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Corso di aggiornamento ai docenti I.P.S.S.A.R. “Marco Gavio Apicio” Anzio 31 maggio 2010 1

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Corso di aggiornamento ai docenti

I.P.S.S.A.R. “Marco Gavio Apicio” Anzio

31 maggio 2010

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Il processo di integrazione scolastica dell’allievo disabile e/o con disagio psico-sociale:

uno sguardo alle attuali prospettive dell’intervento

Corso di aggiornamento ai docenti

31 maggio 2010

A cura diDott.ssa Manuela Turano

(Psicologo Clinico Coop. Soc. “Massimiliano Kolbe”)‏

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Corso di aggiornamento ai docenti – 31 maggio 2010

La ricerca:

rilevare i bisogni educativi degli allievi dell’Istituto

La necessità di:

• Censire la popolazione scolastica in situazione di disabilità

• Allargare lo spettro degli interventi

• Delineare i contorni del disagio psicosociale

Il progetto in due tappe:

• Mappatura delle certificazioni

• Mappatura del disagio psico-sociale

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Corso di aggiornamento ai docent

Metodologia

Interviste rilasciate dai docenti disostegno su:

• Dati anagrafici dell’allievo

• Profilo didattico

• Frequenza scolastica

• Rendimento complessivo

• Tipologia di PEI

• Profilo delle competenze acquisite

33 questionari ricevuti su 40 allievi certificati

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Corso di aggiornamento ai docent

Analisi dei risultati

• Gruppo eterogeneo di nascita (1987 e 1995)‏

• Età media di 17,7 anni

• Distribuzione omogenea dalla I alla V classe

• Stazionamento in II e IV

• 44% pluri-ripetenti

• La totalità degli allievi in IV hanno ripetuto almeno un anno

• Buona quota di maggiorenni

• Bacino di utenza prevalentemente extra distrettuale (61%)‏

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Tabella 1: distribuzione degli allievi per Comune di residenza e Struttura Socio-Sanitaria

ASL-UONPIRMH/2

ASL-UONPIRMH/4

ASLRMH/6

ASL-UONPI

Distretto Latina

ASL-UONPI

Distretto di

Aprilia Cisterna

ASL-UONPIASL RM A

TOTALEDistretto ASL

UONPI H

1 5 9 3 2 9 3 32[1]

3,1% 15,6% 28,1% 9,3% 6,2% 28,1% 9,3% 80%

ARICCIA ARDEA Anzio Nett Anzio Ardea LATINA APRILIA Aprilia Ardea Nettuno

1 7 7 6 1 2 2 11 1 1 1 40

2,5% 17,5% 17,5% 15% 2,5% 5% 5% 27,5% 2,5% 2,5% 2,5% 100%

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1 Il sottodimensionamento dei casi in carico presso le strutture sanitarie dipende dalla loro

r1 Il sottodimensionamento dei casi in carico presso le strutture sanitarie dipende dalla raggiunta maggiore età dell'utenza

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Tabella 2: distribuzione di frequenza delle diagnosi cliniche

Disturbi neuromotori(da cod. 1.10 a ‏(1.30

Disturbi sensoriali(da cod. 2.10 a 2.22)‏

Disturbi settoriali dello sviluppo(da cod. 3.10 a 3.50)[1]

Disturbi globali dello sviluppo(da cod. 4.10 a 4.42)‏

Disturbi sviluppo affettivo-relazionale(da cod. 5.10 a 5.32)‏

Dist. misti

3 0 12 14 11 18

7,5% 0 30% 35% 27,5% 45%

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2 Alcune Strutture Sanitarie prediligono la codifica del ICD-10 soprattutto per i Disturbi di Apprendimento

Specifici (F81.1 F81.2, F81.3 DAS) o altrimenti non specificati (F81.9 DANS)‏

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Profilo didattico

• 79% allievi frequenta con assiduità contro 21% con molte assenze

• 50% dei casi il rendimento è in linea con il resto della classe

• PEI strutturato-differenziato nel 40% dei casi, semplificato nel 27,5% e 32,5% degli allievi non ha intervento personalizzato

Profilo competenzeServizio di sportello CIC e richieste di supporto specialistico danno unastima dell’incidenza del disagio psico-sociale intorno al 20%

Emergono alcuni elementi di difficoltà nella gestione di sé e preoccupante tendenza all’isolamento, scarsamente riequilibrata dallarete familiare e sociale di protezione

Grosse difficoltà negli apprendimenti specifici e nell’elaborazione delleinformazioni

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Il Disturbo Specifico di Apprendimento

Circa 350mila studenti italiani fra i 6 e i 19 anni soffrono di dislessia

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Disturbo specifico di apprendimento

• disabilità di origine neurobiologica

• difficoltà nella lettura, scarse abilittà in scrittura e decodifica

• deriva da deficit fonologico del linguaggio

• inattesa in rapporto ad altre abilità cognitive

• conseguenze su comprensione della lettura, ridotta crescita vocabolario e conoscenza generale

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In un DSA possono essere compromessi:

• rapidità-fluidità di lettura, scrittura e calcolo

• lettura, scrittura sillabica, pause, riletture, autocorrezioni

• non automatizzazione dei fatti numerici ed algoritmi

• correttezza della lettura, scrittura, calcolo

• sostituzioni, elisioni-inversioni-aggiunte, errori ortografici

• errori di scrittura, incolonnamento, calcolo

• uso cognitivo della lettura, scrittura, calcolo

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La consapevolezza fonologica

Abilità di confrontare, segmentare e discriminare le parole in base alla loro struttura fonologica

• identificare il numero di sillabe o suoni

• identificare la parola che non c’entra

• giudizio di rime e generazione di rime

• analisi e sintesi fonemica

• aggiungere, togliere o spostare un suono, anagrammare

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Non tutte le difficoltà riscontrate in un soggetto DSA hanno un legame causale diretto con le sue difficoltà

di lettura e scrittura

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Fattori di rischio

• gravità del DSA

• segnalazione tardiva

• discontinuità nella presa in carico terapeutica

• discontinuità nella storia scolastica e nelle relazioni educative

• modalità di elaborazione dei conflitti, organizzazione dipersonalità e processi di identificazione

• peso e ruolo del DSA nelle interazioni sociali e familiari

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DSA – Fase d’esordio

• errori e lentezza nella lettura e nella scrittura

• col tempo, diminuzione errori ma persistenza lentezza, possono comparire difficoltà di comprensione e stesura di un testo

• le reazioni emotive al disturbo, se non riconosciuto, tendono a crescere col tempoDSA – Fase di stabilizzazione

• leggere e scrivere diventano raramente attività piacevoli

• riduzione curiosità e voglia di imparare

• in caso di mancato intervento aumenta il gap tra potenzialità e livello scolastico

• rischio di abbandono scolastico e deriva sociale in casi non riconosciuti

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Il disturbo nella scuola secondaria

• il livello di lettura e scrittura rende difficile l’apprendimento ed espressione del proprio pensiero

• alcuni percorsi formativi sono poco conciliabili con il disturbo

• rischio di abbandono scolastico

• rischio di deriva sociale

Indicazioni per l’intervento

In caso di intervento tardivo è prioritario

riduzione dell’impairment

riduzione del disturbo psicopatologico

prevenzione del rischio sociale

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Modalità didattiche specifiche

• uso stabile di strumenti

compensativi chiavette per lettura, correzione simultanea, scrittura testi su supporto multimediale, libri digitali in cd-rom con programma di sintesi vocale o e-book

dispensativi tempi più lunghi per le interrogazioni, non ricorrere a scrittura manuale e/o lettura se non mediante ausilio informatico

• sostegno alle funzioni cognitive, affettive e sociali

attraverso docenti di sostegno e personale specializzato

modalità inclusive in laboratori specifici

• eventuale sostegno psicologico

sportello di ascolto scolastico

servizio di psicologia clinica

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Il protocollo di intesa del MIUR

Due progetti operativi su tutto il territorio nazionale:

• Non è mai troppo presto – riconoscimento precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento

• A scuola di dislessia – formazione specifica degli insegnanti e sperimentazione di modalità didattiche inclusive basate sull’utilizzo del computer

Altri due progetti operativi dal 2009

• Campus informatici – formazione per i ragazzi dislessici all’uso degli strumenti informatici

• Lo zaino multimediale – realizzazione di una biblioteca digitale sul web (www.biblioaid.it)‏

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Il Ritardo mentalePatologia molto comune, probabilmente l’handicap più frequente nei bambini e negli adolescenti. Nel mondo occidentale è affetto

circa il 3% della popolazione.

Non un semplice disturbo cognitivo ma sindrome clinica che probabilmente ha origine da un disturbo cognitivo.

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Tre criteri diagnostici per il RM

• disturbo intellettivo, inferiore di almeno due deviazioni standard rispetto alla norma ( QI < 70)‏

• disturbo significativo delle capacità di adattamento all’ambientesociale normale

• insorgenza prima dei 18 anni

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La classificazione del RM

Il ritardo mentale può venire classificato secondo due assi:

• asse1: dei gruppi fondamentali di sintomi

disturbo cognitivo

disturbi linguistici, psicomotori, affettivi e comportamentali

disturbi dell’adattamento sociale e dell’autonomia personale

• asse2: delle diverse forme in rapporto al livello di gravità

RM lieve – QI da 50-55 a 70

RM medio – QI da 35-40 a 50-55

RM grave – QI da 20-25 a 35-40

RM gravissimo o profondo – QI inferiore a 20-25

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Eziologia del RM

Diversi fattori genetici e non genetici possono causare il RM: è possibile distinguere tre gruppi di pazienti

• Alterazione metabolica, difetti nel metabolismo di carboidrati, amminoacidi, acidi organici

• Patologie associate a difetti dello sviluppo del sistema nervoso durante lo sviluppo pre – post natale

• Pazienti il cui sintomo è il RM – cosiddetto RM non sindromico

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Didattica inclusiva nel RM

1. IL LAVORO DI GRUPPO

Richiesti gruppi di 4-5 elementi ciascuno. Per il loro funzionamento è essenziale

• La formazione dei gruppi basata su criteri di sviluppo sociale individuale

• Fornire traccia su cui lavorare

• Conclusione materiale del lavoro

• Scelta del relatore finale entro la prima ora

• Rispettare il proprio turno nella discussione finale

• Evitare all’interno dei gruppi una iniqua distribuzione del lavoro

• Ampio spazio per la presentazione del proprio lavoro 22

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Didattica inclusiva nel RM

1. INSEGNAMENTO COOPERATIVO

• contesto di apprendimento tra pari attraverso il conflittosociocognitivo

• confronto delle proprie idee con quelle dell’altro

• prestazioni dell’allievo che tendono ad essere migliori se siassume il ruolo dell’”insegnante”

Vedere la scuola come ambiente di sperimentazione individuale e di riflessione comune, in un dinamico gioco di equilibri

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Didattica inclusiva nel RM

1. INSEGNAMENTO METACOGNITIVO

• Consapevolezza su come avvengono i processi di conoscenza

• Processi di controllo che favoriscano la conoscenza

Il processo può essere favorito da una valutazione costante degli effetti del proprio lavoro, comprensione su come la propria mente abbia lavorato ( associazione, differenza, esperienza

passata, variabili situazionali)‏

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CONCLUSIONI

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Implementazione di azioni sinergiche

• migliore impiego delle risorse a disposizione

• pensare i Piani Educativi Individualizzati come un sistema integrato di interventi pensati in anticipo

• includere nella valutazione didattica:

• l’innovazione nelle strategie di apprendimento

• Cooperative learning

• Modulazione dei tempi

• Introduzione di software specifici

• Competenze prodotte dai laboratori

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Azioni didattiche e interventi di rete

Implementazione dello sportello CIC e azioni specifiche per ildisagio psico-sociale attraverso la metodologia della

mediazione del conflitto

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