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Care Amiche e cari Amici,

quest’anno l’Istituto Oncologico Romagnolo ha tagliato un traguardo importante: quello dei suoi primi 40 anni. Tanti ne sono trascorsi infatti da quel giorno di luglio in cui il sottoscritto, insieme ad altri dodici persone volenterose e piene d’entusiasmo, decise di porre un freno all’emergenza cancro in Romagna: una crisi sanitaria e sociale che aveva raggiunto livelli preoccupanti, e che soprattutto stava portando via molte persone care in un clima di mesta rassegnazione senza speranza. La portata di questa intuizione è tutta nei numeri di questo documento che ogni anno ho il piacere di presentarvi, sia per rispondere alla legittima esigenza di trasparenza richiesta ad una struttura che lavora nel terzo settore e che si fonda sui gesti d’altruismo dei suoi donatori e dei suoi volontari, sia per illustrare a tutta la nostra comunità come tali contributi siano restituiti al territorio sottoforma di sostegno alla ricerca scientifica, di assistenza gratuita ai pazienti e alle loro famiglie, di cultura e sensibilizzazione riguardo ai temi della prevenzione e della diagnosi precoce rivolta in particolare alle nuove generazioni.

La realtà dei dati è solitamente considerata fredda, oggettiva, distaccata: ma se leggerete queste cifre conferendogli il giusto valore, vedrete come anche un documento di rendicontazione possa assumere un significato molto più profondo. Permettetemi di farvi alcuni esempi. Il milione di euro in contributi che per la prima volta nella nostra storia abbiamo raggiunto grazie alle preferenze accordateci in sede di dichiarazione dei redditi col 5x1000 racconta di come, dopo quarant’anni di storia, la simbiosi tra la Romagna e l’Istituto Oncologico Romagnolo abbia generato un popolo: si tratta di qualcosa di straordinario, con pochissimi eguali in patria e all’estero. Tramite il Progetto Margherita abbiamo donato, solo l’anno scorso, 451 parrucche a donne a cui il cancro voleva rubare l’identità, la femminilità, la bellezza: questo significa che ben più di una paziente al giorno, sabati e domeniche compresi, si è rivolta ai nostri volontari parrucchieri per un gesto di conforto, per un momento di intimità e calore. Sono una grande famiglia gli 86 i volontari autisti che hanno percorso 240.000 km accanto ai pazienti per accompagnarli nel tragitto da casa ai luoghi di cura e ritorno. Da un semplice calcolo si evince come ciascuno di loro abbia guidato per circa 2.800 km nel corso del 2018: praticamente la distanza da Forlì a Mosca. Quanti sorrisi regalati in quel tragitto? Quante angosce condivise con i pazienti? Quante belle notizie, e quante cattive? Quanti giorni buoni, e quanti brutti?

La risposta a queste domande non la troverete in questo Annual Report, ma siamo sicuri potrete trovarla in ciascuno di voi: e la verità più inconfutabile è che tutti i pazienti della Romagna, tutti i loro cari che soffrono e combattono insieme a loro, hanno la consapevolezza di poter contare sulla vicinanza e sull’aiuto dei nostri 769 splendidi volontari. È solo così che si crea un legame tanto saldo e duraturo: con la presenza continua e costante, specie nei momenti più difficili.

Il Report annuale non vuole essere una stanca celebrazione autoreferenziale, ma una testimonianza per tutte le persone di buona volontà che desiderano partecipare a questa grande avventura, per ritrovare le ragioni del percorso che stiamo facendo, nella piena consapevolezza che senza la vostra scintilla di generosità tutto questo non potrebbe esistere. Grazie.

Prof. Dino Amadori, Presidente IOR

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2 | IOR Report Annuale 2018

L’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) nasce a Forlì il 18 luglio 1979 con lo scopo di affiancare le strutture pubbliche per “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana, all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi sociosanitari ed educativi ed in particolare attraverso l’azione di prevenzione, cura e riabilitazione oncologica e di ricerca scientifica”. All’epoca gli specialisti forlivesi svolgevano la loro attività in un angusto sottoscala dell’ospedale; oggi la Romagna può contare su 7 reparti oncologici, 3 day hospital e 8 hospice. Lo IOR, nato dall’idea del prof. Dino Amadori e di altre 12 persone volenterose, oggi è composto da due enti: una Cooperativa Sociale e una Organizzazione di Volontariato, che coinvolgono circa 2.400 Soci, oltre 750 Volontari attivi con continuità, 55 collaboratori e giovani Ricercatori borsisti IOR e migliaia di sostenitori. Le sue 11 Sedi, con gli oltre 100 Punti ad esse collegati, garantiscono una capillarità senza eguali sul territorio ed una vicinanza a tutti i pazienti e le strutture romagnole. L’impegno e i risultati ottenuti sono stati premiati, nel 1992, dal Presidente della Repubblica con la Medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica.

ASSISTENZA, SERVIZI E CURE PALLIATIVE

LE PRINCIPALI AREE DI INTERVENTO

RICERCASCIENTIFICA

FORNITURA STRUMENTAZIONI ALLE ONCOLOGIE DEL TERRITORIO

Da 40 anni in prima linea contro il cancro

PREVENZIONE

LA MISSION

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IOR Report Annuale 2018 | 3

L’ORGANIZZAZIONE

- Istituto Oncologico Romagnolo, Cooperativa Sociale fondata il 18 luglio 1979, al 31/12/2018 conta 2.406 Soci. Le sue principali aree di intervento sono: ricerca, prevenzione, assistenza domiciliare.

- Associazione Volontari e Amici dell’Istituto Oncologico Romagnolo ODV, fondata il 21 giugno 1993, al 31/12/2018 conta 439 Soci. Le sue principali aree di intervento sono: umanizzazione delle cure attraverso progetti di assistenza e sostegno ai pazienti, donazioni di strumentazione scientifica, attrezzature e beni ai reparti oncologici, Hospice e Day Hospital nel territorio romagnolo.

- 11 sedi cittadine

- 90 punti IOR

- 769 volontari operativi e costanti

- 157 simpatizzanti con impegno saltuario

- 31 professionisti tra medici, biologi, psicologhe e ricercatori

- 24 collaboratori

- 11 volontari impegnati nel percorso di Servizio Civile Universale

La capillarità nel territorio

Il sistema IOR

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4 | IOR Report Annuale 2018

I NUMERI

Dal territorio- 16.681 sostenitori- 39.448 sottoscrittori attraverso il 5x1000 (dati 2017)

Per il territorio2.503.350 euro investiti, di cui:- 1.231.410 euro in ricerca- 1.091.105 euro in assistenza, servizi e cure palliative- 180.835 euro in prevenzione e informazione

Dal 1979 ad oggi- 50.000 pazienti aiutati e assistiti gratuitamente - 160.000 bambini e ragazzi coinvolti nei progetti di educazione alla salute - 236 professionisti formati con stage e corsi in Italia e all’estero- 203 convegni scientifici (20 dei quali internazionali) organizzati o sostenuti- 18 strutture sanitarie, 7 reparti oncologici, 3 day hospital e 8 hospice sostenuti economicamente- 72.035.371 euro totali investiti

Nel 2007 fonda insieme a soci pubblici e del privato non-profit l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola, divenuto poi Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) nel 2012.

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I PROFESSIONISTI I professionisti sostenuti dallo IORper un totale di 652.797 euro investiti RICERCA ELEONORA BARZOTTI – Ricercatrice presso Ospedale “Infermi”, Rimini GIAMPAOLO GAVELLI – Professore Unità Operativa di Radiologia presso l’IRST IRCCS, Meldola ANNA GRAZIA MARGAPOTI – Segreteria Fondazione Bioteca di Popolazione MARIA PARIGI – Veterinario presso Istituto Zooprofilattico Forlì – Progetto ISZLER, IRST IRCCS, Meldola GIACOMO SERMONESI – Data Manager presso Ospedale “degli Infermi”, Faenza PREVENZIONEFRANCESCA AMADUCCI – Psicologa progetti di prevenzione presso la sede IOR di Rimini MARIA SILVIA DI MARCO – Psicologa progetti di prevenzione presso la sede IOR di Rimini FRANCA GENTILINI – Biologa Responsabile progetti di prevenzione IOR CLAUDIA MONTI – Biologa Responsabile progetti di prevenzione IOR ASSISTENZABARBARA BACCARINI – Psicologa presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaMARIA AURELIA BARBERA – Medico Oncologo presso Ospedale “degli Infermi”, FaenzaGIORGIA BELLINI – Psicologa presso Hospice “Villa Agnesina”, FaenzaSARA BELLINI – Fisioterapista presso Hospice “Villa Agnesina”, Faenza e Hospice “Grappadelli Corelli”, LugoPATRIZIA BUDA – Psicologa presso Hospice “Santa Colomba”, SavignanoLAURA CAVANA – Psicologa presso Hospice “Santa Colomba”, SavignanoMIRCO COFFARI – Case Manager presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaADRIANA CORBELLI – Impiegata presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaFRANCESCO DI MIRTO – Medico presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaALESSIA FABBRI – Fisioterapista presso Hospice “Villa Agnesina”, Faenza e Hospice “Grappadelli Corelli”, LugoMARGHERITA GALLI – Psicologa presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaANNA GARUTTI – Medico Geriatra presso Ospedale “degli Infermi”, FaenzaALESSIA GIACHI – Fisioterapista presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaSILVIA GRAZIANI – Psicologa Terapia Antalgica presso Ospedale “Pierantoni-Morgagni”, ForlìILARIA MORICONI – Farmacista presso Ospedale “Infermi”, RiminiMAURA MUCCINI – Psicologa presso Hospice RiminiSAMANTA NUCCI – Psicologa presso Oncoematologia Pediatrica, Ospedale “Infermi”, RiminiSARA ORI – Direttore Sanitario e Medico Responsabile presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaLINDA PENAZZI – Medico della rete di Cure Palliative Domiciliari, Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaCLAUDIO RIDOLFI – Medico Oncologo presso Ospedale “Infermi”, RiminiELISA RUGGERI – Psicologa presso le Sedi IOR di Rimini, Riccione e SantarcangeloILARIA STRADA – Psicologa presso Hospice “Grappadelli Corelli”, LugoSAMANTHA STURARO – Infermiera presso Hospice “Villa Adalgisa”, RavennaMICHELE VALLI – Segreteria presso Casa Accoglienza San Giuseppe “Antonio Branca”, Meldola

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LA RICERCA

Nel 2018, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha investito 214.000 euro in progetti di ricerca condotti presso l’IRST IRCCS di Meldola, suddividendoli su otto importanti sperimentazioni*:

- Valutazione di una nuova metodica ricostruttiva con Matrice Omologa Dermica Acellularizzata (M.O.D.A.) nell’ambito del percorso diagnostico-terapeutico nelle donne affette o ad alto rischio di Neoplasia della mammella e sottoposte a Mastectomia e Ricostruzione.

- 3D DYNAMIC TUMOR MODELS: new approaches based on automatic microscopic imagine analysis for in vitro therapeutic screening and for the characterization of the invasive behaviour of cancer cells DYNAMO

- Biomarkers predicting Outcome in patients with advanced castration refractory prostate cancer (CRPC) treated with abiraterone

- Biomarkers predicting outcome patients with advanced castration refractory prostate cancer (CRPC) treated with enzalutamide

- Studio dell’impatto della rigidità del substrato nella progressione e nella risposta alle terapie del carcinoma della mammella su scaffolds tridimensionali biomimetici

- Creazione di un algoritmo matematico per la modellazione di fenomeni biologici come i profili di crescita di cellule tumorali in vitro e in vivo e la loro risposta ai farmaci

- Sviluppo preclinico e clinico di nuove terapie cellulari in oncologia

- Analisi automatica dei parametri di PERFusione Epatica attraverso la ricostruzione di Immagini CT-4D PERFECT

*per ulteriori informazioni a riguardo visita la nostra pagina www.ior-romagna.it

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IMMUNOTERAPIA CELLULAREAVANZATA

Le attività di raccolta fondi del periodo natalizio del 2018 organizzate dall’Istituto Oncologico Romagnolo sono state per lo più volte a sostenere gli studi portati avanti presso l’IRST IRCCS di Meldola riguardanti l’immunoterapia cellulare avanzata: più che una speranza, una innovativa opportunità per tutti i pazienti che lottano contro il cancro. Le ricerche, attualmente responsabilità del dott. Massimo Guidoboni e della sua squadra, mirano a trovare delle contromisure ai meccanismi che la malattia mette in campo per aggirare la vigilanza del sistema immunitario. Occorre ricordare infatti come quest’ultimo sia solitamente molto efficace nel riconoscere e uccidere sul nascere i tumori, tenuto in considerazione il fatto che ogni giorno nel corpo di ciascuno di noi si formano circa cento cellule potenzialmente in grado di dar luogo ad una neoplasia. Tuttavia, di tanto in tanto, qualcosa può eluderne la sorveglianza, proprio a causa delle controffensive che la malattia mette in atto.

Sotto la definizione di immunoterapia ricadono una serie di modalità terapeutiche che vanno a colpire meccanismi diversi a seconda dei farmaci utilizzati; ciò che hanno in comune è la caratteristica di voler utilizzare il sistema immunitario per sconfiggere e uccidere le cellule tumorali.

Una strategia che ha già dato grandi risultati, tanto che il Premio Nobel alla Medicina è stato conferito nel 2018 a due dei ricercatori che più di tutti hanno contribuito a metterla a punto: Tasuku Honjo e James Allison. Nonostante ciò, anche in Romagna si portano

avanti studi di qualità riguardo l’immunoterapia, riconosciuti a livello internazionale: se le prime sperimentazioni con anticorpi immunomodulanti nella nostra area risalgono agli anni ’90, presso l’IRST risultano attualmente attivi quattro protocolli di vaccinazioni con cellule dendritiche in diverse patologie, quali melanoma e neoplasie a carico di colon-retto e rene. Inoltre, sono in corso di programmazione alcuni studi che prevedono la combinazione tra vaccino personalizzato del paziente e le terapie immunologiche che tolgono il freno alla risposta immunitaria, di modo da aumentare in maniera drastica l’efficacia dei trattamenti grazie anche all’interazione tra i due farmaci.

A sostegno di questa nuova opportunità terapeutica l’Istituto Oncologico Romagnolo, alla fine del 2018 ha organizzato 14 iniziative di raccolta fondi, che hanno visto la partecipazione convinta del dott. Guidoboni e dei membri della sua equipe.

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8 | IOR Report Annuale 2018

CENTRALIZED COMPOUNDING CENTRE

L’Istituto Oncologico Romagnolo ha sostenuto l’ideazione e la creazione, presso l’IRST IRCCS, di una nuova struttura: il Centralized Compounding Centre, sito produttivo unico per l’allestimento di farmaci onco-ematologici e terapie radiometaboliche. La struttura, i cui lavori di edificazione sono partiti tra fine 2018 e inizio 2019 in un’area alle spalle dell’Istituto di Meldola, troverà spazio in una nuova palazzina di 3 piani per 900 metri quadri complessivi e sarà completamente operativa entro il 2022. Tre gli ambienti, costruiti secondo gli standard internazionali riconosciuti dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), le più recenti linee guida per il risparmio energetico, la sicurezza di operatori e utenti, l’abbattimento degli impatti sul territorio. Si tratta del primo passo del Programma interaziendale per la costituzione del Comprehensive Cancer Care Network: quando sarà attiva a pieno regime, servirà infatti le sedi IRST IRCCS e le strutture oncologiche ed ematologiche dell’Azienda USL della Romagna, contribuendo a coprire un fabbisogno complessivo che, nel 2015, si attestava intorno ai 190mila farmaci oncologici.

La nuova Farmacia, inoltre, darà ulteriore impulso ad un ambito di eccellenza per IRST: studio, sviluppo e sperimentazione di terapie radiometaboliche e radiofarmaci per diagnostica. Per i pazienti, poter contare su un polo altamente tecnologico, votato alla ricerca, significherà beneficiare di trattamenti preparati secondo i più alti standard, qualsiasi sia la sede erogativa di riferimento. La condivisione di schemi terapeutici tradizionali come sperimentali e di sistemi informatici, assicurerà a tutti i cittadini della Romagna la piena omogeneità di cura.

Per gli operatori l’utilizzo di tecnologie avanzate, robotica ed automazione, oltre ad azzerare potenziali margini di errore, porterà ulteriore sicurezza. La produzione di farmaci all’interno di un sistema centralizzato, secondo criteri di efficienza e linee condivise, consentirà maggiore efficienza ed abbattimento degli scarti con considerevoli risparmi a tutto beneficio di un miglior impiego delle risorse economiche.

L’Istituto Oncologico Romagnolo ha effettuato a tale scopo due diversi tipi di investimento. Il primo, del valore di 57.096 euro, è stato utilizzato per l’attività di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, della struttura; mentre il secondo, pari a 55.000 euro, è servito all’acquisto del diritto di una servitù di passaggio per la realizzazione di un tunnel di collegamento robotizzato. Ad attestare l’importanza dell’evento della posa della prima pietra della struttura è stata realizzata una cerimonia, in data 16 aprile 2018, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

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CENTRALIZED COMPOUNDING CENTRE

LABORATORIODI BIOSCIENZE

Cuore delle attività di ricerca IRST IRCCS, il Laboratorio di Bioscienze è il luogo dove le principali innovazioni dell’Istituto di Meldola vengono studiate e messe a punto. Nel più recente assetto organizzativo si articola in due macro-strutture: diagnostica avanzata e predittiva e ricerca. La prima area ha come obiettivi principali il counselling genetico, ovvero la determinazione di mutazioni correlate con il rischio ereditario allo sviluppo di tumori per una loro diagnosi precoce e possibilità di prevenzione primaria, e la biologia molecolare e cellulare, con lo scopo di determinare biomarcatori in grado di predire la risposta ai trattamenti clinici. Questa attività vede riassunto il suo core nel motto spesso utilizzato dal Direttore Scientifico IRST, prof. Giovanni Martinelli, per cui occorre somministrare «la giusta terapia al giusto paziente col giusto dosaggio», secondo una personalizzazione delle cure il più elevata possibile. La seconda macro-struttura è quella relativa alla ricerca sperimentale di base e preclinica ed è suddivisa in sei settori funzionalmente suddivisi per

patologia. Tali settori risultano in questo modo il più possibile specializzati, con personale che ha acquisito esperienze in specifici argomenti di ricerca e dispone delle conoscenze per poter sviluppare nuovi progetti nei relativi ambiti.

Essere insieme a chi cura significa quindi necessariamente sostenere la struttura che rappresenta il cuore delle attività di ricerca sul nostro territorio: per questo motivo buona parte dei contributi erogati dall’Istituto Oncologico Romagnolo si sono concentrati proprio nel supporto di questa fondamentale facility. In particolare, lo IOR ha investito 584.234 euro per la sua progettazione preliminare definitiva ed esecutiva, nonché quella specialistica volta al completamento dei laboratori. Uno sforzo importante, come testimoniato dalle cifre, ma che può permettere all’IRST di Meldola di essere riconosciuto come istituto di ricerca d’eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale.

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10 | IOR Report Annuale 2018

Ogni giorno siamo esposti a migliaia di sostanze chimiche spesso ignote, anche nel caso in cui siano costantemente eseguiti i controlli e rispettati tutti i limiti imposti dalla legge. Per questo motivo, come confermano anche i risultati delle ricerche epidemiologiche più recenti, è necessario approfondire lo studio delle relazioni tra ambiente e salute, così da definire quegli interventi utili a controllare e prevenire le malattie esito di questa esposizione, non solo per noi stessi oggi ma anche per i nostri figli e nipoti.

Le principali organizzazioni non profit che lottano contro il cancro in Romagna, IOR, AIL Sezione Provinciale FC, LILT Sezione Provinciale FC e Associazione Vittorio Tison hanno creato la Fondazione Bioteca di Popolazione (FBP), un ente senza scopo di lucro e indipendente che ha come obiettivo generale il miglioramento della salute pubblica attivando la partecipazione, non di pochi ma di tutti i cittadini, attraverso l’acquisizione, la conservazione e il trattamento, secondo procedure

standardizzate e certificate, di materiali biologici donati e dei dati ad essi associati; l’attività di promozione della tutela della salute; la formazione e l’informazione che favoriscano la partecipazione consapevole della cittadinanza ai processi decisionali in materia di salute e ambiente; la selezione e l’avvio dei progetti di ricerca scientifica, grazie alla valutazione del Comitato Medico Scientifico e del Consiglio di Amministrazione, che siano di particolare interesse sociale, svolti direttamente o affidati a Università, enti di ricerca e altre fondazioni qualificate.

La prima presentazione pubblica di questa nuova realtà è avvenuta sabato 22 settembre 2018 presso la Chiesa di San Giacomo a Forlì. Nel corso del 2018 l’Istituto Oncologico Romagnolo ha contribuito alla nascita della Fondazione Bioteca con una serie di liberalità che corrispondono ad un totale di 28.553 euro.

FONDAZIONEBIOTECA

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LA PREVENZIONE

Inoltre, per tutta la seconda parte del 2018 e l’inizio del 2019, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha lanciato sui suoi canali Facebook e Instagram “IORmangiosanoconpiùgusto”, campagna di sensibilizzazione sul web in collaborazione con la dietista e nutrizionista dott.ssa Annamaria Acquaviva, che promuove tramite un contest social e video appositamente realizzati una sana alimentazione tra i più piccoli. A questo scopo sono stati realizzati 18 clip, che lo IOR ha contribuito a realizzare con un investimento di 2.500 euro. I video hanno raggiunto un totale di circa 175.000 persone: la dott.ssa Acquaviva ha ricevuto ben 45 ricette da 137 bimbi, che verranno utilizzate per la creazione di un e-book sulla sana alimentazione.

LA PREVENZIONE SCOLASTICANel 2018 i professionisti dello IOR, in collaborazione con il centro regionale “Luoghi di Prevenzione” di Reggio Emilia, la Regione Emilia Romagna e i dipartimenti dell’Azienda USL Romagna, hanno portato avanti un progetto di sensibilizzazione rivolto a 60 istituti scolastici, 600 docenti, circa 11.000 studenti e alle loro famiglie.

I progetti in campo, promossi dallo IOR, sono stati:

SCUOLE LIBEREDAL FUMOper le scuole secondarie di secondo grado

PAESAGGI DI PREVENZIONEper le scuole secondarie di primo e secondo grado. I temi trattati sono quelli della prevenzione delle dipendenze: inoltre alle classi che hanno aderito è stata offerta la possibilità di realizzare laboratori di approfondimento scientifico

TRA RISCHIO E PIACEREpotenzia le competenze dei ragazzi di scuola secondaria di secondo grado per contrastare le pressioni sociali che condizionano i comportamenti a rischio nell’adolescenza

SCEGLI CON GUSTO e GUSTA LA SALUTErivolti agli studenti degli Istituti Alberghieri, mirano a sensibilizzare i futuri professionisti della ristorazione verso i temi della corretta alimentazione, dei rischi della sedentarietà e dell’abuso di alcol

INFANZIA A COLORIper le scuole dell’infanzia e le scuole primarie, nel quale attraverso il gioco, le favole e i laboratori di animazione si aiutano i bambini a sviluppare atteggiamenti di salute e di scelta di stili di vita sani

LIBERI DI SCEGLIEREALCOL… PIACERE DI CONOSCERTIe IN-DIPENDENZEsono i progetti per le scuole secondarie di primo grado con l’obiettivo di aiutare i ragazzi e le ragazze a sviluppare le capacità di resistere alle pressioni e di prendere decisioni autonome

FONDAZIONEBIOTECA

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12 | IOR Report Annuale 2018

Martedì 5 giugno, presso i Vivai Landi di Ravenna, si è tenuta la giornata finale di “Orto InClasse”, il progetto di prevenzione che vedeva uniti Istituto Oncologico Romagnolo e Valfrutta. Nato come un concorso tra gli istituti primari e d’infanzia delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e del Comune di Imola che possiedano un terreno coltivato da bambini, l’iniziativa ha visto la partecipazione di ben 33 scuole, con un bacino d’utenza di circa 3.000 alunni, che hanno così potuto imparare giocando atteggiamenti di prevenzione e salute. «Coltivare l’orto a scuola è un’attività multidisciplinare fortemente educativa – ha spiegato il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi –, si tratta di un’occasione di crescita in grado di stimolare competenze diverse, da quelle manuali a quelle scientifiche, e di affrontare tematiche trasversali in modo coinvolgente e divertente. L’orto permette di sviluppare il valore del “saper aspettare”, del rispetto, della collaborazione, dell’impegno e della natura, permettendo anche di parlare di prevenzione in modo diverso, scoprendo il gusto e la salute a tavola da veri protagonisti».

All’evento hanno partecipato oltre 200 persone tra insegnanti, alunni e famigliari. La commissione composta da professionisti dello IOR e da Valfrutta ha decretato come miglior “orto in classe”, aggiudicandosi così un premio da 500 euro, quello dei piccoli “contadini” dell’Istituto Comprensivo Statale “Carchidio – Strocchi” di Faenza «per la perseveranza nell’attività dell’orto (16 anni), per la continuità didattica dell’attività in verticale dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado». Seconda piazza per la Scuola Primaria “R. Ricci” di Ravenna, mentre sul gradino più basso del podio troviamo la Scuola Materna “Monsignor A. Lega” di Meldola. Menzione speciale per la Scuola Primaria “R. Campagnoni” di San Pietro in Campiano.

Al termine della premiazione i bambini hanno potuto fare una gustosa ma salutare merenda offerta da Valfrutta, e hanno affidato i propri pensieri sull’esperienza all’albero della salute, un ulivo che è stato fatto fiorire con i bigliettini scritti dai piccoli “agricoltori”. «Per me fare l’orto è bello perché si rispetta la natura e siamo sicuri di quello che mangiamo – si legge su uno di questi – ci si prende cura delle piccole cose, è divertente e stiamo assieme».

Orto inClasse

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IOR Report Annuale 2018 | 13

Il 19 luglio 2018 una delegazione dello IOR è giunta presso l’Ospedale Infermi di Rimini per consegnare alla Breast Unit diretta dal dott. Lorenzo Menghini il nuovo ecotomografo “TusX500 Canon Aplio 500 Platinum Edition”, una strumentazione all’avanguardia del valore di 56.730 euro che permetterà ai professionisti della Senologia diagnosi sempre più precise e precoci per le pazienti del territorio colpite da carcinoma alla mammella. «Eseguiamo qualcosa come 20 mila ecografie, 1.000 biopsie ecoguidate, 700 agoaspirati l’anno – spiega il dott. Menghini – diagnosticando circa 400 casi di tumore al seno. Sul territorio a cui ci rivolgiamo vi sono circa 140 mila donne dai 25 anni in su: di queste, 65 mila sono in fascia di screening, tra i 45 e i 74 anni. Questi numeri fanno ben capire la mole di lavoro che la nostra unità produce: d’altronde Rimini è solo il centro principale, ma abbiamo anche due sedi distaccate a Novafeltria e Cattolica. Per questo motivo la donazione ricevuta dall’Istituto Oncologico Romagnolo è tanto preziosa, impattando su numeri così elevati: il ringraziamento dei professionisti che potranno usufruire del nuovo macchinario è probabilmente ben poca cosa in confronto a quello delle donne del nostro territorio, a cui potremo riscontrare anche lesioni di pochi millimetri e asintomatiche prima che si trasformino in un problema ben più serio».

L’importanza di una diagnosi precoce è ormai cosa nota in oncologia, come spiega la dott.ssa Sonia Santicchia, radiologa della Breast Unit di Rimini. «Lesioni molto piccole comportano probabilità di guarigione molto più alte e, soprattutto, un percorso terapeutico molto meno invasivo. Solitamente per questo tipo di patologie è sufficiente una quadrantectomia, intervento chirurgico meno radicale della mastectomia, che prevede una successiva ricostruzione con tempi di risoluzione maggiormente dilatati. Inoltre, più piccola la lesione, minore la probabilità di doversi sottoporre a sessioni di chemioterapia post-intervento. Insomma, da una diagnosi precoce ne beneficia non solo l’aspettativa di vita, ma anche la qualità di vita della paziente: un aspetto non certo secondario. Occorre tener conto infine che questa strumentazione non ci servirà solamente per effettuare esami strumentali, ma ci permetterà di procedere a biopsie e agoaspirati in ecoguida anche su lesioni di pochi millimetri laddove riscontrassimo un problema».

Breast Unit Rimini

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ASSISTENZAE PROGETTI

LA FORZA E IL SORRISOattivo nelle Sedi IOR di Ravenna, Rimini e Cesena, in collaborazione con l’Associazione La Forza e il Sorriso Onlus, prevede laboratori di make-up gratuiti per preservare la bellezza nonostante malattia e terapie. Sono 113 le donne che sono state coinvolte in questo progetto

PROGETTO MARGHERITAcon cui lo IOR fornisce gratuitamente parrucche di pregevole fattura alle signore che, a seguito dei trattamenti, devono affrontare il delicato momento della caduta dei capelli ma che non vogliono rinunciare alla propria femminilità. Attivo presso le sedi di Forlì, Ravenna, Rimini e Cesena. Sono 451 le donne assistite nel corso dell’anno passato

SERVIZIO GRATUITO DI ACCOMPAGNAMENTOrivolto ai pazienti che hanno difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie, gestito presso le sedi IOR di Faenza, Cervia, Rimini, Riccione, Forlì e Ravenna. Nel corso dell’anno passato, con tanto impegno e sensibilità i nostri 86 volontari hanno accompagnato 694 pazienti romagnoli in 5.972 visite, percorrendo oltre 240.000 km con 14 autoveicoli IOR

ACCOGLIENZA, COMPAGNIA E ASCOLTOla costante presenza di numerosi e preziosi Volontari IOR nelle corsie degli ospedali romagnoli, degli Hospice e dell’IRST IRCCS che accolgono famigliari e pazienti che si recano all’ospedale per le cure e forniscono supporto emotivo e informazioni pratiche

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MINDFULNESSattivata a fine 2018 nella sede di Rimini con l’obiettivo di migliorare l’offerta psicologica a favore delle pazienti, per stare a contatto con le emozioni che emergono dalle cattive notizie e accogliere la sofferenza in modo consapevole. ll progetto si pone come obiettivo quello di offrire alle partecipanti una serie di competenze che possano essere integrate nella quotidianità, al fine di gestire efficacemente lo stress, il dolore, la malattia e i cambiamenti che questi portano nella vita di chi soffre

ASSISTENZA DOMICILIAREservizio gratuito che ha contraddistinto i primi anni di attività dello IOR e reintrodotto nel 2017, con caratteristiche adattate alle nuove esigenze del paziente oncologico, per le famiglie della zona di Lugo, Faenza, Rimini e Riccione, con l’obiettivo di alleggerire il carico fisico ed emotivo delle fasi più avanzate della malattia attraverso la presenza di una operatrice socio-sanitaria debitamente formata, che aiuti il malato e i suoi cari nelle piccole, grandi faccende quotidiane. Sono stati 32 i pazienti seguiti nel 2018, per un totale di 638 accessi nelle case dei pazienti e delle loro famiglie

MOVE YOUR LIFEnuovo progetto IOR legato a “La Salute in Movimento” rivolto proprio ai pazienti oncologici, per coinvolgerli in un percorso di allenamenti personalizzati che li porti a prendere parte a competizioni sportive di running. Un’attività fisica regolare permette di aumentare l’efficacia delle terapie, rendendone al contempo maggiormente tollerabili gli effetti collaterali. Affrontare tale percorso in gruppo rappresenta inoltre un’importante risorsa psicologica per i pazienti: il cancro tende ad isolarci, è dunque importante condividere le proprie esperienze con altre persone che conoscono ciò che si sta attraversando e ci aiutino a porci e raggiungere obiettivi al di là della malattia

PET THERAPYpercorso d’assistenza per i piccoli pazienti dell’Oncoematologia Pediatrica di Rimini svolto in collaborazione coi professionisti della Dog Galaxy Centro Cinofilo. La presenza dei cuccioli in reparto favorisce la diminuzione dello stress, dell’ansia e del dolore che provano i ragazzi durante la somministrazione delle terapie, rendendoli più collaborativi verso i trattamenti cui devono sottoporsi

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SKIN CANCERUNIT

Prosegue la collaborazione tra l’Istituto Oncologico Romagnolo e la Skin Cancer Unit, reparto dell’IRST IRCCS distaccato in quel dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna. Il team, nato proprio da una borsa di studio conferita al responsabile dell’equipe, prof. Ignazio Stanganelli, da parte dello IOR nel 1992, rappresenta oramai un’eccellenza nazionale, come testimoniato da alcuni dati. Presso l’ambulatorio dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci” si asporta infatti un melanoma ogni quattro lesioni sospette, a differenza delle dermatologie generali che ne asportano circa uno ogni trenta, cosa che comporta risparmio non solo economico ma anche di tempo per quel che concerne le liste d’attesa, oltre a rappresentare un beneficio per il paziente che evita operazioni inutili. Inoltre, sempre secondo le statistiche, nel 50% dei casi i melanomi che il prof. Stanganelli e i suoi colleghi diagnosticano risultano in fase intraepidermica: il cosiddetto melanoma in situ, che garantisce la sopravvivenza del 100% dei pazienti.Tale attività di prevenzione e diagnosi precoce viene supportata attivamente dall’Istituto Oncologico Romagnolo. Nel 2018, infatti, lo IOR ha investito 23.788 euro nella borsa di studio per un ricercatore presso l’Università di Parma per il progetto “Correlazione integrata clinico-strumentale (dermoscopia e microscopia confocale) e relativi

correlati istologici della lentigo maligna e simulatori”. Il contributo è andato a sommarsi a quello versato per il rinnovamento di mobili e arredi del reparto di Oncodermatologia di Ravenna, per un totale di 13.583 euro.È proseguita infine l’attività che IOR e Skin Cancer Unit portano avanti nelle spiagge della litorale romagnolo volta ad una sensibilizzazione verso una corretta esposizione al sole, denominata “Good Sun Good Skin”. Anche in questo caso i numeri a sostegno della prevenzione dei tumori della pelle sono stati notevoli. Partita da Cesenatico il 28 giugno e terminata il 27 luglio a Marina Romea, l’iniziativa ha toccato 10 diversi stabilimenti balneari della Riviera vivendo due momenti distinti: in un primo momento i dermatologi coinvolti incontravano i presenti per rispondere alle loro curiosità riguardanti la prevenzione in spiaggia, mentre nella seconda parte i bimbi venivano coinvolti in un gioco, denominato H2IOR, sui corretti stili di vita. Sono state circa 310 le persone totali che hanno partecipato agli incontri degli specialisti, mentre i piccoli che hanno preso parte ai nostri percorsi ludici sono stati 300. Per terminare, sono stati distribuiti gratuitamente 410 kit della prevenzione, con all’interno la brochure informativa, il braccialetto fotosensibile per riconoscere le ore della giornata in cui è bene non esporsi e un campione di crema solare.

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ONCOEMATOLOGIAPEDIATRICA

Anche nel corso del 2018 gli investimenti a favore dei pazienti oncologici più giovani non si sono fatti attendere. La necessità e la volontà condivisa tra IRST IRCCS, AUSL Romagna e Istituto Oncologico Romagnolo di garantire ai giovani pazienti del territorio romagnolo un percorso in grado di soddisfare la complessità dei loro bisogni – quindi, la presa in carico da parte di personale formato, in spazi adeguati, forniti di strumentazioni di ultima generazione, attraverso servizi dedicati e il più possibile in prossimità al luogo di residenza – ha portato all’implementazione del Servizio di Oncoematologia Pediatrica di Rimini, diretto dalla dott.ssa Roberta Pericoli e alla creazione di un Centro di riferimento in Romagna per la Radioterapia pediatrica, presidio fino all’anno trascorso assente. La radioterapia in ambito pediatrico e adolescenziale viene utilizzata per il trattamento di tumori cerebrali, linfomi di Hodgkin, Wilms e sarcomi, riguardando circa il 30% dei pazienti oncologici in queste fasce di età. In risposta all’esigenza di assicurare questo tipo di trattamenti anche in Romagna, evitando così alle famiglie di doversi recare presso centri lontani, è stato individuato il Servizio di Radioterapia dell’Istituto Tumori della Romagna, nelle sue due sedi di Meldola e di Ravenna, quale luogo idoneo alla presa in carico dei giovani pazienti che necessitino di un trattamento radioterapico.

Dopo l’investimento di 717.000 euro del 2017, erogato grazie alla partecipazione alla campagna di raccolta fondi promossa da Mediafriends “La Fabbrica del Sorriso”, nel 2018 lo IOR ha contribuito all’acquisto di arredi e dispositivi elettronici per la sala d’attesa per un valore di 8.229 euro, di modo da alleggerire il carico di ansia precedente alla somministrazione di queste cure.Inoltre l’Istituto Oncologico Romagnolo, nell’ambito del servizio “La Scuola a Casa”, ha riconosciuto una borsa di studio del valore di 3.019 euro affinché un paziente oncologico adolescente di Riccione potesse continuare a seguire tutte le lezioni direttamente a domicilio, per non restare indietro rispetto ai coetanei e poter godere delle stesse opportunità formative.Infine grande successo anche per l’iniziativa di crowdfunding “Schiacciamo il Cancro!”, in cui tutte le società di basket della Romagna si sono messe insieme per contribuire ad una raccolta a favore dell’Istituto Oncologico Romagnolo volta all’acquisto di una strumentazione fondamentale per l’equipe della dott.ssa Roberta Pericoli: il VIVO 500S Projection Vein Finder. Tale apparecchio permetterà al personale sanitario di trovare più facilmente le vene per i prelievi e la somministrazione delle cure dei piccoli pazienti: un investimento pari a 6.468 euro.

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COLONNA LAPAROSCOPICAL’11 dicembre 2018 è stata inaugurata, presso l’Ospedale “degli Infermi” di Faenza, la nuova colonna laparoscopica “Visera 4K UHD Olympus”, macchinario dalla tecnologia innovativa del valore di circa 152.369 euro, donato all’equipe della U.O. di Chirurgia diretta dal prof. Giampaolo Ugolini, grazie a un grande lavoro di squadra che ha coinvolto terzo settore, istituzioni, aziende e privati cittadini. Nello specifico tale strumentazione permetterà di avere una definizione di immagine impensabile fino a pochi anni fa, consentendo una valutazione più accurata della perfusione intestinale e una più chiara identificazione di alcune strutture anatomiche. A beneficiarne saranno soprattutto i pazienti colpiti da patologie come cancro del colon-retto e malattie infiammatorie intestinali, che potranno essere sottoposti a interventi sempre più precisi e sempre meno invasivi, cosa che comporta una riduzione dei tempi di ricovero e di recupero della funzionalità. Per l’occasione l’Istituto Oncologico Romagnolo non si è fatto solo donatore, con 20.000 euro investiti nell’acquisto della macchina, ma anche “collettore” delle offerte che man mano sono arrivate dai vari enti pubblici e privati. «Di fronte a tanta generosità sentiamo tutta la responsabilità di accrescere sempre di più la qualità del trattamento chirurgico che offriamo ai nostri concittadini e a quanti si rivolgono all’Ospedale di Faenza, – ha spiegato il prof. Ugolini nel corso

della cerimonia – una qualità comunque già alta testimoniata dai dati in nostro possesso. Solo nel 2018 sono stati eseguiti oltre 250 interventi di chirurgia colo-rettale con tecnica laparoscopica e la maggior parte dei pazienti è stata dimessa a quattro giorni di distanza dall’intervento. Questo è forse il miglior indicatore di qualità del nostro lavoro, sebbene non sia certo l’unico. Delle 450 procedure maggiori colon-rettali svolte presso la nostra struttura, negli ultimi due anni l’84% si è concluso per via mini-invasiva; mentre la media in Italia varia tra il 30% e il 40% e anche nei Paesi europei coi più alti standard, come l’Olanda, si attesta sull’80%. Per questo motivo, sebbene alcuni potrebbero pensare che una apparecchiatura di tale livello sia sproporzionata per una realtà limitata come la nostra, in realtà ricordo che molto spesso i ristoranti stellati sorgono in città piccole: l’Ospedale di Faenza, dati alla mano, si è già imposto come uno dei principali centri di riferimento in Emilia-Romagna per la chirurgia dell’apparato digerente, e grazie a questa donazione potremo mantenere e, auspicabilmente, migliorare il nostro servizio.»Presso la struttura manfreda l’Istituto Oncologico Romagnolo, oltre a sostenere la presenza della dott.ssa Anna Garutti, ha effettuato anche un investimento di 1.366 euro per il completamento degli arredi d’ufficio del reparto di Oncologia.

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EDGE II E NBI

Venerdì 12 ottobre 2018 si è tenuto l’evento celebrativo della donazione alla Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena dell’ecografo“Edge II Sonosite”, strumentazione con sistema ad ultrasuoni da 24.999 euro. «Queste nuove tecnologie risultano utilissime per la cura del malato che si rivolge a noi – ha spiegato il dott. Vanni Agnoletti, Responsabile del Dipartimento – grazie all’ecografo riusciamo a coprire vari settori della nostra attività: da quello traumatologico all’operatorio, passando anche per il parto. Lo strumento che abbiamo ricevuto sarà utilizzato per eseguire tecniche antalgiche loco-regionali che consentiranno ai pazienti di non sentire dolore dopo l’intervento o addirittura prima dell’intervento». «L’apparecchiatura è facilmente trasportabile, di dimensioni contenute e di rapida accensione, caratteristiche che la rendono particolarmente utile nell’ambito delle emergenze – ha aggiunto il dott. Emanuele Gamberini, della medesima Unità Operativa – l’Edge II si distingue inoltre per la qualità dell’immagine, pari se non superiore a quella degli ecografi con cui noi specialisti siamo cresciuti e abbiamo iniziato la nostra attività, di dimensioni notevolmente più grandi. Questa nuova strumentazione può essere trasportata direttamente al letto del paziente, cosa importante soprattutto per le situazioni più critiche o instabili.»Quattro giorni dopo, martedì 16 ottobre 2018, all’Ospedale Infermi di Rimini, presso l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria guidata dal dott. Valerio

Fornasari, si è tenuta invece la cerimonia ufficiale di taglio del nastro per la consegna di uno strumento fondamentale: il video endoscopio con tecnologia NBI, utile per identificare i tumori delle vie aero-digestive superiori in una fase iniziale o addirittura di lesioni in fase pre-neoplastica. «Le neoplasie di testa e collo rappresentano un’importante fetta dell’oncologia – ha spiegato il dott. Nello Montalbano nel corso della cerimonia – e a causa dell’incidenza del papillomavirus si tratta di un tipo di patologia in forte aumento anche tra i giovani. Questi tumori, se diagnosticati in fase avanzata, risultano estremamente invalidanti». «Lo strumento diagnostico con tecnologia NBI aumenta in modo esponenziale la qualità e la sensibilità dei macchinari a disposizione – ha aggiunto il dott. Fornasari – e ciò consente di migliorare la precisione di una diagnosi, eliminando i falsi positivi e identificando la precisa collocazione delle cellule tumorali. Non solo: in campo chirurgico, in modo particolare sulla laringe, ci permette di adottare tecniche associate a laser dove in un’unica seduta si risolve il problema della malattia, consentendo di eseguire la diagnosi e di applicare terapia adeguata.».  In questo caso la donazione ha rappresentato un meraviglioso gioco di squadra tra lo IOR e altre realtà del terzo settore del territorio, come LILT Rimini, Mutilati della Voce UIMdV Rimini e AOVAM di Novafeltria. L’Istituto Oncologico Romagnolo, al fine dell’acquisto della strumentazione, ha versato un contributo di 25.378 euro.

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CROWDFUNDING

Si sono concluse con un successo le due campagne di crowdfunding organizzate dall’Istituto Oncologico Romagnolo a cavallo tra il 2018 e il 2019 e infatti sia “Il sogno di Dano” che “La Mia Mamma è Bellissima” hanno raggiunto e superato l’obiettivo prefissato. “Il sogno di Dano” vede come protagonista Daniele Nasole, ragazzo di 35 anni nato a Taranto ma residente a Forlì che, dopo aver sconfitto un tumore raro, coltiva un’ambizione: quella di prendere parte alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, gareggiando sui 200 metri di canoa. Un obiettivo non facile a causa degli strascichi che la malattia ha lasciato sul suo corpo. Tuttavia l’Istituto Oncologico Romagnolo ha continuato a credere in lui e nella forza dell’esempio che può rappresentare per tutti i ragazzi che attraversano la sua medesima disavventura, per dimostrare che i sogni che coltiviamo prima di una diagnosi di cancro possono essere anche riposti in un cassetto momentaneamente, ma, una volta sconfitto il tumore, si può ritrovare la forza per riprenderli in mano e realizzarli. Alla fine sono stati 6.180 gli euro raccolti, somma che ha già portato a un risultato concreto: l’acquisto di un pagaiergometro “KayakPro SpeedStroke - Kayak Compact”, per allenarsi e tenersi in forma anche durante l’inverno, quando il freddo e il Fenomeno di Raynaud, effetto collaterale dovuto alla chemioterapia, impediscono a Daniele di scendere in acqua.“La Mia Mamma è Bellissima” si è invece rivelato una straordinaria conferma, con pochi eguali in Italia. La campagna si è conclusa nei primi giorni di febbraio 2019, arrivando a circa 38.000 euro grazie alla generosità di oltre 1.200 sostenitori. Una somma davvero importante, che contribuirà non solo ad aiutare sempre più pazienti, ma anche a rendere gli spazi in cui viene erogato il Progetto Margherita i più accoglienti e riservati possibile. D’altronde sempre più donne hanno compreso l’importanza di curare la propria bellezza a dispetto del cancro e come il preservare la propria femminilità e la propria identità sia il primo passo verso la vittoria di questa grande sfida. Solo nel 2018, infatti, sono state ben 451 le donne che hanno usufruito del servizio: ben più di una al giorno.

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A fianco dei pazienti, del personale medico e dei cittadini ci sono da sempre i Volontari dello IOR. Ogni giorno prestano il loro servizio assistenziale presso i reparti ospedalieri, garantiscono servizi indispensabili ai pazienti e ai loro famigliari. Gestiscono attività di raccolta fondi come eventi e mercatini nelle sedi dello IOR e nelle piazze romagnole e sono ambasciatori nella loro vita quotidiana degli obiettivi raggiunti dall’Istituto.

La dedizione agli altri e lo spirito di solidarietà li rende preziosi agli occhi di chi, ogni giorno, lotta contro il cancro. Ciascuno di loro, con la propria unicità e storia, si impegna nell’offrire parole di conforto a chi, offuscato dalla paura della malattia, rischia di perdere il senso della propria vita, alleviando la sofferenza dei pazienti e dei loro cari, oppure realizzando le tantissime attività di raccolta fondi essenziali per sostenere la ricerca oncologica.

Settecentosessantanove persone speciali e attive che dal 1979 sono vicino a chi soffre e insieme a chi cura.

I VOLONTARICUORE, PROFESSIONALITÀ E PASSIONE A SERVIZIO DEGLI ALTRI

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22 | IOR Report Annuale 2018

Il 2018 verrà ricordato anche come l’anno dell’uscita dell’autobiografia professionale del prof. Dino Amadori, dal titolo “Anima e Coraggio. La mia vita contro il cancro”. Un libro di particolare valore, non solo per la grande levatura personale e professionale del professore, riconoscibile sin dalla dedica del libro - “A coloro che soffrono nella speranza. Ai volontari che ne rendono ancora piena la vita. Ai ricercatori, perché la nostra speranza non sia vuota” -, ma anche perché – come riporta nella prefazione il prof. Renato Balduzzi, Presidente dell’IRST IRCCS – rifugge l’autoreferenzialità “mettendo in parallelo l’”ossessione” del professore per la lotta al tumore con la storia stessa dell’oncologia, a livello internazionale, italiano ed emiliano-romagnolo”.Il prof. Amadori, Presidente IOR, è stato invitato in varie serate tenutesi in tutta la Romagna per raccontare, in modo intenso ed emozionante, il suo percorso professionale dalla prima decisione di combattere il cancro, presa durante l’infanzia trascorsa a Corniolo, a quello che nella sua opinione sarà il futuro dell’oncologia romagnola.Lungo questo “viaggio” i passaggi memorabili sono tanti. «Mia madre mi chiedeva sempre cosa volessi fare da grande: io le rispondevo che volevo fare il papa, perché ascoltavo alla radio i suoi messaggi e mi sembrava avesse sempre molto da dire. Ma lei, che era una cattolica anti-clericale, mi diceva che i papi erano tutti vecchi e, una volta eletti, poi morivano presto. Così mi focalizzai su ‘quel brutto male lì’: sì, perché nel nostro paesino si faceva menzione di altre patologie mortali, quali l’infarto, ma il cancro si aveva paura persino di nominarlo, sia quando qualcuno si ammalava, sia quando ne moriva. Era come un lutto pre e post mortem». Tanti anche i ricordi di altri grandi personaggi storici forlivesi, che hanno avuto un impatto importante sulla vita dell’oncologo Amadori. «Non posso non citare Annalena Tonelli, che mi ha insegnato l’importanza di dedicare la propria vita agli altri. Ci tengo a ricordare anche Lamberto Valli, morto di un tumore, che parlò ad una trasmissione radiofonica del suo cancro, in un periodo in cui anche solo citarlo faceva paura». Al termine delle varie presentazioni il prof. Amadori si è sempre prestato ai tanti che hanno fatto la fila per una dedica personale sul libro. Il ricavato della vendita dell’opera, di 15.080 euro nel solo corso del 2018, verrà interamente utilizzato per i progetti di prevenzione, di assistenza gratuita ai pazienti e di sostegno della ricerca scientifica presso l’IRST IRCCS di Meldola che l’Istituto Oncologico Romagnolo porta avanti dal 1979.

ANIMA E CORAGGIO

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SERVIZIO CIVILEAl fianco dei 769 volontari operativi, dei 157 simpatizzanti con impegno saltuario, dei 31 professionisti della ricerca e dell’assistenza e dei 22 collaboratori, da fine 2018 lo IOR ha dei nuovi alleati nella sua missione a favore della lotta contro il cancro in Romagna: forze giovani, che si sono messe a disposizione con grande entusiasmo. Sono Aleksandra Chwirot, Chiara Fregnani, Valeria Gallo, Richard Crespoli, Matteo Portolani, Manfred Douglas Casadio, Mariasole Baroncini, Martina Valbonesi, Livia Ferrari, Erika Mariachiara Di Giacomo, Laura Dominici e Zenaide Di Iulio, che hanno aderito al progetto di Servizio Civile dell’Istituto Oncologico Romagnolo, dal titolo “Prevenzione e assistenza quale stile di vita”.Il loro compito è quello di collaborare nella gestione e attuazione di percorsi focalizzati su programmi di prevenzione primaria e secondaria e che ottimizzino i servizi di prossimità gratuiti dedicati alle persone affette da neoplasie e ai loro famigliari. Dislocati in tutte le sedi dell’Istituto Oncologico Romagnolo, i ragazzi stanno dando una mano fondamentale nell’approfondire un dialogo di cultura oncologica e di prevenzione in una fetta di popolazione, quello dei giovani, solitamente poco attenta a questo tipo di tematiche. Contestualmente si sono rivelati preziosi nell’espletare lavori di gestione e di segreteria presso le sedi di appartenenza, distinguendosi per sensibilità e discrezione nei momenti in cui si sono interfacciati con i pazienti nell’ambito dei servizi d’assistenza offerti.

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