J-oglio matricolare e,.cqratterisiico · del bersagliere Aquilar TORREMAGGIORE - Sono giunti nella...

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Transcript of J-oglio matricolare e,.cqratterisiico · del bersagliere Aquilar TORREMAGGIORE - Sono giunti nella...

  • 68LA SECONDA GlJfiiKKA MOtì'UiALci 0

    N.- ioó (£9) Ju! Ctta!.

    ESERCITO ITALIANO

    _:J-oglio matricolare e,.cqratterisiico

    iV. di matrkola..y..&Q$'..1f..._...del Distretto di..

    religione:

  • P U G L I APuglia/pag .16 mercoledì Sfebbralo 1992 •

    69

    FOGGIA

    "ITmotìvo pnncipale della La linea dura mira a «mettere in mobilità» nodi «caldi» e ne siamo •

    Le spoglie in città dal Sacrario Redipuglia

    Torremaggiore, in ricordodel bersagliere Aquilar

    TORREMAGGIORE - Sono giunti nellanostra cittadina provenienti dal Sacrario diRedipuglia, dove erano stati provvisoria-mente tumulati, i resti mortali del Bersaglie-re Vincenzo Maria Aquilar, del terzo Reggi-mento, caduto sul fronte russo il 2 agosto1942. L'urna contenente le spoglie avvoltenel Tricolore è pervenuta in Piazza Incoro-nazione a bordo di una jeep in forza al quin;to battaglione del Genio militare «Bozzetti»di Foggia un reparto del quale ha prestatoservizio come picchetto d'onore.Il corteo funebre, composto, oltre che dai

    familiari del Caduto, dal Commissario^Straordinario del Comune, Dr. (snèsÉÌp^cSantamaria, dal Segretario capo, dal Colo-nello comandante e dal vice comandantedel Distretto militare di Foggia, da rappre-sentanti dei Carabinieri e della Guardia diFinanza, dalle sezioni dell'associazione na-zionale bersaglieri di Foggia, Lucera, SanPaolo di Civitate, Troia, Accadia, Bovino eCastellucio dei Sauri, dalla locale sezionecombattenti e reduciidqlla Confcommercioe da numerosi concittadini, ha proseguitoalla volta della chiesa parrocchiale di SantaMaria della Strada dove il parroco, AmedeoPensato, ha celebrato il rito funebre.

    «Il bersagliere Vincenzo Maria Aqeuilar,ha ricordato il Commissario Santamariapronunciando l'elogio funebre, primo dicinque figli di una famiglia di contadini, èmorto in seguito allo scoppio di una bombaa Sarafinovich, sul fronte del Don, ed è statosepolto assieme ad altri centoventi suoicommilitoni per cinquantanni nel cimiterodi Werchrie Ffomichinakij e mezzo secolodopo ritorna nella sua terra natia per irceve-re da familiari amici e concittadini quel tri-buto in lacrime, in offerte ed in voti che lapietijper i defunti consente ed impone».' Commovente l'epicedio letto, in memoriadel commilitone caduto, dal tenente dei ber-saglieri Giuseppe Ranieri, dell'Anb,. di Lu-cera che ha trovato così anche l'occasione dirievocare le fulgide gesta dell'eroico terzoReggimento Bersaglieri che durante la se-conda guerra mondiale, sul fronte greco-albanése e su quello russo, scrisse con il sé*'guei* versato, tante e tante pagine digloria.Toccante anche la «Preghiera del Bersa-

    gliere» recitata in «att-tenti» dal Cav. Fran-co Zampini, presidente provinciale e vicepresidente regionale dell'Anb.

    1 S&VERINO CARLUCCI

  • 70.

    MERIDIANO 16 N. 13 del 3/7/1998

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    di Beverino CarlucciTorremaggiore. "Il processo di Verona.

    Una tragedia fascista". Questo il titolo dellibro pubblicato dalla Ganccmi Editore cheil nostro concittadino, prof. Raffaele luso,già presidente del TAR di Abruzzo e quindidel TAR Lazio, ha scritto di recente e pre-sentato al pubblico in una manifestazionesvoltasi nella sala delle riunioni consiliari delcastello ducale di Torremaggiore.

    Dopo avere rivolto un caloroso saluto aisuoi conterranei e ringraziato il sindaco Ma-rolla che nel suo intepgnU) si è pronunciatoancora una volta case*»-1 abolizione dellapena di morte in quei paesi del mondo doveancora sussiste, l'autore elenca i tre amoriche lo indussero a scrivere il libro: l'amoreper la sua terra natale, l'amore per la suasignora morta di recente (il libro è dedicatoa lei) e l'amore per la verità storica.

    "Era la mattina del 10 gennaio 1944 -af-ferma- e la piazza davanti casa mia era inne-vata. Mentre gli ufficiali americani dell'avia-zione della Quinta Armata di stanza in casamia accudivano alle loro faccende, mio pa-dre captò dalla radio della Repubblica diSalò, (radio Mussolini) la notizia che alleprime luci dell'alba a Verona erano statifucilati Ciano, De Bono, Marinclli, Parcschie Goliardi, accusali di essere i tradiloridell'idea e nel comunicarmi la notizia miopadre disse testualmente: Sianone a Veronaè slala consumala una tragedia".

    Chi scrive apprese la notizia qualchegiorno dopo dai giornali che riportavanol'avvcnimcnlo molando: "I fucilati di Vero-na non saranno rimpianti da nessuno".

    "Io ho letto l'incartamento di quel pro-cesso, continua il prof. luso, e da sufficientecultore di Giustizia, quale mi ritengo, horiscontato delle mostruosità in fatto di pro-cedura giuridica. Il Tribunale Specialestraordinario che giudicò quegli imputati,deliberalo come primo atto istilu/.ionalc del-la Repubblica Sociale Italiana e sciv/a laflnna del Guardiasigilli, era com[x>su> dapersone digiuncdi ogni conosccn/a di mate-rie giuri diche perché bisogna va sol tanto con-dannare". "Lo definisco un processo som-mario perché bisognava dare un esempio achiunque si azzardavava a Iradirc l'idea fa-scista. I sci processati erano imputali di averevolalo a favore dell'ordine del giorno prc-scnlalo da Grandi, Fedcrzoni, Rollai e DeMarsico nella riunione del Gran Consigliodel 25 luglio, in cui si chiedevano le dimis-

    sioni di Mussolini. Ebbene Ciano partecipòalla stesura di quel docomenlo ma non lofirmò, De Bono lo votò lanto per volare;Marinclli, sordo come una campana, pur noncapendo nulla di quello che si diceva, alzò lamano in segno di approvazione come videfare agli aliri e Cianciti, Goliardi e Pareschivotarono a favore perché convinti di fare unbene al Paese stremato dalla guerra e non pertradire l'idea".

    Le cronache dell'epoca riferiscono chelo slesso Mussolini non diede un gran pesoa quel documento votato contro di lui e sipresentò al Re ignaro del fallo che lo slessoaveva deciso di liberarsi di lui approfittandodella coincidenza.

    "La semenza, continua luso, venne pro-nunziala all'una e 40 del 10 gennaio 1944 evenne scrina a mano in 60 cartelle nell'arcodi Ire ore. Cominciò da quel momenlo la'barzelletta'-'della domanda di grazia, un alloformale che soltanto Mussolini poieva con-cedere, ma che allese^ invano che venisse alui inoltrala perché cotìovcva fargliela reca-pilare giocò a scaricabarile. La scnlenza ven-ne eseguila ali'alba tranne che per Cianciti ilquale per avere ri trat tato venne condannaloall'ergastolo; alla sera le bare contenenti icorpi dei cinque fucilali erano coperte difiori. Gli aulori di quella Iragcdia, secondome, sono slali i fascisti della prima ora comeBombacci, Pavolini, Farinacci, che, emargi-nali quando il regime tronfava, vollero pren-dersi una rivincila. Nel processo di Veronanon influirono né i tedeschi che potevanoeliminare Ci ano quando lo ebbero ira le maniper diverso tempo e nemmeno Hitler, anchese costui disse a Mussolini che Ciano mcri-lava di essere fucilato tre volle per il fallo diessere slalo Iradilorc della palria, della fami-glia e del suocero".

    Rivolgendosi ai giovani il prof Raffaeleluso conclude il suo dire sui motivi che lohanno invoglialo a scrivere il libro: "Giova-ni, il futuro è voslro e che sia un futuro dovenon ci siano più guerre e falc voslro l'ammo-nimento di Sandro Pettini: Si chiudano gliarsenali e si aprano i granai".

    Alla cerimonia di prcscnlazionc doveva-no partecipare i sindaci di Foggia e di SanSevero e il prof. Pasquale Ricciarelli; alloro poslo sono intervenuti i rispcllivi asses-sori alla Cultura.

    A chiusura della cerimonia di prcscnla-zionc del libro il vice sindaco GigiCiavarclla

    ha volino ricordare che la sua pubblicazioneva considerala come un atto dovuto nei con-fronti dell 'Autore per contraccambiarequanlo ha fallo nella elaborazione dello Sla-tuto Comunale di Torremaggiore.

    Chi scrive non ha avuto ancora la possi-bilità di leggere il libro di Raffaele luso percui non può definirlo, come hafaito scherzo-samente il figlio dell'Autore, un libro daArmony o da ombrellone oppure classificar-lo come ricosiruzione di quel iragico aweni-menlo, ma, rispellando-il codice deonlologi-cogiomalislico che vuole i falli separali dalleopinioni, riliene doveroso ricordare chemcnlre a Verona si consumava quella Irage-dia, a Bari se ne consumava un'altra sullaquale è stata posta una pietra da rimuoverein onore della verità: la fucilazione del gene-rale Bellomo, comandante della Piazza Mi-lilare accusalo di avere dalo disposizione aipropri subordinali di sparare su qualunqueufficiale inglese evadesse da un campo diprigionìa della giurisdizione.

    Dopo 1*8 settembre 1943 il gcn. Bellomoorganizzò la difesa di Bari dagli allaccilitedeschi i cui reparti guastatori avevano giàminatole strutture portuali. In quell'occasio-ne un giovane Slollotcncnte del GenitfS mi-litare alla lesta del suo reparto combattè con-tro i guastatori ledeschi baltcndoli sul campoe salvando il porto di Bari. Quel Soltotcnen-te, decoralo con una medaglia al valore, erail nosiro conciitadino geom. Giustino Baras-si, il quale quando conobbe il molivo per cuiera slalo fucilalo il gcn. Bellomo prese quellamedaglia e la scaraventò sul tetto.

    In base a quale diritlo è stato fucilitalo ilgcn. Bellomo? Quello del vinciiore? "LaSioria, amava ripciere Mussolini, è la mac-slra della vila" e poi la Sioria ha dimoslraloche lo scolaro peggiore fu proprio lui .

    Karl von Klauscwilz soslcncva che laguerra è la conlinuazione della polilica conallri mezzi e parafrasando qucslo suo conccl-lo si può sostenere che la politica è la conti-nua/ione della guerra comballula su altrifronti e con allri mezzi.

    Le Iragcdic di verona e di Bari sono fruitidella guerra o della polilica?

    Spesso si conclude un discorso auguran-do ai giovani di vivere in pace come se ilcompito di manlenere la pace fosse nel le loromani spesso dimcnlicando il monito di Bc-ncdcllo Croce secondo il quale "ai giovanilocca soliamo il compilo di invecchiare".

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    MERIDIANO I O N.18 del 23/10/1998ie questa ricercais Europeo del Patrimo-lumentale è coordinata3f. Nicola Notarstefano,tecnico di Bari.

    lumi, prenotati da tutti ialianh che la Newtonm ha pubblicato a partire

    Ì ;e di Settembre. Il primodi 400 pagine- dal titoloagno il predestinato rac-l'infanzia e la giovinezzaide~imperatore.(RI.)

    amento per la tavola diLa parte del sorve-

    di Circoscrizione, sig.)olangelo, avrà persaminiamo le inclina-jl nostro cuore" per•(guarda la frequenzalanze.emblea è aperta al. Lfngresso è libero.

    di Severino CarlucciE' stato messo a dimora ed

    ha attecchito uno dei due ulividella varietà "Provenzana"che ilsindaco del Comune di Torre-maggiore ha voluto donare allacittà di Torino per contraccam-biare gli amministratori del ca-poluogo torinese del dono fattoalla comunità torremaggioresedi Torino dell'aiuola antistante laChiesa parrocchiale Stimmatedi San Francesco, dove è custo-dita la statua di Maria Santissi-ma della Fontana che gli emi-grati torremaggioresi portano inprocessione nell'ultima domeni-ca di maggio.

    Le due piantine di ulivo sonostate donate dal vivaista torre-maggiorese Leonardo Calabre-se e sono state portate a Torino

    dallo scrivente assieme a unsacchetto contenente alcune

    manciate di terra, simbolo delnostro agro.

    A mettere a dimora la pianti-na d'ulivo più disposta all'attec-chimento sono stati alcuni socidella benemerita associazionedi torremaggioresi "Tre Torri" diTorino, presieduta da FilippoMoscatelli, che da otto anni starinsaldando i vincoli tra i torre-maggioresi di Torino e quelli ri-masti in patria in nome della Ma-donna della Fontana.

    La piantina d'ulivo, donata daTorremaggiore a Torino e mes-sa a dimora nell'aiuola che Tori-no ha donato a Torremaggiore,è soltanto un simbolo, a testimo-nianza delle tradizioni che conti-nueranno tra la comunità stan-ziale torremaggiorese e quellaemigrata.

    Passando presso 1" Aiuola Torremaggiore " verso il tramonto del 27 agosto scorso

    di ritorno da un periodo di vacanze trascorse a, Borghetto Sanro Spirito,ospite di

    mio fratello Aldo,ho vista la piantina di ulivo " Provenzana "messa a dimora nella

    Aiuola e mi sono lasciato fotografare accanto ad essa. Un anziano Socio della Asso-

    ciazione " Tre Torri " la curava amorosamente adacquandola dopo avere protetta la

    sua base con un pò di rete di plastica per impedire che i ragazzi che giocavano a

    pallone nei suoi paraggi la danneggiassero»

    Molti torremaggioresi residenti in Torino costumano coltivare nei loro piccoli

    giardini ( chi ce l'ha ) piantine perenni di " rucola di Torrevecchia e di cicorie

    selvatiche che non vanno confuse con quelle che i torinesi chiamano " girasoli "

    che di cicoria e di selvatico hanno soltanto l'apparenza.

    L'ulivo " Provenzana " trapiantato nell"Aiuola Torremaggiore " è l'unica pianta

    arbustiva trapiantato a quella latitudine.

    Crescerà,non crescerà ?». A meno che non subisca la stessa sorte del " pino di Ar-

    naldo ",il pino che in ogni " Campo delle Rimembranze " presso i Cimiteri veniva tra-

    piantato davanti al cippo di Arnaldo Mussolini che non cresceva mai perché gli anti-

    fascisti ne allentavano le radici ad " ogni suonata di banda ",speriamo che cresca»

  • Severino CARLUCCI

    II Monumento a Sacco e Vanzetti

    a Torremaggiore