Intervento sullo stress

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Presentazione sullo stress in relazione alle tematiche del lavoro e del benessere organizzativo.

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Quando nel 1975 l’Organizzazione mondiale della Sanitàchiese al fisiologo canadese dr. Hans Selye

, quale esperto in 

materia, cosa fosse lo stress o sindrome generale di  adattamento (SGA)

,

egli rispose che si trattava di “una 

risposta aspecifica a qualsiasi richiesta proveniente  dall’ambiente

” dove per “aspecifica

si intende quel 

complesso meccanismo di risposta dell’organismo che  elude la tradizionale visione deterministica per la quale 

ogni risposta biologica sia riconducibile ad una  specifica causa 

(il caldo produce sudorazione, il freddo 

brivido, ecc.). Nella SGA quello che prevale non è

tanto la  natura dello stimolo quanto la sua intensità

. Tant’è

che 

Selye

nella sua definizione fa riferimento a “qualsiasi”

tipo di stimolazione anche la più

ordinaria, quando 

eccessivamente accentuata.

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In 

altri 

termini, quindi, possiamo dire 

che  lo 

stress 

è

quella risposta che l'organismo mette in atto quando è

soggetto agli 

effetti 

prolungati 

di 

svariati 

tipi 

di 

stimoli 

(stressor

siano essi fisici (ad es. fatica), mentali (ad es. impegno lavorativo), sociali o ambientali (ad es. obblighi o richieste dell'ambiente sociale).

Lo stress è

la reazione adattiva generale di un organismo,attivato da stimoli esterni di svariata natura

Il  risultato  di  un  processo  di  adattamento  che  coinvolge l’individuo durante la sua interazione con l’ambiente:il  soggetto  valuta  l’evento  che  deve  essere  affrontato (impegni 

lavorativi, 

conflitti 

familiari, 

difficoltà

nelle 

relazioni sociali…) e cerca una strategia per farvi fronte.

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Se 

è capace 

di 

reagire 

alle 

pressioni 

cui 

è sottoposto  nel 

breve 

termine, 

utilizzando 

le 

proprie 

strategie 

risorse

ecco 

che 

queste 

pressioni 

possono 

essere considerate 

positive 

in 

quanto 

permettono 

lo 

sviluppo 

dell’individuo stesso:questo viene definito eustress

o stress positivo.

Se, 

al 

contrario, 

le 

condizioni 

sfavorevoli 

superano 

le  capacità

le 

risorse 

proprie 

oppure 

sono 

prolungate 

nel 

tempo

l’individuo 

diventa 

incapace 

di 

reagire 

offre risposte poco adattive:questo viene definito distress

o stress negativo.

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Ogni persona riesce a tollerare un  diverso livello di tensione che 

corrisponde ad un proprio modo di  vedere, sentire, percepire gli eventi  che deve affrontare

.

Ciò che rappresenta una preoccupazione, uno stressor

, per un individuo, può non 

essere rilevato in modo problematico da un altro.

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Le tre fasidel processo di adattamento

Seyle individuò tre fasi successive:

1)reazione di allarme 

2)   resistenza 

3)   esaurimento

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FASE DI

ALLARME

L’organismo reagisce rapidamente  allo stimolo stressorio, attraverso la  mobilitazione di energie difensive che  hanno il compito di procurare una 

reazione immediata di attivazione e  accomodamento da parte del sistema  nervoso.

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FASE DI

RESISTENZA

Si attiva solamente se gli stressors sono prolungati ed intensi.

Consente un adattamento massimo ma le difese allertate nella prima fase sono in precario equilibrio.

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FASE DI

ESAURIMENTO

Si attiva se lo stato di adattamento della  seconda fase viene prolungato oppure 

l’organismo non è in grado di mettere in  atto risposte adeguate

.

E’ caratterizzato da squilibri di tipo funzionale e da patologie d’organo.

L’organismo può andare incontro a danni irreversibili inclusa la morte.

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Quali sono i soggetti a rischio?

Tutte le persone sono a rischio indipendentemente dal ruolo ricoperto nell’azienda, anche in 

relazione al rapido cambiamento  delle condizioni e caratteristiche  del lavoro 

che può incrementare i 

fattori di stress.

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Ma cosa c’entra tutto questo con il lavoro?

Il lavoro occupa gran parte del tempo di ognuno di noi e quindi è fondamentale nello sviluppo della personalità

e realizzazione dei propri bisogni.

Lo stress legato all’attività

lavorativa si manifesta  quando le richieste dell’ambiente del lavoro 

superano la capacità

del soggetto ad affrontarle

.Lavorare, sotto pressione, può migliorare le prestazioni e dare soddisfazione quando si raggiungono obiettivi impegnativi.Tuttavia, quando la richiesta e le pressioni 

diventano eccessive provocano distress, fattore  negativo sia per i lavoratori che per le aziende

.

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Quali possono essere leconseguenze dello stress sull’individuo?

A livello di comportamento 

può presentare manifestazioni quali abuso di alcol, tabacco, farmaci (antidepressivi, ansiolitici); comportamenti aggressivi; tendenza a correre rischi eccessivi al lavoro e nel traffico per percezione inadeguata del pericolo.

A livello psicologico 

può presentare ansia, suscettibilità, tristezza, irritabilità, mancanza di fiducia, incapacità

di concentrarsi, disagio, 

inquietudine, problemi relazionali anche in famiglia, ecc.

A livello fisico 

può accusare emicrania, stanchezza, disturbi digestivi, problemi sessuali, aumento della pressione arteriosa, accelerazione del battito cardiaco, contrattura muscolare con conseguenti dolori cervicali, alla testa e alle spalle, lombalgia, secchezza della gola e della bocca, pirosi dovuta all’eccessiva secrezione di succhi gastrici acidi, ecc.

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Quali possono essere le conseguenze  per l’Amministrazione?

A livello aziendale: 

aumento dell’assenteismo, frequente avvicendamento del personale, scarso controllo dei tempi di lavorazione, problemi disciplinari, vessazioni, comunicazioni aggressive, danno all’immagine aziendale, ecc.A livello di prestazioni individuali: 

riduzione della 

produttività

o della qualità

del prodotto o del servizio fornito, infortuni, processo decisionale inadeguato, errori, ecc.A livello economico: 

aumento dei costi per un possibile 

indennizzo o delle spese mediche, per il reclutamento e la formazione di nuovo personale, ecc.

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DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi 

di lavoro

Art. 28 (Oggetto della valutazione dei rischi)

1. 

La 

valutazione 

di 

cui 

all’articolo 

17, 

comma 

1, 

lettera 

a), 

anche 

nella scelta delle attrezzature di 

lavoro e delle sostanze o 

dei preparati chimici 

impiegati, nonché

nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti  i 

rischi per  la sicurezza e  la 

salute dei  lavoratori,  ivi compresi quelli 

riguardanti 

gruppi 

di 

lavoratori 

esposti 

rischi 

particolari, 

tra 

cui  anche 

quelli 

collegati 

allo 

stress 

lavoro­correlato, 

secondo 

contenuti 

dell’accordo 

europeo 

dell’8 

ottobre  2004

, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, 

secondo 

quanto 

previsto 

dal 

decreto 

legislativo 

26 

marzo 2001, 

n. 

151, 

nonché

quelli 

connessi 

alle 

differenze 

di 

genere, 

all’età, 

alla 

provenienza 

da 

altri 

Paesi

quelli connessi 

alla 

specifica 

tipologia 

contrattuale 

attraverso 

cui 

viene resa la prestazione di lavoro

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Le dieci categorie di  potenziale rischio 

lavorativo

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Come si previene lo stressin ambiente di lavoro?

Lo stress legato all’attività

lavorativa si può prevenire e l’azione finalizzata a ridurlo può essere economicamente molto efficace.

Un adeguato investimento in prevenzione e  formazione compenserà

anche l’Amministrazione 

in termini di minor assenteismo, minor numero di  infortuni, di errori, ecc., in favore di una migliore 

qualità

dei beni o dei servizi erogati e di una  buona immagine dell’Amministrazione stessa

.

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I fattori di rischio sono da ricercare:nella 

cultura 

organizzativa

nella 

c.d. 

“atmosfera 

aziendale”

è

indispensabile 

tenere 

in evidenza 

che 

lo 

stress 

legato 

al 

lavoro 

è un 

sintomo di un problema organizzativo e non una  debolezza individuale

;

nelle prestazioni

richieste

quali, ad esempio, la 

quantità

qualità

di 

lavoro 

(la 

presenza 

di 

troppo 

troppo 

poco 

lavoro 

da 

fare, 

mancanza 

di risorse, 

ecc.) 

nell’esposizione 

rischi 

fisici 

(sostanze chimiche, rumore, ecc.);

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nel 

grado

di

controllo

che 

singoli 

soggetti “percepiscono”

di avere sul  lavoro e in 

che 

termini 

possono influire sul modo in cui lo svolgono

.nelle relazioni 

sul 

luogo 

di 

lavoro (rapporti 

orizzontali e verticali);nel  cambiamento 

organizzativo

,  sul  come 

viene gestito e comunicato;nel 

ruolo

verificando 

se 

tutti 

soggetti 

comprendono 

quale 

sia 

il 

loro 

ruolo 

le 

loro  responsabilità

all’interno dell’amministrazione

se soffrono per l’ambiguità

di ruolo;

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nel tipo di sostegno da parte dei colleghi e  dei responsabili;

nella formazione

per assicurare ai singoli  soggetti le capacità

necessarie per eseguire le 

loro mansioni

ma anche per orientare, nel lavoro,  la loro creatività

e incrementarne la motivazione

nei fattori individuali

che tengono conto delle differenze

soggettive

: ad esempio alcune 

persone potrebbero rendere molto lavorando con scadenze pressanti, mentre altre preferiscono pianificare il loro lavoro.

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E’ infine importante la rilevazione precoce di

sintomi fisici, comportamentali e psico-

emozionali in quanto segnali di allarme di situazioni di rischio.

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Gli indicatori di “benessere”

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Gli indicatori di “malessere”

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