Job act alcune questioni
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JOB ACT alcune ques0oni
Ar0colo 18 come benefit?
1. Il contra,o di lavoro a tutele crescen3 si applica decorrere da marzo 2015 agli assun3, a prescindere dalla classe di età; chi ha un contra,o di lavoro “ precario “ e viene assunto a TI a tutele crescen3 porta in dote la “ decontribuzione , cioè 24.000 per 3 anni a beneficio della sola impresa”; chi invece ha già un contraBo a TI ma vuole cambiare azienda o è costre,o, verrà assunto con le nuove regole (contra9o a tutele crescen;) “ senza portare in dote alcuna decontribuzione” alla nuova azienda perdendo in ogni caso la tutela dell’art. 18 se mai prima ne fosse in possesso ; poco male poteva succedere anche prima del job act di trovare lavoro in una piccola impresa!
2. I dipenden3 ad oggi tutela3 dall’art.18 sono circa 7,6 mln su di un totale occupa3 dipenden3 di 22,4 mln circa, il 31% una minoranza anche se significa3va e di peso ; non si hanno da3 cer3 sui dipenden3 appartenen3 ad imprese sogge,e a tutela che decidono per vari mo3vi di andare a lavorare in piccole aziende; comunque sulla base dell’esperienza si s3mano non mol0. Da oggi con il job act la situazione cambia in modo defini0vo…. Perché chiunque venga assunto da ora in poi a TI si vedrà applicato un contra,o a tutele crescen3 compresi i dipenden3 che hanno già un lavoro e vogliono cambiare;
3. conviene cambiare azienda ? Quali benefici e quali perdite ? Quale margine di negoziazione ha un lavoratore con esperienza ? La norma non rischia di frenare, in una possibile ed auspicata fase di ripresa produRva, i processi di mobilità tra aziende ? quan3 anni durerà questo doppio traBamento con riferimento alla legge 300?
4. I lavoratori di età superiore a 30-‐35 anni ( e che quindi si suppone abbiano già un lavoro a TI ) che intendono, vogliono o sono costreR cambiare azienda sono circa il 60 % del totale assunzioni annuali, cioè circa 400.000 unità a secondo degli anni e della situazione economica del paese ( da; Ministero del Lavoro , Isfol );
job act ques3oni aperte giovanni facco 01/05/15
1. il 40% delle ricerche di personale effe,uate annualmente dalle aziende riguarda lavoratori con significa0ve esperienze di lavoro ( da; Excelsior ) (circa 300.000 unità anno ) e tenuto conto che i dipenden3 oggi tutela3 sono il 31% del totale occupa3 e che sono quindi soggeR, se cambiano azienda, a perdere le tutele si può approssima3vamente considerare che la ques3one posta può interessare circa 90.000 dipenden3 su base annua. Non pochi !!!
2. Il bacino dei tutela0 ( 7, 6 mln di lavoratori ) per “ svuotarsi “ a,raverso percorsi naturali ( mobilità tra aziende,
pensionamen;, espulsioni dal mercato, crisi aziendali e altro …) e dare quindi piena applicazione al job act, impiegherà qualche decennio; cosa questa che a buon senso pare nè pra0cabile nè opportuna ; si pensa che, superato un periodo necessario per verificarne la funzionalità, la norma verrà estesa a tuR in tempi rapidi.
3. C ‘è da ges3re quindi un periodo di transizione ; non è pensabile, sopra,u,o se vi sarà la ripresa economica, che le imprese possano rinunciare a lavoratori con competenze nè che lavoratori professionalizza3 con età tra 40-‐ 50 anni rinuncino a offerte di lavoro senza contropar0te; si apre ad avviso quindi un piccolo mercato del lavoro parallelo dove le par3 troveranno con concretezza e laicità le loro intese a prescindere …. Non durerà a lungo questa situazione ma ci sarà.
4. la legge infaR non vieta che tra dipendente e azienda si possano trovare intese contraBuali migliora0ve nel comune interesse: ecco che l’art 18 può rientrare dalla finestra , può essere negoziato come qualsiasi altro benefit ( sanità, auto, previdenza complementare bonus…); ovviamente la deroga è il prezzo che una azienda sarà disponibile a pagare per avere una competenza di alto profilo; in alterna3va può assumerlo come dirigente ( il costo complessivo contra9o + benefit non si discosta molto dalla precedente ipotesi) sopra,u,o se il lavoratore avrà un età oltre i 50 anni e ha competenze dis3n3ve.
job act ques3oni aperte giovanni facco 01/05/15
JOB ACT alcune ques0oni
Quanto costa la decontribuzione prevista?
1. Il Ministero del Lavoro ha s3mato che nei prox 3 anni ( 2015-‐2016-‐2017 ) il contra,o a tutele crescen3 a tempo indeterminato e quindi sogge,o a decontribuzione ( 24.000 € per i tre anni ) possa riguardare circa 1 milione di dipenden0 ;
2. ad avviso è una s3ma che può essere considerata prudente se si pensa che nel periodo in esame [ 2015-‐2017 ] è prevista una uscita dal mercato di oltre 3 mln di lavoratori, tuZ o parte di essi potranno essere rimpiazza0 ( s;me Excelsior-‐Unioncamere ).
3. E’ prevedibile, almeno per il 2015, vista la modesta crescita del PIL, che non sarà nuova occupazione ma piu,osto occupazione da trasformazione di preceden0 contraZ ( TD, cococo, cocopro, interinale….) contribuendo in questo modo a ridurre la precarietà a,ualmente esistente, aspe,o questo altamente posi3vo.
4. l’indicatore chiave per misurare se l’occupazione cresce è il tasso di occupazione ( n. di occupa; /popolazione 15-‐64 anni di età), aBualmente fermo al 55,5%; si ricorda che le distanze in termini occupazionali, che separano il nostro paese dagli altri è notevole, tra il 10-‐20%;
5. Se questo indicatore non cresce, rimangono e non trovano soluzione gli squilibri di età ( tasso di disoccupazione giovanile) di genere ( tasso di occupazione femminile ), di area territoriale ( nord/Sud )….
6. Secondo uno studio della CGIA di Mestre la decontribuzione prevista dovrebbe costare allo Stato circa 15 mld di Euro così distribui0 per anno: q 2015 1,86 mld q 2016 4,88 mld q 2017 5,0 mld q 2018 ( trascinamento ) 2,9 mld q Secondo il rapporto di previsione aprile 2015 Prometeia le misure di sgravio della Legge di Stabilità 2015 troveranno copertura
solo parziale: l’aumento ne,o di disavanzo nel 2015 sarà di circa 10 miliardi (0,7% del Pil) a fronte dei 6 miliardi di copertura; 7. Ovviamente se non cresce il PIL e quindi il tasso di occupazione e quindi la platea dei contribuen0 vs INPS, il tema delle pensioni e
della loro copertura economica , parzialmente affrontato dalla riforma Fornero, si può riaprire .
job act ques3oni aperte giovanni facco 01/05/15
JOB ACT alcune ques0oni
Lavoratori autonomi e modalità organizza0ve-‐ produZve nuove.
1. Con la riforma Treu e Biagi le imprese hanno risposto alla rigidità del mercato del lavoro con forzature e un diffuso abuso delle diverse forme contraBuali flessibili previste dalle stesse riforme; ad oggi ad es. i contraR a Tempo Indeterminato aRva3 annualmente non superano il 16% degli avvia0 al lavoro creando così una vasta area di precarietà del lavoro concentrata in par3colar modo nei giovani e nelle donne a,raverso l’uso di una mol3tudine di contraR flessibili e senza futuro;
2. a questa situazione si è aggiunta una profonda crisi economica che ha inciso fortemente sulla stru,ura produRva con la perdita di oltre 1 mln di pos3 di lavoro , con la chiusura di oltre 100.000 imprese, con la riduzione della capacità produZva di oltre il 30% della potenzialità degli impian3, con la caduta della domanda interna …
3. Nonostante questa situazione non si può pensare di ricondurre la vasta gamma delle prestazioni lavora0ve a paradigmi contra,uali assimilabili o ascrivibili solo alla 0pologia del lavoro dipendente.
4. Ci si riferisce a tu,e quelle aZvità professionali / intelleBuali che si configurano per la loro autonomia imprenditoriale lavora3va e decisionale ma che non trovano ancora con il job act una pulita ed adeguata configurazione contraBuale ….. Si sta parlando di oltre 5 mln di lavoratori che sono messi nel limbo …. forme di lavoro queste sempre guardate con sospe,o; I primi decre3 applica3ci del job act con3nuano su questa strada… rimandando ad altri decre3 le definizioni contra,uali da applicare ….
5. Il job act art.47 “ applicazione del lavoro subordinato alle collaborazione organizza;ve del commi9ente” precisa che”…. sono escluse [ cioè non si applica a decorrere dal 1 gen2016 la disciplina del lavoro subordinato …] le collaborazione prestate nell’esercizio di professioni intelle9uali per le quali è necessaria l’iscrizione ad apposi; albi professionali” trascurando tu,e quelle professioni non organizzate , cioè senza albo, la cui regolamentazione organica si era tentata con la legge n. 4 del gennaio 2013 e che invece non trova applicazione coerente con le nuove disposizioni. Sono all’esame della competente Commissione Parlamentare la messa a punto di proposte di decre3 applica3vi sul tema ; si spera in maniera defini3va.
01/05/15 job act ques3oni aperte giovanni facco
JOB ACT alcune ques0oni