italia del ‘90?), è sotto gli occhi di tutti che caratteristiche quali l’arroganza, la presun-zione e l’altezzosità appar-

tengono al 90% dei calciatori dei nostri giorni: esternano spesso sentimenti positivi in occasioni ufficiali, salvo poi comportarsi come boriosi Dei dell’Olimpo nel privato adottando atteggiamenti sprezzanti e sufficienti verso la gente comune senza la quale non sarebbero quello che sono. Ce lo ricordiamo bene Guarente e quel suo “Vai a casa e se non ce l’hai te ne compro una io” rivolto a uno di noi che gli chiedeva giu-stificazioni dopo la sconfitta in casa dell’Atalanta col Lumezzane in Coppa Italia di qualche anno fa, vero? Anche il nuovo paladino dell’antirazzismo Boateng viene insultato perfino dai compagni di squadra perchè fa il divo e in

giro non si muove se non è ac-compagnato dalla sua personale guardia del corpo-autista.Altro esempio: qualche anno fa Samuel Eto’o, ai tempi in cui giocava nel Barcellona (adesso è “emigrato” nel campionato russo per uno stipendio di 20,5 milioni di euro all’anno e vive in affit-

to in una villa a Mosca di 4 pia-ni per 80.000 euro al mese... abbiamo già det-to tutto...) ha esultato dopo un goal miman-do una scimmia per protesta-re contro i cori che i tifosi della squadra ospite gli stavano ri-volgendo; anche il quel caso, tut-ti ad eleggere Eto’o ad alfiere di antirazzismo, sportività e chi più ne ha più ne metta. For-

se non tutti sanno che il signor Eto’o ha anche una figlia di 10 anni che si è sempre rifiutato di incontrare, non sembra quindi un esempio di alti valori. Ah giusto, però il problema sono i cori razzisti verso questa gen-te. Meditate gente, meditate.

Moralez... il nostro giocatore più preso di mira!

Facile lamentarsi!!!

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2120

Questa Città comincia a starmi stretta... Non avrei mai pensato un giorno di ritrovarmi a scrivere questa lettera, più che questa lettera i concetti che questa contiene, non siamo abituati a parlare di certi ar-gomenti ma sento il bisogno di condividerli con la mia gente, con i miei amici, con la mia Curva...Eh già, questa Città comincia a starmi stretta. Sicuramente qualcuno di voi mi dirà: E ALLORA VAI VIA... Non vado via perchè credo che lo scappare sia sempre la soluzione peggiore, e soprattutto ci sono ancora tante piccole cose che mi legano alla mia Bergamo: i miei amici, la mia Curva, la mia squadra ed i valori... Valori di quel popolo Bergamasco pronto ad essere solidale, son orgoglioso di quelle tradizioni a volte rudi che abbiamo tatuate nel dna, son orgoglioso di amici che ancora mi fanno capire che aprire il cuore a chi è in difficoltà e lo stare insieme vien sempre prima di tutto.Ma non mi riconosco più in una città capitanata da Istituzioni com-pletamente incapaci e bigotte, se mi metto a pensare non ne trovo una che negli ultimi anni mi abbia rappresentato. Partiamo dal Comune, sempre pronto a criticare e mai una volta propositivo in qualcosa di veramente costruttivo ed efficace, il loro motto? Se qualcosa non va la chiudiamo, la reprimiamo, la smantelliamo; un’idea, una situazione,

un luogo può avere 100 pecche ma chissà che con il dialogo non lo si possa cambiare in meglio... MAI VISTO FARE!Il nostro giornale? Ragazzi non fatemi dire cosa penso... Un’informa-zione cosi bigotta, cosi inappropriata, cosi sleale io veramente non so se qualche altra città la può vantare, a tratti la trovo pure un informa-zione permalosa e dittatoriale, se non sei come noi non vai bene, se non pensi come noi sei fuori, se sbagli una volta il perdono non esiterà mai... BRUCERAI ALL’INFERNO! E si che è un giornale di puro stam-po cattolico, ma a valori umani tra cui il perdono e l’essere sinceri sono messi molto male. Non fatemi andare avanti non vorrei riempire le pagine di questo giornalino.Questura? Aiutata dai loro fidi scudieri sopra citati (i giornalisti) tro-vano sempre un appoggio per agire scorrettamente e poi passare per gli anellini che proteggono la città! Eppure se mi fermo a guardare che cosa hanno risolto di veramente importante? Rispondetevi da soli... Chiudo questo capitolo e lascio a voi le riflessioni.Perchè questa Città non riesce a costruire un pensiero nuovo aperto al dialogo e con alternative? Si lamentano della “movida”, si lamentano dei giovani, si lamentano dell’ alcool... Va bene ok e voi che cosa ci avete proposto? NIENTE, ZERO AL QUOTO!

Continua…

lettere a “SoStieni la CUrva”amore e oDio

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…segueUna città che i giovani nemmeno li conosce, forse nemmeno ci ha mai parlato, nemmeno sanno che non si trova lavoro, nemmeno sanno che oggi si soffre, nemmeno sanno e si rendono conto che i giovani in que-sta città son fortemente limitati. Spero che queste poche righe possano trovare riscontri anche in voi e a qualcuno un pò di rabbia scorra nelle vene dandomi ragione...Sento sempre molti lamentarsi, anzi tutti lamentarsi, ma nessuno fa mai niente, credo che le parole siano sacrosante, i lamenti a volte pure, ma la vera differenza la fa l’azione, le parole vanno al vento l’azione resta

impressa, l’azione non passa mai, rimane scolpita in ogni giorno pas-sato presente e futuro della nostra vita.Il mio pensiero va a una Curva che per me non ha mai sbagliato, forse ecceduto, forse usato modi bruschi, ma questo è il nostro essere, questo è il nostro modo di vivere, in Curva, sul posto di lavoro e ogni sacro-santo giorno della nostra vita.La gente della mia città che mi rappresenta e’ quella con cui ti con-fronti incontrandoti ancora al bar davanti a una birra, a volte alticci ma da sempre sempre con occhi sinceri, non tra falsi moralisti e grandi perbenisti.I veri valori li ho conosciuti e continuo a trovarli qui, tra la mia gente, tra la mia Curva insieme in ogni giorno e in molte notti... Grazie per ogni giorno di lotta fatta insieme su ogni fronte, grazie per ogni giorno di lotta che verrà. AVANTI RAGAZZI!!!

Tommy

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ricordiamo che per chi volesse informazioni o volesse dare una mano ci si ritrova come sempre il martedì sera al Covo.

Scrivi a “SOSTIENI LA CURVA”: [email protected]

SQUADRE P.ti G V N P RF RSJuventus 48 21 15 3 3 45 14Napoli 43 21 13 4 4 41 19Lazio 43 21 13 4 4 32 21Inter 39 21 12 3 6 33 23

Fiorentina 36 21 10 6 5 38 25AC Milan 34 21 10 4 7 38 28AS Roma 33 21 10 3 8 44 35Catania 32 21 9 5 7 29 27Parma 31 21 8 7 6 29 27Udinese 30 21 7 9 5 32 31Torino 26 21 6 9 6 25 24Chievo 25 21 7 4 10 22 34

Atalanta 23 21 7 4 10 19 31Bologna 21 21 6 3 12 26 28

Sampdoria 21 21 6 4 11 22 29Cagliari 20 21 5 5 11 20 37Pescara 20 21 6 2 13 17 39Genoa 17 21 4 5 12 21 34Palermo 16 21 3 7 11 18 34Siena 14 21 5 5 11 20 31

PaZienZa Finita!!!Scriviamo queste righe senza sapere se andrai via o reste-rai!!! Noi vogliamo farti sape-re che solo a pellle ci stai sul-le palle. Il tuo atteggiamento da super uomo, lo scarsissimo rendimento e il tuo nullo at-taccamento alla maglia ci ha stancato! La voglia di venire a Zingonia a prenderti a papine è tanta, ma per il momento non

vogliamo mettere in difficoltà i tuoi compagni, il mister e la Società. Quindi ti invitiamo serenamente a star lontano dai posti della movida bergamasca... e, dato che non è una novità, resta direttamente a Milano! In caso contrario cor-ri, suda a testa bassa, fai il tuo dovere.

Mus de ca!!!

iGor nel CUore!!!

Un GUerriero CHe torna a CaSa...