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Italia da bere TESTO MAURIZIO MAESTRELLIFOTO LAILA POZZO Una selezione accurata di etichette che rappresentano le principali Denominazioni d’origine del nostro Paese, privilegiando i vitigni autoctoni, compone Grandi Vigne, la carta dei vini di “Iper, La grande i” il luogo IDEALE 13

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Italia da bere

TESTO MAURIZIO MAESTRELLI•FOTO LAILA POZZO

Una selezione accurata di etichette che rappresentano le principali

Denominazioni d’origine del nostro Paese, privilegiando i vitigni

autoctoni, compone Grandi Vigne, la carta dei vini di “Iper, La grande i”

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C vini da dessert. Insomma, unmosaico di tipologie, di profumi e digusti in cui è piacevole, conmoderazione, perdersi. Soprattutto,con l’imbarazzo della scelta quandosi va ad acquistare il vino. È perquesto che, sul vino, “Iper, La grandei” ha voluto concretizzare unprogetto che fa parte della suafilosofia. La stessa, cioè, che gli hapermesso nel tempo di individuare escegliere i migliori produttori di

Ci sono molti modi per considerarel’Italia del vino. La nostra Penisola,che un tempo era anche chiamataEnotria ovvero, per l’appunto, terradel vino, offre rigogliosi vigneti:dall’Alto Adige alla Sicilia, dalla costatoscana a quella marchigiana dellaRiviera del Conero. Un Paesefortunato, da questo punto di vista,non c’è dubbio. C’è l’Italia dei vinibianchi e l’Italia dei grandi rossi,quella delle bollicine e quella dei f

K Nei ritratti di queste pagine, alcunidei produttori Grandi Vigne.Sopra, da sinistra: Giorgio Abrigo(azienda Abrigo Giovanni), VittorioAdriano (Adriano Marco eVittorio), Mauro Pavia (AgostinoPavia). A fianco: Mauro Boco(Borgo Scopeto e Caparzo) e StefanoCesari (Brigaldara). Sotto, IlariaCarminucci e una veduta dellevigne dell’omonima azienda.

Tutti i colori del biancoI vini bianchi possono essere diversissimi traloro, basti pensare alla freschezza minerale di unMüller Thurgau e alla sapidità di un Vermentinodi Sardegna. Nel nostro Paese si fanno un po’dappertutto: esistono da un lato le grandi areetradizionalmente vocate, come Friuli VeneziaGiulia e Trentino Alto Adige, ma negli ultimi tempihanno migliorato il loro livello qualitativo anchealtre regioni. La Campania sta riscuotendoenorme successo con la sua autoctonaFalanghina, la Sicilia fa lo stesso con l’altrettantoautoctono Grillo. Vini tutti presenti in Grandi Vignee vini che si sono guadagnati il loro spazio nellepiù autorevoli guide di settore. Stante comunquel’enorme varietà, va detto che nella maggiorparte dei bianchi avremo pressature delicatedelle uve e vinificazioni in acciaio. Insomma unprocesso produttivo abbastanza rapido che segueun’attenzione particolare in vigneto, riducendo al minimo l’intervento dell’uomo per garantirebianchi profumati, fragranti, freschi. Questi sono i requisiti organolettici che presenta la maggiorparte dei campioni della categoria. Se il lorocolore può andare dal giallo con riflessi verdolinial giallo dorato, i profumi possono ricordare i fiori, la frutta come pesche, mele, pere, ananas,note minerali, riconducibili a una sensazione difreschezza. Al palato manifestano la giusta aciditàche serve a invogliare il secondo sorso, con unritorno delle sensazioni fruttate e, a volte,agrumate. Naturalmente c’è bianco e bianco. In generale vanno sposati ai piatti di pesce,preparato nei modi più diversi. Un’anguilla inumido va benissimo con il Frascati laziale, per ilbranzino o l’orata alla griglia si può provare consuccesso la Falanghina campana, il Pinot Grigiodel Veneto o l’aromatico Gewürztramineraltoatesino. Ma non è detto che ci si debbafermare agli abbinamenti più consolidati. Il vinobianco si abbina bene a formaggi freschi, da solio in preparazioni più elaborate, a primi piatti consughi leggeri, perfino a certe carni. Tutto ilpollame ma anche il coniglio, che sotto forma di ragù può condire una pasta, o il roast-beef.Metteteli alla prova con un piatto “sintesi” traterra e mare: il vitello tonnato. L’importante èservirli freschi, non da frigo, versarli in un calice a tulipano, di quelli – per intenderci – più larghiin pancia e più stretti all’imboccatura.

Isonzo del Friuli DOC SauvignonBraida della TesaFeresin Davide, Cormons (Friuli Venezia Giulia)

Sicilia IGT GrilloBaulloTenuta Gorghi Tondi, Marsala (Sicilia)

Oltrepò Pavese DOC Pinot GrigioMenestrellaLa Travaglina, Santa Giulietta (Lombardia)

Trebbiano d’Abruzzo DOCBrecciaroSan Lorenzo Vini, Castilenti (Abruzzo)

Colli Aprutini IGT PecorinoVallefinoSan lorenzo Vini, Castilenti (Abruzzo)

Frascati DOC SuperioreGiunone ReginaTenuta di Pietra Porzia, Frascati (Lazio)

Gavi DOCGValle degli AngeliTenuta La Marchesa, Novi Ligure (Piemonte)

Collio DOC FriulanoRonco delle ValladeVilla Martina, Cormons (Friuli Venezia Giulia)

Sannio DOC FalanghinaEremitaFratelli Muratori, Tenuta Oppida Aminea,Sannio (Campania)

Alto Adige DOC Müller ThurgauCuronCastelfeder, Egna (Alto Adige)

Alto Adige DOC GewürztraminerLehenCastelfeder, Egna (Alto Adige)

Vermentino di Sardegna DOCLu ScolombrinuPiero Mancini, Olbia (Sardegna)

Salento Igt Negroamaro RosatoPizzu di QuartaSchola Sarmenti, Nardò (Puglia)

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carni, ortaggi e frutta, pesce esalumi. Con loro ha saputo costruireun rapporto di fiducia che va oltrel’accordo commerciale, è unrapporto di filiera che significacontatto umano, visite frequenti,controlli accurati, esclusività egestione del prezzo. Tutti elementiche sono necessari se non si vuoleche la parola qualità rimanga,appunto, semplicemente una parola.Nel settembre del 2006, allora, vienevarato il progetto Grandi Vigne, una

definizione “ombrello” perraccogliere un ampio ventaglio delmeglio della produzione vinicolaitaliana. Per farlo “Iper, La grande i”si è avvalsa della consulenza espertadi Fabrizio Stecca, enologo e titolaredella Think Quality, che si è occupatodi selezionare i produttoriscegliendoli al di fuori dei grossinomi dell’industria del vino, diassaggiare, con il suo team, i vini, disceglierli e di farli degustare spessoanche alla clientela. È lui stesso a f

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K Foto ritratto per altri produttoriimpegnati nel progetto GrandiVigne: qui sopra (a sinistra nellafoto) Alessandro Casali e (fotosopra a destra) GiampaoloFarchioni di Terre della Custodia; a fianco, la famiglia Castelfeder e, qui sotto, uno scorcio dei filarialtoatesini; sotto a destra, Francesco Iacono dell’aziendaFratelli Muratori.

Tavola effervescenteLa spumantistica italiana può oggi andarefiera di una grande tradizione e di unaqualità elevata e diffusa, elementi che hannopermesso alle bollicine tricolori di conoscere,da tempo, una lunga stagione di enormiconsensi da parte dei consumatori. Le ragioni sono presto dette: stappare una bottiglia di spumante, sia MetodoClassico sia Charmat, mette sempre gioiasulla tavola, ma le bollicine hannodimostrato di prestarsi magnificamente non solo alle grandi occasioni o allericorrenze, ma molto più quotidianamentecome abbinamento a piatti della cucinaitaliana. Sia il Franciacorta Docg sia il Prosecco, anch’esso oggi giustamentepremiato dalla Denominazione di originecontrollata e garantita ed entrambi presentinella gamma Grandi Vigne, si prestano con grande naturalezza a incontrare la maggior parte dei piatti a base di pesce,da una semplice insalata di mare a un frittomisto passando per le più impegnativepreparazioni con pesci bianchi (branzini,orate, sogliole). Tuttavia non è un azzardopensare a primi piatti semplici, con condimenti leggeri a base di verdure e perfino a carni bianche. Il giocodell’abbinamento, in questo caso, va fattosull’aromaticità del vino, sulla suaeffervescenza, sulla sua capacità di equilibrare il cibo. Diverso ovviamente il caso delle bollicine da accostare ai dolci. Il nostro consiglio, ma rimane tale, è quello di evitare gli spumanti secchi come il Franciacorta o il Prosecco. Sul dolce è bene preferire una bollicina dolcee, anche in questo caso, la scelta è facile. Il Moscato d’Asti Grandi Vigne ha la giustavena aromatica, conferitagli da questaparticolare uva, per celebrare qualsiasi tipodi dessert: dal gelato alla torta fatta in casa,da una sbrisolona a una torta ricca in creme.Ricordiamo, infine, che le bollicine si servono preferibilmente nella flûte o in untulipano stretto; la classica coppa va bene invece per gli spumanti dolci.

Franciacorta DOCG BrutLa ChiesuolaFratelli Muratori, Tenuta Villa Crespia, Adro(Lombardia)

Moscato d’Asti DOCGFrati e MotturaAdriano Marco e Vittorio, Alba (Piemonte)

Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCGSan Vito e Maset (anche in versione Magnum) Spumanti Gemin Bortolomiol (Veneto)

Prosecco Treviso DocVal Del GalinelIl Colle, San Pietro in Feletto (Veneto)

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logico che un’azienda come Iperdovesse costruire un’offertaenologica che fosse all’altezza delsuo nome e delle aspettative dei suoiclienti. Abbiamo iniziato aselezionare le Doc e le Docg piùimportanti e conosciute, all’internodi esse sono stati individuati iproduttori più adatti, gente che stain vigna e che produce numeri tuttosommato modesti di bottiglie e cisiamo collocati su una fascia mediadi prezzo». Ovvero quella alla portata

spiegare qual è la filosofia di GrandiVigne. «Trasparenza, qualità erintracciabilità sono le parolechiave», afferma. «Sulla base di questiprincipi si è sviluppato GrandiVigne, un nome che oggi èriconosciuto come un marchiogaranzia di qualità del vino e dirispetto di un giusto rapporto qualitàprezzo. Oggi più che mai i numeri cidicono che il consumatore trovacomodo e vantaggioso acquistare ilvino al supermercato, era dunque

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K A fianco, Anna Maria e Claradell’azienda Gorghi Tondi; qui sotto, a sinistra, MicheleRossetti della Costaiola e, a destra, Carolina e FrancescoCuccurullo della Masseria delFeudo; in basso, veduta aereadell’azienda Tre Monti, in EmiliaRomagna, e Stefano Dacarro della Travaglina.

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Se il rosso è giovaneLa caratteristica facilità d’approccio ha sempregarantito un ruolo importante ai “vini rossigiovani”. La gioventù in questione fa ovviamenteriferimento ai tempi di produzione in cantina(normalmente i rossi giovani escono un annodopo la vendemmia) e ai tempi di consumo, nel senso che se un rosso strutturato come puòessere un Barbaresco si mantiene a lungo, anchenella cantina di casa, un vino altrettanto rosso macome il Lambrusco va preferibilmente consumatoentro l’anno dall’acquisto. Non è un problema discadenza dei termini, solo di integrità del piaceree di fragranza del vino. I rossi giovani, infatti,hanno le loro armi vincenti nella freschezza, nellavivacità, nei profumi caratteristici di frutta rossa,come ciliegie e lamponi ma anche more e susine,e di fiori. Il loro colore varia dal rosso porpora al rosso rubino. Una volta assaggiato sarà facileavvertire un ritorno della sensazione fruttata, resaspesso più snella da una gradevole acidità e daitannini, di norma solo quelli derivanti dall’uva,spesso ben presenti. In questa categoria la lineaGrandi Vigne offre molte possibilità diverse: dalLambrusco Amabile di Reggio Emilia, un classicoda accostare ai salumi, al Sangiovese di Romagnache è una delle zone vitivinicole italiane che ha saputo crescere maggiormente in termini di qualità negli ultimi anni. I vini rossi giovani, e per citarne altri diremo il piemontese Dolcetto,la Barbera o la Bonarda dell’Oltrepò Paveseoppure il Rosso Piceno, sono vini considerati da “tutto pasto”: da un lato, hanno innumerevolipossibilità di abbinamento e, dall’altro, perfacilità di beva, per caratteristiche organoletticheovvero per una certa loro “leggerezza” sono viniadatti al consumo quotidiano. Da questo punto di vista, dunque, Grandi Vigne ha colto il megliodel panorama italiano, restando fedele alla sualinea di privilegiare i vitigni autoctoni. Mettiamoallora alla prova un Lambrusco Secco contradizionali paste all’uovo condite con sughi di carne; oppure il siciliano Nero d’Avola, conpreparazioni di carne al forno o contorni ancheabbastanza elaborati a base di verdure. Sui rossigiovani si può molto sperimentare. L’importante è servirli in calici a tulipano e a temperature che possono oscillare dai 12 °C per il Lambruscoai circa 18 °C per Sangiovese e Dolcetto.

Dolcetto di Diano D’Alba DOCTesoreraAbrigo Giovanni, Diano d’Alba (Piemonte)

Morellino di Scansano DocgLa FagninaBorgo Scopeto e Caparzo, Montalcino (Toscana)

Lambrusco Reggiano DOC Secco e AmabileBellarosaCasali, Scandiano (Emilia Romagna)

Oltrepò Pavese DOC BarberaVal BenedettaRossetti e Scrivani, Montebello della Battaglia (Lombardia)

Oltrepò Pavese DOC BonardaI GrimaniLa Travaglina, Santa Giulietta (Lombardia)

Sicilia IGT Nero d’AvolaFruscolaMasseria Del Feudo, Caltanissetta (Sicilia)

Montepulciano d’Abruzzo DOCPlavignanoSan Lorenzo Vini, Castilenti (Abruzzo)

Sangiovese di Romagna DOC SuperioreMazzolanoTre Monti, Imola (Emilia Romagna)

Rosso Piceno DOCFerolaVinicola del Tesino, Grottammare (Marche)

Cannonau di Sardegna DocLa FumosaPiero Mancini, Olbia (Sardegna)

Salento Igt NegroamaroLa GaliardaSchola Sarmenti, Nardò (Puglia)

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della ricerca di Stecca e di Iper sonoda un lato i vini più noti a tutti,Barbera, Bonarda e Dolcetto,Montepulciano d’Abruzzo eSangiovese, Prosecco e Lambrusco,ma dall’altro autentiche chiccheprodotte in esclusiva per Iper: deiBrunello di Montalcino o dei cru diBarolo che sarebbe quasi un delittolasciarsi sfuggire, perché sono, inqualche caso, prodotti in edizionelimitata, in un numero ridotto dibottiglie particolarmente pregiate.

delle tasche di tutti. Ma i vini sonodavvero tanti e soprattutto sonorappresentativi del meglio dellaproduzione italiana: quasi tutti sonoda vitigni autoctoni e arrivanopraticamente da tutte le regioniitaliane. «Dove non ci siamo»,conferma Stecca, «ci stiamoarrivando. Penso ad alcuni vinialtoatesini, per esempio, come ilMüller Thurgau, o all’Aglianico delVulture, un grande rosso dellaBasilicata». Ecco, perché il frutto

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K In alto, Gianluca Galasso della San Lorenzo Vini e Alvio Stramaredella Spumanti Gemin. Qui sopra(tra le botti), David e VittorioNavacchia col padre, alla guidadella Tre Monti. Sopra, a sinistra,Patrizia Sfiligoi di Villa Martinae, a fianco, veduta della Tenuta La Marchesa, di cui qui sopra (al centro) vediamo il titolare,Vittorio Giulini.

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Amabili rossi strutturatiIntensità di colore, corpo, persistenza aromatica.Questi sono i grandi rossi di cui l’Italia è moltoricca. Si tratta di vitigni che si prestano allamaturazione in legno, che può variare dallepiccole barrique alle botti grandi, e che possonoevolvere in bottiglia con un affinamento cheesalta le caratteristiche organolettiche del vitigno.I profumi sono complessi, ampi e articolati, lenote aromatiche possono essere molto diverserivelando cenni di piccoli frutti rossi, ma anchespeziature, sentori di cuoio o di tabacco. Laspremitura soffice delle uve, il periodo dimacerazione sulle bucce, che serve per estrarrecolore e componenti aromatiche e, infine, il lungopassaggio in legno costituiscono i passaggichiave nella loro produzione. Il periodo dicontatto con il legno, in particolare, conferisceuna sottolineatura aromatica che ricorda lavaniglia e ammorbidisce il gusto al palato. Itannini, che determinano quella sensazione dipiacevole astringenza in bocca, si avvertono econtribuiscono alla struttura complessiva delvino. Vini di tal fatta chiedono in primo luogo leclassiche carni rosse da cuocere alla griglia, maanche arrosti o carni in umido. Nella linea GrandiVigne la scelta è molto ampia: con carni, ma purecon selvaggina come il cinghiale, si può andaretranquilli, certi di fare una fantastica figura, suBarbaresco, Brunello di Montalcino, Sagrantino diMontefalco, Amarone della Valpolicella. Vini moltorinomati, adatti anche ai taglieri di formaggistagionati o con primi piatti dove il condimentopuò essere un ragù di lepre, per esempio. Inqualche caso, pensiamo ad Amarone e Brunellosoprattutto, non si sbaglia a stapparli nemmenoin completa solitudine: non a caso, questebottiglie sono anche definite “da meditazione”.Nella “carta dei vini” creata da “Iper, La grandei”, si può andare a pescare anche un ottimoValpolicella Ripasso, sicuramente particolare:ottenuto dalle stesse uve con cui si fa l’Amaronema vinificate appena colte, il vino giovane è poilasciato a contatto per un certo periodo di tempocon le uve appassite con le quali si è fattol’Amarone. I rossi strutturati Grandi Vigne hannonel baloon o nel calice a tulipano ampio il lorobicchiere perfetto. Vanno stappati un po’ primadel servizio, a temperatura ambiente, e nel caliceli si lascia ossigenare per un minuto.

Barbaresco DOCGVallera (anche in versione Magnum)Marco e Vittorio Adriano, Alba (Piemonte)

Barbera d’Asti Superiore DOCGMonbaudinoAgostino Pavia e Figli, Agliano Terme (Piemonte)

Chianti Classico DOCGLa VittoriaBorgo Scopeto e Caparzo, Montalcino (Toscana)

Brunello di Montalcino DOCGIl CasseroBorgo Scopeto e Caparzo, Montalcino (Toscana)

Brunello di Montalcino DOCG RiservaIl Cassero Riserva(a tiratura limitata, con astuccio)Borgo Scoperto e Caparzo, Montalcino (Toscana)

Sagrantino di Montefalco DOCGLa Palombara (anche in versione Magnum)Terre della Custodia, Gualdo Cattaneo (Umbria)

Valpolicella DOC Classico Superiore RipassoIl PianetoBrigaldara, San Pietro in Cariano (Veneto)

Amarone della Valpolicella DOCGI Filari del PignoBrigaldara, San Pietro in Cariano (Veneto)

Barolo DOCGPininBorgogno, Barolo (Piemonte)

Barolo DOCG Vigna ListeVigna Liste(a tiratura limitata, con astuccio)Borgogno, Barolo (Piemonte)

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«La nostra forza o, se vogliamo, lanostra intuizione», conclude FabrizioStecca, «è stata quella di andare ascegliere i produttori giusti per noi.In qualche caso ci sono dei singolivigneti il cui vino è tutto di GrandiVigne. Di tutti i vini assaggiamo ognisingola annata, che deve risponderea requisiti certi di qualità, e l’unicomodo perché ciò avvenga èmantenere un rapporto dicollaborazione costante con ilproduttore. Valorizzarlo, conoscerlo,sapere ciò che fa e come lavora».Un lavoro non facile forse, ma senzadubbio una delle poche stradepercorribili per ottenere risultatiduraturi. E il successo di GrandiVigne lo dimostra. Dal 2006 la lineasi è arricchita di anno in anno, nuoviproduttori e nuovi vini. Soprattuttogrande entusiasmo da parte deiconsumatori. Non a caso, durante lefrequenti degustazioni per ilpubblico, che si tengono negli spazidella “Grande i”, chi ascolta glispecialisti o addirittura i produttoriin persona raccontare il proprio vinogià lo conosce, e proprio sotto l’egidadi Grandi Vigne. Ci sono alloradavvero molti modi per considerarel’Italia del vino. Per vitigno o perproduttore, per colore o permodalità di consumo, ma il modoforse più semplice, più immediato epiù economico, per farlo è affidarsi aqualcuno che ha già fatto tutto illavoro per noi e che gli ha messosopra un sigillo di garanzia di valore,come Grandi Vigne. T

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Tutti i vini fotografati in queste pagine fannoparte della linea Grandi Vigne e sono proposti in

esclusiva nei punti vendita “Iper, La grande i”.

Campioni a tiratura limitataIl meglio del meglio della linea Grandi Vigne. Piccolepartite di vini superbi: Riserve, selezioni, singoli epreziosi cru. Un vero tesoro si nasconde dietro leedizioni speciali che, ogni anno, Grandi Vigne proponeai clienti. L’arrivo delle nuove bottiglie si annunciasolitamente in autunno. Quanto rimangono sugliscaffali è difficile dirlo. Ma di certo, trattandosi dipoche centinaia di pezzi, di tempo ce ne sarà davveropoco. D’altro canto, quando si tratta di una Riserva diBrunello di Montalcino, ovvero un maggioreinvecchiamento rispetto a un Brunello normale, oppuredi un Barolo Vigna Liste, uno dei cru del più famosovino rosso piemontese, richiestissimo anche all’estero,come si fa a guardarli e passare oltre? Queste chiccheassolute sono il fiore all’occhiello del lavoro fatto da“Iper, La grande i” da quando ha lanciato, nel 2006, ilprogetto Grandi Vigne. Testimoniano anche laprofondità del rapporto che la stessa Grandi Vigne hastabilito con i produttori e la sua conoscenza delmondo del vino italiano. Sempre nelle tirature limitate,appaiono il Sagrantino di Montefalco e il Barbaresco inversione magnum. Ideali anche per fare un regalo oper festeggiare una cena con amici o parenti e un po’numerosa. Tra le tirature limitate, del resto, idee regalonon mancano davvero anche perché alcune bottigliesono proposte con tanto di astuccio o di contenitore inlegno… Sia come sia: sono tutti vini fuoriclasse,proposti a prezzi estremamente vantaggiosi, capaci dicambiare il corso di una cena. Senza dubbio.