Iuav 71
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giornale edito in occasionedi Geo-Oikos. Nuovi territoriRassegna espositiva promossadalla Regione VenetoVerona, 11.11.09 > 12.11.09
giornale a cura delservizio comunicazione [email protected]
Università Iuav di VeneziaSanta Croce 191 Tolentini30135 Venezia041 257 1644 telwww.iuav.it©Iuav 2006
Iuav giornale dell’universitàiscritto al n 1391 del registro stampatribunale di Venezia
stampaGrafiche Veneziane, Venezia
Iuav : 71
progetti sul territorio:l’Università Iuav di Veneziae il Veneto
fotografia
ORCH/orsenigo_chemollo
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Studio di vulnerabilità sismicadei campanili di VeneziaPaolo Faccio – Anna Saetta
Il Ministero per i Beni e le AttivitàCulturali (MIBAC) ha disposto un este-so monitoraggio sullo stato di conser-vazione dei beni architettonici tutela-ti. Questo prevede la realizzazione diuna banca dati contenente, per cia-scun elemento, rilievi conoscitivi, valu-tazione di vulnerabilità e di rischiosismico ed eventuali interventi dimiglioramento atti ad aumentarne lasicurezza.A tal fine, nella direttiva PCM 12-10-2007 per la valutazione e riduzione delrischio sismico del patrimonio cultura-le, si individua un percorso della cono-scenza dello stato di conservazionematerico-costruttiva e dei livelli di dan-neggiamento e si definiscono modellimeccanici semplici per consentire unaprima analisi di tipo speditivo che,applicata con approccio omogeneo suscala territoriale, sia utilizzabile ai finidi una pianificazione degli interventi.Tali metodi, basati su un numero limi-tato di parametri geometrici e mecca-nici, permettono di calcolare un’acce-lerazione sismica di collasso del singo-lo manufatto, da confrontare con quel-la attesa nel sito.Il rapporto tra le due accelerazioni for-
nisce l’indice di sicurezza sismica Is.Il procedimento sopra descritto, deno-minato dalla direttiva metodo di livel-lo LV1, costituisce un approccio parti-colarmente immediato per la valuta-zione della sicurezza sismica.Tale analisi non viene comunque con-siderata esaustiva, ma costituisce ilpunto di partenza per l’individuazionedei manufatti che necessitano di unavalutazione più accurata e rigorosa,secondo i metodi LV2 e LV3, indispen-sabili per la fase di progettazione degliinterventi di miglioramento, rispetti-vamente di tipo locale o che modifica-no il comportamento globale delmanufatto.In tale ambito l’Università Iuav eMIBAC hanno stipulato una conven-zione finalizzata all’applicazione speri-mentale della direttiva alle torri cam-panarie di Venezia, allo scopo di valu-tarne l’indice di sicurezza secondo ilmetodo LV1 e, per un campione limi-tato, attraverso l’applicazione deimeto-di LV2 e LV3. Tali valutazioni tengonoconto sia delle caratteristiche geome-triche e meccaniche dei singoli cam-panili sia del livello di conoscenza otte-nibile attraverso approfondimenti delleindagini su dati di tipo geometrico,materico-costruttivo, meccanico e geo-tecnico.In particolare, in base al livello di cono-
scenza raggiunto, la direttiva definisceun fattore di confidenza Fc che per-mette di graduare l’incertezza delmodello adottato.Nel caso in esame sono stati utilizzatitre valori di Fc, rispettivamente 1, 1.2,1.35 ed è stato condotto uno studio disensibilità dei risultati al variare di taleparametro. La valutazione dell’indice disicurezza condotta con il metodo LV1consente di stilare una prima gradua-toria di vulnerabilità sismica delle torricampanarie di Venezia, nella quale sievidenziano le principali criticità diquesta tipologia di manufatti. Tra glielementi particolarmente vulnerabilisi hanno le sezioni di base delle torricaratterizzate da un’elevata percentua-le di aperture e, in generale, le cellecampanarie.Proprio allo scopo di approfondire taleseconda vulnerabilità, si sono indivi-duati alcuni campanili campione per iquali eseguire un rilievo di dettagliosia della geometria che dello stato diconservazione delle celle allo scopo diacquisire gli elementi necessari per unavalutazione di vulnerabilità a livello LV2e LV3.
A titolo di esempio in figura si riportail rilievo geometrico e la caratterizza-zione materico-costruttiva del campa-nile di S. Antonin.
beni architettonici
riduzione del rischio sismico
Venezia. Conoscenza del costruiree nuova conservazione della cittàFrancesco Doglioni
Venezia – grande città del passatoancora conservata ma in rapido muta-mento, luogo di spiccati e talvoltaesclusivi endemismi costruttivi – devesaper rinnovare su basi scientificheattuali la consapevolezza delle propriepeculiarità, partecipando così al piùvasto ridisegno delle geografie culturalidel costruire storico. Sulla base di taleconvinzione è stata attivata una rico-gnizione sistematica di alcuni aspet-ti dell’edilizia lagunare, al fine di con-sentire il riconoscimento e lo studio,attraverso edifici esemplificativi, dipeculiarità costruttive e/o meccanismidi dissesto.In numerose ricerche già svolte(Co.Ri.La, PRIN-Cofin, Reluis, Conven-zione Campanili tra Iuav e Soprinten-denza di Venezia) è stato attivato unpercorso di conoscenza, assistito dasistemi informativi tipoweb-gis. Questele tematiche attualmente oggetto diinteresse:> tessiture murarie presenti nei manu-fatti dell’edilizia storica veneziana, alfine di costruire un primo schema diatlante cronologico;> sistemi di connessioni tra frontiesterni, muri interni e solai, eviden-
ziando il ruolo dei sistemi tradiziona-li di connessione con “fiube” in pie-tra e metallo;> tipologie costruttive dei sistemi fon-dali degli edifici veneziani;> sistemi di copertura dell’edilizia vene-ziana;> assetti costruttivi delle facciate vene-ziane (deviazione intenzionale dallaverticalità delle facciate verso l’inter-no – entropiombo – emancato ammor-samento di alcuni muri di spina rispet-to alle facciate stesse);> principali meccanismi e fattori di crisidel sistema strutturale, per differenzia-re gli assetti costruttivi delle facciateveneziane da quelli deformativi, intesicome effetto di un’evoluzione patolo-gica dell’assetto iniziale.Le osservazioni sui fenomeni di dissestohanno consentito di elaborare unaprima proposta di abaco delle relati-ve forme di dissesto, nel quale i lega-mi fra quadro fessurativo/deformativoe carattere/peculiarità costruttiva ven-gono evidenziati. Nell’ambito dellaricerca in corso vi è l’intenzione di per-fezionare ulteriormente tale risultato,alla luce delle osservazioni in fase dielaborazione e mediante l’implemen-tazione del sistema informativo giàimpostato.
www.iuav.it/venezia.conservazione
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Indagine sul Cimiteromonumentale di VeneziaGuido Zucconi
Nel 2006 è stata firmata una conven-zione tra il Comune di Venezia e ilDipartimento di Storia dell’architettu-ra per avviare un’analisi storica deimanufatti del Cimitero monumentaledi Venezia.Coordinata dal prof. Guido Zucconi,l’indagine è iniziata dal terzo recintostorico ed è proceduta d’intesa con laSoprintendenza per i Beni Architetto-nici di Venezia.I dati raccolti sono stati inseriti in unascheda tipo, basata sul sistema di cata-logazione nazionale e dotata di unaserie di sotto-sistemi (“schede figlie”) ingrado di registrare ogni dato significa-tivo riguardante la consistenza storica,artistica ed epigrafica del singolomanufatto.Dal generale, ovvero dall’inquadra-mento del manufatto alla grande scala,si è giunti fino alla descrizione detta-gliata dello stato di conservazione: inquesta opera di analisi descrittiva, ilgruppo di lavoro si è avvalso del con-tributo del prof. Lorenzo Lazzarini che,attraverso un’analoga convenzione conil Comune, ha svolto e sta svolgendoun’indagine sullo stato del materialelapideo.
Valutazione dello stato diconservazione delle facciatemedievali di Palazzo Ducalee monitoraggio del ponte di RialtoSalvatore Russo
L’analisi degli edifici storici e monu-mentali presenta aspetti diversi a causadella complessità dell’edificio stesso ealla mancanza di informazioni sullostato di conservazione. Ciò richiedespecifiche conoscenze sulla storia evo-lutiva dell’edificio, le tecniche costrut-tive, le proprietà dei materiali, i siste-mi e le procedure di monitoraggio edaltro ancora; il gruppo di ricerca“Controllo delle strutture monumenta-li” (CdSM) comprende studiosi di tec-nologie dell’architettura, rilievo, scien-za e tecnica delle costruzioni, petrogra-fia, geotecnica, fisica tecnica e restau-ro, ed offre un servizio di ricerca mul-tidisciplinare per l’analisi dello statodi salute di strutture monumentali permezzo di progetti integrati di analisi delmanufatto e di controllo del compor-tamento in situ.La Convenzione 2008–2011 fra laFondazione Musei Civici di Veneziae Iuav–CdSMprevede un programma divalutazione dello stato di conservazio-ne e di criticità dei paramenti lapideie murari di Palazzo Ducale, condottoin situ per mezzo di prove non distrut-
tive e micro distruttive, e di un moni-toraggio estensivo delle due facciatemedievali per l’identificazione dellecause di degrado e dei processi di dete-rioramento in atto che interessano sia ilrivestimento lapideo sia le struttureportanti di muratura. La procedura dicontrollo integrato consiste di fasi rela-tive agli specifici settori scientifico-disciplinari, in connessione reciproca:> analisi dell’evoluzione dell’edificio,delle tecniche costruttive adottate e deirestauri effettuati nei secoli;> analisi geotecnica delle fondazionie dell’interazione suolo-struttura;> monitoraggio a breve termine sullabase del rilievo degli spostamenti effet-tivi di alcuni punti chiave ed elementistrutturali;> modellazione numerica della strut-tura e/o di sue parti, sulla base deidati raccolti, finalizzata a descrivere ilcomportamento dell’edificio in diffe-renti condizioni al contorno;> messa a punto di un modello fisicodel sistema di facciata che sarà sotto-posto a prove in laboratorio;> elaborazione di Linee Guida per lamanutenzione dell’edificio, allo scopodi fornire il supporto alle decisionidell’Autorità competente riguardo agliinterventi di conservazione/restauroe monitoraggio a lungo termine.Il programma della Convenzione fra
Iuav–CdSM eComune di Venezia per ilponte di Rialto presenta il carattereinnovativo di un monitoraggio integra-to altamente sofisticato di tipo nondistruttivo e micro distruttivo, al fineprincipale di innalzare il livello di cono-scenza di una struttura monumentaledi tale complessità (peraltro in assen-za di conclamati meccanismi di crisi ovulnerabilità locali) per gli aspetti cheriguardano tre scale di analisi: puntua-le sui materiali, intermedia su elemen-ti strutturali o parti di essi, globale sul-l’intera struttura. Nel dettaglio, il pro-gramma ha l’obiettivo di individuare ecalibrare un modello numerico su basesperimentale che interpreti il compor-tamento statico strutturale attuale delmanufatto nel suo complesso conside-rando il degrado materico-strutturale;la mappatura del grado di compattez-za di parti lapidee e murarie costituen-ti il manufatto; lamappatura degli statideformativi/tensionali esistenti; lavalutazione del comportamento staticoattuale rispetto a criteri di calcolo ditipo convenzionale per ponti pedonaliad arco in muratura; la valutazione l’ef-ficienza di tecniche costruttive storiche;l’individuazione di linee guida per lamanutenzione.Le fasi di conoscenza, diagnostica,moni-toraggio ed elaborazione consistono in:> indagini integrate condotte sul piano
di estradosso del ponte (soniche, ultra-soniche e termografia)> possibili indagini endoscopiche emicro-prelievi sul piano di estradosso> test con il penetrometro a dissipazio-ne di energia> test geotecnici e geologici> caratterizzazione dinamica dei quat-tro tiranti posti in sommità dell’edico-
la centrale> monitoraggio dinamico del frontesud con vibrometro laser>monitoraggio statico in continuo del-l’intero manufatto con inclinometri tra-sduttori di spostamento> monitoraggio dinamico in continuodell’intero manufatto con sonde acce-lerometriche.
Venezia
analisi storico ediliziarecupero monitoraggio
conoscenza
Architetture e paesaggi ruralidel NordestPierluigi Grandinetti, EugenioVassallo, Paolo Foraboschi,Marco Pretelli, Emanuela Sorbo,Alessandro Babato, Sara Di Resta,Erica Martoni, Silvia Mazzetto,Francesca Schellino
La ricerca intende promuovere la con-servazione delle architetture rurali delNordest, sperimentando un approccioinnovativo di progettazione architetto-nica integrata nei settori del restauro,del riuso nel rapporto antico/nuovo, delconsolidamento strutturale e delmiglio-ramento ambientale.Rispetto alla varietà e ricchezza di beniculturali di questo territorio, le moda-lità della loro tutela hanno finora pri-vilegiato il patrimonio monumentalee i centri storici urbani, mentre vi è statouno scarso interesse per i beni rurali.Affrontare il tema dell’architetturarurale significa quindi avviare un ambi-to di ricerca relativamente nuovo, anco-ra da esplorare e progettualmente dainventare: un ambito che sta uscendosolo ora dalla marginalità per assume-re un rilievo strategico, oltre che uninteresse scientifico e culturale. Vi èinfatti una nuova attenzione da partedelle comunità regionali e locali per ilterritorio agricolo, come “risorsa” da
salvaguardare e valorizzare insieme coni settori che possono interagire conessa, a cui hanno dato un contributosignificativo le politiche comunitarie,avviando progetti sperimentali in que-sta direzione e favorendo, insieme adaltri fattori, la rinascita di una “cultu-ra rurale” anche in Italia.La ricerca vuole sviluppare la cono-scenza dell’architettura rurale rispettoalla materialità fisico-storica dei manu-fatti e al paesaggio di cui sono parte,integrando i caratteri architettonici delbene culturale in sé con il contesto incui si colloca come componenti dellasua “identità”: conoscere quindi, perconservare e valorizzare, facendo con-vergere intorno al progetto competen-ze disciplinari diverse e utilizzando ladidattica in funzione della ricerca.Essa è iniziata nel 2008 con l’avvio ditesi di laurea e con il “laboratorio inte-grato 3” della laurea magistrale in
Architettura per la conservazione, sulterritorio del Veneto orientale in colla-borazione con l’Agenzia di sviluppoVeGAL, con la quale si è partecipato albando europeo di cooperazione Italia-Slovenia 2007-2013.
valorizzazione
forme del costruire
Repertorio di tipologie abitative perla Regione Veneto. Una casa di qua-lità per una società in cambiamentoVerso una maggiore individualità,adattabilità, sostenibilità, comfortMauro Lena, Aldo NorsaDopo vent’anni di studi e di ricerchesulla tipologia dei complessi e degli edi-fici residenziali, dalla casa della tradi-zione veneziana (1400-1500) alla casamoderna e contemporanea (1900-2000)partendo da due poli, l’alloggio e lacittà e percorrendo due strade diverse,siamo pervenuti alla conclusione cheper soddisfare le esigenze dell’uomo chevive nella città (società) contempora-nea, occorre revisionare la tipologia del-l’alloggio, adattandolo alle urgenze diuna società in rapida mutazione affron-tando nel frattempo il rilevante proble-ma della sostenibilità ambientale degliedifici residenziali con l’introduzione dimodalità costruttive atte a migliorarela loro qualità ambientale per ridurreil consumo energetico ed aumentare ilconfort abitativo. Siamo così pervenutiallo studio della “villa urbana”: un tipodi edilizia residenziale che cerca di offri-re i vantaggi della casa unifamiliare(vicinanza al giardino o alla corte, bassonumero di residenti, forte senso di iden-tità con l’abitazione, senso della pri-vacy) in un edificio multifamiliare.Lavoro eseguito nell’ambito della Convenzione tra Università Iuav
di Venezia e Regione Veneto.
sostenibilitàadattabilità
identità
studi di fattibilità
ponti
conservazione
ciclo di vita
caratterizzazione dinamica
e l’Autorità Portuale di Venezia è rivol-ta a testare e gestire il sistema di moni-toraggio al fine di poter mettere l’en-te gestore in condizione di utilizzare al
meglio tale strumentazione. La ricer-ca in corso vede fra gli altri coinvolti,assieme allo Iuav, alcuni fra i più impor-tanti centri di ricerca italiani e stranie-
ri sul tema del monitoraggio dei ponti,quali il Politecnico di Milano, la TongjiUniversity (Cina) e la Fuzhou University(Cina).
infatti caratterizzato nelle sue campa-te principali, di 105 e 126 metri, da uncomplesso schema strallato sostenutoda un’unica antenna centrale inclina-ta, alta 75metri, e realizzata in c.a. pre-compresso dalla quale si diramanonove stralli per parte disposti “a semi-ventaglio” ed ancorati all’asse dell'im-palcato ad una mutua distanza di 10,5m. L’impalcato, a sezione “aperta” e astruttura composta acciaio-calcestruz-zo, ha uno sviluppo curvo, a livello pla-nimetrico, con raggio di 175 metri, eduna larghezza costante della sede stra-dale di 23,7 metri. La gestione di unsistema di monitoraggio e l’interpre-tazione dei dati ottenuti risulta sem-pre una fase molto delicata all’internodella gestione strutturale integrata(Integrated Structural Health Manage-ment, ISHM) di un’opera. In questosenso, il nuovo Ponte strallato del PortoCommerciale di Marghera è dotato diun sistema di monitoraggio basato sul-l’uso di sensori a fibra ottica secondola ben nota tecnologia SOFO™. Contale sistema si è provveduto a moni-torare l’opera fin dalle sue fasi di costru-zione, e sono state eseguite, a suppor-to e validazione dei dati ottenuti, variecampagne di prove sperimentali stati-che e dinamiche. La convenzione fra ilDipartimento di costruzione dell’archi-tettura dell’Università Iuav di Venezia
Monitoraggio a lungo terminee interpretazione dei dati delponte strallato del porto commercialedi Veneziaresponsabile scientifico: Enzo Sivierogruppo di lavoro: Enrico MazzaroloCheng LanTobia Zordan (Tongji University)Bruno Briseghella (Fuzhou University)Carmelo Gentile (Politecnico diMilano)
Convenzione tra Università Iuav diVenezia – Dipartimento di costruzionedell’architettura e Autorità portuale diVenezia – Comune di Venezia
Il tema del monitoraggio del compor-tamento statico e dinamico delle strut-ture da ponte costituisce attualmentein moltissimi Paesi, e anche in Italia,un tema di grande attualità visto ancheil costo sempre maggiore degli inter-venti di manutenzione ordinaria estraordinaria di questo tipo di opere.Nel caso del ponte strallato diMarghera la corretta gestione dell’o-pera con l’utilizzo di un adeguato siste-ma di monitoraggio appare fondamen-tale per garantire il ciclo di vita di pro-getto all’opera, come peraltro già indi-cato sia nel manuale di manutenzionedel ponte sia nel collaudo statico. Ilnuovo ponte realizzato a Marghera è
porto conoscitivo sullo stato meccani-co, conservativo e comportamentaledel manufatto, sia negli aspetti cheriguardano i materiali sia negli aspettiche riguardano la struttura nel suocomplesso.
Esse saranno propedeutiche alla even-tuale individuazione di procedure dimanutenzione, recupero puntuale, e/oanalisi di possibili interventi da porsiin atto in associazione all’impiego ditecniche di sollevamento.
> endoscopia> prove soniche e a ultrasuoni> impiego di penetrometro a dissipa-zione di energia> identificazione dinamica con vibro-dina e accelerometri> impiego di vibrometro laser> impiego di trasduttori e inclinometriper monitoraggio di lungo termine> micro prelievi in situ di materiale> impiego di martinetti piattic. Indagini numeriche e definizione diun modello meccanico-strutturale dicomportamentoIl modello numerico intende delinearee interpretare il comportamento attua-le della struttura, con riferimento allavalutazione dell’entità dei parametritensionali, di spostamento e di fre-quenze proprie dipendenti da vibrazio-ni ambientali e indotte; ciò anche conriferimento allo stato di invecchiamen-to dei materiali aventi funzione por-tante e non portante. Il modello vienecalibrato sulla base dei risultati speri-mentali frutto dei test condotti in situed utilizzando i parametri meccanicisperimentali.d. Definizione di linee guida per inter-venti di conservazione e/o manuten-zione connessi alle tecniche di solleva-mento.Le risultanze del monitoraggio saran-no esclusivamente intese quale sup-
e di direzione lavori e collaudo delrestauro e sollevamento degli edificimonumentali; ciò successivamente allastesura di un protocollo generale sulleprocedure per la progettazione e moni-toraggio e controllo, relativi alla pro-gettazione preliminare finalizzata allafattibilità tecnico-economica dell’in-tervento.Le attività connesse alla consulenza diIuav sono:a. progetto dell’attività di monitorag-gio e di modellazioneIl monitoraggio è preventivamente pro-gettato nell’obiettivo di definire la tipo-logia, numerosità e ubicazione delleindagini in situ. Il progetto del moni-toraggio potrà essere poi influenzatoin corso d’indagine in funzione dell’e-sito di sondaggi e/o ispezioni visivepuntuali. La modellazione ad elementifiniti è sia preliminare al sollevamento– al fine di individuare la sensibilità ecalibrazione richiesta ai sensori per i testdi identificazione dinamica – sia fun-zionale al controllo del sollevamento.b. Indagini sperimentaliL’avvio delle fasi sperimentali è subor-dinato alla formalizzazione di un pro-tocollo di intesa con gli enti territoria-li, la proprietà e gli enti di tutela coin-volti. La diagnostica, prevalentementea carattere non distruttivo e/o microdistruttivo, consiste nell’utilizzo di:
Diagnostica e modellazionea supporto del controllo delsollevamento di edifici di pregiostorico-architettonico: palazzo deiCamerlenghi e chiesa di San Moisèa VeneziaEnzo Siviero
A partire dal protocollo d’intesa appro-vato nel luglio 2009, relativo a tecnicheinnovative di sollevamento per la sicu-rezza strutturale del patrimonio storico-architettonico, sono state avviate daIuav e Soles spa, due convenzioni coor-dinate dai professori Enzo Siviero, PaoloFaccio e Salvatore Russo. In questoambito, Iuav esercita un’attività di con-sulenza scientifica generale nello svi-luppo di una ricerca sulle possibilità dimonitorare e controllare a mezzo disofisticate tecniche a carattere nondistruttivo e microdistruttivo le fasi ele procedure che connotano il solleva-mento di manufatti di pregio storico-architettonico e/o strutture monu-mentali, sia a fine conoscitivo, sia alfine di individuare eventuali interven-ti finalizzati alla migliore conserva-zione del manufatto; oggetto delle dueconvenzioni sono il Palazzo dei Camer-lenghi e la chiesa di San Moisè aVenezia. La ricerca consiste nella con-sulenza scientifica a sostegno delle fasidi progettazione definitiva ed esecutiva
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aree dismesse
parchi
Progetto del Centro Visite e del Parcopilota in Cassa di ColmataA a Fusina-Marghera (Ve)Giancarlo Carnevale, Esther Gianiin collaborazione con: P. Cardin,L. Comacchio, M. Guerrasioe i tirocinanti A. Naso e A. SantoriProgetto in convenzione (I fase: conRegione del Veneto, 2004, II fase: conPorto Marghera Servizi Ingeneria Scarl2006, III fase: con Thetis Spa, 2008 incorso)
Il tema, un parco umido destinatoall’ultimo stadio della depurazionedelle acque metropolitane tramite fito-depurazione, è particolarmente deli-cato per l’oggetto della progettazione(per ampiezza sarà tra i più grandiimpianti d’Europa e per localizzazione
– di fronte Venezia –, naturalmente, ilpiù importante), per le molte discipli-ne coinvolte, e per le intricate ripercus-sioni su comuni, municipalità, comu-nità e interessi non solo prettamentelocali. Da una prima definizione delparco umido (144 ettari) si è passati allostudio del parco pilota che rappresen-ta l’accesso all’area del progetto e siconfigura come un parco didattico, atema, che ospiterà servizi vari e il cen-tro visitatori. L’atteggiamento assuntoè stato quello di intervenire in modorazionale e, per quanto possibile, rever-sibile, nell’area di accesso alla Cassadi Colmata A e futuro parco a fruizio-ne pubblica. I materiali suggeriti ten-dono a rispondere a due esigenze prin-cipali: ridotta manutenzione, scarsainvasività. Il parco appare tracciato in
modo da potersi adattare all’uso che neverrà fatto: se l’utenza mostrerà, neltempo, di servirsi di alcune opportunità(percorsi, punti di osservazione, viali esentieri) vi sarà una permanenza dei“segni” proposti; diversamente, sarà ilnaturale evolversi del paesaggio a rias-sorbire quegli artefatti o quelle modi-ficazioni che non trovassero confermanell’uso.Una grande attenzione è stata postaalle opportunità di variazione, nellaconsapevolezza che un parco è un orga-nismo vivo che cresce ed invecchia eche si mostra diverso durante i cicli sta-gionali.Per quanto possibile il progetto tieneconto di queste proiezioni e si propo-ne di dialogare, nel tempo, anche constrategie di crescita o di involuzione.
Il mercato immobiliare nelle areeproduttive del sito di interessenazionale di Porto MargheraMargherita Turvani e Stefania Tonin
Nel nostro Paese sono presenti ampiearee industriali vacanti o sottoutilizza-te, spesso un tempo oggetto di loca-lizzazione di attività produttive, indu-striali o commerciali e oggi frequente-mente contaminate.A Venezia vi è un esempio importan-te: l’area industriale di Porto Marghera,uno dei più grandi e maggiormenteinquinati siti contaminati presenti nellalista dei siti di interesse nazionale (SIN),definita dalla legge N. 426/98.Il sito di Porto Marghera è un’area checopre 3600 ettari di suolo e acqua, ete-rogenea nel suo insieme e nel livellodi contaminazione dei suoli, costituitada una varietà di lotti di diverse dimen-sioni, che vedono la localizzazione diaziende ancora in attività, la presenzadi aree mai utilizzate per scopi produt-tivi e aree totalmente o parzialmentedismesse. L’area industriale di PortoMarghera ha visto come è noto unatrasformazione che ha condizionatopesantemente le dinamiche occupa-zionali e le prospettive di sviluppo futu-ro dell’area, imponendo una riflessio-ne globale sul futuro produttivo nonsolo di Venezia ma della stessa
Regione. Il futuro dell’area è al centrodell’attenzione, non solo quando siparla del futuro economico della cittàdi Venezia. Sul riuso e la bonifica dellearee si gioca di fatto una prospettivadi un futuro sviluppo sostenibile sulpiano economico, sociale ed ambien-tale. Abbiamo ritenuto utile sviluppa-re una ricerca su questi temi e in par-ticolare raccogliere informazioni edanalizzare le dinamiche immobiliari inuna grande area industriale dismessae contaminata, quale quella di PortoMarghera. Il lavoro ha permesso di rac-cogliere per quest’area e per gli ultimi12 anni, dal 1997 al 2008, i dati relati-vi alle transazioni immobiliari indu-striali e commerciali, a partire dall’usodei dati di catasto e il reperimento deicontratti di compravendita. L’obiettivoè stato quello di ricostruire un quadrounitario raccogliendo e sistematizzan-do le tante informazioni disponibili,quali quelle relative alla proprietà, allostato dell’inquinamento ambientale,dati economici e informazioni sullaregolazione e pianificazione delle diver-se aree. La finalità del lavoro è fornireun quadro conoscitivo e interpretati-vo delle dinamiche di mercato nelleparticolari condizioni di suoli inquina-ti o potenzialmente inquinati, per for-nire indicazioni ai decisori privati e pub-blici sulle opzioni di investimento, sui
piani e sulle regolazioni destinate asvolgere un ruolo importante nella rige-nerazione urbana e nel riuso produttivoo residenziale di tali aree, valorizzan-do le iniziative imprenditoriali da unlato e la dotazione di infrastrutture giàpresenti nel territorio.La ricerca ha un contenuto fortementeinnovativo perché in Italia, a differen-za che in altri paesi, le informazionidisponibili sugli andamenti del merca-to immobiliare, con particolare riferi-mento agli immobili industriali e com-merciali, sono assolutamente carenti.Di conseguenza vi è carenza di studi edi ricerche che a partire dalla cono-scenza dei mercati immobiliari possa-no fornire solide indicazioni ai fini delladefinizione di politiche pubbliche nelcampo della rigenerazione urbana enell’ attività di pianificazione alle diver-se scale.La ricerca ha inoltre una importate rile-vanza istituzionale perché ha visto lacooperazione fattiva di diversi enti loca-li e nazionali, quali l’Agenzia delTerritorio nazionale e locale, la RegioneVeneto, il Corila e l’Università Iuav,senza la quale l’incrocio dei dati e quin-di la significatività dei risultati sareb-be risultata compromessa. Lo studiocondotto dallo Iuav per conto del Corila(Consorzio di ricerca sulla Laguna),attraverso un opportuno filtraggio dei
dati catastali per l’area di interesse, gra-zie alla collaborazione dell’Agenzia delTerritorio di Venezia, ha permesso diindividuare, nel periodo in esame dal1997 al 2008, 187 transazioni di com-pravendita riguardanti 550 edifici e ter-reni di tipo industriale e commerciale,oltre che immobili di altre natura (qualiad esempio residenze, enti urbani, altrecostruzioni per speciali esigenze pub-bliche ecc).Nel complesso, nonostante le proble-maticità presenti nell’area, il mercatoha mostrato una certa vivacità, seteniamo conto che nel periodo l’1%dello stock immobiliare industriale ecommerciale ha registrato uno o piùpassaggi di proprietà. Il dato è certa-mente inferiore a quanto si realizza nel-l’intero Comune di Venezia (2.5%) maè necessario considerare la specificitàindustriale dell’area oggetto di inda-gine. Di fatti un ulteriore affinamen-to dell’analisi spaziale dei dati mostrache, suddividendo il SIN in macroaree,secondo quanto elaborato per ilMaster Plan per la bonifica dei sitiinquinati di Porto Marghera, che gliandamenti del mercato sono disomo-genei nelle diverse sub-aree. Le tipo-logie di proprietà oggetto di scambiosono assai differenziate, come mostrail valore medio dei contratti di com-pravendita, attualizzato al 2008, è di
circa 2,3 milioni di euro, con un valo-re mediano di circa 880 mila euro. Lamedia relativa alla superficie totaledegli edifici compravenduti nell’areadel SIN di Porto Marghera è di circa8.500mq, con un volume totale medioè pari a 15.900 mc.Anche i prezzi a metro quadro sonocosì assai variegati, soprattutto in fun-zione della localizzazione.Lo studio in oggetto ha inoltre per-messo di congiungere informazioniprovenienti da fonti diverse grazie allaspazializzazione delle informazioni.Ad esempio sono state incluse infor-mazioni relative allo stato di contami-nazione delle aree compravendute ealtre relative all’iter amministrativodelle procedure di bonifica eventual-mente presenti, grazie alla coopera-zione tra Iuav e la Regione Veneto,Progetto Venezia. È così possibile con-siderare in modo esplicito l’importan-za della contaminazione e delle boni-fiche nell’influenzare gli andamentidel mercato delle aree.Questa valutazione è stata resa possi-bile grazie all’utilizzo di analisi diregressione che ha permesso di stima-re il peso di fattori quali le caratteri-stiche fisiche degli immobili, la super-ficie e l’età, le caratteristiche localiz-zative, spaziali e di qualità ambienta-le nel determinare i valori di mercato.
indagine
aree industrialiriqualificazione urbana
Riqualificazione urbana e bonificadei siti contaminati: il mega sito diPorto MargheraDomenico Patassini
Nell’ambito di convenzioni CORILA-Iuav nei trienni 2001-2003 e 2004-2006è stato sviluppato e testato il model-lo Elgira. Si tratta di un sistema diaiuto alla conoscenza e alle decisio-ni utilizzabile nella progettazione edesecuzione di interventi di bonifica. Ilsistema si avvale di una procedura inotto fasi, che si svolgono in successio-ne più o meno lineare:> produzione della matrice di caratte-rizzazione ambientale> costruzione del modello di inquina-mento> selezione e valutazione multicriteria-le delle tecnologie disponibili e diopportuno uso nel sito> definizione della zonizzazione dellearee inquinate e determinazione delleopzioni> analisi del rischio sanitario ante boni-fica e post bonifica> valutazione di consumi e costi (perfor-mance) delle tecnologie impiegate> valutazione di rischio residuo, meri-to ambientale e costo per opzione tec-nologica e scenario di riqualificazionecon analisi di sensitività degli scenari> valutazione degli effetti areali.
Messo a punto con test ripetuti nelmega-sito di Porto Marghera e in areedella laguna veneta, Elgira consente digenerare opzioni di bonifica a partireda ipotesi di riqualificazione (uso delsuolo) e da vincoli di caratterizzazione.Ogni opzione viene valutata in terminidi costo e di riduzione del rischio sani-tario e ambientale secondo la norma-tiva vigente. La procedura presentanumerose ‘finestre’ interattive e puòessere applicata secondo tre modalitàoperative: individuazione degli scenaridi bonifica applicabili ad un sito, concomparazione tra alternative possibili;analisi ex-ante o ex-post di progetti dibonifica coerenti a proposte di riquali-ficazione; verifica di ipotesi di variazio-ne delle destinazioni d’uso previste dapiani urbanistici generali e operativi,con bilancio costi-benefici della riqua-lificazione del sito inquinato.a. Individuazione di scenari di bonifi-ca applicabili ad un sito con compara-zione tra opzioni. A partire dalla carat-terizzazione e da altre informazioni sulcontesto, Elgira individua gli scenaridi bonifica applicabili ad un sito, per-mettendo la comparazione tra alterna-tive possibili.Le fasi operative prevedono: la costru-zione del modello di inquinamento delterreno, la selezione delle tecnologieapplicabili, la costruzione del modello
di zonizzazione delle aree inquinate, ladeterminazione dei costi e delle perfor-mance delle tecnologie adottabili, ladeterminazione di opzioni di bonifica(insiemi di tecnologie applicabili all’in-tero sito), l’analisi del rischio sanitario(ante e post bonifica), la valutazionedegli effetti indotti dagli interventi dibonifica nell’intorno (contiguità diprimo ordine e di ordine superiore).b. Analisi di progetti di bonifica coe-renti a proposte di riqualificazione. Ilsistema può valutare ed approfondireipotesi di bonifica pubbliche, privateomiste, rielaborando, con tecniche pro-prie, i dati di caratterizzazione, il model-lo di inquinamento, gli scenari di tec-nologie applicate e altre informazionisul contesto.c. Variazioni di destinazione d’uso conbilancio costi-benefici. La bonifica di unsito fortemente inquinato e la sua resti-tuzione a nuova destinazione può esse-re talvolta non sostenibile dal puntodi vista finanziario, ma auspicabile peraltre ragioni. Si tratta, in questi casi, dirivedere la destinazione d’uso di por-zioni d’area o dell’area intera in un’ot-tica di ottimizzazione di costi e bene-fici della riqualificazione.Elgira può valutare le nuove ipotesi didestinazioni d’uso e ripercorrerne le fasioperative, individuando i costi nellanuova configurazione. Si potrà in que-
sto modo verificare quali sono le por-zioni d’area e gli inquinanti più sensibilialla variazione e proporre scenari urba-nistici a costi sostenibili.Il sistema è rivolto alle amministrazio-ni pubbliche per costruire scenari valu-tativi di supporto a politiche di riqua-lificazione del territorio secondo dispo-sitivi di legge; per preparare o verifica-re progetti esecutivi di bonifica (ivicomprese valutazioni ex-post o analisi‘a ritroso’); per gestire in maniera inte-grata ed efficace gli strumenti di pia-nificazione urbanistica, edilizia e di
monitoraggio del territorio.È rivolto altresì a operatori e aziendedel settore che intendano ottimizzarela caratterizzazione, valutare specifi-che operazioni di bonifica e opportu-nità di investimenti in aree da riquali-ficare.È già stato utilizzato in programmi diformazione professionale e scientifica.
Scenari possibili per il ValloneMoranzani a MargheraGiancarlo Carnevale, Guido Zucconi,Ezio Micelli, Esther Giani, AntonioMusacchio con Maria Pesavento
L’unità di ricerca “aree dismesse e riqua-lificazione paesaggistica” ha come pro-prio manifesto il tema del recupero diaree in disuso. Solo di recente si è anda-ta precisando una metodologia di inter-pretazione e una strategia di interven-to che derivano da una più matura e piùdiffusa coscienza ecologista tendenteal recupero e riutilizzo di territori dismes-si, non derivanti da una visione estetiz-zante, ma piuttosto, riferibili alla soste-nibilità degli interventi e coniugabilicon tematiche che, a grande scala, pos-sono sollecitare una ridefinizione delrapporto con l’ambiente urbano e l’am-biente rurale. In questo quadro appaio-no già muoversi anche alcuni soggetti,pubblici e privati, che operano sulle tra-sformazioni del territorio. L’Universitàpuò svolgere un ruolo strategico sia nelprecisare la domanda che deriva dall’e-sterno, sia conducendo ricerche appli-cate, sperimentali, su casi studio di inte-resse. Il progetto proposto riguarda uncaso specifico che appare come unaimminentemodificazione del paesag-gio industriale a Porto Marghera. Sitratta dell’area denominata “Vallone
Moranzani”: una striscia di territorio chefiancheggia per oltre tre chilometri ilCanale del Brenta, e che separa l’areaindustriale a est (una porzione di terri-torio fortemente caratterizzata dai segnidi un paesaggio industriale) da un altroambito paesistico completamente diver-so a ovest, la cui morfologia rimanda acontesti bucolici e rurali. In quest’area,profonda mediamente duecento metri,che si sviluppa da Fusina aMalcontenta,correuno dei più importanti sistemi dielettrodotti del Veneto, con un rap-porto tralicci ad alta tensione/suolo chenon ha pari in Europa. L’obiettivo che siintende perseguire è sviluppare un pro-getto che risponda alle esigenze giàespresse, accogliere cioè fanghi inertiz-zati per ingentissime cubature, innal-zando molto l’attuale quota di campa-gna e interrando l’elettrodotto esistente.Un altro scopo èquello di determinare lecondizioni per sinergie e consulenze checollochino l’unità di ricerca proponentein posizione di dialogo rispetto ai pro-cedimenti progettuali ora in avvio.All’apparenza, il tema del Vallone e deilimiti di Porto Marghera può suonarecome un ossimoro. In realtà, fin dall’i-nizio, la necessità di “conterminare” ilnuovo insediamento industriale ha rap-presentato unnodo fondamentale ove sisono mescolati problemi tipicamentelagunari (“il confine tra terra e acqua”),
logicheproduttive equestioni relazionaliriguardanti le parti della nuova “GrandeVenezia”. Per la porzione sud-occiden-tale e meridionale de Porto Marghera,il Vallone preso in esame costituisce per-ciò un potenziale vallo capace stabilireun ben visibile limite ad un’esperienzaindustriale che appare ormai definita neltempo e nello spazio, pur tuttavia pre-sentandosi ancora con caratteri molto“sfrangiati”. A tali riflessioni se ne affian-ca un’altra sui temi di carattere gestio-nale e attuativo relativi alle modalità diattuazione dei progetti con particolareriguardo alle potenzialità offerte dalproject financing e dai meccanismi pre-miali consentiti dalla normativa.Il tema richiede un approccio corag-gioso e innovativo, poiché la “doman-da” che appare fortemente impattan-te, può avere una “risposta” funziona-le con effetti positivi sull’ambiente.L’idea di un parco che possa separaredue contesti paesistici diversi, crean-do opportunità di produzione di risor-se energetiche, fornendo servizi alla col-lettività e rivolgendosi a un più vastobacino di utenza, appare di rilevanteinteresse. Il recupero o utilizzo dei tra-licci, il parco dotato di dispositivi spe-rimentali per la produzione di energia,lamodellazione plastica di una frazioneallungata di paesaggio, costituiscono,di per sé, ipotesi progettuali innovative.
siti contaminati
bonifica
recuperoPorto Marghera
Porto Marghera
6Iuav : 71 7Iuav : 71
Studio preliminare per VEGA2_ parcoscientifico e tecnologico di VeneziaFranca Pittalugacollaboratori: Nicola Pegolo,Emanuele Garbin, Carlo Ferro
Si prefigura con il progetto un nuovolandmark del territorio, nell’ambitofisico di transizione tra Venezia ed il suoentroterra, per rappresentare emble-maticamente il polo scientifico e tec-nologico della città.Lo studio preliminare si occupa del set-tore settentrionale del lotto Vega2 (areaexAgip–depositi costieriMarghera), conaffaccio su Via della Libertà. I nuovi edi-fici Proxima e Centauri ospitano labo-ratori di ricerca, un centro congressi,un hotel. L’intero lotto è organizzatosu due livelli di distribuzione del traf-fico: quello veicolare a quota strada equello pedonale alla quota +4,50, condifferenziati punti di contatto ed inte-grazione. La quota pedonale è tratta-ta a giardino pensile, generando un ter-rapieno verde che degrada in pianoinclinato verso il canale Brentelle,ombreggiato da alberature d’alto fustoimpiantate sul sottostante livello zero.L’edificio a torre si sviluppa per 18 livel-li. Il centro congressi e le strutture diaccoglienza ne occupano la base, allar-gandosi sulla superficie adiacente. Lasala del centro congressi è disegnata
come una macchina flessibile: capacedi quattro variabili di organizzazione,è composta da un ampio spazio ret-tangolare e tre maniche perifericheattrezzate. Ai piani successivi, si susse-guono con regolarità i livelli funziona-li dei laboratori, integrati alla sommitàdal ristorante panoramico, ove si con-quista la vista della calma laguna vene-ziana e degli operosi bacini portuali.L’edificio in linea si estende fino alcanale Brentelle; progettato per dareservizio ai ricercatori e visitatori chegravitano nel polo scientifico e tecno-logico, nonché al futuro movimentogenerato dal centro congressi, il com-plesso ospita un residence attrezzato.
dati sintetici di progettoEdificio Proxima: DigitalMedia Lab (mq22.600 slp) e Centro Congressi (mq23.200 slp):> tot. unità laboratori: N.68, con n.6laboratori per piano-tipo (accorpabili inorizzontale o in verticale)> unità di laboratorio: da mq.140/120/96> sala congressi (flessibile) max 1.400posti, o spazi espositivi o spazi buffet.Edificio Centauri: Condo-hotel> 146 camere d’hotel; 148 monolocaliattrezzati; piscina, palestra, saune, areedi relax.Parcheggi: (a quota 0,00) mq 15.500.
Piazzale Roma: progetti a confrontoStefano RocchettoRiccardo Sanquerin
L’accessibilità a Venezia dalla terra-ferma è un tema che si dibatte dallametà del IXX secolo, dalla realizzazio-ne del ponte ferroviario. Da allora i pro-getti che si sono fatti carico di risolve-re l’ingresso nell’area nord-ovest dellacittà sono numerosi e ricchi di spunti. Inquesta sovrapposizione di proposte,formulate per la maggior parte nellaseconda metà del novecento, si riesco-no a individuare precise fasi bendescritte, le quali, raccogliendo proba-bilmente lo spirito del proprio tempo,propongono prospettive sostanzial-mente diverse, ma sempre architetto-nicamente unitarie, per la soluzione diarrivo al centro storico. Si parte da unapresa di posizione forte e chiara neiconfronti di un’area indefinita e senzaidentità, nel periodo a cavallo dellaseconda guerra mondiale, per operadell’ingegner Eugenio Miozzi, con lacostruzione del secondo ponte transla-gunare e la realizzazione dell’autori-messa a Piazzale Roma; per passare adun atteggiamento “rifondatore” con ilConcorso internazionale per il PianoParticolareggiato della nuova sacca delTronchetto, dove di fatto si va a pro-gettare una parte di città che non esi-
steva ancora, di cui il gruppo Samonàinterpreta lo spirito più radicale. Infinesi affronta il problema in modo deci-samente più concreto con lo studio ela-borato dallo Iuav nel 1986, Venezia trainnovazione funzionale e architetturadella città. Quattro progetti per l’areaOvest, dove il gruppo diretto da VittorioGregotti propone la soluzione, proba-bilmente, più lucida e credibile.Oggi si predilige una logica incremen-tale piuttosto che uno sguardo unita-rio capace di prefigurare un assettocompiuto, anche architettonico, dell’a-rea. Si sommano interventi, per tenta-re di risolvere singoli problemi, e si èpersa la visione d’insieme del tema.Piazzale Roma è sempre più l’epicen-tro delle traiettorie di traffico con laconseguente costipazione dei flussimeccanici e pedonali. C’è da chiedersise ci sono ancora margini di progettoper quella che da centocinquanta anninon è ancora riuscita ad essere la portadi terra della città di Venezia.Questo lavoro è in corso all’interno del-l’unità di ricerca Trasporti, territorio,logistica, diretta dal prof. AgostinoCappelli.
da sinistra in senso orario:E. Miozzi, Sistemazione definitiva del Piazzale Roma, 1942G. Samonà, Novissime. Concorso Internazionale per il PianoParticolareggiato del Tronchetto, 1964I. Cappai, S. Ricci, G. Rizzi, Piano Particolareggiato isola delTronchetto e Piazzale Roma, 1966Gruppo di progettazione V. Gregotti, Riorganizzazione della testadi ponte di Venezia insulare, 1984
accessibilitàlandmark parco scientifico
progetti
Fronte del porto: progetto difattibilità degli interventi previstidal PIAU nelle aree della Marittimadi Venezia e del polo universitariodi S. MartaPaolo Merlini, Stefano Rocchettocon Tommaso Fornasiero, ValentinaGambelli, Francesco Merlini,Stefano Belluco, Alessandra LibardoComune di Venezia: Ambra Dina (Rup)
L’ambito dello studio ha interessato learee tra il canale di San Basilio e quel-lo della Scomenzera, dalla riva delCanale della Giudecca all’area exGasometro esclusa. Questa parte dicittà è stata oggetto, in anni recenti,di profonde modificazioni.L’insediamento di rilevanti quote diattrezzature universitarie e il tipo diattività portuale, sempre più rivolta allacrocieristica, hanno di fatto cambiato ladestinazione d’uso dei manufatti esi-stenti senza che ciò abbia comportatoun rinnovamento degli spazi aperti edel sistema di relazioni e di accessibilitàall’intera area.Nel dicembre del 2007 l’Assessoratoall’Urbanistica del Comune di Vene-
zia ha stipulato una convenzione conl’Università Iuav allo scopo di verifica-re i modi e i tipi di accessibilità e mobi-lità, sia pubblica che privata, meccani-ca e pedonale (arrivo del tram a SanBasilio e pedonalizzazione della ban-china della marittima), in rapporto alledestinazioni d’uso esistenti e previste(scalo marittimo, università, direziona-le, residenza) e la congruenza e la com-patibilità di queste con l’insieme degliimmobili e delle aree: in particolarmodo rispetto a quegli spazi pubblicidi carattere interstiziale che necessita-no di una definizione fisica e morfolo-gica.
area metropolitanawaterfront
logistica riqualificazione morfologicamasterplan
infrastrutture
Un progetto per la porta orientaleUmberto Trame
Il fondale per la definizione di un siste-ma articolato e competitivo di unDistretto Logistico del Veneto Centraleche funga da “Porta Orientale” dellemerci per il Veneto, il Nord-Est ed il cen-tro Europa, fa necessariamente riferi-mento all’areametropolitana Padova-Venezia. La questione di quest’area,che cominciò a delinearsi già agli inizidegli anni ‘70 con le prime proposte diEttore Bentsik, allora sindaco di Padova,e che è stata ripresa con alterno vigoredurante tutto l’ultimo quarto del seco-lo scorso, ha avuto in questi ultimi anniuna accelerazione definitiva in relazio-ne ai problemi operativi di gestione allar-gata soprattutto dei fatti economico-produttivi, della ricerca, dei trasporti,della sanità e della difesa e salvaguar-dia del territorio. Questi settori hannomesso in evidenza come la realtà eco-nomico sociale e insediativa Padova-Venezia costituisca ormai una realtà for-temente interconnessa e che i program-mi degli enti di governo locale, delleIstituzioni che operano con riferimentoadambiti di area vasta edei privati impe-gnati in attività di programmazione dimedio-lungo periodo, abbiano la neces-sità di riferirsi ad un sistema insediati-vo pensato e costruito unitariamente nel
quadro strutturale all’interno del qualecollocare le azioni dei singoli. Tale pro-spettiva è già stata in parte sondata eper così dire “deriva”, “fa sintesi” di azio-ni, intese e programmi in gran partecondivisi ed attivati sia in ambito loca-le che territoriale e che rispetto alleanalisi e alle considerazioni dei nostristudi vorremmo così sintetizzare:> Le analisi macroeconomiche e di posi-zionamento dell’Interporto di Padova edel Porto di Veneziamostrano come l’op-zione del Distretto Logistico Padova-Venezia sia la più opportuna e la piùutile ad entrambe le infrastrutture,anche se le interrelazioni tra l’hub inter-portuale di Padova e il Porto di Veneziadevono essere costruite e attivate.> La costruzione del Distretto logisti-co comporta la necessità di attivare unanuova piattaforma logistico-portualeintegrata che funga sia da cassa diespansione delle attività oggi presentinell’Interporto di Padova, sia da coa-gulo delle attività di logistica avanza-ta con funzioni retro portuali connes-se con i principali vettori di trasporto.> I progetti della rete infrastrutturalemetropolitana definiti dagli enti localie dalla Regione (riorganizzazione dellaviabilità di scorrimento attorno ai cen-tri di Padova e Venezia, realizzazione deinuovi tratti autostradali e ferroviari ecostruzione di un nuovo asse plurimo-
dale lungo l’idrovia Padova-Venezia)aprono uno scenario del tutto nuovoall’accessibilità dei luoghi e all’oppor-tunità di insediamento di nuove attività.> Nell’ambito dell’area metropolitanale aree di sufficiente grandezza e chepresentino le caratteristiche adatte afungere da nuovo caposaldo delDistretto Logistico si concentrano attor-no alla testata est dell’idrovia, tra laSS309 Romea e la laguna Sud.> Le considerazioni attorno al riuso del-l’idrovia Padova-Venezia e le possibiliinterrelazioni con il porto di Chioggiae con i terminali interni al sistema idro-viario padano, forniscono ulteriore valo-re al posizionamento di una piattaformalogistico-portuale di interscambio col-locata all’ingresso dell’idrovia.> Qualora non si intendesse utilizzarel’idrovia come asse fluviale, ma solocome supporto all’asse plurimodale, learee alla testa dell’idrovia presentanocaratteristiche la cui importanza ver-rebbe esaltata se il canale di collega-mento in laguna (testata dell’idrovia -canale dei petroli) presentasse i fon-dali opportuni per costituire banchinedi attracco utili a sviluppare anche l’in-termodalità portuale. La localizzazio-ne del nuovo Distretto della Logisticaalla testata est dell’asse plurimodaleidroviario, costituisce la scelta piùopportuna e più utile per l’intera area
metropolitana. I vantaggi di tale scel-ta sono evidenti e riguardano la dispo-nibilità immediata dei terreni, la loroinfrastrutturazione a costi concorren-ziali; il buon posizionamento e l’elevatogrado di accessibilità ai vettori dei tra-sporti terrestri e navali; la prossimitàfisica con le aree di Porto Marghera ela possibilità di costruire con esse unprogetto molto articolato per quantoconcerne le funzioni e totalmente inter-connesso per quanto riguarda le infra-
strutture; la possibilità di metteremanoad una delle aree marginali dell’inse-diamento di Mira con opere di riquali-ficazione e di mitigazione sia verso l’as-se della Romea che verso la laguna.Perciò unaprospettiva di così largo respi-ro se sapientemente condotta e coordi-nata è l’unica in grado di rimettere inazione da subito l’intero sistema logi-stico metropolitano in un quadro di rin-novato posizionamento nei confrontidell’intero sistema del nord-est.
8Iuav : 71 9Iuav : 71
Iuav : 71 11
conoscenzavalorizzazione
pianificazione partecipata
Studio dei fenomeni di pressioneantropica negli ambiti per la pianifi-cazione paesaggistica del VenetoAntonio Buggin, Francesco Contò,Francesco Gosen,MassimoMazzanti,Matelda Reho, Loretta Scarabello
La Regione del Veneto ha iniziato daalcuni anni un percorso di studio perla definizione dellametodologia e delleinformazioni territoriali da elaborareper la costruzione del Piano Paesaggi-stico regionale. L’attività di ricerca dellaboratorio di informazione territorialeIuav in convenzione con la RegioneVeneto punta a costruire una metodo-logia per una valutazione sinottica delpatrimonio naturale, evidenziando leclassi di vulnerabilità territoriale inbase alle dinamiche e alle pressioni chetendono a modificarlo. In questa spe-rimentazione la valutazione ecologicadel paesaggio, quale “stato di massi-ma organizzazione dei sistemi viventi”e, quindi, quale massima correlazionedi tutti quegli elementi, siti, ambiti,relazioni definibili come “componen-ti”, assume un ruolo importante nelladefinizione del Quadro Conoscitivo delpaesaggio. Secondo questo approccio,il funzionamento del paesaggio di unterritorio è funzione delle aree natura-li e degli usi del suolo in esso presen-ti, delle loro dimensioni spaziali, delle
loro relazioni e delle intensità dei pro-cessi rigeneranti e di pressione che essisvolgono.La rappresentazione dello stato del ter-ritorio e delle sue dinamiche di trasfor-mazione – intese come fattori di pres-sione che hanno inciso sulla naturalitàdel territorio ricavandone un adatta-mento del sistema agro-forestale einsediativo – è condizione fondamen-tale per comprenderne il funzionamen-to attuale. Tale funzionamento deveintendersi come condizione attuale diequilibrio del territorio, in una situa-zione di passaggio tra un adattamen-to recente e uno futuro, di cui posso-no essere previste le tendenze e sullequali si possa intervenire con azioni cor-rettive. Lo studio dei caratteri territorialiregionali ha pertanto lo scopo di com-pletare la schedatura degli Ambiti perla pianificazione paesaggistica delVeneto, così come individuati nel nuovoPiano Territoriale Regionale di Coordi-namento (PTRC), per la parte relativaagli aspetti di funzionamento del terri-torio. Per ogni ambito sono completatii dati con le valutazioni relative allevariazioni temporali delle pressioni chehanno modificato il funzionamento delterritorio, con una stima georeferenzia-ta degli indicatori di degrado ambien-tale e di vulnerabilità/fragilità ambien-tale, con valori attuali e potenziali.
Iuav : 71 10
Paesaggi terrazzati dell’arco alpinoProgetto Alpterin convenzione con Regione Veneto(www.alpter.net)Enrico Fontanari, Luca Lodatti,Domenico Patassini
Un progetto di cooperazionesu un tema trascuratoNel 2005 è stata attivata la prima con-venzione fra Iuav e Regione Veneto perrealizzare un progetto di ricerca e svi-luppo locale nel Canale di Brenta (Vi),un’area di valore notevole per il suopaesaggio storico a terrazzamenti. Leattività si sono svolte nell’ambito di unpiù ampio progetto di cooperazioneeuropea che mette a confronto diversisistemi terrazzati nelle Alpi, sostenutodal programma Interreg IIIB SpazioAlpino.È un tema, quello dei terrazzamenti, alungo trascurato dalla ricerca scientifi-ca, ma che dagli anni ‘80 incontra mag-giore attenzione (vedi Unesco, CinqueTerre) per le conseguenze sia ambien-tali che socio-culturali dovute al pro-gressivo abbandono di queste paesag-gi antropici.
Le attività in VenetoIl progetto Alpter ha sviluppato dal2005 al 2008 una serie di attività, chesi sono evolute da una fase di analisi
territoriali ad una di progettazione stra-tegica e di pianificazione, cercando nonsolo di recuperare la conoscenza di unpatrimonio trascurato, ma di svilupparestrumenti per il suo riuso attivo. Fra leattività più significative si possonoannoverare: la mappatura del patrimo-nio territoriale, l’individuazione di unsito per un progetto integrato di riqua-lificazione, l’inserimento nel nuovoPiano di Assetto del Territorio di pro-poste normative e di indirizzi di gestio-ne, la concertazione con il Piano diSviluppo Rurale per misure di sostegnoal recupero. Si è andata così lentamen-te sviluppando una rete di collabora-zioni che include l’Università di Padova,i 5 Comuni del Canale di Brenta, laComunità Montana, il GAL MontagnaVicentina.
Le tesi legate al progettoAlle collaborazioni istituzionali si sonoaffiancati numerosi lavori di Tesi chehanno contribuito alla base di cono-scenze del progetto, approfondendotemi legati a siti specifici e quadri nor-mativi.Le tesi hanno trattato la ricognizionedel patrimonio e le misure per il per ilsuo mantenimento (Tres e Zatta 2005),lo sviluppo di progetti integrati per luo-ghi significativi (Lago e Tessari 2004,Lodatti 2001, Mason e Mazzon 2004,
Pozza 2001, Puppin 2002), o la stesuradi piani d’area vasta (Fogliata e Pozzo-bon 2002). Si è così realizzata un’aper-tura all’ambito didattico che ha coin-volto nuovi soggetti nel confronto conil territorio, portata avanti anchedall’Università di Padova con l’istitu-zione di una borsa di dottorato dedi-cata, finanziata dai fondi FSE.
La pianificazione paesaggisticacome output finaleL’orientamento più recente del lavoroè verso il Piano Paesaggistico dell’areadel Canale di Brenta (ex LR 18/06 eDL 22/01/04), con una nuova conven-zione con la Regione per l’identifica-zione di unità territoriali, la definizio-ne dimisure di tutela e gestione, la defi-nizione di progetti strategici per la valo-rizzazione.Un lavoro che prosegue il confronto conun territorio svantaggiato per la morfo-logia e i trascorsi storici, ma che cercanella prospettive della sostenibilità ilraggiungimento di un nuovo equilibriodi uomo fra la comunità e il paesaggio.
Foto di Guido MediciDisegni di Giuseppe Benetti
Paesaggi rifiutati. Il progetto delloscarto nella laguna di Venezia enelle valli grandi veronesiRenato Bocchi, Enrico Fontanari,Domenico Patassini,Alberto Bertagna, Sara Marini
Arcipelaghi del rifiuto: indagine sul rap-porto scarto/progetto indaga lemoda-lità e le capacità di azione del proget-to sui luoghi e sugli oggetti rifiutati.Proposta dell’unità locale Iuav all’in-terno del programma Il progetto di pae-saggio per i luoghi rifiutati, PRIN coor-dinato dall’Università degli studi diGenova, la ricerca intende verificare lepotenzialità residue di materiali e spazidimenticati, abbandonati o nascosti,nel definire un nuovo approccio pro-gettuale che consideri lo scarto comerisorsa e come possibile materiale delprogetto. Oggi il tema si ripropone conevidenza ed urgenza: da un lato il pro-blema dello smaltimento dei rifiuti edegli scarti di lavorazione, dall’altro ilproblema di quelle aree che hannosubito processi di marginalizzazione,di dismissione, di esclusione fisica esociale - processi che ormai costitui-scono lo sfondo del quotidiano. La ricer-ca si propone di spostare lo sguardosu questi paesaggi rifiutati e di inter-venire grazie ad essi e non semplice-mente su di essi, trovando strategie
relazionali che si fondino sul riciclag-gio come prassi operativa.Si sono individuate due aree di speri-mentazione privilegiate: la Laguna diVenezia e le Valli Grandi veronesi. NellaLaguna di Venezia l’intreccio naturale-artificiale assume caratteri particolarinel corso della storia, data la vicendasecolare di trasformazioni cui l’assettodella laguna è stato assoggettato peraddomesticarlo e renderlo ambienteabitabile. Il tema del riciclaggio degliscarti è parte integrante della stessastratificazione dell’ambiente insediati-vo lagunare nel corso della storia: hapertanto anche una connessione diret-ta con la cultura materiale espressadalla comunità insediata in laguna. Ilterritorio delle Valli Grandi veronesipresenta caratteri ambientali unici nel
panorama regionale: la presenza dellevalli bonificate, di rilevanti dimensionie valenza paesaggistica, si associa allafascia dell’Adige e ad una campagnadi pregio, non ancora degradata dafenomeni insediativi vistosi. Come lalaguna di Venezia, questo territoriodeve la sua struttura alla presenzadeterminante della rete idrografica edelle opere di regimazione delle acque.Il sistema, situato tra l’Adige e il Po, pre-senta elementi che lo riconducono allatematica del rifiuto, come le numero-se corti rurali abbandonate o come ilCanal Bianco. L’indagine e la speri-mentazione progettuale vogliono deli-neare scenari di uso, anche temporanei,attraverso materiali e strutture ricicla-ti, e proporre una rilettura e ri-scrittu-ra dei territori analizzati.
riuso
luoghi rifiutati
pianificazione paesaggistica
progetto
Osservatorio sul delta del PoMatelda Reho, Giovanni Campeol,Maria Chiara Tosi, Enrico Anguillari,Sandra Carollo, Michele Culatti
Nato da una convenzione stipulata trala Fondazione della Cassa di Risparmiodi Padova e Rovigo e l’Università Iuavdi Venezia, l’Osservatorio sul territoriodel Delta del Po è un “pacchetto” diazioni, il cui l’obiettivo è approfondireed incrementare la conoscenza che lasocietà ha del proprio territorio perorientarne le trasformazioni. Ha l’am-bizione di diventare il volano per l’avviodi processi di rinnovamento culturale,sociale, economico e di valorizzazionedegli aspetti paesaggistici.Tra le finalità che l’Osservatorio si pro-pone di perseguire si colloca anchequella di fornire un importante sup-porto all’applicazione della Convenzio-ne Europea per il paesaggio. In que-sto senso esso assume un carattere spe-rimentale in linea con le intenzioniespresse dal Codice Urbani.L’Osservatorio ha iniziato ad essereoperativo nel giugno del 2008, avvian-do attività di indagine e progetto il cuiobiettivo è la sostenibilità delle tra-sformazioni del territorio, trasforma-zioni economicamente durevoli, com-patibili con le risorse naturali e par-tecipate dal pubblico.
In particolare:> attività analitico/conoscitive attra-verso cui costituire un quadro di riferi-mento ambientale, dal quale far emer-gere le criticità ambientali e le poten-zialità territoriali del Delta del Po;> attività di comparazione attraversocui arricchire il patrimonio delle cono-scenze relativamente a buone prati-che di trasformazione entro territorianaloghi;> elaborazione di scenari capaci di con-frontarsi con le criticità ambientali edi rafforzare le potenzialità emerse dalquadro analitico.L’Osservatorio sul territorio del Deltadel Po, accanto alla costruzione di qua-dri conoscitivi approfonditi, si propo-ne di attivare sinergie e mutue relazio-ni tra i soggetti, gli enti e le istituzioniche governano e intervengono nel ter-ritorio trasformandolo. In questo sensole diverse attività avviate cercano diverificare la possibilità di far conver-gere progetti, programmi e strategielocali all’interno di cornici unitarie.
Le attività avviate finora seguono duelinee di lavoro parallele.La prima linea è quella della ricercaattraverso cui sistematizzare le cono-scenze sul territorio del Delta e avan-zare ipotesi interpretative e nuovetematizzazioni. Ad esempio, attraverso
la costruzione di un portfolio di progettipassati, presenti e futuri, attuati o nonrealizzati, interrotti o in corso per ilDelta del Po, si cerca di mettere a puntodi un quadro analitico-conoscitivo (ter-ritoriale, ecologico, sociale, economi-co, paesaggistico), dal quale far emer-gere le criticità ambientali e le poten-zialità territoriali del Delta del Po con-siderate basi necessarie per l’elabora-zione di scenari di trasformazione.
La seconda linea è quella degli eventiche si propone come ulteriore esplora-zione del territorio, delle idee che sudi esso vi sono depositate, ma anchedi produzione di nuove immagini.Ad esempio, questo obiettivo è statoperseguito attraverso attività didatti-che svoltesi a Porto Viro e Taglio di Po,cui hanno partecipato studenti, inmag-gior parte iscritti alle lauree magistralidell’Università Iuav, oltre che prove-nienti da altre università italiane e stra-niere (Delft, Barcellona, Bucarest eMosca).I temi su cui ci si è impegnati sono stati:la costruzione, valutazione e rappre-sentazione di possibili scenari per il ter-ritorio del Delta del Po (SummerSchool); modelli e tecniche di valuta-zione ambientale per la definizione dilinee di sviluppo sostenibile (SeminarioResidenziale).
sviluppo sostenibile
Valutazione dei consumi energeticidi edifici pubbliciPiercarlo Romagnoni, Fabio Peron,Francesca Cappelletti
Legambiente ha recentemente promos-so la campagna “Accendi il risparmio”finalizzata a uno screening energeticodegli edifici. Tale campagna ha potutoessere completata e realizzata graziealla collaborazione dell’Università Iuavdi Venezia e al Laboratorio CMR diSchio. Grazie al finanziamento dellaRegione Veneto e al sostegno di AnceVeneto, sono stati messi sotto osserva-zione oltre 50 complessi edilizi pubbli-ci ad uso scolastico, per valutarne in det-taglio lo stato di conservazione e il com-portamento energetico. L’indagine siproponeva non solo di valutare le con-dizioni degli edifici analizzati e di deli-neare le strategie di riqualificazioneenergetica più efficaci, ma soprattuttodi sperimentare una metodologia dirilievo semplificato, per poterla ripro-porre in altre situazioni. Utilizzando ledocumentazioni cartacee in possessodegli enti proprietari e integrandole conun set limitato di informazioni raccoltesul campo, una coppia di tecnici – for-mati, ma non esperti – ha svolto auto-nomamente il rilievo della situazioneenergetica di ciascun edificio. Tramiteun attento sopralluogo sono state com-
pletati i dati dimensionali, registrate laconsistenza e la qualità degli infissi,annotate la presenza di infiltrazioni elesioni sulle pareti e stimate le caratte-ristiche degli elementi di involucroopaco. Ciò ha permesso di implemen-tare un foglio di calcolo Ecodomus concui modellare il comportamento ener-getico dell’edificio, considerando anchele dispersioni per ventilazione. Le inda-gini sono correlate damisure in situ nondistruttive che permettono di eviden-ziare alcuni difetti costruttivi e di pro-gettazione (dispersioni di ponti termici,di tubazioni di impianto...) e, median-te la misura dei parametri di tempera-tura e umidità dell’aria internamenteagli spazi occupati, di individuare mal-funzionamenti degli impianti o la nonidonea conduzione degli stessi. L’analisicritica di tali difetti consentirà l’elabo-razione di una proposta di soluzionetecnica di pratica realizzabilità.L’ndagine ha evidenziato uno stato dimanutenzione generale, anche per gliedifici più vecchi, complessivamentebuono. Un dato allarmante è quellorelativo agli infissi: il 50% degli edificimonta ancora serramenti a lastra sin-gola di vetro, negli edifici più recentipochissimi montano delle vetrocameredi sicurezza. La tipologia di telaio pre-valente è di metallo (alluminio oacciaio) senza taglio termico. Non sono
mitigati i ponti termici dei davanzali del-l’interfaccia con la parete opaca e nep-pure quello del cassonetto. Dallo scree-ning energetico è emerso che le scuoledisperdono annualmente tra i 250kWh/m2 e i 350 kWh/m2 (media 290kWh/m2). Ciò significa che in Veneto,che per standard di manutenzione delparco e varietà di condizioni climaticherappresenta un buon campione alme-no della situazione dell’Italia centro set-tentrionale, il 95% degli edifici scola-stici se fosse certificato risulterebbe inclasse energetica G, la peggiore, e ilrestante 5% arriverebbe non oltre laclasse F. Le elaborazioni dei dati hannopermesso di valutare edificio per edifi-cio gli interventi più appropriati.Per ogni edificio sono state forniteall’Amministrazione proprietaria quattrostrategie di intervento, cheprevedevano,oltre alla sostituzione dei serramentidovenecessaria, l’introduzionedi sistemidi ventilazione meccanica con recupe-ratore, l’isolamento con cappotto termi-co, la risoluzione dei ponti termici (piùfacile se accoppiata alla sostituzione delserramento), l’isolamento della solacopertura. Ogni strategia è stata asso-ciata ad un indice di costo (in euro perm2 di superficie utile dei locali) e a unavalutazione dei tempi di ritorno degliinvestimenti, commisurati ai risparmi dicombustibile ottenibili.
risparmio energeticodiagnosi
design sport sostenibile
smart technologies
Smart sport:innovazioni di prodottoper gli sport invernaliLaura Badaluccoe Medardo Chiapponi
La persistente ricerca dell’applicazio-ne di nuove soluzioni che migliorino ilrapporto tra attrezzatura, tecnica e pre-stazioni è una caratteristica di tutti isettori collegati alle discipline sporti-ve. Nel caso degli sport invernali, que-sto bisogno è accresciuto dal contestoambientale nel quale gli sportivi si tro-vano a svolgere la propria attività.Una tale propensione all’innovazioneporta amigliorare emodificare inmodosostanziale i prodotti esistenti o a defi-nire configurazioni oggettuali total-mente nuove.Proprio da queste considerazioni hannopreso avvio alcune attività di ricerca edidattica sviluppate nella Facoltà diDesign e Arti e nell’area di ricerca“Nuove frontiere del design” dell’Uni-versità Iuav di Venezia. Le attivitàhanno fatto particolare riferimento allapresenza nel territorio trevigiano deldistretto dello SportSystem con le suediverse aziende collegate alla produ-zione di abbigliamento e attrezzaturesportive. Dalla collaborazione tral’Università Iuav di Venezia e il siste-ma delle imprese del settore, rappre-
sentate dalla Camera di Commercio diTreviso e da Assosport, è nato il Centrostudi “Sicurezza e cultura della mon-tagna”, il cui comitato scientifico è pre-sieduto da Deborah Compagnoni e chesvolge attività di ricerca e sperimenta-zione collaborando con istituzioni, asso-ciazioni sportive, forze dell’ordine e altrisoggetti incaricati della sicurezza inmontagna, stazioni montane e societàdi gestione degli impianti, scuole di sci,enti territoriali, centri di ricerca nazionalie internazionali e aziende.I risultati delle attività dell’Universitàe del Centro studi hanno portato a ungruppo consistente di contributi sutemi di dibattito fondamentali per glisport invernali e a una serie di speri-mentazioni progettuali.Di fatto, le soluzioni innovative natedalla ricerca e dalla didattica (e in par-ticolare quelle che prevedono l’appli-cazione delle smart technologies)hanno modificato i prodotti esistentiin modo sostanziale e, in alcuni casi,hanno permesso di progettare pro-dotti realmente “nuovi”, non appar-tenenti a tipologie oggettuali già con-solidate.I contributi teorici e i progetti sono statisuddivisi secondo tre tematiche di par-ticolare rilievo, ovvero:> in tutta sicurezza: attrezzature, strut-ture, comportamenti e accessori per
accrescere la sicurezza durante l’attivitàsportiva;> sport sostenibile: innovazione eattenzione alle tematiche della soste-nibilità sociale e ambientale per leattrezzature e i luoghi degli sport inver-nali;> al vostro servizio: innovazioni peraccrescere le caratteristiche di “servizio”dei prodotti, prima, durante e dopo l’at-tività sportiva.Smart sport ha proposto nella stagio-ne invernale 2008-2009 alcuni tra i piùinteressanti risultati di queste attivitàin una mostra itinerante e in una pub-blicazione, entrambe a cura di LauraBadalucco e Medardo Chiapponi.
Inmostra sono stati presentati progettidi Alberto Brogliato, Claudia Bene-tazzo, Angela Bottega, Luca Casarotto,Erika Cunico, Stefano Fortuna, MicheleMarin, Alberto Tonini e DavideScomparin.Nella pubblicazione sono presentianche i contributi di Deborah Compa-gnoni, Pietro Costa, Elisabetta Facchi-netti, Maria Grazia Favrin, Sandro Laz-zari, Paolo Legrenzi, Antonello Mare-ga, Gianni Mazzonetto, Marco Merlin,Gianni Nobile, Gigi Pescolderung,Raimonda Riccini, Alessandro Rosa,Luca Sarnataro, Domenico Schiavon eMarco Zito.
ambientesistemi informativi
monitoraggio
NT&ITA: area per le NuoveTecnologie & Informazione per ilTerritorio e l’Ambientecoordinatore Luigi Di Prinzio
Progetto per la costruzione di unabase conoscitiva sul delta del PoSviluppato in collaborazione con laRegione del Veneto e istituzioni locali,a partire dal confronto tra un rilievolaserscanner e il DTM “Digitalia”, è l’im-postazione di un progetto di base cono-scitiva su un’area critica specifica asostegno delle politiche di interventodei vari soggetti operanti nella zona.
Progetto di monitoraggio del territo-rio con aereo leggero SKYARROW(www.ricercasit.it/Prog_skyarrow.aspx)Sviluppato con numerosi soggetti isti-tuzionali e partner, è un test approfon-dito delle potenzialità di acquisizione dibasi conoscitive telerilevate con diver-si set di sensori montati su una piat-taforma aerea leggera e versatile. I datisono stati acquisiti su aree diverse del
territorio regionale e con diversi asset-ti e dotazioni sensoristiche.
Progetto quadrirotoriProgetto di sviluppo di nuove applica-zioni di utilizzo di quadrirotori (Mini-UAV). Lo studio sarà è volto all’analisi,progettazione e realizzazione di proto-tipi di UAV (Unmanned Aerial Vehicle)per il telerilevamento speditivo sul ter-ritorio inmodo semiautomatico e/o col-laborativo a bassissima quota” con rife-rimento a specifiche tematiche applica-tive quali monitoraggio di aree inacces-sibili, inquinamento,monitoraggio e sor-veglianza in real time, impieghi di pro-tezione civile.
Nuovo portale web per GAL VeneziaorientaleUn portale con il doppio obiettivo dicostituire un innovativo strumento dilavoro basato su condivisione e organiz-zazione su database dei progetti svilup-pati e quello di comunicare attività eservizi di VeGAL, conoscere e valorizza-re le risorse del territorio, “far rete” tra isoci e fra soci e soggetti esterni.
AATO Laguna di Venezia: il SICIIl Sistema Informativo di Comunicazionee Interscambio nel Sistema Informativodelle Risorse Idriche è promosso daAATO e coinvolge istituzioni pubblichee associazioni attive nell’area. Auna fasededicata alla territorializzazione delpiano d’ambito segue la costruzionedella rete degli attori attraverso un siste-ma di interscambio, la definizione dellaprocedura per redazione e controllo deiprogrammi triennali, la realizzazione diinterfacce per la presentazione dei dati adiversi profili di utente, la realizzazionedi un sistema di ascolto per il recepi-
mento di indicazioni e commenti daparte degli stakeholders.
KM0Nell’ottica di valorizzazione e promo-zione della “filiera corta” e della distri-buzione dei prodotti locali secondo lafilosofie del kilometro zero, un SistemaInformativo con informazioni struttu-rate su aziende, prodotti e consumato-ri oltre che sulle relazioni e le peculiaritàdel territorio e delle tradizioni è unostrumento innovativo di gestione e pia-nificazione per le aziende agricole stes-se ma anche un mezzo di informazionetrasparente e completo per i consuma-tori, orientato al miglioramento conti-nuo delle produzioni e della qualità delprodotto con l’abbattimento delle col-ture non produttive e fuori mercato.
Analisi delle dinamiche forestalidel VenetoL’attività di ricerca è finalizzata ad ana-lizzare le dinamiche spaziali dei popo-lamenti forestali su tutto il territoriodella Regione del Veneto. L’analisiparte dal trattamento di riprese aerofo-togrammetriche storiche (volo GAI1954/55) per indagare l’estensione deiboschi e metterla a confronto con laCarta dei Tipi Forestali del Veneto(2006). La ricerca ha quindi come obiet-tivo principale quello di individuare sulterritorio le neo-formazioni forestali(dovute alla ricrescita spontanea) maanche la riduzione degli areali dovutialle trasformazioni territoriali.
nanotecnologie
13Iuav : 7112Iuav : 71
affiancata al contesto produttivo piùantico come quello agricolo locale.AgriPod è un primo prototipo di un pro-getto di ricerca più ampio, che vede l’i-nedita collaborazione tra la facoltà didesign e arti dell’Università Iuav diVenezia e Coldiretti intorno alla tema-tica dell’imballaggio per il prodottoagricolo. La ricerca si concentra sunuovi approcci progettuali che sfrutta-no nuovi strumenti come le nanotec-nologie per creare delle opportunitàinteressanti sul fronte della riduzionedell’impatto ambientale, la conserva-zione del prodotto e la comunicazionedelle qualità intrinseche dello stesso.
Oltre a AgriPod, l’unità di ricercaNanoDesign Iuav sta seguendo, semprein collaborazione con Coldiretti Venetoe insieme a NanoFab e VenetoNanotech, anche altri filoni di ricercain cui si sperimentano, attraverso ildesign, nuove potenzialità delle nano-tecnologie per imballaggi in grado dicambiare forma e volume e di miglio-rare la conservazione del prodotto fre-sco.
AgriPod.Comunicazione della filiera agricolaattraverso il packaging del prodottodirettore Kristian Kloecklricerca designSimone Bellan, Maddalena Momettiphysical computingDavide RocchessoEcco la carta d’identità dei prodottiagricoli locali accessibile ai clienti neipunti vendita.AgriPod è un display cheattraverso la tecnologia touchscreen ela lettura di microchip integrati nel-l’imballaggio permette di visualizzarel’informazione specifica su provenien-za e filiera dei prodotti agricoli.Avvicinando un prodotto ad AgriPod,il sistema consente di scoprire imme-diatamente le generalità, il territoriod’origine, il percorso dal campo alloscaffale. Informazioni, che i produttoriagricoli italiani già oggi registrano eche insieme alla tecnologia RFID e ilprogetto sviluppato sono rese accessi-bili proprio nel momento della spesa.Oltre alle caratteristiche del prodotto,AgriPod consiglia ricette e fornisce indi-cazioni sulla possibilità di attività“naturali” disponibili nella zona di col-tivazione.
Il progetto dischiude il potenziale diuna tecnologia recente e d’avanguardiacome quella RFID proprio quando viene
Iuav : 71 15
Progetto SISC – Sistema InformativoSemantico della Culturaresponsabile Domenico Patassini
L’Università Iuav di Venezia ha in corsodi realizzazione (triennio 2008– 2011) unprogetto di ricerca volto alla creazionee pubblicazione di informazioni sulpatrimonio culturale del Veneto nellaforma di un Sistema Informativo Se-mantico della Cultura, commissionatodalla Regione del Veneto. Il progettoSISC contribuisce alla composizione diun quadro delle risorse culturali delVeneto, necessario per costruire e inter-pretare armature culturali e per predi-sporre strumenti pianificazione e gover-no della cultura.Il coordinamento scientifico del lavorodi ricerca è affidato al prof. DomenicoPatassini e il coordinamento operati-vo al prof. Antonino Porrello, del grup-po ricerca sul Cultural Planning/Cultural Mapping, con il contributodell’ing. Vincenzo Giannotti.
obiettivi e prodottiL’obiettivo primario del SISC è la map-patura semantica delle risorse cultura-li mediante l’impiego delle più moder-ne tecnologie di organizzazione dei datisul web e di comunicazione dell’infor-mazione (web semantico) della cono-scenza sull’offerta culturale, per arric-
chire le informazioni presenti nel webe facilitare la definizione del quadro perla costruzione delle politiche culturali.Il fine di tali attività consiste nel pro-gettare, in via sperimentale, un primonucleo di rete informatica, relativo allerisorse culturali regionali, dove talirisorse non sono semplicemente geo-referenziate al territorio territori trami-te coordinate, ma sono anche organiz-zate sulla rete del web attraverso un’ap-plicazione del modello ontologico.Nel corso del primo anno sono statisvolti gli studi sulle caratteristiche del-l’offerta culturale degli operatori delVeneto, utilizzando dati quantitatividisponibili e indagini qualitative sul-l’offerta museale e sull’offerta deglioperatori del territorio dell’AltoBellunese.La rete degli operatori è il prodotto diquesta prima fase del lavoro realizza-ta pubblicando inweb, per ciascun ope-ratore, schede “accessibili alla macchi-na” e sviluppando un'ontologia chemette in relazione i contenuti di talischede. Gli operatori culturali sonomessi in grado di proporre liberamen-te ciascuno la propria offerta e di inse-rirla nella rete secondo i canoni delnetworking collaborativo.Gli aspetti tecnologici del SISC riguar-dano: un primo modello di ontologiainformatica e il geobrowser semantico;
> il geobrowser semantico permette diaccedere all’informazione semanticanel web;> l’ontologia si riferisce alle attivitàofferte dagli enti che a vario titolo ope-rano nell’ambito della Regione Veneto;la struttura e i contenuti dell’ontolo-gia sono relativi al significato antropo-logico che viene dato alla cultura (dallefine arts alle attività ricreative).
perché ricorrere al web semanticoLa scelta dell’utilizzo del web semanti-co per l’implementazione di un siste-ma informativo della cultura a livelloregionale deriva dalla volontà, da unlato, di superare i limiti degli attualimotori di ricerca e portali culturali e,dall’altro di adottare un approccio dif-ferente alla diffusione della cultura,frutto dell’esperienza maturata con glistudi sul cultural planning:> promuovere una cultura “allargata”,ossia da tutti e per tutti, che provieneda tutti i soggetti che si occupano dicultura in senso antropologico e che èaccessibile a tutti coloro che chiedonocultura, anche senza esprimere unadomanda;> favorire un pluralismo dell’informa-zione, poiché alla definizione del-l’informazione contribuisce una plura-lità di soggetti in rete, e una visionestrategia, dal momento che il SISC è
una piattaforma che permette ai sog-getti che operano nel campo della cul-tura di dialogare per perseguire obiet-tivi comuni;> perseguire l’obiettivo della “culturaper la rete”, con l’inserimento delleinformazioni relative agli operatori cul-turali ed alle loro attività, lasciandoperò all’utente la costruzione dell’of-ferta mediante la combinazione dellevarie opportunità.
opportunità e problematichedell’implementazionee dell’utilizzo del SISCUna volta che il sistema sarà operati-vo e a regime, si presenteranno nuoveopportunità per le differenti tipologiedi utilizzatori.Gli utenti comuni, come i cittadini o ituristi, potranno reperire informazioniarticolate e strutturate, costruendorelazioni con altre informazioni, conuna ricchezza, una precisione ed unarapidità attualmente irraggiungibilicon i motori di ricerca tradizionali;potranno inoltre costruire percorsi divisita tematici come se disponesse diun operatore turistico.Gli operatori culturali potranno costrui-re più facilmente reti o collaborazionisu temi di studio o ricerca condivisi conoperatori anche di altre aree geografi-che e inserire, arricchire o aggiornare
in qualsiasi momento le informazioniche, tramite il SISC, arriveranno aglialtri utenti.I policy-makers culturali disporrannodi uno strumento versatile, flessibile edi facile gestione per un costantemoni-toraggio dell’offerta e delle iniziativedegli operatori culturali, per un perma-nente cultural mapping, aggiornatodagli stessi soggetti che fanno parte delsistema.Nel contesto della nuova stagione dipianificazione inaugurata nel Venetodalla LR 11/2004, il SISC si rivela unostrumento innovativo e prezioso perl’aggiornamento delle informazionicontenute nella matrice PatrimonioCulturale, Architettonico, Archeologicodel quadro conoscitivo dei PAT/PATIe, inoltre, può contribuire ad un capo-volgimento della logica della pianifi-cazione urbanistica e territoriale, par-tendo dall’individuazione di una arma-tura culturale del territorio, che divie-ne l’elemento che orienta le strategiee le azioni.
Iuav : 71 14
Progetto DiCE – Distretto CulturaleEvoluto della Regione del Venetoresponsabile Pierluigi Sacco
L’Università Iuav di Venezia ha realiz-zato nel corso del biennio 2007-2008un progetto commissionato dallaRegione del Veneto, nell’ambito delprogramma operativo INTERREG ItaliaSlovenia, volto a dare vita al modellodel Distretto Culturale Evoluto (DiCE).Lo studio, che ha analizzato e subitodopo elaborato un sistema di potenzialidistretti culturali tra Veneto e Slovenia,è stato coordinato dal gruppo di ricer-ca sull’Economia della cultura direttodal prof. Pierluigi Sacco.Il distretto culturale evoluto si fondasull’idea che la cultura può essere unapiattaforma privilegiata di comunica-zione tra tutti i soggetti economici esociali che agiscono e che operano inun determinato luogo. Facendo emer-gere le reali vocazioni del territorio, ildistretto culturale può favorire lo svi-luppo delle filiere produttive e diveni-re al tempo stesso strumento e moto-re di aggregazione e di sviluppo. Perraggiungere tale obiettivo il progettoeuropeo DiCE “ha schedato” il terri-torio veneto rielaborando gli aspettieconomici, sociali, culturali e di piani-ficazione territoriale e valutando letestimonianze di un gruppo di rileva-
zione costituito da trenta persone chehanno operato in tutte e sette le pro-vince.La prima fase del progetto è stata dedi-cata alla rilevazione complessiva delleattività culturali, e delle infrastruttureche le ospitano – o che, in prospetti-va, potrebbero ospitarle – presenti sulterritorio regionale: quindi, una visio-ne globale dell’esistente, e delle poten-zialità inespresse dal punto di vistadella cultura nei diversi ambiti territo-riali. Alla mappatura si è affiancata l’a-nalisi del Veneto dal punto di vista eco-nomico, sociale, culturale e di pianifi-cazione territoriale, oltre che all’indivi-duazione dei casi internazionali cherappresentassero le best practices.In un secondo momento è stato realiz-zato lo studio dettagliato dei dati rac-colti alla luce delle categorie interpre-tative del distretto culturale evoluto, ela “clusterizzazione” del territorio, cioèl’individuazione di quei nuclei – conparticolare attenzione alle aree urba-ne – che potessero rappresentare ipotenziali distretti culturali evoluti.La seconda fase del progetto ha ana-lizzato con maggiore attenzione alcu-ni distretti individuati, al fine di indi-care quali potessero essere le prioritàstrategiche di sviluppo e gli interventipiù adeguati.La geografia dei distretti culturali non
coincide con quella delle provincieamministrative: questo spiega appun-to che la cultura segue sul territoriodelle logiche proprie che vanno com-prese e integrate nelle scelte dellapolitica economica locale.La stessa metodologia di analisi e diinterpretazione è stata adottata anchein una parte significativa del territoriosloveno.Si tratta del progetto più innovativo inItalia realizzato su un territorio regio-nale, che ha permesso il superamentodelle logiche “settoriali” e di filiera chehanno caratterizzato lo sviluppo del ter-ritorio nel periodo industriale.Una sfida per la Regione, ma ancheper l’Università Iuav, nel trasformare iparadigmi che caratterizzano le econo-mie più evolute in un piano di azionie in proposte concrete di intervento.Del resto è nel Nord Est che le sfideper favorire la crescita e lo sviluppo delproprio territorio trovano una vocazio-ne naturale.
Immagine 1: punti di rilevazione dei contenitori
culturali (nero) e delle attività (rosso)
Immagine 2: prima configurazione dei Distretti
culturali evoluti rilevati
cultura e sviluppo del territorio
distretto culturale evoluto
Documentare il contemporaneo:architetture nel Trivenetoresponsabile ricerca Francesco Dal CoRoberta Martinis, Matteo D’Ambros,Luca Skansi, Stefano AlonziCirce: Renato Aere, Francesco Contò,Marisa Scarso
La ricerca – svoltasi nel quadro di unaconvenzione stipulata tra la DARC(Dipartimento per l’arte e l’architet-tura contemporanee, Ministero deiBeni Culturali) e Iuav – fa parte di unprogetto su scala nazionale, che ha coin-volto università e soprintendenze. Il cen-simento ha interessato fino a oggi 15regioni e 60 province. Le schede elabo-rate consentiranno di trasferire, d’inte-sa con l’Istituto Superiore per laConservazione ed il Restauro e conl’Istituto per il Catalogo e la Documen-tazione, i risultati del lavoro di selezio-ne nelle banche dati dei sistemi di cata-logazione nazionale del Ministero e per-metteranno una fattiva operazione direcupero e intervento attraverso incen-tivi economici (come previsto dal Codicedei Beni Culturali) destinati alla manu-tenzione e al restauro. Nell’ambito delprogetto il Circe ha elaborato la carto-grafia di riferimento ed ha sviluppato ilsistemaper la consultazione online delleopere di architettura dal 1945 a oggiselezionate nell’area Triveneta.
I criteri bibliografici utilizzati per laselezione delle opere sono:> L’opera è pubblicata in almeno duestudi che si sono occupati sistematica-mente dell’architettura contemporaneanel Veneto/Friuli.> L’opera è pubblicata in uno deglistudi precedenti e in una rivista d’im-portanza internazionale italiana o stra-niera.> L’opera è pubblicata in almeno dueriviste d’importanza internazionale ita-liane o straniere.I criteri critici utilizzati sono:> L’opera riveste un ruolo significativonel panorama dell’architettura delVeneto/Friuli negli anni in cui è statacostruita.> L’opera riveste un ruolo significativonell’ambito dell’evoluzione del tipo edi-lizio di pertinenza, ne offre un’inter-pretazione progressiva o sperimentainnovazioni di carattere costruttivo.> L’opera è stata progettata da unafigura di rilievo nel panorama dell’ar-chitettura italiana o internazionale.> L’opera si segnala per particolarevalore qualitativo all’interno del con-testo urbano in cui è realizzata.Una prima selezione degli edifici èstata avviata a partire dalla consulta-zione delle guide di architettura delVeneto e del Friuli, dellemonografie deisingoli autori e dei principali studi sulla
storia dell’architettura italiana delNovecento.Al termine di questo spoglio bibliogra-fico sono state identificate 390 opere:all’interno di questa lista si è procedu-to ad un’ulteriore selezione in base aicriteri esposti.La lista finale delle opere è stata suc-cessivamente suddivisa in tre gruppi:a. opere autografe dei “maestri”, cherivestono un ruolo di primaria impor-tanza nel contesto italiano e interna-zionale contemporaneo;b. edifici progettati da architetti d’im-portanza internazionale o locale, dota-ti di valore innovativo a scala morfolo-gica o tipologica;c. edifici prevalentemente legati al con-testo urbano e culturale nel quale sonorealizzati. Oppure opere dei “maestri”eseguite postume. Oppure opere for-temente manomesse.Successivamente è iniziata la fase diricognizione “sul campo”: i 335 edificisono stati tutti visitati, fotografati eschedati. I risultati sono stati poi sot-toposti a vaglio critico. All’interno delleschede redatte è stata riservata atten-zione alle fonti d’archivio, alle foto d’e-poca, e alla descrizione dello stato difatto dell’oggetto stesso.
Architettura dal 1945 ad oggicirce.iuav.it
architetture contemporaneeVeneto mappatura regionale
L’archivio digitale delle foto aeree delVeneto ed il catalogo onlineRenato Aere, Francesco Contò,Marco Gnesutta, Marisa Scarso
Fin dalla sua istituzione nel 1985 ilCentro di Rilievo, Cartografia edElaborazione (Circe) ha gestito le fotoaeree nell’aerofototeca, sezione stac-cata della cartoteca, concepita non solocome luogo preposto alla conservazio-ne, ma anche e soprattutto come luogoattivo dal punto di vista scientifico,didattico e divulgativo, con la frequen-tazione di docenti, ricercatori, tecnici,studenti che utilizzano la fotografiaaerea come strumento di lavoro per ilsuo contenuto multidisciplinare inambito territoriale.Nell’ambito dei rapporti di collabora-zione con la Regione Veneto, in parti-colare con l’Unità di progetto per ilSistema Informativo Territoriale e laCartografia, definiti nel protocollo d’in-tesa del 1998 per lo sviluppo di attivitàdi collaborazione, confronto e svilup-po nel campo della cartografia, deisistemi informativi urbani e territoria-li, si prefigurava la possibilità di pro-gettare un intervento comune che sod-disfacesse entrambi gli Enti nel com-pito di rendere disponibili i rispettivipatrimoni di foto aeree. Veniva quindisottoscritta dalle parti nel 2005, e
aggiornata negli anni successivi, unaconvenzione finalizzata alla realizza-zione dell’archivio digitale del patri-monio aerofotografico del territorioregionale veneto, e alla costruzione delrelativo sistema informativo su basegeografica, basato su tecnologieWebGIS.Le riprese fotografiche disponibili per-mettono un’ampia ricognizione stori-ca grazie all’uso complementare degliarchivi del Circe e degli archivi di pro-prietà della Regione.Il primo nucleo del progetto che hapreso avvio nel 2002 prevedeva il tra-sferimento di circa 13.000 foto aeree inpossesso del Circe riguardanti soprat-tutto voli IGM, dal supporto cartaceoad un formato digitale tramite scan-sione ad alta risoluzione. Con l’appor-to del patrimonio di foto della RegioneVeneto l’archivio ha raggiunto la con-sistenza di circa 40.000 fotogrammirelativi ad oltre 60 voli, dei quali oltre lametà effettuati nell’ultimo decennio.Accanto ai voli estensivi che formanol’impianto di base della copertura delterritorio regionale, sono presenti volimirati all’aggiornamento di zone cir-coscritte. La documentazione fotogra-fica raccolta consente di esaminare l’e-voluzione del territorio regionale per unperiodo di oltre 60 anni, dal 1943 al2006, e per alcune aree limitate sono
state acquisite le foto prodottedall’IGM negli anni compresi fra il 1929e il 1938. In concomitanza con la crea-zione dell’archivio numerico sono statiprogettati anche un catalogo digitalee un sistema informatico per la sua con-sultazione.Nella progettazione del sistema di con-sultazione è stato considerato priori-tario lo sviluppo di un metodo che con-sentisse di individuare la posizione delfotogramma su una carta del territo-rio, ottenendo come risultato il supe-ramento della semplice definizione di“catalogo”, per passare ad una piùappropriata qualificazione di sistemainformativo. Nello specifico progettoillustrato il Circe, nella collaborazionecon la Regione Veneto, ha messo incampo, in cambio di beni di rilevanteimportanza per il rafforzamento delproprio ruolo istituzionale e culturale,un valore aggiunto chiaramente rico-noscibile, basato sulle proprie compe-tenze e sulla capacità di ricercare, pro-gettare e promuovere una strategia didiffusione della cultura e del patrimoniodi documenti e informazioni che, inmancanza di un’azione promozionalee di sviluppo adeguata, rischiava dirimanere ampiamente sottoutilizzatopermancanza di canali di facile accesso.Catalogo aerofototeca onlinecirce.iuav.it
fotografie aereearchivi digitali
valorizzazione
conoscenza
Iuav : 71 17
Sila, il respiro del mondo: immaginipsico-acustiche dell’ecosistemalagunaredirettori del progetto Agostino DeRosa (Iuav), John Luther Adams(Fairbanks/Stati Uniti)collaboratori Francesco Bergamo,Isabella Friso, Cosimo Monteleone,Gabriella Liva
La ricerca qui presentata intende con-centrarsi sulle possibili interazioni tra ledifferenti modalità di rappresentazionedi eco-sistemi complessi. In particola-re, l’interesse precipuo è quello di sta-bilire connessioni tra le discipline dellarappresentazione, della comunicazio-ne e dell’acustica che delineino unnuovo approccio descrittivo dell’am-biente – naturale o costruito – multi-sensoriale. Il progetto intende per que-sto focalizzarsi sullo studio dei feno-meni naturali, oggi al centro di inda-gini nell’ambito delle computergraphics svolte sempre a più strettocontatto con specialisti di fisica e astro-nomia, avviando una serie di iniziativedi riflessione critica sull’argomento, dinatura disciplinare ed extra-disciplina-re: sollecitando il coinvolgimento deglialtri sensi nei processi di simulazionedello spazio ecologico, in primis imple-mentando il percetto visivo con quelloacustico, grazie ai moderni studi di
sonic interaction design; secondaria-mente, tentando di scardinare i proto-colli descrittivi dello spazio, e speri-mentando possibili applicazioni di que-sti studi nell’ambito di installazioni arti-stiche.Le nuove tecnologie consentono di rap-presentare in modo dinamico anche ladimensione temporale di un sistemacomplesso. Condizioni e modificazioninaturali e antropiche hanno contribui-to a rendere particolarmente interes-sante l’ecosistema veneziano. Il pro-getto si propone di comunicare l’acca-dimento delle trasformazioni che lointeressano, su scale temporali edimensionali micro- e macro-scopiche,in tempo reale, attraverso un’installa-zione ambientale acustica e cromo-luministica ‘intonata’ all’ambiente dicui costituisce un modello, calibratasulla percezione di un fruitore-tipo, econtrollata da un software in grado dirielaborare i dati rilevati e monitoratidagli istituti di ricerca. Il prodotto fina-le è dunque un’opera d’arte sottoforma di ambiente visitabile, infor-mato da (e informante di) quei muta-menti ambientali che interessano tantogli istituti di ricerca, monitoraggio e sal-vaguardia, quanto la stessa popolazio-ne veneziana, e quella turistica.La frequentazione di questo spazio puòessere per il fruitore un’opportunità per
rilassarsi e trascorre del tempo in unluogo stimolante ed accogliente, einsieme uno strumento per compren-dere più a fondo le complesse dinami-che dell’ecosistema lagunare venezia-no. Il progetto artistico fa capo al com-positore e ambientalista statunitenseJohn Luther Adams (1953, Mississippi),attualmente residente a Fairbanks,Alaska. Allievo di Leonard Stein, JamesTenney e Lou Harrison, Adams inten-de la musica come linguaggio fatto di“immagini acustiche”: il punto di par-tenza risiede sempre nell’mpegno dedi-cato al trasformare in musica i patternsderivanti dall’osservazione – non sol-tanto visiva e acustica – del paesag-gio artico in cui ha scelto di risiederea partire dagli anni ‘70. L’installazioneveneziana potrebbe essere la prima delprogetto SILA: The Breath of TheWorld,che “trasforma i dati delle condizioniclimatiche e atmosferiche da tutta laTerra in musica e luce”. Il modello diriferimento, unico esemplare finora rea-lizzato e dunque prototipo per SILA, èla sua installazione The Place WhereYou Go To Listen, presso il Museum ofthe North di Fairbanks, in cui dati rela-tivi all’ambiente naturale vengono pro-cessati in real time da un software cheli trasforma in un sistema acustico(musica elettronica e acustica, diffusada 14 altoparlanti) e cromo-lumistico
(led colorati che illuminano uno scher-mo composto di pannelli in vetro). Lafase attuale del progetto prevede lacompilazione di un catalogo dei datiresi disponibili dagli istituti di ricercae dalle aziende che monitorano intempo reale le condizioni dell’ambien-te lagunare. Tra essi sono selezionati,con la partecipazione dell’artista, quel-li considerati più rappresentativi del-l’ambiente nella sua complessità: anda-mento dellemaree, correnti, moto ondo-so, condizioni di illuminazione e posi-zione del sole, presenza e concentrazio-ne di microrganismi e di agenti inqui-nanti particolarmente significativi.Un complesso network di informazio-ni, proveniente da vari centri di ricer-ca, sarà contestualizzato in un model-lo info-grafico digitale della lagunaveneta per comprenderne imeccanismie le possibilità, nonché per avere adisposizione un diagramma agevol-mente consultabile in cui siano indi-cizzate le posizioni relative e l’eventua-le attivazione nel tempo di tutti i “sen-sori” presenti in laguna. Il modello saràcostruito sulla base di quello già esi-stente realizzato dal CIRCE (Centro diServizi Interdipartimentali di Rilievo,Cartografia ed Elaborazione, delloIuav). Una volta individuata una sedeadatta ad ospitare l’installazione, siprocederà alla costruzione di unmodel-
lo digitale tridimensionale di essa,basato sul rilievo. Su tale modello sieffettueranno simulazioni che consen-tiranno di comunicare e verificare laforma, il funzionamento e le variazio-ni cromo-lumistiche dell’installazione.La tecnologia e i materiali illuminotec-nici necessari saranno messi a disposi-zione da aziende all’avanguardia nelsettore.
«Monumenti analoghi»: tecnologieinnovative e nuovi paradigminella rappresentazione di artefattiesemplaridirettore del progetto:Malvina Borgheriniresponsabile Emanuele Garbin
Negli ultimi anni presso lo Iuav si sonosviluppate alcune linee di ricerca sultema della rappresentazione di monu-menti – architettonici e non – caratte-rizzati da una stratificazione storica disignificati figurativi, valori documen-tari e culturali di estrema complessità inrelazione alla loro comprensione e rap-presentazione.In particolare le ricerche condotte daMalvina Borgherini ed EmanueleGarbin hanno portato alla produzionedi modelli ed elaborazioni multimedia-li di alcuni artefatti esemplari delnostro territorio (come il palazzo dellaRagione di Padova, il museo diCastelvecchio di Verona, il teatro LaFenice e le facciate delle chiese vene-ziane di Palladio a Venezia) su cui spe-rimentare e affinare criteri e metodiper l’applicazione delle nuove tecno-logie di visualizzazione e di intera-zione alla comunicazione di conte-nuti eterogenei e stratificati.Partendo da una serie di pregiudizi tec-nologici sviluppatesi negli ultimi anni
e forieri di prodotti inefficaci e privi dirisultati significativi (si pensi al propo-sito agli ipertesti come semplice tra-duzione digitale di pubblicazioni astampa, alle realtà virtuali affattoimmersive, alle interfacce troppo inva-denti), in questa ricerca si sono pro-gettati e realizzati prototipi di appara-ti grafici e informativi caratterizzatidalla possibilità:> di manipolare modelli e dati com-plessi per quantità e qualità mante-nendone l’implicita spazialità (peresempio non riducendo al piano formee relazioni tridimensionali o non tra-ducendo immagini con testi);> di esplorare modelli e immaginisecondo modalità endoscopiche, va-riando interattivamente la trasparenzadelle parti e degli strati, evidenziandoselettivamente temi e strutture senzaisolarli dall’insieme;> di riprodurre contemporaneamenteviste oggettive e soggettive per rende-re allo stesso tempo la struttura dell’e-dificio e la percezione degli spazi (sipensi alla rappresentazione di un teatroin cui ci si ponga sia l’obiettivo di simu-lare il funzionamento della macchinache quello di rendere l’illusione dellospettacolo);> di sovrapporre liberamente informa-zioni alla percezione diretta dell’ope-ra, grazie alla messa a punto di dispo-
sitivi ‘leggeri’ e ‘trasparenti’ e di formenarrative adeguate;> di attraversare facilmente le diversescale della rappresentazione e i diffe-
renti livelli di dettaglio (per esempioutilizzando modelli con vari gradi diaccuratezza, nuvole di punti più omenodense, immagini multirisoluzione);
> di accedere facilmente a gradi diver-si di approfondimento, se necessarioall’informazione più completa possibilesull’argomento (attraverso il collega-mento con archivi digitali e con moto-ri di ricerca specifici).Un convegno internazionale di studi ela pubblicazione degli atti sarannonella primavera del 2010 un’occasioneimportante per presentare le attività ele potenzialità del MeLa LaboratorioMultimediale (nuova struttura delSistema dei Laboratori dello Iuav) edell’Unità di ricerca “Rappresentazio-ne” (nella rinnovata geografia dellaricerca Iuav cellula dell’area tematica“Rappresentazione, comunicazione einterazione”) entrambi caratterizzati daun approccio differente rispetto al pas-sato e decisamente orientato ad un’in-tegrazione che, pur mantenendo la spe-cificità e la competenza disciplinarecome requisiti essenziali, pone la multi-disciplinarietà e la collaborazione incro-ciata tra i suoi obiettivi costitutivi.I progetti qui brevemente illustrati sonofrutto della collaborazione tra MeLaLaboratorio Multimediale Iuav eDirezione dei Musei d’Arte e Monu-menti del Comune di Verona (Museodi Castelvecchio), tra Sistema Labora-tori Iuav e Fondazione di Venezia (fac-ciate chiese di Palladio), tra Facoltà diArti e design Iuav e Teatro La Fenice.
percezione
tecnologie innovativeinteraction design
interazionecomunicazione
Iuav : 71 16
Infrastrutture culturali del Veneto.Percorsi di terra e d’acquanei paesaggi dell’archeologiaresponsabile Margherita Vanoreassegnisti di ricerca Andrea Petrecca,Sandro Grispantutor Francesca Zannovellopartnership esterne: Cantiere nauticoCavalier (Venezia), Veneto Strade spa,Rete Ferroviaria Italiana spa, Studio diArcheologia Tuzzato
La costruzione di nuove infrastrutturepuò essere veicolo di interpretazionedelle stratificazioni culturali di un terri-torio, proponendosi come struttura checompone e valorizza i paesaggi attra-versati mettendone in relazione i luoghipiù significativi. La conoscenza delle spe-cificità e delle criticità del territorio vene-to, guida la ricerca – iniziata nel marzo2009 e finanziata con fondi FSE – nelladefinizione di nuovi itinerari culturali,integrati alla rete di percorsi e connes-si ad azioni di riqualificazione dei luo-ghi di interesse archeologico e pae-saggistico. L’attenzione si è rivolta alterritorio della provincia diRovigo, deli-mitata e innervata da percorsi naviga-bili che ne hanno fortemente conno-tato la costruzione come l’uso indu-striale e agricolo del territorio. Tra ifiumi Po e Adige si determinano infat-ti, alle diverse scale, singolari interse-
zioni lì dove i futuri tratti autostradali(Nogara-Mare, Valdastico Sud, NuovaRomea) nel solcare un territorio preva-lentemente agricolo, intercettano siauna importante rete idrica che un con-siderevole patrimonio di archeologiaindustriale. Se i ritrovamenti riferibiliall’archeologia classica, così come quel-li ascrivibili a periodi storici preceden-ti, nel Polesine rappresentano rara-mente consistenze “visibili”, gli scavieffettuati, fatti salvi pochissimi casi,hanno portato alla luce frammenti diinsediamenti spesso asportati dai luo-ghi di ritrovamento per essere ricom-posti e mostrati al pubblico all’internodei musei locali. Numerosi sono inve-ce gli episodi che ricordano il passatoindustriale della regione: ex zuccheri-fici, tabacchifici, canapifici, ma ancheex fornaci e idrovore, diversamentelegate alla geomorfologia dei luoghi. Intali casi, dopo l’abbandono e in assen-za di un progetto che consideri il patri-monio nel suo insieme, vengono spessoattuate politiche di recupero tese solo atrasformare questi fabbricati in museidi se stessi.Sulla scorta delle problematiche rile-vate, la ricerca sta invece individuan-do una serie di azioni correlate possibili.I pochi siti archeologici già visitabili,vengono integrati nei percorsi cultura-li che questo lavoro va delineando. Per
le restanti aree – sia quelle vincolatedove i resti già individuati fanno pre-sumere la presenza di altri manufatti,sia quelle dove la consistenza archeo-logica è solo ragionevolmente ipotiz-zata ma non ancora accertata – si stan-no invece prefigurando misure di sal-vaguardia e strategie di valorizzazioneche tendano simultaneamente sia allaconservazione di quanto ancora nonportato alla luce che all’incrementodella riconoscibilità dei siti. La natura,insieme alla vocazione rurale dellaregione rappresenta, in tal senso, unimportante strumento di progetto.Per gli episodi di archeologia industria-le, invece, sono al vaglio nuovi usi, com-patibili con l’immagine di territorio.Nello specifico i diversi scenari sono incorso di verifica nell’ambito di alcunicasi studio. Uno di essi è costituito daltracciato di una linea ferroviaria dismes-sa che partendo da Adria, e attraver-sando la più estesa area archeologicavincolata della Provincia di Rovigo, con-duce adArianoPolesine.Dall’altra parte,più ad ovest, il previsto prolungamentodella Valdastico sud individua un’altra“sezione” del Polesine dove la ricercaandrà ancora a suggerire ed evidenzia-re le modalità di qualificazione di unterritorio con l’adeguata messa in rela-zione tra nuove infrastrutture e diversearcheologie di un paesaggio veneto.
paesaggi archeologici
“Memoria e rappresentazione dellaCittà”: il Museo della Cittàtra storia e attualitàDonatella Calabi
Come si possono legare i musei e lecittà, a partire da questioni di memo-ria e rappresentazione delle città stes-se? È questo l’interrogativo che ha por-tato alla costituzione dell’Unità diRicerca “Memoria e rappresentazionedella città”. La definizione di quellanuova struttura museale, che oggi indi-chiamo come museo della città, costi-tuisce una vera e propria scommessaper il futuro, in grado di coinvolgere stu-diosi e istituzioni nella realizzazione diun progetto comune. Una struttura, checon innovative modalità espositive edi comunicazione possa monitorareuna situazione in trasformazione, inmovimento; e che possa tener conto dilivelli di fruizione diversi (cittadi-ni/immigrati/turisti), coinvolgendoattivamente il mondo della ricerca, ivisitatori e le istituzioni. Un dispositi-vo, insomma, che prenda le distanze dalmuseo civico d’impostazione ottocen-tesca, ma anche dal nuovo modello diUrban Centers che in molte città ita-liane (Milano e Bologna, per esempio),ha visto la realizzazione di una formu-la riduttiva di “vetrina” di progetti sullacittà, finalizzato spesso alla costruzione
di un consenso politico.Tra questi due estremi, proponiamo disperimentare nuove forme musealipensata come luogo di riflessione e dielaborazione a partire dal contestourbano, per non “museificare” la città,ma al contrario per “urbanizzare” lafunzione museale, attribuire cioè allospazio dell’esperienza quotidiana lafunzione di rappresentare la propriaidentità, la propria storia.La conoscenza delle esperienze com-piute in campo internazionale è il primoobiettivo che si deve porre chi studiaquesta nuova forma di museo. In effet-ti, a guardare gli esempi realizzati inItalia e all’estero, sembrerebbe che lacultura del museo della città comestruttura aperta, dinamica, sia propriadel panorama europeo piuttosto chedi quello italiano ancora fortementeancorato alla municipalità: si tratta diuna grande varietà di soluzioni, comeil Museu d’Història de la Ciutat diBarcellona incentrato sul percorsoarcheologico romano nel sottosuolodella città gotica (fig. 1); oppure ilMuseumof London, che si avvale di unatecniche espositive continuamente rin-novate e aggiornate (fig. 2).L’interdisciplinarietà si è fin da subitoimposta come unico metodo di lavoropossibile: storici della città, dell’archi-tettura, urbanisti, storici del cinema,
dell’arte e della fotografia, che da annilavorano singolarmente sui problemidella trasmissione e rappresentazionedella storia della città collaboranoognuno secondo le proprie specifichecompetenze, con il coordinamento diDonatella Calabi. Obiettivo del grup-po di ricerca, il cui lavoro è organizza-to sulla base di riunioni periodiche, èquello di mettere a punto una serie distudi scientifici e di manifestazioni.L’organizzazione di questa serie di ini-ziative (seminari e giornate di studio)servirà anche per consolidare le rela-zioni in parte già avviate con organi-smi istituzionali e gruppi di ricercaimpegnati nello stesso ambito. In que-sto contesto, l’Unità di ricerca si pro-pone come un punto di riferimento perconfrontare iniziative, suggerire nuoveiniziative e soprattutto nuovi percorsi diricerca; fino a diventare un luogo aper-to alle discussioni, che possa facilitareil lavoro di network anche attraversocontatti internazionali. Inoltre, l’unitàdi ricerca intende promuovere la valo-rizzazione dei patrimoni fotografici,cinematografici e audiovisivi presentinel territorio (a partire dall’Asac)soprattutto per quanto concerne la sto-ria urbanistica, architettonica, sociale,istituzionale e la storia degli eventi cul-turali di maggior impatto nel territo-rio; e parallelamente sollecitare una
riflessione teorico-metodologica preli-minare sul ruolo del cinema e degliaudiovisivi nei processi di rappresen-tazione della città e di trasmissionedella memoria.Oltre ad aver promosso una serie diincontri sui temi della storia dellacittà e sul ruolo dell’informatica edel cinema nella rappresentazionedei fenomeni urbani, l’Unità di ricer-ca ha anche avviato una collaborazionecon la Fondazione di Venezia per lacostituzione del Museo M9 a Mestre.Nucleo di documentazione sulle gran-di trasformazioni urbane e infrastrut-turali del Novecento, il nuovo Museorappresenterà un importante contestooperativo da confrontare con le inizia-tive internazionali. Il finanziamento diun assegno di ricerca e la commissio-ne di un volume sulla storia del sito sucui sorgerà il futuro museo sono stati
i primi risultati di questa cooperazio-ne. Infine, la assegnazione di alcunetesi di laurea inerenti al museo dellacittà persegue l’obiettivo di radicaremaggiormente la ricerca nel territorioveneto, ma anche quello di formarenuove professionalità altamente spe-cializzate e idonee a partecipare atti-vamente al progetto di creazione e alprocesso di sviluppo dei futuri Museidella città nella regione Veneto, in col-laborazione con gli enti locali. Una figu-ra professionale di questo tipo potreb-be favorire inedite sinergie tra impre-se e industria culturale, contribuire aduna maggiore identificazione dei cit-tadini con il contesto in cui vivono, madi cui spesso sfuggono tanto le ragio-ni storiche quanto le possibilità di svi-luppo future e infine proporre nuoviitinerari turistici, con il relativo proces-so di ricaduta economica sull’indotto.
museo della città
valorizzazionestoria della città
museo M9 a Mestre
te ricchezza individuale, ma contribui-sce al benessere di una comu-nità/collettività. Si tratta allora di sta-bilire una relazione tra la fatica e l’o-stilità di abitare la città quotidiana ele politiche e i progetti volti a garanti-re maggiore benessere; di pensareall’infrastruttura urbana come esito,deposito fisico delle politiche di wel-fare urbano.Occuparsi dello spazio del welfarerichiede oggi di osservare la città e ilterritorio provando a costruire descri-zioni tecnicamente pertinenti dellecaratteristiche che questi spazi assu-mono oggi, ma anche avviando esplo-razioni progettuali delle potenzialitàimplicite nel territorio. In particolareabbiamo fatto ciò assumendo il terri-torio veneto come campo di sperimen-tazione.Detto diversamente questa ricercaindaga l’intenso uso e consumo delcapitale fisso esistente provocato dalleforme di sviluppo della città contem-poranea, chiedendosi: qual’è il nuovocapitale fisso e come si produce? Qualisono i nuovi beni comuni, la “felicitàcollettiva” che i fenomeni urbani recen-ti sono stati in grado di costruire?
città delle politiche di welfare state.> in secondo luogo perchè lo spaziodel welfare costituisce uno dei luoghi incui il cittadino mette a punto la pro-pria identità e forma il proprio spiritodi cittadinanza. E questo spazio risul-ta allora ancora più importante oggi,per accogliere i tanti immigrati che cer-cano nelle nostre città non solo unacasa e un lavoro ma anche nuovi dirit-ti (e doveri) di cittadinanza.> in terzo luogo perchè interessarsi allospazio del welfare significa occuparsidei temi dell’urbanità, della mixitè,della costruzione di tessuti urbani abi-tabili, confortevoli, sani e sicuri. Il con-fronto e lo scambio tra esperienze ebest practices su questi temi può con-tribuire a migliorare la qualità com-plessiva della città.Occuparsi dello spazio del welfaresignifica fare i conti con la fatica di abi-tare molti pezzi di città e di territoriocostruiti a partire dal secondo dopo-guerra, con l’ostilità che estesi brani ditessuto edificato manifestano nei con-fronti di tutti gli abitanti, e non sola-mente di quelli appartenenti alle fascedi età estreme o diversamente abili.Partendo dall’insieme dei caratteri edegli elementi responsabili della fati-ca di abitare forse è possibile fare emer-gere l’infrastruttura urbana, cioè qual-che cosa che non produce direttamen-
Lo spazio del welfare.Comfort, sicurezza e salubrità nellacittà contemporaneaStefano Munarin, Maria Chiara Tosi
Oggetto della ricerca è lo spazio delwelfare costruito a partire dalla secon-da metà del XX secolo e lungo il primodecennio del XXI secolo in Europa,quell’insieme di spazi di socializzazio-ne e di vita collettiva, di servizi edattrezzature che, pur tra molti limiti,hanno cercato di garantire comfort,salubrità e sicurezza alla città, dandoforma concreta alle politiche del wel-fare state. Occuparsi di questo temarisulta urgente per tre ragioni:> in primo luogo perché queste attrez-zature e servizi, la presenza diffusa diqueste dotazioni pubbliche (scuole eospedali, parchi e campi sportivi, cen-tri sociali e biblioteche), seppur nonsempre correttamente localizzate o rea-lizzate, costituisce a nostro parere unadelle caratteristiche della città euro-pea contemporanea, uno dei suoi fat-tori d’identità. Detto in maniera diver-sa, se dal passato ereditiamo quali ele-menti di identità le piazze o i teatri, lechiese o i castelli, a partire dal Nove-cento ciò che distingue la città euro-pea da quella di molte altre parti delmondo, è invece la presenza di prodot-ti del welfare, la traduzione fisica nella
welfare
spazi urbanisalute
traffico
cittadinanza
politiche per la città
Un manuale per la moderazionedel traffico predisposto da Iuave dalla Ussl 20 di VeronaArmando Barp, Domenico Bolla
Le ricerche più recenti su alcune pato-logie cronico-degenerative tipiche dellanostra società (malattie cardiovascola-ri, obesità, diabete e tumori) eviden-ziano che non esistono ancora cure far-macologiche efficaci in maniera deci-siva, come lo sono stati per esempiogli antibiotici per le malattie infettive,ma che tali patologie possono esserecontrastate e prevenute con stili di vitapiù attivi. È stato dimostrato che cam-minare di buon passo mezz’ora al gior-no contribuisce positivamente ad evi-tare l’insorgere di queste patologie. Eancora studi fatti dai giapponesi hannodimostrato come chi vive in vicinanza diaree verdi (parchi o viali alberati) abbiamaggiori aspettative di vita rispetto achi abita in zone senza verde. Questosignifica che, ancora una volta, l’orga-nizzazione urbana influisce in manieranon marginale sulla salute dei cittadi-ni e che, come è successo in passato, itecnici di igiene e sanità e gli urbani-sti debbono collaborare per creare unambiente più favorevole alla salute deicittadini. Per una vita più attiva è cer-tamente desiderabile dedicarsi consistematicità a qualche sport. Ma non
di rado l’attività sportiva risulta diffi-cile da praticare per via dei costi delleattrezzature e del tempo richiesto, men-tre tutti possono camminaremezz’ora algiorno anche come piacevole alterna-tiva ad altre modalità di trasporto (sipensi al tempo perso in auto o all’usodell’ascensore invece delle scale).Sulla scorta di tali considerazioni ilDipartimento di Prevenzione della Ussl20 di Verona ha iniziato una collabo-razione con il Dipartimento di Urba-nistica dell’Università Iuav di Veneziaallo scopo di attivare pratiche urbani-stiche che favoriscano la mobilitàpedonale, la ciclabilità, la presenza dispazi e reti di verde... Il primo risulta-to di questa ricerca è il manuale “Spaziper camminare” a cura di ArmandoBarp e Domenico Bolla, oggi in fase dipubblicazione presso Marsilio editore:una guida per la progettazione di inter-venti di moderazione del traffico e lacreazione di percorsi pedonali sicurial fine di garantire a tutte le categoriedi persone, e in particolare ad anzianie bambini che sono quelle più deboli, lapossibilità di camminare senza rischi.Il manuale tocca molti argomenti con-nessi al tema della pedonalità nellospecifico contesto della urbanizzazio-ne del territorio veneto. Dopo una pre-messa del Direttore del Dipartimento diPrevenzione della USSL20 di Verona
sui problemi sanitari e sulla necessità difavorire la mobilità pedonale e cicla-bile per la salute dei cittadini, il testoaffronta il tema delle caratteristiche delterritorio Veneto ed in particolare diquella forma di urbanizzazione notacome “città diffusa”. Una forma urba-na che presenta molti problemi perquanto concerne la mobilità e la qua-lità degli spazi pubblici, ma anche perquanto riguarda i rapporti sociali e ilsenso di appartenenza degli abitantiai luoghi. Il manuale propone interpre-tazioni sulle cause di tali fenomeni eipotesi di riorganizzazione urbanisticaal fine di determinare un sistema dimobilità e di localizzazione delle fun-zioni più efficiente. Le proposte perl’oggi sono precedute da un breveescursus sui modi con i quali urbanistie tecnici hanno tentato in passato di farfronte alle crescenti difficoltà del rap-porto tra urbanizzazione e automobileprivata. Le soluzioni proposte, il lorogrado di efficacia, successi e insucces-si sono sinteticamente ripercorsi ancheal fine inquadrare culturalmente leattuali tecniche di intervento. La descri-zione di tali tecniche costituisce laparte propriamente manualistica. Iltesto descrive le modalità di interven-to appropriate nelle diverse situazioniurbanistiche, dal centro storico alleperiferie urbane, alle aree ad urbaniz-
zazione diffusa. Una particolare atten-zione è dedicata alla moderazione deltraffico, e quindi alle “zone 30” e alle“zone residenziali” (woonerf), comemodalità di intervento valide per moltezone residenziali, ma che possono esse-re estese a strade di attraversamentodi paesi, strade commerciali, strade diaccesso alle scuole ecc.Infine il manuale affronta il problemadi fondo: i passaggi per arrivare ad unbuon progetto a partire dalle analisi delluogo e dei flussi, alla individuazionedei problemi, alle ipotesi generali di
intervento; con una vera partecipazio-ne dei cittadini durante tutte le fasi.Un ricco corredo di schede descrive iprincipali elementi che possono esse-re utilizzati nella riconfigurazione dellastrada e che riguardano sia il profiloverticale che orizzontale.Il manuale è indirizzato ai tecnici delleamministrazioni pubbliche, ai profes-sionisti, agli studenti di architettura edingegneria, ma può essere utile anchead associazioni di cittadini e singolepersone che intendono farsi un’ideanon generica su questi temi.
mobilità
sostenibilità
design
comunicazione
Ricerca, progetto e comunicazioneper l’ambiente e il territorio: il bikesharing della Provincia di Trevisoresponsabile Raimonda Riccinicoordinamento Iuav Chiara Paganicoordinamento Provincia di Treviso:Ubaldo Fanton, Paola Gallina eLuisa Memoprogetto sistema bicicletta:Carlo e Giorgio Gaino con UmbertoMezzasoma e Chiara Silvestriprogetto logo Karim Tomasinoprogetto comunicazione GiorgioCedolin con Damiano Fraccaro,Karim Tomasino, Matteo Zago
La ricerca si sviluppa nel 2008-09 all’in-terno di un progetto europeo di valo-rizzazione dei sistemi di mobilitàalternativi, al quale aderisce l’asses-sorato all’Ambiente e all’Ecologia dellaProvincia di Treviso.L’attenzione alle politiche ambientalie alle loro ricadute sociali determina unquadro complesso, nel quale sono coin-volti diversi protagonisti, dal capoluogoai comuni trevigiani, alle industrie loca-li, alle realtà formative come l’Univer-sità Iuav che ha a Treviso un insedia-mento molto radicato (sede delle lau-ree triennali di Disegno industriale edi Moda e della laurea magistrale diDisegno industriale del prodotto).
Si tratta dunque di un progetto chevalorizza il genius loci creativo e pro-duttivo del territorio.Il programma integra diversi aspetti:da quello della comunicazione delle ini-ziative della Provincia sul tema dellamobilità leggera, fino alla progetta-zione della bicicletta, delle pensilineper il ricovero e del sistema di attrez-zature e servizi per il funzionamento delprogetto di bike-sharing.
A differenza di servizi simili già attiva-ti in altre città italiane, quella che si èrealizza a Treviso è una collaborazionepeculiare, che ha incorporato aspettidi ricerca, soprattutto nella parte rela-tiva al progetto della bicicletta.L’intervento progettuale non si è limi-tato a ridisegnare, sulla base di untelaio esistente, una bicicletta concaratteristiche formali riconoscibili ecaratterizzanti. Piuttosto, partendo dal-
l’analisi di molteplicità di requisiti indi-spensabili – ergonomia e facilità di uti-lizzo, sicurezza in ogni singolo compo-nente di mezzo e rastrelliera, funziona-lità estesa a tutti i tipi di utenza, accor-gimenti precauzionali contro gli attivandalici, resistenza al logorio, impiegodi tecnologie semplici, riduzione deicosti – ha finito per progettare una bici-cletta ad hoc e le relative rastrelliere.I prototipi sono stati realizzati da due
aziende scelte tra quelle del distrettodella bicicletta presenti sul territorio.L’opportunità di contribuire a proget-tare un servizio per la propria città, laprospettiva di vedere un’idea realizza-ta nel concreto grazie al confrontodiretto con le aziende produttrici, lariflessione sui temi della sostenibilità,che contraddistingue oramai da diver-si anni tutta la ricerca dell’ateneo e inparticolare la didattica e la ricerca della
laurea magistrale in Disegno industria-le del prodotto, sono stati il motoredella collaborazione con la Provinciadi Treviso.A questo si è sviluppata una secondaazione, che ha coinvolto gli aspetti gra-fici e della comunicazione: in tale ambi-to è nato il nuovo logo “Facciamo lamossa giusta”, che caratterizza tuttele attività provinciali dedicate all’am-biente (oramai ampiamente in uso
dagli uffici interessati), risultato di unconcorso lanciato tra gli studenti, e coe-rentemente è in corso il progetto fina-lizzato al concept per la campagna pro-mozionale che accompagnerà il servi-zio, che sarà attivo sul territorio deidiversi comuni che hanno aderito.
18Iuav : 71 19Iuav : 71
fotografia
Luca
Delle
Ved
ove
Iuav : 71 21
Venezia sistema Mose. Studidi inserimento architettonico delleopere mobili alle bocche lagunariper la difesa dalle acque alteCarlo Magnani
Nel 2004, il Magistrato alle Acque haaffidato all’Università Iuav di Venezialo studio per “l’inserimento architetto-nico e paesaggistico delle opere mobi-li alle bocche lagunari”.L’incarico del Magistrato alle Acque hafatto seguito a un’indicazione delmini-stero dei Beni Culturali e Ambientali,formulata nell’ambito dell’approvazio-ne del progetto definitivo delle operealle bocche, comunemente note come“Mose”.Gli studi di inserimento architettonico epaesaggistico, tuttora in corso, hannoprodotto una serie di proposte con cuisi affronta il problema della definizionedi differenti scenari di conformazionedelle opere fuori terra del sistemaMose, strettamente connesse al fun-zionamento delle barriere mobili.All’interno di problematiche comuni,ciascuna bocca di porto pone specifi-che questioni sia di funzionalità che diconfigurazione delle necessarie rela-zioni fra manufatti e paesaggio in undialogo serrato tra preesistenze e nuoveterre emerse.
Ab Arimino recto itinere Ravennampm XXXIII inde navigator septemmaria Altinum usque (ItinerariumProvinciarum Antonini Augusti)
Profondità storica, estensione geogra-fica, caratteri insediativi dei territorioccidentali dell’alto Adriatico.Ma, nel confronto con l’ItinerariumAntonimi, interessa sottolineare la fra-gilità dei sistemi lagunari estesi, anco-ra nel secolo, da Ravenna a Grado.Dalla Via Popillia, raggiunta Adriaattraverso corsi d’acqua e canali artifi-ciali, si staccava un percorso navigabi-le che portava ad Altino toccandoClodia (Chioggia), Portus Medoacus(Malamocco) e altri insediamenti lungola ronda, i litorali e le terre emerse.Oggi, le lagune a sud del Po sono scom-parse: interrate, incluse negli ampisistemi vallivi di Comacchio o riassor-bite nel mare aperto lasciando, debolitracce, i sistemi dunosi a ridosso deilidi a sud di Pomposa.Ma dal Delta a Grado, l’intera fasciacostiera si presenta come lungo e com-posito sistema lagunare. Cangiante.Perché quello delle lagune è un pae-saggio instabile.A Venezia per secoli, incessanti lavoridi trasformazione hanno allargato l’am-bito di influenza del territorio lagunare.Opere orientate a evitarne il naturale
processo di interramento da un lato,l’invasione del mare dall’altro,L’artificio ha costantementemodificatoi caratteri dei luoghi: l’intera geogra-fia del Veneto è mutata, nel tempo, infunzione della conservazione e del rin-novamento della capitale e del suoambiente.Nel tentativo di difendere Venezia danemici esterni, con la costruzione di uninterminabile arcipelago di isole artifi-ciali su cui organizzare i presidi milita-ri; nel tentativo di difendere Veneziadallo stesso elemento primo, vitale, sucui è fondata, ridisegnando le reti idri-che minori, costruendo nuove argina-ture, scavando canali artificiali e infi-ne deviando fiumi interi.Si può, si deve contribuire alla difesadella “città estuario”. Anche tornando adiscutere sui luoghi in cui le correntiuscenti si scontrano con la mareaentrante,Ogni volta la trasformazione ha rap-presentato un pericolo e un’opportu-nità per Venezia.Pericolo di alterare il sistema idrodina-mico su cui si reggono la città e la sualaguna. Straordinaria opportunità dirinnovarne le sorti.
Andrea Groppello e Paola Virgioli
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c. Caratterizzazione delle opere d’artestradali, in relazione ai territori attra-versati, con particolare riferimento allesoluzioni tipologiche e alla scelta deimateriali, dettagliando l’analisi per icasi di nuove opere e per la gestione– adeguamento funzionale e sismicodelle opere stradali della SS 14 (coor-
dinatrice prof.ssa Serena Maffioletti)d. Definizione di un capitolato d’ap-palto tipo che riassuma gli elementi egli standard di qualità del progetto distrade, sulla base dei risultati degliapprofondimenti svolti nel primo annosulla qualità dei progetti stradali inEuropa e sulle connesse procedure di
studio, progettazione ed esecuzione.Contestualmente è stato sottoscritto unAccordo Quadro i cui obiettivi sonoquelli di continuare il reciproco rappor-to di collaborazione tra Anas e Iuav nel-l’ambito della ricerca e di studi appli-cati inerenti le infrastrutture viarie, e diindividuare una struttura permanente
da adibirsi a Centro Studi (e Osserva-torio) dedicato principalmente alloStudio, alla sperimentazione, all’appli-cazione pratica delle attività di integra-zione tra progettazione della infrastrut-ture stradali e i connessi riflessi con l’in-tegrazione modale e le problematicheambientali e del territorio.
La “Nuova Strada Romea”:spazi e figure di un strada turisticaSerena Maffioletti, Roberto Sordina,Marialuisa Dus
La Strada Statale Romea (SS309) haprogressivamente assunto la funzionedi strada di connessione nord-sud dirilevante importanza nazionale, semprepiù utilizzata da mezzi di trasportopesante, la cui massiccia presenza haconcorso a definirla come la strada apiù alto rischio del Paese.Ripensare la Romea nella prospettivadell’inserimento in un quadro infra-strutturale nuovo, segnato dalla realiz-zazione della Nuova Romea Commer-ciale (E 55, strada a traffico seleziona-to con caratteristiche autostradali),significa compiere scelte progettualiinnovative, finalizzate a una comples-siva ridefinizione della Romea stessa,che, liberata dal traffico pesante, acqui-sirebbe forme di fruizione diverse, coe-renti con la specificità dei territori attra-versati e con la domanda sociale di sicu-rezza e funzionalità che si sta manife-stando.La ricerca progettuale definisce ele-menti di innovazione capaci di concor-rere alla trasformazione della SS 309in una strada rinnovata, in un’infra-struttura di connessione tra il sistemainsediativo litoraneo e quello delle città
e degli insediamenti agricoli di anticafondazione del retroterra. La “nuovaRomea” qui proposta non sarà a scor-rimento veloce, utilizzata dai mezzipesanti, ma a traffico “lento”, funzio-nale non solo al miglioramento dellacondizione abitativa di quella “cittàlineare” che per estesi tratti si struttu-
ra lungo il suo tracciato, ma anche allaridefinizione dei modi e dei livelli diaccessibilità ai molti centri balnearisorti lungo la costa e alla realizzazio-ne di un tipo infrastrutturale che deno-miniamo “strada turistica”, i cui primifruitori sono quanti lì abitano e lavo-rano. La strada dovrebbe diviene non
solo strumento di caratterizzazione eriqualificazione morfologica del terri-torio, dei suoi paesaggi e dei centriurbani, ma anche infrastruttura conalti standard di sicurezza, finalizza-ta allo sviluppo e alla valorizzazionedel turismo nel vasto territorio com-preso tra Venezia e Ravenna.
La SS 309 attraversa il centro di Sant’Anna di Chioggia:1.2. Viste del rapporto spaziale e funzionale tra i percorsi pedo-nali, le piste ciclabili e il nastro stradale, e tra questi, le bar iereacustiche e l’insieme delle opere per la messa in sicurezza dellastrada isezionata3.4.5. Sezioni AA, BB, CC6. Planimetria: il risezionamento della strada iqualifica la strut-tura morfologica e funzionale delle aree u bane attraversate
La rete plurimodale dei trasporti delNordest: archi stradali e ferroviari dicollegamento e nodi intermodali.coordinatore Agostino CappelliConvenzione Anas– Iuav (2007-10)Convenzione Autorità portuale diVenezia, progetto europeo SONORALa convenzione sottoscritta il 23 marzo2007 tra ANAS spa e Università Iuav diVenezia prevede che siano svolte quattrospecifiche attività di ricerca, cui corri-sponderanno i prodotti del lavoro, dacompletare nell’arco di un triennio, mache al termine di ogni anno dovrannoprodurre specifici risultati, seppure par-ziali. In particolare la Convenzione pre-vede che siano affrontati i seguenti temi:a. Studio del sistema stradale delVeneto centrale per il miglioramentofunzionale dell’integrazione con il siste-ma intermodale (stazioni ferroviarie edSFMR, porti, interporti, aeroporti) edanalisi del problema della sicurezzastradale (attività svolta dall’Unità diRicerca Trasporti, Territorio e Logistica,coordinata dal prof. Agostino Cappelli)b. Studio progettuale di soluzioni tipoper adeguamento di elementi caratte-ristici di infrastrutture stradali dalpunto di vista funzionale e architetto-nico-progettuale, con riferimento allavariante della SS 14 in territorio diPortogruaro (coordinatore il prof.Roberto di Marco)
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paesaggiomorfologia lagunare
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Spazi urbani per un abitare socialea Padova, un progetto per l’area divia del CommissarioLaboratorio interfacoltàLaboratorio integrato di: composizionearchitettonica, urbanistica,progettazione strutturale.docenti Eleonora Mantese, FabrizioPaone, Francesco Steffinlongocollaboratori Maria Rita Baragiotta,Alessandro Simioni, Ugo Rossi,Francesco Palazzo, Davide Zanella,Enrico Dusi, Sebastiano Roveroni,Luca Ugolini
Nell’orizzonte di Venezia. Nuovispazi per abitare la lagunaFacoltà di architetturaCorso di laurea specialisticain architettura per la cittàLaboratorio integrato primo annodocenti Riccardo Cianchetti, EdoardoDanzi, Fernanda De Maio, GiusaMarcialis, Alessandra Quendolocollaboratori Luciano Claut, AntonellaIndrigo, Emanuel Lancerini, DanieleLevi, Francesco Trovo, Paola Virgioli,Francesca Zannovello
Vuoti a rendere.Progetti per lo Scalo MottaFacoltà di architettura.corso di laurea specialisticain architettura per il paesaggio.Laboratorio integrato 2Bdocenti Paolo Ceccon, Michela De Poli,Paolo Faccio Luigi Latini, Franco Panzinicollaboratori Anna Costa, AdrianoMarangon, Riccardo Palmieri ElenaSecone, Paola Toniato, Alessia Vanin
Sui progetti degli studenti è stata alle-stita una mostra presso il Museo diSanta Caterina, piazzetta Mario Botter1, Treviso 7 > 21 marzo 2009
Urban gardens. I giardini segretiWorkshop interfacoltàdi autoformazione8 > 13 giugno 2009docenti Maria Pia Cunico, Facoltà diarchitettura, Leonardo Filesi, GiulioErnesti, Facoltà di pianificazione.collaboratore Leonardo Marotta.Definire un progetto, riorganizzando glielementi arborei/arbustivi, inserendonuovi elementi di arredo funzionali aduno spazio universitario, ripensare nelsuo insieme le funzioni di un giardinoveneziano, arrivando a strutturare lefasi di intervento per la successiva can-tierizzazione.
Delta del Po. La costruzionedi scenari in territori fragiliLa costruzione di scenari sostenibili peril territorio del Delta del Po e la lorocomunicazione alla società locale.
sede Osservatorio sul territorio delDelta del Po, Taglio di Po, Rovigodocenti Giovanni Anceschi, MateldaReho, Maria Chiara Tositutors Enrico Anguillari, EmanuelaBonini, Davide Fornari, FrancescoMusco, Marco Ranzato
La domanda implicita è: quali paesag-gi futuri per il Delta del Po?Il compito che la Summer School si pre-figge è in primo luogo di individuarerisorse e criticità del territorio del Deltadel Po e di predisporre scenari per il loroutilizzo virtuoso.Una parte del lavoro è dedicata al con-fronto con altre aree deltizie europee,caratterizzate da precise fragilità e stra-tegie di sviluppo, con l’obbiettivo dimettere in luce tratti comuni e prati-che utili alla definizione di progetti epolitiche di trasformazione.www.osservatoriodeltadelpo.com
Archeology’s placesand contemporary uses21 settembre > 3 ottobre 2009workshop internazionale: UniversitàIuav di Venezia, Università Politecnicade Catalunya) e la Manchester Schoolof Architecture (Manchester Metropo-litan University)
Il progetto di piccole strutture, spessodestinate ad assumere solo un ruolotemporaneo, di protezione degli scaviarcheologici, oppure di creazione di luo-ghi di sosta, informazione e servizio,può creare in molti casi l’occasione permettere in relazione fattori diversi e farsì che quegli stessi elementi siano qua-lificanti di un particolare contestosegnato dalla presenza di rovine didiversa entità e importanza.Nello specifico saranno quindi affron-tate quelle problematiche progettualicorrelate alla costruzione in areaarcheologica di piccole strutture,quali coperture delle rovine, tratti direcinto, aree di sosta e luoghi di pro-tezione, elementi di informazione, loca-li per biglietterie e servizi.Caso studio per il Veneto: ConcordiaSagittaria.Mostra dei progetti 3 > 13 ottobre 2009Venezia, Cotonificio Veneziano.
Anomalie Urbane. make worldsbefore buildings – Luoghi comuni22 > 27 ottobre 2009workshop interfacoltà: pianificazione,architettura, design, comunicazione,socialitàciclo di autoformazione organizzatodall’Onda anomala di VeneziaParteciperanno al workshopi collettivi Refunc, Do Knit Yourself,Guerrilla Gardening, Magda Sayeg(Knitta Please), iStrike Foundation,ASC (agenzia sociale per la casa)e il gruppo Rebiennale
Il workshop si snoda in una serie diinterventi “deboli e diffusi” che nelquartiere di Santa Marta, insieme agliabitanti e agli studenti delle Facoltàdi architettura e design e arti, e a Ca’Tron nella sede della Facoltà di piani-ficazione del territorio, intrecciandosicon il workshop “Giardini Segreti”, mira-no a creare situazioni che permettanotramite nuovi spazi di fermata la per-manenza dell’outsider e fungano dablocchi di flusso.Obiettivo è facilitare a Santa Martaun’interazione tra diverse identità checoabitano senza dialogo nella stessaarea, trasformando spazi “inerti” e dipassaggio in connettori sociali e per-mettere invece a Ca’ Tron lo sviluppodel rapporto tra studenti e città.
Nuove tecnologie e informazionee territorio, ambiente e paesaggio29 giugno > 11 lugliosummer school promossa e organizza-ta dall’Università Iuav di Venezia,dalla Fondazione per l’Università el’Alta Cultura in provincia di Belluno,BIM Piave e UniSky srl
Obiettivo del workshop: sperimentaremodelli innovativi per il monitoraggiodel territorio orientati alla costruzionedi quadri conoscitivi condivisi tra i sog-getti coinvolti nelle azioni di governodel territorio. Il percorso metodologi-co e pratico è stato testato sull’areacampione di Cencenighe-Agordino(Prov. Belluno) e supportato da: 96 oredi didattica frontale e laboratoriale;rilievi sul campo con piattaforme aeree,terrestri, natanti, reti di sensori, UAV emicro dispositivi; quattro project worka tema (rischio idrogeologico, energiae montagna, cambiamenti dell’uso delsuolo, Info-mobility); la condivisionedei dati utilizzati e prodotti con la piat-taforma Web Open Source GeoSDI svi-luppata dal CNR IMAA per laProtezione Civile Nazionale.www.ricercasit.it/summerschoolfeltre
Workshop residenziale di progetta-zione urbana sul Lago di GardaTorri del Benaco – Verona18 > 22 maggio 2009Facoltà di Pianificazione del territorio,in collaborazione con Facoltà di designe arti e Facolta di architetturacoordinatore Davide Longhi
Il workshop è stato proposto comeoccasione di esplorazione e sperimen-tazione su reti dello spazio pubblicourbano. La progettazione è intesa comemodalità di interazione con luoghi,popolazioni e istituzioni civiche fina-lizzata a irrobustire la dimensione col-lettiva dei contesti selezionati.La presenza di studenti delle tre facoltàfavorisce l’integrazione disciplinare, ilconfronto fra diverse forme di cono-scenza (disciplinare e ordinaria), lamessa a punto di approcci comple-mentari al progetto. L’esperienza didat-tica si è conclusa con una mostra aper-ta alla cittadinanza.
Laboratorio di pianificazione delterritorio 2008Facoltà di pianificazione del terrirtorio.Corso di laurea in scienza dellapianificazione urbanistica e territorialeLaboratori di pianificazione delterritorio Bresponsabili Antonino Marguccio,Luciano Vettoretto.collaboratori Alessandra Gattei,Massimo Maso
Il laboratorio costituisce un percorsoformativo orientato alla comprensio-ne/interpretazione di contesti urbano-territoriali sui quali mostrare l’adde-stramento al progetto.Il campo applicativo individuato nellaterraferma veneziana ben si presta allasperimentazione di itinerari di avvia-mento e di formalizzazione del proget-to di territorio.La restituzione dei temi progettuali siè concretizzatra attraverso la redazio-ne di documenti strategici, schemidirettori e progetti di ambito.2 > 13 febbraio 2009 > esposizione deilavori degli studenti del Laboratorio
La casa a basso costo9 > 24 luglio 2009Facoltà di architetturaCorso di laurea specialisticain architettura per la costruzioneex Convento di San Francesco,Conegliano (TV)docente Pierantonio Val
Il tema del social housing è da sem-pre un tema fondante del dibattitoarchitettonico. Nell’intenzione di con-siderare il lavoro dell’architetto in unquadro di utilità pubblica e sociale, ilworkshop vuole portare gli studenti asperimentare e riflettere su tale argo-mento di grande importanza, attualitàed interesse. ll corso prendeva comeriferimento il bando del concorso"SAIESelection 09" allo scopo di seleziona-re 24 progetti e/o idee (12 per la cate-goria giovani progettisti e 12 per la cate-goria studenti) sul tema “Soluzioni abi-tative sostenibili a basso costo e abasso consumo energetico”.Ben tre progetti sono stati selezionatitra i 12 progetti premiati per la catego-ria studenti. Nello specifico gli studen-ti Mauro Berti, Irene Bonente, Alessan-dro Pizzolato dell’Università Iuav diVenezia hanno vinto il primo, il secon-do e il terzo premio della categoriacostruzioni a basso costo in “Con-crete”.
Governo e gestione delletrasformazioni delle aree urbane.Il caso della città di Vicenzaaprile > giugno 2008Facoltà di pianificazione del territorioCorso di laurea in pianificazioneurbanistica e territorialeLaboratorio di urbanistica, secondoannoresponsabile Chiara Mazzoleni
L’attenzione viene orientata sulla tra-sformazione dell’area industriale, conl’obiettivo di attribuire a questa partedella città un carattere urbano.Gli studenti del laboratorio hanno pre-sentato l’esito del loro lavoro presso ilForum Center di Vicenza, in presenzadi assessori e rappresentanti di istitu-zioni della città, ottobre 2009.
Parco, infrastruttura, luoghi centralie della prossimità: riprogettare lospazio pubblicoFacoltà di architetturaCorso di laurea in scienzedell’architetturaLaboratorio di progettazioneurbanistica 1docente Paola Di Biagicollaboratori Sara Basso, ClaudiaMarcon, Mirko Pellegrini, conLuca Del Fabbro e Nicola Vazzoler
L’area di progetto è il settore della ter-raferma veneziana che dal parco di SanGiuliano si sviluppa lungo la strada sta-tale n. 14 bis, via Orlanda, sino ai cen-tri di Campalto e Tessera. Diversi sce-nari di trasformazione sono stati ela-borati ponendo particolare attenzioneai tre quartieri di edilizia residenzia-le pubblica che qui si possono ricono-scere, il villaggio San Marco, il peepPertini e il villaggio Laguna, realizzatinel secondo Novecento e esito di diver-se idee di spazio abitabile e strategiedi espansione per la città di Mestre.Al centro delle ipotesi progettuali ela-borate dagli studenti vi sono state dif-ferenti declinazioni del tema dello spa-zio pubblico; in particolare, parco, infra-struttura, centralità e spazi collettivisono i dispositivi attraverso i quali sisono ipotizzate nuove connessioni tra letre parti di “città pubblica” individua-te e più ampi contesti territoriali.
Piano urbanistico attuativo degliambiti dismessi di Marghera:Il nuovo water front di Marghera –MestreFacoltà di pianificazione del territorioCorso di laurea specialistica inpianificazione della città e del territorioLaboratorio di progettazioneurbanistica a.a. 2008–09docente Stefano Boatocollaboratori Carlo Giacomin,Endri Orlandin
Oggettodelworkshop: rielaborazionedelPiano direttore generale di tutte le areeVEGAedelPianourbanisticoattuativodelle aree dismesse ancora libere. Oltrealle prevalenti funzioni dedicate a ParcoScientifico Tecnologico, sono state avan-zate anche proposte innovative: dallaFiera all’Auditorium, dalMuseo al CentroConvegni, dal Centro di Servizio allaNautica alla Università di ArchitetturaNavale.Aogni gruppodi progettazioneèstato chiesto di elaborare a confrontodue ipotesi alternative, una prima mini-male e una seconda ottimale con alcu-ne modifiche degli attuali condiziona-menti alla progettazione: apertura diret-ta al fronte acqueo sul Canale Brentelle,recupero di edifici di archeologia indu-striale di alto valore.La Giuria internazionale di Urban-promo ha inserito il progetto coordi-nato dai tre gruppi del Laboratorio diprogettazione urbanistica tra i 10 pro-getti urbanistici selezionati tra i 27 par-tecipanti. Il progetto sarà espostoanche a Urbanpromo 2009 (PalazzoFranchetti).
Una Torre sui bordi lagunari25 settembre > 9 ottobre 2009Facoltà di architettura.Corso di laurea specialistica inarchitettura per la costruzione.docente Luigi Croce.
Il workshop affronta il tema della pro-gettazione di un edificio a torre dimediaaltezza (100mt). Sul piano didattico talescelta vuole offrire allo studente l’op-portunità di compiere un’esperienza diprogettazione di un edificio alto,affrontando gli aspetti tecnico-costrut-tivi più qualificanti.Il rapporto cogente e stringente traforma e tecnica è sempre stato ineludi-bile in qualsiasi epoca e per qualsiasitipologia di edifici, questo emerge inmodo particolarmente netto nel casodell’edificio alto.
Valorizzazione turistica della Rivieradel Brenta. AAA Padiglione cercasisettembre 2009Facoltà di architetturaCorso di laurea magistrale inarchitettura per la sostenibilitàworkshop del Fondo sociale europeodocenti Giancarlo Carnevale,Esther Gianitutor Maria Pesaventopartner Confindustria Veneziae Gruppo imprenditori turistici dellaRiviera del Brenta (GIT)
Il progetto individua nelle fasce di per-tinenza del fiume Brenta (urbane, pe-riurbane, di campagna) un’area o unsistema di aree particolarmente com-plesse dal punto di vista turistico: ci siripropone di lavorare sulle potenzialitàofferte da questa condizione, entro laprospettiva di immaginare caratteristi-che e ruolo delle infrastrutture alla lucedi una nuova polarità turistica soste-nibile, necessaria risposta ad una piùampia politica di riqualificazione delterritorio veneziano. Obiettivo del work-shop è la messa a punto di progettiper padiglioni a uso turistico e loroubicazione secondo scenari possibili.
I luoghi del cuore. Il brolo di SanGiacomo di Veglia: quale futuro perun Luogo del Cuore?7 > 14 settembre 2009Vittorio VenetoFacoltà di architetturaworkshop internazionale promossodal FAI, Fondo Ambiente Italiano,e da Intesa Sanpaolo, nell’ambito delcensimento “I Luoghi del cuore”coordinamento scientificoEnrico Fontanari, Maria Pia Cunico,Stefano Munarintutor Enrico Anguillari, Iuav Venezia;Chiara Carniel, Iuav Venezia; EnricoDe Mori, architetto Gruppo FAI Rolle
Il workshop organizzato in collabora-zione con l’École Nationale Supérieuredu Paysage de Versailles e la TechnischeUniversität München (TUM) – Fakultätfür Architektur è stato dedicato alla pro-gettazione paesaggistica del Brolo diSanGiacomodi Veglia a Vittorio Venetoe ha impegnato una ventina di studen-ti provenienti dalle tre università.Obiettivo: la valorizzazione del Broloquale luogo di fruizione pubblica, attra-verso la creazione di un parco a voca-zione agricola, che possa incentiva-re una relazione tra uomo e paesag-gio rispettosa del passato, benchéancora fondamentale per il presente.
Territorio e cambiamenti climatici31 agosto > 6 settembre 2009Facoltà di architetturaCorso di laurea specialisticain architetturadocente Francesco Musco
La scuola estiva si pone come obiettivoprincipale l’orientamento della pianifi-cazione urbana, territoriale e ambien-tale all’adattamento delle comunitàlocali ai cambiamenti climatici incorso nelle aree montane, contribuen-do alla formazione di esperti in proget-tazione e pianificazione ambientale.In Italia, e nel Veneto in particolare, leesperienze sono ancora limitate e pre-liminare risulta la loro traduzione innorme, processi e strumenti adeguati.
Waterfront_ForteMargheraFacoltà di architettura.Corso di laurea specialisticain architettura per la conservazione,laboratorio integrato Bdocenti Marco Pretelli, ValterTronchin, Giovanni Vio
Si è immaginato, con gli strumenti dellaprogettazione, del restauro e dell’ur-banistica, una nuova via che, giocatasul recupero di Forte Marghera, con-giunga la realtà dinamica del portoindustriale a quella dell’insediamentocivile che sta oltre la linea ferroviaria,nel tentativo di rifondare l’idea di unacittà anfibia. Una riflessione sullo svi-luppo di Mestre e la sua relazione conla laguna: un’occasione di studio edesercitazione didattica.In mostra i materiali degli studenti10 > 15 marzo 2009 presso il VEGAParco scientifico tecnologico diVenezia, edificio Antares.
Infrastrutture e identità di un nuovospazio urbano. Lo spazio delle rela-zioni tra Mestre e VeneziaFacoltà di architettura.Scuola di Architettura, SyracuseUniversity.docenti Giancarlo Carnevale.Un lavoro congiunto tra studenti delloIuav e della Syracuse University in coor-dinamento con lo Studio CaprioglioAssociati
Allo studio, il tema delle interconnes-sioni dei nodi chiave relativi alle infra-strutture e potenziali connessioni trale zone strategiche di portoMarghera,del PST Vega, dell’Università in viaTorino, del Forte Marghera, Parco San
Giuliano e dei Pili.27 marzo 2009 > mostra degli esiti delworkshop internazionale, a cura diMaria Pesavento.28 marzo > presentazione dei progettial Centro culturale Candiani, alla pre-senza di Giancarlo Carnevale, presidedella Facoltà di architettura, ElizabethKamel, Syracuse University, GiovanniCaprioglio Associati, gli assessori LuanaZanella, Laura Fincato, Enrico Mingardidel Comune di Venezia.
Workshop estivi della facoltàdi architetturaCorso di laurea in scienze dell’architetturacoordinamento Esther Giani
I workshop estivi di progettazione archi-tettonica che si svolgono a Santa Martacostituiscono ormai un appuntamentointernazionale.Trenta docenti, per tre settimane, atempo pieno, seguono i lavori di circaduemila studenti, realizzando al termi-ne una esposizione collettiva.Tavole rotonde e conferenze accompa-gnano lo svolgimento delle attività labo-ratoriali; un giornale redatto da studen-ti è pubblicato e diffuso quotidianamen-te a tutti i partecipanti; un blog racco-glie immagini, filmati e documenti ani-mando il dibattito all’internodella comu-nità ([email protected]).Anche quest’anno vi è stato il sostegnoproveniente dal mondo dell’impresa,confermando sensibilità e attenzioneverso questo evento da parte del nostroterritorio, a cui più della metà dei work-shop rivolge i propri impegni progettua-li e intellettuali.Venerdì 17 luglio 2009, giorno di inau-gurazione della mostra, una giuria costi-tuita da esponenti di istituzioni cultura-li e politiche ha assegnato riconosci-menti alle produzioni ritenutedimaggiorevidenza, tra queste segnaliamo il work-shop condotto da Friedman /Giani con“Venezia: fare una città credibile”, daRenato Nicolini con “Lido di Venezia: lapoetica dell'effimero” e da FlavioAlbanese con “Urban Delta” sull’areadi Porto Marghera.
imparare facendostudenti e docenti fanno esperienza nel vivo del territorio veneto
workshop 2008–09un patrimonio di progetti per una migliore qualità della vita
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