INTRODUZIONE AL CORSO DI AUTOMAZIONE I Dipartimento di Informatica e Sistemistica Dott. Ing....
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1
INTRODUZIONE AL CORSO DI
AUTOMAZIONE I
Dipartimento diInformatica e Sistemistica
Dott. Ing. VINCENZO SURACIANNO ACCADEMICO 2012-2013
Corso di AUTOMAZIONE 1
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #2
SISTEMA DINAMICO
u(t) y(t)ENERGIA IMMESSA
MISURA DELLA VARIABILE CONTROLLATA
COMPORTAMENTI DINAMICI DOMINANTI
ACCUMULA
ACCUMULA E DISSIPA
ACCUMULA E DISSIPA OSCILLANDO
0
-20
-40
20
mod
ulo
(dB
)
0
-20
-40
20
mod
ulo
(dB
)
20
0
-20
-40
mod
ulo
(dB
)
1 10 100.1.01pulsazione (rad/sec)
ANDAMENTO DELL’ENERGIA ACCUMULATA
NEL TEMPO NELLA FREQUENZA
PARAMETRI DINAMICINEL TEMPO NELLA VARIABILE
COMPLESSA
COSTANTE DI TEMPOt = ∞
POLO p = 0
COSTANTE DI TEMPOCOMPRESA FRA 0 E ∞
POLO COMPRESO FRA −∞ E 0
SMORZAMENTOCOMPRESO FRA 0 E 1PULSAZIONE NATURALE COMPRESA FRA ∞ E 0
POLI COMPLESSI E CONIUGATIPARTE REALE COMPRESA FRA−∞ E 0PARTE IMMAGINARIACOMPRESA FRA∞ E 0
COMPORTAMENTO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #3
COMPONENTE IN ESAME
u(t) y(t)ENERGIA IMMESSA
MISURA DELL’ENERGIA ACCUMULATA NELL’ELEMENTO
COMPORTAMENTI DINAMICI DOMINANTI
ACCUMULA
ACCUMULA E DISSIPA
ACCUMULA E DISSIPA OSCILLANDO
COMPORTAMENTO MODELLO ASTRATTO
NEL TEMPONELLE VARIABILI
DI STATONELLA VARIABILE
COMPLESSA
0)0(y1)t(u
)t(ukdt
)t(dy
0)0(y1)t(u
)t(uk)t(y1
dt)t(dy
0)0(y1)t(u
)y(xk)t(y
)t(u)t(x
0)0(y1)t(u
)t(uk)t(ydt
)t(dy2
dt
)t(yd 2nn2
2
0)0(y1)t(u
)y(xk)t(y
)t(u)t(x1
)t(x
0)0(x)0(x1)t(u
)y(xk)t(y
)t(x)t(x)t(2x
)t(u)t(x)t(x)t(x
21
1
21
211
sk
)s(G
1sk
)s(G
1s2s
k)s(G
n22
n
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #4
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della variabile complessa s:
w C
RES
CEN
TI
FREQ
UE
NZ
A M
AG
GIO
RE
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-2
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
Im(s)
Re(s)COSTANTI DI TEMPO CRESCENTI SMORZAMENTO PIÙ LENTO
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-3
-2
-1
0
1
2
3Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-500
-400
-300
-200
-100
0
100
200
300Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-1
-0.8
-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1Step Response
Time (sec)
Am
plitu
de
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #5
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della variabile complessa s:
DIN
AM
ICA
SE
CO
ND
AR
IA
DINAMICA DOMINANTE
temporitardo di tempo
RISPOSTA A GRADINO NEL DOMINIO DEL TEMPO
Im(s)
Re(s)XX
DINAMICASECONDARIA
DINAMICADOMINANTE
POLI
POLI NEL DOMINIO DELLA VARIABILE COMPLESSA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #6
Relazione tra il dominio del tempo e il dominio della frequenza:
RISPOSTA A GRADINO
0 5 10 15 20 25tempo (sec)
0
.5
1
y(t)Y
10
RISPOSTA ARMONICA
0
-10
-20
-30
mod
ulo
(dB
)
.1 1 w (rad/sec)
TRANSITORIO
REGIME
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #7
FUNZIONALITÀ
SPECIFICHE
PRESTAZIONI
COMPORTAMENTO A REGIME
TRANSITORIO
DIMENSIO-NAMENTO
DEL SISTEMA DA
CONTROLLARE
COMPORTAMENTO A REGIME
PERMANENTE
DINAMICADOMINANTE
DINAMICASECONDARIA
PARAMETRI STATICI
PARAMETRIDINAMICI
FEDELTÀ DI RISPOSTA
PRONTEZZA DI RISPOSTA
ATTENUAZIONE DELL’EFFETO DEI
DISTURBI
STAB
ILIT
ÀIN
TRIN
SECA
ANALISI DEL SISTEMA DA CONTROLLARE
REQUISITI PRESTAZIONI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #8
PARTE 4
RICHIAMI DI CONTROLLI AUTOMATICI
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #9
Per poter progettare le modalità di intervento secondo approcci sistematici è indispensabile:
1. acquisire dal committente gli obiettivi del sistema da controllare in termini di finalità e funzionalità;
2. acquisire la conoscenza delle caratteristiche strutturali (statiche) e comportamentali (dinamiche) del sistema da controllare;
3. Individuazione delle variabili di forzamento (di ingresso), delle variabili controllate (di uscita), delle variabili di stato e dei disturbi del sistema da controllare
4. definire un modello astratto in grado di descrivere in modo affidabile il comportamento statico e dinamico del sistema da controllare.
5. definire le condizioni operative, ovvero i valori operativi delle variabili controllate che determinano funzionalità del sistema, in corrispondenza di valori prestabiliti delle variabili di comando;
6. stabilire le prove per poter verificare l’efficacia delle azioni di intervento sulla base delle specifiche e delle condizioni operative;
7. individuare le migliori azioni di intervento che possono risultare efficaci ai fini del raggiungimento degli obiettivi preposti.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #10
SCELTO DALL’INGEGNERE DELL’AUTOMAZIONE
RICHIESTEDAL
COMMITTENTE ASSEGNATO
MODALITÀ DI INTERVENTO
VERIFICA DEL RAGGIUNGIMENTO DELLA FINALITÀ SULLA
BASE DELLE CONDIZIONI OPERATIVE
MODALITÀ DI INTERVENTO
FINALITÀFUNZIONALITÀDESIDERATE
VARIABILI CONTROLLATE
SISTEMA DA CONTROLLARE
VARIABILI DI FORZAMENTO
DISTURBI
VARIABILI DI STATO
VARIABILI DI COMANDO
CONDIZIONIOPERATIVE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #11
RENDERE OPERATIVE LE MODALITÀ DI INTERVENTO
Per rendere operative le modalità di intervento occorre istallare e rendere funzionanti:
• gli attuatori, ovvero i dispositivi in grado di applicare le azioni di intervento trasformando le variabili di comando in forzamento;
• i dispositivi di misura e i sensori in grado di misurare le variabili controllate e quindi di rilevare l’effetto ottenuto dalle variabili di forzamento sul comportamento del sistema;
• i controllori, ovvero i dispositivi che elaborano una legge di controllo e che calcolano il valore istantaneo delle variabili di comando da fornire agli attuatori;
• le reti di comunicazione per poter trasmettere i dati e le informazioni necessarie per applicare le azioni di intervento.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #12
SISTEMA CONTROLLATO
SISTEMA DI CONTROLLO
AZIONI DI INTERVENTO
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE AZIONI DI
INTERVENTO
SISTEMA DA CONTROLLARE
MODALITÀ DIINTERVENTO
AZIONI DI CONOSCENZA
SCHEMA FUNZIONALE DI UN SISTEMA CONTROLLATO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #13
INTERFACCIA UOMO MACCHINA
Per poter attivare o disattivare il sistema controllato ed avere informazioni rilevanti sul suo comportamento, occorre aggregare e convogliare dati e misure su un sistema di visione che permetta all’operatore di essere continuamente aggiornato sulle condizioni operative del sistema controllato ed eventualmente intervenire.
L’insieme delle apparecchiature che consentono di realizzare le elaborazioni dei dati e delle informazioni nonché la loro visualizzazione costituisce l’interfaccia uomo-macchina che viene a far parte integrante del sistema controllato.
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #14
OPERATOREINTERFACCIA
UOMO MACCHINA
INTERFACCIA UOMO MACCHINASCHEMA
FUNZIONALE DI UN SISTEMA CONTROLLATO
AZIONI DI INTERVENTOSISTEMA DA
CONTROLLARE
SISTEMA DA SOTTOPORRE ALL’AZIONE DI CONTROLLO
SISTEMA DI CONTROLLOSTRUMENTAZIONE
RETE DI COMUNICAZIONEMODALITÀ DI CONTROLLO
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLE AZIONI DI
INTERVENTO
AZIONI DI CONOSCENZA
SISTEMA CONTROLLATO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #15
MODALITÀ DI CONTROLLO
APPROCCIO EMPIRICO
CONSOLIDATEConoscenza superficiale del comportamento del sistema da controllare.
La modalità di controllo EMULA le modalità di intervento di un operatore esperto.
FLESSIBILIConoscenza approfondita del comportamento del sistema da controllare.
La modalità di controllo emula l’esperienza e la flessibilità degli operatori esperti
APPROCCIO SISTEMATICO
SCELTA DELLE MODALITÀ DI CONTROLLO
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #16
DISPOSITIVODI ELABORAZIONE
CONTROLLOA CATENA APERTA
VARIABILECONTROLLATA
VARIABILEDI CONTROLLO
DELL’ATTUATORE
DISTURBI
ATTUATORE ESISTEMA
DA CONTROLLARE
ANDAMENTODESIDERATO
CONTROLLOA CATENA CHIUSA
ANDAMENTODESIDERATO
PRESTAZIONIE SPECIFICHEDESIDERATE
DISPOSITIVO DI ELABORAZIONE
DISPOSITIVODI MISURA
LEGGEDI CONTROLLO
VARIABILECONTROLLATA
VARIABILEDI CONTROLLO
DELL’ATTUATORE
ATTUATORE ESISTEMA
DA CONTROLLARE
DISTURBI
MODALITÀ DI CONTROLLO DI BASE
PRESTAZIONIDESIDERATE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #17
PARTE 5
REVERSE ENGINEERING
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #18
Dato un sistema da controllare esistente, la procedura di reverse engineering richiede al progettista la capacità di saper individuare con dei segnali di prova la dinamica dominante e la dinamica secondaria al fine di individuare le più opportune azioni di intervento.
Reverse Engineering
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #19
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore della tangente all’istante iniziale diverso da zero
Conclusione: il sistema da controllare è caratterizzato dalla sola dinamica dominante
tempo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #20
Esempio del primo ordine
Sia dato il sistema da controllare:
Immettiamo in ingresso un segnale a gradino di ampiezza A:
Analizziamo la risposta al gradino
Per facilitare i conti, passiamo nel dominio della variabile complessa.
𝑢 (𝑡 ) 𝑦 (𝑡 )f (𝑡 )
𝑢 (𝑡 )=A ∙grad (𝑡 )
𝑈 (𝑠 ) 𝑌 (𝑠 )F (𝑠 )
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #21
Esempio del primo ordine
In questo caso il gradino sarà:
Studiamo la forma della
Supponiamo che la sia del primo ordine, pertanto:
Conseguentemente:
𝑈 (𝑠 )= 𝐴𝑠
Y (𝑠 )=U (𝑠 ) ∙ F (𝑠 )=𝐴𝑠∙𝐹 (𝑠 )
𝐹 (𝑠 )= 𝐾1+𝜏 𝑠
Y (𝑠 )= 𝐴𝑠∙
𝐾1+𝜏 𝑠
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #22
Esempio del primo ordine
Separiamo i due monomi al denominatore:
Il calcolo dei residui X e Y permette di ottenere:
Dunque:
Y (𝑠 )= 𝐴𝑠∙
𝐾1+𝜏 𝑠
=𝑋𝑠
+𝑊1+𝜏 𝑠
X=𝐹 (𝑠) ∙𝑠 |𝑠=0=𝐴𝐾W=𝐹 (𝑠 ) ∙ (1+𝜏 𝑠 ) |𝑠=−1 /𝜏=−𝐴𝐾 𝜏
Y (𝑠 )= 𝐴𝐾𝑠−𝐴𝐾 𝜏1+𝜏 𝑠
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #23
Esempio del primo ordine
Ricordando le regole di trasformazione inversa:
Abbiamo:
𝐿−1 {𝐾𝑠 }=𝐾 ∙𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑡 )
𝐿−1 { 𝐾1+𝜏 𝑠 }=𝐾
𝜏∙𝑒− 𝑡 /𝜏 ∙𝑔𝑟𝑎𝑑 (𝑡 )
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #24
Esempio del primo ordine
Volendo calcolare la derivata al tempo t = 0+ della risposta al gradino, possiamo procedere per via analitica:
Per cui:
Oppure senza fare conti particolarmente complessi, si può notare che:
𝑑𝑑𝑡
𝑦 (𝑡 )= 𝑑𝑑𝑡
𝐴𝐾 ∙ [1−𝑒− 𝑡 /𝜏 ]= 𝐴𝐾𝜏
𝑒−𝑡 /𝜏
lim𝑡→0+¿ 𝑑
𝑑𝑡𝑦 ( 𝑡 )=
𝐴𝐾𝜏
¿
¿
𝑢 (𝑡 ) 𝑦 (𝑡 )f (𝑡 ) 𝑑
𝑑𝑡�̇� (𝑡 )
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #25
Esempio del primo ordine
Che nel dominio della variabile complessa diventa:
Per cui:
Ricordando il teorema del valore iniziale abbiamo:
𝑈 (𝑠 ) 𝑌 (𝑠 )F (𝑠 ) 𝑠 �̇� (𝑠 )
�̇� (𝑠 )=𝑈 (𝑠 ) ∙𝐹 (𝑠 ) ∙𝑠= 𝐴𝑠∙
𝐾1+𝜏 𝑠
∙𝑠=𝐴𝐾1+𝜏 𝑠
lim𝑡→ 0+¿ �̇� (𝑡 )= lim
𝑠→∞𝑠 ∙ �̇� (𝑠) =lim
𝑠→∞𝑠 ∙
𝐴𝐾1+𝜏 𝑠
=𝐴𝐾𝜏
¿
¿
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #26
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore della tangente all’istante iniziale eguale a zero
Conclusione: il sistema da controllare è caratterizzato oltre che dalla dinamica dominante anche dalla dinamica secondaria, dovuta essenzialmente ad una sola costante di tempo.
tempo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #27
Esempio del secondo ordine
Sia dato il sistema da controllare:
Immettiamo in ingresso un segnale a gradino di ampiezza A:
Analizziamo la risposta al gradino
Per facilitare i conti, passiamo nel dominio della variabile complessa.
𝑢 (𝑡 ) 𝑦 (𝑡 )f (𝑡 )
𝑢 (𝑡 )=A ∙grad (𝑡 )
𝑈 (𝑠 ) 𝑌 (𝑠 )F (𝑠 )
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #28
Esempio del primo ordine
In questo caso il gradino sarà:
Studiamo la forma della
Supponiamo che la sia del secondo ordine, pertanto:
Conseguentemente:
𝑈 (𝑠 )= 𝐴𝑠
Y (𝑠 )=U (𝑠 ) ∙ F (𝑠 )=𝐴𝑠∙𝐹 (𝑠 )
𝐹 (𝑠)=𝐾 ∙1
1+𝜏 𝑠∙1
1+𝜇𝑠 ,
�̇� (𝑠 )=𝐴 ∙𝐾
1+𝜏 𝑠∙1
1+𝜇𝑠
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #29
Esempio del primo ordine
Applicando il teorema del valore iniziale abbiamo:
Notiamo che tante più costanti di tempo saranno presenti oltre a quella della dinamica dominante, tanto più le derivate del segnale di risposta a gradino saranno nulle nell’istante iniziale t = 0.
Tale comportamento «appiattisce» l’andamento della risposta al gradino.
lim𝑡→ 0+¿ �̇� (𝑡 )= lim
𝑠→∞𝑠 ∙ �̇� (𝑠) =lim
𝑠→∞𝑠 ∙𝐴 ∙
𝐾1+𝜏 𝑠
∙1
1+𝜇 𝑠=0¿
¿
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #30
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DINAMICODEL SISTEMA DA CONTROLLARE
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino.
Analisi dell’andamento della variabile controllata: andamento di tipo esponenziale con valore iniziale nullo per un intervallo di tempo non trascurabile.
Conclusione: il sistema da controllare è caratterizzato da una dinamica dominante e dalla dinamica secondaria dovuta a molteplici costanti di tempo.
tempo
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #31
Dato un sistema controllato esistente, la procedura di reverse engineering richiede al progettista la capacità di saper individuare con dei segnali di prova la modalità di controllo adottata e quindi di valutarne la bontà.
Reverse Engineering
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #32
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e non viene annullato l’effetto del disturbo.
Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CATENA APERTA
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #33
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata non raggiunge il valore desiderato e viene parzialmente attenuato l’effetto del disturbo. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DI TIPO SOLO PROPORZIONALE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #34
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene totalmente attenuato l’effetto del disturbo. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DI TIPO PROPORZIONALE E INTEGRALE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #35
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene annullato l’effetto del disturbo. Vengono rilevate sostanziali modifiche nel comportamento dinamico con la comparsa della sovraelongazione.
Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE DEL TIPO PROPORZIONE E INTEGRALE CON FORZAMENTO TRANSITORIO DOVUTO ALLA AZIONE DERIVATRICE
Facoltà di Ingegneria
AUTOMAZIONE 1Slide #36
tempo
andamento desiderato della variabile controllata
DALL’ANDAMENTO DELLA VARIABILE CONTROLLATA ALLA INDIVIDUAZIONE DELLA MODALITÀ DI CONTROLLO
Condizioni di prova: andamento desiderato della variabile controllata di tipo a gradino; disturbo di tipo a gradino che agisce direttamente sulla variabile controllata
andamento del disturbo che agisce direttamente sulla variabile controllata
Analisi dell’andamento della variabile controllata: a regime permanente la variabile controllata raggiunge il valore desiderato e viene annullato l’effetto del disturbo. Vengono rilevate sostanziali modifiche nel comportamento dinamico e al tempo di salita molto rapido con la comparsa di una limitata sovraelongazione. Conclusione: al sistema da controllare è stata applicata una MODALITÀ DI CONTROLLO A CONTROREAZIONE IDONEA ALL’INSEGUIMENTO DI ANDAMENTI DESIDERATI DELLA VARIABILE CONTROLLATA DI TIPO A RAMPA LINEARE