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2011 Pianta alberi. Difendi la vita! Anno 4 -n.1 Supplemento a ll‘ECO di San Gabrielle - Poste Italiane S.P.A. Stampato in Abril del 2011

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Pianta alberi. Difendi la vita! Anno 4 -n.1 Supplemento a ll‘ECO di San Gabrielle - Poste Italiane S.P.A. Stampato in Abril del 2011 Pianta alberi, difendi la vita ! 2 Giornate Internazionali per la Solidarietà 3 II 4 Educazione e formazione. P. Vital Otshudialokoka Onasaka 5 II 6 biettivo: scavare 5 pozzi di acqua 7

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2011

Pianta alberi. Difendi la vita!

Anno 4 -n.1 Supplemento a ll‘ECO di San Gabrielle - Poste Italiane S.P.A. Stampato in Abril del 2011

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Editorialenno internazionale delle Foreste

Lo scorso 21 marzo abbiamocelebrato la giornata internazionale

della Foresta, che quest’anno ha un’im-portanza singolare, dal momento che sitratta di un anno dedicato alla difesa delleforeste. Abbiamo organizzato una gior-nata di preghiera in tutte le nostre comu-nità e presso la Curia Generale abbiamocelebrato la “Festa dell’albero”. Nelle fo-tografie si possono vedere al Padre Gene-rale, Ottaviano D’Egidio, e altri religiosi dellaComunità mentre piantano alberi nel parco.

Abbiamo piantato quattro alberi (aceri giap-ponesi), come segno della nostra solidarietà conil popolo giapponese. Gli alberi sono stati pian-tati dal padre Generale, dal segretario Generaledella Solidarietà e Missione, padre Jesús MªAristín, dal Superiore della Casa e dal fratelloTimoteo, il quale, dopo aver servito la nostra co-munità per 37 anni, ritornerà nella sua Provinciaper un meritato giubileo.

Le foreste ospitano 300 milioni di persone e1600 milioni di persone vivono di esse. Tuttaviaesse sono vulnerabili, dobbiamo usarle con at-tenzione per assicurarne il futuro. Pianta, utilizzae proteggi le foreste per il bene dell’umanità.

È importante riconoscere i legami fondamen-tali tra le persone, l’acqua, le foreste e le zoneumide. Una persona su sei ancora non ha ac-

cesso all’acqua potabile. Siamo tes-timoni di un crescente problema discarsità di acqua e di grande diffi-coltà circa la disponibilità dellastessa, a causa di siccità e inonda-zioni.

Le foreste sono essenziali per unapprovvigionamento idrico di qua-lità. Entro il 2025, 1800 milioni dipersone vivranno in regioni dove visarà scarsità di acqua, e i due terzi

della popolazione mondiale potrà soffrire acausa di mancanza d’acqua. Le foreste tratten-gono e immagazzinano l’acqua e possono svol-gere una funzione importantenell’approvvigionamento dell’acqua potabileper milioni di persone nelle megalopoli del pia-neta.

L’8% delle foreste del mondo ha come obiet-tivo principale la conservazione del suolo edell’acqua. Ogni ettaro di foresta offre un con-tributo importante alla regolazione del ciclo de-ll'acqua; nel mondo vi sono circa 330 milioni diettari di foreste per la conservazione del suolo edell’ acqua, per il controllo delle valanghe, perla stabilizzazione delle dune e per la lotta controla desertificazione e la protezione delle coste.

Celebrate le foreste per le persone e le per-sone per le foreste e le foreste per la vita.

Pianta alberi, difendi la vita!

AA

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Piantare per gli altriUn signore incontrò il suo vicino, un anziano di 86 anni, che stava facendo buchi nel terreno.

• Che stai facendo Giovanni?, gli chiese.• Sto piantando alberi di mango, rispose l’anziano.• Speri di mangiare mango da questi alberi?, disse il vicino prendendolo in giro.• No. Alla mia età so che non lo farò, disse l’anziano. Ma ho mangiato mango per tutta la vita,

ma non di un albero che io ho piantato. Non avrei avuto il mango se altri uomini non avessero fattoquello che io sto facendo adesso. Cerco soltanto di ripagare coloro che hanno piantato alberi dimango prima di me. Abbiamo un grosso debito verso chi ci ha preceduto e che ha sofferto molto perdarci quello di cui noi ora godiamo. Ognuno di noi paga il debito in qualche modo, facendo adessoquello che altri hanno fatto a loro tempo. Diamo tutto quello che possiamo per assicurare qualcosaalle generazioni future.

La terra ci invita a piantare nuovi alberi. Piantare è dare la vita…

Insieme alla Giornata Internazionale delle Foreste e dell’Acqua (rispettivamente 21 e 22 marzo), laCommissione Internazionale per la Solidarietà ha stabilito le seguenti giornate da celebrare in tutte lenostre comunità sparse nel mondo:

1. 16 ottobre: Giornata mondiale dell’Alimentazione2. 10 dicembre: Giornata mondiale dei Diritti Umani3. 30 gennaio: Giornata dei martiri della non violenza. Il primo gennaio celebriamo con tutta la

Chiesa la Giornata mondiale della Pace; dal momento che si tratta di una data che ci vede im-pegnati in altre attività, abbiamo voluto dedicare l’intero mese di gennaio alla Pace e lo conclu-diamo con l’anniversario della morte di Gandhi, per sentirci più vicini alla Beatitudine dellaPace.

Giornate Internazionali per la Solidarietà

Commissione Internazionale della Solidarietà

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Passionisti in África sono en-trati nella dinamica della JPIC.Giustizia, Pace e Integrità della

Creato sono argomenti che nel mondo dioggi riguardano tutti gli strati della società.La questione, che oggi ci sembra nuova, inrealtà non lo è. Già nell’Antico Testamentoquesti temi sono stati trattati nei libri sa-pienziali e profetici. Per molto tempo si èpensato che parlare di giustizia, pace e in-tegrità del creato significasse invadere uncampo politico.La Chiesa sta recuperando il cuore delladottrina cristiana che è stato portato dalnostro Salvatore e che sempre è stato con-siderato come uno “chasse gardée” dellapolitica. Alcune parti del mondo hanno cer-cato di recuperare questi valori evangelici,centrando la vita cristiana in questo inseg-namento che, pastoralmente, è uno sforzosenza precedenti. Gesù non ha mai smessodi proclamare questi valori nel suo inseg-namento.Parlare di giustizia e di pace significa de-nunciare l’ingiustizia, significa essere por-

tatori di pace. Parlare di giustizia e di pacesignifica entrare realmente nel cuore delmessaggio evangelico che è parte inte-grante della Buona Novella che ha portatoGesù Cristo. Quante volte Lui stesso ha de-nunciato le ingiustizie, le violenze. Il suosaluto dopo la risurrezione è stato un salutodi pace. Tutto il Vangelo è pieno di questoinsegnamento.La mia intenzione non è fare un’analisi sis-tematica e storica per recuperare e inserirequesto insegnamento cristiano nella vitadella Chiesa, tantomeno nel mondo passio-nista, ma invitare i fratelli ad approfondiredi più questo argomento e centrare il nostrolavoro pastorale su questo campo, soprat-tutto nei paesi in via di sviluppo. Integrando questi valori nel nostro lavoropastorale, saremo più vicini alle realtà delnostro popolo. Anche il messaggio evange-lico che portiamo sarà attualizzato e vis-suto concretamente nella misura in cui loimpegneremo in questo ambito. È anche unmodo per sentirci provocati e vicini ai fra-telli e sorelle che vivono situazioni di in-

II

Seminario - Laboratorio di JPIC in Kenya

JPIC in Africa

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Missionarinella R. D.

Congo

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Educazione e formazione.Come tutte le entità giuridiche della Confi-

gurazione Passionista africana, la vice provin-cia SALV sta cercando con tutti i mezzi direndersi autonoma sia per quanto riguarda ilpersonale, sia per l’aspetto economico. Il cam-mino è ancora lungo, ma non mancano im-pegno e buona volontà. La formazione deigiovani religiosi è sempre una priorità in tuttala Congregazione, soprattutto in questo tempodi ristrutturazione in cui si trova la nostra Con-gregazione. I costi per la formazione dei gio-vani sono sempre più insostenibili per la viceprovincia, per cui i responsabili locali hannoin programma un progetto di affittare alcunilocali, in modo che il ricavato possa coprire lespese per la formazione. Questo progetto, tut-tavia, non ha trovato un finanziamento da partedi nessun Organismo e ciò per diverse ragioni.Alla fine l’Ufficio per la Solidarietà e la Mis-sione si è assunto la responsabilità di finan-ziare questo progetto per salvaguardare la vitapassionista nascente.

Speriamo che tutto vada bene!Ai Passionisti del Congo interessa non solo

la formazione dei loro giovani, ma anche l’e-ducazione dei giovani congolesi nelle scuolesecondarie e tecniche. Abbiamo un progettoper una scuola secondaria tecnica nella Parroc-chia di santa Annuarite de Lovo.

Anche per questo non abbiamo ancora unriscontro positivo. Gli Organismi richiedonoinformazioni che mancano nel progetto. Perottenere l’aiuto finanziario bisogna ottempe-rare alle condizioni richieste dall’organismo.

È un incentivo per lavorare meglio in futuro.

P. Vital Otshudialokoka Onasaka

giustizia e violenza.Il nostro Capitolo Generale del 2006 ci haricordato con forza l’importanza di questotema in relazione al nostro carisma passio-nista. Vivere questi valori di giustizia, pacee integrità della creato, ci dà una nuova vi-sione di come vivere oggi il nostro ca-risma. L’Ufficio per la Solidarietà eMissione sta attualizzando la raccomanda-zione (proposta) n.5 del 45°Capitolo Gene-rale, animando le entità giuridiche dellanostra Congregazione.Parliamo dell’Africa. L’anno scorso(2010), in giugno, padre Jesus Aristin epadre Vital sono andati in Kenya e in Tan-zania, dove hanno animato gli incontri diformazione per i religiosi del vicariato s.Carlo Lwanga in Kenya (si vedano le fotoa riva del lago Vittoria) e per i religiosi delVicariato s. Gemma in Tanzania. La parte-cipazione dei fratelli è stata totale ed at-tiva in entrambe le entità. Ilseminario-laboratorio è stato aperto a tuttala famiglia passionista: religiosi, religiose,laici... Speriamo che l’esperienza vissutacontinui ad essere approfondita dal puntodi vista pastorale.

Quest’anno l’Ufficio della Solidarietà eMissione andrà nella Repubblica Democra-tica del Congo, a maggio, con lo stessoobiettivo: animare i fratelli e tutte le per-sone interessate all’ambito della giustiziae della pace. Sappiamo anche che nelleDiocesi dove stiamo lavorando si organiz-zano corsi suquesto tema e in-vitiamo i nostri amanifestare il pro-prio interesse.Ultimamente, aKinshasa, la capi-tale del Congo, èstata organizzatauna riunione dellechiese dell’Africa,ed è stata fatta unariflessione intornoad una migliorepastorale di giusti-zia e pace.

P. Vital Otshudialokokaautore dell’articolo

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l nostro abituale contatto con gli entiavviene attraverso Internet e a volte vi-sitando personalmente alcune Istitu-

zioni che hanno una sede fuori Roma. Sonostato due volte in Germania, a Monaco e adAquisgrana. Ho visitato Missio-Monaco, Mis-sio-Aquisgrana e Misereor. Sono in contattocon “Les Frères d’Espérance” (Francia), conla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Pro-paganda Fidei, Caritas italiana, le Sorelle disan Pietro Claver, l’Opera di promozione dellaAlfabetizzazione nel mondo (OPAM), le Pon-tificie Opere Missionarie, la Caritas Antoniana(Italia)….in Spagna sono in contatto conManos Unidas, Summa humanitate; in Inghil-terra con Little way e molte altre.Attraverso i contatti ci rendiamo conto che leesigenze sono sempre maggiori. A questo siaggiunge il ritornello senza fine della crisi eco-nomica a livello mondiale che stiamo attraver-sando. A parte l’eccezione di qualche ente, lamaggior parte si lamenta per la scarsità difondi per venire incontro alle numerose ri-chieste che ricevono. Come risultato, diven-tano più esigenti e limitano il numero diprogetti che possono appoggiare.Per alcuni progetti che ci inviano manca la do-cumentazione, altri sono organizzati senza se-guire il formulario ufficiale. Normalmentequesti progetti vengono rifiutati. Siamo parti-colarmente interessati quando vi è la presenta-zione accurata di un progetto, con la speranzadi ottenere la dovuta attenzione degli enti.Non è facile ricevere appoggio per i progettistrettamente pastorali e religiosi. Le Istituzioniche si interessano di questo tipo di progettisono poche ed esigenti. In cambio, per queiprogetti che fanno riferimento ad aiuti socialiè più facile. I progetti devono essere ben pre-sentati e documentati. Alcune organizzazioni

richiedono tutti i dettagli del progetto, come,ad esempio, gli enti spagnoli.Di fatto nessun progetto presentato ad un’a-genzia spagnola ha avuto successo. In cambioin Italia, quando la problematica è ben presen-tata ed è presente tutta la documentazione, sidà sempre una risposta favorevole.È ancora più difficile, per non dire impossibile,per quei progetti che rispondono ad esigenzedi trasporto, sebbene ci chiedano di dare lametà della somma di denaro per comprare unveicolo e noi accettiamo.Ad oggi, possiamo dire che il lavoro compiutonel campo della progettazione sta procedendobene. Dobbiamo ancora imparare a fare le cosebene, soprattutto farle come vogliono gli entia cui ci rivolgiamo. Una risposta negativa devestimolarci a fare le cose ancora meglio. Unacosa è certa: se i promotori dei progetti si im-pegnano a lavorare secondo le indicazionidegli enti, il nostro lavoro diventa più facile ele ricompense saranno maggiori. Tutti dob-biamo impegnarci a fare le cose per bene.Quando un progetto è stato finanziato, dob-biamo realizzare quello che ci siamo propostinel progetto e scrivere una relazione finale cherenda conto del denaro ricevuto. Non possiamocambiare il progetto a nostro capriccio. Nonbisogna lasciarsi trasportare dalla gioia dellasovvenzione e dimenticarsi della responsabi-lità e della relazione finale del progetto unavolta completato. Questo è importante per lanostra credibilità e soprattutto per la nostracontinuità. Dobbiamo stare attenti a non chiu-dere le porte della generosità.

P. Vital Otshudialokoka Onasaka

II

La mia esperienza e i contatti con i vari Enti

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biettivo: scavare 5 pozzi di acquain 5 villaggi del Distretto di Muhezanella Regione di Tanga (Tanzania). I

paesi hanno un totale di 13.671 abitanti e sonoi seguenti: Songa Kibaoni, Pangamlima, Ze-neti, Maguzoni e Songa Batini. La maggiorparte degli abitanti non ha accesso all’acquapotabile. Quella che utilizzano per fini domes-tici è contaminata, quindi diventa la causaprincipale di malattie. La foto mostra una si-tuazione reale attuale: senza l’accesso all’ac-qua potabile, un uomo del villaggio diMaguzoni raccoglie l’acqua contaminata dauno stagno.

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OO

È impressionante l’urgente necessità di acqua che ha l’Africa.Dare da bere all’assetato è Vangelo puro. Tutti abbiamo diritto all’acqua e al pane. I nostri missionari

di Veyula (Tanzania) hanno scavato un pozzo che rimane disponibile 24 ore su 24, per dare da beregratuitamente a tutta la popolazione che deve attendere ore perché arrivi il suo turno (vedere le foto).

Per questo abbiamo dato priorità allo scavo di pozzi ed è uno dei progetti più ambiziosi.La Conferenza Episcopale Italiana ci ha sovvenzionato con 70.000 euro. Dio li benedica!

Cinque Pozzi di acqua per Tanzania

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Alcuni progetti realizzati nell’ultimo annoell’ano 2010 abbiamo realizzato 29progetti nell’ambito dell’educazionealla salute, delle infrastrutture, della

promozione della donna, dei diritto del bam-bino, della difesa dei diritti umani... Alcuni diquesti progetti sono in corso.

I progetti sono stati realizzati soprattuttonelle seguenti zone del mondo:

• Africa: Kenya, Tanzania e RepubblicaDem. del Congo.

• Asia: India, Indonesia e Filippine.• Europa: Bulgaria e Ucraina.• America Latina: ci siamo concentrati in

modo particolare su Haiti, per aiutare levittime del terremoto.

L’importo totale degli aiuti è stato di€ 508, 675.62.

L’Ufficio per la Solidarietà e la Missione,che include l’antica Segreteria delle Missioni,si è impegnato ad aiutare i missionari e le mis-sionarie a portare avanti i progetti di evange-lizzazione e di sviluppo; aiuta a sostenere leattività caritatevoli e sociali di tutti i missionaripassionisti del mondo e offre corsi di consu-lenza e formazione. Padre Vital Otshudialo-koka presenta i progetti agli Organismi, alleIstituzioni e alle ONG (organizzazioni non go-vernative), cercando anche sovvenzioni.

Il continente africano è quello che ha presen-tato più progetti ed è senz’altro quello che hamaggiori necessità, sia per quanto riguarda lepersone (donne e bambini), sia per quanto ri-guarda i bisogni fondamentali (cibo, acqua, sa-lute, educazione).

Paese Progetto

HAITI Terremoto

TANZANIACostruzione di cinque pozzi nelDistretto di Muheza–regione Tanga

KENYAPerforazione di un pozzo per l’ac-qua e Progetto agricolo per il grano

KENYARestaurazione del centro pasto-rale di Sotik

ANGOLAL’emancipazione delle donne permezzo del aiuto e la formazione

KENYAUn Toyota Hilux per il centro Gol-gota

Rep. Dem. CONGOCostruzione di 10 locali (per la for-mazione)

UKRAINARestaurazione della casa della Co-munità

TANZANIAAcquisto di 16 pannelli solari perMlowa - dispensario parrocchiale

FILIPPINE Protezione del territorio

NN

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Alcuni progetti realizzati nell’ultimo anno

Progetto Sovvenzione Organismo

Terremoto 300.000 $L’intera Congregazionepassionista

Costruzione di cinque pozzi nelDistretto di Muheza–regione Tanga 70.000 €

Conferenza EpiscopaleItaliana (C. E. I.)

Perforazione di un pozzo per l’ac-qua e Progetto agricolo per il grano 31.000 € C. E. I.

Restaurazione del centro pasto-rale di Sotik 16.867 € C. E. I.

L’emancipazione delle donne permezzo del aiuto e la formazione 15.000 € C. E. I.

Un Toyota Hilux per il centro Gol-gota 15.000 €

Vice-Provincia VULN(Germania)

Costruzione di 10 locali (per la for-mazione) 15.000 €

Ufficio passionista per laSolidarietà e la Missione

Restaurazione della casa della Co-munità 13.000 €

Ufficio passionista per laSolidarietà e la Missione

Acquisto di 16 pannelli solari perMlowa - dispensario parrocchiale 12.000 € C.E.I.

Protezione del territorio 5.000 €Ufficio passionista per laSolidarietà e la Missione

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I Passionisti e le Passioniste del Kenya sonoimpegnati in diverse attività sociali e sono que-lli che ultimamente hanno presentato più pro-getti. Tra questi: la promozione delle vedove,la cura degli orfani, il miglioramento dell’agri-coltura, lo sviluppo del bestiame, la ricerca de-ll’acqua potabile.......Ne voglio evidenziare tre: il lebbrosario e undispensario medico di Kadem, gli orfani diTonga e Kadem e la panetteria di Molo. Il più sorprendente è senza dubbio il lebbrosa-rio di cui si prendono cura le missionarie, lequali, come padre Damiano a Molokai, dannola loro vita per i malati di lebbra che non hannola possibilità di ricevere cure mediche. Le mis-sionarie, con infinita pazienza, puliscono le fe-rite e danno loro le cure necessarie per lamalattia.

La panetteria di Molo aiuta a migliorare la nu-trizione della popolazione. Padre Raphael Man-guiti, superiore in Kenya, ci mostra il mulinoper macinare il mais. L’evangelizzazione e losviluppo umano vanno di pari passo.Come papa Paolo VI ci ricordava nella “Popu-lorum progressio”, dobbiamo sempre tenereunita la vita umana e quella spirituale, lo svi-luppo e la cura pastorale. I missionari si incon-trano sempre con questo problema. Il lavoromissionario non è soltanto la costruzione di cap-pelle o chiese per la celebrazione dell’eucaristia,ma consiste anche nello stare attenti alle neces-sità della popolazione e cercare le soluzioni chesoddisfino le urgenti necessità che emergonodal punto di vista sociale. Oggi il ministero sa-cerdotale include anche questa realtà.

Kenya: vitalità in cooperazione

L’AIDS continua a diffondersi in Africa e unadelle conseguenze più evidenti è l’aumentodegli orfani, a causa della morte per AIDS deigenitori. I nostri missionari gestiscono due or-fanotrofi, ma hanno grosse difficoltà economi-che, soprattutto per le spese alimentari.Ci hanno presentato un progetto per lo svi-luppo del bestiame, in modo da avere carne peri bambini e avere delle entrate per un autosos-tentamento del centro. Speriamo di trovare chipossa patrocinarlo, per poter dare da mangiarea questi orfani. Un altro grande problema è lamancanza d’acqua, soprattutto nelle stagionisecche dell’anno.

Il lebbrosario e il dispensariomedico di Kadem (Kenya).

Mulino della panetteria di Molo

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“L’azione in favore della giustizia e la par-tecipazione alla trasformazione del mondosono una dimensione costitutiva dell’annun-cio del vangelo” (Sinodo dei vescovi, “Lagiustizia nel mondo”, 1971), per questo i nostrimissionari ascoltano il grido del loro popolo e“s’impegnano nella promozione della giustizianell’ambiente sociale dove agiscono” (Vitaconsecrata, 82). L’evangelizzazione dei nostrimissionari va accompagnata da una promo-zione umana (Evangelii nuntiandi, 31). Questapromozione è stata sviluppata dalle ONG, daivolontariati organizzati e dagli Uffici per la so-lidarietà. Di seguito una breve enumerazionedi alcune iniziative di solidarietà per la promo-zione umana:1. È da venti anni che in Spagna esiste la ONG

ADECO (Amicizia, Sviluppo e Coopera-zione) che si occupa dei progetti presentatidai nostri missionari soprattutto per l’Ame-rica latina. Negli ultimi anni sono nate leADECO in Messico, in Perù...

2. Recentemente è sorta la ONG SSPass (Ser-vizio Sociale Passionista) in Honduras

3. Allo stesso modo, da tempo i passionisti ita-liani hanno le loro ONLUS, per i progettiin Africa (Il villaggio della gioia, Lemamme degli orfani, Solidarietà passio-nista, Il museo africano...).

4. In Portogallo: Rosto Solidario sta lavo-rando molto bene, aiutando i nostri missio-nari in Angola e Mozambico.

5. In Bulgaria: Tavolo dell’amicizia....

VolontariatoLe ONG di cui sopra e gli Uffici per la Solida-rietà organizzano anche gruppi di volontariato:• Attraverso ADECO in Messico, Perù e Cen-

troamerica.• I Passionisti degli USA hanno il loro Passio-

nist Volunteers, ed aiutano in Giamaica,Haiti e in Honduras.

• I Passionisti australiani stanno inviando vo-lontari in Vietnam.

• Da anni i Passionisti italiani stanno facendoun lavoro straordinario in Kenya e Tanzania.

• I portoghesi aiutano l’Angola e il Mozam-bico. Si tratta di un gruppo numeroso di laicidella Famiglia passionista che, in mdo al-truista e disinteressato, è capace di sacrificareun pò di tempo della loro vita, per condivi-derlo con i più poveri nelle diverse latitudinidel pianeta.

Uffici per la Solidarietà in AfricaCrediamo stia crescendo la sensibilità verso lagiustizia e la promozione umana in Africa; laprova sono i tre nuovi Uffici di JPIC che sisono aperti nell’ultimo anno in Kenya, Tanzia-nia e nella Repubblica Democratica del Congo.• Recentemente la Repubblica Democratica

del Congo ha aperto un Uffico di JPIC, che,speriamo, possa dare abbondanti frutti per ilbene e lo sviluppo dei villaggi.

• In Kenya padre Peter Ochieng è stato desig-nato come responsabile dell’Ufficio e inquesto periodo sta seguendo un corso presso

l’Università a Nairobi, per potersvolgere ancora meglio la suaattività.• L’Ufficio in Tanzania sichiama PASSOD (PassionistSolidarity and Social Develop-ment Office)

Uffici per la Solidarietà

Le parole, in swahili,sul poster dicono:Le attività di PASSODsono:

1. Protezione dell’ambiente 2. Dare le istruzioni e le medicine per la salute 3. Aiutare i diversi gruppi4. Acqua 5. Promozione delle donne 6. Istruzione 7. AIDS 8. Agricoltura e bestiame 9. Sviluppo locale.

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“Io sono Rey Carvyn Ondap cp e appartengoalla JPIC delle Filippine. È il mio secondoanno di ministero sacerdotale nella missionecattolica presso i popoli indigeni e sono statonominato dal nostro provinciale per la anima-zione della JPIC il 4 dicembre del 2009”.I precedenti:Le Filippine sono uno degli stati più ricchi diminerali ed è anche uno dei cinque stati più co-nosciuti per lo sfruttamento minerario. Ha lapiù grande cava del sud-est asiatico e della re-gione del Pacifico occidentale di nichel, ramee oro. La cosa peggiore è che ha 857 siti di es-trazione a cielo aperto abbandonati. Non ha nérichiede nessuno studio sulla viabilità, non cisono notizie circa imposte esigite dal governoe le compagnie minerarie si ritirano come senulla fosse accaduto. Non c’è alcun risarci-mento dei danni causati. La distruzione am-bientale è il comune denominatore delleattività di estrazione.Le nostre azioni:• Come JPIC Passionista abbiamo portatoavanti una IEC (campagna di informazione eeducazione) nelle nostre terre di missione,

circa lo sfruttamento minerario e il cambio cli-matico nelle zone colpite. Lo abbiamo fatto co-llaborando, formando reti e alleanze con leorganizzazioni SCAN (“azioni socsargen peril tempo oggi”, con gli avvocati che difendonol’ambiente e le organizzazioni non governa-tive). Abbiamo inoltre agevolato campagne perraccogliere firme contro le cave a cielo aperto.• Come Chiesa: abbiamo fatto mobilitazionidi massa, ricerche e comunicati di coltivazioniagricole e ad altre attività per rendere la vitaalmeno dignitosa ed abbiamo pensato di pro-muovere la AMB (progetto di legge per le“cave aletrnative”. Legge sulle cave 7942 del1995)• I nostri limiti.- Il tema delle cave è un problema troppogrande che non si può affrontare solo a livellolocale. Staimo cercando contatti all’esterno.- Abbiamo inoltre limiti per quanto riguarda ilpersonale e il denaro.Che la morte di Cristo in croce possa ispi-rarci a continuare la lotta per l’ambiente,così come per i diritti dei popoli.”.Si può visitare sul web:www.dadbulol.com

Il ponte della vita – Daraja mar ngimaA padre Claudio Moscatelli, come a tanti altrimissionari, in più di una occasione gli è toc-cato aspettare ai margini di un piccolo torrenteo di un fiume, affinché scendesse un pò laquantità e diminuisse la forza dell’acqua, perpoter passare all’altra sponda. Le forti pioggecadute in poche ore provocano pericolose in-ondazioni, a causa delle quali alcune personeperdono la vita nel tentativo di guadare ilfiume.Per questo il ponte di Macalder (Kenya) sulfiume Kuja, lungo 64 metri e largo 3,80, in ce-mento armato, permette di giungere all’altrasponda sia a persone che a veicoli.Obiettivi della costruzione del ponte:1. Salvare le vite. Durante le piogge il fiume

aveva già mietuto vittime, per questa ra-gione lo si chiama “ponte della vita”, “Da-

El Puente de la vida

Rey Carvyn Ondap

raja mar ngima”.2. Il ponte ha permesso di unire le due terre di

missione di Macalder. La maggior partedelle scuole e dei negozi si trovano su unadelle due sponde.

3. Incrementare lo sviluppo del territorio, dalmomento che era una zona depressa.

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P

SSIONISTS

INTERNATIONAL

Kevin Dance

ompiendo la missione specifica di essere“la voce di coloro che non hanno voce”,Passionists International ha presentato una

dichiarazione al segretario Generale dell’ONU, afavore delle popolazioni inidigene e dei missio-nari e missionarie che lavorano per la difesa deiloro diritti. Un lavoro silenzioso che va avanti dadecadi e molte volte è incompreso. Passionists In-ternational ha chiesto alle Nazioni Unite che ven-gano riconosciuti i Diritti delle popolazioniindigene e si riconosca e si rispetti il lavoro deimissionari. Ecco, di seguito, una parte di questameravigliosa dichiarazione:1. “Alcune recenti relazioni sottolineano che nonbasta ridurre la povertà al fatto che ci sia o nodenaro....

2. ....L’effetto accumulato delle crisi finanziarie,alimentari, energetiche e del cambio climaticoha ridotto la capacità dei membri più vulnerabilidelle nostre società di uscire dalla trappola dellapovertà. Ciò riveste una particolare rilevanza perle popolazioni indigene, che rappresentano unnumero elevatissimo di persone che vivono in“estrema povertà”, con carenze di accesso ai ser-vizi sociali, cura sanitaria ed educazione.

3. ...Il segretario generale Ban Ki-Moon (si vedaSG/SM/12848 HR/5013) ha segnalato le allar-manti statistiche estratte dalla relazione sulla si-tuazione delle popolazioni indigene nel mondo.Queste costituiscono un 5% della popolazionemondiale ed un terzo delle persone più poveredel pianeta. In molti paesi la speranza di vita diun bimbo indigeno è di 20 anni inferiore rispettoa quella di un non indigeno. Per molti dei 370milioni di indigeni presenti in più di 70 paesi, laviolenza, la brutalità e la discriminazione sonorealtà quotidiane.

4. I membri di Passionists International che lavo-

rano in molti paesi con le popolazioni indigene,ci informano di un evidente incremento di atti didiscriminazione e violenza contro i nostri fratellie sorelle indigeni.

5. Le popolazioni indigene generalmente hannouna connessione con la terra da migliaia dianni. Queste terre sono ricche in biodiversità,risorse naturali, acqua e minerali. A prescin-dere dal fatto di aver vissuto e di essersi presicura di queste terre e risorse, raramente pros-perano dando i frutti che potrebbero.

6. Una delle lezioni apprese dalla rapidità di volerraggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millen-nio e attuare piani nazionali di sviluppo è che ilmodello di sviluppo dominante spesso danneg-gia le persone, le famiglie e le comunità indi-gene.

7. La popolazione indigena è intrappolata tra latensione creata dalle richieste di maggiore pro-duzione, conseguenza degli accordi bilaterali peril libero commercio e il loro diritto ad una liberadeterminazione. Tra gli aspetti che peggiorano lasituazione occorre menzionare i seguenti:• L’accaparramento di grandi estensioni di

terra indigena per la produzione di biocarbu-ranti, che minaccia la biodiversità.

• La violazione dei loro diritti tradizionali dellaproprietà della terra.

• La concessione di permessi di estrazione, checolpisce la loro salute, il benessere e la pros-perità.

Alcuni membri di Passionists International chesostengono queste popolazioni nella loro lotta,hanno ricevuto minacce di morte e sono statiminacciati con la reclusione o la espulsione dalpaese”...L’intera dichiarazione può essere letta andando su :http://www.passionistsinternational.org/noticias.html

CC

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Padre Mario Bartolini “assolto”Dopo mesi di attesa per la lettura della sentenza,padre Mario è stato assolto lo scorso 20 dicem-bre 2010 da tutte le imputazioni e tra le qualiquella di “ribellione”. La sua assoluzione pre-suppone un riconoscimento del lavoro di evan-gelizzazione della Chiesa, che accompagna gliindigeni “nel rafforzamento della loro identitàe organizzazione, nella difesa del territorio, inuna educazione interculturale bilingue e nelladifesa dei loro diritti” così come è scritto neldocumento finale di Aparecida.Padre Mario ha vissuto anni difficili, di fronteai quali, fedele alla sua vocazione passionistadi seguire il Crocifisso, non si è tirato indietro.Un’intera vita al servizio del vangelo e del po-polo. Vogliamo, da queste pagine, che padreMario si senta sostenuto da coloro che sannoche i poveri sono il volto visibile di Dio sullaterra. “Beati i perseguitati a causa della giusti-zia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10).

È pericoloso mettersi dallaparte dei poveri

Un altro testimone di generosità e di offerta è padreRey Carvyn Ondap, passionista filippino che sta la-vorando nell’isola di Mindanao, nella provincia di Co-tabato e lì sta organizzando corsi di formazione per gliagricoltori e sta organizzando le comunità per difendersidalla multinazionale Sagittarus Mines Incorporated (ap-partenente a SMI Xstrata), che sta contaminando tuttala zona e, come al solito, cerca solo il proprio beneficiosenza pensare al male che può fare al popolo di Cota-bato. I padri Mario Bartolini e Rey Ondap sono eredi dellafedele tradizione dei maritri, che è tipica di ogni cris-tiano, e che stanno vivendo pienamente. Entrambihanno i seguenti elementi in comune: sono in zone po-vere e dimenticate dai rispettivi governi; sono zone tro-picali, invase dalle multinazionali e i nostri missionarinon possono restare in silenzio; denunciano l’ingiusti-zia, si mettono dalla parte dei poveri e questo gli costapersecuzione, cause giudiziarie, calunnie...“Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché diessi è il regno dei cieli” (Mt 5,10).

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15Miguel y Mara con il Segretario della Solidarietàe Missione Passionista, all’ombra di un baobab

na delle esperienze che maggiormente miha impressionato durante il viaggio in Tan-zania è stata la visita a “Il Villaggio della

Gioia”. Alla periferia della capitale Dar es Salaam vi è

un villaggio che accoglie più di cento bambini conun’età al di sotto dei 13 o 14 anni.

Un bambino su 6 ha già perso il padre o lamadre a causa dell'AIDS. Quando padre FulgenzioCortesi vide tanti bambini orfani e abbandonati acausa della prematura morte per AIDS delle loromadri, gli si intenerì il cuore e decise di fondarequesto villaggio. Sono circa 15 anni che ha avutola brillante idea di fare questa costruzione per ac-cogliere bambini fin dalla più tenera età e cercaredi dare loro tutto ciò di cui possono aver bisogno:educazione, vestiti, cibo, cure mediche e soprat-tutto amore.

I bambini vivono in gruppi di 8, 10 o 12 all’in-terno di casertte e sono accompagnati da una cop-pia di adulti, alla quale i bambini si rivolgonochiamandoli “mamma e papà”, sentendosi inquesto modo una vera famiglia. Si respira vera-mente un clima di gioia, serenità e pace.

Sono rimasto impressionato dalla testimonianza

di Manuel e Mara, due volontari, ai quali hochiesto di scrivere in poche righe la loro esperienzaed ecco ciò che hanno detto:“Siamo Manuel e Mara e abbiamo deciso di compierequesto primo anno di volontariato dopo essere stati qui alvillaggio altre 4 volte ed ogni volta le permanenza era di1 mese. Quello che ci ha spinto ogni volta a tornare e’ statol’amore per i 104 bimbi accolti da padre Fulgenzio comesuoi figli. Anno dopo anno li abbiamo visti crescere edinsieme a loro crescevano le strutture del villaggio, semprepiu’ numerose e necessarie. Seguendo il progetto di padreFulgenzio, in cui crediamo fortemente, cerchiamo di faredel nostro meglio per contribuire a dare loro maggioredignita’, tramite isruzione, cibo e cure sanitarie e non perultimo un po’ di affetto. Specificatamente ci occupiamodei rapporti con l’Italia e della gestione dei volontari, im-pegnandoci a risolvere piccoli imprevisti all’ordine delgiorno, cosi’ comuni qui in Tanzania. Le difficolta’ e leinsicurezze per quanto riguarda il loro ed il nostro futuronon mancano, ma sentiamo che la strada e’ quella giusta.Per la nostra vita non potevamo chiedere di meglio, i lorosorrisi valgono molto di piu delle sicurezze che la vita inItalia ci stava offrendo. Con questa convinzione speriamoche questo sia il primo di molti anni… Asante sana babaFulgenzio!”“Grazie padre Fulgenzio” è il significato delle ul-time parole scritte in lingua swahili. Padre Fulgen-zio, nonostante i suoi 74 anni, è ancora in grandeforma; tuttavia, sono preoccupato per il futuro, diciò che accadrà dopo di lui. Che Dio ne abbia curae lo protegga ancora per molti anni.

Volontariato - Testimonianza

UU

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Abbiamo la nostra ONG riconos-ciuta dalla regione Lazio in Italia:

Solidarietà Passionista

È la ONG della Curia generale alservizio di tutta la Congregazionee per aiutare i nostri missionari e lemissionarie. Ci permetterà anchedi presentare progetti ad Orga-nismi civili (comuni, governi regio-nali...) e coordinarci con le ONGpassioniste.

Donazioni per le Missioni PassionisteDonazioni per le Missioni PassionistePOTETE INVIARE UN ASSEGNO AL SEGUENTE INDIRIZZO:

P. Jesús Mª Aristín.Segretariato Generale della Solidarietà e MissionePiazza Santi Giovanni e Paolo, 1300184 Roma. ITALIATeléfono: (39) 06 772711E-mail: [email protected]

TRANSFERIMENTO BANCARIO A:

Banca: BANCA POPOLARE DI SONDRIODirezione della Banca: Agenzia 24 di RomaVia San Giovanni Laterano, 51 A00184 Roma (RM)Numero Conto: 2650 / 35IBAN: IT68U 05696 03224 000002650X35Cidice Bancario: (Swift): POSO IT 22I donativi possono sgravarsi dalla Dichiarazione dell’IRPEF.

Nome: ...............................................................................................................Cognome: .........................................................................................................Indirizzo: ...........................................................................................................CAP: .............................. Città: ........................................................................Telefono: ...........................................................................................................E-mail: ..............................................................................................................Desidero collaborare con: ................................................................................

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