ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Controlli di qualità in ...
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IT0100393
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Controlli di qualità in radioterapia
Dalle esperienze del primo corso-dibattitoRoma, 3-4 dicembre 1998 e 3-5 maggio 1999
A cura diAntonella Rosi e Vincenza Viti
Laboratorio di Fisica
ISSN 1123-3117
Rapporti ISTISAN00/29
3 2 / 23
Istituto Superiore di SanitàControlli dì qualità in radioterapia. Dalle esperienze del primo corso-dibattito. Roma, 3-4 dicembre 1998 e 3-5maggio 1999.A cura di Antonella Rosi e Vincenza Viti2000, xi, 29 p. Rapporti ISTISAN 00/29
Questo documento è dedicato al primo corso-dibattito sui controlli di qualità in radioterapia svoltosi a Roma il3-4 dicembre 1998 e il 3-5 maggio 1999 in collaborazione tra l'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto Regina Elena.Esso presenta gli argomenti ritenuti critici per l'assicurazione di qualità in radioterapia in relazione all'interaprocedura radioterapica, in base alle esperienze dei partecipanti.
Parole chiave: Assicurazione di qualità, Radioterapia
Istituto Superiore di SanitàQuality controls in radioterapy. From experiencies of the first course-debate. Rome, Dicember 3-4,1998 andMay 3-5,1999.Edited by Antonella Rosi and Vincenza Viti2000, xi, 29 p. Rapporti ISTISAN 00/29 (in Italian)
The document reports the main issues discussed during the first course-debate on quality controls in radiotherapy,held in Rome in December 3-4, 1998 and May 3-5,1999 in collaboration between the Istituto Superiore di Sanità andthe Istituto Regina Elena. The points considered critical to the quality assurance in radiotherapy by the participantsare presented in relation to the total radiotherapy procedure.
Key words: Quality assurance, Radioterapy
Si ringrazia la Sig.ra Franca Grisanti per la collaborazione fornita nella preparazione del presente documento.
© Istituto Superiore dì Sanità 2000
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INDICE
Introduzione pag. iii
Selezione dei pazienti e programma di trattamento.
Selezione dei volumi da trattare ed acquisizione
dei dati anatomici
G. Gardani, M. Guenzi, F. Milano, P. Montemaggi pag. 1
Controlli dei fasci, simulazioni e piani di trattamento
L. Andreucci, C.Italia, R.Valdagni pag. 6
"Set-up", sistemi d'immobilizzazione e schermature,
esecuzione del trattamento, sistemi di verifica,
dosimetria in vivo
LF.Cazzaniga, M.Benassì, A.Bonini, L.Raffaele pag. 17
Struttura e organizzazione del sistema di assicurazione
di qualità
LCionini, M. Bignardi, A.Giani, S.Magri pag. 24
INTRODUZIONE
Questo rapporto tecnico è dedicato agli atti del primo corso-dibattito sul tema dei
Controlli di Qualità in Radioterapia che si è tenuto a Roma in collaborazione tra
l'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto Regina Elena. In considerazione della gran
richiesta di partecipazione, il corso fu diviso in due parti, dedicate però ai medesimi
argomenti, che si svolsero nel dicembre 1998 e nel maggio 1999.
Lo scopo principale di questo tipo di corsi è di promuovere un dibattito, basato sulle
esperienze dei partecipanti, al fine di raggiungere, attraverso un'elaborazione interattiva,
un consenso tecnico-culturale sulle metodologie da adottare e sui risultati da ottenere. Il
corso aveva la peculiarità di essere rivolto alle tre figure professionali principalmente
coinvolte nelle procedure radioterapiche e cioè i radioterapisti oncologi, i fisici
specialisti e i tecnici di radioterapia. Il tema di partenza doveva essere quello dei
controlli di qualità in radioterapia, ma in considerazione dell'attualità che andavano
rivestendo le problematiche più generali dell'Assicurazione di Qualità in Radioterapia
(AQR), si ritenne opportuno estendere il dibattito alla qualità dell'intero processo
radioterapico.
I partecipanti furono suddivisi in quattro gruppi ognuno dei quali doveva dibattere
una delle fasi del processo radioterapico, così identificate:
- Selezione dei pazienti e programmi di trattamento; selezione dei volumi da trattare
ed acquisizione dei dati anatomici.
- Controllo dei fasci; simulazione e piani di trattamento.
- "Set up", sistemi di immobilizzazione e schermatura; esecuzione del trattamento e
sistemi di verifica; dosimetria in vivo.
- Struttura e organizzazione del Sistema di Assicurazione di Qualità.
Ogni gruppo fu affidato a due o più coordinatori il cui compito era quello di
illustrare l'argomento delineandone aspetti e problematiche principali e di guidare la
successiva discussione nella quale tutti i partecipanti si dovevano confrontare sulla base
della propria esperienza e competenza. Le conclusioni raggiunte nell'ambito di ciascun
gruppo erano esposte da "rapporteur" scelti nell'ambito del gruppo e dibattute in
riunioni assembleali.
Vogliamo sottolineare come questo rapporto che raccoglie gli atti del corso non
definisce linee guida per le procedure radioterapiche, ma semplicemente presenta gli
argomenti ritenuti critici per l'AQR, in base alle esperienze dei partecipanti al Corso.
IV
Speriamo che esso costituisca materia di riflessione per coloro che operano nel campo
della radioterapia, in relazione alla loro pratica quotidiana. I partecipanti provenivano
da esperienze molto diverse e su diversi argomenti non si è arrivati ad una visione
comune per questo molti temi necessitano di ulteriori sviluppi e approfondimenti.
Da parte nostra vogliamo comunque sottolineare un punto che riveste un carattere di
particolare importanza. Il processo radioterapico è soggetto ad errori umani o
strumentali, casuali o sistematici. Partiamo già da una variazione nella misura della
dose che, nella migliore delle ipotesi, si aggira intorno al 2%, alla quale si possono
aggiungere errori in ogni momento dell'iter radioterapico che possono incrementare
considerevolmente la differenza tra dose prescritta e dose assorbita. Per riportare
l'errore al minimo auspicabile è necessario attivare complessi procedimenti di controllo
incrociato su Operatori, Attrezzature e Procedure. Inoltre l'interconfronto dosimetrico
esterno e gli audit di qualità dovrebbero entrare stabilmente nelle procedure
radioterapiche dei centri promovendo attività di confronto istituzionali attraverso una
rete radioterapica sul territorio. Per realizzare questi obiettivi occorrono certamente
risorse umane e tecnologiche non per tutti disponibili e che dovrebbero essere
sollecitate in ambito nazionale anche attraverso una ridefinizione degli standard attuali.
Questo primo corso ha individuato le problematiche connesse ai controlli di qualità e
ha delineato i criteri e le linee generali per ottimizzare la loro applicazione. E'
auspicabile che corsi futuri individuino e sviluppino in modo più approfondito i
problemi specifici delle diverse tematiche e indichino chiaramente i criteri e le modalità
per raggiungere standard definiti.
La scelta delle tematiche dibattute così come la stesura del presente rapporto sono
state essenzialmente curate dai coordinatori del corso-dibattito. Abbiamo però voluto
riportare in apertura i nomi di tutti i partecipanti poiché la loro presenza è stata
fondamentale per lo svolgimento del dibattito. Un particolare riconoscimento va
indirizzato ài "rapporteur" dei vari gruppi che hanno contribuito in modo sostanziale
allo svolgimento delle discussioni.
Giorgio ArcangeliVincenza VitiDirettori del Corso
Direttori del Corso
Giorgio ARCANGELI, Vincenza VITI
Segreteria Scientifica
Antonella ROSI
Coordinatori
Luciano ANDREUCCI, Servizio di Biofisica, Istituto Nazionale per la Ricerca sul
Cancro, Genova
Giorgio ARCANGELI, Divisione di Radioterapia Oncologica, Istituto Regina Elena,
Roma
Marcello BENASSI, Laboratorio di Fisica Medica, Istituto Regina Elena, Roma
Antonio BONINI, Servizio di Radioterapia, Ospedale S.Raffaele, Milano
Luigi Franco CAZZANIGA, Divisione di Radioterapia, Ospedale S.Anna, Corno
Luca CIONINI, Dipartimento di Oncologia, Università degli Studi, Pisa
Ermanno EMILIANI, Servizio di Radioterapia Ospedale S. Maria delle Croci, Ravenna
Gianstefano GARDANI, U.O. di Radioterapia Oncologica, Ospedale S.Gerardo, Monza
Alessandra GIANI, Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, Radioterapia, Università
degli Studi, Firenze
Corrado ITALIA, Divisione di Radioterapia Oncologica, Casa di Cura S.Pio X, Milano
Secondo MAGRI, Servizio di Fisica Sanitaria, Azienda Istituti Ospitalieri, Cremona
Franco MILANO, Dipartimento Fisiopatologia Clinica, Università degli Studi, Firenze
Paolo MONTEMAGGI, Divisione di Radioterapia, Ospedale Mariano Santo, Cosenza
Pier Luigi MOROSINL Laboratorio di Epidemiologia, ISS, Roma
Luigi RAFFAELE, Servizio di Radioterapia, Policlinico Universitario, Catania
Riccardo VALDAGNI, Divisione di Radioterapia Oncologica, Casa di Cura S.Pio X,
Milano
Vincenza VITI, Laboratorio di Fisica, ISS, Roma
Rapporteur
Claudio BARBONETTI, Ospedale Provinciale, Sondrio
Mario BIGNARDI, Istituto del Radio, Spedali Civili, Brescia
Alberto BUFFOLI, Azienda Ospedaliera S.Maria della Misericordia, Udine
Claudio FIORINO, Ospedale S.Raffaele, Milano
Vi
Stefano GIANCOLA, Ospedale S.Maria Goretti, Latina
Massimo GIANNINI, Servizio di Radioterapia, ASL, Ravenna
Marina GUENZI, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova
Silvia TANA, Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Partecipanti
Emilio ABBATI, Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova, Oncologia, Reggio Emilia
Damiano ALLEGRO, Università degli Studi, Torino
Pierluigi AMBROSINI, Spedali Civili, Brescia
Simonetta AMERIO, Ospedale S.Giovanni, Torino
Silvia ANGLESIO, U.O. Fisica Sanitaria, Azienda Ospedaliera S.Giovanni, Torino
Roberto ANSELMI, Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro, Genova
Paolo ANTOGNONI, Ospedale di Circolo, Varese
Danilo ARAGNO, Laboratorio di Fisica, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Giancarlo ARCANGELI, Ospedale S.Maria Goretti, Latina
Cynthia ARISTEI, U.O. Radioterapia, Azienda Ospedaliera, Perugia
Michela BACCOLINI, Casa di Cura Villa Maria Cecilia, Cotignola (Ravenna)
Barbara BAIOTTO, U.O. Fisica Sanitaria, Ospedale Mauriziano, Torino
Giovanna BALASSO, Ospedale di Circolo, Varese
Gabriella BALDONI, Azienda Ospedaliera S.Anna, Ferrara
Mario BALDUCCI, Policlinico A.Gemelli, Roma
Caterina BANGRAZI, Ospedale S.Pietro, Fatebenefratelli, Roma
Enza BARBIERI, Radioterapia S.Orsola, Bologna
Claudio BARBONETTI, Ospedale Provinciale, Sondrio
Letizia BARONE TONGHI, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Catania
Mauro BERGAMINI, ASL 1 Toscana, Fisica Sanitaria, Carrara
Paola BERNARDUCCI, Azienda Ospedaliera S.Maria, Terni
Mario BERTAMELLI, Ospedale di Monza
Maria Grazia BIANCHI, Servizio Radioterapia, Azienda Ospedaliera, Parma
Concetto Rosario BICCHERI, IRCCS Policlinico S.Matteo, Pavia
Mario BIGNARDI, Istituto del Radio, Spedali Civili, Brescia
Fabrizio BISI, Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro, Genova
Roberto BOCCAFOGLI, Azienda Ospedaliera S.Anna, Ferrara
Andrea BOLNER, Radioterapia, Ospedale S.Chiara, Trento
VII
Sergio BONI, ASL, Ospedale Bellaria, Bologna
Alessandro BORDIN, ALS 1, Belluno
Gabriela Ines BORGOGNO, Ospedale SS Antonio, Biagio e e , Alessandria
Manrico BOSIO, Radioterapia, ASL 6 U.O., Livorno
Maria Gabriella BRUALDI, Università degli Studi, Torino
Antonella BRUGHINI, U.O., Fisica Sanitaria, Azienda Ospedaliera, Perugia
Alberto BUFFOLI, Azienda Ospedaliera S.Maria della Misericordia, Udine
Elena BUSATTI, U.O. Fisica Sanitaria, P.O. SS.Annunziata, Chieti
Alberto BUZZETTI, Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Emanuela CAGNA, Azienda Ospedaliera S.Anna, Corno
Daniele CANESTRINI, Radioterapia, ASL, Forlì
Amarilli CANNATA, Fisica Sanitaria, Azienda Ospedaliera S.Giovanni Addolorata,
Roma
Marcello CARANTI, U.O,. Ospedale Bellaria, Bologna
Enza CARIOGGIA, IRCCS Ospedale Oncologico, Bari
Valeria CASANOVA BORCA, Fisica Sanitaria, ASL 9, Ivrea
Antonella CAVALLI, Policlinico Monteluce, Perugia
Monica CECCARELLI, Ospedale Grande degli Infermi, Viterbo
Enrico CELLAI, Dipartimento di Fisiopatologia, Università degli Studi, Firenze
Fausto CHIONNE, Azienda Ospedaliera, Perugia
Mario CIOCCA, Casa di Cura S.Pio X, Milano
Antonella COMPAGNUCCI, U.O. Fisica, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze
Franco CORBELLA, IRCCS, Policlinico S.Matteo, Pavia
Francesco COSSU, Università degli Studi, Cagliari
Anna Maria CRASTOLLA, Policlinico Le Scotte, Siena
Maurizio CRESCENZI, Azienda Ospedaliera S.Camillo, Forlanini, Roma
Oliviero CURSI, S.Camillo, Roma
Elena DE PONTI, Azienda Ospedaliera S.Gerardo, Monza
Sabrina DE TOMMASI, ASL 8, Ospedale S.Donato, Arezzo
Fausto DECLICH, Ospedale Provinciale, Sondrio
Claudio DEGLI ESPOSTI, U.O. Radioterapia, Ospedale Bellaria, Bologna
Francesca DEL DOTTORE, ASL, Ospedale Bufalini, Cesena
Rosanna DELLA VALLE, Ospedale Provinciale, Sondrio
Mario DI FIORE, Ospedale S.Giovanni dì Dio, Salerno
Vili
Davide DI GENNARO, A. OP. S.Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, Salerno
Domenico DI NUCCI, Policlinico Gemelli, Roma
Andrea DI PASQUALE, Azienda Policlinico Universitario, Messina
Alessandro DI SIENA, U.O. Fisica Sanitaria, ASL, Chieti
Giovanna EVANGELISTI, Azienda Ospedaliera S.Camillo de Lellis e Forlanini, Roma
Eliseo FANT, ALSS 1, Belluno
Rosario FERRERÀ, Azienda Policlinico, Università degli Studi, Messina
Andrea FERRI, Ospedale S.Orsola, Bologna
Silvano FELICE, Fisica Sanitaria, Azienda Ospedaliera Parma, Parma
Claudio FIORINO, Ospedale S.Raffaele, Milano
Alfredo FIUME, Spedali Civili, Brescia
Mauro FLORANNA, Villa Maria Cecilia, Cotignola (Ravenna)
Franca FOPPIANO, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova
Claudio FOTI, Azienda Ospedaliera S.Maria della Misericordia, Udine
Fabrizio FRACCHIA, Ospedale S.Giovanni vecchio, Torino
Milena FRIGERIO, Azienda Ospedaliera S.Anna, Corno
Franca GAETANO, Istituto Nazionale Tumori, Milano
Angelo GAROFALO, Azienda Ospedaliera S.Gerardo, Monza
Giancarlo GIACCO, Radiologia, Università La Sapienza, Roma
Stefano GIANCOLA, Ospedale S.Maria Goretti, Latina
Massimo GIANNINI, Servizio di Radioterapia, ASL, Ravenna
Giuseppe GIOVINAZZO, Istituto Regina Elena, Roma
Giuseppe GIULIANO, Azienda Ospedaliera A. di Summa, Brindisi
Carlo GOBITTI, C.R.O. Istituto Nazionale dei Tumori, Aviano (Pordenone)
Sveva GRANDE, Laboratorio di Fisica, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Augusto GREGANTT, A.O. S.Giovanni Addolorata, Roma
Marina GUENZI, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova
Giuseppina IACOVIELLO, Fisica Sanitaria, Azienda Ospedaliera Umberto I, Ancona
Patrizia EvlBORDINO, ASL 6 Livorno
Vita LANZILOTTI, Azienda Ospedaliera A. di Summa, Brindisi
Giuseppe LATERZA, IRCCS Ospedale Oncologico, Bari
Paola LATTUADA, Fisica Sanitaria, Casa di Cura S.Pio X, Milano
Alessandro LAZZARI, USL, Lucca
Vincenzo LUNGHI, Istituto Regina Elena, Roma
IX
Giacinta LUZI, ASL 2, Ospedale S.Paolo, Savona
Catia MACARI, Ospedale San Pietro, Roma
Eugenia MADON, Azienda Ospedaliera S.Anna, Torino
Marco MANCUSO, Ospedale S.Gerardo, Monza
Federico MANGANELLI, Istituto Galvani, Bologna
Marco MANGIANTINI, IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, S.Giovanni Rotondo
(Foggia)
Giovanna MANTINI, Policlinico A.Gemelli, Università Sacro Cuore, Roma
Simonetta MARCHESINI, Ospedale S.Paolo, ASL 2, Savona
Michele MARINARO, Ospedale Civile, Venezia
Danilo MARTINELLI, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma
Roberto MARTINELLI, Radioterapia, Azienda Ospedaliera, Parma
Laura MASI, Casa di Cura S.Chiara, Firenze
Alessia MATTACCHIONI, Ospedale S.Pietro, Fatebenefratelli, Roma
Giorgio MAZZOTTI, ASL, Ospedale S.Maria delle Croci, Ravenna
Loris MENEGOTTI, Ospedale S.Chiara, Trento
Francesco MEUCCI, U.O. Radioterapia, ASL 8, Ospedale S.Donato, Arezzo
Marcello MIGNONA, U.O. Radioterapia, P.O. Campo di Marte, Lucca
Antonio MODUGNO, Casa di Cura S.Pio X, Milano
Ugo MONETO, Azienda Ospedaliera S.Anna, Torino
Cinzia MORDACCHINI, Ospedale di Circolo, Varese
Pier Andrea MORETTI, ASL 1, Carrara (Massa Carrara)
Brunello MORRICA, Istituti Ospitalieri, Cremona
Michele NAGLIATI, Azienda Ospedaliera S.Anna, Ferrara
Lino NARDIN, Ospedale Santa Chiara, Trento
Rocco NECCHIA, IRCCS, Bari
Carla NICOLAL U.O. Radioterapia, ASL 2, Lucca
Valeria Alicia OBREGONIRIARTE, Ospedale San Raffaele, Milano
Lucia Clara ORLANDINI, Divisione Radioterapia, ASL 3, Pistoia
Massimiliano PACDLIO, Laboratorio di Fisica, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Maruska PASQUINELLI, Casa di Cura S.Chiara, Firenze
Walter PA VAN, Ospedale S.M.Goretti, Latina
Giovanni PENDUZZU, Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino
Federico PERETO, Ospedale Torrette, Ancona
Consuelo PICCOLI, Azienda Ospedaliera S.Maria della Misericordia, Udine
Francesca PIETROBON, ALSS 1, Belluno
Giorgio PILI, Azienda Ospedaliera A. di Summa, Brindisi
Domenico PINGITORE, Azienda Ospedaliera Pugliese, Ciaccio, Catanzaro
Marco POMPEI, Azienda Ospedaliera S.Giovanni Addolorata, Roma
Pietro PONTICELLI, ASL 8, Ospedale S.Donato, Arezzo
Massimo PONZONI, Istituti Ospitalieri, Cremona
Maurizio PORTALURI, IRCCS, Casa Sollievo della Sofferenza, S.Giovanni Rotondo
(Foggia)
Maria Cristìna PRESSELLO, Laboratorio di Fisica, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Alfredo PROIETTI, Azienda Ospedaliera Umberto I, Torrette, Ancona
Daniela REMBADO, Azienda Ospedaliera SS.Antonio Biagio e Arrigo, Alessandria
Sandro RICCI, Fisica Sanitaria, Policlinico Monteluce, Perugia
Luciana RICCI CURBASTRO, ASL Ravenna
Dante ROFENA, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma
Maria Elena ROSETTO, Ospedale Grande degli Infermi, Viterbo
Giacinto ROSSI, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma
Alfonso ROSSO, Ospedale S.Raffaele, Milano
Sara SAGLDETTI, Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino
Mario SALA, IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, S.Giovanni Rotondo (Foggia)
Gaetano SALVIATI, Istituto Regina Elena, Roma
Gerardo SANITÀ' DI TOPPI, Fisica Sanitaria, Ospedale, Chieti
Giovanna SARTOR, C.R.O. Istituto Nazionale Tumori, Aviano (Pordenone)
Giuseppe SCALZO, Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, Catanzaro
Aura SCANELLI, Casa di Cura Villa Maria Cecilia, Cotignola (Ravenna)
Domenico SCANNICCHIO, Fisica Nucleare, Università degli Studi, Pavia
Elisa SCARPONE, Policlinico, Siena
Pierà SCIACERO, Ospedale Civile, Policlinico Le Scotte, Ivrea (Torino)
Simone SELLI, Ospedale S.Raffaele, Milano
Franco SICHETTI, Divisione Radioterapia Oncologica, Ospedale, Chieti
Marzia SIGNORINI, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze
Angiolo TAGLIAGAMBE, Radioterapia, ASL 1, Ospedale, Carrara (Massa Carrara)
Silvia TANA, Istituto Nazionale Tumori, Milano
Amabile TAURASI, U.O. Terapia, ASL 6, Livorno
XI
Mario TESTONI, Pres.Osp. Oncologia, Ospedale Bellaria, Bologna
Marino TETTAMANTI, Azienda Ospedaliera S.Anna, Corno
Berardino TUBERI, Istituto Regina Elena, Roma
Alessandro TOFANI, Fisica Sanitaria, ASL 6 U.O. Livorno
Silvia TRIVISONNE, Ospedale Grande degli Infermi, Viterbo
Nadia TROJA CIONIN, Ospedale Civile, Ivrea (Torino)
Roberta VERNA, Ospedale Molinette, Torino
Enzo ZANIN, Centro Riferimento Oncologico, Aviano (Pordenone)
SELEZIONE DEI PAZIENTI E PROGRAMMA DI TRATTAMENTO.
SELEZIONE DEI VOLUMI DA TRATTARE ED ACQUISIZIONE DEI DATI
ANATOMICI
Gianstefano Gardani (a), Marina Guenzi (b), Franco Milano (e), Paolo Montemaggi (d)
(a) Unità Operativa di Radioterapia Oncologica, Ospedale S.Gerardo, Monza
(b) Divisione di Radioterapia Oncologica, 1st. Naz. Ricerca sul Cancro, Genova
(e) Dipartimento di Fisiopatologia Cllnica, Università di Firenze
(d) Unità Operativa di Radioterapia, Ospedale Mariano Santo, Cosenza
Selezione dei pazienti
Per selezione dei pazienti si intende la definizione e la modalità di attribuzione dei
pazienti alle differenti categorie tecniche di prestazione radioterapica previste dal
documento ISTISAN 96/39.
La selezione dei pazienti costituisce premessa irrinunciabile per la programmazione
dell'attività assistenziale nel Centro di radioterapia. Infatti la definizione delle
caratteristiche qualitative e quantitative dell'attività assistenziale che un Centro è in
grado di svolgere rappresenta il primo obiettivo del Programma di Assicurazione di
Qualità. Essa inoltre può essere orientata a colmare una lacuna del documento
ISTISAN 96/39 in merito alla definizione della dotazione di personale e del relativo
carico di lavoro in funzione della categoria di prestazione radioterapica. Da ultimo può
essere utilizzata per ottimizzare la lista di attesa.
All'atto della stesura della procedura di selezione dei pazienti si devono considerare i
seguenti elementi:
1) modalità di arrivo al Centro di radioterapia
2) criteri di selezione
3) metodologia di applicazione dei criteri
Le modalità di arrivo sono generalmente di due tipi:
• per richiesta diretta del medico curante
• per scelta strategica:
° da parte di altro specialista
° da parte di un gruppo multidisciplinare
La modalità di arrivo ideale nasce da un'indicazione fornita da linee guida
oncologiche elaborate da gruppi di lavoro interdisciplinary Le linee guida fanno
riferimento allo stato dell'arte e dovrebbero essere elaborate da gruppi di lavoro di
rilevanza nazionale.
Le linee guida devono essere diffuse perifericamente e costituire un bagaglio
culturale nella preparazione universitaria del medico-chirurgo italiano.
Dalle linee guida devono risultare le indicazioni di massima all'impiego della
radioterapia, in via esclusiva o integrata con altre modalità terapeutiche.
I partecipanti al Corso raccomandano che ogni deviazione dalle linee guida nazionali
- in virtù di protocolli di ricerca clinica - sia pubblicizzata da parte di ogni Centro che si
assume la responsabilità di tali deviazioni.
I criteri da adottare nella selezione sono i seguenti:
• risorse disponibili0 di strumenti
° di personale ( )
• valutazione clinica
° finalità del trattamento
. ,r /• esistenza di protocolli di ricerca clinico-scientifica
• costi
(*) il personale deve essere quantitativamente adeguato e qualitativamente preparato: i
partecipanti al Corso raccomandano l'istituzione dell'aggiornamento professionale
continuo sulle metodiche in uso rivolto a tutto il personale
(**) è indispensabile definire il limite massimo di attesa, in relazione alle diverse
situazioni cliniche.
In particolare nel caso in cui si valuti che il trattamento radiante debba iniziare
entro le 24 ore è indispensabile che il Centro definisca le procedure da seguire:
° è giustificato inserire le urgenze sempre in categoria A0 nell'ipotesi di liste di attesa > 60 giorni è raccomandato che siano previste nel
manuale di qualità:
- la rivalutazione dei criteri di assegnazione alle categorie di trattamento
- la chiusura dell'accesso ai pazienti ambulatoriali
II metodo suggerito si basa sulla creazione di un Gruppo di Lavoro Permanente che
comprenda oltre alle figure professionali del Centro, anche rappresentanti della
Dirigenza Amministrativa e della Commissione di Qualità: infatti, l'identificazione dei
criteri di selezione implica scelte
• mediche
• politiche
• amministrative
Ai citati criteri è possibile attribuire pesi diversi in funzione delle caratteristiche
proprie di ogni Centro. Può essere indicato basarsi sull'analisi della casistica del recente
passato.
I criteri di selezione non si devono considerare rigidi ma rinnovabili da parte del
Gruppo di Lavoro Permanente.
E' da prevedere che i criteri sopra definiti siano riesaminati da parte del Gruppo di
Lavoro a intervalli prestabiliti (non oltre sei mesi) o in ogni modo modificati nel loro
peso relativo ogni qual volta si verifichino delle variazioni di risorse e/o di esigenze
clinico-scientifiche. In particolare deve essere prevista una procedura relativa ai criteri
di selezione nelle situazioni di emergenza tecnica (fermo macchina prolungato).
E' raccomandato che sia quantificato in ogni Centro il costo in termini di tempo (ore-
uomo)
• per ogni categoria di trattamento
• per ogni categoria professionale
Selezione dei volumi da trattare ed acquisizione dei dati anatomici
Le procedure nel seguito analizzate sono quelle relative alle immagini radiologiche
finalizzate alla definizione dei volumi di interesse radioterapico definiti come GTV e
CTV dal Report # 50 dell'ICRU, in altre parole i volumi che sono identificati nella fase
di prescrizione iniziale.
I partecipanti al Corso raccomandano l'acquisizione ed il mantenimento mediante un
Programma di Aggiornamento Professionale Continuo di specifiche competenze
dell'oncologo radioterapista nell'interpretazione delle immagini di più comune impiego
in campo oncologico, con particolare riferimento alla Tomografia Computerizzata
abitualmente adottata per reperire il GTV e definire CTV e PTV.
La prescrizione iniziale può basarsi sia su immagini prodotte in altra sede sia su
immagini prodotte nella stessa struttura sanitaria ove si trova il Centro di radioterapia.
Se le immagini sono prodotte in altre sede devono rispondere ai seguenti requisiti:
• devono essere adeguate ad identificare il GTV
• non deve essere trascorso un intervallo di tempo oncologicamente significativo dal
momento in cui sono state prodotte
• devono poter essere disponibili nel Centro di radioterapia per consentire il
confronto nel tempo
In ogni caso si esclude che immagini TC prodotte altrove possano essere utilizzate
per la definizione del PTV. All'atto dell'elaborazione del piano di trattamento la TC
deve essere ripetuta nel Centro ove il trattamento è eseguito.
Se le immagini sono prodotte nella stessa struttura:
• la modalità di esecuzione dell'indagine dovrebbe essere concordata con i medici
radiodiagnosti affinchè la metodica di indagine corrisponda ai quesiti del medico
radioterapista
• si dovrebbe tenere distinta la finalità diagnostica da quella propriamente
radioterapica volta all'utilizzo dell'immagine per l'elaborazione del piano di
trattamento; pertanto le due indagini dovrebbero essere eseguite in modo disgiunto,
sia per motivi tecnici, sia per motivi medico-legali (§)
(§) I partecipanti al Corso tuttavia raccomandano di prendere in considerazione la
possibilità di eseguire contestualmente le due indagini per motivi economici e
protezionistici. Tale valutazione deve essere fatta congiuntamente ai radiodiagnosti.
Quando le immagini prodotte sono finalizzate all'esecuzione del piano di
trattamento, è necessario che siano adottati protocolli specifici per ogni singola
situazione patologica, avendo cura di acquisire le immagini nella situazione geometrica
sovrapponibile a quella relativa all'esecuzione del trattamento radiante (posizione del
paziente, eventuali supporti, sistemi di immobilizzazione, ecc). Gli specifici protocolli
relativi all'acquisizione dei dati anatomici per la definizione dei volumi di interesse
radioterapico devono definire il ruolo dei singoli operatori, in particolare:
è compito del medico radioterapista:
• definire le indicazioni circa la tecnica e la metodologia dell'indagine
in relazione a:0 patologia oggetto del trattamento
° volume corporeo di interesse0 posizione del corpo e parti di esso (capo, arti)
° accessori di contenimento e/o immobilizzazione
° definizione dei reperi
° spessore delle scansioni e intervallo fra le scansioni
è compito del TSRM:
• eseguire l'indagine: si raccomanda che le indagini diagnostiche finalizzate alla
formulazione del piano di trattamento radioterapico eseguite al di fuori del reparto
di radioterapia siano effettuate da un TSRM operante in radioterapia e/o con
specifico addestramento
• gestire l'accesso alle apparecchiature di tomografia computerizzata esterne al
Centro di radioterapia
è compito del fisico specialista:
• gestire i controlli di qualità delle apparecchiature diagnostiche situate all'interno del
Centro di radioterapia
• garantire l'accuratezza dei dati trasmessi quando le apparecchiature di tomografia
computerizzata sono situate all'esterno del Centro di radioterapia
CONTROLLI DEI FASCI, SIMULAZIONI E PIANI DI TRATTAMENTO
Luciano Andreucci (a), Corrado Italia (b), Riccardo Valdagni (b)
(a) Servizio di Biofisica, Istituto Nazionale Ricerca sul Cancro, Genova
(b) Divisione di Radioterapia Oncologica, Casa di Cura S.Pio X, Milano
Introduzione
Vista l'ampiezza delle tematiche da trattare, il Gruppo si è dato il seguente metodo
di lavoro:
- considerare separatamente le prestazioni nelle varie categorie A, B e C, così come
definite nel rapporto ISTISAN 96/39, in quanto evidenti le differenze procedurali
nelle fasi di simulazione e pianificazione del trattamento (TP); non considerare i
trattamenti di tipo D
- non considerare i controlli sulle apparecchiature (quali acceleratori lineari o
simulatori) in quanto ampiamente trattati in numerosi protocolli nazionali e
internazionali, i quali hanno trovato applicazione concreta nella definizione di
protocolli di controllo di qualità nei vari centri già da molti anni e ultimamente
regolamentati dai recenti decreti legislativi (rapporto ISTISAN 96/39)
- fare emergere dalla discussione i punti cruciali relativi all'assicurazione della qualità
nelle fasi di simulazione, ponendo l'accento soprattutto sulle procedure e
sull'organizzazione del lavoro
- definire possibili suggerimenti generali relativi all'attivazione di procedure di
Assicurazione di Qualità (QA) durante le fasi di simulazione e pianificazione del
trattamento
- indicare alcune delle problematiche inerenti lo sviluppo di procedure di QA sui
sistemi per piani di trattamento (TPS).
Categorie A e B
Punti critici dibattuti
Seguendo la catena delle procedure relative alla simulazione ed al piano di
trattamento (posizionamento e preparazione del paziente, acquisizione dei dati
anatomici, definizione dei volumi, ottimizzazione della tecnica di trattamento, calcolo
della dose, calcolo delle unità monitor (UM,....) così come riportata nel documento
ISTISAN 96/39, sono stati sottolineati e discussi, per quanto riguarda l'assicurazione
della qualità, i seguenti punti critici:
- Identificazione dei volumi al simulatore tradizionale: è stata sottolineata la necessità
di evitare possibili errori durante la simulazione dovuti ad un'erronea valutazione
clinica o alla mancanza delle informazioni diagnostiche necessarie
all'identificazione del volume bersaglio clinico (CTV), e quindi la necessità di
attivare controlli indipendenti (cioè di un altro operatore) nel corso delle varie fasi
della procedura di simulazione o dopo la stessa. E' stato sottolineato come una
valutazione del margine da applicare nella definizione del CTV con il solo
simulatore debba intendere chiaramente che devono essere tenuti in adeguata
considerazione sia possibili errori di posizionamento sia possibili movimenti del
CTV e degli organi a rischio. In particolare, i movimenti di organi interni dovuti al
respiro non discriminabili mediante immagine radiografica, possono essere stimati e
valutati mediante l'escursione respiratoria visibile in scopia
- Posizionamento del paziente ed immobilizzazione: la necessità di un sistema di
immobilizzazione deve essere valutata in funzione del reale beneficio atteso. In tale
valutazione occorre tenere conto che tali sistemi aumentano costi e tempi. Non
sempre un sistema è adeguato, occorre quindi che ogni nuovo sistema sia controllato
su un certo numero di pazienti con controlli portali prima di essere accettato nella
pratica clinica. I sistemi di immobilizzazione o anche solo di posizionamento del
paziente (anche quelli non personalizzati) devono garantire la massima
corrispondenza tra i posizionamenti al simulatore, in fase di trattamento e, se
effettuata, in tomografia computerizzata (TC) e dovrebbero essere sottoposti ad
accurati controlli periodici
- Definizione di punti di riferimento visibili: sono necessarie indicazioni chiare ed
uniformi all'interno del reparto ed una precisa descrizione in cartella della posizione
del paziente e dei punti di riferimento cutanei. E' da evitare la sola prescrizione
verbale, in quanto fonte di possibili malintesi ed errori. Utile può essere l'ausilio di
una fotografia del paziente nella posizione di trattamento con la rappresentazione
dell'area da irradiare
Acquisizione dei dati anatomici (categoria B). E' stato evidenziato come sia utile
scindere la categoria B in due sottocategorie, a seconda che i dati anatomici (profili,
immagini TC) siano utilizzati: 1) solo per il calcolo della distribuzione di dose e
l'ottimizzazione del trattamento senza modifiche della balistica dei fasci
(definizione dei volumi al simulatore); 2) oppure siano utilizzati anche per
ottimizzare la tecnica di trattamento, incluso forma, dimensione e balistica dei
campi (definizione dei volumi su immagini TC). E' stata anche sottolineata la
necessità di definire dei criteri interni ai singoli centri per la selezione dei pazienti
da sottoporre a studio TC per la simulazione; ciò è tanto più importante in quei
Centri (che sono la maggioranza) che non hanno una TC dedicata, ma che hanno un
accesso limitato ad una o più TC dei reparti di diagnostica. E' stato comunque
ribadito che ogni sforzo dovrebbe essere compiuto perché i Centri si dotino di una
TC dedicata o di un TC simulatore. Per quanto riguarda l'utilizzo di sistemi
meccanici od ottici per l'acquisizione di profili, questi dovrebbero essere sottoposti
a controlli di qualità periodici. Un importante aspetto riguardante l'utilizzo della TC,
è la necessità di definire delle linee guida interne sul numero di sezioni da utilizzare
per il piano di trattamento. In particolare è stato sottolineato che, in accordo con
l'ICRU 50, il numero ed il passo deve essere tale da permettere una stima
ragionevole della dose minima, media e massima nel volume bersaglio pianificato
(PTV) e negli organi a rischio; ad ogni modo, il numero di sezioni e la loro
posizione all'interno del volume irradiato, dovrebbero essere specificati nelle
procedure interne. Dovrebbe inoltre essere sempre considerato l'impatto del numero
di sezioni (e della griglia di calcolo) sull'accuratezza del calcolo della distribuzione
di dose (nel caso siano utilizzati algoritmi 3D o 2D evoluti, in particolare per campi
irregolari e/o in presenza di disomogeneità). E' stata ribadita l'esigenza di avviare
appropriati programmi di QA sulle TC utilizzate per la radioterapia che includano
controlli sul trasferimento delle immagini e sulla corrispondenza unità Housefield-
densità elettroniche. Sia nel caso di immagini TC o di immagini acquisite mediante
profilatori meccanici od ottici, occorre verificare la congruità dei dati relativi alla
posizione dell'isocentro, agli spessori e alla distanza fuoco-pelle (DFP) considerati
nelle fasi di simulazione, di pianificazione del trattamento e di esecuzione dello
stesso. Tale controllo deve prevedere dei livelli di tolleranza ed azione sulla
corrispondenza di tali parametri nelle tre fasi elencate
- Ottimizzazione del piano di trattamento: devono essere tenuti in considerazione i
criteri di omogeneità della distribuzione di dose all'interno del PTV riportati dal
documento ICRU 50. Le dosi di tolleranza per gli organi a rischio devono essere ben
specificate durante la fase di ottimizzazione del piano di trattamento
- "Dose reporting": dovrebbe essere il più possibile standardizzato seguendo le linee
guida date dall'ICRU 50
- Calcolo delle Unità Monitor (UM): il calcolo delle unità monitor è di primaria
importanza ai fini di una corretta erogazione della dose al paziente. E' importante
quindi che il metodo di calcolo delle UM sia chiaramente documentato, il punto
ICRU sia chiaramente definito e le procedure di normalizzazione non diano luogo
ad equivoci. Viste le conseguenze di un possibile errore (sistematico) in questa fase,
è necessario un controllo indipendente (meglio se effettuato da un secondo
operatore) del calcolo delle UM prima dell'inizio della prima seduta di trattamento o
entro le prime frazioni, con procedure di correzione e registrazione nel caso di errori
documentati
Oltre alle procedure per prevenire e/o correggere gli errori nel calcolo delle UM per
il singolo paziente, nell'ambito dei controlli dosimetrici, la procedura di calcolo deve
essere attentamente verificata per controllare l'accuratezza dei risultati ottenibili con
diverse tecniche di irradiazione.
Di seguito sono riportati sinteticamente alcuni suggerimenti su procedure di QA
(estendibili a trattamenti di categoria C):
Occorre attivare delle procedure di controllo della trascrizione dei dati riportati in
cartella (posizione paziente, dati dei campi, dosi,...) subito dopo o durante la
simulazione unitamente a procedure di correzione nel caso di riscontro di errori e/o
nel caso di dubbio
Deve essere eseguita la verifica della corrispondenza tra i dati di DFP e posizione
dell'isocentro in fase di simulazione, di pianificazione del trattamento e in fase di
esecuzione. Occorre prevedere la definizione di livelli di tolleranza ed azione.
L'azione può consistere nella ripetizione dell'esame TC o della simulazione oppure
nella riacquisizione di profili del paziente con il profilatore
E' auspicabile durante la fase di definizione dei volumi di interesse (al simulatore
e/o su immagini TC) un controllo indipendente; dovrebbero quindi essere previsti
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(all'interno del reparto) momenti di controllo e di eventuale discussione e
correzione
E' importante attivare protocolli/linee guida interne scritte sulle procedure inerenti
l'acquisizione dei dati anatomici necessari per lo studio e l'ottimizzazione del piano
di trattamento (numero di sezioni, passo,...)
E' necessario uniformare all'interno del reparto il linguaggio per la definizione dei
volumi ed il "dose reporting", seguendo le indicazioni ICRU (ICRU 50 e
successiva revisione)
Un controllo indipendente del calcolo delle UM e dei dati tecnici trascritti in
cartella deve essere sempre effettuato preferibilmente prima dell'inizio della prima
seduta del trattamento. Devono essere previste procedure di correzione e
discussione nel caso di errori
E' importante attivare controlli periodici della cartella di radioterapia durante il
trattamento (inclusi i dati in cartella, eventuali modifiche in corso di terapia, dosi
accumulate,...)
Categoria C
Punti critici dibattuti (molti dei punti trattati per le categorie A e B sono estendibili ai
trattamenti di categoria C, e quindi non sono stati successivamente considerati):
E' stato sottolineato come i trattamenti di categoria C comportino un'elevata
complessità nelle fasi di simulazione, studio e ottimizzazione del trattamento e
quindi necessitino l'attivazione di procedure di assicurazione della qualità ben
definite durante tutte le fasi. Una componente importante concerne i TPS 3D o 2D
evoluti: per questa ragione è stato deciso di affrontare anche le problematiche
generali sulla QA nei sistemi di piani di trattamento con particolare riferimento al
loro impiego nei trattamenti di categoria C
Posizionamento e preparazione del paziente: è stata sottolineata la necessità di
attivare controlli sulla preparazione del paziente in trattamenti conformazionali (ad
esempio sul controllo del riempimento della vescica per il trattamento di tumori
della prostata, procedure per il controllo degli effetti della respirazione, etc.). E'
stata, inoltre, sottolineata la necessità di utilizzare sistemi di immobilizzazione
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adeguati nel caso di trattamenti conformazionali. La necessità di standardizzare le
procedure relative a questa fase del processo radioterapico è stata ritenuta
fondamentale al fine di evitare errori anche gravi nella definizione del PTV e/o nel
riposizionamento del paziente in fase di esecuzione del trattamento
Acquisizione dei dati anatomici: molte delle considerazioni fatte per i trattamenti di
categoria B sono state ritenute valide anche per la categoria C. Per questi
trattamenti è indispensabile la definizione di adeguati protocolli di acquisizione
delle immagini TC, incluso l'utilizzo eventuale di mezzi di contrasto; il numero ed
il passo di acquisizione delle sezioni devono essere tale da garantire una precisa
ricostruzione 3D dei volumi di interesse delle immagini di beam eye view (BEV),
delle immagini radiografiche ricostruite (DRR), di un adeguato calcolo della
distribuzione di dose, di un adeguato calcolo degli istogrammi dose-volume (DVH).
Sono stati, infine, discussi alcuni aspetti particolari, quali la necessità di porre
attenzione agli effetti della respirazione sulle immagini utilizzate (specialmente per
TC a spirale) e alla necessità di impiegare accessori per il posizionamento che non
peggiorino la qualità dell'immagine
Definizione dei volumi, "contouring": è stata sottolineata la necessità di definire
formalmente quali volumi vadano contornati (su tutte le sezioni a disposizione), sia
per quanto concerne gli organi a rischio che gli organi di riferimento, necessari per
verificare l'esatta corrispondenza tra le immagini BEV/DRR e le immagini ottenute
al simulatore convenzionale. Devono essere definite chiare linee guida interne
riguardanti le modalità di definizione dei volumi degli organi a rischio; un non
corretto contornamento degli organi a rischio può portare a errori di valutazione dei
DVH e delle statistiche di dose (ad es: dose media). La definizione del CTV da
parte del medico dovrebbe essere sottoposta ad un controllo indipendente;
dovrebbero esistere delle indicazioni interne chiare che tendano a ridurre la
variabilità interpersonale nella definizione del CTV. Per quanto riguarda la
definizione del PTV, dovrebbero esserci delle linee guida interne sui margini da
applicare intorno al CTV; in particolare è auspicabile l'uso di metodi di espansione
automatica del CTV. Per quanto concerne trattamenti conformazionali, la scelta dei
margini dovrebbe tenere conto di dati inerenti ai livelli di incertezza di
posizionamento e i livelli di movimento d'organo in base alle metodiche utilizzate
all'interno del singolo Centro. Nell'ambito dell'assicurazione di qualità dell'intero
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processo radioterapico è stata sottolineata la fondamentale importanza che rivestono
i metodi utilizzati per la ricostruzione dei suddetti volumi di interesse radioterapico
e per la loro elaborazione e visualizzazione. In particolare utilizzando metodi di
contornamento manuale, deve essere controllato il corretto funzionamento di
digitalizzatore, mouse, diafanoscopio e quant'altro sia utilizzato a tale scopo;
utilizzando invece metodi di contornamento automatico deve essere verificata
l'attendibilità dei risultati in tutte le situazioni possibili (l'interfaccia tra strutture con
caratteristiche simili e interfaccia tra strutture con caratteristiche molto diverse);
servendosi della ricostruzione 3D delle strutture, si deve verificarne l'accuratezza, in
particolare lungo l'asse y (cranio-caudale) e in prossimità di bassi gradienti di
informazione. Conoscendo esattamente la geometria e la struttura dei fantocci
utilizzati, si potranno stabilire i limiti di accettabilità. Con i sistemi più evoluti i
controlli dovrebbero proseguire con la verifica del metodo utilizzato per la
generazione di superfici 3D e per l'estrazione di contorni dei volumi di interesse da
esse ricavati. Inoltre se esiste la possibilità dell'espansione automatica dei volumi
occorre verificare quale procedura utilizza il sistema (espansione bidimensionale su
ciascuna sezione e successiva ricostruzione tridimensionale o espansione
tridimensionale del volume ricostruito precedentemente). Proprio per l'importanza
della corretta applicazione nei sistemi di pianificazione dei trattamenti radioterapici
di queste metodologie, è stata in conclusione sottolineata la necessità di effettuare
adeguati controlli per studiarne e/o verificarne l'accuratezza. A riguardo dovrebbero
essere costruiti adeguati fantocci costituiti da volumi noti di diverse dimensioni,
forme e densità. Con questi fantocci dovrebbero essere acquisiti non solo diversi set
di immagini TC, ma anche immagini di risonanza magnetica (RM) e funzionali per
valutare anche metodi di segmentazione che utilizzano immagini multimodali. I
controlli dovrebbero permettere di valutare quanto l'accuratezza di questi metodi
dipenda sia dalla risoluzione spaziale sia dallo spessore e dalla distanza tra le
immagini acquisite ed utilizzate
Ottimizzazione del piano di trattamento: fermo restando quanto già detto per i
trattamenti di categoria B, è stata discussa e sottolineata l'importanza della
definizione di criteri di ottimizzazione chiari all'interno del singolo Centro per ogni
distretto, basati sull'esperienza del reparto e/o su dati di letteratura. Per quanto
riguarda la dose agli organi a rischio, possono essere usati limiti di dose su
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parametri semplici come la dose media o massima ad un determinato organo, o più
complessi, legati alla forma del DVH (dose-volume constraints) o, auspicabilmente,
ai valori di probabilità di complicazioni (NTCP) valutati applicando appropriati
modelli di carattere radiobiologico. Allo stesso modo la prescrizione di dose al PTV
può essere espressa con modalità più sofisticate dei semplici criteri ICRU e può
prevedere l'analisi dei DVH e l'utilizzazione di modelli radiobiologici. E1
importante che i sistemi di TP diano la possibilità di effettuare valutazioni
comparative tra piani rivali, permettendo quindi la visualizzazione sullo stesso DVH
di un dato organo per piani rivali. Anche se diffusa, sembra essere di scarsa utilità
(criteri di soglia e poco altro) la scelta contraria, cioè di visualizzare su un
istogramma i DVH di vari organi per uno stesso piano. Considerando l'importanza e
la potenzialità di strumenti, quali i DVH, per una valutazione quantitativa dei piani
di trattamento radioterapici, si dovrebbero verificare sia le modalità di
determinazione dei voxel dei volumi di interesse che l'accuratezza
dell'interpolazione della dose relativa ai singoli voxel (valutazione sia della matrice
dei voxel per il calcolo dei volumi che della matrice 3D di dose, dipendenza del
calcolo e dell'interpolazione dalla forma geometrica delle strutture, etc.). A tale
scopo si dovrebbero costruire opportuni fantocci con strutture e disomogeneità
particolari (volumi noti, dimensioni e forme diverse, etc.) sui quali verificare le
suddette procedure. Nella fase di ottimizzazione i fasci sono definiti al TPS
mediante l'utilizzo del BEV; la definizione dei parametri dei fasci (posizione
dell'isocentro, dimensione, rotazione collimatori, forma, gantry,....) deve essere
chiaramente indicata e documentata al fine di riprodurre esattamente il trattamento
al simulatore ed in fase di esecuzione del trattamento
Verifica corrispondenza immagini BEV/DRR con le immagini radiografiche dei
fasci ottenuti con il simulatore tradizionale: è stata riconosciuta come una delle fasi
più importanti e critiche dal punto di vista dell'assicurazione della qualità. Essa
deve sempre essere effettuata e devono essere previsti dei livelli di tolleranza ed
azione per quanto riguarda l'accordo tra i due tipi di immagine (matching). Nelle
fasi di ottimizzazione, comparazione di piani rivali, definizione dei fasci, verifica al
simulatore è auspicabile un controllo indipendente, con eventuali discussioni e
correzioni in ognuna di queste fasi
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- Calcolo della distribuzione di dose: la griglia di calcolo e gli algoritmi utilizzati
dovrebbero permettere una stima sufficientemente accurata della distribuzione di
dose in 3D. Il fisico deve conoscere i limiti del proprio TPS e l'impatto del numero
delle immagini e della griglia di calcolo sull'accuratezza del calcolo della dose e dei
DVH
Di seguito sono riportati sinteticamente alcuni suggerimenti sulle procedure di QA:
II numero ed il passo delle immagini TAC deve essere tale da garantire
un'appropriata ricostruzione 3D dei volumi da irradiare: nel caso di trattamenti
conformazionali l'intero volume di ogni organo a rischio deve essere, quando
possibile, considerato
E' necessario standardizzare i protocolli di acquisizione delle immagini per ogni
distretto
Sono da attivare procedure e controlli sulla preparazione del paziente (es:
riempimento vescica)
Le procedure di "contouring" del CTV e degli organi a rischio devono essere
chiaramente indicate e standardizzate, per ogni distretto, per tutti i volumi di
interesse
- I margini da applicare nella definizione del PTV (possibilmente mediante
espansione automatica del CTV) devono essere ben definiti per ogni distretto: per
trattamenti conformazionali essi dovrebbero tenere conto delle incertezze legate al
posizionamento ed al movimento d'organo (incertezze valutate nel proprio Centro).
Dovrebbero essere definiti criteri adeguati sulla valutazione di piani rivali, durante
l'ottimizzazione del piano di trattamento (dosi medie, massime, dose-volume
constraints, TCP, NTCP,....)
Devono essere attivate procedure di verifica della corrispondenza tra DRR/BEV ed
immagini radiografiche da simulatore con la definizione di livelli di tolleranza ed
azione che includano procedure di correzione
QA sul TPS: alcuni punti critici e spunti generali
Configurazione unità di trattamento: è stato sottolineato come un aspetto
importante del QA dei TPS riguardi la correttezza dei dati in ingresso, che
comporta controlli atti ad evidenziare possibili errori nell'esecuzione delle misure
(posizionamento camere, punto effettivo di misura, ) e/o di possibili problemi sui
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sistemi di misura utilizzati (ad es: non perpendicolarità degli assi di un fantoccio ad
acqua)
Documentazione/training: è stata sottolineata l'importanza che le ditte costruttrici
forniscano documentazioni il più possibile complete riguardo agli algoritmi di
calcolo utilizzati, incluse le modalità e le approssimazioni con cui sono
implementati. Una conoscenza il più possibile accurata di questi aspetti è
fondamentale per definire le procedure ottimali per una corretta configurazione
delle unità di trattamento e per valutarne l'impatto sull'accuratezza del calcolo (ad
esempio: la stima dei kernels da misure nella configurazione di un algoritmo a
pencil beams). A questo riguardo è stata sottolineata l'importanza del supporto
delle ditte, incluso la definizione di periodi di training. Ciò comporterebbe anche la
possibilità di fare realmente dei tests di accettazione adeguati ai TPS di ultima
generazione
Gruppi di utilizzatori: è stata discussa l'importanza della formazione a livello
nazionale e/o europeo di utilizzatori dei vari TPS in commercio. E' stato
riconosciuto, sulla base di alcune esperienze in corso (ad es.: Piato, Cadplan), il
ruolo formativo, scientifico e di pressione di tali gruppi
QA su calcolo della dose: è stata sottolineata l'utilità di alcuni software tools che
possono facilitare il compito della verifica dell'accuratezza di calcolo del proprio
sistema. In particolare è stata discussa l'opportunità di utilizzare il pacchetto
software distribuito dall'AAPM (Report 55 TG23). E' stato anche ricordato come
tali strumenti non debbano essere comunque sostitutivi del QA sulle proprie unità
di trattamento. Occorre quindi che ogni Centro predisponga il proprio programma
di QA che consiste nel confronto tra dosi misurate e calcolate dal TPS in un
numero di situazioni ritenuto sufficiente per una ragionevole valutazione del grado
di accuratezza delle proprie unità di trattamento, ed in controlli periodici atti a
garantire il mantenimento nel tempo di tali livelli
QA su tutte le altre opzioni: i sistemi moderni offrono numerose opzioni sia
dosimetriche (ad es: DVH) che non (ad es: BEV, DRR) le quali devono essere
sottoposte ad appropriati controlli. Particolare attenzione deve essere prestata
all'utilizzo delle DRR. La qualità di un'immagine digitale ricostruita diventa critica
se si vuole accettare la simulazione TC come unico supporto clinico. Attraverso
l'uso di adeguati fantocci deve essere verificata la qualità delle DRR partendo da
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immagini aventi diverse risoluzioni spaziali, diverso spessore e diverse distanze tra
le relative sezioni
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"SET-UP", SISTEMI D'IMMOBILIZZAZIONE E SCHERMATURE,ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO, SISTEMI DI VERIFICA,DOSIMETRIA IN VIVO
Luigi Franco Cazzaniga(a), Marcello Benassi(b), Antonio Bonini(c), Luigi Raffaele(d)
(a) Unità Operativa di Radioterapia, Ospedale Sant'Anna, Corno
(b) Laboratorio di Fisica Medica, Istituto Regina Elena, Roma
(e) Servizio di Radioterapia, Ospedale San Raffaele, Milano
(d) Servizio di Radioterapia, Policlinico Universitario, Catania
Sistemi di contenzione e immobilizzazione
Con questi termini si indicano gli accessori per il "set-up" del paziente, al fine di non
generare confusione tra termini che a volte sono usati come sinonimi altre volte
indicano cose diverse.
Gli obiettivi dei sistemi di contenzione, che non devono necessariamente essere tutti
soddisfatti, sono i seguenti
- migliorare l'accuratezza e la riproducibilità del set-up"
- dislocare gli organi a rischio
- velocizzare la ripetizione del trattamento
- migliorare il comfort del paziente
II sistema più diffuso per i trattamenti della testa e del collo è la maschera
termoplastica, anche se sono descritti altri mezzi più complessi come le maschere in
acetato di cellulosa, "bite-block", ecc. E' stato riconosciuto che in tutti i trattamenti
della testa e del collo si deve adottare un sistema d'immobilizzazione. Per i trattamenti
condotti a dosi basse per finalità palliative, è consentito trascurare di immobilizzare il
paziente, tuttavia la semplicità, la rapidità di confezionamento ed il costo contenuto
della maschera termoplastica ne suggeriscono l'utilizzazione indipendentemente dalla
finalità di trattamento.
Mentre per i trattamenti del capo e del collo è riconosciuta, anche nella letteratura,
l'efficacia dei sistemi di contenzione, per gli altri distretti (torace, addome, pelvi) il
miglioramento dell'accuratezza del "set-up" non è dimostrato, e si trovano studi
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contradditori. I diversi sistemi di contenzione non hanno la stessa diffusione tra i centri
di radioterapia e il loro utilizzo per l'irradiazione di questi ultimi distretti anatomici,
non è considerato indispensabile. Anche nei trattamenti conformazionali su piccoli
volumi pelvici (esempio sulla prostata), i dati sulla riduzione della fluttuazione casuale
nel posizionamento con o senza immobilizzazione sono discordi.
Analoghe osservazioni possono essere fatte per i sistemi di posizionamento non
personalizzati come piani inclinati, poggia-piedi, ecc.
Per l'irradiazione degli arti a dosi curative, l'utilizzo di un sistema è definito come
obbligatorio ed è ritenuto superfluo per trattamenti sintomatico-palliativi.
Poiché frequentemente la finalità del trattamento condiziona l'utilizzo di tali sistemi,
la responsabilità della decisione nel singolo paziente è del medico.
Sistemi di schermatura
Obiettivo
Conformare i campi
Tutti i Centri devono avere la possibilità di confezionare schermature focalizzate,
cioè con bordi convergenti verso il fuoco dell'unità di teleradioterapia.
Schermature standard (non personalizzate e non focalizzate) sono sufficienti solo nei
trattamenti semplici di categoria A.
La disponibilità di collimatori multilamellari offre vantaggi pratici, ma non deve
giustificare la rinuncia ad avere nel Centro un sistema per il confezionamento di
schermi da montare in testata.
Qualsiasi sia il sistema di schermatura in uso, devono essere predisposti adeguati
controlli fisico-dosimetrici.
L'efficienza degli schermi deve essere controllata preliminarmente all'utilizzo del
sistema.
La correttezza dell'area schermata deve essere sottoposta a controllo mediante esame
visivo del campo luminoso che, insieme con quello radiologico effettuato mediante film
al simulatore e con il fascio di trattamento rappresenta il requisito minimo per la
valutazione del corretto posizionamento e della forma delle schermature.
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L'intagliatore deve essere sottoposto almeno a controlli meccanici, così come il
porta-blocchi.
E' raccomandata l'applicazione di ulteriori controlli per l'identificazione dei blocchi
e del loro orientamento. Sistemi elettronici di riconoscimento possono essere un
vantaggio.
Esecuzione del trattamento
Trasferimento dei dati
La fase dei trasferimento dei dati per l'esecuzione del trattamento alle unità di terapia
è soggetto a possibili errori. I dati del trattamento devono essere sempre scritti su
supporto cartaceo anche quando vi è un sistema di registrazione e verifica (RVS)
computerizzato. L'adozione dell'RVS elimina gli errori nell'esecuzione quotidiana
delle singole sedute. E' da sottolineare che l'impiego di sistemi RVS richiede la
definizione scritta di una procedura di controllo nella fase di introduzione iniziale dei
dati per evitare la ripetizione sistematica di eventuali errori che si trasferirebbero
sistematicamente a tutte le sedute successive. I controlli incrociati da parte di operatori
diversi devono sempre essere definiti in un protocollo specifico anche se si dispone di
un RVS.
E' auspicabile la definizione di una procedura di controllo che preveda il
coinvolgimento di altre figure professionali oltre il tecnico sanitario di radiologia
medica (TSRM).
Primo "set-up" e "set-up" successivi
Obiettivo:
- garantire la rispondenza del set-up programmato con quello messo in opera
- effettuare controlli in corso di trattamento
E' obbligatorio il controllo di tutti i parametri e dei dati necessari per il "set-up" e
l'impostazione del trattamento, cioè:
1) identità del paziente
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2) completezza della cartella di trattamento con le necessarie convalide
3) orientamento dei cunei
4) posizionamento ed immobilizzazione del paziente
5) allineamento del paziente mediante puntatori laser
6) verifica della coincidenza dei tatuaggi
7) DFP e verifica e corrispondenza tra DFP misurata e calcolata
8) dimensioni dei campi
9) controllo delle schermature se presenti
10) orientamento dei cunei
11) unità monitor e/o i tempi di trattamento
12) numero di frazioni erogate e il programma
13) la dose da erogare per frazione
Tutti questi controlli sono responsabilità del tecnico.
Al momento della prima seduta la cartella deve riportare la convalida del medico e
del fisico specialista per le rispettive competenze. In condizioni normali il tecnico
esegue in autonomia e convalida l'esecuzione del trattamento: vi sono tuttavia casi in
cui il posizionamento del paziente è ritenuto critico, o richiede manovre particolari, nel
qual caso è richiesta la presenza del medico (eventualmente anche del fisico), non solo
alla prima seduta, ma anche eventualmente a tutte le successive. Il giudizio sulla
selezione di tali casi è lasciato al medico.
Alla prima seduta di radioterapia deve essere presente o disponibile un medico
radioterapista e un fisico specialista che verifichino il "set-up" del paziente predisposto
dal TSRM.
Le verifiche del "set-up" mediante immagini portali alla prima seduta devono essere
fatte con le raccomandazioni che seguono nel paragrafo "Sistemi di verifica".
La presenza contemporanea di due tecnici è requisito essenziale della qualità del
trattamento, sia per la prima seduta sia per le successive.
Per le immagini portali alle sedute successive le raccomandazioni sono riportate più
avanti.
Il tempo minimo da dedicare al primo "set-up" con l'esecuzione dei portal-film
(esclusa la loro valutàzione) varia secondo la tipologia del trattamento. 15-30 minuti
sono considerati una media corretta per un centro che effettui trattamenti di categoria A,
B e C in proporzioni circa uguali.
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II tempo da dedicare alle sedute successive alla prima varia anch'esso in relazione
alla categoria dei trattamenti e alla loro complessità. Mentre sì ritiene che per soli
trattamenti di categoria A si possano eseguire fino a sei sedute l'ora, questo numero
varia in misura inversa con la complessità (numero di campi, modificatoli del fascio e
schermature da montare in testata, numero di controlli da effettuare).
Sistemi di verifica
Obiettivi:
- verificare la coerenza dell'esecuzione del "set-up" con la prescrizione
- effettuare controlli sulla riproducibilità in corso di trattamento
- ottenere dati sulle incertezze delle procedure da valutare mediante analisi statistica
La verifica dei campi di irradiazione deve essere effettuata mediante un adeguato
sistema di immagine, quello più comune è l'immagine dei campi di trattamento su lastra
radiografica (portal-film) ottenuto all'unità di teleradioterapia e confrontato con i film di
simulazione.
Un controllo con portal-film deve sempre essere fatto alla prima seduta di
trattamento. Se la tecnica di irradiazione è a campi contrapposti e paralleli, non
sagomati, si può accettare che il portal-film sia eseguito per un solo campo di
trattamento; se si tratta di tecnica a campi multipli oppure tangenziali non contrapposti
o campi sagomati è obbligatorio che siano eseguiti i portal-film di tutti i campi.
Per i trattamenti semplici e di poche frazioni, in cui spesso si richiede la rapidità di
esecuzione, il medico può valutare, in base a considerazioni cliniche legate anche alla
finalità del trattamento, l'opportunità di non eseguire la verifica portale.
Ciascuna figura professionale interviene nella valutazione dei portal-film per quanto
concerne le rispettive competenze. Il TSRM è competente sulla qualità dell'immagine e
può anche fornire una prima valutazione sulla corretta riproduzione del trattamento
prescritto. La valutazione del portal-film da parte del medico deve essere effettuata
prima che il paziente sia sottoposto alla prima seduta di trattamento, essa può essere di
tipo solo qualitativo, e tiene conto anche degli aspetti clinici (finalità del trattamento,
prescrizioni di dose, conformazione del paziente, ecc).
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La valutazione statistica delle immagini portali può essere utilizzata per la ricerca di
errori sistematici e la valutazione delle fluttuazioni casuali.
I più moderni e sofisticati sistemi di riproduzione elettronica delle immagini portali
(EPID) consentono una maggiore rapidità delle misure, oltre che la possibilità di
correggere direttamente gli scostamenti del posizionamento dei campi. Una maggiore
diffusione di questi sistemi è auspicata.
II controllo con immagini portali dei campi irradiati deve essere effettuato oltre che
alla prima seduta ogni qual volta si introducano variazioni dei volumi irradiati. La
frequenza dei controlli successivi deve essere stabilita secondo un protocollo definito
all'interno del Centro e differenziato in base alla sede da trattare, alla patologia, alla
finalità del trattamento, ecc.
Dosimetria in vivo
Obiettivo:
- verificare la congruità della dose calcolata con quella misurata
- verificare la riproducibilità in corso di trattamento
- ottenere dati sulle incertezze delle procedure da valutare in modo statistico
La dosimetria in vivo costituisce un'importante metodica che, anche se caratterizzata
dall'avere una precisione e un'accuratezza minori di altre metodiche di verifica, da
importanti informazioni sui trattamenti eseguiti. Essa non sostituisce gli altri controlli di
qualità (sulle apparecchiature, sui sistemi di calcolo, sul "set-up" del paziente, ecc.) ma
si integra con essi e fornisce ulteriori informazioni sull'accuratezza del trattamento
radioterapico.
Attualmente in Italia il suo utilizzo è limitato, anche in relazione alle risorse
disponibili. E' ritenuta indispensabile per tecniche speciali come la TBI, e alcune
tecniche di brachiterapia (dosimetria endocavitaria). Allo stato attuale questa pratica si
effettua solo in un numero limitato di trattamenti, in particolare per i campi di forma
irregolare, all'inizio del ciclo di terapia con misure seriate della dose in ingresso o di
quella in uscita o di entrambe.
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Punti critici e spunti generali
E' oggetto di discussione e di opinioni divergenti l'opportunità di utilizzare la
dosimetria in vivo per riconoscere eventuali errori nel calcolo della dose o nel set-up del
paziente.
La dosimetria in vivo secondo l'opinione di alcuni si integra con il controllo con
portal-film e, sotto questa luce, può essere importante non solo se effettuata all'inizio di
ogni trattamento, ma anche con controlli seriati e con valutazione statistica dei risultati.
Si auspica una maggiore diffusione di questa metodica, in accordo al documento
ESTRO 1994, che afferma che ogni Centro dovrebbe predisporre dei protocolli interni
di lavoro per la dosimetria in vivo. Resta da valutare l'impatto in termini percentuali di
errori corretti nella pratica routinaria e il rapporto costo-beneficio, introducendo
opportune soglie di intervento.
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STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI ASSICURAZIONE DI
QUALITÀ
Luca Cionini (a), Mario Bignardi (b), Alessandra Giani (e), Secondo Magri (d)
(a) Dipartimento di Oncologia, Unità di Radioterapia, Università di Pisa
(b) Istituto del Radio, Spedali Civili di Brescia
(e) Dipartimento di Fisiopatologia Clinica, Radioterapia, Università di Firenze
(d) Servizio di Fisica Sanitaria, Azienda Istituti Ospitalieri, Cremona
L'obiettivo principale del gruppo è stato quello di individuare una metodologia per la
preparazione di un sistema di QA applicabile nell'ambito di ogni singolo Centro (con la
denominazione Centro si intende l'Unità di Radioterapia e il Servizio di Fisica
Sanitaria). Il lavoro in entrambi i corsi è stato organizzato come un'analisi di alcuni
problemi guida proposti dai coordinatori e discussi dai "team" medico-fisico-tecnico dei
Centri partecipanti, con una successiva discussione generale. Il testo di riferimento è
stato il "booklet" ESTRO del '98 "Practical guidelines for the implementation of a
quality system in radiotherapy", in particolare il capitolo 3 "Construction of the quality
system".
Nel testo seguente si riporta in sintesi il risultato della discussione per ciascuno dei
temi affrontati.
Obiettivi che possono essere raggiunti mediante l'applicazione di un sistema di
qualità (QS)
Si sono individuati numerosi obiettivi di interesse generale, sia pure con diversa
scala di priorità, certamente in rapporto alle specifiche esperienze dei singoli Centri:
Migliorare l'efficienza e la produttività: il QS implica la valutazione delle risorse
umane e materiali rispetto alla struttura del processo produttivo e favorisce
interventi che portano all'utilizzo pieno e ottimale delle risorse disponibili
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Facilitare l'analisi dei problemi e la loro soluzione: il QS permette di individuare
gli elementi qualitativamente deboli del processo produttivo e quindi ne favorisce
la correzione
Semplificare il lavoro: per quanto la QA sia comunemente vissuta come un
aggravio burocratico, è pur vero che la catena lavorativa in un Centro di
radioterapia è molto complessa e ha alti requisiti di precisione, perciò l'incertezza
causata dalla mancanza di un QS può in definitiva rendere più complicato il lavoro
e indurre stress negli operatori
Migliorare l'ambiente di lavoro: una chiara definizione dei ruoli, delle competenze
e delle procedure facilita i rapporti interpersonali e lo scambio di informazioni tra
diverse figure professionali
Diminuire il rischio di errori e migliorare il livello qualitativo dei trattamenti: per
definizione il QS è uno strumento che dovrebbe garantire un determinato livello di
qualità attraverso la riduzione degli errori casuali e sistematici. Inoltre è probabile
che possa facilitare l'evoluzione tecnica e uno spostamento graduale verso livelli di
trattamento di categoria superiore
Favorire l'organizzazione dei controlli di qualità sulle apparecchiature: nell'ambito
del QS deve essere trovata una compatibilita tra tali controlli e la routine di lavoro
di un Centro di radioterapia
Standardizzare le procedure, facilitare l'analisi dei risultati: l'omogeneità delle
procedure di lavoro nell'ambito di ogni singolo Centro oltre a rappresentare un
fattore di qualità di per se, consente l'analisi dei risultati terapeutici
Esiste una normativa di legge che rende obbligatoria l'applicazione di procedure di
controlli di qualità; è divenuta particolarmente frequente l'evenienza di ricorsi
legali nei confronti di atti medici
II risultato atteso del perseguimento di questi obiettivi è il miglioramento delle
caratteristiche complessive del trattamento offerto ai pazienti.
Ostacoli alla costruzione o al funzionamento del QS
E' stata evidenziata l'esistenza di numerosi ostacoli che possono disincentivare le
iniziative in tema di QA. La maggior parte di questi sembrano specifici della situazione
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italiana in rapporto alla attuale mancanza di compatibilita tra risorse, esigenze
amministrative, legislazione e carichi di lavoro. I principali ostacoli individuati sono i
seguenti:
- La QA spesso non è un vero obiettivo dei vertici amministrativi o sanitari della
azienda ospedaliera: diversi operatori descrivono esperienze di frustrazione legate al
mancato appoggio da parte dei livelli superiori per la realizzazione di un QS o di un
programma di QA
La QA può non essere un obiettivo condiviso da tutti gli operatori del Centro:
possono esistere posizioni preconcette in alcuni operatori tali da essere prevalenti
rispetto all'interesse per la qualità del lavoro di equipe, se non addirittura
conflittuali
Mancanza di incentivi nel settore pubblico: gli attuali meccanismi contrattuali nella
sanità non offrono strumenti reali per incentivare una rapida evoluzione verso la
realizzazione di un programma di QA
Incongruità con le risorse disponibili ed incompatibilità con i carichi lavorativi: per
quanto la carenza di risorse umane e materiali non sia considerata una
giustificazione per trascurare la QA, è stato sottolineato il crescente divario tra i
requisiti di qualità, indicati da vari documenti e richiesti dalla legislazione, e
l'inadeguatezza delle risorse necessarie per ottenerli o la necessità di deviare tali
risorse sotto la pressione dei carichi di lavoro
- Timore del cambiamento e del confronto: negli operatori sono diffusi ostacoli
psicologici connessi al timore del cambiamento di abitudini consolidate, del
confronto con altri operatori o dell'alterazione di equilibri di potere nell'ambito
della struttura.
Interventi preliminari per preparare la costruzione del QS
E' importante che lo sviluppo del QS sia preceduto da alcune fasi preparatorie,
anche a costo di ritardare il progetto di qualche mese. Tra questi interventi si sono
evidenziati:
- Gli interventi di informazione, ricerca del consenso degli operatori: la
partecipazione estesa degli operatori alla costruzione del QS è considerata
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essenziale per ottenerne l'accettazione e per consentire che sia percepito come uno
strumento di organizzazione del lavoro
La definizione degli obiettivi del Centro: è riconosciuto come un passaggio
fondamentale e prioritario. In alcune esperienze l'omissione di questo passaggio ha
generato confusione e limitato il successo di progetti di QA
La pianificazione del progetto QS: comprende l'individuazione di obiettivi graduali
per lo sviluppo del QS, la definizione di ragionevoli ma rigide scadenze per il
compimento delle varie fasi. E' opportuno identificare alcuni obiettivi di rapida
realizzazione per sostenere la motivazione degli operatori
La costituzione del "quality team": vedi paragrafo relativo
L'inventario dell'esistente: vedi paragrafo relativo.
Metodologìa per l'informazione e il consenso
La fase di informazione e ricerca del consenso dovrebbe essere oggetto di un'attenta
progettazione e modulata in base alla complessità della struttura del Centro. Sono stati
evidenziati i seguenti punti critici:
II meeting generale introduttivo per la presentazione del progetto da parte del
dirigente del Centro che illustri obiettivi, vantaggi del QS e possibili problemi.
L'acquisizione nelle fasi iniziali da parte degli operatori di un consenso formale
oppure di una discussione esplicita dei motivi del dissenso.
Il coinvolgimento di rappresentanti della dirigenza ospedaliera e partecipazione di
un esperto esterno.
La programmazione di riunioni ristrette per gruppi professionali a carattere più
operativo.
L'organizzazione di meeting generali di rinforzo per evidenziare i progressi in spazi
definiti nell'ambito dell'orario di lavoro.
Costituzione e attività del "quality team"
La composizione di un gruppo ristretto delegato a gestire il QS è la soluzione ideale,
ma è considerata difficile in centri di piccole dimensioni, per i quali si è proposto in
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alternativa un coinvolgimento diffuso. Nell'ipotesi che sia fattibile costituire il team, si
sono sottolineati i seguenti aspetti e requisiti:
II compito del "Quality Team" è di sviluppare e mantenere il QS
E' opportuna la partecipazione di rappresentanti di tutte le figure professionali.
E' utile la nomina formale di un coordinatore (non necessariamente il responsabile
della struttura).
I componenti dovrebbero essere scelti dall'alto, ma graditi alla base.
II "Quality Team" deve riunirsi con frequenza circa mensile.
Definizione degli obiettivi del Centro
La costruzione del QS è possibile solo se c'è una definizione preliminare ed esplicita
degli obiettivi del Centro e del loro ordine di priorità. La definizione degli obiettivi può
essere compito del responsabile del Centro meglio se in accordo con la dirigenza
dell'azienda, ma ad essa possono contribuire anche gli operatori del Centro. Gli obiettivi
non sono immutabili, ma soggetti ad una revisione periodica.
Si sono individuati gli aspetti essenziali che devono essere definiti negli obiettivi:
Tipo e volume di prestazioni assistenziali che il Centro si propone di svolgere. E'
necessario distinguere l'attività prevista per i pazienti provenienti dal proprio
bacino di utenza o affluenti da altri bacini. Infatti, mentre tutti i centri svolgono un
servizio per la popolazione afferente al proprio bacino di utenza, solo alcuni sono
anche un Centro di riferimento per trattamenti specifici.
Nella definizione della tipologia e del volume delle prestazioni da svolgere si dovrà
tenere conto in particolare delle esigenze espresse dalle altre unità operative
presenti nell'azienda
Risorse umane, strumentali e culturali sia nel Centro sia nell'ambito del presidio
ospedaliero, necessarie per fornire tipo e volume di prestazioni programmate.
Prestazioni didattiche sia per l'aggiornamento interno obbligatorio, sia per compito
istituzionale.
Attività di ricerca, sia intra sia interistituzionale.
Definizione di eventuali settori di attività considerati come obiettivi di sviluppo.
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Esecuzione dell'inventario
Questa fase serve a fotografare la situazione esistente, in termini di risorse umane e
strumentali e di procedure di volume e tipologia dell'attività svolta. Un accurato
inventario permette di incorporare nel QS gli aspetti già esistenti nella cultura locale,
anche se non formalizzati.
In particolare si sono considerati come oggetto dell'inventario:
Risorse umane: operatori strutturati (per i quali è utile un curriculum sintetico),
operatori non strutturati, collaboratori esterni
Risorse materiali: locali, apparecchiature di trattamento, apparecchiature per lo
studio del piano di trattamento, strumentazione per la preparazione di accessori
personalizzati e strumentazioni fisico-dosimetriche, strumentazione informatica,
strumentazione di supporto all'attività clinica
Sistemi di documentazione: didattico-scientifica, clinica, radiografica, fisico-
dosimetrica, amministrativa
Procedure: usualmente esiste già un insieme di regole e metodi scritti o non scritti,
comunque non integrati in un documento globale. Si considerano in questo insieme
i protocolli clinici, i protocolli tecnici, la procedura di gestione del paziente, i
manuali dei controlli di qualità sulle apparecchiature
Statistiche delle attività e analisi periodica dei risultati
Struttura e organizzazione delle riunioni periodiche
Riferimenti esterni: collaborazioni e rapporti con altre unità nello stesso presidio o
con altre istituzioni, società scientifiche, ditte, associazioni.
Direttore dell'Istituto Superiore di Sanitàe Direttore responsabile: Giuseppe Benagiano
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Roma, dicembre 2000 (n. 4) 1° Suppl.
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