ISBN 978-88-916-2016-3 · 2017. 4. 17. · puro senso, pura poesia. A me è sembrato sintomatico...

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  • ISBN 978-88-916-2016-3

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    Finito di stampare nel mese di novembre 2016 nello stabilimento Maggioli S.p.ASantarcangelo di Romagna (RN)

  • ASCOLTO IL TUO CUORE, CITTÀ

    RICCARDO CANELLA

    AC2

    ARCHITETTURA E CITTÀ

    AMBIGUITÀ ENDEMICHE, POLITICHE E MORFOLOGICHE,DELL’ARCHITETTURAIN ITALIA

  • Architettura e Città Collana di quaderni di critica operativa che raccolgono gli studi dell’omonimo gruppo di ricerca che ha operato presso il Dipartimento di Progettazione dell’Architettura alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano dal 1963 al 1995 e alla Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano Bovisa dal 1995 al 2009 composto da Guido Canella, Michele Achilli, Lucillo Stellario d’Angiolini, Antonio Acuto, Pellegrino Bonaretti, Enrico Bordogna, Marco Canesi, Alessandro Christofellis, Giovanni Di Maio, Vincenzo Donato, Giorgio Fiorese, Vittorio Garatti, Enrico Mantero, Gian Paolo Semino e i loro studenti

    Direzione editoriale Riccardo Canella (coordinatore)Davide GuidoMarco Valsecchi

    Comitato d’orientamento Michele AchilliRiccardo CanellaMarco CanesiVittorio GarattiRoberto GottardiRicardo Porro

    ACQUADERNI DI CRITICA

    D’ARCHITETTURA

    MONOGRAFIAANTOLOGIARICERCASAGGIO

    02OPERATIVA

  • A.C.2Ascolto il tuo cuore, cittàAmbiguità endemiche, politiche e morfologiche, dell’architettura in Italia

    Riccardo Canella

    Cura redazionale Camilla Laura Pietrasanta

    Grafi ca Davide Guido Camilla Laura Pietrasanta

  • Indice

    PremessaLa falsa opposizione tra binomi e dualismi in architettura: apollineo e dionisiaco, regola classica e sregolatezza romantica, ragione e senso

    “Empirismo eretico” dell’architettura nell’Italia rinascimentale Avvertire i sensiArchitettura e disegno d’architetturaCharles Spencer ChaplinArchitettura e “macchinismo produttivista”Roberto LonghiIl gusto dei primitivi Leonardo da VinciDa Filippo Brunelleschi a Baldassarre PeruzziSebastiano Serlio e il Laboratorio LatinoamericaGiulio Romano, il Cinquecento e il “gusto Michelangelo”

    “Scritti corsari” di approfondimento Il purismo raziocinante del “Cavallo di Bataglia” di Giulio Romano I giganti di Giulio Romano contrapposti al popolo della Sistina di Michelangelo BuonarrotiGotico internazionale versus stile RinascimentoArchitettura umbratile: la Rustica di Palazzo DucaleLeonardo da Vinci: teoria delle macchieIl gusto dei primitiviCollezionismo: David Taniers il giovane

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    Decoro, “decór”, “decorum” imperiale: Giuseppe ArcimboldoSensi: Pieter Paul RubensUdito: Jusepe De Ribeira detto lo SpagnolettoSimbolo e massoneria: Ieronimus BoschGoyaCézanneFuturismoCubismoEspressionismoL’architettura della modernitàPier Paolo PasoliniSacri MontiLatinoamerica: opere gesuitiche e domenicaneLatinoamerica: la modernità dopo il 1945MessicoUruguayColombiaVenezuelaArgentinaBrasileOscar Niemeyer: colloquiCubaVenezia: concorso per la nuova sede IUAV agli ex Magazzini Frigoriferi

    Indice dei nomi

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  • AC2 - Riccardo Canella14 Riccardo Canella – Avvertire i Sensi

    AC2 - Riccardo Canella

  • 15Riccardo Canella – Avvertire i Sensi

    “Empirismo eretico” dell’architettura nell’Italia rinascimentale

    Ascolto il tuo cuore, città

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    Leonardo da Vinci

    La “felpa di plasticità epidermica” che Longhi attribuisce a Leonardo nel momento in cui tende a riscattarne, parafrasandolo, il lavoro pittorico, potrebbe a pieno titolo diventare paradigma del grado di acquisizione di senso, del grado di elaborazione progettuale, tecnica e compositiva, delle molteplici “macchine” progettate da Leo-nardo, siano esse la Ruota per ricavare forza motrice dall’acqua, il Telaio tessile o una Mac-china escavatrice in veduta contestuale. Elaborazione tecnica e compositiva, “felpa di plasticità epidermica”, anche nel progetto di Città su diversi livelli, paradigma Milano, che viene appunto perfezionata e forma-lizzata da Leonardo attraverso un complesso percorso progettuale fi no a restituirne puro senso, pura poesia. A me è sembrato sintomatico che Longhi abbia esteso il paradigma, concludendo il suo bel saggio Keine Malerei, con un paragrafo su Leonardo, che nel testo viene descritto come: “(...) guasto dalla scienza ma anche [portatore di un talento che] sa dare un tratteggio una felpa di plasticità epidermica che lo ricorda dei tempi artistici”.Leonardo viene posto a confronto nientemeno che con Albrecht Dürer, che invece si confi gura come colui che “(...) osserva e traduce linearmente ogni cosa: traduce benché sia nota l’impossibilità estetica della traduzione. Egli traduce qualunque cosa invece. È il disegnatore dello stomaco di struzzo: digerisce le pietre”.Non credo che Longhi intenda accreditare o giustifi care una presunta superiorità di invenzione artistica, retaggio delle città riunite nello spazio della volgar lingua, nel momento in cui Leonardo - pur avendo pronunciato l’aforismatico “Lo naturale è sempre sanza errore” e pur non avendo presentato uno “stile” circoscritto all’interno del “gusto” corrente, ma praticando un percorso artistico esclusivo, straordinario quanto fortunato - si trovi a intralciare una linea altrimenti compatta in un’unica grande scuola secolare. Ciò sembra fuori dagli orizzonti longhiani. Si potrebbe inve-ce riscontrare una stretta affi nità di vedute, perlomeno sul concetto di “gusto”, tra queste due grandi personalità intellettuali, anche a distanza di quasi cinque secoli, perché entrambe capaci di un percorso stilistico esclusivo, straordinario e fortunato, contrassegnato da quell’“insondabile” processo di cui parla Dino Formaggio (1914-2008, fi losofo e critico d’arte, allievo di Antonio Banfi , ne ha ereditato la cattedra di Filosofi a dell’estetica all’Università statale di Milano. Con la sua opera l’estetica si afferma come scienza rigorosa e autonoma al cui centro si trova il concetto di artisticità come comunicazione contrapposto, non senza polemica, al concetto di

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    20. Particolare del trono ligneo dorato e dipinto raffi gurante Tutankamon e Ne-fertiti, 1500 a.C. circa.21. Stele raffi gurante Hesire (porta lignea della tomba).

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    artisticità come pura informazione) nella bozza del suo bel saggio sullo “stile” (pub-blicato in forma riveduta e corretta, ma sostanzialmente cambiato, con titolo Origini e destino dello spirito di separatezza e di dominio nel mondo occidentale nel luglio del 1994), poche pagine ricevute da lui stesso nel settembre del 1994, prima della divulgazione ex-cathedra avvenuta ad opera del fi losofo Elio Franzini nel 1996. Dino Formaggio in quest’ultimo testo inedito scrive a proposito del poeta, fi losofo e drammaturgo romeno Lucian Blaga (1895-1961): “(...) di quest’ultimo, poco noto tra noi, in un discorso sullo stile può dunque valere la pena di richiamare le tesi ancora valide di suoi originali studi, strettamente connessi con questo discorso, contenuti nelle due opere fondamentali in precedenza citate (“Orizzonte e stile” del 1936 e “Arte e valore” del 1939). In “Orizzonte e stile” il fi losofo e poeta romeno, intriso di atmosfere espressioniste e di metafi siche tardo-romantiche nella sua formazione viennese, aveva teorizzato il movimento degli atti creativi e culturali attraverso una fenomenologia dell’esperienza nel suo sorgere da un inconscio post-freudiano (di carattere “cosmo-genico”) e nel suo consegnarsi in Stile. Un inconscio che batte con suoi fenomeni di “personanza” (così defi niti da Blaga) alle soglie della coscienza, dove lo spazio e il tempo non sono più le kantiane forme a priori della sensibilità condizionanti lo strutturarsi dell’esperienza, ma matrici stilistiche complesse e varie strutturalmente originate dall’esperienza stessa - anche storica e geografi ca - alla quale, con orizzonti culturali diversi, imprimono le modellazioni formali culturali e artistiche delle infi nite modalità di messe in stile. Per cui il respiro della sensibilità creativa è il respiro stesso di un inesplorato - e inesplorabile della fi nitezza umana - anonimo centro cosmico creazionale alitante “Tutto”, non altrimenti qualifi cabile, dice Blaga, che come “Mistero”. Ma, a parte questo aleggiare di una metafi sica a suo modo mitopoietica, è il seguito del discorso che può ancora contare. Vale a dire, il suo sciogliersi nel concreto mondo delle esperienze storiche dove gli stili si vengono costituendo materialmente. E dove Blaga ci mette in presenza di una categorialità operativa di diverse tipologie generative degli spazi e dei tempi che presiedono alla formazione e alla originale strutturazione delle formazioni stilistiche che, nella vita interiore, sorgono dalle personanze spazio-temporali di una attività creativa dell’inconscio: creatività di forme, che diventano sistemi e insiemi formali diramati in sottoinsiemi che caratterizzano le dinamiche del corpo, della gestualità, della esternazione di segni-segnali e di segni simbolici, che diventano tracce di linee, di punti, di cerchi nell’aria, cenni che chiamano o respingono, modi della comunicazione e delle scelte, modi di farsi stile o di adeguarsi a conformazioni stilistiche. Questo fa pensare che, come c’e una fi siologia dello stile, così c’è pure una patologia dello stile. Lo stile è qualcosa di molto più profondamente fondato nella vita abis-sale del corpo di alcune manifestazioni esibizionistiche di semplice ornamentazione superfi ciale, puro abbellimento esteriore, pur sfi orandone a volte i margini rischiosi. Il passare dalle fi siologie alle patologie appartiene ai fenomeni e ai processi degenerativi che hanno le loro fenomenologie che

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    22. Leonardo da Vinci, Studi di ruota per ricavare forza motrice dall’acqua.

    “Empirismo eretico” dell’architettura nell’Italia rinascimentale

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    implicano descrizioni di passaggi dal naturale all’artifi ciale e all’artifi cioso, dall’agire della prassi costruttiva umanizzante alla contro-prassi distruttiva dell’uomo e del suo mondo e che si fanno net-tamente evidenti in quelli che si chiamano “stili di vita”. Lungo è il cammino delle stratifi cazioni fi siologiche e formazioni psicologiche che dai più lontani secoli giungono fi n dentro allo stile di vita di ciascuno di noi o di ciascun popolo (...)”. E continua scrivendo a proposito dello scrittore tedesco Gottfried Benn (1886-1956): “(...) Gottfried Benn, il poeta delle “poesie statiche”, scriveva: “Noi portiamo i popoli primitivi nella nostra anima e quando la tarda razio si allenta, nell’ebbrezza e nel sogno, essi emergono con i loro riti, con la loro spiritualità prelogica e concedono un’ora di partecipazione mistica”. Da lontano, un lontano temporale che [è] un lontano affondare del profondo inconscio, [questi personaggi] giungono fi no alle nostre forme letterarie e artistiche, ai tropi delle svolte semantiche e alle fi gure dell’immaginario iconico che già nelle retoriche antiche avevano aperto il discorso dello stile, e, più in là ancora, fi n dentro alle opere e ai giorni dell’uomo nei reticolati dei suoi comportamenti prossemici. Lo stile di vita non è certo merce che si acquista al mercato. È un prodotto di lunga acquisizione e di lenta maturazione interiore sia nei modi e nei modi della personalità che in ogni atto creativo di forme[,] sia[no esse] delle organizzazioni verbali che degli organismi oggettuali non verbali.”.Nonostante la particolare scrittura in forma di bozza, questo saggio inedito - a dif-ferenza di quello pubblicato - mi sembra possa portare ad alcune considerazioni: perché non pensare che al di là della razio esista una condizione umana di “spiritualità prelogica” e che quell’ora di “partecipazione mistica” di cui parla Gottfried Benn non possa coincidere, in forma e modi diversi, in tutte le forme artistiche? In architettura per esempio, attraverso una dilatazione temporale, a quel “segreto religioso” di cui va discutendo il critico, editorialista e scrittore Edoardo Persico (1900-1936) nel suo importante saggio del 1936, Punto e da capo per l’architettura, dove l’autore riconosce che, rispetto alla contemporanea architettura tedesca (rifondata sull’“industria di un intero Paese”), a quella italiana manca ancora quella speciale fede, primitiva passione, nelle possibilità di cambiamento delle coordinate del fare architettura, che rappre-senterebbe, d’altraparte, la caratteristica primaria al raggiungimento di quella “bellez-za intellettuale” della quale, invece, va scrivendo in un altro bel saggio del 1935, Coope-rativa Föerbundet, a proposito degli architetti svedesi riuniti in quegli anni intorno alla Katarinahissen, la famosa torre-ascensore di Stoccolma. È possibile ipotizzare la paura di essere frainteso in Longhi di Keine Malerei, la paura di coinvolgere una poetica veramente autentica, quella di Leonardo da Vinci, nella sua condanna assoluta, naturalmente rinnegata in seguito, ma in quel momento casus belli per l’atto di ritirata dalla “conventicola” di certa storia dell’arte?

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    23. Leonardo da Vinci, Studi di telaio tessile.

  • AC2 - Riccardo Canella110 Riccardo Canella – Avvertire i Sensi

    AC2 - Riccardo Canella

  • Indice dei nomi

    Ascolto il tuo cuore, città

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    AAlvar Aalto p. 75dLeon Battista Alberti pp. 44, 46Giovanni Antonio Amadeo p. 39Amenofi IV Faraone, Akenaton (detto) pp. 31, 32, 32dGiuseppe Arcimboldo pp. 64, 64dPietro Aretino pp. 56, 56dCarlo Aymonino p. 17

    BEleonora Bairati pp. 41, 47Antonio Banfi p. 34Sergio Baroni p. 105dLuis Ramiro Barragán Morfi n pp. 85d, 86d, 87dGiovanni Battagio p. 38Carmelo Bene p. 77dGottfried Benn p. 36Bernard Berenson p. 27Lucian Blaga p. 35Lina Bo Bardi pp. 94d, 95dUmberto Boccioni pp. 26, 70dIeronimus Bosch pp. 67, 67dBramante, Donato di Pascuccio di Antonio (detto) pp. 37, 38, 39, 44, 46, 51Bramantino, Bartolomeo Suardi (detto) pp. 39, 40d

    Iosif Aleksandrovič Brodsky p. 65Filippo Brunelleschi pp. 37, 38, 42, 44, 45Michelangelo Buonarroti pp. 28, 39, 46, 50, 51, 58

    CRiccardo Canella pp. 17d, 78d, 102d, 103d, 106d, 107d, 109dKarel Capek pp. 24, 24dFidel Castro p. 42Benvenuto Cellini p. 51Paul Cézanne pp. 69, 69dCharles Spencer Chaplin pp. 22, 22d, 23, 23dJosé Chavez Morado p. 84dAmedeo Chigi p. 47José Antonio Choy p. 104dFilippo Ciorra p. 18Cleopatra p. 32Joseph Conrad pp. 9n, 13Lucio Costa p. 99dBenedetto Croce p. 26

    DGiuliano da Maiano p. 46Leonardo da Vinci pp. 28, 34, 35d, 36, 36d, 37, 37d, 38, 38d, 39, 40, 40d, 41, 41d, 42, 42d, 43, 43d, 44, 44d, 45d, 47, 61

    AC2 - Ascolto il tuo cuore, città

    I numeri seguiti da “n” indicano una citazione nelle note, seguiti da “d” una citazione nelle didascalie.

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    Armando Dal Fabbro p. 21Costantino Nicolò Sebastiano Dardi p. 77Ferdinand de Saussure p. 62Andrea del Castagno p. 27Piero della Francesca p. 27Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi pp. 43, 44Giotto di Bondone p. 27Arnolfo di Cambio p. 42Benci di Cione p. 42Simone di Francesco Talenti p. 42Francesco di Giorgio Martini p. 46Eladio Diesde p. 88dOtto Dix pp. 32, 33d, 72dAlbrecht Dürer pp. 26, 28, 34

    FSilvya Ferino-Pagden pp. 32, 33Marco Ferreri p. 77Filarete, Antonio Averlino (detto) p. 38Anna Finocchi pp. 41, 47Dino Formaggio pp. 34, 35Jean Fouquet p. 26Elio Franzini p. 35Giovanni Fraziano pp. 12, 17, 19Karl Freund p. 24

    GVittorio Garatti pp. 12, 18, 82d, 83d, 104d, 105d, 106d, 107d, 108dCesare Garboli pp. 26, 27Giovanni Gardella pp. 26, 29Ignazio Gardella pp. 31, 32dAntoni Gaudì p. 73dSiegfried Giedion p. 17Giulio Romano, Giulio Pippi (detto) pp. 51, 51d, 52d, 53d, 56, 56d, 57d, 58, 58d, 60d, 108Ernst Gombrich pp. 29, 30, 32Roberto Gottardi pp. 12, 106d, 107dFrancisco José Goya pp. 68, 68dVittorio Gregotti p. 18David Llewelyn Wark Griffi th p. 23Juan Gris pp. 31, 33dWalter Gropius p. 75d

    HHugo Häring p. 74dHaseptsut p. 31Hesire pp. 32, 34d

    Indice dei nomi

  • 114

    KVasilij Kandinskij p. 31Boris Karloff (W.H. Pratt) pp. 24, 24d

    LFritz Lang pp. 17d, 24Le Corbusier pp. 75d, 76dLeopoldo Guglielmo p. 63dRino Levi p. 97dAlberto Lionello p. 77Lo Spagnoletto, Jusepe De Ribeira (detto) pp. 66, 66dRoberto Longhi pp. 26, 26d, 27, 28, 34, 36Rafael Lopez Rangel p. 81Peter Lorre p. 24Ludovico il Moro, Ludovico Maria Sforza (detto) p. 46

    MKarl Marx p. 42Masaccio, Tommaso di ser Giovanni di Simone (detto) p. 27Erich Mendelsohn p. 74dGiovanni Michelucci p. 76dPiet Mondrian p. 31Edgar Morin p. 22

    NReinhold Nägele p. 72dNefertari p. 32 Nefertiti p. 34dOscar Niemeyer pp. 81, 81d, 97d, 98d, 99d, 100d, 101d, 102, 102d, 103d

    OJuan O’Gorman pp. 84d, 85d

    PAndrea Palladio p. 48Pier Paolo Pasolini pp. 28, 32, 51, 77Giovanni Pastrone p. 23Ivan Petrovic Pavlov p. 24Edoardo Persico p. 36Baldassarre Peruzzi pp. 37, 44, 45, 45d, 46, 47Platone p. 29, 31Hans Poelzig p. 73dBaccio Pontelli p. 46Pontormo, Jacopo Carucci (detto) p. 51Ricardo Porro pp. 12, 106d, 107dFrancesco Primaticcio p. 47

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    RMarcantonio Raimondi p. 56dRameššêše II p. 29Affonso Eduardo Reidy pp. 95d, 96dPaolo Antunes Ribeiro p. 95dFratelli (Marcelo, Mauricio, Milton) Roberto p. 98dMiguel Angel Roca pp. 83d, 92d, 93dErnesto Nathan Rogers pp. 19, 38Bernardo Rossellino p. 46Aldo Rossi p. 17Rosso Fiorentino, Giovanni Battista di Jacopo (detto) p. 51Pieter Paul Rubens pp. 65, 65d

    SRogelio Salmona p. 89dJohaquim Sanchez Idalgo pp. 84d, 85dSansovino, Jacopo Tatti (detto) p. 44Raffaello Sanzio pp. 39, 44, 45, 46, 47, 50, 51Oskar Schlemmer pp. 71, 71dRoberto Segre p. 81Luciano Semerani pp. 12, 17, 19Sebastiano Serlio pp. 44, 46, 46d, 47, 47d, 48, 48d, 49, 49dGuiniforte Solari p. 38Rudolf Steiner p. 73d

    TManfredo Tafuri p. 108David Taniers il giovane p. 63, 63dClorindo Testa pp. 18d, 21, 82d, 92d Giovanni Testori p. 32Enrico Thovez p. 27Tutankamon pp. 32, 34d

    UPaolo Uccello p. 27Jorn Utzon p. 76d

    VJan Van Eyck (Giovanni da Bruggia) pp. 26, 27, 28Giorgio Vasari pp. 28, 47Lionello Venturi, p. 29Jacopo Barozzi da Vignola pp. 47, 48, 49, 50dJosé Villagran Garcia p. 84dCarlos Raul Villanueva pp. 83d, 90d, 91d

    WOrson Welles p. 42James Whale p. 24Wilhelm Worringer pp. 29, 30

    Indice dei nomi

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    Alcune parti di questa pubblicazione costituiscono una nuova edizione riveduta, corretta e ampliata di parte del testo già pubblicato in: R. Canella, Sul rapporto tra luogo, tema e forma in architettura. Alcune note per un breviario generazionale di composizione, Libreria Clup, Milano, 2005.

    Ascolto il tuo cuore, città

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