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IoT 4 Operations La rivoluzione data driven e i nuovi modelli decisionali SAP EXECUTIVE SUMMIT

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IoT 4 Operations La rivoluzione data driven e i nuovi modelli decisionali

SAP EXECUTIVE SUMMIT

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IOT 4 OPERATIONS – LA RIVOLUZIONE DATA DRIVEN E I NUOVI MODELLI DECISIONALI

Giancarlo Capitani – NETCONSULTING CUBELuciano Caroti – ACEAMarco Casati – ENIGianluca Ceruti – BOLTON GROUPDavide Gindro – DATALOGICGiuseppe Lauria – INDUSTRIE DE NORALuca Luminoso – POSTE ITALIANECarlo Marini – UNICREDITCarla Masperi – SAPFrancesco Mari – SAPGianni Pellizzo – TECHEDGEValentina Pistolesi – ABBANOAFilippo Rizzante – SYSKOPLAN REPLYEnrico Terenzoni – EY

TAVOLO DI LAVORO IOT 4 OPERATIONS

PARTECIPANTI

In collaborazione con Con il contributo di

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IoT 4 Operations - La rivoluzione data driven e i nuovi modelli decisionali - con NetConsulting cubeIl CIO nella rivoluzione 4.0 - Dai progetti digitali al business digitale - con IDCEmbracing 4.0 Business Revolution - Destinazione 2020: una roadmap per i CFO - con Business InternationalHuman 4.0: Evolution or Revolution? - Dalle nuove competenze all’interazione fra tecnologie, uomini e macchine - con Comunicazione ItalianaPersonas Revolution - Il nuovo cliente 4.0 al centro della rivoluzione digitale

SAP Executive Summit è un evento esclusivo, riservato a un numero selezionato di rappresentanti delle Istituzioni e Business Leader delle più importanti aziende italiane che si confrontano sulle evoluzioni del business e del mercato nell’attuale scenario internazionale. Organizzato in collaborazione con ACCENTURE, ALMAVIVA, ATOS, BGP, CAPGEMINI, DELOITTE, EY, IBM, PWC, SYSKOPLAN REPLY e TECHEDGE, il Summit di quest’anno ha esplorato il tema del Live Business nel quadro del rapporto delle imprese italiane con la nuova rivoluzione 4.0 che sta investendo tutti i settori produttivi e le aree organizzative aziendali. SAP Executive Summit si è aperto con cinque Working Session parallele, organizzate in collaborazione con esperti di mercato, che hanno proposto altrettanti percorsi di approfondimento dedicati a specifiche aree di business.

I lavori sono proseguiti con le sessioni plenarie dedicate ad analizzare, il primo giorno, gli scenari di mercato introdotti dalla quarta rivoluzione industriale, con una particolare

attenzione al business delle imprese, alle sfide da affrontare e opportunità da cogliere. In particolare è stato presentato il Rapporto I CEO di fronte alla Rivoluzione 4.0 realizzato per SAP da TEH-Ambrosetti. Il secondo giorno sono stati esplorati gli effetti sociali di questa rivoluzione nella relazione uomo-macchina, nell’evoluzione del mondo del lavoro e nel dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini.

Questo documento propone una breve sintesi della Working Session IoT 4 Operations - La rivoluzione data driven e i nuovi modelli decisionali. Analogo resoconto è disponibile per le altre sessioni di lavoro, come strumento di consultazione utile per gli Executive che operano nelle diverse aree di business dell’azienda. La sintesi delle altre sessioni è disponibile sul sitodell’evento nella sezione degli atti. Per ulterioriinformazioni la Segreteria Organizzativa di SAPExecutive Summit è disponibile all’indirizzo:[email protected]

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SESSIONI PARALLELE - WORKING SESSION

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L’Internet delle cose non riguarda solo la digitalizzazione dei dati dei sensori per l’analisi, ma rappresenta per imprese di tutti i mercati l’opportunità di guidare la rivoluzione 4.0. Attraverso la creazione di collegamenti intelligenti tra oggetti, attrezzature, persone, processi e dati, le aziende possono ottenere migliori efficienze operative e re-immaginare i loro modelli di business, prodotti e servizi, aprendo infinite nuove opportunità. Questi i temi della sessione aperta dal benvenuto di Carla Masperi, COO di SAP Italia, che ha presentato la struttura della mattinata e i relatori. Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting Cube, ha introdotto i lavori con una presentazione di scenario sul tema IoT.

SCENARI E TREND DELL’IOT NELLE AZIENDE ITALIANELe riflessioni di Giancarlo Capitani muovono dagli aspetti di natura più strategica, focalizzando gli scenari di utilizzo dell’IoT in Italia.

Cresce il numero degli oggetti connessi - La prima evidenza da cui prende le mosse la relazione del Presidente di NetConsulting cube è relativa alle analisi di Gartner, che registrano una rapida crescita dell’IoT, con una stima per il 2020 di venti miliardi di oggetti interconnessi. Proprio la connessione rappresenta qui un elemento rilevante,

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in quanto il fenomeno IoT acquista rilevanza nella misura in cui è in grado di creare degli ecosistemi digitali che legano fra loro i diversi operatori. Perché una pervasività e una crescita così importanti? Il numero delle potenzialità d’uso fa riflettere, perché le applicazioni IoT prefigurate vanno dai servizi finanziari all’automotive, al supermercato del futuro, dalle telecomunicazioni alle utilities operanti nel settore energetico, che in Italia ha un ruolo trainante, per arrivare all’Industria 4.0. A questo proposito, secondo Capitani, il termine Industria 4.0 rischia di diventare una buzzword in Italia se non verranno rapidamente definite regole chiare di utilizzo degli incentivi statali promossi dal governo, chiarendo su cosa investire e in quale modo accedere ai finanziamenti. Il quadro italiano mostra che siamo di fronte a un potenziale enorme di sviluppo, anche se occorrono evidentemente delle volontà convergenti perché queste opportunità si realizzino concretamente. Anche la Pubblica Amministrazione e la sanità possono diventare grandi driver di utilizzo di queste tecnologie, nella misura in cui una popolazione che invecchia avrà un bisogno maggiore di servizi di teleassistenza.

L’impatto sulle aziende - I principali ambiti di utilizzo riguardano l’ottimizzazione e l’efficientemento delle operation nell’industria manifatturiera, nelle aree produzione e logistica; un altro importante ambito di diffusione riguarda i prodotti connessi e nuovi servizi al consumatore, mentre una terza area è relativa all’evoluzione dei modelli di business: parliamo della progressiva inclusione di intelligenza all’interno di prodotti, servizi e processi aziendali. Il settore agroalimentare rappresenta un esempio paradigmatico, in cui l’IoT sembra in grado id abilitare un modello di business a filiera, in cui diversi processi “escono” dall’azienda per legare ad essa diversi operatori lungo la value chain di questo ecosistema digitale.

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La crescita del mercato italiano - In Italia il mercato dell’IoT sta crescendo molto (+16% nel 2017) per arrivare a sfiorare il valore di tre miliardi di euro nel 2018. Anche nel nostro Paese si stanno creando degli ecosistemi digitali attorno a grandi organizzazioni, compresa la Pubblica Amministrazione, che hanno la capacità di promuovere la digitalizzazione su tutto il sistema dei loro partner e clienti: l’IoT funge quindi da abilitatore di questa strutturazione a filiera del mercato. Siamo alla vigilia di un salto quantico nell’utilizzo di queste tecnologie, in ambiti applicativi diversi quali lo smart metering, le smart car, lo smart building, le smart logistics.

Aree di attenzione – Secondo il prof. Capitani, l’IoT non può e non deve limitarsi a un progetto tecnologico, ma deve avere un impatto strategico. Occorre pensare all’Iot in chiave strategica, inserendo queste tecnologie nell’ambito di un piano sistemico di evoluzione che tocchi un’organizzazione nel suo complesso. Il valore dell’IoT dipende dalla misura in cui produce, scambia e valorizza dati e informazioni. Occorre elaborare una strategia su questi tre livelli della produzione, dello scambio e della valorizzazione di dati e informazioni. È una grande opportunità, che promette nuovi livelli di integrazione tra innovazione di processo e di prodotto.

La presentazione di Giancarlo Capitani, Presidente NetConsulting cube è disponibile qui

FROM REAL CUSTOMER EXPERIENCES TO THE REAL POTENTIAL OF THE IOT TECHNOLOGYL’intervento di Francesco Mari, Vice President Business Innovation – Internet of Things SAP, ha preso le mosse dalla definizione del termine IoT come un portafoglio di tecnologie, alcune delle quali esistono da molti anni. Tuttavia sembra che oggi si registri la percezione di un collo di bottiglia nella realizzazione di progetti concreti abilitati da queste tecnologie. L’esperienza di SAP è che nel passaggio dalle prove in laboratorio e dai progetti Proof of Concept alle esperienze reali quello che manca dipende ancora dalla mancata comprensione del potenziale in gioco, non solo dal punto di vista dei modelli di business ma anche in termini di un recupero molto concreto di efficienza su determinati processi o operazioni. Se è vero che l’IoT investe oggi il l’ambito consumer e il mondo dei wearable, l’obiettivo della giornata riguarda il mondo industriale e la chiave di lettura specifica proposta considera l’IoT alla stregua di un’opportunità per incrementare la conoscenza granulare e di dettaglio che abbiamo dei sistemi operation. Un processo di operation tipico fornisce una grande

SAP Executive Summit – Cernobbio, 16 marzo 2017

Internet of Things: cresce il mercato italiano

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1.430 1.620

1.850 2.115

2.455

2.850

2013 2014 2015 2016 2017E 2018E

Valori in milioni di euro e variazioni %

Fonte: NetConsulting cube, 2017

Altri19%

Distribuzione e Servizi

6%

TLC & Media

7%

Consumer7%

Banche7%

Insurance9%

Trasporti & Viaggi

11%

Utilities17%

Industria17%

Il valore del mercato IoT per settore –% su totale valore mercato IoT

Fattore moltiplicativo dell’IoT: per ogni euro investito vi è un ritorno di 12 euro in termini di incremento di produttività, consumi energetici e risparmi (ATKerney)

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quantità di informazioni di tipo transazionale provenienti dai sistemi ERP, ma sono informazioni “astratte” rispetto alla concretezza fisica degli oggetti in gioco. Spesso manca il punto di contatto tra questi due mondi delle informazioni e degli oggetti. Ciò si riflette anche in termini di articolazioni organizzativa all’interno di aziende in cui gli ingegneri che si occupano degli impianti non hanno un canale di comunicazione aperto con chi invece gestisce i processi.

Una conoscenza granulare – Cosa potrebbe succedere in un’azienda in cui si potesse incrementare la conoscenza granulare di dettaglio relativamente a impianti e prodotti, e usarla per prendere decisioni informate, anziché fidarsi della memoria storica? Qual è il potenziale che si può sbloccare mettendo insieme i mondi degli oggetti e delle informazioni transazionali? Quando prendiamo delle decisioni siamo abituati a partire da assunzioni; e se invece potessimo conoscere i valori reali di partenza che oggi siamo abituati a considerare per ipotesi? Gli esempi usati per rappresentare questa intuizione riguardano un insieme di casi concreti nell’ambito della manutenzione predittiva di pompe operanti su piattaforme petrolifere oppure in impianti industriali. Chi ha scritto le istruzioni e il manuale d’uso di queste pompe ha dovuto fare delle assunzioni, ha dovuto immaginare un utilizzo medio e un utilizzo particolarmente gravoso: il risultato è che a seconda dei contesti alcune pompe riceveranno più manutenzione del necessario mentre altre saranno impiegate ai limiti delle proprie possibilità. Ma se fosse possibile conoscere

il vero fattore di stress di questi dispositivi in relazione al piano di manutenzione, usando il mix dei dati di campo con quelli di contesto, sarebbe possibile programmare le attività di manutenzione in base ai parametri di stress funzionale concretamente rilevati rispetto agli asset utilizzati, con grandi opportunità di ottimizzazione.

Un altro esempio riguarda il controllo di qualità, che di norma viene effettuato secondo una serie di assunti e di regole predefinite a partire dalla percentuale di difettosità standard di un prodotto o materiale. Se invece fosse possibile controllare non un indicatore di sintesi ma tutti i diversi fattori in gioco, le condizioni operative in cui le macchine lavorano, sarebbe più facile ottimizzare i cicli di produzione massimizzando la qualità media. Non stiamo parlando di grandi decisioni strategiche, ma di quelle piccole assunzioni che vengono prese decine di volte ogni giorno all’interno delle linee produttive. Altri esempi al di fuori del mondo operation possono invece derivare dal mondo agrifood: anche in agricoltura si ragiona in base ad assunzioni per la distribuzione di sementi, acqua e fertilizzanti per unità di terreno. Se invece si potesse calibrare il dosaggio di questi elementi in relazione alla temperatura e al grado di umidità rilevati, si aprirebbero grandi margini di ottimizzazione delle risorse. In tutti questi esempi l’IoT diventa una leva per prendere decisioni informate basate sulla realtà fisica e sul confronto con il resto dei sistemi transazionali aziendali.

La presentazione di Francesco Mari, Vice President Business Innovation – Internet of Things SAP è disponibile qui

IL CONTRIBUTO DEI PARTNERFilippo Rizzante, Syskoplan Reply - Molti dei progetti che il Gruppo Reply segue in ambito IoT riguardano sì l’interazione con il cliente finale, ma anche il modo in cui un prodotto è utilizzato, il che permette di comprendere

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What if… I could make granular business decisions based on much

more precise data and knowledge, and progressively eliminate approximations and

assumptions?

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anche come meglio produrlo. Reply ha un’esperienza nel settore che risale al 2009: si contraddistingue per la capacità di disegnare e progettare hardware ad hoc e ha partecipato ai tavoli di lavoro promossi del ministro Calenda. Tra gli asset del gruppo un incubatore a Londra che ospita diverse startup del mondo dell’IT.

Enrico Terenzoni, EY – L’approccio di EY si trova in una terra di mezzo tra la grande consulenza e la capacità tecnica di integrazione. È complesso convincere le aziende a uscire dall’ambito dei progetti pilota da sfoggiare ai convegni. Nessuno ha tutti i tasselli per fare in modo che il fenomeno Industry 4.0 accada, perché ciò richiede la composizione di elementi diversi: tecnologia, impiantistica, strategia, organizzazione e change management. L’approccio di EY presuppone un’ottica di cambiamento strategica, con la consapevolezza che il punto debole del sistema è la connessione tra la soluzione IoT e il cambiamento di ruoli e competenze che ne derivano. È più facile installare un algoritmo di manutenzione predittiva in una linea di assemblaggio che modificare i ruoli dei manutentori, facendo evolvere la loro capacità di prendere decisioni in base alle informazioni. Qui c’è un gap da colmare tra le informazioni disponibili e i nostri processi decisionali che non fanno riferimento alle informazioni. Senza la capacità di collegare informazioni e decisioni, invece, l’IoT rimane un esercizio sulle potenzialità.

Gianni Pellizzo, Techedge - Techedge presenta alcune esperienze europee in cui è richiesta una forte competenza sui processi interni dell’azienda, competenza tecnologica su SAP e un rete di partner legati al mondo dell’automazione industriale. In Francia un’azienda del settore aerospaziale lavora a un progetto di integrazione end to end tra la progettazione e la produzione grazie a componenti IoT on board nati per favorire le attività di assemblaggio finale. In Italia un’azienda che distribuisce gas nobili utilizza da molti anni dispositivi intelligenti per determinare la miscela corretta di gas da distribuire. Oggi usa dei dispositivi di comunicazione con un piattaforma cloud con cui può monitorare i consumi di questi gas, con l’obiettivo di diventare una piattaforma di riferimento per tutti gli attori della filiera nel conoscere l’evoluzione delle esigenze dei clienti finali in relazione ai loro consumi.

SESSIONE INTERATTIVALe due relazioni preliminari e i contributi dei Partner hanno fornito gli spunti necessari ad affrontare l’ultima parte della mattinata, rappresentata da una sessione interattiva in cui Giancarlo Capitani ha coinvolto i partecipanti nel reimmaginare alcuni processi del proprio settore alla luce delle potenzialità dell’IoT.

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Gruppo A – Immaginiamo un conglomerato industriale attivo in diversi settori, dall’energia alla chimica, dai Sitemi RFiD ai codici a barre, al servizio postale. Occorre lavorare sui sistemi di tracking di merci e persone. Da una parte è necessario intercettare in tempo reale i comportamenti delle persone all’interno delle aree in cui è gestita la sicurezza, con un ricorso massiccio a tecnologie wearable. Per il tracking delle merci si pensa di dotarsi di una serie di apparati di sensoristica per monitorare ogni singolo oggetto in tempo reale. Uno dei temi da sviluppare in questa dimensione riguarda la collaborazione con i partner tecnologici strategici e il coinvolgimento dei CEO in un grande progetto di trasformazione tecnologica

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Gruppo B – Immaginiamo una multiutility che opera in una grande città. Dopo una prima ipotesi basata sull’impiego dell’IoT per monitorare i consumi di acqua, il gruppo ha trovato una convergenze su un’applicazione Smart City per l’illuminazione. Si tratta di dotare i lampioni dell’illuminazione cittadina di interruttori intelligenti che si accendano al passaggio di pedoni o veicoli. L’uso di sensori permette poi di ampliare l’area di utilizzo dei lampioni, incorporando funzioni legate a esigenze di sicurezza e di controllo del traffico. Occorre poi ragionare sulla piattaforma capace di gestire le informazioni provenienti da migliaia di punti luce, oltre a decidere quali variabili occorre monitorare insieme alla luminosità ambientale, alla temperatura e all’umidità.

CONCLUSIONILe aziende si trovano oggi di fronte a un portafoglio di opportunità che dal punto di vista tecnologico è sicuramente maturo, ma altri due componenti rappresentano delle precondizioni che possono impedire di far fiorire le idee buone. Il primo è il fronte delle competenze, mentre il secondo si identifica nei rapporti tra le operation (gli ingegneri) e l’IT. Come iniettare le competenze che mancano e avvicinare queste famiglie professionali? Vendor e system integrator possono avere un ruolo culturale oltre che di fornitura e SAP, con il lancio della nuova piattaforma Leonardo per l’IoT ha molto da dire in questo senso, sia in termini abilitanti sia in termini culturali.Una considerazione finale riguarda il fatto che il vero cliente dell’IoT nelle organizzazioni manifatturiere è il COO, mentre lo staff IT, che fino a ieri ha rappresentato l’innovazione in azienda, oggi non sempre dispone degli strumenti culturali per valutare i benefici non tanto di una singola soluzione IoT, ma di un approccio strategico a queste tecnologie in ambito industriale.

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