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1 ISTITUTO COMPRENSIVO PETRITOLI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA CLASSI 1° - 3° - 4° PETRITOLI

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ISTITUTO COMPRENSIVO PETRITOLI

ANNO SCOLASTICO 2010/2011

SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA CLASSI 1° - 3° - 4°

PETRITOLI

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UNITÀ DI LAVORO

PROSPETTIVA MONDIALISTA =

COSCIENZA di essere una

COMUNITÀ PLURALE

con CULTURA COMPLESSA/CREOLA

Mappa Concettuale ( micro-concetto)

COOPERAZIONE

= RELAZIONE

di SOLIDARIETÀ e CONDIVISIONE

per il BENE COMUNE

Obiettivo Formativo Prendere coscienza che la cooperazione è una forma di relazione basata sulla solidarietà e sulla condivisione finalizzata ad aiutare chi vi aderisce.

Fase 0 Obiettivo: conoscere la percezione che gli alunni hanno della cooperazione.

Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Per introdurre l’argomento chiede agli allievi di mettersi in circle time, spiega la modalità e la funzione di svolgimento della Conversazione Clinica. Pone una serie di domande stimolo del tipo: Cosa ti fa venire in mente la parola “cooperazione” Che cosa si fa per realizzare una cooperazione? Quando si forma una cooperazione? Come mai si forma? Con quale scopo? Quando cessa una cooperazione? ………………………………………………..

Si dispone in circle time e ascolta. Risponde uno per volta alle domande stimolo (All. A)

Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe. Metodo: conversazione clinica. Mezzi e strumenti: circle time; risorse umane

ALL. A Il presente lavoro è stato realizzato in continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria dell’ISC di Petritoli. Quindi si riportano di seguito due esempi di Conversazione Clinica eseguiti:il primo nella scuola dell’Infanzia e il secondo nella scuola primaria. INFANZIA DOCENTE FERRARA BASILIA

1. Cosa ti fa venire in mente la parola “cooperazione”?

Andrea: “io l’ho sentita ma non so cosa significa!” Cristian: “che opera tutti i signori” Andrea M.: “operai… come il mio babbo che fa le scarpe…lui è il capo, Emanuele, Michele e Marco sono gli operai” Emanuela: “mi fa venire in mente che la mia mamma lavorasse” Andrea: “ma non significa che la mamma lavorasse” Hassan: “ operazione…quando uno studia” Kevin: “l’operazione quando uno sta male”

Alla prima domanda “Cosa ti fa venire in mente la parola cooperazione?” i bambini associano la parola ad operazione, operai, all’azione di studiare.

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Leonardo: “recupera alla corsa di macchine” Emanuele: “i miei fratelli che facevano storia”

2. Che cosa si fa per realizzare una cooperazione?

Andrea: “costruire un muro” Hassan: “si ricopia…prima si fa una cosa in brutta copia poi si ricopia” Emanuele: “si chiama la mamma” Emin: “aiutare gli altri” ……….: “quando due macchine sono vicine” Domenico: “non credo proprio” Andrea: “allora gli uomini formano una cooperazione” AndreaM.: “allora quando vanno in africa a regalare il pane ai poveri” Emin: “dare i soldi ai poveri” ……….: ”comprare i giocattoli”

Alla seconda domanda “Che cosa si fa per realizzare una cooperazione?” alcuni indicano come esito della cooperazione la costruzione di un muro, altri l’aiuto, i soldi e i giocattoli da dare soprattutto ai poveri e agli abitanti dell’Africa.

3. Quando si forma una cooperazione?

Emin: “Tutti insieme” Andrea M. : “lavorano gli altri” Andrea: “per lavorare”

Alla terza domanda “Quando si forma una cooperazione?” i bambini affermano che essa nasce per lavorare insieme

4. Con quale scopo? Emin: “per costruire una casa”

Alla quarta domanda “Con quale scopo?” la risposta è che la finalità sta nel costruire una casa.

5. Quando cessa una cooperazione? Kevin: “mai” Andrea: “ domenica perché finisce il lavoro”

Alla quinta domanda “Quando cessa una cooperazione?”qualcuno dice mai e un bambino afferma che essa si ferma la domenica.

Analisi della conversazione Clinica. Alla prima domanda “Cosa ti fa venire in mente la parola cooperazione?” i bambini associano la parola ad operazione, operai, all’azione di studiare. Alla seconda domanda “Che cosa si fa per realizzare una cooperazione?” alcuni indicano come esito della cooperazione la costruzione di un muro, altri l’aiuto, i soldi e i giocattoli da dare soprattutto ai poveri e agli abitanti dell’Africa. Alla terza domanda “Quando si forma una cooperazione?” i bambini affermano che essa nasce per lavorare insieme Alla quarta domanda “Con quale scopo?” la risposta è che la finalità sta nel costruire una casa. Alla quinta domanda “Quando cessa una cooperazione?” qualcuno dice mai e un bambino afferma che essa si ferma la domenica.

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Commento alla Conversazione Clinica I bambini della scuola dell’infanzia all’inizio sembrano avere una conoscenza generica del termine, che associano ad azioni come quella dello studio o ad immagini quali quella di operai. Nello sviluppo della conversazione tuttavia arrivano ad esprimere il senso del termine nella sua accezione più diffusa e comune per cui cooperare significa lavorare insieme per un progetto che per essi oscilla tra quello della costruzione di un casa e quello di aiutare i poveri, in particolare i bambini dell’Africa. Quest’ultima accezione rimanda molto probabilmente a condizionamenti mediali, mentre la prima ad esperienze di tipo familiare. Queste due rappresentazioni sono molto diverse tra loro e mentre la cooperazione verso i poveri ed i bambini dell’Africa evoca un sentimento di pietà e di carità, l’altra legata alla cooperativa edilizia può essere utilizzata per far capire il sentimento di solidarietà di chi si mette insieme per conseguire un diritto come quello di avere una casa. Con i bambini si può cercare di far capire che quando si acquista una casa in cooperativa occorre sapere che se un socio ha dei problemi gli altri soci intervengono per aiutarlo su una base di corresponsabilità che lega tutti i soci alla pari tra loro. Questa lettura della cooperazione si avvicina maggiormente ai valori della condivisione con cui si vuole lavorare con i bambini suscitando in loro una sensibilità a conseguire il dovere di difendere diritti fondamentali come quello all’istruzione, alla salute, ad avere una casa, superando forme di “buonismo” che indeboliscono il senso civico. In tal senso è bene rafforzare l’affermazione per cui la “cooperazione” non deve finire mai”. I musicanti di Brema e la fiaba dei gatti meritano di essere interpretate in questa direzione.

Mappa mentale

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Matrice cognitiva (ciò che sanno) La cooperazione è un lavorare insieme Compito di apprendimento (ciò che non sanno) La cooperazione è basata sulla solidarietà e sulla condivisione La cooperazione mira a risolvere situazioni complesse.

Rete concettuale COOPERAZIONE

= OPERARE INSIEME

per STAR BENE TUTTI

PRIMARIA - DOCENTE FLOCCO MARIA LAURA Conversazione clinica

Domande e risposte Analisi A- COSA TI FA VENIRE IN MENTE LA

PAROLA “ COOPERAZIONE? “ 1– Operazione matematica 2– Aiuto di una persona 3– Aiutare 4– Una operazione 5– Aiutare una persona

6– Non so rispondere 7– Operare una persona 8– L’operazione di un problema 9– Un esame 10)- Un intervento 11)- Aiutarsi a vicenda 12)- Non lo so 13)- Operazione chirurgica 14)- Aiutarsi al bisogno 15)- Quando si fanno le cose in due 16)- Collaborare 17)- Una azione insieme 18)- Una cosa che faccio !9)- Lavorare insieme 20)- Gioco di squadra

Alla prima domanda ”COSA TI FA VENIRE IN MENTE LA PAROLA “ COOPERAZIONE?“ alcuni alunni pensano all’operazione aritmetica o chirurgica, altri all’aiuto che ricevono o danno a una persona quando c’è una situazione di bisogno; altri ancora allo svolgere una azione insieme, in due, si lavora insieme, si collabora o si fa un gioco di squadra.

B- CHE COSA SI FA PER REALIZZARE UNA COOPERAZIONE ?

1)- Guadagnare un bel voto con l’aiuto di un amico 2)- Essere felice di aiutare gli altri in difficoltà 3)- Aiutarsi 4)- Collaborare insieme 5)- Costruire una casa in campagna 6)- Fare un goal 7)- Ottenere un lavoro a scuola 8)- Fare la maestra 9)- Superare un esame insieme 10)- Aiutare le persone che stanno male 11)- Fare un disegno insieme 12)- Fare una passeggiata con il cagnolino 13)- Una vittoria in un torneo 14)- Un lavoro comune 15)- Andare a caccia insieme

Alla seconda domanda “CHE COSA SI FA PER REALIZZARE UNA COOPERAZIONE?” la maggioranza degli allievi risponde che si realizza una cooperazione quando ci si aiuta, si collabora insieme, si supera un esame insieme o si guadagna un bel voto con l’aiuto di un amico, si fa un disegno insieme o un gioco, ci si aiuta a vicenda. Due allievi affermano che si realizza una cooperazione quando si aiuta chi è in difficoltà o chi sta male. Un allievo afferma che aiutare gli altri rende felici.

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16)- Aiutarsi a vicenda 17)- Una festa per una vittoria 18)- Un gioco insieme 19)- Lavorare insieme 20)- Vittoria in un gioco C– QUANDO SI FORMA UNA COOPERAZIONE? 1)- Nel momento del bisogno 2)- Con l’aiuto degli altri 3)- Quando qualcuno è in difficoltà 4)- Quando un compagno aiuta un altro 5)- Quando si aiutano gli animali 6)- Quando una persona è malata 7)- Quando una persona è in difficoltà 8)- Non lo so 9)- Quando una persona è infelice

10)- Quando i miei genitori mi aiutano 11) -Quando c’è aiuto reciproco 12)- Non lo so 13)- Quando un compagno aiuta l’altro 14)- Quando si aiuta le persone 15)- Quando si forma un gruppo 16)- Quando gli amici accorrono nel momento del bisogno 17)- Quando si consola la persona che ha sbagliato 18)- Quando ci si aiuta 19)-Aiutarsi come buoni amici 20)- Quando ci si vuole divertire

Alla terza domanda “QUANDO SI FORMA UNA COOPERAZIONE?” gli allievi affermano che la cooperazione si forma nel momento del bisogno, della difficoltà, quando una persona è malata o si trova in difficoltà o è infelice. Alcuni sostengono che ci deve essere aiuto reciproco, ci si aiuta come buoni amici. e che la cooperazione provoca la formazione di un gruppo. C’è chi afferma che la cooperazione riguarda anche l’aiuto da dare agli animali e che essa ha come scopo il desiderio di divertirsi.

D - COME MAI SI FORMA? 1)- Per far nascere una amicizia 2)- Dall’amore per il prossimo 3)- Dall’amicizia 4)- Per ottenere qualcosa 5)- Non lo so 6)- Per giocare insieme 7)- Per aiutare il prossimo 8)- per aiutare 9)- Per ottenere qualcosa insieme

10)- Non lo so 11)- Per consolare gli altri 12)- Non lo so 13)- Non lo so 14)- Per divertirsi 15)- Per chi crede in noi 16)- Dalla gentilezza 17)- Per dare gioia 18)- Dall’affetto 19)- Per amicizia 20)- Per riunirsi insieme

Alla quarta domanda “COME MAI SI FORMA?” gli alunni rilevano che la cooperazione si forma per far nascere una amicizia, per ottenere qualcosa insieme, per giocare e divertirsi insieme, per aiutare il prossimo, per consolare gli altri e dare gioia. La cooperazione si forma dalla gentilezza, dall’affetto e dà gioia.

E – CON QUALE SCOPO? 1)- Per stare insieme 2)- Per accontentare l’altro 3)- per collaborare 4)- Per aiutare i bisognosi 5)- con lo scopo di aiutare gli altri 6)- Per far giocare i bambini poveri 7)- Con lo scopo di aiutarsi

Alla quinta domanda “CON QUALE SCOPO?” gli alunni rispondono che la cooperazione si forma per stare insieme, per collaborare, per aiutare l’altro, per aiutare i bisognosi, i bambini poveri, il prossimo. Per due alunni lo scopo è quello di aiutarsi. Per un altro è quello di fare una partita insieme. L’amicizia e la fiducia sono considerati come elementi alla

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8)- Con lo scopo di aiutarsi 9)- Con lo scopo di volere qualcosa 11)- Per fare una partita insieme 12)- Per giocare da solo 13)- Con lo scopo di pensare 14)- Per disegnare da solo 15)- per aiutare il prossimo 16)- Per trovare il coraggio di soccorrere i civili in pericolo 17)- Per l’amore che si vuole dimostrare 18)- Per regalare felicità e gioia alle persone che ci sono vicine 19)- per stabilire una amicizia 20)- Per avere fiducia negli altri

base della cooperazione.

F - QUANDO CESSA UNA COOPERAZIONE?

1)- Quando la gelosia occupa lo spazio dell’amicizia 2)- Quando non c’è amore verso il prossimo 3)- Quando non si vuole più bene 4)- Quando un amico non vuole più discutere dei suoi problemi 5)- Quando si rompe l’amicizia 6)- Con la guerra nel mondo 7)- Quando si rompe l’amicizia 8)- Quando si fanno i dispetti 9)- Quando qualcuno rompe una promessa

10)- Quando finisce l’amore 11)- Quando c’è del male tra due bambini 12)- Quando si stabilisce una amicizia tra due persone 13)- Quando finisce il lavoro che si sta facendo insieme 14)- Quando si è felici 15)- Quando si feriscono gli altri con parole brutte 16)- Quando c’è gelosia per la tua generosità 17)- Quando non c’è più pace e amore nel mondo 18)- Quando non c’è amore 19)- Quando non c’è più amicizia 20)- Quando si rompe l’amicizia

Alla sesta domanda “QUANDO CESSA UNA COOPERAZIONE?” la maggioranza degli alunni afferma che la cooperazione cessa quando non c’è più amicizia, non ci si vuole più bene, non si vuole più discutere il problema, c’è gelosia, si rompe una promessa. Altri affermano che la cooperazione cessa con la guerra o quando finisce il lavoro che si sta facendo insieme.

Analisi della conversazione clinica. Alla prima domanda ”COSA TI FA VENIRE IN MENTE LA PAROLA “ COOPERAZIONE?“ alcuni alunni pensano all’operazione aritmetica o chirurgica, altri all’aiuto che ricevono o danno a una persona quando c’è una situazione di bisogno; altri ancora allo svolgere una azione insieme, in due, si lavora insieme, si collabora o si fa un gioco di squadra. Alla seconda domanda “CHE COSA SI FA PER REALIZZARE UNA COOPERAZIONE?” la maggioranza degli allievi risponde che si realizza una cooperazione quando ci si aiuta, si collabora insieme, si supera un esame insieme o si guadagna un bel voto con l’aiuto di un amico, si fa un disegno insieme o un gioco, ci si aiuta a vicenda. Due allievi affermano che si realizza una cooperazione quando si aiuta chi è in difficoltà o chi sta male. Un allievo afferma che aiutare gli altri rende felici. Alla terza domanda “QUANDO SI FORMA UNA COOPERAZIONE?” gli allievi affermano che la cooperazione si forma nel momento del bisogno, della difficoltà, quando una persona è malata o si trova in difficoltà o è infelice. Alcuni sostengono che ci deve essere aiuto reciproco, ci si aiuta come buoni amici e che la cooperazione provoca la formazione di un gruppo. C’è chi

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afferma che la cooperazione riguarda anche l’aiuto da dare agli animali e che essa ha come scopo il desiderio di divertirsi. Alla quarta domanda “COME MAI SI FORMA?” gli alunni rilevano che la cooperazione si forma per far nascere una amicizia, per ottenere qualcosa insieme, per giocare e divertirsi insieme, per aiutare il prossimo, per consolare gli altri e dare gioia. La cooperazione si forma dalla gentilezza, dall’affetto e dà gioia. Alla quinta domanda “CON QUALE SCOPO?” gli alunni rispondono che la cooperazione si forma per stare insieme, per collaborare, per aiutare l’altro, per aiutare i bisognosi, i bambini poveri, il prossimo. Per due alunni lo scopo è quello di aiutarsi. Per un altro è quello di fare una partita insieme. L’amicizia e la fiducia sono considerati come elementi alla base della cooperazione. Alla sesta domanda “QUANDO CESSA UNA COOPERAZIONE?” la maggioranza degli alunni afferma che la cooperazione cessa quando non c’è più amicizia, non ci si vuole più bene, non si vuole più discutere il problema, c’è gelosia, si rompe una promessa. Altri affermano che la cooperazione cessa con la guerra o quando finisce il lavoro che si sta facendo insieme.

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Mappa Mentale La cooperazione è: una operazione aritmetica o chirurgica un aiuto che si riceve un aiuto che si dà a una persona in una situazione di bisogno svolgere una azione insieme, in due lavorare insieme collaborare fare un gioco di squadra.

Per realizzare una cooperazione: ci si aiuta si collabora insieme si supera un esame insieme si guadagna un bel voto con l’aiuto di un amico si fa un disegno insieme o un gioco ci si aiuta a vicenda si aiuta chi è in difficoltà o chi sta male aiutare gli altri rende felici. Una cooperazione si forma: nel momento del bisogno, della difficoltà quando una persona è malata o si trova in difficoltà quando c’è aiuto reciproco quando si forma un gruppo quando ci si aiuta come buoni amici quando si è infelici La cooperazione si forma per: far nascere una amicizia ottenere qualcosa insieme giocare e divertirsi insieme aiutare il prossimo consolare gli altri e dare gioia si forma dalla gentilezza e dall’affetto aiutare gli animali Lo scopo della cooperazione è: stare insieme collaborare aiutare l’altro aiutare i bisognosi i bambini poveri il prossimo aiutarsi. La cooperazione cessa quando; non c’è più amicizia non ci si vuole più bene non si vuole più discutere il problema nasce la gelosia si rompe una promessa c’è la guerra finisce il lavoro che si sta facendo insieme.

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Commento alla conversazione clinica. Le idee spontanee degli allievi in un primo momento si sono orientate verso un significato ristretto del termine che sottolinea il senso dell’operazione, ovvero dell’azione quale elemento imprescindibile della stessa cooperazione. All’incalzare delle domande gli allievi approfondiscono il concetto e confermano un’accezione abbastanza diffusa, che trova il suo fondamento nel fatto che due o più persone si mettono insieme per aiutarsi, ma soprattutto per aiutare gli altri che sono in difficoltà o malati o bisognosi o poveri. Questa pista offre elementi utili per avviare una riflessione sulle condizioni che servono per arrivare ad una efficace cooperazione: occorre un accordo condiviso affinché lo scopo non scontenti nessuno ma consideri ed analizzi le richieste di ognuno generando situazioni di benessere per tutti. La cooperazione va intesa in una dimensione costruttiva, come risposta per sanare una situazione ingiusta e difficile e non invece come un senso edulcorato di buonismo verso chi è malato o bisognoso. Occorre rilevare anche il sentimento di fiducia da riversare nell’ altro al quale si attribuisce importanza nel raggiungimento di un obiettivo condiviso. Questa accezione supera l’ostacolo epistemologico che impedisce di considerare il bisognoso, il malato...un soggetto attivo nella cooperazione e non invece qualcuno che riceve passivamente aiuto. La cooperazione da attivare come azione di solidarietà suscita felicità come osserva qualche allievo e su questa pista occorre lavorare per recuperare il senso autentico della gioia da contrapporre a mere logiche individualistiche ed utilitaristiche. “ La fiaba dei gatti” di Calvino e “I musicanti di Brema” dei fratelli Grimm associano in modo esemplare cooperazione e clima di gioia che si ottiene quando si esce dalla solitudine. Nel percorso didattico si può allargare il concetto di cooperazione spostando l’attenzione da chi è vicino a chi non lo è e al quale va comunque riconosciuta una dignità incondizionata secondo i paradigmi di una nuova cittadinanza basata sul criterio della uguaglianza estesa a tutti gli uomini (cooperazione internazionale, iniziative di sviluppo economico e sociale). La cooperazione deve promuovere il rispetto dei diritti fondamentali delle persone quali il diritto all’alimentazione, all’istruzione, alla salute, al lavoro, alla libertà di movimento e di espressione,… Negli allievi va sollecitata la consapevolezza di appartenere ad una sola specie in quanto tutti creature di una unica terra secondo gli orientamenti di una educazione sentimentale volta a favorire una cittadinanza cosmopolita. Intuitivamente alcuni allievi allargano il rispetto anche verso altri viventi come gli animali… anche questa può essere una pista da percorrere per approfondire l’educazione al rispetto dei diritti degli animali e della natura. Matrice cognitiva (ciò che sanno)

- la cooperazione è lavorare insieme, collaborare, fare un gioco di squadra. aiutare gli altri e ricevere aiuto, aiutare i bisognosi, i poveri, i malati

- una cooperazione si forma nel momento del bisogno, della difficoltà, quando c’è aiuto reciproco, si forma un gruppo e ci si aiuta come buoni amici.

- la cooperazione cessa quando non c’è più amicizia, non si vuole più discutere il problema, nasce la gelosia, si rompe una promessa, c’è la guerra, finisce il lavoro che si sta facendo insieme.

Compito di apprendimento (ciò che non sanno) - la cooperazione è operare un accordo condiviso che fa superare situazioni di disagio - la cooperazione è operare congiuntamente in progetti che portano benefici non solo al

singolo ma a tutta l’umanità in quanto tutti appartenenti ad un’unica specie. - la cooperazione è agire insieme per il bene di tutti e per il riconoscimento dei diritti di

tutti i viventi. RETE CONCETTUALE

COOPERAZIONE

= RELAZIONE

di una COMUNITA’ PLURALE

basata SULLA CONDIVISIONE E SUL RISPETTO DELL’ALTRO

per raggiungere UN FINE COMUNE

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Fase 1 Obiettivo: apprendere sentimenti di fiducia nei confronti dell’altro. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno

Introduce alcuni giochi in cui l’allievo deve disporsi ad un sentimento di fiducia nell’altro. Alla fine del gioco apre un de briefing per favorire l’analisi del proprio vissuto emotivo.

Realizza i giochi proposti. (All. A) Analizza il proprio vissuto emotivo e l’interazione con i compagni.(All. B)

Raggruppamento alunni: lavoro di gruppo, individuale. Metodo: attività ludica Mezzi e strumenti: stanza –palestra in cui muoversi alla presenza di ostacoli.

All. A Contiamo insieme. In cerchio, si conta da uno a dieci. Il coordinatore inizia dicendo il numero uno, gli altri uno alla volta spontaneamente dovranno continuare il conto, se le voci si sovrappongono o due persone ripetono lo stesso numero, si inizia di nuovo dal numero uno. L’obiettivo è che spontaneamente e in silenzio, voci sempre diverse senza sovrapporsi, procedano nella conta da uno a dieci. Questo gioco è tanto difficile quanto divertente. Dovrebbe essere ripetuto più e più volte magari intervallato da attività più impegnative.

L’orso e l’orsetto I bambini si dividono in coppie: un membro della coppia simula di essere l’orso e l’altro l’orsetto. L’orsetto si affida all’orso e si lascia guidare ed accudire.

L’ORSO E L’ORSETTO

“ Il bruco” Si forma un bruco mettendo in fila un gruppo di bambini.

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1. Ci si mette in fila con le mani sui fianchi del compagno che precede 2. Il capofila ha gli occhi aperti, gli altri hanno invece gli occhi chiusi. 3. Il capofila parla con i compagni mentre li guida, dando così un aiuto 4. A intervalli l'insegnante propone il cambio e chi si trova in testa va in coda alla fila 5. Quando tutti gli studenti hanno fatto il capofila, i compagni di gruppo tornano ai loro posti e riflettono su come si sono sentiti in qualità di capofila e di compagno cieco

IL BRUCO

All. B

Debriefing In qualità di capofila: Come ti sentivi quando guidavi? Perché? Qual è stato il fastidio maggiore che hai provato in questo gioco? In qualità di compagno cieco: a) Come ti sentivi quando camminavi ad occhi chiusi? b) Eri a tuo agio? c) Perché? d) Quale è stato il fastidio maggiore che hai provato in questo gioco.

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A) IN QUALITA’ DI CAPOFILA Domande e risposte Analisi

a) Come ti sentivi quando guidavi? b) Perché?

1.Non ho comunicato bene gli ostacoli 2.Non riuscivo a far sentire la mia voce 3.Bene, perché parlavo solo io 4.Malcontento perché tutti si sono staccati subito 5.Male perché avevo attaccato solamente un bambino, però bene perché non abbiamo avuto problemi 6.Mi sono fidato di me 7.Io avevo paura di non riuscire 8.E’ stato bellissimo 9.Non mi ascoltavano è stato un disastro 10.Alcuni sono caduti e poi tutti si sono staccati, non siamo riusciti a terminare il gioco 11.Non mi ascoltavano e andavano per conto loro.

Gli alunni in qualità di capofila hanno provato situazioni diverse. Alcuni hanno mostrato disagio nel comunicare gli ostacoli, nel far sentire la voce, nel fatto che i compagni si sono staccati subito, nel non essere ascoltati. Altri si sono sentiti bene perché si udiva solo la propria voce e avevano fiducia nelle proprie capacità. Un allievo sostiene che il gioco è stato bellissimo, un altro prova disagio perché non sono riusciti a terminare il gioco.

c) Quale è stato il fastidio maggiore che hai provato in questo gioco?

1.Far sentire la mia voce

2.dare i comandi 3.Alcuni andavano da un’altra parte 4.Le voci dei compagni 5.Non mi ascoltavano 6.Non stavano zitti 7.Non abbiamo rispettato le regole 8.Il chiasso 9.Il disordine 10.Non riuscivo a dire giusto 11.Il chiasso.

A questa domanda gli allievi hanno espresso le loro difficoltà: far sentire la propria voce, dare i comandi, essere ascoltato. Fattore di maggior disturbo è stato il chiasso e il disordine. Un allievo ha evidenziato la mancanza di rispetto delle regole.

B) IN QUALITA’ DI COMPAGNO “CIECO”

Domande e risposte Analisi a)Come ti sentivi quando camminavi ad occhi chiusi? b)Eri a tuo agio? c)Perché? 1-Male perché avevo paura degli ostacoli 2.Bene 3.Avevo paura di farmi male 4.Bene perché sentivo i comandi 5.Male era un caos 6.Io sentivo poco i comandi ma mi guidava quello davanti a me 7.Malissimo perché non vedevo e non sentivo, ho smesso subito di giocare 8.Male perché mi spingevano, inciampavo e sono caduto più di una volta 9.Io non mi sentivo fidata 10.E, ma gli ostacoli arrivavano all’improvviso 11.Io andavo con gli occhi aperti perché tutti ridevano, però era divertente 12.Sono stato bene 13.Bene

Gli alunni esprimono sentimenti contrastanti. Alcuni si sono sentiti male perché avevano paura di incontrare ostacoli, di farsi male. Questo è provocato dal fatto di non vedere e non avere fiducia nell’altro. Alcuni alunni o tenevano gli occhi aperti contravvenendo così alle regole del gioco o li aprivano spesso. Solo quattro alunni si sono sentiti bene.

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14.Non ero sicura di chi guidava 15.Neppure io mi fidavo 16.Aprivo gli occhi spesso 17.Camminavo piano perché avevo paura 18.Non riuscivo a chiudere gli occhi perché ero caduta. d)Quale è stato il fastidio maggiore che hai provato in questo gioco? 1.Perché tutti parlavano 2.C’era troppo chiasso 3.Tutti spingevano 4.Ogni tanto qualcuno si staccava e la fila si rompeva 5.A me urlavano vicino alle orecchie 6.C’era troppo chiasso 7.Mi sarebbe piaciuto più ordinato 8.Mi hanno fatto lo sgambetto 9.Anche a me 10.Ci davamo anche le spinte 11.Qualcuno si buttava per terra anche se non c’era l’ostacolo e tutto finiva 12.Mi hanno tirato i capelli 13.Il disordine 14.Il chiasso 15.Non l’ho fatto bene 16.Tutti parlavamo 17.La paura 18Tutti facevano quello che gli parevano

In queste risposte si evince la mancanza del rispetto delle regole: tutti parlavano, c’era troppo chiasso, urlavano, facevano sgambetti, tiravano capelli,…. Un allievo afferma che occorreva più ordine nello svolgimento del gioco.

Considerazioni finali del docente : gli allievi in questo gioco di interazione non sono riusciti ad esternare una dimensione di fiducia verso i compagni, a rispettare le regole del gioco stesso e a dimostrare senso di responsabilità. Non sono riusciti a sintonizzarsi e a comprendere che il gioco riusciva se tutti cooperavano e si rispettavano. Fase 2 Obiettivo: comprendere l’importanza della cooperazione La prima parte di questa fase è stata effettuata dai bambini della scuola dell’Infanzia (5 Anni); la seconda parte i bambini hanno lavorato in gruppo con gli alunni della scuola primaria (classe 1°) la terza parte è stata realizzata dagli alunni di classe terza.

Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno SCUOLA INFANZIA Legge la fiaba “I musicanti di Brema” (All. A) Invita gli allievi a ripercorrere la fiaba letta, individuare i personaggi e disegnarli. Invita gli allievi a disegnare la storia in sequenze per formare un piccolo libro.

LAVORO DI GRUPPO - ANNI PONTE (III anno scuola infanzia e I classe Primaria )

Forma dei piccoli gruppi misti, distribuisce un disegno da colorare e invita gli allievi a formulare un relativo testo in rima (Caccia alla rima) CLASSE III Divide la classe in gruppi e Invita gli allievi a comporre un testo in rima osservando dei

Ascolta la storia attentamente. Ascolta le consegne, si predispone all’attività iconica, prepara il materiale ed esegue il disegno. (All. B) Sceglie una sequenza, la disegna (All. C) poi, aiutato dall’insegnante, confeziona il libro. (All. D) Si predispone in gruppo, colora il disegno, pensa parole in rima, si confronta con i compagni e scrive la parte della filastrocca (ALL. E) Si predispone in gruppo, osserva e colora i disegni, confronta le sue idee con i compagni

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disegni (PAROLE IN RIMA)

e insieme compongono la filastrocca. (ALL. F)

Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; individuale, con piccolo gruppo. Metodo: narrazione di fiaba; ascolto; attività di rappresentazione iconica; meta cognizione sui possibili comportamenti a favore o contro la cooperazione, scrittura di testi poetici. Mezzi e strumenti: testo; disegni; fogli, colori, materiale vario per libro.

All. A

All. B

ALL. C

Un asino ormai troppo vecchio e stanco non era più capace di portare pesi, per questo il suo padrone decise di abbandonarlo in un angolo della stalla. Triste e desolato scappò per andare a Brema a fare il musicista.

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Si era incamminato da poco quando incontrò un cane magro e ansante: “Sono dovuto scappare dal mio padrone perché sono troppo vecchio e incapace di cacciare” dice il cane. “Vieni con me a Brema, laggiù faremo fortuna con la musica” suggerì l’asino.

Strada facendo incontrarono un gatto bagnato e arruffato. “sono vecchio e soffro d’artrite e non riesco più a prendere topi, così la padrona vuole affogarmi!”. “Vieni con noi a fare il musicista a Brema” gli proposero l’asino e il cane.

Passando davanti ad una fattoria furono distratti dalla voce di un gallo che lanciava a squarciagola l’ultimo canto prima di finire in pentola. “Vieni con noi con la tua voce conquisteremo Brema” dissero gli amici

Ormai si era fatto buio. Dall’alto di un albero il gallo vide una luce. Piano, piano si avvicinarono, guardarono all’interno attraverso la finestra e videro in mezzo alla stanza un tavolo e quattro ceffi paurosi che si abbuffavano.

Allora studiarono un piano diabolico. Il cane balzò sul dorso dell’asino,il gatto salì fin sulla testa del cane, il gallo si appollaiò sulle spalle del gatto e … fu tutto un ragliare, abbaiare, miagolare e schiamazzare. Terrorizzati i quattro briganti scapparono investiti da calci, morsi, graffi e beccate.

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I quattro amici non ci pensarono due volte: si precipitarono all’interno della casa , si sedettero al tavolo e … forse sono ancora lì che vivono felici!

ALL. D

Libricino individuale realizzato dai bambini

ALL. E

L’asinello ormai vecchio diventato dal padrone è maltrattato; se ne va per la via in cerca di compagnia.

Ai margini del fosso vede un cane spaventato anche lui, perchè vecchio, dal padrone è scappato. Andiamo a Brema a suonar le serenate così passeremo contenti le nostre giornate.

“Vengo anch’io” dice il gatto arruffato al duetto ormai formato, i topi non riesco più ad acciuffare e dal padrone son dovuto scappare.

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A squarciagola un gallo canta disperato prima che il collo gli venga tirato. Insieme agli amici Brema lo attende e nel cuore la speranza si riaccende.

Dentro la casa ci sono i briganti: ridono, bevono e mangiano cibi invitanti. Il piano che insieme hanno organizzato per farli spaventare ha funzionato.

ALL. F Qui comincia l’avventura… del somar Bonaventura,

che guardandosi allo specchio e vedendosi assai vecchio, per paura del padrone

vuole fare un gran fugone.

Se ne va lungo la via, in cerca sol di compagnia, trova un cane brontolone, per sfuggire al brutto omone, verso Brema son diretti per cantare nei duetti.

Ecco un gatto miagolone, per colpa del cattivone si lamenta ogni momento per il poco nutrimento, per troppa malinconia se ne va con la compagnia.

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Or che il gruppo si è formato e nel bosco sistemato, un riparo va cercato e una casa han trovato.

Lo schiamazzo degli animali pone fine ai baccanali, Lo spavento attanaglia quella specie di canaglia.

I banditi fuggon forte senza chiudere le porte. Dentro il bosco son scappati e giammai più avvistati.

Mangian, bevon gli animali poi dormon come maiali, neppur si accorgon del curioso che in casa entra un po’ smanioso. Si sveglia il gatto, balza su il cane,

addosso all’uomo vanno a “franare”, arriva il gallo col becco arcuato, il malcapitato è di certo ammaccato; l’asino infine lo sbatte nel burrone sferrando a lui un sonoro calcione.

Fase 3 Obiettivo: ampliare con l’immaginazione la situazione di cooperazione. Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno

Divide la classe in quattro gruppi. Promuove un laboratorio di scrittura creativa distribuendo delle immagini e invitando gli allievi a manipolare il finale della la fiaba de “ I musicanti di Brema” dei fratelli Grimm pensando alle diverse situazioni che si potrebbero generare con il possibile ritorno dei briganti. Invita a leggere gli elaborati ed insieme alla classe sceglie il finale che includa il “diverso” e stabilizzi la situazione di benessere per tutti.

Ascolta le consegne, si dispone in gruppo, osserva le immagini ed ipotizza le diverse situazioni legate al ritorno dei briganti:

- una nuova sconfitta dei briganti - una vittoria dei briganti - una vittoria sia dei briganti che dei

musicanti di Brema. Ascolta e con il gruppo classe sceglie il finale in cui si realizza un ampliamento della cooperazione in modo da non escludere nessuno.( All. A)

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Invita poi gli alunni ad illustrare in sequenze il racconto inventato e a realizzare un cartellone conclusivo.

Individua le sequenze, le condivide con i compagni e le disegna. (All. B) Realizza il cartellone (All. C)

Raggruppamento alunni: lavoro individuale, lavoro a gruppi Metodo: laboratorio di scrittura creativa Mezzi e strumenti: immagini; quaderno.

ALL.A SCUOLA DELL’INFANZIA

La nostra storia finisce così … Uno dei briganti si fece coraggio e tornò nella casa curioso di scoprire chi fossero quegli strani esseri che li avevano tanto spaventati. Suonò il campanello e fu l’asino ad aprire. Gli altri animali furono pronti ad acciuffarlo ma l’asino alzò una zampa e li fermò dicendo: “Perché non diventiamo amici, ognuno può mettere a disposizione degli altri quello che sa fare, insieme possiamo formare una banda per guadagnarci da vivere suonando a Brema.” Tutti accettarono di buon grado la proposta e felici festeggiarono, ballando, cantando e … mangiando raggiunti anche dagli altri briganti. Così vissero insieme nella casa della foresta cooperando per il bene comune.

SCUOLA PRIMARIA CLASSE 3°

“CHE DIRE DI QUESTO FINALE ?” I briganti, pallidi e tremanti di paura, scapparono nel bosco per cercare un rifugio. Superato il primo momento di smarrimento, cominciarono a riflettere. Il capo disse: “Aspetteremo che il sole sorga per rientrare tutti insieme…la notte è piena di pericoli e spesso ci spaventiamo per cose da nulla”. Alle prime luci dell’ alba si avviarono lungo il sentiero che portava alla loro abitazione. Arrivati vicino all’ uscio, non sentirono alcun rumore provenire dall’ interno, per cui entrarono sicuri che la casa fosse vuota. Entrati, videro degli animali innocui, vecchi e malconci che dormivano profondamente. Alla vista di quello spettacolo, non seppero trattenere una grossa risata ed esclamarono: ”Se si sapesse in giro che siamo scappati per colpa di questi poveri animali che figura ci faremo mai!”. Il gallo fu il primo a svegliarsi poi un sonoro chicchirichì ridestò il cane, il gatto e l’asino che salutarono festosi i nuovi arrivati . Dopo una così gioiosa accoglienza, i briganti interrogarono i quattro sventurati; vennero così a sapere della loro triste storia e si commossero. Decisero di aiutarli e tutti insieme formarono un gruppo rock che in breve tempo divenne famoso in tutto il mondo. Ogni domenica mattina si esibivano quattro strani cantori: un asino, un cane, un gatto e un gallo che, accompagnati da tamburo, grancassa, tromba e chitarra, suonate dai briganti, lanciavano verso il cielo una cozzaglia di suoni. Era davvero divertente ammirare un complesso così bizzarro! Con il ricavato di questi concerti, gli stravaganti musicisti organizzarono un meraviglioso parco per accogliere gli animali maltrattati dai loro padroni perché ormai stanchi e vecchi. I quattro celebri cantori e gli insoliti musicisti vissero tutti insieme in armonia per anni e anni felici di essere finalmente utili per il bene degli altri.

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ALL.B

Superato il primo momento di smarrimento, i briganti decisero di tornare nella loro abitazione. Entrati videro degli animali innocui,vecchi e malconci che dormivano profondamente.

Il chicchirichì del gallo svegliò gli altri animali che salutarono festosi i nuovi arrivati. Tutti insieme decisero di formare un gruppo rock, che in breve tempo divenne famoso in tutto il mondo.

Ogni domenica mattina i quattro strani cantori si esibivano accompagnati da tamburo, grancassa, tromba e chitarra suonate dai briganti. Era davvero un complesso bizzarro e divertente!

Con il ricavato di questi concerti, gli stravaganti musicisti organizzarono un meraviglioso parco per accogliere gli animali maltrattati dai loro padroni, perché ormai stanchi e vecchi. L’allegra brigata visse per anni in armonia e felici di essere utili per il bene degli altri.

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ALL. C

Fase 4 Obiettivo: approfondire la dimensione etica della cooperazione.

Cosa fa l’insegnante Legge “ La fiaba dei gatti” di Italo Calvino. (cfr. UDL programmata nel fascicolo della formazione)) Invita a riportare in una serie di disegni la storia evidenziando le azioni delle due protagoniste, gli aiutanti della figliastra e gli antagonisti della figlia “maleallevata” e il diverso esito delle azioni delle due ragazze. Propone un’attività di riflessione sul significato della fiaba.

Cosa fa l’alunno Ascolta Compila, con i compagni di classe un tabellone in cui riporta i disegni secondo le indicazioni date dall’insegnante (All. A) Riflette e socializza con i compagni un commento sul significato della fiaba .

Raggruppamento alunni. Lavoro con gruppo classe, lavoro individuale. Metodo: narrazione di fiaba, ascolto, attività di sintesi, meta cognizione sui possibili comportamenti a favore o contro la cooperazione. Mezzi e strumenti: testo, tabellone, schema.

ALL. A

Questo allegato è stato eseguito dalla scuola Primaria (classe 1° e 4°) SEQUENZE, PERSONAGGI, OGGETTI DELLA STORIA

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Una matrigna non tanto bella ma giovane, ha generato una figlia e poi ha adottato la figlia del marito: una figliastra.

Una donna aveva una figlia e una figliastra. La figlia era bella e ricoperta d’oro invece la figliastra faceva le pulizie.

Un giorno la figliastra andò a raccogliere le cicorie, ma trovò un cavolfiore e lo sradicò.

La figliastra scese dalla scala e vide tanti gatti che eseguivano le faccende domestiche. Con tanta gentilezza e volontà li aiutò.

I gatti nella cantina stavano facendo pranzo, mangiavano i fagioli. La figliastra divise il suo pollo con loro.

Mamma gatta presentò vestiti e scarpe alla figliastra. Questa, scelse i vestiti stracciosi ma la gatta gli diede quelli più costosi. La figliastra diventò bellissima.

Questo allegato è stato eseguito dalla scuola primaria (classe 1°)

“Il gatto mammone”: fiaba della tradizione popolare)

SEQUENZE – STRUTTURA – AZIONI - ESITI

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INFINE LENA VISSE FELICE E

CONTENTA CON IL SUO

PRINCIPE

FASE 5 OBIETTIVO: focalizzare l’attenzione delle caratteristiche richieste dalla cooperazione nel vissuto di vita di classe.

Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Sposta l’attenzione dal mondo delle fiabe al contesto di vita della classe e sottopone un problema per far riflettere sulle condizioni che servono per arrivare alla cooperazione partendo dal proprio vissuto

Affronta il problema relativo ad una questione di classe e discute con i compagni su come risolverlo arrivando ad una forma di cooperazione che sia efficace nel fine e nel metodo in modo da soddisfare tutti. (All. A)

Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; individuale. Metodo: problem-posing ; discussione orientata; attività di sintesi.

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Mezzi e strumenti: situazione di caso; tabellone.

ALL.A

COMPITO IN SITUAZIONE: riordinare l’aula

“Da solo? non ce la farò mai!”

“Aiutatemi anche voi!”

Tutti insieme abbiamo fatto presto e bene!

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Fase 6 Obiettivo: ripercorrere l’itinerario didattico e prendere coscienza dell’incremento cognitivo ed affettivo raggiunto.

Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Invita a ripercorre le varie fasi dell’UDL Pone domande per favorire la presa di coscienza del percorso formativo e il grado di gradimento e/o partecipazione al percorso Fa convergere l’attenzione sulla fiaba “I musicanti di Brema” e invita gli alunni a immedesimarsi nei personaggi per drammatizzare la storia. Divide la classe in gruppi e chiede di rappresentare con uno slogan il loro significato di cooperazione.

Prende il quaderno in mano e ripercorre le varie fasi dell’UDL Si interroga sul suo grado di acquisizione, risponde e socializza con i compagni impressioni, emozioni e conoscenze. Sceglie un personaggio, ne individua le caratteristiche e le azioni e drammatizza la scena. (All. A) Discute con i compagni e contribuisce alla formazione del cartellone finale (All. B)

Raggruppamento alunni: lavoro individuale, lavoro con gruppo classe Metodo: attività di meta cognizione, drammatizzazione. Mezzi e strumenti: quaderno, cartelloni di classe, materiale per i travestimenti.

ALL.A

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LA NOSTRA VERSIONE DELLA STORIA (alcune scene)

“… se ammazzassimo l’asino e salassimo la carne sarebbe gustosissima!”

“meglio scappare che finire in pentola!”

“Andiamo tutti a Brema” “un futuro di musicisti ci attende”

Da qui si sente un profumino

“Ho visto veramente un fantasma! scappiamo”

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Da soli non si può stare degli altri ci dobbiam fidare;

se le forze uniamo persino in capo al mondo andiamo

ALL. B