jobs e il '68
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Il primo ottobre 1968, San Remigio, iniziavo la prima
elementare.Ero troppo piccolo per essere un testimone diretto del
68 o un protagonista dellimpegno o del disimpegno.Ma abbastanza
grande per vedere cosa stava succedendo e per intuire e poi per
vivere le dirette ricadute culturali, sociali e politiche di quella
stagione nei lustri a seguire. C chi pensa, dice e scrive che
quella sessantottina sia stata la stagione del nichilismo e
dellirresponsabilit collettiva, che cancellava le responsabilit
individuali.Certo, chi crede nella forza interpretativa
dellindividualismo metodologico lontano anni luce dalle assemblee
permanenti, dagli improvvisati tribunali del popolo, dai
dibbbattiti inconcludenti, dalle scorciatoie conformistiche e dalle
coperte di Linus garantite dagli stereotipi ideologici
anti-borghesi. E questo vale anche per me. Ma agli occhi di uno che
cresciuto nel tempo post-sessantottino,la vera rottura provocata in
quellanno fu laffermazione di un principio di libert e di
autodeterminazione fino ad allora sconosciuto come fenomeno di
massa.
Per meil sessantotto vissuto erano le messebeate la laicizzazione
delloratorio:la parrocchia al tempo dei miei genitori era un
organismo ferreamente gerarchico con limprintingpre-conciliare
della messa in latino celebrata dando le spalle ai fedeli, la
miadiventava un luogo di incontro tra pari, dove lautorevolezza si
metteva in competizione con lautorit costituita.Il mio primo
ricordo politico, del resto, propriola discussione tra cattolici in
famiglia durante la campagna per il referendum sul divorzio, tra
gli ortodossi contrari e i contaminati dal vento nuovo,
favorevoli.Da una parte lillusione dellorganizzazione eterodiretta
e gerarchica della societ e della famiglia e dallaltra la volont di
portarelibert di scelta e responsabilit direttadelle persone nel
cuore dellorganizzazione sociale. Ovvio, ioconsidero la riforma del
diritto di famiglia del 1974 una conquista di civilt e di parit
tanto tardiva quanto fondamentale per lItalia, altri forse
rimpiangono la famiglia patriarcale dellipocrisia monogamica e in
questa chiave recriminano sulla rivoluzione laica di quegli
anni.Quella ventata di libert che, a torto ma anche a ragione, si
respir negli anni a cavallo tra sessanta e settanta diedeuna spinta
potente alla esplosione di creativit di massa che accompagn
lesplosione industriale della moda italiana.Non solo i sarti dlite
del passato, ma i fenomeni in cui creativit e impertinenza sociale
davano slancio internazionale almade in Italy.Se poi dallEuropa
trasvoliamoin California, capiamo ancor meglio perch il 68 ha
cambiato (in meglio) il mondo. La rivoluzione digitale non stata
solo tecnologica, ma culturale.La scienza in questo caso ha davvero
inseguito un sogno, unidea della vita e dei rapporti umani e della
comunicazione globale come modello di organizzazione sociale. Non
bastavano gli ingegneri, serviva culturalmente il 68.Chi ha letto
la biografia di Steve Jobs senza prima conoscerne la storia, sar
rimasto stupito dal fatto chelazienda tecnologica che ha saputo
imporre nuovi stili di vita oltre che di consumo nei cinque
continenti, che divenuta la azienda mondiale con la pi grande
capitalizzazione di borsa, sia stata guidata da un vero
sessantottino.Steve Jobs stato prima di tutto un grande capitano
dindustria e un lavoratore indefesso, maera, e lo rivendicava, un
autentico esponente della controcultura californiana forgiata negli
anni sessanta:viaggi negliashramindiani, guru buddista, veganesimo
e digiuno, consumo di hashish e Lsd, musica pop rock (da Joan Baez
a Bob Dylan passando per i Beatles).Io penso che non sia stato
affatto casuale che il genio industriale e creativo del think
different avesse quelle radici ideali e esistenziali.Certo,
tornando a noi e allItalia di quegli anni,se avessi avuto let sarei
stato, politicamente parlando, un feroce oppositore del
sessantottismo da un punto di vista liberale ed individualista. Ma
continuo a pensare che, nelle sue contraddizioni e con i suoi
strascichi negativi,quella stagione lasci italiani migliori di
quelli che aveva trovato.