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INTERVENTI REGIONALI PER LA PROMOZIONE E IL SOSTEGNO DELLA COOPERAZIONE Piano annuale – 2017/2018

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INTERVENTI REGIONALI

PER LA PROMOZIONE E IL SOSTEGNO

DELLA COOPERAZIONE

Piano annuale – 2017/2018

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INDICE

1. PREMESSA ................................................................................................................................................. 3

2. IL FENOMENO COOPERATIVO: TRATTI DISTINTIVI ......................................................................... 3

3. LE COOPERATIVE NEL LAZIO ............................................................................................................... 5

3.1. Imprese e occupazione ...................................................................................................................... 6

3.2. Il fatturato .......................................................................................................................................... 8

3.3. I settori economici ............................................................................................................................. 9

3.4. Innovazione e internazionalizzazione .............................................................................................. 12

3.5. L’associazionismo ............................................................................................................................ 13

4. GLI OBIETTIVI STRATEGICI E LA NUOVA PROGRAMMAZIONE .................................................... 19

4.1. Indirizzi generali per la progettazione degli interventi.................................................................... 20

4.2. Indirizzi per gli interventi di formazione e orientamento: contenuti e metodologie ..................... 21

4.3. Innovazione e internazionalizzazione .............................................................................................. 22

4.4. Fabbisogni informativi e raccolta sistemica dei dati ....................................................................... 23

5. CRITERI E INDIRIZZI PER LE PROCEDURE ......................................................................................... 24

5.1. Beneficiari ........................................................................................................................................ 24

5.2. Azioni finanziabili e durata .............................................................................................................. 24

5.3. Natura e intensità del contributo .................................................................................................... 25

5.4. Indirizzi per la definizione delle procedure di assegnazione ed erogazione dei contributi ............ 25

5.6. Spese ammissibili e criteri per la rendicontazione .......................................................................... 27

5.7. Revoca del contributo ..................................................................................................................... 29

5.8. Controlli e monitoraggio .................................................................................................................. 29

6. INDIRIZZI A LAZIO INNOVA PER LA GESTIONE DEL FONDO PER LA COOPERAZIONE ......... 29

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1. PREMESSA

La legge regionale 21 luglio 2003 n. 20 ha definito la disciplina per la promozione e il sostegno della

cooperazione.

La programmazione degli obiettivi strategici è definita attraverso i Piani triennali (art. 4), declinati in

Piani annuali (art. 5) che pianificano gli interventi e ne disciplinano le modalità attuative.

Con la proposta di deliberazione consiliare n. 53 del 13 dicembre 2016 è stato adottato dalla Giunta regionale e sottoposto al Consiglio regionale del Lazio la proposta di Piano Triennale per la

Cooperazione 2016-2018.

Nella seduta del 13 dicembre 2017 Il Consiglio ha approvato il Piano triennale,1.

In considerazione dei tempi che si sono resi necessari per l’esame e la discussione in Consiglio, il

Piano triennale 2016/2018 è stato pubblicato sul BURL del 9 gennaio 2018.

Per tale motivo, tutte le azioni previste dal Piano saranno declinate e implementate attraverso il

presente Piano annuale nell’arco del 2018, valendosi delle risorse stanziate per l’esercizio pluriennale

2017 e 2018 sul capitolo B21908.

Tali risorse ammontano complessivamente a € 1.800.000,00 di cui €1.300.000,00 a valere

sull’esercizio 2017 e € 500.000,00 sul 2018.

2. IL FENOMENO COOPERATIVO: TRATTI DISTINTIVI

Il movimento cooperativo è uno degli ambiti operativi più dinamici e vitali del sistema imprenditoriale

italiano. I dati delle Camere di Commercio – Movimprese segnalano che il tasso di crescita delle

cooperative mostra sempre il segno positivo ed è sempre maggiore di quello registrato dal totale

delle altre imprese, anche fino al doppio.

Il valore aggiunto della formula cooperativa è particolarmente apprezzabile nei periodi di crisi. Il

movimento cooperativo si è sempre mostrato come un modello di crescita dell’economia reale, con

valenza anticiclica, di resistenza alla crisi, con particolare riguardo alla capacità di salvaguardia dei

livelli occupazionali.

Il Terzo Rapporto Euricse 20152 ha evidenziato il contributo significativo della cooperazione sia al

valore aggiunto nazionale che all’occupazione, soprattutto in termini di posti di lavoro stabili.

È significativo e strategicamente interessante per l’intero sistema produttivo che le cooperative

abbiano reagito in tempo di crisi, tutelando sia i livelli produttivi che l’occupazione più di qualunque

altra tipologia di impresa. Il Rapporto rileva dai dati censuari che nel periodo 2001/2011 le

cooperative attive sono cresciute del 15%, contro un aumento del totale delle imprese dell’8,5%.

Ancora più significativa la performance della cooperazione in relazione all’occupazione: gli occupati

nelle imprese cooperative sono aumentati del 22,7% contro il 4,3% del totale delle imprese.

È stata mantenuta questa tendenza positiva anche fino al 2014, data a cui si ferma l’analisi del

Rapporto Euricse.

1 Delibera del Consiglio regionale del Lazio n. 5 del 13/12/2017 – BURL n. 3 suppl. 1 del 9/01/2018 2 Economia cooperativa – Rilevanza, evoluzione e nuove frontiere della cooperazione italiana – Terzo Rapporto Euricse 2015

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Analoghe indicazioni sul ruolo di salvaguardia dei sistemi produttivi e occupazionali nazionali

esercitato dal sistema cooperativo emergono da diversi studi di settore. Le analisi condotte da alcune

Organizzazioni cooperative3 evidenziano in generale la vitalità delle imprese cooperative attestata

da un saldo tra nuove iscrizioni e cancellazioni che si conferma regolarmente positivo, anche nei

periodi di flessione.

Interessanti sono le analisi condotte sulle 250 cooperative più grandi (imprese con ricavi superiori

a 50 milioni di euro), a confronto con le imprese rilevate annualmente da Mediobanca.4 I dati

evidenziano che il fatturato delle cooperative rappresenta, nel 2006, l'8,6% di quello complessivo

delle società Mediobanca per arrivare fino all'11,3% nel 2015. Ma è sul piano occupazionale che la

performance è più eclatante.

Nel periodo 2006/2015 le imprese Mediobanca diminuiscono l'occupazione del 4,6%; al contrario,

le maggiori cooperative registrano un incremento di addetti pari al 30%. Ciò aumenta di oltre 5

punti percentuali il peso degli occupati delle grandi cooperative rispetto a quello delle altre imprese.

Tuttavia, a fronte di questi documentati e solidi successi, la cooperativa è meno protagonista quando

si affronta la questione innovazione e internazionalizzazione. Entrano in gioco le dimensioni come

variabile discriminante tra imprese che investono per il futuro e il cambiamento e imprese bloccate

nei propri confini.

Il Rapporto Euricse 2015 e il relativo aggiornamento5 rilevano come il grado di innovazione nel

sistema cooperativo sia in generale più basso nelle realtà più piccole e inferiore a quello delle società

di capitali. Oltre il 26% delle cooperative con almeno 250 addetti introduce innovazioni, mentre

sono meno del 12% di quelle piccole.

Ancora maggiore è la differenza per le attività di Ricerca e Sviluppo, condotte da più del 34% delle

grandi cooperative, solo dall’11% di quelle con oltre 49 addetti e da poco più del 7% di quelle fino a

9 addetti. È chiaro che incide profondamente su tale situazione la capacità di effettuare investimenti.

Un indicatore significativo dei limiti nella propensione alla innovazione del settore cooperativo è la

scarsa presenza di questa formula imprenditoriale nell’elenco delle start up innovative.

Le start up innovative sono definite dalla Legge n. 221/2012 come società di capitali, anche in forma cooperativa, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la

commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Altri elementi

caratteristici sono investimenti in ricerca sviluppo e personale laureato e con dottorato o

ricercatori. Si rappresenta, quindi, la sintesi della valorizzazione delle risorse tecnologiche al pari del

capitale umano.

La legge ha determinato una risposta significativa nel mondo imprenditoriale, ma secondo i dati

emersi da uno studio della Camera di Commercio di Roma, aggiornati a maggio 2016, in Italia su

100 imprese start up innovative solo 2 sono cooperative, contro 80 s.r.l. e 15 s.r.l.s.6

Nonostante questi limiti e difficoltà, la cooperazione è un modo di fare impresa e mercato che ha

un importante significato sociale, oltre che produttivo ed economico; non solo per l’impatto

occupazionale e il ruolo svolto dalle risorse umane, ma anche per la capacità di aprire nuove strade

proprio negli ambiti di crisi o di interpretare al meglio i “talenti” dei territori e coinvolgere le

3 Alleanza delle Cooperative Italiane – Ufficio studi AGCI- Area Studi Confcooperative – Centro Studi Legacoop – Note e Commenti 27 marzo 2015 4 Alleanza delle Cooperative Italiane – Ufficio studi AGCI- Area Studi Confcooperative – Centro Studi Legacoop – Osservatorio grandi imprese – 1 dicembre 2016 5 Dimensioni ed evoluzione dell’economia cooperativa italiana nel 2014 – Aggiornamento del Terzo Rapporto Euricse 6 Camera di Commercio di Roma – Ufficio Studi - Startup & PMI innovative in provincia di Roma- Aggiornamento dati 2 maggio 2016

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comunità nel loro processo di valorizzazione. L’originalità delle esperienze di Workers Buyout e

delle cooperative di comunità raccontano modi nuovi di fare impresa e di interpretare la

responsabilità sociale del sistema produttivo.

Tali tematiche saranno approfondite nell’esame dei dati riferiti al Lazio.

3. LE COOPERATIVE NEL LAZIO

Il Lazio mostra un sistema cooperativo di notevole rappresentatività del settore e maggiore vitalità nella crescita. Secondo i dati Movimprese-Infocamere riferiti al 3° trimestre 2017, il Lazio ospita

l’11.22% delle cooperative italiane attive, terza Regione come numero di imprese cooperative dopo

Lombardia (15.11%) e Sicilia (12.87%). Riferendosi al totale delle imprese, nello stesso periodo, la

rappresentatività del Lazio scende al 9.46%.

Tab. 1- Rappresentatività delle cooperative registrate per Regione - 2017

Fonte: elaborazioni su dati Movimprese – Infocamere -3° trimestre 2017

Piemonte 5.29

Valle d'Aosta 0, 23

Liguria 2,15

Lombardia 15,11

Trentino Alto

Adige 1,91

Veneto 5,65

Friuli Venezia Giulia 1,34

Emilia Romagna 7,17

Toscana 5,50

Umbria 1,31

Marche 2,15

Lazio 11,22

Abruzzo 2,03

Molise 0,56

Campania 9,96

Puglia 7,97

Basilicata 1,50

Calabria 2,98

Sicilia 12,87

Sardegna 3,09

Italia 100,00

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Nel Lazio, secondo i dati Infocamere, le cooperative attive costituiscono il 3.06% del totale delle

imprese attive regionali; a livello nazionale scendono al 2,58%.

In sintesi, il sistema cooperativo fa registrare una presenza nell’economia laziale particolarmente

significativa se riferita al quadro nazionale.

3.1. Imprese e occupazione

I dati utilizzati per analizzare il sistema cooperativo del Lazio sono stati forniti dal MISE, presso il

quale, per effetto del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 23 giugno 2004, è stato

istituito l’Albo delle imprese cooperative.

I dati si riferiscono al totale delle imprese registrate. Pertanto, sono ricomprese anche le cooperative

inattive. Tuttavia, ciò non inficia in misura sostanziale l’attendibilità delle analisi condotte, in quanto

pur se i valori assoluti non corrispondono esattamente alla realtà delle imprese attive, gli andamenti

registrati e la distribuzione territoriale rimangono veritieri, poiché riferiti ad un campione oltremodo

rappresentativo. Infatti, è stato operato un confronto con i dati di Movimprese, riferiti sia al totale

delle imprese registrate che a quelle attive. Nelle tabelle che distinguono le imprese per forma

giuridica, la categoria “Altre forme” - che secondo il glossario pubblicato da Movimprese

sostanzialmente coincide con imprese cooperative e consorzi - al terzo trimestre 2017 indica le imprese attive nel Lazio in numero di 14.911. I dati forniti dal Mise a fine 2017 riportano il numero

di 16.792. Lo scarto tra i due valori riferiti allo stesso periodo è intorno all’11%; ciò comporta che

è garantita l’attendibilità dell’analisi condotta su dati che rappresentano, anche aumentando i margini

di scostamento, almeno l’85% della realtà effettiva.

Secondo i dati forniti dal MISE, a fine 2017, nel Lazio si registrano 16.792 imprese cooperative che

sviluppano un’occupazione complessiva di 227.956 unità.

Tab. 2 – Imprese cooperative registrate nel Lazio e numero di addetti - 2017

cooperative N° addetti

%

COOP/LAZIO % Addetti/LAZIO

Frosinone 1.992 10.702 11,86 4,69

Latina 2.483 17.772 14,79 7,80

Rieti 916 2.744 5,45 1,20

Roma 10.490 190.297 62,47 83,48

Viterbo 911 6.441 5,43 2,83

LAZIO 16.792 227.956 100,00 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE- novembre 2017

Roma accoglie oltre il 62% delle imprese e in particolare quelle più grandi, in quanto sul piano

occupazionale il 62% delle imprese occupa l’83.5% degli addetti del Lazio. Latina con le sue 2.483

imprese cooperative è il secondo polo del Lazio, seguita da Frosinone. Ad eccezione di Roma, tuttavia, le realtà imprenditoriali di tutte le altre province risultano meno significative in termini di

occupazione.

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Per avere un’idea più precisa delle dimensioni medie delle cooperative, tornano utili i dati distinti

per classi di addetti7.

Tab.3 – Numero di cooperative per provincia e classi di addetti - Valori Assoluti (V.A.) e percentuali

(%) su totale provincia - 2017

FINO A 9

microimprese

10 – 49

piccole imprese

50 – 250

medie imprese

oltre 250

grandi imprese totale coop

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Frosinone 1.732 86,95 228 11,45 31 1,56 1 0,05 1.992 100,00

Latina 2.041 82,20 382 15,38 58 2,34 2 0,08 2.483 100,00

Rieti 864 94,32 51 5,57 1 0,11 0 0,00 916 100,00

Roma 7.596 72,41 2.008 19,14 790 7,53 96 0,92 10.490 100,00

Viterbo 750 82,33 133 14,60 28 3,07 0 0,00 911 100,00

LAZIO 12.983 77,32 2.802 16,69 908 5,41 99 0,59 16.792 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Tab.4 – Numero di cooperative per provincia e classi di addetti - V.A. e % su totale classe - 2017

FINO A 9

microimprese

10 – 49

piccole imprese

50 – 250

medie imprese

oltre 250

grandi imprese totale coop

V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %

Frosinone 1.732 13,34 228 8,14 31 3,41 1 1,01 1.992 11,86

Latina 2.041 15,72 382 13,63 58 6,39 2 2,02 2.483 14,79

Rieti 864 6,65 51 1,82 1 0,11 0 0,00 916 5,45

Roma 7.596 58,51 2.008 71,66 790 87,00 96 96,97 10.490 62,47

Viterbo 750 5,78 133 4,75 28 3,08 0 0,00 911 5,43

LAZIO 12.983 100,00 2.802 100,00 908 100,00 99 100,00 16.792 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

La realtà cooperativa laziale è chiaramente identificata come piccola impresa, in quanto circa il 94%

delle imprese sono micro e piccole e, di queste, oltre il 77% hanno meno di 10 addetti

(microimprese). Sul fronte opposto sono poco più di 1.000 quelle che contano 50 e più addetti e di

queste solo 99 ne contano più di 250.

7 Classificazione di cui al Reg. (CE) n. 651/2014 G. U. Unione Europea L187/1 del 26/06/2014

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Questo quadro si riproduce in ciascuna delle province, ma la piccolissima dimensione è ancora più

accentuata e diffusa nel reatino (94 imprese su 100 con meno di 10 addetti) e nel frusinate (87 su

100).

La Provincia di Roma, oltre a concentrare il maggior numero di cooperative in totale, ospita le

imprese di maggiori dimensioni: se tra le micro imprese quelle romane sono 58 su 100, diventano

72 nella classe superiore e rappresentano l’87% di quelle con 50/250 addetti fino ad assorbire la

quasi totalità (97%) delle imprese oltre i 250 addetti. La sequenza, in crescita proporzionalmente

alle dimensioni aziendali, segue esattamente l’andamento inverso in tutte le altre province.

Esistono, tuttavia, alcune realtà maggiormente apprezzabili anche nelle province di Latina e Viterbo.

In questi territori la percentuale delle imprese tra 9 e 49 addetti rappresenta circa il 15% del proprio

sistema cooperativo, mentre a Frosinone è intorno all’11% e scende sotto il 6% a Rieti. Stessa

situazione si ripresenta per le classi più ampie: a Rieti le cooperative con 50 e più addetti sono lo

0,1% delle imprese della provincia; a Frosinone salgono all’1.6%, a Latina al 2,4% e a Viterbo al 3%.

3.2. Il fatturato

Riguardo alle dimensioni aziendali misurate in termini di fatturato occorre fare una premessa metodologica. I dati del Mise riguardano anche il fatturato, i cui valori, tuttavia, non si riferiscono

all’universo delle aziende registrate, ma solo a quelle che hanno dichiarato tale informazione.

Complessivamente, solo 34 cooperative su 100 registrate hanno fornito il dato sul proprio fatturato.

Pertanto, è fondamentale tenere presente che la tabella delle imprese distinte per classi di fatturato

si riferisce solo al 34% circa delle cooperative, né è possibile stabilire se questo possa essere un

campione rappresentativo, in quanto non si può accertare la tipologia delle aziende che non hanno

dato questa informazione e quindi stabilire in che misura la loro assenza possa modificare i dati medi

che emergono dalla tabella. Tuttavia, si osserva che il dato del fatturato è ovviamente fornito dalle

aziende effettivamente attive; pertanto, la rappresentatività aumenta potendosi riferire non al totale

delle imprese registrate, ma ad un universo che è inferiore almeno del 12/15%.

Si ritiene in ogni caso utile rappresentare tali informazioni, anche se solo indicative.

Tab. 5 – Numero di cooperative per classi di fatturato e provincia – 2017

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Fino a

75.000

euro

75.001 -

300.000

euro

300.001 -

1.000.000

euro

1.000.001 -

2.000.000

euro

oltre

2.000.000

euro

N° coop che

hanno

dichiarato il

fatturato

% di coop che

hanno dichiarato

sul totale

provinciale/

regionale

Frosinone 305 227 119 25 25 701 35,19

Latina 321 205 117 42 74 759 30,57

Rieti 120 62 36 4 0 222 24,24

Roma 1.320 957 771 295 317 3.660 34,89

Viterbo 167 113 36 15 32 363 39,85

LAZIO 2.233 1.564 1.079 381 448 5.705 33,97

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I dati confermano le dimensioni medio-piccole del sistema cooperativo laziale, già evidenziate

dall’analisi per classi di addetti. La stragrande maggioranza delle imprese ha pochi dipendenti e fattura

fino a 300.000 euro. Addirittura il 39% ha un fatturato massimo di 75.000 euro.

Si confermano anche alcune realtà più significative a Latina e Viterbo, dove le cooperative che

fatturano oltre 2 milioni rappresentano rispettivamente il 9.7% e l’8.8% delle cooperative del proprio

territorio; a Roma costituiscono l’8.7%, pur essendo una realtà imprenditoriale molto più vasta, a

Frosinone sono solo il 3.6%, mentre a Rieti non esistono realtà così importanti.

Se si calcola il valore medio del fatturato per impresa, riferendosi solo alle imprese che lo hanno

dichiarato (5.705 cooperative pari al 34% del totale registrato), emerge con evidenza che a Latina e

in misura minore a Viterbo alcune realtà cooperative, esigue come numero, ma importanti come

volume d’affari, sbilanciano verso l’alto la media del fatturato per azienda.

Tab. 6 – Imprese che hanno dichiarato il fatturato- valori medi 2017

NUMERO COOPERATIVE

che hanno dichiarato il

fatturato

(A)

FATTURATO totale

delle imprese che lo

hanno dichiarato

(B)

MEDIA FATTURATO

(B/A)

Frosinone 701 € 273.307.393,00 € 389.882,16

Latina 759 € 939.007.852,00 € 1.237.164,50

Rieti 222 € 43.605.176,00 € 196.419,71

Roma 3.660 € 3.693.537.056,00 € 1.009.163,13

Viterbo 363 € 354.143.923,00 € 975.603,09

LAZIO 5.705 € 5.303.601.400,00 € 929.640,91

Fonte: elaborazioni su dati MISE

3.3. I settori economici

Il numero di imprese distinto per settore economico individua chiaramente e nettamente gli ambiti

merceologici in cui le imprese cooperative operano in maniera più diffusa (cfr. tab. 7).

Si tratta delle imprese di trasporto e magazzinaggio (3.199), seguite dalle Costruzioni (2.899) e da

Servizi alle imprese/agenzie noleggio e viaggi (2.755). Tutte le altre attività seguono a notevole

distanza.

Tuttavia, l’esame in termini di valori assoluti non descrive correttamente la specificità territoriale.

Infatti, la Provincia di Roma assorbe il 62.5% di tutte le cooperative laziali e la sua caratterizzazione

settoriale plasma quella generale.

Verificando la situazione a livello provinciale, si osserva che le cooperative di trasporto e

magazzinaggio costituiscono quasi il 25% delle cooperative romane, costituendo il settore più

rappresentato in quella provincia; ma in nessuna delle altre è al primo posto: a Latina è .al 12.5% (la

metà rispetto a Roma) e scende ancora a Frosinone (8.5%), Viterbo (7.2%) e Rieti (7.1%). Quindi i

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servizi di trasporto e magazzinaggio sono una realtà cooperativa particolarmente significativa

rispetto agli altri settori solo a Roma.

Diverso il discorso per il settore delle costruzioni: nella provincia di Roma è il terzo settore

maggiormente rappresentato – dopo trasporti e servizi alle imprese - mentre in tutte le province è

in assoluto il settore più presente a livello cooperativo, in termini di numero di imprese (cfr. tab.8).

Si può affermare che il settore delle costruzioni, dunque, è quello generalmente più significativo in

tutto il territorio laziale.

Riguardo agli altri settori, il quadro si diversifica: a Frosinone il settore che segue le costruzioni è il

manifatturiero – di un certo rilievo anche a Rieti – mentre l’agricoltura ha una significativa

rappresentanza cooperativa a Latina e Viterbo. A Latina è ben rappresentato, come a Roma, anche

il settore dei servizi alle imprese; tuttavia, le cooperative agricole di Latina sono la realtà decisamente

più significativa anche del Lazio, in quanto costituiscono il 32,2% di tutte le cooperative agricole

laziali.

In termini di rappresentatività regionale, il settore agricolo è schiacciato dai numeri di Roma che

riducono la percentuale di aziende agricole nella regione sul totale delle cooperative sotto il 6%; ma

se si riconduce il peso del settore primario all’interno delle realtà provinciali, ecco che la percentuale

sale sopra il 13% a Latina fino a sfiorare il 15% a Viterbo.

Tab. 7 – Cooperative distinte per settore economico e provincia – 2017 – Valori assoluti

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO

Agricoltura 152 323 112 279 136 1.002

Altre Attività Servizi 36 59 18 275 13 401

Ammin. Pubblica e Difesa;

Assicur. Sociale Obbligatoria 0 1 0 4 1 6

Attività Artistiche Sportive 33 53 13 205 26 330

Servizi Alloggio e Ristorazione 113 90 109 320 22 654

Finanziarie e Assicurative 21 23 9 99 18 170

Immobiliari 21 6 2 69 3 101

Manifatturiere 228 236 111 301 68 944

Professionali, Scientifiche e

Tecniche 92 89 36 576 56 849

Commercio e Riparazione

Autoveicoli 171 172 74 471 58 946

Costruzioni 433 462 159 1660 185 2.899

Cave e Miniere 1 2 1 4 1 9

Fornitura Acqua, Fogne, Rifiuti,

Energia Elettrica, Gas 15 15 1 41 9 81

Istruzione 26 51 9 170 24 280

Noleggio, Agenzie Viaggio Servizi

Alle Imprese 194 342 86 2036 97 2.755

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Sanità Assistenza Sociale 188 133 67 779 94 1.261

Informazione e Comunicazione 95 113 40 588 29 865

Trasporto e Magazzinaggio 170 311 65 2587 66 3.199

Imprese Non Classificate 3 2 4 26 5 40

TOTALE 1992 2483 916 10490 911 16.792

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Tab. 8 – Cooperative per settore economico – distribuzione % in ogni provincia - 2017

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO

Agricoltura 7,63 13,01 12,23 2,66 14,93 5,97

Altre Attività Servizi 1,81 2,38 1,97 2,62 1,43 2,39

Ammin. Pubblica e Difesa;

Assicur. Sociale Obbligatoria 0,00 0,04 0,00 0,04 0,11 0,04

Attività Artistiche Sportive 1,66 2,13 1,42 1,95 2,85 1,97

Servizi Alloggio e Ristorazione 5,67 3,62 11,90 3,05 2,41 3,89

Finanziarie e Assicurative 1,05 0,93 0,98 0,94 1,98 1,01

Immobiliari 1,05 0,24 0,22 0,66 0,33 0,60

Manifatturiere 11,45 9,50 12,12 2,87 7,46 5,62

Professionali, Scientifiche e

Tecniche 4,62 3,58 3,93 5,49 6,15 5,06

Commercio e Riparazione

Autoveicoli 8,58 6,93 8,08 4,49 6,37 5,63

Costruzioni 21,74 18,61 17,36 15,82 20,31 17,26

Cave e Miniere 0,05 0,08 0,11 0,04 0,11 0,05

Fornitura Acqua, Fogne, Rifiuti,

Energia Elettrica, Gas 0,75 0,60 0,11 0,39 0,99 0,48

Istruzione 1,31 2,05 0,98 1,62 2,63 1,67

Noleggio, Agenzie Viaggio Servizi

Alle Imprese 9,74 13,77 9,39 19,41 10,65 16,41

Sanità Assistenza Sociale 9,44 5,36 7,31 7,43 10,32 7,51

Informazione e Comunicazione 4,77 4,55 4,37 5,61 3,18 5,15

Trasporto e Magazzinaggio 8,53 12,53 7,10 24,66 7,24 19,05

Imprese Non Classificate 0,15 0,08 0,44 0,25 0,55 0,24

TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

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3.4. Innovazione e internazionalizzazione

L’innovazione è sempre stata indicata come fattore determinante del grado di dinamismo delle

imprese e moltiplicatore di efficienza, produttività e competitività.

L’internazionalizzazione è altrettanto strategica, in quanto allarga i mercati di sbocco, diversifica la

rete di vendita, sostiene nelle crisi del mercato nazionale.

I due fattori sono strettamente connessi. Un indicatore significativo della propensione di un tessuto

imprenditoriale all’innovazione è dato dalla presenza di start up innovative.

Uno studio della Camera di Commercio di Roma8 evidenzia un’ottima performance del Lazio: delle

5.623 startup innovative registrate in Italia a maggio 2016 la nostra Regione ne ospita 567, oltre il

10%, valore che colloca il Lazio in terza posizione nella graduatoria delle Regioni, dopo la Lombardia

(21.8%) e molto prossima all’Emilia Romagna (11.7%).

Tuttavia, è corretto sottolineare che tali risultati sono il prodotto dell’imprenditoria romana, più

che laziale. Infatti, su 567 start up innovative registrate nel 2016 nel Lazio, ben 492 (86.7%) sono

nella provincia di Roma e di queste 464 - il 94% - opera nel Comune di Roma. Queste aziende si

distinguono in modo particolare per un tasso di crescita tra il 2015 ed il 2016 che sfiora il 50% ed è

superiore a quello della media nazionale. Operano in massima parte nel settore informatico e dei

servizi. Si tratta di società di piccolissime dimensioni (massimo 4 addetti), costituite per l’81.9% del

totale in forma di “Società a Responsabilità Limitata”.

Molto poco significative in questo settore ad alta intensità di innovazione è la presenza di

cooperative, nel Lazio come nel resto d’Italia, anche se nella nostra Regione la percentuale di

cooperative start up è ancora meno rappresentata rispetto alle altre Regioni (1.02% delle start up

innovative della Regione contro il 2.06% nazionale).

Tab. 9 – Numero e percentuale delle start up innovative per forma giuridica - 2016

PROVINCIA DI ROMA ITALIA

FORMA GIURIDICA v.a. % v.a. %

Soc. responsabilità limitata 403 81,91 4.478 79,64

Soc. responsabilità limitata a capitale ridotto 1 0,20 14 0,25

Soc. responsabilità limitata unico socio 6 1,22 120 2,13

Soc. responsabilità limitata semplificata 71 14,43 823 14,64

Soc. consortile responsabilità limitata 1 0,20 5 0,09

Soc. cooperativa 5 1,02 116 2,06

Soc. costituita in base a legge di altro Stato 0 0,00 3 0,05

Soc. europea 0 0,00 1 0,02

Soc. per Azioni 5 1,02 63 1,12

TOTALE 492 100,00 5.623 100,00

Fonte: Elaborazione dell'Ufficio Studi della CCIAA di Roma su dati InfoCamere - 2016

8 Camera di Commercio di Roma – Ufficio Studi - Startup & PMI innovative in provincia di Roma- Aggiornamento dati 2 maggio 2016

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La forma cooperativa, dunque, sembra prestarsi poco alle iniziative imprenditoriali che nascono per

realizzare l’idea innovativa.

Non diversa la situazione se si leggono i dati sulle PMI innovative. Sempre secondo l’analisi della

Camera di Commercio di Roma, nel 2016 nel Lazio ci sono solo 10 imprese che possono essere

identificate come innovative e tra esse non c’è neanche una cooperativa.

Anche le indagini MET Economia9 hanno rilevato una propensione all’innovazione da parte delle

cooperative inferiore a quella mostrata dalle Società di capitali.

Altro dato che emerge con regolarità e si conferma negli anni è che gli investimenti per l’innovazione

sono direttamente proporzionali alle dimensioni aziendali. Nel Lazio il tessuto imprenditoriale

cooperativo di dimensioni medio-piccole non è terreno fertile per l’innovazione.

Sul piano dell’internazionalizzazione risulta la stessa scarsa propensione delle cooperative verso i

mercati esteri, rilevata a livello nazionale.

Anche gli anni 2011/2013, in cui si è fatta sentire particolarmente la crisi, non hanno sollecitato

orientamenti concreti e significativi verso i mercati esteri. Sempre secondo l’indagine MET 2013

risulta che solo 19 cooperative su 100 hanno registrato attività verso l’estero, mentre sono 40 le

società di capitali.

Per il salto di qualità, dunque, è necessario lavorare sulle competenze e le risorse necessarie per

favorire azioni di innovazione ed esperienze internazionali.

3.5. L’associazionismo

Secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, a fine 2017, su 16.792 cooperative

registrate, risultano iscritte ad una delle Organizzazioni riconosciute dal Ministero 3.474 imprese,

pari al 20,7% del totale.

Tab. 10 – Imprese cooperative secondo l’iscrizione a Organizzazioni riconosciute - 2017

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO

TOTALE

ASSOCIATE 455 362 177 2.232 248 3.474

TOTALE NON

ASSOCIATE 1.537 2.121 739 8.258 663 13.318

TOTALE

COOPERATIVE 1.992 2.483 916 10.490 911 16.792

% ASSOCIATE

SU TOTALE 22,8 14,6 19,3 21,3 27,2 20,7

Fonte: elaborazioni su dati MISE

9 MET Economia (www.met-economia.it) indagine campionaria 2013

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Una maggiore propensione all’associazionismo si rileva nella provincia di Viterbo (27,2%), mentre

scende ancora di sei punti percentuali sotto la media a Latina.

Le realtà sub territoriali, dunque, non modificano sostanzialmente il dato medio registrato per la

Regione.

Ragionando in termini di addetti, il quadro che emerge è leggermente diverso e descritto dalla tabella

11.

Tab. 11 – Addetti per tipo di cooperativa (associata e non) e provincia – 2017

Addetti

cooperative

associate

Addetti

cooperative

non associate

% Addetti

cooperative

associate

sul totale addetti

% addetti di

cooperative non

associate sul totale

addetti

Frosinone 3.509 7.193 32,79 67,21

Latina 4.202 13.570 23,64 76,36

Rieti 728 2.016 26,53 73,47

Roma 66.330 123.967 34,86 65,14

Viterbo 3.157 3.284 49,01 50,99

LAZIO 77.926 150.030 34,18 65,82

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Pur rappresentando poco più del 20% delle cooperative laziali, quelle iscritte ad una Organizzazione

accolgono intorno al 35% degli addetti. Ciò significa che quelle iscritte hanno dimensioni medie più

ampie di quelle non iscritte, almeno in termini occupazionali.

Ancora una volta, sono Viterbo e Latina a indicare i valori massimi e minimi rispetto alla media.

Analizzando la presenza delle Organizzazioni all’interno dei vari settori emergono risultati

interessanti.

Si è vista in precedenza la particolare rappresentatività nel Lazio del settore delle costruzioni; altre

importanti realtà sono quelle del trasporto e dei servizi alle imprese, anche se in modo molto

diversificato a livello provinciale.

Un discorso a parte merita il settore agricolo, che pur non essendo tra i più rappresentati nel mondo

cooperativo, assume un peso significativo in alcune realtà locali. Se ci riferiamo alle sole cooperative

associate, si scopre che il settore agricolo aumenta la propria rappresentatività sul totale (5.36%

delle cooperative non associate e 8.29% di quelle associate) e ciò proprio nell’ambito in cui è forte

la presenza delle grandi associazioni di categoria agricole.

Al contrario, nell’ambito delle cooperative associate, cala, anche sensibilmente e in modo diffuso sul

territorio, il peso dei settori costruzioni e trasporti/magazzinaggio: il primo conta il 17.9% delle

cooperative non associate, ma scende al 14.82% tra le iscritte ad Organizzazioni; a Viterbo

addirittura la percentuale si dimezza.

Il calo è ancora più drastico nel settore dei trasporti (dal 20.55% al 13.3%).

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Più presente, invece, l’adesione alle Organizzazioni del movimento cooperativo nel settore dei

servizi alle imprese.

Situazione opposta nel settore della sanità e assistenza sociale, dove le cooperative non associate

del settore sono 6 su 100, mentre raddoppiano a 12 su 100 tra quelle associate.

Tab. 12 – Cooperative non associate – rappresentatività dei settori economici – Valori %

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO

Agricoltura 7,16 12,26 11,37 2,17 12,22 5,36

Altre Attività Servizi 1,50 2,45 2,30 2,69 1,66 2,44

Ammin. Pubblica e Difesa;

Assicur. Sociale Obbligatoria 0,00 0,05 0,00 0,04 0,15 0,04

Attività Artistiche Sportive 1,95 2,17 1,35 1,97 2,56 2,00

Servizi Alloggio e Ristorazione 5,34 3,63 12,04 2,99 2,26 3,83

Finanziarie e Assicurative 1,04 0,80 0,95 0,75 2,11 0,87

Immobiliari 1,11 0,28 0,27 0,69 0,45 0,64

Manifatturiere 11,52 10,42 11,37 2,97 7,84 5,85

Professionali, Scientifiche e

Tecniche 4,62 3,68 4,19 4,80 7,09 4,68

Commercio e Riparazione

Autoveicoli 8,26 6,55 8,39 4,54 6,03 5,58

Costruzioni 23,75 18,72 16,91 16,25 23,38 17,90

Cave e Miniere 0,07 0,05 0,14 0,04 0,15 0,05

Fornitura Acqua, Fogne, Rifiuti,

Energia Elettrica, Gas 0,78 0,71 0,14 0,31 0,90 0,45

Istruzione 1,11 2,12 1,22 1,49 1,96 1,55

Noleggio, Agenzie Viaggio Servizi

Alle Imprese 9,50 13,81 9,34 19,42 10,11 16,36

Sanità Assistenza Sociale 7,87 4,57 7,17 6,32 7,69 6,34

Informazione e Comunicazione 4,94 4,53 4,87 5,61 3,47 5,21

Trasporto e Magazzinaggio 9,30 13,11 7,44 26,64 9,20 20,55

Imprese Non Classificate 0,20 0,09 0,54 0,31 0,75 0,30

TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

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Tab. 13 – Cooperative associate – rappresentatività dei settori economici – Valori %

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO

Agricoltura 9,23 17,40 15,82 4,48 22,18 8,29

Altre Attività Servizi 2,86 1,93 0,56 2,37 0,81 2,19

Ammin. Pubblica e Difesa;

Assicur. Sociale Obbligatoria 0,00 0,00 0,00 0,04 0,00 0,03

Attività Artistiche Sportive 0,66 1,93 1,69 1,88 3,63 1,84

Servizi Alloggio e Ristorazione 6,81 3,59 11,30 3,27 2,82 4,15

Finanziarie e Assicurative 1,10 1,66 1,13 1,66 1,61 1,55

Immobiliari 0,88 0,00 0,00 0,54 0,00 0,46

Manifatturiere 11,21 4,14 15,25 2,51 6,45 4,75

Professionali, Scientifiche e

Tecniche 4,62 3,04 2,82 8,06 3,63 6,51

Commercio e Riparazione

Autoveicoli 9,67 9,12 6,78 4,30 7,26 5,84

Costruzioni 14,95 17,96 19,21 14,25 12,10 14,82

Cave e Miniere 0,00 0,28 0,00 0,04 0,00 0,06

Fornitura Acqua, Fogne, Rifiuti,

Energia Elettrica, Gas 0,66 0,00 0,00 0,67 1,21 0,60

Istruzione 1,98 1,66 0,00 2,11 4,44 2,10

Noleggio, Agenzie Viaggio Servizi

Alle Imprese 10,55 13,54 9,60 19,35 12,10 16,58

Sanità Assistenza Sociale 14,73 9,94 7,91 11,51 17,34 12,00

Informazione e Comunicazione 4,18 4,70 2,26 5,60 2,42 4,92

Trasporto e Magazzinaggio 5,93 9,12 5,65 17,34 2,02 13,30

TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Scendendo nel particolare delle singole Organizzazioni, si nota che Confcooperative e Legacoop

aggregano le percentuali maggiori di cooperative: rispettivamente oltre il 23 e il 21%.. Segue a breve

distanza, in termini di numero di cooperative associate, Unci e – a pari livello di rappresentanza -

Agci e Unicoop. Recentissima è la Uecoop, che, pur essendo presente nel Lazio solo dal 2015,

rappresenta poco meno del 10% delle cooperative associate.

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Tab. 14 – Rappresentatività per provincia delle Organizzazioni del movimento cooperativo – V.A. e

percentuali

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio

V.A.

% V.A.

% V.A..

% V.A.

% V.A.

%

V.A.

%

Agci 45 9.9 71 19,6 16 9,1 328 14,7 12 4,8 472 13.6

Legacoop 106 23.3 96 26,5 26 14,7 441 19,8 75 30,2 744 21.4

Confcoop 35 7.7 85 23,5 60 33,9 537 24,1 85 34,3 802 23.1

Uecoop 83 18.2 54 14,9 27 15,2 117 5,2 53 21,4 334 9.6

Unci 171 37.6 33 9,1 21 11,9 409 18,3 9 3,6 643 18.5

Unicoop 15 3.3 23 6,4 27 15,2 400 17,9 14 5,7 479 13.8

Totale Associate

455 100.0 362 100.0 177 100.0 2.232 100.0 248 100.0 3.474 100.00

Fonte: elaborazioni su dati MISE

Dal punto di vista della caratterizzazione settoriale delle Organizzazioni le tabelle 15 e 16 rilevano

alcuni tratti distintivi.

Tab. 15 – Cooperative per Organizzazione di appartenenza e per settore – Valori percentuali

AGCI LEGACOOP CONFCOOP UECOOP UNCI UNICOOP TOTALE DI SETTORE

Agricoltura 7,84 8,47 7,23 26,05 5,60 1,46 8,29

Altre Attività Servizi 1,91 1,48 2,00 1,80 3,73 2,09 2,19 Ammin. Pubblica E

Difesa;

Assicur.Sociale

Obbligatoria 0,00 0,13 0,00 0,00 0,00 0,00 0,03 Attività Artistiche

Sportive 2,12 2,28 2,49 1,20 1,24 1,04 1,84

Servizi Alloggio E

Ristorazione 4,24 3,36 3,37 5,39 4,98 4,59 4,15 Finanziarie E

Assicurative 1,69 1,08 3,49 0,60 1,09 0,21 1,55

Immobiliari 0,42 0,54 0,12 0,00 0,62 1,04 0,46

Manifatturiere 4,24 4,57 3,37 5,69 6,53 4,80 4,75 Professionali,

Scientifiche E

Tecniche 12,08 6,85 5,49 2,40 5,60 6,26 6,51 Commercio E

Riparazione

Autoveicoli 6,36 3,63 5,36 8,08 8,09 5,01 5,84

Costruzioni 9,53 18,82 16,71 11,38 14,15 13,99 14,82

Cave E Miniere 0,00 0,00 0,00 0,00 0,31 0,00 0,06

Fornitura Acqua,

Fogne, Rifiuti, 0,21 0,81 0,37 0,90 0,93 0,42 0,60

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Energia Elettrica,

Gas

Istruzione 1,69 2,69 2,74 2,40 1,71 0,84 2,10 Noleggio, Agenzie

Viaggio Servizi Alle

Imprese 16,31 14,92 14,09 13,77 20,37 20,46 16,58 Sanità Assistenza

Sociale 11,23 14,38 20,20 7,19 7,00 5,43 12,00

Informazione E

Comunicazione 2,97 8,60 4,61 3,59 3,27 4,80 4,92 Trasporto E

Magazzinaggio 17,16 7,39 8,35 9,58 14,77 27,56 13,30

TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100.0 100,00 100,00 Fonte: elaborazioni su dati MISE

In agricoltura spicca la specializzazione della Uecoop. Le cooperative agricole costituiscono poco

più dell’8% delle aziende associate, ma superano il 26% di quelle iscritte a Uecoop. Di tutte le

cooperative agricole associate del Lazio, Uecoop ne raggruppa da sola più del 30% (cfr. tab. 16).

Il settore delle costruzioni è appannaggio di Confcooperative e Legacoop, contando le due

associazioni complessivamente come propri iscritti oltre il 53% del totale delle cooperative associate

del settore (tab. 16)

Confcooperative ha grande seguito nel settore delle cooperative sociali (sfiora il 40% del totale delle

cooperative associate del settore sanità e assistenza sociale).

Nell’ambito dei servizi alle imprese, significativa la presenza di Unci (che riunisce il maggior numero

di associati del settore). Si osserva, inoltre, che all’interno di Unci e Unicoop più di 20 su 100 propri

iscritti operano in questo settore (cfr. tab. 15).

Dai dati risulta la specializzazione delle cooperative associate a Unicoop nel settore dei

trasporti/magazzinaggio: non solo è il settore in cui sono maggiormente concentrati i propri iscritti

(quasi 28 su 100), ma, in assoluto, rappresenta la quota più alta di imprese associate del settore

(quasi 29 su 100 imprese del settore sono iscritte a Unicoop). Occorre ricordare che si tratta anche

del settore che registra una bassissima propensione all’associazionismo.

Tab. 16 – Distribuzione delle cooperative associate per i principali settori ed Organizzazione – Val.%

AGCI LEGACOOP CONFCOOP UECOOP UNCI UNICOOP Totale di settore

Agricoltura 12,85 21,88 20,14 30,21 12,50 2,43 100,00

Costruzioni 8,74 27,18 26,02 7,38 17,67 13,01 100,00 Noleggio, agenzie

viaggio servizi alle

imprese 13,37 19,27 19,62 7,99 22,74 17,01 100,00 Sanita' assistenza

sociale 12,71 25,66 38,85 5,76 10,79 6,24 100,00 Trasporto e

magazzinaggio 17,53 11,90 14,50 6,93 20,56 28,57 100,00 Fonte: elaborazioni su dati MISE

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4. GLI OBIETTIVI STRATEGICI E LA NUOVA PROGRAMMAZIONE

Gli obiettivi strategici fissati dal Piano triennale 2016/2018 sono due:

1. Promozione della cultura cooperativa

2. Sostegno al sistema cooperativo regionale.

Il primo obiettivo consiste nell’attivazione di un’azione sistemica di promozione e diffusione sul

territorio regionale del modello di impresa cooperativa e incentivazione dei processi di aggregazione, nonché delle pratiche di partecipazione come il partenariato partecipato, anche nella predisposizione

di atti e piani. Nel Piano triennale viene declinato in:

– promozione della cultura cooperativa con la realizzazione di convegni, seminari, eventi, siti

internet e campagne mediatiche;

– miglioramento della formazione dei dirigenti e degli addetti delle cooperative associate

attraverso apposita formazione con particolare riferimento alle reti di imprese;

– sviluppo di un sistema consolidato di rete tra le cooperative;

– promozione di un codice etico interno volto alla valorizzazione delle risorse umane e contro

ogni forma di un loro possibile sfruttamento;

– miglioramento della conoscenza del sistema cooperativo laziale attraverso la realizzazione di

banche dati integrate e specifici studi di settore;

Il secondo obiettivo strategico mira al sostegno e impulso alle imprese cooperative tramite:

– l’indennizzo delle spese di tutoraggio delle neo-imprese cooperative in fase di start up

– il Fondo rotativo per il piccolo credito.

I contributi saranno concessi per:

– Idee di impresa, per le quali gli aspiranti imprenditori intendono usufruire di attività di

formazione e consulenza/tutoraggio finalizzate alla verifica della effettiva validità dell’idea e

alle sue concrete possibilità di trasformarsi in impresa, fino alla redazione del business plan;

– Business plan per i quali si intende usufruire delle attività di tutoraggio e accompagnamento

agli aspiranti imprenditori, nella corretta definizione e sviluppo del piano di impresa e il

passaggio all’impresa.

In relazione al fondo rotativo per il piccolo credito, sono già avviati da luglio 2017 gli interventi a

valere sul POR 2014/2020 che hanno definito una sezione specifica per l’attuazione della legge sulla

cooperazione, stanziando 3 milioni di euro.10

10 Avviso pubblico POR FESR LAZIO 2014-2020 Asse 3 Azioni 3.3.I e 3.6.I - Asse 4 Azione 4.2.I Interventi a valere su fondi regionali - fondo rotativo per il piccolo credito- BURL n. 52 del 29/06/2017

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4.1. Indirizzi generali per la progettazione degli interventi

Nell’ambito delle attività di promozione e diffusione della cultura di impresa, il Piano triennale per

la cooperazione individua anche le macro-aree di attività attraverso le quali dovrà svilupparsi l’azione

di ricerca, formazione e orientamento del sistema cooperativo:

– attività di ricerca-intervento per dimensionare il rischio di espulsione del personale dalle

imprese cooperative, per definire il ruolo della cooperazione come sistema per ridurre

l’impatto della crisi sul sistema occupazionale, per identificare spazi di riconversione e

sviluppo;

– attività di impostazione dell’offerta formativa (seminari di sensibilizzazione, attività di

orientamento, studio di fabbisogni, individuazione di figure professionali target, azioni volte

ad introdurre la rendicontazione sociale e ambientale, ecc.);

– attività di ricerca e intervento per l’introduzione di sistemi di misurazione dell’impatto sociale

nell’ambito delle attività svolte dalle imprese cooperative.

È necessario, in questo ambito, uscire dalla genericità degli interventi, non solo specializzando e

qualificando gli strumenti, per potenziarne l’efficacia, ma anche focalizzando le azioni in settori

specifici di particolare interesse in termini di opportunità, di sviluppo e di innovazione.

È altresì importante radicare gli interventi nello scenario delle imprese laziali, al fine di specializzare

le azioni rispetto alle realtà imprenditoriali e settoriali più rappresentative del Lazio e ai loro specifici

fabbisogni, anche diversificando a livello sub-territoriale.

I canali e gli strumenti tradizionali di comunicazione e promozione, quali convegni, seminari, eventi,

campagne, ecc. devono agire in modo mirato e orientarsi sia verso lo sviluppo dei settori maturi in

cui le imprese cooperative sono già significativamente rappresentate nel Lazio, sia verso

l’esplorazione di nuovi spazi produttivi e di mercato.

Un ulteriore criterio di qualificazione delle iniziative di promozione della cultura cooperativa

consiste nel centrare il binomio tradizione-innovazione, affinché la prima non sia l’opposto della

seconda, ma si configuri come il contesto consolidato che si evolve verso nuove frontiere.

Altri pilastri dell’impianto di promozione e divulgazione della cultura cooperativa sono i processi di

aggregazione, il partenariato pubblico–privato, le reti di imprese, l’organizzazione in filiere.

Si radicano nella specificità del modello cooperativo anche i valori di responsabilità sociale e l’impatto

della scelta di tale modello sull’economia reale, i livelli occupazionali, la trasformazione sociale e la

rispondenza all’interesse collettivo.

La promozione della cultura cooperativa, in sintesi, deve muovere dall’affermazione dei valori

generali fondanti della cooperazione, per orientarsi verso le specificità territoriali, settoriali,

evolutive, individuandone e sostenendone le potenzialità di crescita e gli spazi di sviluppo innovativo,

anche attraverso strumenti nuovi e non convenzionali.

In sintesi, le azioni di informazione generalizzata sulla cultura cooperativa e indirizzate ad un pubblico

generico e non specializzato rischiano di cadere nel vuoto e di non stimolare un reale sviluppo

dell’impresa cooperativa. È opportuno quindi individuare target specifici, che abbiano potenzialmente

un interesse diretto all’impresa cooperativa (lavoratori di aziende in crisi, giovani disoccupati, piccole

comunità locali, associazioni, ecc.) e contemporaneamente centrare contenuti tecnici e informazioni

specifiche di taglio concreto e operativo.

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4.2. Indirizzi per gli interventi di formazione e orientamento: contenuti e metodologie

La formazione è sempre un elemento strategico per la crescita e la qualificazione di un sistema

produttivo. È importante, quindi, specificare più accuratamente gli ambiti e le modalità con cui ci si

attende che siano realizzati gli interventi di formazione e orientamento.

Poiché uno dei principi base dell’impresa cooperativa è la valorizzazione del capitale umano,

individuato come variabile discriminante del successo dell’impresa cooperativa e della sua capacità

di tenuta sul mercato e di sviluppo, una parte significativa delle azioni formative sarà imperniata sulla

formazione rivolta ai dirigenti e agli addetti delle cooperative. In particolare, le azioni formative e di

orientamento dovranno puntare alla qualificazione e specializzazione delle competenze delle risorse

umane per affrontare le nuove sfide del sistema economico e del mercato e contemporaneamente

agire sulla cooperazione come soggetto produttivo in grado di attivare cambiamenti sociali e generali

effetti benefici sull’intera comunità.

Interventi di orientamento/formazione saranno rivolti a coloro che intendano intraprendere il

percorso dell’autoimprenditorialità, quale efficace risorsa per la lotta alla crisi economica e

occupazionale.

Ancora nell’ottica delle ricadute benefiche sui livelli occupazionali e sul tessuto economico locale,

sono da valorizzare gli interventi per la diffusione di informazioni, approfondimenti e consulenze tecniche sulle esperienze WBO – Workers Buy Out – attraverso le quali i lavoratori di aziende in

crisi possono rilevare l’impresa per autogestirla in forma cooperativa. I dati sui casi di WBO in Italia

hanno dimostrato che la dimensione medio piccola (10-49 dipendenti) è ideale per una gestione da

parte dei lavoratori di un’azienda in crisi che decidano di rilevare l’impresa in forma cooperativa.

Secondo alcuni studi11, nel Lazio sono 16 i casi di WBO, pari al 6.9% del totale nazionale. In due sole

regioni - Toscana ed Emilia Romagna - si conta il 37.3% dei WBO. Questa concentrazione regionale

è spiegata anche dal fatto che tali esperienze tendono più facilmente a riprodursi nei territori dove

si sono già verificati casi simili e in particolare negli stessi ambiti produttivi.

L’impresa cooperativa rappresenta il modello aziendale che per sua natura è in grado di coniugare

l’interesse economico con bisogni sociali e interessi collettivi. Per questo motivo questo tipo di

imprese è il terreno più fertile per applicare i principi di responsabilità sociale e in generale, della

sostenibilità, tema di grande rilevanza nell’attuale contesto di mercato.

La responsabilità sociale dell’impresa richiama il concetto di una gestione etica che, in particolare,

esalta la relazione con gli stakeholders e i doveri dell’impresa nei confronti della Società, del

territorio e dell’ambiente.

È importante potenziare le competenze e gli strumenti specifici per sviluppare le tecniche e strategie

di responsabilità sociale ed ambientale, sia sul piano interno, relativo alla gestione dei rapporti con

le risorse umane, sia sul piano esterno, puntando alla valutazione dei risultati dell’impresa dal punto

di vista sociale. Qualche esempio sui temi, le tecniche, gli strumenti specifici da approfondire: codici

di comportamento, comitati etici, internal auditing, misure per sicurezza sul lavoro, conciliazione

tempi lavoro/famiglia, partnership locali ambientali e sociali, bilancio sociale e ambientale, Global

Compact dell’ONU e controllo della catena dei fornitori per il rispetto dei diritti umani, certificazioni

per impatto ambientale e di Social Accountability (SA 8000), EMAS, Ecolabel, ecc

Nell’ambito dei processi di Social innovation, propri del mondo cooperativo, destano interesse le

cooperative di comunità, esempi espliciti di come, pur senza porsi come cooperative sociali, le

imprese possono tradurre in processi produttivi l’interesse della comunità e il suo sviluppo.

La definizione di cooperative di comunità individua le imprese che realizzano la propria attività

economica recuperando e sviluppando le risorse tangibili e intangibili di un determinato territorio,

11 M. Vieta, S. Depedri, Le imprese recuperate in Italia, in Economia cooperativa 2015

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creando animazione che traina la crescita non solo dei propri soci ma di tutta una comunità. In

passato hanno trovato spazio soprattutto nella distribuzione di energia, ma oggi la cooperativa di

comunità si sta aprendo a nuove forme e settori, quali turismo, cultura, tutela dell’ambiente. Queste

nuove frontiere sono particolarmente interessanti per il Lazio e le sue risorse turistiche e culturali,

spesso non adeguatamente valorizzate. Inoltre, è pregevole tale ruolo in quanto mira alla

rivitalizzazione non solo delle aree geograficamente marginali o di quelle rurali a rischio di

spopolamento, ma anche delle comunità delle aree urbane periferiche e degradate. Ne sono esempi

la rigenerazione di spazi abbandonati, il riuso di risorse immobiliari, la riqualificazione di luoghi di

interesse paesaggistico/turistico/storico, le attività di impulso turistico, artistico e culturale,

l’organizzazione di manifestazioni ed eventi per l’animazione territoriale, il recupero di arti e mestieri

o di prodotti tipici con nuove strategie innovative e nuove politiche di mercato, ecc.

Il settore culturale, in particolare, è quello in cui ancora timida è la presenza cooperativa, ma anche

quello in cui più interessanti sono le prospettive; questo perché maggiori sono i collegamenti con

altri settori come quello del commercio, del turismo, dei trasporti e maggiore è la capacità di

aggregare le numerose, ma spesso disperse, esperienze associative e di volontariato per tradurle in

impresa. La cultura è anche l’ambito più fertile per le partnership tra pubblico e privato. È

fondamentale quindi esplorare tali opportunità - che non richiedono consistenti investimenti di

capitale, ma sono ad alta intensità di lavoro - e acquisire le competenze necessarie per metterle a

frutto.

Questa formula economica consente al tessuto sociale non solo di godere dei benefici di una ripresa

economica e sociale endogena, ma soprattutto di partecipare direttamente e attivamente ai processi

di produzione.

Infine, nei progetti formativi è importante sapere veicolare i contenuti attraverso metodologie

efficaci e innovative.

È utile associare alla formazione frontale e ai tradizionali seminari e workshop, metodi di maggior

impatto ai fini dell’apprendimento, ad esempio storytelling, laboratori, e tutti i metodi che

consentono una concreta trasferibilità dei modelli innovativi e di successo, oltre che l’acquisizione

delle conoscenze.

Per assicurare elevate prestazioni formative in grado di rispondere agli obiettivi sopra descritti, gli

interventi di formazione dovranno essere condotti da soggetti con documentate credenziali di

professionalità ed esperienza negli specifici ambiti di azione individuati.

4.3. Innovazione e internazionalizzazione

Tutte le tracce che indicano le opportunità di crescita della cooperazione come agente di sviluppo

economico e vettore di cambiamento sociale non possono ignorare due elementi sostanziali del

successo imprenditoriale: internazionalizzazione e innovazione. Entrambi sono fattori da sempre

riconosciuti come vincenti, in quanto aprono le frontiere espandendo i mercati e mantengono il

ritmo del cambiamento e dello sviluppo. Ma i nuovi scenari di mercato suggeriscono la necessità di

affinare gli strumenti e le tecniche secondo nuovi canoni.

Alcuni studi sul settore hanno rilevato che per ottenere una migliore e più stabile perfomance nei

processi di internazionalizzazione occorre interpretarla in modo più ampio della semplice vendita

all’estero; deve sempre di più intrecciarsi con l’innovazione e puntare su strumenti nuovi, di

maggiore complessità e non convenzionali. L’internazionalizzazione non coincide più soltanto con

l’export, ma mantiene il suo valore strategico solo se si completa con iniziative di più efficace

penetrazione dei mercati esteri, quali insediamenti all’estero, accordi con aziende straniere,

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partnership per programmi di ricerca, partecipazioni a manifestazioni e fiere all’estero, scambi

commerciali, ecc.

Allo stesso modo, l’innovazione per sua stessa natura procede a ritmi incalzanti che rendono

obsolete in breve tempo strategie e tecniche adottate perché innovative.

In questo senso, le iniziative di informazione/formazione/orientamento devono rappresentare il

nuovo quadro dell’innovazione di prodotto, di processo e organizzativa, evidenziando la

combinazione dei tre fattori. Occorre favorire l’acquisizione di competenze idonee per costruire

una vision aziendale dinamica, allenata al cambiamento e al riposizionamento.

Ruolo fondamentale e strategico in questa prospettiva assume il processo di digitalizzazione, da

trasferire all’interno delle imprese tradizionali, per consentirne il salto di qualità verso le nuove sfide

e opportunità di mercato.

Contemporaneamente, devono poter essere trasferite le conoscenze e le tecniche per la proiezione

degli scenari economici nel futuro imprenditoriale; qualche esempio: le nuove modalità del marketing

nel web 2.0, le tecniche di ricerca di investitori e le piattaforme di crowdfunding, gli investimenti in

ricerca e sviluppo, brevetti, branding, ecc.

Una funzione trainante è indiscutibilmente rappresentata dalle start up innovative che nascono

proprio con la mission di portare sul mercato soluzioni innovative in termini di prodotti e di processi.

Come si desume dall’analisi riportata nei paragrafi precedenti del presente documento, il Lazio e

ancora di più le cooperative del Lazio devono ancora sviluppare queste opportunità ed è evidente

la necessità di un supporto qualificato.

Tali considerazioni dimostrano la necessità di un supporto significativo di assistenza tecnica in grado

di dotare il sistema cooperativo laziale delle risorse tecniche, organizzative, informative, manageriali

indispensabili per sostenere la competitività sul piano internazionale.

Funzionale al potenziamento dei contenuti innovativi e alla capacità di espansione delle cooperative

è lo sviluppo di partnership e, in generale, delle reti. Anche su questo aspetto, è necessaria un’azione

propulsiva.

4.4. Fabbisogni informativi e raccolta sistemica dei dati

Tra gli obiettivi indicati nel Piano triennale per la cooperazione, si fa riferimento anche ai fabbisogni

informativi sulla cooperazione. In particolare, il Piano sottolinea l’importanza della “raccolta sistemica

dei dati sui benefici economici del sistema cooperativistico, soprattutto attraverso la misurazione puntuale

dei livelli di occupazione e delle condizioni salariali degli addetti e – attraverso questa – il riconoscimento ed

il consolidamento delle esperienze virtuose”.

I dati raccolti per l’analisi propedeutica alla stesura del Piano triennale e annuale sulla cooperazione

hanno evidenziato la difficoltà di acquisizione di dati aggiornati. L’Albo delle cooperative che dal 2004

è istituito presso il MISE è estremamente utile per misurare l’entità del sistema cooperativo, ma per

un utilizzo delle informazioni mirato alla programmazione e al monitoraggio degli interventi è

indispensabile disporre di approfondimenti sulle diverse variabili che caratterizzano il fenomeno e le

sue performance.

Ciò è particolarmente significativo, in quanto è dimostrato l’impatto notevole della formula

imprenditoriale cooperativa sul sistema occupazionale e più in generale su quello sociale.

È fondamentale, pertanto, disporre di dati aggiornati, confrontabili nel breve e lungo periodo,

affidabili e utili per approfondimenti tematici, anche di natura qualitativa, sui trend di sviluppo, i

segnali di crisi e quelli di cambiamento, i casi studio di eccellenza per favorire la disseminazione delle

esperienze virtuose.

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5. CRITERI E INDIRIZZI PER LE PROCEDURE

In questa sezione sono rappresentati i criteri e gli indirizzi da osservare nella definizione delle

procedure operative di accesso ai finanziamenti regionali, l’erogazione e la rendicontazione.

5.1. Beneficiari

Relativamente all’Obiettivo strategico 1 – promozione e diffusione del modello di impresa

cooperativa – destinatari degli interventi sono le Organizzazioni regionali del Movimento

cooperativo, riconosciute con decreto del Ministro delle attività produttive ai sensi dell’articolo 3

del decreto legislativo 2 agosto 2002, n.220 e di seguito elencate:

AGCI

CONFCOOPERATIVE

LEGACOOP

UECOOP

UNCI

UNICOOP

L’intervento regionale prevede la concessione di contributi a fondo perduto con procedura a

sportello, in regime di “de minimis” (Regolamento UE n. 1407/2013), per un massimo dell’80% delle

spese ammissibili.

Relativamente all’Obiettivo strategico 2 – sostegno alle imprese cooperative – destinatari degli

interventi sono le imprese cooperative, costituende o costituite, che necessitino di supporto per lo

start up o per il consolidamento nella fase di avvio di unità locali operative insediate nel territorio

della regione Lazio.

Poiché la Legge 20/2003 stabilisce che beneficiarie dei contributi possano essere le imprese

cooperative, e loro consorzi, iscritte all’albo nazionale degli enti cooperativi di cui all’articolo 15 del

d.lgs. 220/2002, le imprese costituende avranno diritto all’erogazione del contributo per le spese

sostenute per i servizi in fase di avvio solo dopo aver formalmente costituito l’impresa ed aver

provveduto all’iscrizione all’albo.

Ai sensi della Legge n.20/2003 – art. 3 comma 2 – sono escluse le cooperative sociali di cui all’articolo

1, comma 1, lettera a), della legge 8 novembre 1991, n. 381 (Disciplina delle cooperative sociali) e

successive modifiche.

Sono esclusi dal finanziamento i soggetti sottoposti a procedure concorsuali o che soddisfino le

condizioni previste per l'apertura nei loro confronti di una tale procedura su richiesta dei suoi

creditori.

5.2. Azioni finanziabili e durata

Sono finanziabili le azioni mirate alla promozione e diffusione della cultura cooperativa e quelle di

sostegno alle imprese nella fase di avvio, che siano in linea con i criteri, le metodologie e gli obiettivi

specifici descritti al precedente capitolo 4.

Gli interventi dovranno essere realizzati entro 12 mesi dalla loro approvazione con atto formale.

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5.3. Natura e intensità del contributo

Per le azioni di promozione e diffusione della cultura cooperativa, affidate alle Organizzazioni del

movimento cooperativo, è prevista la concessione di contributi a fondo perduto con procedura a

sportello, in regime di “de minimis” (Regolamento UE n. 1407/2013), per un massimo dell’80% delle

spese ammissibili.

La dotazione finanziaria complessiva è pari a € 1.200.000,00 (di cui 700.000,00 per l’esercizio 2017

e 500.000,00 per il 2018), comprensivi dei costi di gestione e comunicazione, a valere sul capitolo

B21908.

Per le azioni di supporto a favore di neo-imprese volte ad agevolare l’avvio e il consolidamento

dell’attività imprenditoriale, è previsto il rimborso fino al 30% delle spese sostenute, che devono

partire da un minimo di € 3.000,00 fino al massimo di € 20.000,00, per i servizi di assistenza tecnica,

formazione, tutoraggio e accompagnamento prestati dalle Organizzazioni regionali del Movimento

cooperativo o da altri operatori economici che forniscono tali servizi. Anche in questo caso, la

procedura è a sportello e i contributi sono erogati in regime di “de minimis” (Regolamento UE n.

1407/2013 e 1408/2013 per il settore agricolo).

La dotazione finanziaria è pari a € 600.000,00, comprensivi dei costi di gestione e comunicazione, a

valere sul capitolo B21908 per l’esercizio finanziario 2017.

5.4. Indirizzi per la definizione delle procedure di assegnazione ed erogazione dei

contributi

I contributi sono erogati a seguito di un avviso pubblico, distinto in due sezioni relative alle due

tipologie di beneficiari (Organizzazioni e Imprese).

Ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 20/2003, per la gestione degli interventi agevolativi a favore delle

imprese cooperative, la Regione Lazio si avvale di Lazio Innova S.p.A., i cui compiti sono dettagliati

nel capitolo dedicato del presente Piano.

La procedura di presentazione delle domande è a sportello. L’avviso pubblico darà tutte le indicazioni

operative per l’accesso ai finanziamenti.

Le domande sono istruite da Lazio Innova e successivamente trasmesse al Nucleo di valutazione per

la cooperazione, di cui al successivo paragrafo 5.5.

Le domande istruite dovranno essere distinte in due elenchi, in base alla tipologia di beneficiario

richiedente. Ciascuno dei due elenchi comprenderà le domande ammissibili e quelle non ammissibili

con dettagliata motivazione. Gli elenchi saranno predisposti seguendo l’ordine cronologico di

presentazione delle domande.

A seguito della valutazione del Nucleo di cui al successivo paragrafo 5.5, la Direzione regionale

competente in materia di cooperazione approva con apposito provvedimento gli elenchi definitivi

delle domande ammesse con l’importo del finanziamento riconosciuto, quelle non ammesse, quelle

non ammissibili per mancanza di requisiti formali ed eventualmente quelle ammesse con riserva per

incapienza di fondi.

Il contributo sarà erogato in proporzione ai costi ritenuti ammissibili ed effettivamente sostenuti,

risultanti dalla rendicontazione presentata. Le modalità specifiche di erogazione saranno

determinate nell’ambito dell’avviso pubblico.

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5.5. Criteri di valutazione delle domande

Presso la Direzione competente in materia di cooperazione, è istituito il nucleo di valutazione -

secondo i criteri di cui all’art. 8 della Legge regionale n. 20/2003 - con il compito di valutare la validità

amministrativa, tecnica, economica e finanziaria dei progetti istruiti da Lazio Innova.

Il Piano triennale definisce i principali elementi oggettivi su cui basarsi per la valutazione delle

domande:

– coerenza delle proposte rispetto agli obiettivi del piano;

– congruità dei costi rispetto alle attività proposte;

– risultati attesi.

Per esaminare e determinare la congruità dei costi questi dovranno essere dettagliati e rientrare

nelle tipologie e misure indicate al paragrafo successivo sulle spese ammissibili. La congruità dei costi

sarà valutata sia in termini di adeguatezza del preventivo ai prezzi di mercato, che in termini di

coerenza rispetto agli obiettivi, verificando cioè se siano in misura preponderante finalizzati alla

realizzazione dell’obiettivo del progetto, cioè impegnati per funzioni “strategiche” dell’intervento e

solo in misura marginale rispetto alle spese di supporto e accessorie, quali ad esempio spese

amministrative, di funzionamento, per rimborsi spese, ecc.

I risultati attesi saranno valutati per verificare in che misura questi siano il raggiungimento degli

obiettivi maggiormente innovativi fissati dal piano e possano essere agevolmente replicati in altri

contesti.

Il livello analitico della valutazione del progetto sarà proporzionale alla natura, complessità e costo

del progetto presentato.

Le domande possono essere giudicate ammissibili per l’intero importo richiesto o per un importo

inferiore a seguito di rimodulazioni operate dal Nucleo, le cui motivazioni risulteranno dal verbale

delle sedute di valutazione.

Per consentire un’approfondita valutazione dei progetti presentati dalle Organizzazioni per la

promozione della cultura cooperativa, dovranno essere chiaramente evidenziati e dettagliati nel

progetto presentato gli elementi da cui si desuma la rilevanza sociale ed economica del progetto, la

rispondenza alle indicazioni su metodologie e attività innovative esplicitate al capitolo 4 e relativi

paragrafi, la trasferibilità dei modelli adottati. Pertanto, la descrizione del progetto dovrà indicare:

– gli obiettivi dell’intervento;

– i contenuti dell’intervento;

– le modalità di realizzazione;

– il numero di imprese cooperative coinvolte;

– il numero dei lavoratori delle cooperative coinvolte;

– il valore del fatturato delle cooperative coinvolte;

– il numero dei beneficiari potenziali;

– l’ampiezza dei territori coinvolti;

– i settori coinvolti;

– l’apporto in termini di innovazione;

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– l’eventuale costituzione di reti o partenariati;

– l’indicazione delle professionalità necessarie alla realizzazione dell’intervento;

– i risultati attesi;

– le modalità di disseminazione dei risultati;

– l’indicazione analitica dei costi previsti per tipologia di spesa;

– l’indicazione dei tempi di realizzazione;

– i risultati attesi nel dettaglio e la loro trasferibilità.

Relativamente alle domande presentate dalle Imprese per gli interventi di tutoraggio e assistenza

tecnica nella fase di avvio, in sede di presentazione della domanda, dovranno essere indicati:

– lo stato dell’impresa (costituita/costituenda);

– la descrizione dell’impresa e dei fabbisogni di tutoraggio e accompagnamento;

– il/i soggetto/i cui è affidata la consulenza per tutoraggio e assistenza tecnica e relativo

Curriculum vitae;

– la tipologia e gli obiettivi dell’intervento;

– i contenuti specifici dell’intervento;

– le modalità di realizzazione;

– i costi previsti per tipologia di spesa;

– i tempi di realizzazione.

5.6. Spese ammissibili e criteri per la rendicontazione

Con riferimento ai progetti presentati dalle Organizzazioni per la promozione della cultura

cooperativa, sono ammissibili a contributo:

– Costi del personale

– Consulenze fornite da società e professionisti

– Acquisto attrezzature

– Noleggio attrezzature limitatamente al periodo di realizzazione del progetto

Tali tipologie di spese sono ammissibili esclusivamente se relative a:

– progettazione dell’intervento, nel limite complessivo del 10% del costo totale del progetto,

sia che si tratti di costo del personale dedicato a tale attività, sia che tale servizio venga

fornito da consulenti;

– adeguamento della dotazione/strumentazione ICT mediante acquisizione di

attrezzature/prodotti e/o servizi;

– realizzazione di iniziative per la comunicazione e disseminazione dei risultati, sia tramite

personale dedicato a tale attività, sia con il supporto di consulenti;

– acquisizione di certificazioni (di qualità, sostenibilità ambientale, ecc.).

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Le spese nei confronti di Parti Correlate (es. Società controllate) sono ammissibili nella misura in

cui siano sostenute e documentate da tali Parti nel rispetto degli stessi criteri e modalità, anche di

rendicontazione, cui è tenuto il soggetto Beneficiario (spese trasparenti).

Con riferimento ai progetti presentati dalle Imprese per gli interventi di tutoraggio e assistenza

tecnica nella fase di avvio, sono ammissibili esclusivamente i costi relativi ai servizi di consulenza

finalizzati alla realizzazione del progetto presentato.

Non sono ammissibili i costi relativi a:

– IVA, a meno che risulti realmente e definitivamente sostenuta dal Beneficiario e non sia in

alcun modo detraibile o recuperabile per quest’ultimo, tenendo conto della disciplina fiscale

applicabile;

– qualsiasi onere accessorio di natura fiscale o finanziaria.

Durante la realizzazione del progetto, il soggetto beneficiario potrà apportare modifiche

compensative tra le voci di spesa indicate nella domanda, a condizione che non comportino una

sostanziale modifica del contenuto e della natura del progetto proposto. Tali rimodulazioni sono

ammissibili:

– nella misura massima del 20% delle spese ammesse, nel rispetto dei massimali stabiliti per

alcune voci di spesa. È necessario esplicitare i motivi della variazione in sede di

rendicontazione;

– in misura superiore al 20%, solo se preventivamente autorizzate dalla struttura regionale

competente.

In sede di rendicontazione, dovranno essere prodotti tutti i giustificativi di spesa e un prospetto

riepilogativo, che indichi i costi distinti per le singole voci di spesa dichiarate nel preventivo e il

riferimento ai relativi giustificativi di spesa allegati.

Per la rendicontazione delle spese relative al costo del personale, dovrà essere presentato un

prospetto riepilogativo con il calcolo del costo imputato al progetto ed evidenza dell’attività svolta.

Tutte le spese saranno ritenute ammissibili solo se realmente sostenute e documentate. Inoltre,

tutte le spese dovranno essere successive alla data del provvedimento regionale di approvazione del

progetto. Fanno eccezione le spese per la progettazione dell’intervento (precedenti alla

presentazione della domanda, ma comunque successive alla pubblicazione dell’avviso) e quelle per le

operazioni amministrative di rendicontazione (successive alla fine delle attività). Tali spese dovranno

comunque essere state effettivamente sostenute al momento della presentazione del rendiconto,

pena l’inammissibilità.

I contributi concessi saranno calcolati sulla base delle spese rendicontate e giudicate ammissibili in

sede di controllo della rendicontazione.

Tutte le spese devono essere identificabili, riconducibili al progetto e attestate da documenti

giustificativi (fatture, ricevute, buste paga, ecc.). Deve, inoltre, essere attestato l’effettivo pagamento

delle spese rendicontate (bonifici bancari, quietanze, ecc.). Sono ammessi estratti conto di carte di

credito, purché intestate al soggetto giuridico che ha presentato la domanda. Non sono riconosciuti

pagamenti in contanti e qualsiasi forma di autofatturazione.

Infine, dovrà essere presentata dettagliata relazione, comprensiva di documentazione allegata, che

attesti i risultati effettivamente raggiunti e l’eventuale scostamento da quelli attesi.

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Tutta la documentazione contabile dovrà essere conservata presso la sede del soggetto richiedente

per un periodo di cinque anni.

5.7. Revoca del contributo

Si provvederà alla revoca del contributo assegnato nei seguenti casi:

Mancata realizzazione dell’iniziativa;

Modifica sostanziale del programma proposto senza preventiva comunicazione ed

adeguata giustificazione;

Mancata presentazione nei termini della documentazione relativa alla rendicontazione del

contributo

Mancata costituzione e/o mancata iscrizione all’albo dell’impresa che era costituenda alla

data di presentazione della domanda di contributo.

5.8. Controlli e monitoraggio

La Regione Lazio potrà, anche per il tramite di Lazio Innova, svolgere un’attività di monitoraggio

sull’attuazione dei progetti, di natura documentale e attraverso sopralluoghi.

6. INDIRIZZI A LAZIO INNOVA PER LA GESTIONE DEL FONDO PER

LA COOPERAZIONE

La Legge n. 20/2003 all’articolo 10 stabilisce che la gestione del Fondo speciale per la cooperazione

sia affidata a Lazio Innova.

Ai sensi dell’articolo 5 – comma 2 lett. g) della Legge n. 20/2003, il Piano annuale deve indicare gli

indirizzi nei confronti di Lazio Innova per la gestione del Fondo.

In conformità alla gestione delle precedenti annualità, sono elencati di seguito gli adempimenti

attribuiti a Lazio Innova per la gestione del Fondo per la cooperazione:

– promozione e divulgazione di tutte le informative riguardanti il contributo finanziato dal

Fondo;

– assistenza tecnica per la redazione dell’avviso pubblico per la concessione dei contributi;

– accoglimento delle domande;

– istruttoria per l’ammissibilità formale del progetto e controlli formali su autocertificazioni;

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– trasmissione dei progetti istruiti al Nucleo di valutazione e assistenza tecnica al Nucleo

stesso;

– acquisizione CUP (codice unico di progetto) per ciascun progetto di investimento pubblico

attivato in ambito del Fondo;

– inserimento dei dati di competenza nel Registro Nazionale degli Aiuti ai fini dell’attribuzione

del COR;

– assistenza tecnica al monitoraggio e alla verifica delle richieste di variazione presentate dai

beneficiari;

– erogazione dei contributi ai beneficiari;

– adempimenti tecnici e amministrativi per la gestione della contabilità del Fondo.

Le modalità specifiche di ciascun adempimento saranno regolate da apposita convenzione tra

Regione e Lazio Innova.