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Ministero degli Affari Esteri Dossier Farnesina Italia - ONU: 50 anni

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Ministero degli Affari Esteri

Dossi

erFar

nesina

Italia - ONU: 50 anni

EDIZIONIVia F.lli Bronzetti, 21 - 20129 MILANOTel. 02.70003310 - Fax 02.70003909e-mail [email protected] - www.italplanet.itSupplemento del N.37 di èItalia gennaio-febbraio 2006

Direzione e redazione:Consigliere Grammenos MastrojeniServizio Stampa e Informazione

Realizzazione, redazione e immagini Agenzia ANSA:Alessandra Spitz Arabella Marconi

Progetto Grafico:VOICES S.r.l.

Editor:Mauro Aprile

Si ringraziano per la preziosa collaborazione:Ministro Plenipotenziario Alessandro BusaccaConsigliere Gian Lorenzo CornadoConsigliere Giancarlo CurcioConsigliere Antonio MorabitoConsigliere Leonardo BenciniConsigliere Lucio DemicheleSegr. Legazione Gianpaolo Neri

Un particolare ringraziamento:all’Ufficio di collegamento dell’ONU in Italia e al Liaison Officer, Dott. Daniela Salvati

I “dossier Farnesina” sono realizzati periodicamente dal Servizio Stampa e Informazione del Ministero degli Affari Esteri e pubblicati anche on-line sui siti www.esteri.gov.it e www.italplanet.it

Italia - ONU: 50 anni

VOICeS

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IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI INTRODUCE

Gianfranco Fini, Ministro degli Affari Esteri PAG. 1

PERCHÈ L’ONU: L’ITALIA E LA SCELTA DEL “MULTILATERALISMO”Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate PAG. 5

LA STORIA, DALLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI AD OGGI

Statuto PAG. 8Organizzazione PAG. 9Sei volte Premio Nobel PAG. 11I diritti umani PAG. 11Il sistema delle Nazioni Unite: organi principali PAG. 12

LA “FAMIGLIA” DELL’ONU E LA SFIDA DI UN MONDO

MIGLIORE: PACE, SVILUPPO, LIBERTÀ E AMBIENTE

Assemblea Generale PAG. 14Consiglio di Sicurezza PAG. 14Consiglio Economico e Sociale PAG. 15Corte Internazionale di Giustizia PAG. 15Segretariato PAG. 15Consiglio di Amministrazione Fiduciaria PAG. 15Chi è e cosa fa il Segretario Generale dell’ONU PAG. 16

SOMMARIO

VERSO LE NUOVE NAZIONI UNITE: GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

Otto obiettivi concreti di sviluppo PAG. 18

50 ANNI DELL’ITALIA NELL’ONU PAG. 20Il Sistema delle Nazioni Unite in Italia è vasto e articolato PAG. 22FAO - PAM - IFAD PAG. 22ACNUR PAG. 23UNESCO - ICTP - ROSTE PAG. 23UNICEF - IRC PAG. 24ILO - ITICILO - UNSSC PAG. 24UNICRI PAG. 25UNHRD PAG. 25OMS - ECEH PAG. 26BANCA MONDIALE PAG. 26UNIDO - ITPO - ICS PAG. 26UNDP PAG. 26UNOPS PAG. 27UNDESA PAG. 27

L’ITALIA, UN FINANZIATORE DI PRIMO PIANO PAG. 29

ITALIA, ONU E MANTENIMENTO DELLA PACE PAG. 31Partecipazione italiana alle missioni di pace PAG. 33Missioni in corso al 15 novembre 2005 PAG. 34Glossario: Missioni di pace PAG. 36

ITALIA, ONU E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PAG. 37

VERSO LE NUOVE NAZIONI UNITE:L’ITALIA E LA RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE PAG. 43Nuova visione della sicurezza PAG. 45Commissione per il Consolidamento della Pace PAG. 45Consiglio dei Diritti Umani PAG. 46

Dimezzare la povertà e la fame nel mondo PAG. 46Consiglio Economico e Sociale PAG. 46Migliore funzionamento del Segretariato PAG. 46Alto Commissario per i Diritti Umani PAG. 46Fondo per la Democrazia PAG. 47Forza di polizia permanente PAG. 47

UN’OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI ITALIANI: LAVORARE ALL’ONUPer i laureandi o neolaureati: i Tirocini PAG. 50Per i laureati con breve esperienza professionale:

il programma JPO PAG. 51Il Programma LEAD dell’UNDP PAG. 51Per i giovani professionisti: Contratti temporanei PAG. 52Operazioni di monitoraggio elettorale PAG. 52I guardiani della pace PAG. 52Volontari delle Nazioni Unite (UNV) PAG. 53

UN MONDO DI SIGLE PAG. 55

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IL MINISTRO DEGLI

AFFARI ESTERI

INTRODUCE

Alla fine della seconda guerra mondiale, la comunità dei popoli sidiede una nuova prospettiva di speranza creando l’Organizzazionedelle Nazioni Unite.

Nel trattato di pace che pose fine al conflitto, firmato a Parigi il 10febbraio 1947, le potenze alleate si impegnarono ad appoggiare lagiusta aspirazione dell’Italia di diventare membro delle Nazioni Unite.Purtroppo la guerra fredda rese per lungo tempo irrealizzabile taleobiettivo. L’allora “blocco socialista” aveva chiaramente mostrato,infatti, di voler imporre una formula che salvaguardasse il rapporto diforze esistente all’interno dell’ONU mediante l’accettazione simulta-nea di più stati appartenenti ai contrapposti schieramenti: si volevache l’ingresso di nuovi Paesi avvenisse in proporzioni eguali per cia-scuno dei “blocchi”, fortunatamente archiviati dalla storia.

A poco valse, per quasi un decennio, il fatto che l’Italia avesse tuttii diritti di fare ingresso nella massima organizzazione mondiale poi-ché possedeva nella sua stessa nuova Costituzione repubblicana ilrequisito essenziale di essere “amante della pace”.

L’Italia presentò la domanda di ammissione alle Nazioni Unite il 7maggio 1947. Ma, a causa dei ripetuti veti, la richiesta fu respinta piùvolte nonostante un parere favorevole della Corte Internazionale diGiustizia del 28 maggio 1948. Né servì il fatto che l’Italia, oltre adavere tutti i requisiti previsti, ospitava fin dal 1946 un’importante agen-zia specializzata dell’ONU, la FAO, ed era stato nominata nel 1949dall’Assemblea Generale potenza amministratrice della Somalia.

Ma, alla fine, la ragione prevalse e l’Italia venne finalmenteammessa alle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955. Da allora siamo fieridi aver ampiamente recuperato il tempo ingiustamente perduto.

Sento di poter fare mie le parole che pronunciò Gaetano Martino il13 novembre 1956 nel suo primo intervento all’ONU: “La nostra politi-ca, sin dalla fine della guerra, è stata sempre orientata verso la ricerca

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Introduzione

On. Gianfranco Fini - Ministro degli Affari Esteri

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IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI INTRODUCE

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della pace, della giustizia e del progresso sociale che figurano tra gliobiettivi dell’ONU. Oggi, in quanto membri delle Nazioni Unite, siamoin una posizione più favorevole per perseguire questi obiettivi; allo stes-so tempo, i nostri doveri sono aumentati. Il mondo sta attraversando unperiodo difficile e pericoloso. La nostra fede ed il nostro coraggio deb-bono essere all’altezza di queste difficoltà , ora che una pace durevo-le, un maggior benessere ed il progresso culturale sono alla portata deinostri popoli. È mia viva speranza che, in questo grande Parlamento,le diversità di vedute, anziché creare fratture irreparabili, possa fornircigli strumenti per risolvere, nel modo migliore, ogni problema”. L’intensae costante partecipazione ai vari settori di attività delle Nazioni Unite èsempre stata una componente fondamentale della politica estera ita-liana. Due sono i punti di riferimento dell’Italia alle Nazioni Unite,accanto all’attenta difesa degli interessi nazionali: il consolidamento delruolo dell’Unione europea come soggetto di politica internazionale e latenace promozione del superiore interesse dell’intera comunità inter-nazionale nelle questioni concernenti la pace e la sicurezza, lo svilup-po economico e la tutela dei diritti umani.

Sotto il profilo finanziario l’Italia è nella rosa dei maggiori contri-buenti. Attraverso il sistema delle Nazioni Unite l’Italia finanzia pro-grammi di sviluppo umano sostenibile con prevalente componentesociale. Di grande rilievo è anche l’apporto del nostro Paese alle ope-razioni di mantenimento della pace condotte a vario titolo sotto l’egi-da delle Nazioni Unite.A questo riguardo è con particolare commo-zione che voglio ricordare il sacrificio in vite umane offerto dall’Italiaal mantenimento della pace e della sicurezza. Oltre cento nostri con-cittadini hanno perso la vita, in aree geografiche che vanno dall’Africaal Medio Oriente, dai Balcani all’Asia Centrale, nell’ambito di opera-zioni intese a promuovere i principi di fratellanza riconosciuti nelloStatuto dell’ONU.

L’impegno italiano è anche proiettato verso il futuro: attualmente ilnostro Paese si è impegnato a favore di una riforma complessivadelle Nazioni Unite, che riguardi tutti i settori delle attività dell’orga-nizzazione. Una particolare attenzione è stata da noi dedicata alConsiglio di Sicurezza. Già membro non permanente dello stessoConsiglio per cinque volte, l’Italia propugna una riforma che ne raf-forzi la rappresentatività geografica, il carattere di partecipazionedemocratica e la efficienza operativa. Stiamo conducendo ancheun’attiva campagna per migliorare l’aiuto allo sviluppo e creare unvero partenariato con i Paesi meno avanzati. L’Italia partecipa cosìda protagonista alla concezione delle riforme volte ad assicuraremaggiore efficacia e coerenza alle attività operative delle NazioniUnite nel settore umanitario e dello sviluppo, rafforzare i meccanismidi coordinamento ed incrementare la parte di risorse destinate ai pro-grammi. A cinquant’anni di distanza, resta intatto per l’Italia il sognodi un pianeta ove le Nazioni siano veramente Unite.

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PERCHÉ L’ONU:L’ITALIA E LA SCELTA

DEL “MULTILATERALISMO”

L’Italia commemora i propri cinquant’anni di attiva partecipazionealle Nazioni Unite e non ha mai cessato di indicare nel “multilaterali-smo” uno dei cardini della propria politica estera.

Il multilateralismo è assieme un metodo, una visione e un sistemadi valori nella conduzione delle relazioni internazionali: la ricercaincessante di soluzioni condivise, maturate e discusse entro gli orga-nismi che riuniscono i vari Stati, primo fra tutti l’ONU.

Di “pace” si parla costantemente, ma spesso se ne dimentica unadimensione meno evidente che ci fa riscoprire le ragioni per cui leNazioni Unite rappresentano per l’Italia e per il mondo un orizzontepromettente. Uno dei progressi più straordinari portati dal XX secoloè consistito in una riflessione più profonda sulla natura della pace.Siamo giunti a capire che è possibile riconoscere la pace laddoveemerga un sistema i cui caratteri ed automatismi tendano a costrui-re, nutrire e consolidare la pace. Si è riconosciuto cioè che la pace sifonda su strutture che la creano e diffondono in maniera stabile.

Si tratta di un salto di qualità notevole. La portata di questo pro-gresso si coglie se si considera che durante millenni la risposta all’in-terrogativo della pace è stata incentrata sull’idea di equilibrio strate-gico. Nel corso della storia le diplomazie hanno sempre tentato dicostruire periodi di pace fondati su solidi e oculati equilibri di potenzafra gli Stati. Del resto, conosciamo bene le implicazioni di questo tipodi soluzione, visto che l’apogeo ed il tramonto di tale concezionesono stati vissuti dal XX secolo, nell’epoca del cosiddetto equilibriodel terrore.

È però una conquista della nostra epoca la coscienza che il meto-do dell’equilibrio di potenza costituisce una risposta al problema dellanon-belligeranza, mentre non esaurisce da solo il problema della

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Consulenzaai governi

On. Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri

con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate

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pace: si tratta di un’impostazione coerente con la nozione puramen-te negativa di pace, intesa come assenza di guerra.

Il grande progresso compiuto nel XX secolo è consistito nel ren-dersi conto dell’insufficienza del metodo dell’equilibrio e soprattuttonel cogliere le ragioni di questa insufficienza: il fautore e protagonistadella pace non è solo lo Stato, bensì un soggetto diverso, l’uomo.Risulta allora naturale che meccanismi strutturali di costruzione dellapace si incentrino sul suo primo protagonista e si traducano nella eli-minazione delle cause che lo sospingono al conflitto. Si è scoperta lapolitica di pace consistente nel nutrire la libertà, la dignità e lo svilup-po dell’uomo.

Con riferimento all’uomo è possibile avanzare di un passo nelladefinizione della pace: vi è pace laddove siano dominanti delle strut-ture di pace; vi sono strutture di pace laddove il sistema è impernia-to sull’uomo ed è proteso a valorizzarlo e proteggerlo. Aver organiz-zato la risposta al problema della pace solo sul piano delle relazionifra gli Stati ha rappresentato un millenario errore di prospettiva. Lapace è anzitutto una scelta ed un attributo dell’uomo, di modo cherisulta oggi possibile recuperarne le nozioni più antiche e complesse:shalom o eirene, termini che possiedono un campo semantico este-sissimo, comprensivo del benessere intimo, della buona condizioneeconomica, nonché dell’elemento positivo della sussistenza di un’al-leanza. Un’alleanza naturalmente globale fra tutti gli uomini dellaTerra accompagnata da un’altra alleanza, quella fra l’uomo e la Terrastessa.

Ma questa è una caratteristica fondamentale dell’ONU. Le NazioniUnite, nel perseguire il proprio compito fondamentale di tutelare lapace, si occupano dell’uomo, del suo sviluppo economico, delle suecondizioni sanitarie o dei diritti dell’infanzia. Le Nazioni Unite hannoaperto, così, nuovi orizzonti.

Malgrado ciò, ci si accorge che le Nazioni Unite dovranno rifor-marsi, ammodernarsi e aggiornare la propria struttura alle esigenzedi un mondo che non è più quello del 1944, quando vennero fonda-te. Non è però saggio trarne un giudizio di sfiducia in questo stru-mento di pace.

L’ONU è la punta visibile di un iceberg sommerso, di quel com-plesso sistema in cui si sono istituzionalizzate forme avanzatissimedi cooperazione internazionale che chiamiamo “multilateralismo”, diun metodo che non riesce ancora a risolvere o prevenire tutti i con-flitti, ma ne disinnesca comunque moltissimi.

PERCHÉ L’ONU: L’ITALIA E LA SCELTA DEL “MULTILATERALISMO”

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Il nostro villaggio globale è solcato da una rete fittissima di accor-di e accoglie più di 250 Organizzazioni internazionali, su cui ricade lagestione in comune di un’infinità di servizi essenziali per gli Statimoderni. Si va dalla meteorologia alle telecomunicazioni, dai sincro-troni alla repressione del traffico d’opere d’arte, dalle campagne divaccinazione ai Caschi blu. Per uno Stato porsi in situazione di belli-geranza significa oggi incontrare ostacoli serissimi alla fruizione diquesti servizi. Il timore di rimanerne di fatto esclusi o di venirnesospesi può costituire un monito efficace a chi coltivasse intenzioniaggressive. Ma non è questo il dato più interessante, quanto piutto-sto il fatto che le Organizzazioni internazionali - famiglia che diretta-mente o indirettamente fa capo alle Nazioni Unite - costituiscono unforo di continuo incontro fra le nazioni, che ripropone sempre lemodalità del dialogo pacifico per gestire in comune la ricerca di unbenessere globale prima ancora che uno squilibrio divenga causa diun conflitto.

Sono le Nazioni Unite ad animare un tessuto connettivo globalefondato sull’attenzione all’uomo. È per questa ragione che quasi tuttele Organizzazioni internazionali subordinano esplicitamente il propriooperato al perseguimento delle finalità proprie delle Nazioni Unite: lapace. Il senso dell’onnipresenza di un richiamo ai principi ed agliobiettivi delle Nazioni Unite negli statuti degli organismi internaziona-li - anche in quelli degli enti più tecnici - risiede nell’idea che l’uomo èil primo protagonista della pace. L’Unione Postale Universale si rifàalle finalità delle Nazioni Unite poiché la libera circolazione delleinformazioni è uno di quegli strumenti di crescita dell’individuo cheprevengono i conflitti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità operaalla luce dei principi delle Nazioni Unite perché l’aver debellato defi-nitivamente il vaiolo ha rappresentato un contributo alla pace di valo-re inestimabile.

Tutto sulla base di quel collegamento ideale e funzionale con leNazioni Unite che gli statuti di molte Organizzazioni internazionaliconsacrano nel preambolo.

Decisivo è il contributo alla pace dato anche dalle numerose isti-tuzioni internazionali umanitarie e di sostegno allo sviluppo nate nelsolco tracciato dalle Nazioni Unite. Non hanno saputo risolvere tutto.Però ci sono ed operano con regolarità, costruendo la pace col sop-perire ai bisogni dell’uomo: nella storia del genere umano, si tratta diuna novità rilevante.

Per questo l’Italia, che pur è in prima linea nella ricerca di nuoveformule per migliorare le Nazioni Unite, celebra i cinquant’anni di atti-va partecipazione.

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Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a sal-vare le future generazioni dal flagello dellaguerra, che per due volte nel corso di questagenerazione ha portato indicibili afflizioni all’u-manità, a riaffermare la fede nei diritti fonda-mentali dell’uomo, nella dignità e nel valoredella persona umana, nella uguaglianza deidiritti degli uomini e delle donne e delle nazio-ni grandi e piccole [...]

(dal preambolo dello Statuto delleNazioni Unite)

STATUTO

Kofi AnnanSegretario Generale delle Nazioni Unite

LA STORIA, DALLA

SOCIETÀ DELLE

NAZIONI AD OGGI

L’Organizzazione delle Nazioni Unite nasce formalmente il 24ottobre 1945, dopo la ratifica del suo Statuto da parte dei cinquePaesi scelti fin dall’inizio come membri permanenti del Consiglio diSicurezza (Cina, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito, Stati Uniti)e da parte della maggioranza degli altri quarantasei Paesi firmatari.Tuttavia, l’idea di un’organizzazione internazionale finalizzata allapromozione e al mantenimento della pace e della sicurezza tra ipopoli affonda le sue radici in un precedente tentativo: la Societàdelle Nazioni.

Frutto dell’intreccio di progetti americani, britannici e francesi, laSocietà delle Nazioni fu fondata durante la conferenza di pace diVersailles (1919) che poneva ufficialmente fine alla prima guerramondiale. Fra i suoi obiettivi: la riduzione degli armamenti, la risolu-zione delle dispute tra le nazioni e il miglioramento delle condizioni divita dei popoli. La sede fu fissata a Ginevra. I suoi Organi eranol’Assemblea degli Stati membri, il Consiglio e il SegretariatoPermanente. Il Consiglio era costituito da 4 membri permanenti(Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone) e 4 temporanei, eletti dal-l’assemblea ogni 3 anni.

Gli Stati Uniti, nonostante la Società fosse stata propugnatasoprattutto dal Presidente americano Thomas W. Wilson, non aderi-rono alla Società delle Nazioni per il prevalere al proprio interno diuna reazione “isolazionista” seguita alla guerra appena conclusa.Invece Germania e URSS riuscirono, in seguito, a ottenere un seggiopermanente in Consiglio. Gli Stati aderenti si impegnavano a rispet-tare l’integrità territoriale e l’indipendenza politica degli altri membri ea non ricorrere alla guerra, prevedendosi sanzioni economiche con-tro i Paesi che avessero violato tali impegni.

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Organizzazione

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New York. Un’immagine

del quartier generaledelle Nazioni Unite.

E se la Società delle Nazioni ebbe successo nel gestire i conflittiminori durante tutti gli anni ’20 - Svezia e Finlandia per le isoleAaland (1921), Polonia e Lituania per Vilnius e Memel (1923), Iraq eTurchia per Mossul (1925), Colombia e Perú per Leticia (1934),Paraguay e Bolivia per il Chaco (1935) - fallì, invece, nella soluzio-ne delle vertenze che riguardavano le grandi potenze come il con-flitto cino-giapponese per la Manciuria (1931-33) o la guerra italo-etiopica (1935-36).

Soprattutto, la Società delle Nazioni non riuscì a prevenire ilsecondo conflitto mondiale. Nel dicembre 1939 la Società espulsel’URSS per l’aggressione alla Finlandia, ma cessò subito dopo difunzionare: fu formalmente sciolta il 18 aprile del 1946 e sostituitadall’ONU.

La creazione di una nuova organizzazione a tutela della sicurez-za collettiva al posto della Società delle Nazioni era gia stata previ-sta nella Carta atlantica, sottoscritta da Churchill e Roosevelt nell’a-gosto del 1941 e nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del gennaio1942. Un progetto concreto, elaborato e discusso dai due leader conStalin nei vertici di guerra a Mosca, Dumbarton Oaks e Yalta, fu infi-ne approvato alla conferenza di San Francisco il 25 giugno 1945 daidelegati di 51 Stati. Progressivamente tutti gli Stati del mondo entra-rono a far parte dell’organizzazione.

Nel dicembre 1945 il Senato e la Camera dei Rappresentantiamericani, con voto unanime, richiesero che la sede delle NazioniUnite fosse negli Stati Uniti. La richiesta fu accettata e la prima eprincipale sede fu costruita a New York, sulle rive dell’East River, sudi un terreno acquistato anche tramite una donazione di 8,5 milionidi dollari di John D. Rockefeller, Jr.

Dal 1945 a oggi, le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo fonda-mentale, anche se l’attività dell’ONU risultò sin dall’inizio della guer-ra fredda condizionata dalla rivalità fra i due blocchi. La fine dellacontrapposizione bipolare, nel 1989, ha posto le basi per un rilanciodell’ONU e ha aperto nuovi orizzonti che tocca alla nuova genera-zione di concretizzare.

LA STORIA, DALLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI AD OGGI

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L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha ottenuto per sei volte il premioNobel per la pace: nel 19544 e nel 1981 con l’UNHCR (l’Alto Commissariato peri rifugiati); nel 1965 con l’UNICEF (il Fondo dellle Nazioni Unite per l’infanzia);nel 1969 con l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro); nel 1988 con letruppe di pace; infine, nel 2001, l’intera organizzazione è stata premiata insie-me al suo Segretario generale Kofi Annan. La motivazione: il loro lavoro “perun mondo meglio organizzato e più pacifico” (“for their work for a better orga-nized and more peaceful world”).

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Il Patto internazionalesui diritti civili e polittici e il Patto internazionale dei diritti economici, sociali, eculturali, sono solo alcuni dei grandi documenti formulati dalle Nazioni Unite,ma sono tra i più importanti. La loro forza morale e politica ha influenzato moltistrumenti giuridici internazionali successivi ee le costituzioni nazionali di moltipaesi. Insieme consacrano un consenso mondiale sull’inviolabilittà di alcunidiritti fondamentali e che sono alla base dell’azione dell’ONU. I giuristi vor-rebbero identificare nelle prescrizioni basilari di questi atti il nocciolo di un“diritto naturale” che nesssuna legislazione può ignorare.

Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, i Paesi che facevanoo partedell’Organizzazione delle Nazioni Unite vollero fare il possibile per garantire lapace e i ddiritti dei popoli. Questo spirito permeava lo Statuto dell’ONU, il cuipreambolo indicava come obietttivo quello di salvare le future generazioni dalflagello della guerra, “che per due volte nel corsoo di questa generazione haportato indicibili afflizioni all’umanità”, e riaffermava “la fede nei dirritti fonda-mentali della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delledonne e ddelle nazioni grandi e piccole”. La stessa convinzione è alla baseanche della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata il 10dicembre 1948 dall’Assemblea Generale dell’ONU: con i suoi 30 articoli san-cisce ll’inviolabilità dei diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, cul-turali di ogni peersona e proclama il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurez-za degli individui e a un trattaamento di uguaglianza dinanzi alla legge.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non è uno strumento vin-colante sul piano giuridico. Tuttavia godette subito di grande autorità moraale,ispirando trattati internazionali, costituzioni e leggi interne dei singoli Stati,che sono inveece vincolanti, e contribuendo in maniera decisiva all’evoluzionedel diritto internazionale contempooraneo. Al fine di tradurre i principi dellaDichiarazione Universale in vere e proprie norme, il 16 dicembre 1966 venne-ro adottate dall’ONU due convenzioni: il Patto internazionale sui diritti econo-mici, sociali e culturali e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, cheentrarono in vigore nel 1976. Nei due Patti compare anche il diritto all’auto-determinazione ((art.1) che non è citato nella Dichiarazione Universale: “Tuttii popoli hanno diritto all’autodetermminazione. In virtù di tale diritto essi libera-mente stabiliranno il loro assetto politico e liberaamente raggiungeranno il lorosviluppo economico sociale e culturale”.

Sei voltePremio Nobel

I diritti umani

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Corte Internazionale di Giustizia Consiglio di Sicurezza Assemblea Generale

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ORGANI SUSSIDIARI- Comitati Sanzioni- Comitato di Stato Maggiore- Comitati permanenti ed altri organi ad hoc- Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia- Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda- Commissiione delle Nazioni Unite per il controllo,

la verifica e l’ispezione (Irak)- Commissione delle Naziooni Unite per l’indennizzo- Operazioni e Missioni per il mantenimento della pace

ORGANI SUSSIDIARI- Comitati principali- Altri comitati di sessione- Comitati permanenti ed altri

organi ad hoc- Altri oorgani sussidiari

PROGRAMMI E FONDI

UNCTAD Conferenza delleNazioni Unite sul Commercio elo Sviluppo

ITC CentroInternazionale per ilCommmercioUNDCP Programma delleNazioni Unite per il Controllodella DrogaUNEP Programma delleNazioni Unnite per l’AmbienteONU-HABITAT Centro delleNazioni Unite per gliInsediamenti Umani

INSTRAW IstitutoIInternazionale di Ricerca eFormazione per il progressodelle DonneUNRISD Istituto di Ricercadelle NNazioni Unite per loSviluppo Sociale

ALTRI ORGANISMIOHCHR Alto Commissariatodelle Nazioni Unite per i DirittiUmaniUNU Università delle NazioniUnite

ISTITUTI DI RICERCA E DI FORMAZIONE

UNDP Programma delleNazioni Unite per lo Sviluppo

UNIFEM Fondo di Sviluppodelle Nazioni Unite per llaDonnaUNV Volontari delleNazioni UniteUNCDF Fondo delleNazioni Unite per loSviluppo del Capiitale

UNFPA Fondo delle NazioniUnite per la Popolazione

UNICRI Centro Internazionaledelle Nazioni Uniite per laRicerca in materia diCriminalità e GiustiziaUNITAR Istituto delle NazioniUnite per l’adddestramento e laRicerca

UNAIDS Programmacongiunto delle Nazioni Uniteper l’AidsUNSSC Staff Collegee delsistema delle Nazioni unite

ACNUR (UNHCR) AltoCommissariato delle Nazioniper i RifugiatiUNICEEF Fondo delle NazioniUnite per l’infanziaPAM (WFP) ProgrammaAlimentare MondialeUNRWA Agenzia delle NazioniUnite per l’Assistenza e laRicostruzione a favore deiRifugiati di Palestina nelVicino Oriiente

UNIDIR Istituto delle Nazioniper la Ricerca sul Disarmo

UNOPS Ufficio di serviziai progetti deelle Nazioni Unite

Consiglio Economico e Sociale SegretariatoConsiglio di AmministrazioneFiduciaria

AGENZIE SPECIALIZZATEOIL OrganizzazioneInternazionale del LavoroFAO Oganizzazione delle NazioniUnite per l’Alimentazione el’AgricolturaUNESCO Organizzazione delleNazioni Unite per l’Educazione laScienza e la CulturaOMMS (WHO) OrganizzazioneMondiale della SanitàGRUPPO BANCA MONDIALE

BIRS Banca Mondiale per laRicostrruzione e lo SviluppoIDA AssociazioneInternazionale per lo sviluppoIFC Società FinanziariaInternaazionaleMIGA Agenzia Multilateraledi Garanzia degli InvestimentiICSID Centro Internazionale

per la Composizione delleControversie relative agliInvestimentiFMI Fondo MonetarioInternazionaleICAO OOrganizzazione perl’Aviazione Civile InternazionaleIMO Organizzazione MarittimaInternazionaleUIT Unione Internazionale delleTelecomunicazioniUPU Unione Postale UniversaleOMM OrganizzazioneMeteoorologica MondialeOMPI Organizzazione Mondialedella Proprietà IntellettualeFISA (IFAD) FondoInterrnazionale per lo SviluppoAgricoloUNIDO Organizzazione delleNazioni Unite per lo SviluppoIndustriaaleWTO Organizzazione mondialedel turismo

ORGANIZZAZIONI CORRELATEAIEA Agenzia Internazionale perl’Energia AtomicaOMC (WTO) Organizzazione Mondialeper il CommercioCTTBTO Organizzazione perl’applicazione del trattato peril bando completo dellasperimentazione nuccleareOPAC Organizzazione perla proibizione delle armi chimiche

DIPARTIMENTI E UFFICI- Gabinetto del Segretario

Generale- Ufficio Servizi Controllo Interno- Ufficio Affari Giuridici- Dipartimento Affari Politici- Dipartimento Disarmo- Dipartimento Operazioni di

Pace- Ufficio Coordinamennto Affari

Umanitari- Dipartimento Affari Economici

e Sociali- Dipartimento Assemblea

Generale e OrgaanizzazioneConferenze

- Dipartimento Informazione- Dipartimento Gestione- Ufficio Alto Rappresentantee

per i PVS- Ufficio Coordinatore ONU per

la Sicurezza- Ufficio ONU per la lotta alla

criminalità orgganizzata e per laprevenzione del crimine

ONUG Ufficio ONU a GinevraONUG Ufficio ONU a ViennaONUG Ufficio ONU a Nairobi

COMMISSIONI TECNICHE- Commissione per lo sviluppo sociale- Commissione dei diritti dell’uomo- Commissione per i narcotici-- Commissione per la prevenzione del

crimine e la giustizia penale- Commissione per la scienza

e la ttecnologia per lo sviluppo- Commissione per la condizione

delle donne- Commissione per la popolazionne

e lo sviluppo- Commissione per la statistica- Commissione per lo Sviluppo

sostenibile

COMMISSIONI REGIONALI- Commissione economica per l’Africa- Commissione economica per

l’Europa- Commissione economica per

l’’America Latina ed i Caraibi- Commissione economica e sociale

per l’Asia ed il Pacifico- Commissione economica e sociale

per l’Asia occidentale

ALTRI ORGANI- Forum permanente sulle Nazioni

autoctone- Forum delle Nazioni Unite sulle Foreste- Organi permanentii e di sessione- Comitati di esperti, ad hoc ed organi

collegati

Consigliodi Sicurezza

L’Organizzazione delle Nazioni Unite riveste una posizione fonda-mentale nello sforzo globale teso al mantenimento della pace e dellasicurezza internazionale. Per perseguire queste finalità si vale di unastruttura articolata e complessa. Gli organi principali dell’ONU sono:

• l’Assemblea Generale,• il Consiglio di Sicurezza,• il Consiglio Economico e Sociale,• la Corte Internazionale di Giustizia,• il Segretariato,• il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria

L’Assemblea Generale è il più rappresentativo dei sei organi isti-tuzionali di cui si compone l’Organizzazione. È formato dai delegati ditutti gli Stati aderenti alle Nazioni Unite, che dispongono tutti di unpari diritto di voto. L’Assemblea Generale può discutere ogni que-stione che, ai sensi dello statuto, rientra nell’ambito di competenzadell’ONU e fare raccomandazioni agli Stati membri ed al Consiglio diSicurezza. In materia di bilancio dell’Organizzazione, l’AssembleaGenerale adotta decisioni vincolanti.

Il Consiglio di Sicurezza è composto da quindici membri di cuicinque - Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia - siedono atitolo permanente e godono del cosiddetto diritto di veto, mentre glialtri dieci sono eletti per un biennio dall’Assemblea. Pur avendo unacompetenza limitata soltanto alle questioni attinenti il mantenimentodella pace e della sicurezza internazionale, è l’organo che disponedei maggiori poteri decisionali vincolanti.

LA “FAMIGLIA” DELL’ONUE LA SFIDA DI UN MONDO

MIGLIORE: PACE, SVILUPPO

LIBERTÀ E AMBIENTE

AssembleaGenerale

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Il Consiglio Economico e Sociale è composto da membri elet-ti dall’Assemblea ed è l’organo consultivo e di coordinamentonell’attività economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varieorganizzazioni ad esse collegate.

La Corte Internazionale di Giustizia è composta da quindicigiudici e ha sia la funzione di dirimere controversie fra Stati, siauna funzione consultiva in quanto può dare pareri su questionigiuridiche proposte dall’Assemblea Generale, dal Consiglio diSicurezza o da altri organi o agenzie specializzate delle NazioniUnite su autorizzazione dell’Assemblea Generale.

Infine, il Segretariato è il principale organo esecutivo e gestio-nale delle Nazioni Unite ed è guidato dal Segretario generale.

(Ne è stata chiesta l’abolizione)

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ConsiglioEconomico

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Il Segretario Generale delle Nazioni Unite viene definito nello Statuto delleNazioni Unite come “fuunzionario capo amministrativo”. Ma, naturalmente, egli èmolto di più. Il Segretario Generale è nellla stessa misura diplomatico e messagge-ro, mediatore e innovatore ed è, di fronte alla comunità monndiale, il simbolo delleNazioni Unite. Tale carica richiede molta forza, sensibilità ed immaginazionne, allaquale il Segretario deve aggiungere un costante ottimismo: la convinzione che gliideali esppressi nello Statuto delle Nazioni Unite possano diventare realtà.

Il lavoro del Segretario Generalee richiede anche un’interpretazione creativadel proprio ruolo a partire dalla definizione della cariica sancita nello Statuto delleNazioni Unite. Tale Statuto gli conferisce il potere di “sottoporre aall’attenzione delConsiglio di Sicurezza qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare lappace e la sicurezza mondiale”. Lo statuto gli richiede, inoltre, di svolgere “altrefunzioni” qualoraa questo gli venga richiesto dal Consiglio di Sicurezza,dall’Assemblea Generale o dagli altri organii principali delle Nazioni Unite. IlSegretario Generale opera quindi: come portavoce della Comunità internaziona-le, come rappresentante dei valori e dell’autorità morale delle Nazioni Unite ecome oorgano al servizio e all’ascolto degli Stati membri.

Questo profilo permette al Segretario Generale uuna straordinaria libertà diazione. Il suo lavoro, tuttavia, richiede regolarmente anche consultaziooni con leautorità di governo nazionali nel mondo e altri autorevoli interlocutori, la parteci-paziione alle sessioni di vari organi delle Nazioni Unite, e viaggi in tutto il mondocome contributi alllo sforzo generale per raggiungere soluzioni nell’ambito di diffi-cili questioni internazionali. Ogni anno il Segretario Generale redige un rapportoin cui presenta il lavoro dell’organizzazione ed espone il suo punto di vista sullepriorità future. Il Segretario Generale è inoltre Presidente del Coomitato diCoordinamento (ACC), che riunisce ogni due anni i Responsabili Esecutivi di tutti iFondi delle Nazioni Unite, dei Programmi e delle Agenzie, allo scopo di porre inessere un efficace coordiinamento di tutte le attività svolte dall’organizzazione.L’attuale Segretario generale è Kofi Annan,, nato a Kumasi, in Ghana, l’8 aprile1938. Il 13 dicembre 1996 Annan fu scelto per ricoprire il ruollo di Segretario gene-rale dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e confermato quattro giornnidopo dall’Assemblea generale. Il suo mandato cominciò ufficialmente il 1 gen-naio 1997. È stato ill primo Segretario generale africano di colore e il primo adessere eletto tra le fila dello staff deelle Nazioni Unite. Il suo mandato è stato rin-novato 1 gennaio 2002 e avrà termine il 31 dicembre 22006.

Tutti i Segretari generaliSir Gladwyn Jebb (Regno Unito, Europa), dal 1945 al 1946.Trygve Liie (Norvegia, Europa), dal febbraio 1946 fino alle sue dimissioni nelnovembre 1952.Dag Hammarskjölld (Svezia, Europa), aprile 1953 fino alla sua morte in un inciden-te aereo nella Rhodesia del nord (attuale Zimbabwe) nel settembre 1961.U Thant (Birmania (attuale Myanmar, Asia), dal novembre 19611 al dicembre 1971.Kurt Waldheim (Austria, Europa) 1972-1981Javier Pérez de Cuéllar (Perù, Americca del Sud) 1982-1991Boutros Boutros-Ghali (Egitto, Africa), dal gennaio 1992 fino al dicembre 19966.Kofi Annan (Ghana, Africa), dal gennaio 1997 e attualmente in carica.C

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Questi organi perseguono l’obbiettivo primario e generale dicostruire la pace. Ma tale grande traguardo richiede alle NazioniUnite di agire su un fronte vastissimo. Le attività dell’ONU e della suafamiglia di organismi toccano ogni aspetto della convivenza pacificae dello sviluppo umano, ma si possono comunque individuare tregrandi aree di competenza previste fin dall’origine nello Statuto delleNazioni Unite: oltre il mantenimento della pace e della sicurezzainternazionale, lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra gli Stati e lacollaborazione in campo economico, sociale e culturale umanitario enella promozione dei diritti umani.

Tuttavia nel 1944, quando la Carta fu redatta, non venne inclusoun altro aspetto oggi sentito come pilastro fondamentale di una cor-retta e proficua convivenza fra i popoli, quello ambientale. Di fatti,vigeva allora l’idea che le risorse del nostro pianeta fossero inesauri-bili e, soprattutto, che fosse illimitata la sua capacità di riassorbire leemissioni nocive prodotte dall’uomo. Bastarono due decenni per ren-dere evidente l’insufficienza di un simile approccio. I primi segnaliconcreti di pubblica attenzione per lo stress imposto all’ecosistemarisalgono alla fine degli anni ’60 e bisogna riconoscere che l’ONU neprese atto assai rapidamente. Fu nel suo contesto che si tenne ilprimo significativo foro di confronto fra gli Stati, convocato aStoccolma nel 1972 come “Conferenza delle Nazioni Unitesull’Ambiente Umano”. Da allora la tutela dell’ambiente e lo svilupponon solo equo ma anche sostenibile fanno parte delle grandi finalitàperseguite dalle Nazioni Unite.

Nella prospettiva dell’ONU lo sviluppo, la tutela dei diritti umani eanche l’ambiente divengono tappe necessarie per costruire una pacevera. Così, l’Organizzazione ha programmi e agenzie specializzateimpegnate nella promozione della crescita dei paesi in via di svilup-po, della stabilità economica internazionale, di livelli di vita accettabi-li, della tutela dei diritti e della dignità umana e della realizzazione diun progresso sociale ed economico sostenibile, nella convinzioneche queste siano le premesse essenziali per l’instaurazione di unapace mondiale duratura.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite, le Agenzie Specializzate e isuoi Programmi e Fondi, costituiscono insieme la “famiglia” delleNazioni Unite. E tramite questo complesso sistema organizzativol’ONU persegue i suoi vasti obiettivi di sviluppo sostenibile, coopera-zione e giustizia. Lo schema riportato di seguito mostra in manieradettagliata la struttura del sistema delle Nazioni Unite:

….In molti casi, si tratta di organismi internazionali autonomi sorti da

trattati distinti rispetto alla Carta delle Nazioni Unite. Ma tutti agisconoin un quadro di coordinamento generale e sotto il controllo dell’ONU. IT

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Povertà e fame nel mondo: Dimezzare trail 1990 e il 2015 la percentuale di persone il cuireddito è inferiore a 1 dollaro USA al giorno;dimezzare entro il 2015 la percentuale di per-sone che soffrono di fame.

Istruzione elementare universale: Assicu-rare che, entro il 2015, i bambini in ogni luogo,i ragazzi e le ragazze, siano in grado di com-pletare un ciclo completo di istruzione primaria.

Uguaglianza di genere e ruolo delle donne:Eliminare la disuguaglianza di genere nell’i-

struzione primaria e secondaria preferibilmen-te entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzioneentro il 2015.

Diminuire la mortalità infantile:Ridurre didue terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mor-talità infantile al di sotto dei cinque anni d’età.

Salute materna: Ridurre di tre quarti, tra il1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna.

Combattere l’HIV/AIDS, la tubercolosi, lamalaria e le altre malattie: Arrestare, entro il2015, la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS.

Sostenibilità ambientale: Integrare i prin-cipi di sviluppo sostenibile nelle politiche deipaesi e nei programmi e arrestare la distruzio-ne delle risorse ambientali.

Una partnership globale per lo sviluppo:Entro il 2015, i 191 Stati membri si sono

impegnati ad espletare una serie di interventi disviluppo, principalmente in quattro aree:cooperazione allo sviluppo, debito estero,commercio internazionale, trasferimento delletecnologie.

OTTO OBIETTIVI

CONCRETI DI SVILUPPO

VERSO LE NUOVE

NAZIONI UNITE:GLI OBIETTIVI

DEL MILLENNIO

Le Nazioni Unite stanno attraversando un processo di riforma eammodernamento. Ma non per questo si sono concesse una pausanella loro attività concreta, nella ricerca di soluzioni a tutti quei pro-blemi che costituiscono un ostacolo alla realizzazione di un mondopacifico e giusto. La strada da percorrere è ancora lunga, ma leNazioni Unite hanno voluto dotarsi di un’analisi e di una “tabella dimarcia” al passo coi tempi, allo scoccare di un nuovo millennio.

Nel XXI secolo, oltre un miliardo di esseri umani vive soggetto adiverse forme di povertà: non solo quella economica che relegaancora molti a sopravvivere con meno di un dollaro al giorno.Ratificando la Dichiarazione del Millennio e gli Obiettivi di sviluppodel Millennio, nel 2000 gli Stati membri delle Nazioni Unite si sonoimposti di dimezzare, entro il 2015, la povertà estrema che regna nelmondo: la Dichiarazione del Millennio impone ad ogni Stato, sia riccoche povero, di adoperarsi per sconfiggere la povertà, promuovere ladignità umana e le pari opportunità e realizzare la pace, la democra-zia e la sostenibilità ecologica.

La Dichiarazione del Millennio è stata sintetizzata in otto Obiettiviconcreti di sviluppo che - anche con criteri di realizzazione misura-bili - impegnano tutti i paesi e le organizzazioni internazionali

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Di tutto questo, durante cinquant’anni, siamo stati attivi promotori.Un ruolo primario ci è stato riconosciuto in virtù, non solo di un’atten-ta politica estera rivolta al multilateralismo incentrato sulle NazioniUnite, ma anche per il serio impegno del nostro Paese a sostegnodelle iniziative ONU in favore dello sviluppo, della tutela dell’ambien-te, della promozione, della democrazia e dei diritti umani. Senza con-tare il notevole lavoro svolto negli ultimi anni dall’Italia per la messaa punto delle riforme necessarie al rilancio delle Nazioni Unite, fina-lizzato a consentire all’organizzazione mondiale di far fronte consempre maggiore efficacia alle sfide del nuovo millennio e alle nuoveminacce con cui la comunità internazionale è chiamata a confrontar-si. Da sempre l’Italia fornisce, inoltre, contributi di primissimo piano atutti i principali settori di attività dell’Organizzazione, come anche albilancio ordinario e al bilancio delle operazioni di pace dell’ONU.

Nel 1998 l’Italia ha ospitato a Roma la Conferenza internazionalesotto l’egida dell’ONU che ha dato vita al Tribunale PenaleInternazionale. Lo Statuto adottato a Roma disciplina l’attività del primoTribunale permanente a giurisdizione universale destinato a punire lepiù gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internaziona-le quali i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, il genocidio e l’ag-gressione. L’Italia è stato uno dei Paesi che si sono più attivamenteimpegnati per l’istituzione del Tribunale, oggi pienamente funzionante.

Il ruolo di primo piano svolto dall’Italia all’ONU ha consentito alnostro Paese di essere in questi ultimi cinquant’anni fra gli Stati piùvotati alle elezioni per gli organi delle Nazioni Unite: l’Italia ha eser-citato una volta la Presidenza dell’Assemblea Generale con AmintoreFanfani - allora Ministro degli Esteri - nel 1965; è stata cinque voltemembro del Consiglio di Sicurezza e per ben undici volte membro del

50 ANNI

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