Introdurre ad alcuni concetti utili per descrivere i...
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Introdurre ad alcuni concetti utili per descrivere i processi di ripartizione dei prodotti chimici organici nell’ambiente
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Deposizione bagnata (pioggia, neve)
Gas
Particelle/aerosolDeposizione sulle superfici terresti
Deposizione di particelle secche
Scambio di gasaria/acqua/neve
Deposizione diretta su acqua o neve
fusione e caduta della neve
Fase dissolta
Legata a particelleParticelle sedimentazione
Seppellimento del sedimento
Fitoplancton-invertebrati-Pesci prede
Catene alimentari acquatiche
Mammiferi mariniPesci predatori
uccelli acquaticiuccelli marini
Catene alimentari terrestri
Licheni -
caribouPiante –
bovini (latte, cane)
Stratosfera -
Riduzione dello strato di ozono
Troposfera -aumento della radiazione UV solareCFC, CO2 , CH4 Effetto serra
Tempi di emivita atmosferici relativamente lunghiCO2, CFC, CH4, POPs, mercury, Cl4,Cl 5 PCDD/FsSPM 2.5
Tempi di emivita atmosferici cortiSOx, NOx, CO, VOCs, HCFCs, PCDD/Fs ad alto PM, SPM 10, metalli pesanti
COVs, NOxOzono
Reazione con i radicali OH
SO2, NOxPiogge acide
H2O
Fonti antropicheFonti naturali
UominiUomini
123
Ecosistema acquatico-terrestre atmosferico Legami dei cicli chimici
S.J. Eisenreich (Modified from D. Muir, 1997)
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TERMODINAMICA
•
Definisce l’affinità
di un composto per i comparti ambientali che gli sono accessibili.
•
Implica la quantità
di energia necessaria per spostare un prodotto chimici in un comparto differente
•
Può predire la direzione di un trasferimento di fare–
Ad esempio: un composto si absorbe
nell’acqua di un fiume
o evapora nell’aria?•
Non da informazioni riguardo alla velocità
del processo
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La ripartizione, vista e ragionata come reazione
Cioè
come un cambiamento dell’architettura delle interazioni molecolari
Possiamo usare una notazione che descriva il processo molecolare, non solo il risultato:
1:i:1 + 2:2 1:1 + 2:i:2
Che mostra la specie i che passa da entro la fase 1, dove interagisce con molecole di 1, a entro la fase 2, interagendo con molecole di 2 che prima interagivano solo con se stesse.
Questo è
un processo di absorbimento.
Un adsorbimento invece avviene quando la specie i si lega all’interfaccia tra 1 e 2 e si può indicare come:
1:i:1 + 1:2 1:1 + 1:i:2
Meccanicisticamente, mentre nel primo caso si rompevano le interazioni tra 2 e 2, ora si rompono quelle tra 1 e 2.
Pensare in termini di meccanismo è
molto comune nella descrizione delle reazioni chimiche e aiuta a procedere.
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Per ragionare, pensiamo al tipo di entità
che interagiscono prima e dopo la reazione,
poi pensiamo al tipo di elementi strutturali (gruppi funzionali)
sono presenti negli elementi che interagiscono (nell’esempio: i, 1 e 2).
E poi pensiamo al numero (quantità) di interazioni –
o all’area di contatto –
che viene cambiato durante la reazione.
Per comprendere il processo di ripartizione, dobbiamo valutare come le parti di i siano attratte alle strutture delle fasi 1 e 2: queste dovendosi formare e rompere determineranno l’affinità
di i per le due fasi.
Le attrazioni derivano da distribuzioni di elettroni non uniformi nelle molecole e nelle fasi, dalle quali originano le forse in interazione debole
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Una parentesi su: Il legame chimico e le interazioni intermolecolari, il ruolo dell’acquale forze intermolecolari ed il legame chimico. Cenni introduttivi su interazioni elettrostatiche, legami ad idrogeno, interazioni di van
der
Waals. Importanza
dell'acqua.
Scopo dell’unità didattica: far familiarizzare con i diversi tipi di legami chimici, ricordando i legami covalenti e puntando l’attenzione soprattutto ai legami deboli ed al loro effetto. I legami deboli ricoprono importanza fondamentale per spiegare la struttura ed il comportamento delle molecole.
Autoverifica: sapresti descrivere cosa sono i legami idrogeno? Tra quali gruppi chimici possono instaurarsi? Che tipo di stabilità
hanno?
Come dipendono dalla presenza del solvente? Cosa sono i legami ionici? Le interazioni tra dipoli? Le interazioni di van
der
Waals?
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Composition of the Earth’s Crust, Seawater, and the Human Body*
Earth’s Crust Seawate r Human Body †
Element % Compoun d m M Element %
O 47 Cl 548 H 63Si 28 Na 470 O 25.5Al 7.9 Mg 2 54 C 9.5Fe 4.5 SO 42 28 N 1.4Ca 3.5 Ca 2 10 Ca 0.31Na 2.5 K 10 P 0.22K 2.5 HCO 3 2.3 Cl 0.08Mg 2.2 NO 3 0.01 K 0.06Ti 0.46 HPO 42 0.001 S 0.05H 30.0aN22.0C 10.0gM91.0
*Figures for the earth’s crust and the human body are presented as percentages of the totalnumber of atoms; seawater data are millimoles per liter. Figures for the earth’s crust do notinclude water, whereas figures for the human body do.†T race elements found in the human body serving essential biological functions include Mn,Fe, Co, Cu, Zn, Mo, I, Ni, and Se.
La composizione del nostro ambiente si differenzia molto da quella degli organismi viventi.
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Come avete studiato nei precedenti corsi di chimica, il LEGAME COVALENTE è
un legame forte risultante dalla condivisione di elettroni tra atomi.
[animazione]
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I legami deboliServono a mantenere insieme le strutture
Sono molto più
deboli dei legami covalenti (la cui energia è
dell’ordine delle 100 kcal/mole), possono variare da 1 kcal/mole a poche kcal /mole.
Da soli non sono generalmente in grado di tenere insieme gli atomi, come fanno i legami covalenti (che formano le molecole). Per paragone, l’energia cinetica media delle molecole a 25 °C è
circa 0.5 kcal/mole.
Tra questi elenchiamo:
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Il legame idrogeno
-
Le interazioni ioniche
-
Le forze di van
der
Waals
-
Le interazioni idrofobiche
Queste forze creano interazioni che si formano e si rompono continuamente a temperatura ambiente, a meno che molte di queste si instaurino contemporaneamente ed in tal caso impartiscono una stabilità
significativa e sono
responsabili della struttura delle macromolecole biologiche.
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Weak Chemical Forces and Their Relative Strengths and Distances
Strength DistancenoitpircseD)mn()lom/Jk(ecroF
Van der Waals interactions 0.4–4.0 0.2 Strength depends on the relative size of the atoms or moleculesand the distance between them. The size factor determines thearea of contact between two molecules: The greater the area,the stronger the interaction.
Hydrogen bonds 12–30 0.3 Relative strength is proportional to the polarity of the H bonddonor and H bond acceptor. More polar atoms form strongerH bonds.
Ionic interactions 20 0.25 Strength also depends on the relative polarity of the interactingcharged species. Some ionic interactions are also H bonds:O NH 3 . . . OOC O
Hydrophobic interactions 40 — Force is a complex phenomenon determined by the degree towhich the structure of water is disordered as discretehydrophobic molecules or molecular regions coalesce.
La forza delle interazioni deboli
Le forze
intermolecolari
sono
molto più deboli
di
quelle
covalenti
o ioniche.
Es.: servono
16 kJ/mole per vaporizzare
HCl
mentre
servono
431
kJ/mol per dissociarlo
nei
suoi elementi: quando
una
sostanza
fonde
o bolle, sono
le interazioni intermolecolari
che
si
rompono
(non i
legami
covalenti): alte
temperature di fusione
ed
evaporazione
rispecchiano
alte
forze
di
interazione
attrattiva
-
...
Tyr 32
Phe 91Trp 92
Gln 121
Tyr 101
Le interazioni di van der WaalsSono interazioni elettriche dovute alle fluttuazioni delle nuvole elettroniche delle molecole. Sono attrazioni tra i nuclei delle molecole (degli atomi) e le nuvole elettroniche di altre molecole (degli atomi).
Si possono catalogare in:
•Interazioni ione-dipolo
•Interazioni dipolo-dipolo
•Interazioni dipolo-dipolo indotto
•Forze di dispersione di London
Le interazioni di van
der
Waals
sono presenti in tutte le molecole: sono efficaci solo a distanze molto brevi, per questo hanno un ruolo soprattutto quando svariati atomi di una molecole possono avvicinarsi molto ad altri di un’altra. Questo avviene quando le superfici delle molecole hanno un certo grado di complementarietà
strutturale.
-
Forze
Dipolo-Dipolo• Esistono
tra
molecole
polari
neutre.
• Sono
più
deboli
delle
forze
ione-dipolo.•
A parità
di
massa
e dimensione, le forze
dipolo-
dipolo
aumentano
con la polarità
delle
molecole.•
l’energia
di
questa
interazione
dipende
da
1/r3
(r è la distanza
tra
i centri
che
interagiscono)
[animazione]
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Forze
Dipolo-Dipolo
indotto•
Il dipolo
di
una
molecola
polare
può
indurre
una
polarizzazione
in una
molecola
non polare
(polarizzabile). Si instaura
una
forza
di
interazione
tra
il
dipolo
ed
il risultante
dipolo
indotto
• Sono
più
deboli
delle
forze
dipolo-dipolo.• L’energia
di
questa
interazione
dipende
da
1/r5
[animazione]
-
Forze
dipolo
indotto
-
dipolo
indotto o
forze
di
dispersione
di
LondonGli elettroni negli orbitali possono essere pensati come particelle in moto continuo.
Anche in molecole apolari, nel loro moto gli elettroni possono trovarsi distribuiti in modo non omogeneo e creare un dipolo istantaneo.
Questo dipolo può indurre un dipolo allineato in una seconda molecola apolare polarizzabile sufficientemente vicina. Si genera quindi una forza di attrazione tra i dipoli momentanei. Si può creare una correlazione dei moti
degli elettroni,
tale che i due dipoli nel tempo si riorientano
in modo coordinato.
La formazione di un dipolo istantaneo
[animazione]
-
Forze
di
dispersione
di
London“dipoli
istantanei”
•
Più
grandi
sono
le molecole
(maggiore
il
numero
degli
elettroni), e più facilmente
sono
polarizzabili
(le cariche
del nucleo
sono
schermate) per
cui è
più
facile creare
dei
dipoli
istantanei: Le forze
di
dispersione
di London aumentano
con il
peso molecolare.
-
Forze
di
dispersione
di
London•
Dipendono
dalla
forma delle
molecole: maggiore
è
la superficie
disponibile
per il
contatto, maggiore
le forze
di
dispersione.
•Le forze
di
London tra
molecole
sferiche
apolari
sono
più
basse
di
quelle tra
molecole
lineari
lunghe
Minore
area superficiale, forze
minori
-
Forze
Ione-dipolo•
È
l’interazione
tra
uno
ione
ed
un dipolo
(molecola
polare)
•
La possiamo
catalogare
come una
forza
di
tipo
ionicoEsempio: Na+
e Cl-
dissolti
in acqua.
Tra le interazioni di tipo ionico …
[animazione]
-
L’acqua è
il dipolo più
comune
E il tipo di interazione ione-dipolo più
comune è
il processo di solvatazione
Ha una costante dielettrica molto alta
[animazione]
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Forze
Ione-dipolo
indotto•
Analogamente
a quanto
detto
in precedenza, anche
uno
ione
può
indurre
momentaneamente
un dipolo
in una
molecola
apolare
polarizzabile.
[animazione]
-
Il legame idrogeno•
È
un caso
speciale
di
interazione
dipolo-dipolo
(con un
certo
carattere
covalente).
•
Il punto
di
ebollizione
di
composti
con legami
come H-F, H-O, e H-N è
inaspettatamente
alto. Questo
significa
che
le forze
di
legame
intermolecolare
sono
insolitamente
forti.
•
Perché
ci
sia
un legame
idrogeno
serve1)
un idrogeno
legato ad un elemento
piccolo e molto
elettronegativo
(importantissimo
per i composi
di
F, O, e N) –
è
detto
donatore
di
legame
idrogeno
2) una
coppia
di
elettroni
non condivisi
su
un atomo
molto elettronegativo
vicino
(solitamente
F, O, o N di
un’altra
molecola) –
è
detto
accettore
di
legame
idrogeno
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Il legame idrogeno: geometria
OO H O –
O H NN H ON+ H ON H N
Bonded atoms
0.27 nm0.26 nm0.29 nm0.30 nm0.29 nm0.31 nm
Approximatebond length*
Lengths given are distances from the atomcovalently linked to the H to the atomH-bonded to the hydrogen:
O H O0.27 nm
O H
*
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Esempi
di
legami
idrogeno
[animazione]
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[animazione]
-
Cosa succede ai legami idrogeno nell’acqua?
Il tempo medio di vita di un legame idrogeno tra due molecole d’acua
è
9.5 psec (picosecondi, 1 psec
=10-12
s). Quindi, ogni 10 psec, la molecola ‘media’
si muove e si riorienta
e interagisce con nuovi vicini.
[animazione]
-
•
Allo stato liquido le molecole di acqua sono in media legate a 3.4 altre molecole mediante legami idrogeno. Nel ghiaccio, ogni molecola è legata a 4 altre molecole.
•
La stuttura del ghiaccio ha spazio vuoto, poiché i legami idrogeno bloccano le molecole d’acqua lontante le une dalle altre (la densità del ghiaccio è più bassa di quella dell’acqua).
•
Quando il ghiaccio fonde, la sua struttura collassa e le molecole possono avvicinarsi di più le une alle altre.
Acqua vs.
ghiaccio
Ghiaccio
acqua liquida
http://www.edinformatics.com/math_science/wat_10A.gif
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Le interazioni ionicheSi tratta di interazioni elettrostatiche tra gruppi di carica opposta che sono localizzati su diverse molecole o su parti diverse della stessa (macro)molecola. Queste forze sono dell’ordine dei 20 kJ/mol in soluzione acquosa.
Tipicamente la carica elettrica è
distribuita
radialmente, per cui queste interazioni non hanno la direzionalità
dei legami
idrogeno o l’incastro delle interazioni di van
der
Waals. Ciò nonostante, poiché
le cariche sono
localizzate su punti definiti stericamente, le interazioni ioniche possono impartire specificità
strutturale. Sono
dipendenti dalla natura delle specie interagenti e dalla loro distanza.
[animazione]
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Un esempio di legami idrogeno di molecole d’acqua all’interno di una proteina. Spesso nelle macromolecole biologiche l’acqua ha un ruolo importante nel mantenere la struttura tridimensionale, partecipando in legami che la stabilizzano
[una catena di molecole di acqua nel citocromo f]
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Le interazioni deboli: un esempioForze
intermolecolari
nella
struttura
delle
proteine
forze
ioniche
forze
ioniche
legame
idrogenoforze
di
dispersione
forze
didispersione
Forze
didispersione
forzedipolo-dipolo
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L’effetto idrofobicoLe interazioni tra le molecole non polari non sono particolarmente forti di per se (van
der
Waals), ma le molecole d’acqua tendono ad escludere le molecole
polari poiché
preferiscono interagire tra loro. I legami idrogeno tra le molecole d’acqua possono essere molto più
numerosi e vari se le molecole apolari
coalescono
in un’unica struttura/fase.
Questa separazione di fase aumenta l’entropia del sistema poiché meno molecole d’acqua sono ordinate intorno alle molecole apolari. Questa ‘forza’
porta le molecole
apolari a stare insieme, sia che siano molecole isolate, sia che siano gruppi apolari all’interno di macromolecole: si tenderà
a formare una
struttura di gruppi apolari che stanno insieme e schermati dalla soluzione acquosa.
[animazione]
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Le molecole anfifilicheLe molecole anfifiliche
o anfipatiche
contengono sia gruppi fortemente polari che
gruppi fortemente apolari. I sali o i lipidi sono esempi di queste molecole.
Il loro comportamento in acqua rispecchia la loro doppia natura:
Le parti polari promuovono la solubilizzazione in acqua, mentre le parti apolari, a causa dell’effetto idrofobico, tendono a stare insieme.
Questo comportamento ha importanti risultati strutturali per i sistemi biologici, essendo responsabile, ad esempio, della struttura delle membrane.
La formazione di una micella
gruppocarbossilico
catenaidrocarburica
CO O
[animazione]
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RIASSUMENDO:
Le interazioni tra molecole non cariche derivano da attrazione tra zone più
ricche di elettroni e zone più
povere di elettroni nelle molecole.
Interazioni non specifiche (di van
der
Waals, esistenti tra tutte le molecole):
Energie di dispersione di London
dovute alla variazione nel tempo della distribuzione mediamente uniforme di elettroni. Dipende dalla polarizzabilità
delle molecole
(quindi dal prodotto delle polarizzabilità
delle due molecole che interagiscono);
Interazioni Dipolo-dipolo
indotto
dette anche Energie di Debye. Dipendono dalla presenza di un dipolo permanente, dovuto alla presenza di atomi di diversa elettronegatività
in una struttura. Questo altera la distribuzione di elettroni nel tempo di una molecola che avrebbe una distribuzione mediamente uniforme di elettroni. Dipende dal momento di dipolo e dalla polarizzabilità
della
molecole apolare.
Interazioni dipolo-dipolo
talvolta delle energie di Keesom. I dipoli permanenti di queste sostanze si orientano in modo che i dipoli si affaccino in modo testa-
coda. L’interazione dipende dall’entità
dei dipoli e dalla loro orientazione.
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Interazioni specifiche tra molecole risultano da strutture particolari che rendono possibili interazioni locali tra regioni povere di elettroni e regioni ricche di elettroni in altre molecole:
sono anche dette interazioni polari.
Esistono perché
interagiscono entità
complementari: un donatore di elettroni con un accettore, un donatore di H con un accettore.
I composti che possono avere solo interazioni di van
der
Waals
sono detti apolari, come quelli per cui queste sono prevalenti. Gli altri composti sono detti polari e possono contenere parti della molecola che mostrano una polarità
(elettrondonatore), quella
opposta (elettronaccettore) o anche entrambi.
Le forze di dispersione di London sono sempre presenti, per cui determinano la forza delle interazioni in mancanza di altre interazioni: se troviamo delle forze di interazione maggiori, significa che altre interazioni prevalgono.
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Per considerare le interazioni di London (ad esempio dominanti per gli alcani) consideriamo l’absorbimento
di una specie i dalla fase gas in una fase liquida 1:
i(g) + 1:1 → 1:i:1
Considerando che, idealmente, nella fase gas non ci siano interazioni tra molecole.
L’energia di dispersione di London dipende dalle polarizzabilità
delle molecole, cioè
la propensione delle molecole a modificare la loro distribuzione elettronica sulla scala temporale dei femtosecondi.
La polarizzabilità
delle molecole dipende dalla struttura chimica, ad esempio dalla dimensione (cresce nelle serie omologhe), dalla presenza di sistemi elettronici coniugati, dalla presenza di atomi grandi con molti elettroni non di legame.
Questo è
paragonabile alla risposta delle molecole alla luce (campo elettromagnetico con frequenze prossime a 1015
Hz) quindi di può valutare con l’indice di rifrazione del materiale (nDi
).
Una serie di constatazioni complesse portano ad una formulazione
dell’energia di interazione del tipo:
Δdisp
G
/ J mol-1 = -
costante (TSAi
) [(nDi2 - 1)/(nDi2 + 2)][(nD12 -
1)/(nD12 + 2)]
Dove TSAi
è
l’area totale della superficie molecolare
di i (quella che interagisce con la fase liquida).
Se risulta un ΔG maggiore, allora ci sono altre interazioni oltre a quelle di London.
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Possiamo per brevità
identificare l’equilibrio di ripartizione come:
i2 i1Cosicché
si possa definire una costante dell’equilibrio di
ripartizione (coefficiente di ripartizione):
Ki12
=[i]2
/[i]1Che ora definiamo sulle concentrazioni invece che sulle attività, per comodità, e nella considerazione che i sia un soluto diluito, che non altera le proprietà
della fase in cui è
disciolto.
Ki12 è
legata a Δ12
Gi
dall’espressione termodinamica:
Dove la costante dipende dalle unità
di misura delle concentrazioni.
Per il caso semplice di i(g) + 1:1 → 1:i:1 visto in precedenza, il processo di trasferimento di fase potrebbe essere diviso nelle due fasi di rottura delle interazioni 1:1 (che comporta ΔGcavità
) per fare ‘spazio’
per i e il processo di instaurazione delle
interazioni i:1 (che comporta Δgi,liquido
).
)ln(ln; K costcost 121212 12 +Δ
−== −RT
GKe ii/RTGΔ
ii
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Il caso più
semplice di ripartizione tra un composto in aria (molecole non interagenti) ed una fase liquida
è
il processo di condensazione/evaporazione
i(g) i:i:i
Questo caso dipende dalla tensione di vapore saturo
del composto, pi*.
Se vogliamo esprimere questo equilibrio come una costante di ripartizione, allora
KiaL
=Ciasat/CiLDove ‘a’
indica ‘aria’. Per cui, KiaL
è
alto se c’è
una grande tendenza del liquido ad evaporare (a non restare in fase liquida)
Da pV=nRT, Ciasat=n/V=pi*/RT per definire la concentrazione della fase vapore
Mentre per quella liquida, la concentrazione molare dipende dalla densità
e dalla massa molare: CiL
=
ρiL
/Mi
, dove Mi
sia la massa molare. Segue che
KiaL
=pi*Mi / (ρiL
RT)
Ma come varia in funzione del composto?
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Come funziona?
Questo è
un diagramma sperimentale di lnKiaL
rispetto al parametro che determina le energie di dispersione di London, funzione della polarizzabilità
e dell’area di interazione, TSA, qui misurata in cm2mol-1.
Per i composti apolari (punti ‘o’) o monopolari funziona molto bene: c’è correlazione. Parte della dispersione può essere dovuta alla stima
grossolana di TSA, parte al fatto che ci sono effetti dei dipoli: comunque prevalgono gli effetti dell’energia di dispersione
nel determinare KiaL
e quindi p*i
per composti apolari (o monopolari).
Tra questi composti apolari e polari (n-alcani, benzeni alchilati, metani e etani clorurati, chetoni alifatici, aldeidi, esteri di acidi carbossilici, alcoli, acidi carbossilici)
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Come funziona?
I composti bipolari hanno KiaL
diverse per 4 ordini di grandezza, a parità
di energie di dispersione. L’acqua ancora di più: in questo caso non sono trascurabili le interazioni come i legami idrogeno.
La temperatura cambia molto la tensione di vapore e di conseguenza KiaL
. Tutte le constatazioni devono essere fatte alla stessa temperatura.
Tra questi composti apolari e polari (n-alcani, benzeni alchilati, metani metani
e
etani clorurati, chetoni alifatici, aldeidi, esteri di acdi
carbossilici, alcoli, acidi carbossilici)
T=
25°C
-
Ripartizione tra aria e solvente. Due esempi abbastanza opposti ed istruttivi.
Ripartizione tra aria e esadecano
(n-C16
H34
), un liquido le cui molecole possono solo avere interazioni di van
der
Waals
tra loro e con i soluti (indipendentemente dalla loro
polarità).
Si ritrova una ottima correlazione inversa che indica che Kiah
dipende solo da interazioni di dispersione di vdW
che si rompono tra le molecole del solvente per formare una
cavità
e si formano tra le molecole di solvente ed il soluto: maggiori sono queste interazioni, più
facilmente il soluto preferirà
la fase solvente.
Diagramma delle costanti di ripartizione tra aria e n-esadecano a 25°C per numerosi composti apolari, monopolari, bipolari rispetto al parametro delle energie di dispersione di vdW.
K molto
basse:
Soluti in
fase liq
uida
-
Ripartizione tra aria e acqua di soluti organici
Il comportamento è
molto diverso
per le Kiaw
(costanti di ripartizione tra aria e acqua). Ci sono grandi differenze tra le diverse classi di composti (ordini
di grandezza!)
L’andamento rispetto al parametro di dispersione di vdW
è
opposto a quanto atteso: molecole più
grandi si sciolgono di meno! Molecole via via più
polari hanno Kiaw
più basse.
Sono privilegiati nella solubilizzazione quei composti che possono instaurare interazioni polari forti con l’acqua, perché
queste devono vincere l’alta energia necessaria per
rompere le interazioni tra le molecole di acqua. I composti apolari hanno interazioni di vdW
attrattive con l’acqua, ma sono molto più
deboli delle interazioni tra le molecole di
acqua.
Diagramma delle costanti di ripartizione tra aria e acqua a 25°C per numerosi composti apolari, monopolari, bipolari rispetto al parametro delle energie di dispersione di vdW.
K anche alt
e:
Soluti spes
so poco sci
olti in H2O,
come attes
o
-
Adsorbimento dalla fase gas
Si tratta di un caso in cui sono importanti interazioni tra una molecola organica ed una superficie. Anche qui troveremo delle ‘sorprese.’
Guardiamo cosa succede quando ripartiamo composti organici tra aria e due superfici chimicamente molto diverse, il teflon e il quarzo. Il teflon non può formare legami che comportino donazione o accettazione di elettroni, mentre il quarzo espone gruppi -OH in superficie per cui può formare legami dipolari come l’acqua.
Per queste interazioni superficiali, non si devono formare cavità
per accogliere un soluto, come avviene per i liquidi.
Sul teflon si possono avere solo interazioni di vdW, e la serie ha il comportamento atteso. Sul quarzo ci possono essere interazioni di vdW
relativamente forti, tanto che composti apolari o debolmente monopolari si adsorbono meglio che non sul teflon, forse sorprendentemente.
Costante di ripartizione tra aria e superficie Kias
di vari composti organici.
-
Usare i coefficienti di ripartizione per stimare la distribuzione di composti organici in sistemi multifasici
Date due fasi 1 e 2, di volumi V1
e V2
, le concentrazioni molari di un soluto i all’equilibrio sono nella relazione
Ki12
=Ci1
/Ci2la frazione f
di i che è
presente nella fase 1 è
data da:
In cui r12
è
il rapporto tra i volumi delle fasi, r12
=V1
/V2
.
Analogamente, si dimostra che la frazione di i nella fase 2 è:
In presenza di n fasi, si possono definire vari coefficienti di ripartizione Ki
(n(n-1)/2 diversi, di cui n-1 indipendenti) e si possono calcolare le frazioni di i in ogni fase:
12121
2
1
22211
111 11
1
1
1
rKVV
CCVCVC
VCf
ii
iii
ii
+=
+=
⋅+⋅⋅
=
12122 1
1rK
fi
i +=
∑=
≠
+== n
n nni
iin
inni
rK
fCCK
2 11
11
11 11
1 cui da;)(
Cosa ce ne facciamo di Ki12 ?
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