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ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Metodologia per l’identificazione dei rischi in ISS Eugenio Sorrentino (a), Davide Monterosso (a), Ilaria Di Giacomo (a) (a) Unità di gestione tecnica, patrimonio immobiliare e tutela della sicurezza e salute dei lavoratori

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ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

Metodologia per l’identificazione dei rischi in ISS

Eugenio Sorrentino (a), Davide Monterosso (a), Ilaria Di Giacomo (a)

(a) Unità di gestione tecnica, patrimonio immobiliare e tutela della sicurezza e salute dei lavoratori

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Rapporti ISTISAN 03/

Istituto Superiore di Sanità Metodologia per l’identificazione dei rischi in ISS Autori Eugenio Sorrentino, Davide Monterosso, Ilaria Di Giacomo 2010, 30 p. Rapporti interni 10/03

In questo lavoro viene descritta la metodologia utilizzata per l’identificazione dei rischi nell’ambito dell’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi dell’Istituto Superiore di sanità.

La “valutazione del rischio” è lo strumento fondamentale che permette al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e protezione a salvaguardia della salute del lavoratore, nello svolgimento delle proprie mansioni.

Per riuscire in tale scopo, il documento di Valutazione deve essere uno strumento di sintesi degli interventi e misure da intraprendere, che portino un miglioramento continuo della sicurezza; tale obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un’analisi funzionale dell’organizzazione del lavoro.

L’identificazione dei rischi è la prima fase della Valutazione dei rischi, che deve inoltre comprendere al suo interno una progettualità per le successive fasi di misurazione e ponderazione dei rischi che vanno a completare la valutazione stessa.

Parole chiave: Valutazione del rischio, Identificazione del rischio Istituto Superiore di Sanità Model for Risk identification in ISS Eugenio Sorrentino, Davide Monterosso, Ilaria Di Giacomo 2010, 30 p. Rapporti interni 10/03 In this report, we describe the model used for risk identification in the workplace at the ISS, in the framework of activities for updating the ISS risk assessment document. Risk assessment is the fundamental tool that allows employers to identify prevention and protection measures for safeguarding their employees' health during their activities. To do so, the risk assessment document of the ISS must provide an outline of the interventions and measures for ensuring the continuous improvement of safety in the workplace. This objective can be reached only through a functional analysis of work organization. The Risk identification is the first step in risk assessment, which must also include plans for the subsequent phases of Risk measurement and Risk evaluation. Key words: Risk assessment, Risk identification Per informazioni su questo documento scrivere a: [email protected]

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Rapporti ISTISAN 03/xxxx

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INDICE

INDICE ......................................................................................................................................................... i

PREMESSA ................................................................................................................................................ 1

DEFINIZIONI ............................................................................................................................................ 2

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ...................................................................................................... 4

Identificazione dei rischi ........................................................................................................................ 5

Misurazione del rischio .......................................................................................................................... 6

Ponderazione di rischio .......................................................................................................................... 7

METODOLOGIA DI IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI IN ISS ...................................................... 10

Fasi metodologiche ............................................................................................................................... 10

Punti di forza della metodologia .......................................................................................................... 12

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO ................................................................................................... 14

Allegato 1 Guida modulo raccolta dati ................................................................................................... 15

Allegato 2 Scheda reparto ........................................................................................................................ 28

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Rapporti interni 10/03

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PREMESSA Per sviluppare metodologie e tecniche per la prevenzione e la protezione sul lavoro in un

Istituto di Ricerca quale l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ci si può utilmente avvalere, come modello da esaminare, delle stesse attività di ricerca che in esso si svolgono, data l’eterogeneità e la trasversalità dei rischi che esse possono presentare (si spazia infatti dal rischio biologico, a quello chimico, a quello legato alla stabulazione, ecc…)

In questo lavoro viene descritta la metodologia utilizzata per l’identificazione dei rischi nell’ambito dell’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi dell’ISS.

Per le attività condotte in ISS, occorre preliminarmente considerare che esse sono caratterizzate da una presenza contemporanea di una pluralità di fattori di rischio, nonché da attività non ripetitive e disomogenee.

Le tipologie dei rischi presenti nelle attività sono legate ad una serie di fattori, fra i quali: • pericoli presentati dai materiali utilizzati: sostanze pericolose, agenti biologici, materiali

radioattivi, ecc... ; • pericoli presentati dalle apparecchiature: apparecchiature elettriche, centrifughe, agitatori ed

in genere parti meccaniche in movimento, sistemi a pressione e sotto vuoto, ad alte o basse temperature, ecc...;

• pericoli presentati da strutture, locali, impianti, arredi. La “valutazione del rischio” è lo strumento fondamentale che permette al datore di lavoro di

individuare le misure di prevenzione e protezione a salvaguardia della salute del lavoratore, nello svolgimento delle proprie mansioni.

Per riuscire in tale scopo, il documento di Valutazione deve essere uno strumento di sintesi degli interventi e misure da intraprendere, che portino un miglioramento continuo della sicurezza; tale obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un’analisi funzionale dell’organizzazione del lavoro.

L’identificazione dei rischi è la prima fase della Valutazione dei rischi, che deve inoltre comprendere al suo interno una progettualità per le successive fasi di misurazione e ponderazione dei rischi che vanno a completare la valutazione stessa.

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DEFINIZIONI I termini “pericolo” e “rischio” non assumono sempre lo stesso significato nell’ambito delle

singole discipline tecniche e scientifiche.

Si adottano, pertanto, nella presente procedura, le seguenti definizioni: Pericolo: “proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di

causare danni”; Art.2, c.1, lett. r) del D.Lgs.81/08 e s.m.i. - Rischio: “probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di

impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione"; Art.2, c.1, lett. s) del D.Lgs.81/08 e s.m.i.

- Valutazione dei rischi (VDR): “valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”; Art.2, c.1, lett. q) del D.Lgs.81/08 e s.m.i.

- Documento di valutazione dei rischi (DVR) :Documento da conservare presso l’unità produttiva al quale si riferisce, che deve essere elaborato dal datore di lavoro al termine della valutazione dei rischi, contenente (art. 28, c.2 del D.Lgs.81/08 e s.m.i.):

a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; la scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l’idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione;

b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a);

c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;

d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;

e) l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;

f) l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento;

-Valutazione del rischio: Processo di identificazione, misurazione e ponderazione del rischio (UNI 11230);

-Identificazione del rischio: Processo di ricerca, individuazione e descrizione del rischio(UNI 11230);

-Misurazione del rischio: Processo di attribuzione di un valore alla dimensione di un rischio (UNI 11230);

-Dimensione di un rischio: Combinazione della probabilità di un evento e della entità delle sue conseguenze (UNI 11230);

-Ponderazione del rischio: Processo di comparazione del rischio misurato, rispetto ai criteri di rischio (UNI 11230).

-Criteri di rischio: Termini di riferimento prefissati in base agli obiettivi dell'organizzazione ed al contesto. (UNI 11230)

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RIFERIMENTI NORMATIVI L’obbligo della valutazione di tutti i rischi presenti nel luogo di lavoro è previsto e

disciplinato dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. I documenti da assumere come riferimento per l’individuazione dei pericoli e per la

conseguente valutazione dei rischi sono le Leggi vigenti, le Norme tecniche specifiche, i regolamenti, le circolari della Pubblica Amministrazione, le Norme delle Associazioni Professionali ed imprenditoriali, le norme in materia di tutela della salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro dell’ISS e, infine, i codici di buona tecnica.

In questo lavoro si è fatto riferimento in particolar modo alla norma UNI 11230 “Gestione del rischio Vocabolario” .

Il principale documento di riferimento rimane, comunque, il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. il quale introduce la valutazione globale dei rischi in tutti i luoghi di lavoro e per tutti i pericoli esistenti.

SPECIFICITÀ ISS

L'ISS è un ente di diritto pubblico che, in qualità di organo tecnico-scientifico del Servizio

sanitario nazionale italiano, svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione, e formazione in materia di salute pubblica. L'Istituto è posto sotto la vigilanza del Ministero della Salute.

La struttura organizzativa dell'Istituto è costituita da: Presidenza, Consiglio di Amministrazione, Direzione Generale, Comitato scientifico, collegio dei revisori, Dipartimenti, Centri Nazionali, Direzioni centrali, Servizi Tecnico-scientifici. Alla Presidenza e al consiglio di amministrazioni spettano compiti di indirizzo tecnico-scientifico e strategici dell'Istituto. Al Direttore Generale spettano poteri di spesa e gestione nell'ambito del mandato della Direzione Istituzionale.

I Dipartimenti, i Centri nazionali e i Servizi Tecnici, sono strutture tecnico-scientifiche, articolate in Reparti, con autonomia in attività di ricerca, controllo, consulenza e formazione; i centri hanno anche carattere interdipartimentale con funzione di coordinamento con le istituzioni esterne.

Lo sviluppo logistico dell’ultimo decennio ha collocato le attività dei reparti afferenti a vari Dipartimenti/Centri in modo non omogeneo rispetto all’organizzazione portando ad avere una non corrispondenza tra edifici, reparti, dipartimenti/centri , con conseguenti interferenze dei rischi derivanti dalle attività trasversali.

Oltre alle strutture organizzative tecnico-scientifiche, esiste la struttura amministrativa costituita da due Direzioni Centrali Risorse Umane e Risorse Economiche. Il decreto del presidente dell’ISS del 6/3/09 (g.u. n°66 del 20/3/09) istituisce l’ Unità di Gestione Tecnica, patrimonio immobiliare e tutela della sicurezza e salute dei lavoratori.

Quest'ultima struttura organizzativa ha al suo interno il Servizio di Prevenzione e protezione il cui Responsabile (RSPP) si rapporta con il Direttore Generale per le attività di coordinamento delle misure di tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

I Dipartimenti/Centri/Servizi sono distribuiti su un comprensorio di circa 63.000 mq che e costituito da oltre 50 edifici, dove trovano occupazione oltre 2500 dipendenti, ai quali si aggiungono i visitatori, i dipendenti delle imprese esterne, i partecipanti alle attività didattiche e culturali dell’Istituto, gli utenti, ecc.

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

La valutazione del rischio è definita dal D.Lgs.81/08 come una “valutazione globale e documentata di tutti i rischi .., finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”.

Un’altra definizione la troviamo nella norma UNI 11230 dove nell’ambito del “Risk Management” la valutazione del rischio è definita come il processo di identificazione, misurazione e ponderazione del rischio.

Se nella definizione del testo unico si mettono in evidenza la completezza e i risultati della valutazione del rischio, è nella seconda che viene dettagliato il significato del termine “Valutazione” inteso come il processo di ricerca, individuazione e descrizione del rischio, attribuzione di un valore alla dimensione di un rischio, comparazione del rischio misurato, rispetto ai criteri di rischio.

Le definizioni sopra menzionate sono riassunte nella Fig.1. L’Art.28 c.2 let.a del testo unico indica che all’interno del documento di Valutazione dei

rischi deve esserci “una relazione sulla valutazione di tutti i rischi (…) nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa”.

I criteri di rischio sono quindi anello di congiunzione tra le due definizioni.

Fig.1: schema delle fasi di Valutazione del Rischio (Uni 11230)

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Identificazione dei rischi

La fase di identificazione dei rischi all’interno del processo di valutazione, si compone a sua volta di tre sottofasi:

1.Indagine sul campo negli ambienti di lavoro; 2.Identificazione dei pericoli e delle persone esposte; 3.Raccolta e elaborazione dei dati e informazioni. A seconda della complessità della struttura da esaminare e delle tipologia dei rischi delle

attività da valutare per i tre punti precedenti possono essere utilizzati strumenti differenti. L’indagine sul campo risulta un momento indispensabile per la misurazione e ponderazione

successiva del rischio; tale fase consiste in una ricognizione e raccolta organizzata di dati e informazioni sulle fonti di pericolo esistenti, necessarie per la successiva fase di stima del livello del rischio.

Eventuali carenze in questa fase identificativa, possono condurre ad una mancata o parziale identificazione di uno o più fattori di rischio.

Strumenti fondamentali per la fase di indagine sono: • Sopralluoghi ed analisi delle postazioni di lavoro, degli impianti e delle macchine,

dell’ organizzazione del lavoro. • Acquisizione di informazioni attraverso interviste informali con i lavoratori,

cercando di individuare episodi caratterizzanti i cosiddetti “incidenti mancati” o “quasi incidenti” e analisi degli infortuni avvenuti.

Per la seconda fase di identificazione una metodologia largamente utilizzata è quella della “check list”, costituita da un elenco strutturato di quesiti che coprono buona parte degli elementi di indagini sulle fonti di pericolo e le persone esposte.

Se la versatilità è un punto di forza, tale strumento ha un limite rappresentato dall’impossibilità di evidenziare l’interazione della fonte di pericolo con le persone esposte o l’interazione tra i diversi fattori di rischio.

Fig.2 Fasi del processo di identificazione dei rischi

Indagine sul campo negli ambienti di lavoro

Identificazione dei pericoli e delle persone esposte

Identificazione dei rischi

Raccolta e elaborazione dei dati e informazioni

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Misurazione del rischio In questa fase il rischio viene misurato per l’attribuzione di una dimensione. In rapporto alla tipologia di rischio, alla tipologia e complessità della realtà produttiva e

all’ambiente di lavoro possono essere distinte due tipologie di approccio di misurazione per la valutazione:

a) approccio quantitativo b) approccio qualitativo e semi-qualitativo

L’approccio quantitativo si basa sull’impiego di modelli matematici per esplicitare la

funzione f(Pr,M) o in alcuni casi in misure strumentali (es. per il rischio chimico). Tale approccio è utilizzato in specifici contesti produttivi in cui l’analisi degli standard di sicurezza deve essere molto precisa e accurata per la criticità che presentano i fattori di rischio. Nel caso in cui i fattori di rischio non abbiano una rilevanza particolare, tale approccio può invece risultare inadeguato e dispendioso.

L’approccio qualitativo di tipo probabilistico utilizza delle scale qualitative, sia per la probabilità che per la magnitudo, definite ad esempio nel seguente modo:

Probabilità P che si verifichi il danno secondo tre livelli crescenti:

▫ improbabile ▫ possibile ▫ altamente probabile

Magnitudo M derivante da un determinato rischio in termini di conseguenze quali: ▫ lieve (lesioni o disturbi di lieve o modesta gravità) ▫ modesta (lesioni o disturbi gravi) ▫ grave (incidente mortale)

Dalla combinazione di questi elementi scaturisce il livello di rischio corrispondente. - Tab. 1: Livelli di rischio -

Gravità

Lieve Modesta Grave

Probabilità Improbabile irrilevante/basso tollerabile Ridotto

Possibile tollerabile ridotto Considerevole Alt. Probabile ridotto considerevole grave/elevato

Ad ogni livello di rischio corrisponde quindi un giudizio e una relativa modalità di intervento.

- Tab. 2: Livelli di rischio - LIVELLO GIUDIZIO E MODALITÀ DI INTERVENTO

Irrilevante/basso Rischio residuo trascurabile

Tollerabile Mantenimento e miglioramento del controllo e del livello di rischio

Ridotto Attuazione del controllo personale e/o riduzione del rischio Considerevole Inadeguatezza dei requisiti di sicurezza e programmazione di interventi Grave/elevato Programmazione di interventi prioritari

Tale approccio è di tipo “soggettivo” basato sulla competenza dell’analista e sui dati acquisiti preliminarmente.

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Ponderazione di rischio

Dopo la misurazione del rischio è necessario stabilire se tale rischio è accettabile e in che misura. Tale processo, definito come “ponderazione del rischio”, consiste nella comparazione tra il livello misurato ed i criteri di rischio.

I criteri di rischio possono essere distinti in quattro tipologie : • Criteri cogenti : descritti dalle leggi di settore e la cui applicazione configura un

obbligo di legge. • Criteri definiti dalle norme di buona tecnica e resi cogenti : richiamati dalle leggi di

settore. • Criteri definiti dalle norme di buona tecnica : ovvero le attuali conoscenze

scientifiche sviluppatesi in ogni settore. • Criteri definiti come linee guida da istituti, associazioni, enti ecc. : rappresentativi di

una valutazione condivisa dalle varie parti.

All’interno del D. Lgs. 81/08 esiste un preciso richiamo al rispetto dei criteri cogenti, infatti l’ Art 28 c.3 “Oggetto della valutazione dei rischi”, cita : “il contenuto del documento (…..) deve altresì rispettare le indicazioni previste dalle specifiche norme sulla valutazione dei rischi contenute nei successivi titoli del seguente decreto “

Di conseguenza possono essere definiti criteri cogenti tutte le disposizioni contenute all’interno dei XVIII Titoli su cui si articola il decreto e relativi allegati tecnici specifici per ogni titolo.

Di seguito saranno riportati e descritti sinteticamente i principali criteri cogenti del D.lgs 81/08 e criteri di valutazione del rischio definiti da norme di buona tecnica e linee guida, utilizzati per l’identificazione dei rischi in ISS.

Tab.3: Criteri di rischio Titolo II : Luoghi di lavoro

Allegato IV : Requisiti dei luoghi di lavoro

Stabilità e solidità dell’edificio

Adeguatezza locali per antincendio

Rispondenza vie di fuga e delle uscite di emergenza

Adeguate caratteristiche :

Microclimatiche

Illuminazione

Qualità dell’ aria

Rumorosità ambientale

Titolo III : Uso attrezzature di lavoro

Allegato V : Requisiti sicurezza attrezzature

Allegato VI : Disposizioni per l’uso di attrezzature

Allegato VII : Verifiche di sicurezza

Allegato VIII : DPI

Marcatura CE

Manuale uso

Manuale manutenzione

DPI

Direttiva macchine

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Titolo V : Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro

Allegato XXV Prescrizioni generali cartelli segnaletici

Allegato XXVI Segnaletica contenitori e tubazioni

Allegato XXVIII Segnaletica ostacoli e vie di esodo

Allegato XXIX Segnali luminosi

Allegato XXX Segnali acustici

Allegato XXXI Comunicazione verbale

Allegato XXXII Segnali gestuali

Ubicazione razionale

Alimentazione elettrica di emergenza

Verifica periodica funzionamento segnalazioni acustiche o luminose

Titolo VI : Movimentazione manuale dei carichi

Allegato XXXIII Movimentazione manuale dei carichi

- caratteristiche del carico

- sforzo fisico richiesto

- caratteristiche dell’ambiente di lavoro

- esigenze connesse all’attività

- fattori individuali di rischio

Metodo NIOSH National Institute of Occupational Safety and Health

aspetti biomeccanici

aspetti fisiologici

aspetti psicologici

calcolo dell’indice di rischio �

RWL peso limite

raccomandato per

sollevamento o

abbassamento pesi

Metodo Snoock-Ciriello

fattori individuali (sesso)

caratteristiche dell’azione di traino/spinta o trasporto

altezza da terra

frequenza

distanza di trasporto

calcolo dell’indice di rischio �

forza limite raccomandata

peso raccomandato

Titolo VII : Attrezzature munite di videoterminale

Allegato XXXIV Requisiti minimi

Progettazione Ergonomica

- Ambiente di lavoro

- Illuminazione/illuminamento

- Rumore

- Microclima

- Adattamento al compito

Titolo VIII : Agenti fisici Capo IV Campi elettromagnetici e radiazioni ottiche

Allegato XXXVI

- Informazione e formazione dei lavoratori

- Sorveglianza sanitaria

- Misure di prevenzione e protezione

Valori limite di esposizione

Valori di azione

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D.P.I.

Titolo IX : Rischio chimico

Allegato XXXVIII Valori limite di esposizione professionale

- scheda di sicurezza

- Informazione e formazione dei lavoratori

- Misure di prevenzione e protezione

Valori limite di esposizione

D.P.I.

D.P.C

Modello Archimede

Titolo X: Esposizione ad agenti biologici

Allegato XLV Segnali rischio biologico

Allegato XLVII Misure contenimento rischio biologico

- Classificazione Agenti Biologici

- Misure tecniche organizzative e procedurali

- Misure di contenimento

- Livelli di contenimento

- Misure specifiche per laboratori e stabulari

- Informazione e formazione

- Sorveglianza sanitaria

- D.P.I

- D.P.C.

Nel documento di valutazione devono essere inseriti i criteri di rischio specifici per ogni

tipologia di rischio.

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METODOLOGIA DI IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI IN ISS

Per l’aggiornamento del documento di valutazione, tenendo conto della specificità dell’ISS, si è sviluppata una valutazione dei rischi per aree di attività elementari, coincidenti con le strutture organizzative di base denominate Reparti, indipendentemente dalla loro collocazione spaziale. Infatti il personale di un reparto, variabile da poche unità fino ad un massimo di 30 persone, può spostarsi tra più locali posti anche in edifici differenti svolgendo tipologie di attività differenti.

Con il documento di valutazione dei rischi per reparto, si intercettano i rischi che interessano il gruppo di personale afferente al reparto stesso.

Per consentire l'adozione da parte dei Direttori di Dipartimento/Centri Nazionali/Servizi Tecnico-scientifici/Direzioni Centrali delle misure di prevenzione e protezione tra tutti i reparti di competenza, si è redatto un documento di “Sintesi dei documenti VdR dei Reparti”.

Alcuni rischi non sono analizzati nella loro effettività a livello di reparto, come il rischio incendio, impianti , emergenze riconducibile agli aspetti strutturali complessivi di edificio, che si percepiscono con un esame più ampio dell'orizzonte delle singole stanze del reparto.

Discorso similare vale per l’interazione dei fattori di rischio presenti in dipartimenti/ centri differenti ma che insistono in spazi comuni.

Per tali motivi è stato affiancato alla “Valutazione dei rischi per Reparti “ una “Valutazione dei rischi per edificio”.

Per affrontare rischi connessi a spazi esterni, impiantistica a rete, alla viabilità interna viene inoltre prodotto, a conclusione della campagna di indagine, un documento di “Valutazione rischi di Insediamento”, che prende in esame rischi connessi con fattori a scala di comprensorio.

L'aggiornamento del documento di valutazione dei rischi dell'Istituto è rappresentato dall'insieme dei seguenti documenti:

“Documenti di VdR per Reparto”; “Documento di Sintesi per Dipartimento/Centro Nazionale/Servizi/Direzioni Centrali”; “Documenti di VdR per Edificio”. “Valutazione rischi di Insediamento”.

Fasi metodologiche Ogni valutazione del rischio, presente nei diversi documenti, si compone di una fase di identificazione composta dalle seguenti attività (vedi fig.3):

1. Predisposizione Modulo. Per ogni reparto è stato predisposto un modulo raccolta dati informatizzato, precompilato

con le informazioni raccolte nei database dell’ISS. Il funzionamento del modulo è illustrato nella Guida modulo raccolta dati (All. 1) 2.Invio Modulo. Ogni modulo è stato inviato al capo reparto.

3. Esposizione processo di valutazione. Ad ogni direttore di Dipartimento/centro/servizio è stato esposto il processo di Valutazione

dei rischi, e lo stesso direttore comunica attraverso una mail l’inizio dell’attività a tutti i capi reparto. Tale azione ha aumentato il coinvolgimento dei reparti alla valutazione dei rischio

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rendendolo un processo partecipativo come da D.Lgs. 81/08, nel rispetto dell’organigramma della sicurezza.

4. Contatto direttore reparto.

I direttori di reparto sono stati contattati individualmente per predisporre un sopralluogo caratterizzato dalla presenza degli operatori dei reparti, per capire le attività e i rischi correlati.

5. Riunioni direttori reparto. Sono state indette nei vari dipartimenti delle Riunioni esplicative per i direttori di reparto con

la spiegazione del modulo raccolta dati, la sua finalità e delle modalità di svolgimento del sopralluogo per rendere maggiore il contributo del personale nelle informazioni da trasmettere al servizio.

6. Compilazione del modulo da parte dei reparti.

Fig.3: Fasi identificazione dei rischi in ISS

Identificazione del rischi

1.Predisposizio-ne modulo

2.Invio modulo

5. Riunione dir. reparti

3. esposizione processo di valutazione dirigente

4.contatto dir. reparto

6. compilazione modulo

7.assistenza

8.archiviazionee Data Base

10. sopralluogo

Mis

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Pon

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7. Assistenza da parte del SPP a tutti i quesiti legati alla compilazione del modulo o

problematiche non facilmente classificabili all’interno del modulo stesso. Tale fase ha aumentato la versatilità del modulo risolvendo, tutte quelle particolarità che pur non essendo possibile inserire nel modulo, risultano presenti nel documento di valutazione.

Alla restituzione del modulo segue una fase di analisi e richiesta di revisione se si riscontra una compilazione non adeguata. Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nella sezione sostanze chimiche, vista la varietà di sostanze utilizzate in ISS (circa 20.000)

8. Archiviazione del modulo e verifica per inserimento nel data base. Le attività 6, 7 e 8 sono caratterizzate da una circolarità che garantisce il miglioramento del

risultato. 9. Sopralluogo di ogni reparto con intervista al capo reparto, compilazione scheda di reparto

(All 2) e analisi fotografica di tutti i luoghi di lavoro con raccolta informazioni dell’organizzazione delle stanze.

L’identificazione termina con la descrizione all’interno del documento di valutazione di tutti

i pericoli individuati attraverso il modulo raccolta dati e attraverso l’indagine effettuata. Punti di forza della metodologia

La fase di identificazione dei rischi è parte integrante e propedeutica rispetto alla

valutazione, poiché essa non si può progettare senza le fasi di misurazione e ponderazione. Tale assunto ci dice che la raccolta dati e informazioni è strettamente legata alla tipologia del

rischio e il rispettivo approccio di misurazione e criterio per la ponderazione; la tipizzazione delle informazioni e il dettaglio sono proporzionali alla criticità del fattore di rischio analizzato.

La metodologia si basa sul fatto che la parte strutturale dell’ISS non corrisponde alla suddivisione dipartimentale, la cellula significativa su cui si è basata la metodologia è stato quindi il reparto (o settore).

Il sopralluogo con la scheda di reparto e la compilazione del modulo raccolta dati sono gli strumenti su cui si basa la metodologia; questi non sono sequenziali ma complementari per formare la fase di identificazione.

Da una analisi degli strumenti utilizzati si può notare che alcune domande sono ripetute; tale scelta pone maggiore attenzione su alcuni fattori di rischio, e riduce al minimo errori di compilazione del modulo o fraintendimenti dialettici.

La scheda di reparto si differenzia da una “check list” classica per il suo carattere non universale e il livello di approfondimento lasciato all’analista; inoltre la scheda presenta dei quesiti strettamente legati all’organizzazione dell’Istituto e si completa delle informazioni visivamente rilevabili durante il sopralluogo.

La prima parte della scheda, da compilare sulla base delle informazioni fornite dal personale del reparto, è composta da informazioni generali sulla localizzazione del reparto, sulle principali criticità presenti e da un elenco di 31 fattori di rischio.

La seconda parte della scheda è infine utilizzata dall’analista per la raccolta di problematiche presenti nei luoghi di lavoro.

Entrambi gli strumenti sono strutturati per un’analisi specifica che parte da informazioni generali; il modulo raccolta dati si compone infatti di diversi fogli di lavoro, di cui il primo è denominato “generale” con funzione illustrativa del reparto.

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Dopo la sezione generale si ha la classificazione dei luoghi di lavoro necessaria per capire dove il personale del reparto svolge la sua attività; se per il personale la corrispondenza è univoca per ogni reparto, molti luoghi di lavoro possono essere utilizzati da più reparti poiché legati ad attività simili.

Per la risoluzione di tale problematica ogni lavoratore ha indicato tutti i luoghi di lavoro frequentati: tale indicazione è indispensabile per determinarne i rischi a cui è esposto e la sorveglianza sanitaria necessaria.

Per le attrezzature, la metodologia proposta associa una analisi tecnica attraverso la raccolta di dati quali età del macchinario, marcatura utilizzo piano di manutenzione, e si predispone attraverso la suddivisione in famiglie alla valutazione dell’utilizzo delle stesse. Attraverso un algoritmo sarà possibile individuare tutte quelle attrezzature che necessitano di una strategia manutentiva diversa e sarà individuato il personale a cui rivolgere formazione e addestramento specifico.

Per il rischio chimico la metodologia si articola nella raccolta di tutte le sostanze utilizzate dal reparto con indicate le quantità, le stanze di utilizzo, la conservazione e le misure di protezione (DPI, DPC) adottate e nell’indagine visiva si analizza l’organizzazione dei laboratori e delle attività.

La scelta di raccogliere queste informazioni è riassumibile nei seguenti punti: • Le quantità e le frasi di rischio legate al nome della sostanza evidenziano la possibile

criticità del prodotto. • L’armadio di conservazione e la stanza di utilizzo forniscono informazioni sui

percorsi effettuati per il trasporto dei prodotti. • Il non utilizzo di dispositivi di protezione dipende dalle proprietà chimico-fisiche

dell’agente. • Utilizzando la scheda del personale si ha l’individuazione di tutti gli operatori che

utilizzano o possono essere esposti all’utilizzo di sostanze chimiche. Nel rispetto dei criteri cogenti dati dal D.Lgs. 81/08, la classificazione effettuata nella prima

fase porta all’individuazione degli agenti chimici pericolosi, su cui approfondire la raccolta di informazione quali: il livello, il modo e la durata dell’esposizione e le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, tenuto conto delle quantità delle sostanze (art.223 c.1 let. c, d).

Una identificazione totale delle sostanze utilizzate con analisi qualitativa e successiva misurazione algoritmica per le sostanze critiche è la soluzione metodologica attuata, in una situazione in cui ogni reparto utilizza in media 300 sostanze differenti e sono circa 20.000 le sostanze presenti in Istituto.

Discorso similare è stato effettuato per gli agenti biologici, la cui classificazione di legge comporta la verifica degli standard tecnico-strutturali dei luoghi dove vengono manipolati, e la raccolta informazioni è basata sui luoghi di conservazione e stanze di utilizzo dell’agente.

Attraverso la scheda del personale si elabora il registro degli esposti (art.280) individuando il personale che svolge attività all’interno del laboratorio.

Per la sezione videoterminali lo scopo della metodologia è quello di avere un dato per la sorveglianza sanitaria che ne deriva, e per un analisi dell’operatore sulla postazione in cui svolge la sua attività.

L’identificazione dei rischi oltre ad essere una parte fondamentale della Valutazione dei rischi contiene informazioni necessarie per l’adempimento di obblighi giuridici sanciti dal D.Lgs. 81/08 quali emergenze, primo soccorso, informazione e formazione, gestione appalti e sorveglianza sanitaria come emerso dalla descrizione delle sezioni del modulo raccolta dati.

Il risultato della valutazione è strettamente legato alla fase di identificazione; una metodologia non può pretendere di attribuire sempre un adeguato livello di rischio ma deve

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rimodularsi con livelli maggiori di approfondimento in base alle caratteristiche del processo lavorativo.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Cerra D. Come implementare un sistema di gestione della sicurezza conforme all’Art.30 del

D.Lgs.81708. Seminario formativo. 2010

Rossi A, Guercio A, Sinardi G. L’approccio alla prevenzione attraverso il d.lgs.81/08. INAIL 2009;

RINGRAZIAMENTI

Si ringrazia l’Ing. Corradino per il contributo fornito nell’elaborazione del presente lavoro

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Allegato 1 Guida modulo raccolta dati

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II edizione

Indice

0. Indicazioni generali ................................................................................................................................ 17

0.1 Presentazione II edizione.................................................................................................................. 17

0.2 Introduzione ...................................................................................................................................... 17

1. Generale ................................................................................................................................................. 18

2. Luoghi di lavoro ..................................................................................................................................... 19

3. Personale ................................................................................................................................................ 20

4. Attrezzature ............................................................................................................................................ 21

5. Elenco sostanze pericolose ..................................................................................................................... 21

6. Sostanze utilizzate .................................................................................................................................. 22

7. Agenti biologici ...................................................................................................................................... 24

8. VDT ........................................................................................................................................................ 25

9. Radioattivo ............................................................................................................................................. 26

Famiglie attrezzature .......................................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.

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0. Indicazioni generali

0.1 Presentazione II edizione Il modulo presentato in questa II edizione ha subito delle modifiche e delle semplificazioni, in seguito alla prima sperimentazione con il dipartimento AMPP. A tutti i reparti che hanno compilato il modulo nella prima sperimentazione si richiede il completamento della sezione “6. Sostanze utilizzate” e la compilazione della nuova sezione “9. Radioattivo”. Grazie ai feedback dei 25 reparti coinvolti nella prima campagna di sopralluoghi, si elencano alcune problematiche riscontrate e non eliminabili:

a) Il modulo ha dei problemi se viene utilizzato con terminali Apple. b) E’ da evitare il riordino degli elenchi contenenti dati perché comporta dei

problemi nella creazione automatica di campi negli altri fogli. c) Molti reparti non hanno compilato la parte delle attrezzature classificate con la

famiglia (vedi foglio attrezzature)

Tutti i campi contraddistinti dal colore arancione segnalano una creazione automatica del contenuto del campo.

0.2 Introduzione Per l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi si è predisposto il seguente modulo raccolta dati, per le seguenti motivazioni:

1. Raccogliere le informazioni sulla natura dei rischi, l’organizzazione del lavoro, l’attuazione e programmazione delle misure preventive e protettive, descrizione degli impianti e dei processi, che il Datore di Lavoro (Direttore Generale) fornisce - attraverso le competenti strutture organizzative dell'Istituto - al Servizio prevenzione e Protezione e al Medico Competente ai sensi dell'art. 18, comma 2 del D.Lgs. 81/08 e smi.

2. Le informazioni del punto precedente, oltre che utilizzati per la valutazione dei rischi, saranno assunti come base per le altre attività di prevenzione per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori quali piani di emergenza, primo soccorso, gestione degli appalti, sorveglianza sanitaria, informazione e formazione.

Tutti i dati da voi precedentemente comunicati sono contenuti all’interno del modulo raccolta dati. Il modulo è in formato Excel composto da otto fogli di lavoro (vedi fig.1):

1. Generale

2. Luoghi di lavoro

3. Personale

4. Attrezzature

5. Elenco sostanze pericolose

6. Sostanze utilizzate

7. Agenti biologici

8. VDT

9. Radioattivo

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1. Generale

Il primo foglio di lavoro si compone di una parte di descrizione generale del reparto con relativa mission. Le cinque celle in alto indicano in modo preventivo quali rischi principali sono presenti nell’attività di reparto (vedi fig.1).

Fig.1 Composizione del modulo e primo foglio di lavoro “Generale”

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2. Luoghi di lavoro

Il secondo foglio (Fig.2) di lavoro contiene l’indicazione dei luoghi di lavoro dove vengono svolte le attività di reparto. • Tipologia: l’informazione è data dalla tipologia del luogo selezionabile da un elenco a discesa, se

all’interno dell’elenco non compare una tipologia appropriata per il vostro luogo di lavoro il campo può essere riempito con un'altra tipologia da voi digitata.

• Radioattivo: l’indicazione dell’utilizzo all’interno del luogo di sostanze radioattive(sì/no). • Edificio piano stanza: ubicazione fisica del luogo. • Sigla: Campo automatico attribuisce ad ogni stanza un codice. • Intereparti interdipartimenti: indicazione(sì/no) dell’utilizzo del luogo da parte di più reparti o

dipartimenti. • Sintesi di attività: breve descrizione dell’attività principale presente nel luogo, informazioni sulla

presenza di box all’interno del luogo. • Rep: Campo automatico codice reparto.

Fig.2 Foglio “Luoghi di lavoro”

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3. Personale

Le informazioni contenute in questo foglio sono state in parte ricavate dal’ Ufficio Matricola e in parte dalle informazioni fornite dai reparti. • Da matricola a profilo: informazioni anagrafiche e lavorative;

• Idm: codice automatico per ogni lavoratore.

• Ed, piano, stanza: luogo indicato nell’elenco telefonico del portale.

• Luogo di lavoro: Indicare il luogo in cui il lavoratore svolge prevalentemente la sua attività inserendo dall’elenco a discesa uno dei luoghi inseriti all’interno della scheda precedente.

• Altri luoghi: Nell’attività di molti dipartimenti e centri il lavoratore svolge le sue attività in diversi luoghi da inserire secondo un ordine decrescente rispetto al tempo di permanenza, sempre attraverso l’elenco a discesa.

• Esposizione radioattivo: indicare se il personale è classificato come esposto. Nota: Se all’interno dell’elenco a discesa non vi è il luogo desiderato aggiornare la compilazione della scheda precedente. Esempio: Il lavoratore della prima riga (Fig.3) svolge prevalentemente la sua attività nella stanza 1_G_6 (studio) e minor tempo nella stanza 1_G_5 (laboratorio) a differenza del lavoratore della seconda riga che lavora prevalentemente nel laboratorio 1_G_5 ed in altri due luoghi di lavoro.

Fig.3: Foglio “personale”

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4. Attrezzature

Il foglio (vedi fig.4) è composto dai dati forniti dai servizi informatici dell’ISS selezionando solo le attrezzature che hanno una rilevanza per la valutazione del rischio e in carico al personale del reparto. • Da N° inventario a stanza: Campi da correggere in caso di scostamenti dalla realtà e inserimento di

attrezzature utilizzate e non in carico a personale del reparto. Nota: Da una prima analisi risultano errori sia nella collocazione fisica che nella presa in carico dovuta a trasferimenti, pensionamenti. • Ida: codice automatico per ogni attrezzatura.

• Famiglia: il campo si compone di lettere a cui corrisponde una famiglia di attrezzature come riportato in allegato. La presenza di una lettera comporta che per l’ attrezzatura della riga si devono compilare i campi da Utilizzo (h/settimana) a piano di manutenzione. Nel caso di inserimento di una attrezzatura non in elenco inserire la lettera appropriata.

• Sigla: campo automatico che attribuisce un codice alla stanza di collocazione dell’attrezzatura.

• Corridoio: Rispondendo sì a tale campo si indica che l’attrezzatura della riga si trova sul corridoi all’altezza dell’ edificio, piano stanza indicato nei campi precedenti.

• Rep: codice automatico per ogni reparto

Fig. 4 Foglio “attrezzature”

5. Elenco sostanze pericolose

Il foglio si compone di circa 3000 sostanze pericolose con le principali indicazioni su numerazione, frasi di rischio, frasi di prudenza e caratteristiche della sostanza stessa. Tale elenco può essere utile nell’individuazione delle sostanze e relative informazioni per la compilazione del foglio n°6.

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6. Sostanze utilizzate

Il foglio si compone di 17 campi principali:

• Cas o EC, Verifica, Agente chimico: selezionare dall’elenco a discesa o digitare il nome dell’agente chimico utilizzato all’interno del reparto, nella digitazione non utilizzare lettere maiuscole.

• Dopo la digitazione del nome nella casella VERIFICA , campo automatico, può comparire:

VERO: L’agente chimico è contenuto nell’elenco sostanze utilizzate e in automatico si riempiono i campi da Cas o EC, Simbolo, Frasi R, Frasi S. Esempio: dopo la digitazione di acido fluoborico…% (vedi fig.5) in automatico compare il numero di Cas, simbolo e frase di rischio (cerchiati in rosso) e la casella verifica diviene Vero.

FALSO: L’agente chimico non è nell’elenco e si deve digitare il Cas o EC, il simbolo, Frasi S frasi R della sostanza utilizzata consultando la scheda di sicurezza. (Se non si possiede la scheda di sicurezza reperirla attraverso il sito http://www.reach.ipzs.it/ ) Esempio: digitando ( vedi fig.5) acqua ossigenata non essendo riconosciuta la sostanza compare la dicitura Falso.

• Note: Vista l’importanza della giusta digitazione dell’agente chimico, informazioni sulla percentuale

dell’agente ed altro vanno inseriti nella casella note altrimenti si avrà difficoltà nel riconoscimento dell’agente. Esempio: In figura 5 l’utilizzo dell’Acido fluoborico all’interno del reparto è del 30% segue che all’interno della casella note è stato inserito il numero 30.

• Quantità media settimanale /unità misura: Indicare la quantità utilizzata dell’agente della riga con relativa unità di misura.

• Armadio/frigo conservazione(1 / 2): indicare il numero di inventario dall’elenco a discesa, tale elenco si genera in modo automatico con le attrezzature presenti nel foglio n°4; se l’armadio/frigo è in carico ad un altro reparto/dipartimento digitare il numero di inventario e la descrizione nel foglio 4 “attrezzature” e in automatico si genererà il numero di inventario nell’elenco a discesa del foglio 6.

• Stanza di utilizo, DPI, Utilizzo cappa chimica: Indicare dall’elenco a discesa la risposta appropriata seguendo le indicazioni della legenda che apparirà cliccando sulla cella.

Nota: In alcuni reparti può capitare che la stessa sostanza chimica venga utilizzata da due gruppi diversi di ricerca o in due laboratori diversi e la conservazione avviene nello stesso o in più armadi. Per evitare la ripetizione della sostanza chimica all’interno del foglio, possibile causa di errori, la compilazione dovrà avvenire come nell’esempio della pagina successiva. I campi da Note a utilizzo cappa chimica, si ripetono per più volte all’interno del foglio con colori differenti arancio, celeste, verde.

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Fig. 5 Foglio “sostanze utilizzate”

caso

Numero Armadio/ frigo conservazione

Numero Stanze di utilizzo

Arm

adio

1 A

rmad

io2

Sta

nza

1

Sta

nza

2

Arm

adio

1 A

rmad

io2

Sta

nza

1

Sta

nza

2

Arm

adio

1 A

rmad

io2

Sta

nza

1

Sta

nza

2

A 1 2 X X X B 2 1 X X X C 2 2 X X X X

D 2 2 X X X X

E 2 3 X X X X X Tab.1 Casistica sostanze utilizzate

Esempio: Caso A: La sostanza è conservata in un armadio e utilizzata in due stanze: compilazione del solo campo arancione. I lavoratori Caso B: Due armadi una stanza in una stanza: compilazione del solo campo arancione Caso C: Due armadi e due stanze: Ogni armadio conserva le sostanze ad uso di entrambe le stanze Caso D: Due armadi e due stanze: Ogni armadio conserva le sostanze ad uso esclusivo di una stanza segue una compilazione del campo arancione e del campo celeste. Caso E: Due armadi e tre stanze: Un armadio conserva le sostanze di due stanze mentre una altro armadio conserva le sostanze di un'altra stanza. Campo arancione e campo celeste.

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7. Agenti biologici

Il foglio si compone di 8 campi: • Idb, Agente biologico, Clas: Digitare nell’elenco a discesa l’ agente biologico contenuto

nell’allegato XLVI del D.Lgs. 81/08 e in automatico verrà inserita la classificazione e un Id. Se non presente nell’elenco digitare l’agente biologico e la relativa classificazione.

• Utilizzo deliberato: si intende per utilizzo deliberato la sperimentazione diretta sull’agente biologico, e per non deliberato la possibile presenza dell’agente in tessuti, siero, sangue, ecc.

• Freezer/Dewar conservazione: Indicare il numero di inventario dell’attrezzatura utilizzata per la conservazione dell’agente biologico.

• Stanza di utilizzo, DPI, DPC: : Indicare dall’elenco a discesa la risposta appropriata seguendo le indicazioni della legenda che apparirà cliccando sulla cella.

Nota: Se l’agente è utilizzato in più laboratori o conservato in più Dewar utilizzare le caselle con il numero 2 • MOGM : Indicare se l’agente biologico della riga viene geneticamente modificato e quindi se

necessario correggere la classificazione

Fig.6 Foglio “agenti biologici”

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8. VDT

Il foglio è composto di nove campi di cui i primi tre si generano automaticamente dopo la compilazione del foglio N°3. Ogni riga del foglio VDT è dedicata alle informazioni riguardante un lavoratore che saranno validate nel documento di valutazione dal direttore di reparto. Per gli altri campi attenersi alle domande indicate. .

Fig.7 Foglio “VDT”

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9. Radioattivo

Il foglio è composto di 12 campi: Nota: l’informazione sul radioattivo viene raccolta anche sulla scheda personale Da Simbolo a unità di misura: Inserire i dati relativi all’utilizzo del radioattivo all’interno del reparto. Armadio Frigo conservazione, stanza di utilizzo, stanza di stoccaggio: Inserire dall’elenco a discesa il numero di inventario e il codice della stanza. Da DPI a registro smer: indicare con si o no le indicazioni di utilizzo

Fig.8: Foglio “Radioattivo”

Al Responsabile del Reparto è attribuito il compito di assicurare la completezza e l’aggiornamento dei dati, forniti con la modulistica sopra riportata, utili alla conoscenza delle attività di competenza. La trasmissione dal proprio indirizzo e-mail o sottoscrizione del cartaceo (nel caso di invio tradizionale evitando la stampa dell’elenco di sostanze chimiche) ne costituirà la loro certificazione.

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Famiglie attrezzature

A Agitatore

B Analizzatore ozono

C Armadi di sicurezza

D Autoclave

E Bagnetto

F Biofotometro

G Camera termostatica

H Cappa biologica

I Cappa chimica

J Centrifughe

K Ciclofluorimetro

L Compressore

M Condizionatore

N Frigoriferi

O Gascromatografo

P Gruppo continuità

Q HPLC

R Incubatori

S Lava vetreria

T Micronde- Forni

U Microscopio

V Omogeneizzatore

W Piastre riscaldanti

X Scintillatore

Y Spettrofotometro

Z Spettrometro di massa

AA Stufa

BB Transilluminatore

CC Contatore geiger

DD Contenitore azoto liquido

EE piastra riscaldata

FF Acqua distillata

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Allegato 2 Scheda reparto

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SCHEDA DI REPARTO

Dipartimento Reparto

Data Squadra

Direttore reparto

Edificio piano Altri reparti presenti stanze in comune

Criticità maggiori N° Fattore di rischio sì Note (MPP presenti) R Misure da adottare

Action plan

2 Aree di transito interne

3 Strutture, spazi di lavoro interni ed arredi

4 Porte, vie di uscita e di emergenza

5 Scale fisse e portatili,

6 Rischi attrezzature di lavoro

7 Immagazzinamento

8 Rischi elettrici

9 Apparecchi a pressione

10 Impianti termici

11 Mezzi di sollevamento

12 Rischio di incendio e di esplosione

13 Rischi da agenti cancerogeni e mutageni

14 Rischio chimico per la sicurezza

15 Rischi chimici per la salute

16 Esposizione a chemioterapici antiblastici

17 Rischio allergico

18 Esposizione ad agenti biologici

19 Ventilazione e inquinamento indoor

20 Climatizzazione microclima termico

21 Illuminazione

22 Esposizione a rumore

23 Esposizione a vibrazioni

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24 Esposizione a radiazioni ionizzanti

25 Esposizione a campi elettromagnetici

26 Carico di lavoro fisico e MMC

27 Lavoro ai videoterminali (VDT)

28 Servizi igienici e igiene degli ambienti

29 Ergonomia degli ambienti,.

30 Ergonomia delle macchine e attrezzature

31 Fattori di rischio psicosociali

Strumenti di prevenzione

Organizzazione del lavoro, compiti, funzioni e responsabilità (qualità accerditamento)

Dispositivi di protezione individuale

Istruzioni prassi e procedure di lavoro (biologico non deliberato)

Deposito temporaneo prodotti chimici

Tipologia Rad

Edificio piano stanza

inte reparti

inter dip. Sintesi di attività