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COMUNE DI FERRARA

ISTITUZIONE DEI SERVIZI EDUCATIVI

SCOLASTICI E PER LE FAMIGLIE

U.O. Politiche Familiari e Genitorialità

CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE

Scuola Media Statale De Pisis - Bonati

I corsi di italiano per madri straniere con bambini piccoli

una sperimentazione innovativa nel territorio ferrarese

Anno Scolastico 2008/2009

a cura di Liliana Guidetti e Bianca Orsoni

testi di: Piera Murador e Lorenza Raddi - Centro Territoriale Permanente di Ferrara Fulvia Guidoboni e Marta Calzolaro - Centro Bambini e Genitori Mille Gru Tiziana Mariotto e Costanza Testa - Centro Bambini e Genitori Elefante Blu

FERRARA – FEBBRAIO 2010

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Ove non diversamente indicato, i testi sono stati redatti da Liliana Guidetti, collaboratrice del Centro per le Famiglie di Ferrara, e da Bianca Orsoni, Coordinatrice pedagogica dei Servizi educativi Integrativi del Comune di Ferrara. Impaginazione a cura di: GIFT - Centro di Documentazione “S. Andreoli” U.O. Politiche Familiari e Genitorialità Istituzione Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie Comune di Ferrara Le foto che documentano momenti dei Corsi di Italiano per mamme straniere, tenuti al Centro Elefante Blu nell’A.S. 2008/2009 e al Centro Mille Gru nell’A.S. 2009/10, sono state scattate da Sara Cambiali, GIFT - Centro di Documentazione. Quelle relative alle ricette da Tiziana Mariotto, educatrice del Centro Elefante Blu. Stampato da Grafiche Baroncini febbraio 2010

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Indice Imparare la lingua italiana: una priorità ed una necessità ma anche un compito complesso per le madri straniere con bambini piccoli Giovanni Fioravanti e Tullio Monini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Le prime sperimentazione di corsi di italiano per madri immigrate: dalla primavera 2007 all’estate 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 I due corsi di italiano dell’Anno Scolastico 2008/2009 . . . . . . . . . . . . . 9 Il percorso didattico e il percorso pedagogico: due strade distinte ma complementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Il percorso didattico Piera Murador e Lorenza Raddi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Il percorso pedagogico Marta Calzolaro, Fulvia Guidoboni, Tiziana Mariotto e Costanza Testa . . . . . . . . 20

Alcune riflessioni conclusive utili per proseguire la sperimentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . 25

APPENDICI

Una breve premessa: leggere, scrivere…ascoltare e raccontare . . . . . 28 Elenco delle partecipanti al corso del Centro Elefante Blu . . . . . . . . . . . . . 29 Elenco delle partecipanti al corso del Centro Mille Gru . . . . . . . . . . . . . . . 30

Appendice 1: I riti e le feste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

Appendice 2: I cibi e le ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

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Imparare la lingua italiana: una priorità ed una necessità ma anche un compito complesso per le madri straniere con bambini piccoli

La migrazione da altri Paesi è a Ferrara un fenomeno iniziato tardivamente rispetto ad altri territori dell’Emilia-Romagna ma che si è intensificato in modo rilevante negli ultimi anni, modificando sensibilmente e rapidamente ogni settore ed ambito della comunità cittadina. L’incontro con nuove culture e popolazioni cambia la fisionomia della società locale e fa emergere problematiche nuove, a volte del tutto inaspettate, che richiedono impegno ed energie nuove ed in questo contesto emerge tra i tanti anche il problema della lingua, un problema che solo a prima vista può sembrare secondario rispetto ad altre tematiche come il lavoro, la casa o la salute, ma che è in realtà centrale per le relazioni sia extra che intrafamiliari e di quelle tra genitori e figli in modo del tutto peculiare. Per ogni persona straniera che vive nel nostro Paese imparare la lingua italiana va dunque considerata davvero una priorità ed una necessità ma non è difficile capire come per le madri di bambini piccoli, impegnate nel conciliare tempi e compiti di cura familiare in un contesto sociale assolutamente nuovo, spesso tale obiettivo divenga particolarmente complesso e difficile da raggiungere. Così, a fronte di un bisogno di forte e rapida autonomia linguistica per rispondere alle esigenze quotidiane della famiglia, essere donne e madri straniere, tanto più in presenza di figli piccoli e non ancora scolarizzati, rende estremamente difficile accedere alle offerte di apprendimento di L2 che pure enti locali, associazionismo e scuola offrono sul territorio anche ferrarese. A Ferrara, dove pure da tempo esistono proposte di corsi di italiano per stranieri, a volte pensati espressamente per un pubblico di donne, mancava infatti fino alla primavera 2007 una specifica proposta pensata per le donne che hanno partorito da poco e che per questo vivono situazioni di particolare solitudine e difficoltà. Il Centro per le Famiglie si è proposto di colmare proprio questo vuoto, facendo tesoro delle grandi opportunità di integrazione e socializzazione propria dei servizi educativi di compresenza per bambini e genitori e offrendo dunque da subito una doppia accoglienza alle madri straniere che desideravano apprendere l’italiano e ai loro piccoli. L’incontro e la collaborazione ben presto avviata con il Centro Territoriale Permanente ha consentito che si rinforzasse sempre più nel corso della

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sperimentazione la qualità dell’offerta formativa sul piano linguistico, un aspetto certamente decisivo in sede di valutazione delle esperienze realizzate assieme al grado di conoscenza e frequentazione dei servizi educativi, sociali e sanitari ferraresi che i corsi indubbiamente consentono alle partecipanti di raggiungere. I modi di organizzare l’apprendimento di L2 da parte di enti ed organizzazioni territoriali, possono essere indubbiamente diversi ma crediamo importante condividere alcuni indicatori comuni di valutazione, in primo luogo la credibilità dei livelli di competenza linguistica raggiunti e la possibilità che essi siano tradotti in attestati istituzionalmente spendibili, elemento ormai indispensabile per l’accesso a gradi superiori di istruzione e al mondo del lavoro. In questo senso l’esperienza compiuta e l’alto livello di collaborazione raggiunto tra Centro per le Famiglie e Centro Territoriale Permanente crediamo dimostri che è possibile porsi obiettivi qualitativamente importanti anche affrontando le esigenze formative e di integrazione sociale di persone obiettivamente in condizione di svantaggio e di difficoltà ma non per questo impossibilitate, se opportunamente sostenute, a raggiungere risultati individuali e collettivi di assoluto rilievo. Giovanni Fioravanti Dirigente Centro Territoriale Permanente, Scuola Media De Pisis–Bonati Tullio Monini Responsabile U.O. Politiche Familiari e Genitorialità Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie

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Le prime sperimentazione di corsi di italiano per madri immigrate: dalla primavera 2007 all’estate 2008 La sperimentazione dei Corsi di italiano per mamme straniere all’interno dei Centri Bambini e Genitori è iniziata nel febbraio 2007, grazie al Progetto

“Diventare Genitori Lontano da Casa” promosso dal Centro per le Famiglie come parte integrante del Piano di Zona di Ferrara con l’obiettivo di migliorare l’accoglienza di madri con bimbi piccoli e/o in attesa da parte della rete dei servizi cittadini. La scelta di collocare i corsi all’interno dei Centri Bambini e Genitori comunali è stata certamente l’aspetto più caratterizzante l’avvio della sperimentazione ed è discesa dalla necessità di accogliere contestualmente madri e figli, offrendo loro spazi ed opportunità d’incontro e relazione. L’organizzazione del modulo interistituzionale (Comune e C.T.P) della durata di un intero anno scolastico è stata preceduta da una fase di sperimentazione svolta negli anni 2007 e 2008 attraverso la realizzazione di tre moduli, di 14 lezioni ciascuno, ognuno dei quali ha visto la partecipazione di 14/15 mamme, anche gestanti, di diversa nazionalità, in prevalenza maghrebine, e di 11/15 bambini di età compresa tra 0 e 5 anni.

Il primo modulo, realizzato nella primavera 2007 presso il Centro “Piccola Casa” (Zona Sud) si proponeva: di informare la rete delle associazioni di e per gli immigrati, di raggiungere con lettera tutte le famiglie con almeno un genitore straniero e figli 0-3 anni, di verificare la fattibilità del percorso di apprendimento linguistico per le madri in presenza di un percorso parallelo di relazione educativa e di accudimento per bambini di diversa età; di accompagnare le madri nella conoscenza del territorio almeno in relazione ai servizi rivolti alle famiglie con bambini.

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Il secondo ed il terzo modulo, realizzati rispettivamente nell’autunno 2007 presso il Centro “Elefante Blu” (Zona Nord) e nella primavera 2008 di nuovo presso il Centro “Piccola Casa”, si proponevano: di decentrare la proposta facilitando l’accesso di madri e bambini, di far conto sull’efficacia del passaparola da parte delle donne che andavano via via frequentando, di strutturare tanto il percorso didattico per l’apprendimento di L2 quanto il percorso educativo rivolto ai bambini avendo incluso nella programmazione la compresenza madri-bambini come obiettivo e come risorsa metodologicamente utilizzabile. Il servizio di trasporto è stato garantito gratuitamente fin dall’inizio per non escludere le madri residenti nel forese e/o con difficoltà di spostamento autonomo. La messa a punto di schede di rilevazione per la conoscenza delle singole persone e della loro famiglia, escludeva l’indagine riguardante lo status di regolarità migratoria. Il gruppo di lavoro per ogni modulo era formato da due educatrici dei Centri ed una insegnante di italiano. L’insegnante di L2, con esperienza didattica specifica, è stata individuata e coinvolta con contratto libero professionale nel primo modulo; nel secondo modulo, i primi contatti col Centro Territoriale Permanente hanno portato all’assegnazione di un’insegnante statale di L2 ed alla successiva sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa col Comune di Ferrara finalizzato alla cogestione dei corsi. Due mamme che avevano frequentato nella primavera 2007 il primo modulo sono entrate a partire dall’autunno 2007 a far parte del gruppo di lavoro in qualità di mediatrici nella relazione coi bambini e con le mamme, in particolare con quelle provenienti dall’area del Maghreb, presenti in numero sempre maggiore nei diversi corsi. Il gruppo operativo è diventato così molto eterogeneo per funzioni, esperienze e cultura ed ha richiesto incontri periodici di autoformazione, percorsi formativi specifici che hanno favorito la conoscenza reciproca e la condivisione dell’esperienza nel suo complesso.

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I due corsi di italiano dell’Anno Scolastico 2008/2009 La sottoscrizione nell’estate 2008 del Protocollo d’Intesa tra il Comune di Ferrara ed il Centro Territoriale Permanente sottolineava l’importanza di costruire percorsi didattici che, nella sostanza e nella forma, potessero essere tradotti in attestati pubblici in ragione dei livelli linguistici raggiunti dalle singole donne. Così, a partire da una condivisione di fondo della specifica “vocazione” dell’iniziativa che mirava all’accoglienza dell’esperienza genitoriale in situazione di migrazione facendo della stessa occasione di apprendimento di L2, la programmazione dei corsi per l’Anno Scolastico 2008/09 ha tenuto conto dei seguenti obiettivi:

- decentramento territoriale ed estensione temporale del percorso formativo all’intero anno scolastico: nei due Centri Bambini e Genitori Elefante Blu e Mille Gru sono stati proposti i medesimi moduli, con l’offerta di incontri a cadenza settimanale per le mamme ed i loro figli, svolti sull’intero anno scolastico (ottobre 2008 / giugno 2009);

- conferma del servizio di trasporto per le madri in difficoltà, con assistenza da parte della mediatrice;

- introduzione di una quota di partecipazione di 10 euro;

- individuazione di una insegnante statale del C.T.P per ogni Centro;

- formazione in ogni Centro di un gruppo di lavoro che includeva le educatrici comunali, insegnante statale e mediatrice, cui sono stati affidati compiti di programmazione e confronto continuo sull’andamento della sperimentazione;

- messa a punto di strumenti di lavoro comuni ai due Centri con schede diversificate per la raccolta delle informazioni e per la registrazione delle valutazioni giornaliere e periodiche necessarie nelle fasi di verifica;

- formulazione di un calendario dedicato agli incontri dei gruppi di lavoro per ogni sede ed incontri di confronto tra i due Centri con la partecipazione della referente del Centro per le Famiglie e della Coordinatrice dei Servizi educativi Integrativi comunali;

La condivisione iniziale tra tutte le operatrici e le insegnanti coinvolte dell’impianto organizzativo generale della sperimentazione, ha inoltre portato a

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definire una giornata tipo con ritmi di fatto analoghi nei due Centri, scandita nel modo seguente: - a partire dalle 9.00: accoglienza di mamme e bambini; - ore 10.00: inizio della lezione e separazione del gruppo delle madri dal

gruppo dei bambini; - ore 11.00: merenda grandi e piccoli assieme; - ore 11.30: ripresa della lezione e ritorno ai due gruppi; - ore 13.00: termine della giornata, momento del saluto e delle consegne. Sul piano operativo il gruppo di lavoro impegnato nella sperimentazione si è da subito ritrovato sull'opportunità di differenziare due percorsi separati e complementari: uno didattico mirato all’apprendimento di L2 e rivolto essenzialmente alle madri ed uno pedagogico capace di farsi carico delle modalità complessive di accoglienza di madri e bambini assieme e nello specifico, della relazione coi bambini.

In particolare la definizione del percorso didattico di base prevedeva: - la valutazione individuale del livello linguistico e delle abilità di

apprendimento; - la sottoscrizione di un “contratto formativo” con le singole donne; - la scansione di fasi di apprendimento e valutazione dei livelli raggiunti; - la disponibilità di ausilii didattici individuali (con la consegna a ciascuna

corsista di un libro di testo e di esercizi individualizzati.) e ad uso collettivo (alfabetieri, vocabolari, schede specifiche);

- l’impostazione fisica dell’aula in funzione della tipologia del gruppo delle donne, delle loro esigenze e di quelle mostrate dai loro bambini.

Viceversa la definizione degli obiettivi del percorso pedagogico si è invece concentrata su: - la conoscenza individuale delle madri e dei bambini; - l’organizzazione e la gestione di spazi separati per i diversi momenti della

giornata; - la programmazione degli interventi educativi e delle proposte ludiche rivolte

ai bambini, nel rispetto della necessaria gradualità del distacco dalle madri e con modalità commisurate alle diverse età dei bambini e del loro grado di attaccamento alla madre;

- la realizzazione di momenti di consulenza esterna per conoscere le risorse del territorio utili a sostenere l’esperienza della maternità.

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Il percorso didattico ed il percorso pedagogico: due strade distinte ma complementari Prima di descrivere le caratteristiche di fondo dei due percorsi, didattico e pedagogico, è utile premettere alcune informazioni generali e considerazioni comuni che riguardano la fisionomia dei gruppi delle madri e dei bambini e la composizione dei gruppi di lavoro nel corso dell’Anno Scolastico 2008/09.

La fisionomia dei gruppi delle madri e dei bambini

Numerose donne si sono iscritte a seguito del ricevimento della lettera di presentazione dei corsi inviata dal Comune alle famiglie straniere del territorio, ma per gran parte delle partecipanti è comunque risultato decisivo il passaparola agito dalle madri che hanno vissuto esperienze formative precedenti nei Centri, diverse delle quali hanno inoltre chiesto e ottenuto di tornare a frequentare il corso anche nell’anno scolastico 2008/09.

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Le iscrizioni sono avvenute prevalentemente nei primi due mesi ma le richieste di partecipazione ai corsi sono di fatto proseguite fino alla primavera. Particolarmente significativa in termini numerici la presenza in entrambi i Centri delle donne provenienti dai Paesi del Maghreb, accompagnate da presenze più contenute di donne native dell’Africa Centrale, Est e Nord Europa e, per la prima volta, della Cina (anche se queste ultime hanno però abbandonato presto il percorso).

L’abbandono o la sospensione della frequenza è stata complessivamente contenuta ed è avvenuta soprattutto per cause di forza maggiore: una delle donne ha partorito nel corso dell’anno, in un altro caso sono state decisive le malattie dei figli, mentre per altre donne la frequenza è stata sospesa a seguito di un rientro, transitorio ma comunque prolungato, nei propri paesi d’origine. I gruppi si sono definiti ed hanno assunto stabilità all’inizio del terzo mese di corso ma, dopo tale periodo, hanno mostrato nel complesso un elevato grado di continuità. Le mamme inserite tardivamente hanno frequentato come uditrici. La valutazione dei livelli di conoscenza della lingua italiana e delle abilità nell’apprendimento hanno evidenziato da subito un quadro variegato tanto da

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richiedere, in alcuni casi, rapporti e supporti individualizzati nonché proposte didattiche diversificate. L’età dei bambini è risultata decisamente eterogenea, variando di fatto da 0 a 4 anni, in evidente relazione sia a ricongiungimenti familiari recenti nel tempo sia a progetti familiari che prevedono la nascita di più figli a distanza di pochi anni l’uno dall’altro, come ancora avviene in particolare per le famiglie maghrebine. Tutti i bambini hanno mostrato un forte attaccamento alla mamma e una comunicazione fortemente dipendente dalla propria lingua materna. L’accompagnamento verso il distacco ha quindi richiesto un notevole impegno delle educatrici e una buona dose di creatività e gradualità nella proposta che ha coinvolto tutto il gruppo di lavoro.

In sintesi, la composizione del gruppo stabile del Centro Elefante Blu per l’Anno Scolastico 2008/09 è risultato composto da 17 mamme: 8 marocchine, 2 tunisine, 1 algerina, 1 giordana, 2 camerunensi, 1 senegalese, 1 danese e 1 inglese. I bambini che hanno frequentato con regolarità gli incontri sono stati 13 di età compresa tra i dodici e trentasei mesi e 2 di quattro anni.

Il gruppo che ha frequentato stabilmente il corso del Centro Mille Gru ha visto invece 17 mamme: 7 marocchine, 2 tunisine, 2 pakistane, 1 nigeriana, 1 rumena, 1 cinese, 1 ucraina, 1 iraniana, 1 camerunense. In totale i bambini frequentanti sono stati 14, di cui però ben cinque di età compresa tra due e cinque mesi. La composizione dei Gruppi di Lavoro

Per l’Anno Scolastico 2008/09 il Gruppo di Lavoro in ogni Centro è risultato composto nel modo seguente:

- due educatrici del Centro Bambini e Genitori: una prevalentemente impegnata nel gruppo dei bambini e l’altra con funzioni di supporto al gruppo degli adulti, di sostegno alle azioni attivate per il graduale distacco dei bambini dal gruppo delle madri, di restituzione alle madri dei momenti significativi emersi nella relazione con i bambini e di governo complessivo dei ritmi della giornata;

- una insegnante statale del C.T.P la cui preparazione ed esperienza professionale e motivazione personale hanno consentito la necessaria flessibilità e un buon adattamento delle procedure didattiche alle esigenze delle donne;

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- una mediatrice di madre lingua araba impegnata prevalentemente nella relazione con le madri ed i bambini molto piccoli e che richiedevano un assiduo contatto corporeo, oltre che nell’accompagnamento di madri e bambini durante il trasporto in pulmino da e verso il loro domicilio;

- una volontaria straniera del Servizio Civile del Comune di Ferrara, inserita ad esperienza iniziata per rispondere all’esigenza di alcune mamme che necessitavano di un insegnamento individualizzato;

- l’ausiliaria del Centro che ha garantito la propria collaborazione per la preparazione delle merende e la tenuta degli spazi.

La progettazione e la verifica del lavoro è avvenuta attraverso incontri periodici di sede e momenti trimestrali di confronto tra i due gruppi di lavoro che hanno visto la partecipazione dell’operatrice referente del Centro per le Famiglie e della Coordinatrice dei Servizi educativi Integrativi comunali e che hanno consentito di intrecciare strettamente percorso didattico e percorso pedagogico. A cadenza più distanziata si sono anche tenuti incontri di verifica più allargati con il responsabile dell’Unità Operativa Politiche Familiari e Genitorialità del Comune di Ferrara e il coordinatore delle insegnanti e il dirigente del Centro Territoriale Permanente.

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Il percorso didattico

testo a cura di Piera Murador e Lorenza Raddi (insegnanti statali del Centro Territoriale Permanente di Ferrara) Il percorso didattico è stato fortemente influenzato dal contesto relazionale e dalla originalità della forma di accoglienza offerta dai corsi. La compresenza dei bambini, la partecipazione di madri anche in attesa, la condivisione dell’esperienza migratoria hanno portato in primo piano le specificità individuali ed i tratti comuni delle esperienze di vita facendone strumenti utili per l’apprendimento linguistico.

L’essere un insieme di sole donne, corsiste ed operatrici, ha portato a condividere l’esperienza della maternità e della famiglia con una forza che ha saputo andare oltre la barriera linguistica; così nei diversi momenti della giornata si creavano e ricreavano momenti di scambio, anche emotivo, che

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alimentavano il desiderio d’imparare a comunicare in lingua italiana e in questo modo tutto diventava pretesto ed occasione d’apprendimento. Nell’arco dell’Anno Scolastico 2008/09 in entrambi i Centri si sono succeduti 3 moduli linguistici di circa 40 ore ciascuno, al termine di ognuno dei quali c’è stato il rilascio della certificazione di raggiungimento del livello raggiunto, riconosciuto dal Quadro Comune Europeo delle Lingue. Le prime lezioni di Lingua Italiana sono state improntate allo sviluppo delle funzioni comunicative basate sulla conoscenza delle singole donne, sia attraverso le reciproche presentazioni che con la compilazione dei moduli di iscrizione.

La presenza dei bambini in spazi attigui al gruppo delle madri, oppure in braccio o accanto ad esse, ha richiesto alle insegnanti un certo tempo di adattamento ed una permanente flessibilità nell’attuazione di un percorso didattico che ha dovuto costantemente misurarsi con donne che allattavano durante le lezioni oppure che venivano cercate dai figli e quindi con tempi di apprendimento e di esercitazione decisamente rallentati. Pur in un setting di questo tipo, il lavoro didattico è comunque proceduto nel corso dell’anno in modo decisamente positivo ed è stato condotto per tappe e dandosi precisi obiettivi di percorso.

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In particolare, dopo aver evidenziato con il test d’ingresso il diverso livello di conoscenza della lingua italiana da parte delle donne, è stato necessario diversificare la programmazione attraverso la creazione di 2 gruppi-livelli distinti (AA1 e A1 secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento). Le corsiste, in alcuni momenti, lavoravano separatamente attraverso percorsi individualizzati. L’inserimento di nuove partecipanti, nei primi mesi del corso, ha comportato un altrettanto continuo ingresso nei 2 livelli, richiedendo uno sforzo per sintetizzare il lavoro già avviato e supportare al meglio l’integrazione delle nuove iscritte.

Con ogni corsista è stato condiviso un preciso Patto Formativo nel quale venivano presentate le 4 abilità linguistiche (parlare, ascoltare, leggere, scrivere) da raggiungere durante lo svolgimento del modulo di apprendimento, una breve programmazione degli obiettivi del livello di partenza (AA1 e A1) e le regole che scuola e corsista si impegnavano a rispettare. Ad ogni corsista (ma non alle uditrici) è stato fornito un libro di testo su cui portare avanti parte del lavoro didattico e da poter utilizzare a casa per i compiti. I testi sono stati scelti in base al livello di conoscenza della lingua italiana e sono stati P. BACCI, G. ZAMBARDINO, Un Tuffo nell’azzurro. Nuovo

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corso di lingua e cultura italiana, Guerra Edizioni, Perugia, 2009 (per il livello A1) e I. BOSIO, SOS Italiano, Il Capitello Edizioni, Torino, 2005 (per il livello AA1). Questi testi sono stati integrati con ulteriori fotocopie di approfondimento e con materiali originali relativi agli interventi dei consulenti esterni (es. volantini e pieghevole di servizi ed iniziative). Inoltre, in alcune occasioni è stato attivato un collegamento internet su maxischermo con un sito che propone un percorso di conoscenza linguistica attraverso una sitcom dal titolo “L’Italiano in famiglia”.

Ciò ha consentito di sviluppare nel corso dei mesi gli obiettivi specifici di ognuno dei due livelli, AA1 e A1, con un lavoro sistematico sulle 4 abilità: • parlare per farsi capire • ascoltare e comprendere messaggi • leggere e comprendere brevi testi • scrivere per farsi capire

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Le Unità Didattiche sono state proposte attraverso un approccio metodologico funzionale-comunicativo, utilizzando anche le esperienze personali e le differenze culturali tra nazionalità, le festività religiose e civili, i cibi, le usanze e le abitudini di vita. Questo ha costituito un input fondamentale per attivare la relazione comunicativa e le conversazioni che mettevano così in gioco la parte affettiva e l’identità di ciascuna. Per creare un momento di comunicazione coi figli, che nella seconda parte della mattinata erano un po’ stanchi, si sono proposti canti e filastrocche coinvolgendo i bambini, attraverso le educatrici, in un momento musicale condiviso da tutti. Durante la giornata grande importanza ha rivestito per le mamme, per i bambini e per tutto il gruppo di lavoro il momento della pausa-merenda, momento intessuto intorno a cibi etnici preparati e portati da casa dalle donne stesse. Gli spuntini, cucinati di volta in volta da mamme diverse, hanno permesso di creare ulteriori reti comunicative e di condivisione in un ambito così comune come il cibo e ciò ha dato lo spunto per stimolare i racconti delle usanze e delle tradizioni locali (Mille Gru) e per creare un ricettario multietnico scritto ed elaborato dalle mamme stesse (Elefante Blu).

Un altro stimolo fondamentale è venuto grazie agli interventi di alcune consulenti esterne: sono stati fondamentali per approfondire vari aspetti della vita sociale, culturale e dei servizi che il territorio e la comunità ferrarese offrono. Le specialiste che hanno svolto i loro interventi sono state: • la coordinatrice pedagogica dei Servizi educativi Integrativi comunali • l’operatrice dello Sportello InformaFamiglie&Bambini • la Pediatra di Comunità dell’Asl • l’ostetrica del servizio Salute Donna dell’Asl • la bibliotecaria della biblioteca “Bassani” del Barco (nel Centro Bambini e

Genitori Elefante Blu)

Questi incontri hanno contribuito a creare un intreccio tra bisogni di integrazione, informazione, vita familiare e apprendimento della lingua italiana che ha reso molto vivo e realmente “funzionale” il percorso didattico. Prima di ogni incontro con le specialiste, veniva fatta una lezione di preparazione basata sulle strategie per imparare ad ascoltare e parlare in modo da ridurre l’ansia, controllare la ricezione e la produzione verbale; ciò ha permesso di accompagnare le donne verso l’approfondimento lessicale per entrare in contatto con i nuovi vocaboli che il dominio trattato dall’argomento richiedeva. Nelle lezioni successive, invece, si affrontava un testo scritto lasciato dalle esperte (es. modulo di iscrizione alla scuola materna, depliant relativi agli scopi e funzionamento dei vari servizi).

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Il percorso pedagogico testo a cura di Tiziana Mariotto, Costanza Testa, Fulvia Guidoboni e Marta Calzolaio (insegnanti comunali dei Centri Bambini e Genitori Elefante Blu e Mille Gru) Se il messaggio forte rivolto alle madri era l’apprendimento della lingua italiana, la condizione per poter accedere ad un corso di L2 era la compresenza dei bambini. Da subito è parso evidente che questi bambini, nati o meno in Italia, rafforzano il loro attaccamento alle madri anche perché percepiscono molto intensamente l’estraneità del contesto a partire dagli odori delle persone e dell’ambiente, dal suono e dal ritmo della produzione verbale e dalla gestualità delle persone estranee. Per essi il tempo della permanenza fuori casa per partecipare ai corsi era molto lungo (dalle 4 fino alle 6 ore per quelli che fruivano del servizio di trasporto) ed ha richiesto una maggiore differenziazione delle proposte ludiche, organizzate con un ritmo preciso e ripetibile.

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Il prolungamento del modulo formativo all’intero anno scolastico se poteva, da una parte, consentire di accompagnare gradualmente i bambini verso il distacco dalle madri, dall’altra, richiedeva interventi educativi improntati a grande flessibilità e la capacità, da parte delle operatrici, di adattare continuamente la proposta collettiva in azioni individualizzate. Rispetto alla specificità dei Centri Bambini e Genitori riconosciuti come luoghi di sostegno all’esperienza genitoriale e nei quali la compresenza di adulti e bambini risulta essere modalità prevalente di frequentazione, questa iniziativa si differenziava perchè esclusivamente dedicata a persone provenienti da altri paesi, per la formazione di un gruppo che si definiva in ragione di un percorso di apprendimento degli adulti (imparare la lingua). La presenza di bambini di diverse età e di culture materne differenti ha reso necessarie la ricerca e la programmazione di frequenti di intersezione tra il gruppo degli adulti e il gruppo dei bambini.

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Pertanto, la programmazione del percorso pedagogico rivolta ai bambini, si è basato su alcuni punti fermi:

- rispettare il più possibile la stabilità delle figure educative di riferimento. La collaborazione costante della mamma-mediatrice maghrebina inserita in ognuno dei due corsi è stata di grande sostegno nella relazione tra mamme e bambini e tra questi ed il resto del personale per la sua funzione di mediatrice rispetto alla lingua;

- curare la differenziazione degli spazi e del loro arredo sul doppio binario del ritmo della giornata e dei luoghi dei bambini e di quelli degli adulti;

- il ritmo della giornata era scandito anche dalla frequentazione di spazi diversi per azioni diverse (l’accoglienza per tutti, la lezione per le mamme, le diverse attività ludiche e il sonno per i bambini , la merenda per tutti. I luoghi per i bambini e per gli adulti sono stati arredati sulla base della tipologia dei diversi gruppi (es. all’Elefante Blu lo spazio dedicato alle mamme per le lezioni è stato arredato in modo simile ad un’aula scolastica e alle Mille Gru lo spazio dedicato ai bambini ha richiesto l’offerta di un luogo protetto per il sonno dei più piccoli);

- organizzare le opportunità ludiche per i bambini in modo da permetterne il riconoscimento differenziato e facilitarli nell’appropriazione dell’ambiente, degli oggetti e delle regole: il gioco simbolico, tematico, da tavolo, spazio delle tane, la palestra (piscina riempita di palline), l’angolo della lettura e del disegno;

- predisporre una differente offerta ludica in base all’età dei bambini. Per i bambini entro i 12 mesi, è stato previsto uno spazio morbido e giochi di tipo esplorativo, proposte di movimento autonomo per l’esplorazione dello spazio; mentre per i bambini più grandi l’offerta educativa è stata centrata su attività atte a motivare la curiosità, le abilità cognitive e sociali. Per i momenti rivolti all’insieme dei bambini è stato invece necessario impostare proposte dedicate alla narrazione e al canto;

- proporre una attività giornaliera finalizzata (es. i “giochi speciali”: situazioni di manipolazione o di attività espressiva) in relazione all’età dei bambini presenti;

- consentire ai bambini di vivere, in maniera concordata con le mamme, momenti di distacco anche come facilitazione al prossimo ingresso nelle scuole d’infanzia;

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- restituire alle madri le esperienze di gioco vissute dai bambini per un rinforzo di reciproca fiducia.

La conduzione di questo percorso ha richiesto alle educatrici un costante “doppio sguardo” e la necessità di mediare di continuo le richieste di contatto fisico dei bambini con le madri. Trasformare questa comprensibile esigenza dei bambini da elemento ansiogeno in occasione relazionale, a volte persino utile all’apprendimento linguistico, ha richiesto uno sforzo di creatività reso possibile solo da una forte coesione del gruppo di lavoro e dalla radicata convinzione che la com-presenza tra adulti e bambini rappresenta un valore in sé di questo tipo di servizi. Accogliere la relazione madre-bambino offre la possibilità di aprire la capacità di ascolto e di dare vita al significato della lingua, l’apprendimento della quale potrà anche avere tempi più lunghi ma avrà guadagnato un ottimo punto di partenza capace di rendere più rapidi e produttivi i percorsi successivi. E’ proprio grazie a questo tipo d’impostazione che sono scaturite delle vere e proprie attività trasversali ai due gruppi, di adulti e bambini: le consulenze esterne, la confezione e l’offerta di cibi tipici dei paesi d’origine, i racconti delle storie di vita, i canti e le filastrocche.

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Ancora, le differenti età dei bambini sono state inizialmente un problema (in particolare all’Elefante Blu) perché la relazione con i bambini più grandi doveva convivere con le difficoltà linguistiche ma, nel tempo, la loro competenza nell’utilizzo degli spazi e l’abilità di lettura del ritmo della giornata sono diventate di aiuto nonché da esempio per i bambini più piccoli.

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Alcune riflessioni conclusive utili per proseguire la sperimentazione Il carattere interistituzionale (Comune e C.T.P.) dell’intero progetto si è potuto tradurre in una vera prassi operativa funzionale quando tutte le professionalità coinvolte si sono percepite come un unico gruppo operativo che ha individuato con chiarezza un comune obiettivo: la cura dell’esperienza genitoriale come presupposto per gestire i corsi di apprendimento linguistico per le madri ed occasione educativa per i bambini. La consapevolezza del gruppo operativo di svolgere interventi ed azioni che tengono conto delle relazioni con e tra le persone accolte come valore, ha consentito di accettare la sfida di una reciproca e necessaria rivisitazione degli obiettivi abitualmente consolidati nella normale conduzione dei servizi ed istituzioni di appartenenza. Alla luce della sperimentazione attuata nel corso dell’Anno Scolastico 2008/09 il gruppo di lavoro ha anche condiviso contenuti e attenzioni metodologiche di cui fare tesoro nel prosieguo dell’esperienza formativa negli anni a venire. Tra gli elementi che appaiono certamente utili a rafforzare tanto la qualità della proposta all’utenza quanto l’efficacia delle azioni e degli interventi da condurre possono essere qui richiamati:

− le iscrizioni si distribuiscono nell’arco dei primi due mesi. Ciò richiede di dedicare a questa fase un’attenzione prevalentemente rivolta alla conoscenza reciproca che va codificata con specifica osservazione anche perché, nel tempo, con la probabile diminuzione dei ricongiungimenti familiari per l’avvenuto radicamento residenziale potrebbe consentire una maggiore efficacia della programmazione;

− le iscrizioni successive avvengono fino a primavera e per le quali è necessario definire con più precisione la figura dell’uditrice;

− prevalenza delle madri provenienti dai paesi del Maghreb, che in maggioranza frequentano con più figli al seguito e che costituiscono il gruppo più costante nella frequentazione;

− molte madri ritornano ad iscriversi, alcune delle quali senza figli perché arrivati alla scolarizzazione. La difficoltà a farle confluire in altri corsi del C.T.P dipende dal rapporto di fiducia che hanno instaurato col servizio ma anche dal fatto che, spesso, presentano problemi consistenti nelle abilità di

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apprendimento unite ad un vincolo forte con una tradizione culturale che le lega ad aggregazioni rigorosamente di genere;

− l’eterogeneità di diversi livelli di conoscenza della lingua italiana e delle abilità di apprendimento resterà una costante e per questo va mantenuta la presenza di un aiuto all’insegnante di L2 per realizzare percorsi individualizzati. Nel merito potrà anche essere valutata l’opportunità di differenziare i due Centri in funzione dei livelli linguistici, sapendo però che ciò non potrà annullare completamente il problema dell’eterogeneità e potrà rendere più complessa l’organizzazione del trasporto assistito;

− il trasporto si è dimostrato un intervento indispensabile. Ciò perché le residenze nel forese sono (e certamente continueranno ad essere anche in futuro) particolarmente appetibili per il basso prezzo degli affitti. E’ ovvio che la distanza aumenta la difficoltà negli spostamenti col servizio pubblico con più figli piccoli al seguito, oltre al fatto non trascurabile che proprio una tale riduzione di contatti sociali riduce le possibilità di apprendimento linguistico ed aumenta l’isolamento;

− le diverse età dei bambini resterà ancora una caratteristica di fondo ma è probabile che, per le ragioni di cui sopra, tenda ad abbassarsi progressivamente. Ciò farà emergere la difficoltà dei bambini di reggere un tempo così lungo di permanenza negli spazi. Questa esigenza induce a mantenere quantomeno la presenza della mamma mediatrice in supporto alle educatrici e come accompagnatrice sul pulmino;

- le attività proposte ai bambini e quelle rivolte alla conoscenza del territorio devono continuare ad essere trasformate in alcune opportunità di apprendimento linguistico;

− la relazione coi padri avviene, quasi esclusivamente e non sempre, nel momento della prima iscrizione quando la mediazione linguistica è indispensabile;

− l’individuazione ed il rispetto delle regole che rendono utile e piacevole la convivenza per adulti e bambini, richiede a tutto il gruppo operativo un rigore di una qualità e precisione del tutto inediti. Ciò si ripercuote nella palpabile fiducia e fedeltà che le madri mostrano e nella serenità dei bambini che imparano a padroneggiare gli spazi e a relazionarsi spontaneamente con le educatrici.

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APPENDICI

Una breve premessa: leggere, scrivere … ascoltare e raccontare

L’accoglienza e l’ascolto delle persone guidano l’impostazione dei corsi di italiano nei Centri Bambini e Genitori e ne determinano l’organizzazione degli spazi ed il loro arredo. La valorizzazione delle relazioni all’interno del gruppo delle mamme, del gruppo dei bambini è uno degli strumenti che viene utilizzato per rendere l’apprendimento del lessico linguistico un processo vivo. Per questo viene naturale l’espressione di quel tipo di racconto che, in quanto profondamente legato alle esperienze di vita trascorsa nei Paesi d’origine, nutre di senso le parole e motiva la curiosità per il loro uso corretto nella comunicazione. Diventa così comprensibile come il piacere legato ai cibi tradizionali ne richiami gli odori, i sapori, la storia ed i contesti e come la compresenza dei bambini veicoli la propensione per lo scambio relativo agli usi e alle tradizioni legate alle famiglie. Spesso tutti questi racconti si traducono in azioni, anzi in una sorta di “doni” che si condividono nel gruppo. Le ricette dei cibi, diventano i cibi fatti a casa e portati al Centro per essere condivisi. Le storie delle proprie tradizioni diventano un album fotografico, una piccola raccolta di scritture, musiche e canti da riproporre assieme. E’ ovvio che la ricchezza prodotta all’interno di relazioni di questo tipo è in gran parte impressa dagli sguardi, dalla gestualità, dalle voci. Questa appendice non può dunque che essere una piccola e certamente parziale testimonianza dell’impegno delle mamme, dell’energia infusa dai loro piccoli suggeritori e dell’impegno a sostenerli da parte di operatrici e insegnanti. A loro i nostri ringraziamenti per aver arricchito l’esperienza e la competenza dei Centri Bambini e Genitori ferraresi.

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CENTRO ELEFANTE BLU ELENCO DELLE PARTECIPANTI AI CORSI NELL’ANNO SCOLASTICO 2008/09 Nome Paese di

provenienza Età Anno di

arrivo in Italia

Iscrizione Nome del figlio/a

Meryem S. Marocco 26 2005 frequentante Yasin

Florence A. Camerun 26 2007 uditrice Henrick

Susanne S-G. Danimarca 40 2006 frequentante Thor Charles

Irene D. Camerun 28 2008 frequentante Astrid

Saida B. Marocco 40 1996 frequentante

Karima Z. Marocco 31 2007 frequentante Raihan

Ilham A. Marocco 26 2007 uditrice Safae

Georgia Emma G. Inghilterra 38 1998 frequentante Francesca

Aissata S. K. Senegal 29 2004 frequentante Mamoudu e Baba

Kadija El A. Marocco 29 2005 frequentante

Naziha G. Algeria 27 2006 frequentante Rima

Nezha E. Marocco 50 1997 frequentante

Malika A. Marocco frequentante Karema e Leila

Fatima N. Marocco 54 anni ‘90 uditrice

Amel J. Tunisia 46 uditrice

Samia R. Tunisia 29 2005 frequentante Jihad e Anes

Zainab T. Giordania 27 2001 frequentante Nada

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CENTRO MILLE GRU ELENCO DELLE PARTECIPANTI AI CORSI NELL’ANNO SCOLASTICO 2008/09 Nome Paese di

provenienza età Anno di

arrivo in Italia

Iscrizione

Nome del figlio/a

Echab K. Marocco 34 2007 frequentante Billal

Mayar H. M. Iran 30 2008 frequentante Rayan

Natalia O. Ucraina 32 2007 frequentante Anna

Saida S. Marocco 29 2000 frequentante Abdellah

Saida E. Marocco 34 2008 frequentante Badr

Zhou H. Cina 26 2005 frequentante

Wahida M. Tunisia 32 2006 frequentante Nadine

Saoussan G. Tunisia 30 2006 frequentante Taj-Edin

Hakima B. Marocco 21 2006 frequentante Amine

Naima A. Marocco 28 2005 frequentante Doha

Aziza N. Marocco 44 2008 frequentante Nawale

Sabikum N.

Pakistan 25 2005 frequentante Saim

Tanjila S.

Pakistan 28 2008 frequentante Sadni

Hayat A.

Marocco 22 2004 frequentante Kahadija

Olga Therese M. Camerun 23 2008 frequentante Paul

Ramona B. Romania 23 2005 frequentante

Irene Chioma A. Nigeria 22 2006 uditrice

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Appendice 1

I riti e le feste

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IL MATRIMONIO IBO IN NIGERIA nel racconto di Irene Il matrimonio nel mio paese inizia quando lo sposo va a casa della sposa e con la sua famiglia portano bevande alcoliche. Loro arrivano a casa della sposa, il padre accoglie lo sposo e poi chiama la figlia (che si trova in un'altra stanza), quando lei arriva, il padre le chiede “ti piace questa persona?”. Se lei dice sì, il matrimonio può cominciare; se lei dice di no, il matrimonio non comincia neppure. Dopo una o due settimane, dipende da quanti soldi ha lui, il futuro marito ritorna da lei in famiglia per prendere la lista delle cose da comprare. Quando lui compra tutto sposa lei in modo tradizionale. L’ultimo giorno del matrimonio tradizionale lui invita tutti i suoi amici. Questa festa è sempre fatta nella casa della sposa o fuori se c’è il giardino. Prima della festa del matrimonio, lei va a salutare tutte le persone con il vestito tradizionale. Le sue amiche sono vestite come lei ma con un altro colore. La sposa entra in casa e cambia vestito, poi suo padre la chiama per cercare lo sposo. Quando si trovano, loro vengono insieme davanti a tutti gli invitati, lei gli da la bevanda alcolica o l’acqua, lui beve l’acqua. Dopo marito e moglie vanno dove sono seduti i genitori per prendere la benedizione. Dopo marito e moglie ballano tanto con gli amici. Tutte le persone invitate ballano, mangiano e bevono. La sera lo sposo va a casa con la sposa (che sarà sua moglie).

IL 25 DICEMBRE IN CAMERUN nel racconto di Olga Therese Il giorno più festeggiato in Camerun è il 25 Dicembre di ogni anno. Infatti quel giorno ricorda la nascita del Cristo. Le manifestazioni iniziano già dal giorno prima intorno alle 23, ora nella quale quasi tutti si recano in chiesa per pregare fino a mezzanotte ora nella quale viene annunciata la nascita di Gesù. Da lì si scatenano canzoni religiose di tutti i generi, poi si ritorna a casa a riposare in attesa dell'’alba del giorno stesso. Quel giorno si cucinano piatti deliziosi, riso con la salsa di pomodoro oppure con la salsa di arachide, carne di mucca, maiale, pollo e pesche. Intorno a mezzogiorno i piatti vengono serviti a tavola accompagnati dai vini di ogni tipo: vino rosso, vino bianco, succhi di frutta e birre. Dopo quel gran pranzo ci si riposa un po’ e ci si prepara ad uscire per il cinema, le passeggiate con i vestiti e i costumi tradizionali, le giacche, le cravatte e le scarpe nuove di zecca. Alla sera la festa si conclude con una festa da ballo in discoteca dove si balla fino alle 8 del giorno dopo.

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IL CAPODANNO IN IRAN nel racconto di Mayar Questa festa risale ai tempi antichi, ai tempi di Dario e Ciro il Grande. L’origine di questa festa era l’arrivo della primavera e i cittadini festeggiavano anche la raccolta che poi col passare del tempo è diventato il capodanno. Nei tempi remoti il popolo portava i dolci e i fiori al re mentre ora sono i familiari che li portano al membro più anziano della famiglia. In Iran l’anno cambia nel 21 marzo. Per noi l’anno è solare; noi in questa festa andiamo a trovare i più anziani della famiglia e loro aprono dolci, pistacchi, mandorle, nocciole e frutta e in più ci regalano dei soldi. La sera di Capodanno si mangia pesce con riso mescolati con delle erbe. Sulla tavola apparecchiata si mettono oggetti che iniziano con la lettera “S”.

IL RAMADAN IN MAROCCO nel racconto di Saida Il Ramadan è uno dei 5 principali comandamenti dell'’Islam che sono: l’attestazione della presenza di un solo Dio e del suo profeta Mohamed; la preghiera; l’elemosina ai poveri; fare un pellegrinaggio alla Mekka. Ramadan è il nome del nono dei mesi dell’anno musulmano e tutte le persone durante il Ramadan digiunano dall’alba fino al tramonto e mangiano dal tramonto fino all’alba. Questo fatto ti fa sentire come soffrono i poveri che non hanno niente da mangiare o da bere. Tutti noi dobbiamo pregare di più, leggere il Corano, fare beneficienza e comportarci gentilmente con tutti. Queste cose si fanno tutto l’anno ma in questo mese più le fai meglio è. A causa dello spostamento tra il calendario islamico (anno lunare 355 giorni) e quello solare (365-366 giorni), ogni data di inizio del Ramadan anticipa di 11 o 12 giorni rispetto a quello dell'’anno precedente. La fase della luna del mese di Ramadan segna l’inizio del periodo del digiuno.

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LA FESTA DEL MONTONE (HAYET) IN MAROCCO nel racconto di Hayet C’era una volta un profeta che si chiamava Ibrahim (Abramo). Quando diventò anziano Dio gli donò un unico figlio. Quando Ismaile (Ishail) aveva circa 20 anni il profeta fece un sogno dove sacrificava Ismaile. Al mattino raccontò al figlio ciò che aveva sognato. Il figlio rispose che poteva fare ciò che gli veniva ordinato. Abramo e Ismaile andarono sul monte. Abramo preparò il sacrificio di suo figlio. Nel momento dell'’azione Dio bloccò l’effetto del coltello e disse ad Abramo che il gesto era giusto e che tutto ciò era solo una prova della sottomissione alla volontà del Creatore. Gli donò un montone da sacrificare. Oggi i musulmani sacrificano il montone una volta all’anno. Questo è anche un pilastro del pellegrinaggio alla Mecca. E visto che l’anno solare ha 12 o 13 giorni in più di quello lunare, questo spiega il giro del giorno dalla festa nell’anno solare.

IL MATRIMONIO IN MAROCCO nel racconto di Naima Dopo l’accordo delle due famiglie si fissa un appuntamento per annunciare il gotba in cui s’incontrano la donna e l’uomo per conoscersi ma con la presenza della famiglia. In quest’accordo si discuterà il sadak della donna (sono i soldi che dà il marito alla moglie) e si prende un appuntamento per la festa. Prima della festa si fa l’atto (akt) davanti al giudice con la presenza di un parente della donna che può essere il padre, il fratello più grande, lo zio. Dopo l’atto, la copia nuova è ufficialmente sposata, ma non vive insieme fino al momento della festa. Normalmente i festeggiamenti del matrimonio prevedono due giorni. Si inizia con la giornata della HANA in cui la moglie invita tutte le sue amiche e la vicine di casa per festeggiare insieme la sua HANA. Si mangiano 2 o 3 tipi di dolci con il tè caldo. Il giorno dopo c’è la festa più grande con tanti invitati della moglie e del marito, tutti insieme nella casa del festeggiamento che può essere o un ristorante o la casa stessa se ha il giardino o la terrazza. È una casa fatta per questi tipi di feste, circondata da tavoli grandi secondo il numero di invitati e due tavoli particolari per gli sposi. La festa comincia verso le 21 (ora per cenare). Si mangia pollo grigliato con un po’ d’olive verdi e pane, dopo il TAGIN con albicocche e prugne secche con bevande e frutta. Durante la festa si mangiano tanti tipi di dolce, quasi 12 tipi. Questa abitudine cambia da una regione all’altra. Verso le 23 comincia la musica, tutti seduti aspettando l’arrivo degli sposi.

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Tutti gli invitati vestono abiti tradizionali. Anche gli sposi vestono abiti tradizionali molto belli, soprattutto la moglie che cambia ogni ora il KAFTAN e i gioielli. Ogni volta che la moglie cambia vestito cambia anche la musica. Lo sposo cambia solo 2 volte. Tutti ballano fino a tardi, verso le 5 del mattino, dopo tutti vanno a casa. La moglie se ne va a casa del marito con il vestito bianco. Finisce qui la festa e domani comincia una nuova vita.

LA FESTA DELL’INDIPENDENZA NAZIONALE IN NIGERIA nel racconto di Irene La festa più importante nel mio paese è la festa dell'Indipendenza. La festa cade il 1° ottobre di ogni anno. Questo è il giorno in cui la Nigeria è diventata libera dagli inglesi. Questa festa viene fatta nello stadio. I vestiti per questa festa sono differenti; gli studenti si vestono con abiti sportivi, le donne e gli uomini si vestono come piace loro. Questa festa comincia la mattina fino alla sera. Tutte le scuole del mio paese vanno nello stadio vicino alla loro scuola. Nel Capoluogo il presidente della Repubblica della Nigeria saluta tutte le persone nello stadio. Là tutti gli studenti ballano, cantano, anche le donne, gli uomini, signore e signori ma prima di cominciare questa festa il Presidente della Repubblica saluta tutti i nigeriani in televisione. Gli studenti che sono in altre città non nel Capoluogo sfilano e salutano il sindaco della città. Nel pomeriggio tutte le persone nello stadio mangiano, dopo mangiato tutti ballano. La sera la festa è finita con il Presidente della Repubblica che saluta tutti i nigeriani. In questo giorno non c’è lavoro, tutti i mercati sono chiusi, non c’è scuola. Tutte le persone che non vanno nello stadio guardano lo spettacolo in televisione.

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Appendice 2

I cibi e le ricette

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Le brioches di Meryem MAROCCO

INGREDIENTI: 2 uova 150 g di burro per la pasta 1 bicchiere e mezzo di zucchero 1 bustina di lievito di pane 1 bustina di lievito per dolci 1 bicchiere e mezzo di latte un pizzico di sale 1 Kg di farina 2 tuorli d’uova sbattute per spennellare le brioche 150 g di burro da stendere sulla teglia marmellata

PROCEDIMENTO Far fondere il burro, aggiungerlo alla farina, allo zucchero, al latte, al sale, al lievito e alle uova. Mescolare gli ingredienti. Lasciare mezzora l’impasto a lievitare a temperatura ambiente. Dividere l’impasto in trenta panetti. Per ogni panetto, stendere l’impasto con la mano, mettere il burro fuso, arrotolare su stesso ed intrecciare come a formare un nodo. In mezzo mettere un po’ di marmellata o di cioccolato. Una volta fatte tutte le brioche si spennellano con il tuorlo d’uovo. Lasciare un’ora e mezza le brioche a lievitare. Prima di mettere in forno si spennellano ancora una volta sulla superficie. Metterle in forno a 180° fino a quando hanno un bel colore rosso. Lasciarle raffreddare e spolverare con lo zucchero a velo.

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I Gross di Ilham (panini dolci) MAROCCO

INGREDIENTI: 1 Kg di farina 00 1 bicchiere grande di zucchero 1 bicchiere grande di olio di semi 2 uova intere 100 g di burro sciolto 1 bicchiere di latte tiepido 1 bicchiere di acqua tiepida 10 g di lievito di birra 1 bustina di vaniglia 1 uovo per spennellare sesamo

PROCEDIMENTO Mettere in una ciotola tutti gli ingredienti liquidi: olio, burro sciolto, latte e acqua. Aggiungere mescolando le uova, lo zucchero, la farina, il lievito e la vaniglia. Mescolare bene e lasciare lievitare per un’ora. Impastare il tutto con le mani, fare dei panetti piccoli e metterli nella teglia del forno a lievitare ancora per un’altra ora. Prima di infornare spennellare i panini con l’uovo e spolverizzare con il sesamo. Cuocere i panini per 30 minuti.

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Les sambles di Nazhia ALGERIA

INGREDIENTI (per 6 persone): 50 g di burro 200 g di zucchero 2 uova intere 300 g di farina scorza di limone grattugiata un po’ di marmellata granella di frutta secca

PROCEDIMENTO Unire insieme il burro ammorbidito con lo zucchero, le uova intere, la scorza di limone, e aggiungere in ultimo la farina a poco a poco. Lavorare molto bene l’impasto e spianarlo all’altezza di un centimetro con un matterello, mettendo della farina sul piano perché non attacchi. Ottenere tanti cerchi dalla pasta di circa 5 cm di diametro ritagliandoli con un bicchiere. Sulla metà dei dischi di pasta ottenuta ritagliare e togliere un cerchietto al centro utilizzando il tappo di una bottiglia. Unire 2 dischi, uno intero e uno bucato al centro, incollandoli insieme con un po’ di marmellata. Cuocere in forno non troppo caldo per 20 minuti circa. All’uscita dal forno spalmare la marmellata anche sul bordo dei biscotti ottenuti e ricoprirli di granella di frutta secca. Aggiungere nel centro di ogni biscotto un cucchiaino di marmellata.

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Le scebbakia di Nizha (dolci del Ramadan) MAROCCO

INGREDIENTI (per 6 persone): 1 kg di farina 100 g di burro 100 g di olio di oliva 1 rosso d’uovo un pizzico di sale un po’ di lievito di birra 1/2 bicchiere di acqua all’aroma di rosa 1/2 bicchiere di aceto miele quanto basta 200 g di semi di sesamo macinati e un po’ di semi di sesamo interi per la decorazione finale 2 litri di olio da frittura

PROCEDIMENTO Unire la farina, il lievito, il sale, il rosso dell’uovo, il sesamo macinato, l’olio di oliva e il burro, e l’acqua all’aroma di rosa e mescolare il tutto fino ad ottenere una pasta elastica e lavorarla con le mani. Fare delle palline di pasta poi tirarle con il matterello. Ottenere dei riquadri di pasta e tagliare all’interno 4 strisce. Forare con un ago grosso la pasta. Sollevare a mano le strisce a 2 a 2 incastrandole fra di loro per ottenere dei cestini. Friggere i cestini così ottenuti fino a far prendere loro un colore dorato e poi immergerli subito nel miele. Lasciarli inzuppare nel miele per 3 minuti poi cospargerli con i semi di sesamo interi.

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La torta di mele con lo yogurt di Giorgia INGHILTERRA

INGREDIENTI (per 6 persone): 250 g di farina 00 250 g di zucchero 3 uova 3 mele golden 1 vasetto di yogurt intero 1 bustina di lievito 1 bustina di vanillina 1 limone un pizzico di sale

PROCEDIMENTO Accendere il forno a 180° e rivestire con la carta da forno una tortiera di 28 cm. Sbucciare 2 mele e tagliarle a fettine sottili. Lavorare le uova con lo yogurt e con lo zucchero. Aggiungere un pizzico di sale e la farina: amalgamare bene. Aggiungere la scorza di limone grattugiata, la vanillina, il lievito setacciato; incorporare le mele all’impasto e versarlo nella teglia. Livellare il composto. Sbucciare e tagliare a fettine la terza mela e con questa coprire la superficie della torta. Spolverizzare con due cucchiai di zucchero, infine aggiungere qualche fiocchetto di burro. Cuocere in forno per 55/60 minuti controllando la cottura con uno stuzzicadenti.

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La torta Fatna MAROCCO

INGREDIENTI (per 6 persone): 500 g di farina 250 g di burro 250 g di zucchero 4 uova un po’ di sale una bustina di lievito per dolci 1/2 bicchiere di latte tiepido una mela due banane zucchero per la decorazione finale

PROCEDIMENTO Lavoriamo prima il burro e lo zucchero, aggiungiamo le 4 uova intere con un pizzico di sale e il latte tiepido, sempre mescolando. Aggiungiamo gradatamente la farina con il lievito per dolci. Mescoliamo bene il tutto. Versiamolo in una teglia preparata con burro e farina. Aggiungiamo la mela e le banane tagliate a piccole fette. Spolverizziamo la superficie con lo zucchero. Mettiamo il composto nel forno già caldo per 35-40 minuti.

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Les choussants di Meryem MAROCCO

INGREDIENTI: 1 uovo un pizzico di sale 100 g di burro un po’ di origano 1 bustina di lievito 1 bicchiere di latte 1 cucchiaino di zucchero mezzo chilo di farina per il ripieno: 2 cucchiai di olio di mais 4 patate 1 cipolla 2 scatole di tonno all’olio d’oliva 5 fette di formaggio un po’ di sale

PROCEDIMENTO Mescolare tutti gli ingredienti (fondere il burro). Lasciare lievitare l’impasto per 15 minuti poi dividerlo in 25 panetti ognuno dei quali viene steso a mano in forma circolare. Lessare le patate e la cipolla e tagliarle a pezzi piccoli. Unire l’olio, le patate, la cipolla, il tonno sgocciolato, i pezzi di formaggio e il sale e mescolare. Mettere un cucchiaio dell’impasto al centro del panetto e richiuderlo a mezzaluna. Con la forchetta segnare i bordi. Lasciare lievitare per 30 minuti. Friggere nell’olio bollente.

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Il M’Sammen di Saida MAROCCO

INGREDIENTI per 6 persone: 250 g di farina 250 g di semola fine 250 g di burro un po’ di sale un po’ di lievito un bicchiere di latte tiepido acqua (quanto basta) tiepida

PROCEDIMENTO Unire insieme la farina con la semola sulla spianatoia e fare un buco nel centro. Mettere nel mezzo il sale, il lievito e il latte. Mescolare il tutto aggiungendo a poco a poco l’acqua tiepida e impastare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto elastico. Fare delle palline medie con la pasta ottenuta e lasciarle lievitare per circa 30 minuti. Successivamente stendere con il matterello ogni pallina lievitata, poi piegare la pasta su se stessa a libro in tre strati sovrapposti. Arrotolare su se stessa la pasta sovrapposta e infine schiacciarla con le mani fino ad ottenere delle frittelle di circa 20 cm di diametro. Ripetere questo procedimento per ogni pallina di pasta. Spennellare le frittelle ottenute con il burro e spolverarle con la semola. Mettere a sciogliere un po’ di burro nella padella calda poi cuocervi le frittelle girandole qualche minuto per parte. Servire calde insieme ad una tazza di tè marocchino alla menta.