Internazionalizzazione: istruzioni per luso Genova, 29 ottobre 2007.
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“Internazionalizzazione: istruzioni per l’uso”
Genova, 29 ottobre 2007
L’economia italiana e la competitività delle imprese italiane nell’export mondiale
Prosegue comunque la buona performance del commercio estero. Nonostante la forza dell’euro, l’andamento delle esportazioni italiane è nel complesso soddisfacente. L’export di beni a prezzi correnti cresce dell’11,6% (primi 6 mesi 2007). Verso i paesi UE l’export cresce del 12% (buone performance verso Spagna, Germania e Francia). Verso i paesi extra-UE l’export di beni a prezzi correnti è cresciuto dell’11% nella prima metà del 2007, accelerando poi ulteriormente a luglio (+12,6% nei primi sette mesi del 2007).
I settori che sostengono l’export nel 2007, oltre ai petroliferi raffinati (che si giovano soprattutto dell’aumento dei prezzi), sono i prodotti in metallo (+24,8%), i mezzi di trasporto (+14,4%), le macchine (+13%) e i prodotti in legno (+12,2%).
Crescita sostenuta soprattutto dall’aumento dei prezzi all’export (dati fermi a maggio). Nei primi cinque mesi del 2007 i prezzi all’export sono cresciuti del 9,2% in complesso (8,9% quelli verso la UE). In termini di volumi esportati, la crescita rispetto allo scorso anno è stata comunque del 2,4%. Ad ogni modo la migliore performance si ha verso i paesi dell’area dell’euro (+3,6% in volume) mentre verso i paesi extra-UE l’aumento è molto più modesto (+0,4%) a causa dell’apprezzamento del cambio
ANDAMENTO EXPORT ITALIANO 2006 SUI PRINCIPALI MERCATI
A confronto con: Unione Europea, Germania e Francia
Italia EU (15) Germania Francia
Brasile ** +10,12% + 9,78% +2,25% +10,56%
India ** +30,08% + 13,26% + 46,68% + 27, 59%
Cina * + 24,04% + 21,59% +28,01% + 27,41%
Turchia * +10,21% +10,76% +13,67% +7,36%
EAU *** +28,66% -2,96% + 21,08% -1,62%
Russia +25,70% +25,63% +34,93% +26,78%
Balcani ** +49,73% +51,34% +30,3% +9,46%
Mediterraneo ***
+7,06% +0,018% +8,8% -9,31%
PUNTI DEBOLEZZA
• Nonostante la buona performance verso i paesi emergenti l’export italiano rimane ancora concentrato sui mercati maturi: nel 2006, infatti, i principali Paesi clienti sono stati la Germania (13% sul totale dell’export italiano), Francia (11,61%), Stati Uniti (7,52%), Spagna (7,15%) e Gran Bretagna (6,01%). La Russia ha assorbito il 2,33% del nostro export mondiale, la Cina l’1,73%, il Brasile lo 0,68% e l’India lo 0,63%.
• Sul fronte degli investimenti diretti l’Italia è in ritardo. Il flusso degli investimenti italiani in uscita nel 2006 è stato circa un terzo di quello francese e tedesco, mentre il flusso in entrata è stato pari a circa un quarto di quello dei nostri due principali competitors europei.
Priorità Confindustria e modalità di approccio ai mercati, così come definite all’inizio del mandato di Montezemolo
Grandi mercati emergenti
Aree geografiche strategiche
Mercati ponte
India, Cina, Brasile, Russia
Balcani, Mediterraneo, Africa
Emirati, Messico, Turchia, Sud Africa, Tailandia, Vietnam, Qatar, Kazakistan,
UcrainaSono i grandi mercati del futuro spesso ricchi di opportunità ma anche di difficoltà specialmente
per le PMI
Aree geografiche particolarmente importanti per l’Italia che occorre presidiare in maniera integrata. Attenzione
alle infrastrutture ed ai collegamenti con le regioni del Sud per mediterraneo e del NE
per i balcani)
Paesi non solo interessanti per il proprio mercato interno ma
anche per la possibilità di usarli come base produttiva/punto di
accesso ad altri mercati
Approccio di sistema: grandi missioni con governo ed
istituzioni. Forte attenzione agli aspetti comunicativi soprattutto
dove il Made in Italy non è conosciuto. Programmi dedicati alle PMI, spesso follow mirati su
singole regioni (es. Jiangsu). Importante la partecipazione dei
grandi gruppi industriali e l’istituzione di forum permanenti
(es CEOs Forum Italia-India)
Dove possibile, organizzazione di iniziative rivolte a tutta l’area (es incontro di Palermo con tutte le
Confind del mediterraneo. Rafforzamento/istituzione di
relazioni continuative attraverso la partecipazione/valorizzazione
di istituzioni esistenti (UMCE-Prima Confindustria europea ad
entrare nell’Unione delle Confindustrie del mediterraneo,
BAC-Presidenza Italiana del Business Advisory Council del patto di stabilità dei Balcani,
Unimpresa Romania)
Iniziative mirate tarate sulle specificità dei singoli mercati. Es: Messico (paese ponte per continente nord americano), Vietnam per sud-est asiatico
1.Circa 6.000 imprese italiane coinvolte nelle iniziative internazionali (il 98.5% PMI) ed organizzati 31.000 incontri di business tra imprese
2.Trentuno attività (senza considerare gli incontri istituzionali) realizzate in tre anni e mezzo, di cui 19 missioni di sistema.
3.Crescita esponenziale della partecipazione delle imprese alle missioni
4.L’Italia ha realizzato le missioni più grandi mai ospitate dai seguenti paesi: Cina, India, Turchia, Tunisia, Marocco, Serbia, Bulgaria, Kazakhstan, Algeria, Sudafrica, Brasile
5.Tutte le principali associazioni del sistema Confindustria hanno partecipato alle nostre iniziative
Consuntivo attività passate
Attività promozionale 2007
1. Continua il lavoro di follow up sui mercati strategici:
• Consolidando la rete dei rapporti con le istituzioni straniere per aiutare le PMI (sul modello desk Jiangsu- in Confindustria lavora a tempo pieno un funzionario cinese della provincia del Jiangsu che ha il compito di aiutare le imprese italiane che hanno problemi di investimento nella provincia).
• Attraendo delegazioni straniere in Italia.
2. India paese focus:
• Supporto ad iniziative settoriali (Frames, marzo 2007; Fiera Index con Federlegno, ottobre 2007; Focus India a Festa del Cinema di Roma, ottobre 2007).
• Ambito EU lavoro per accelerare la negoziazione dell’accordo di libero scambio con India.
• Partenza progetti specifici varati dal CEOs Forum, co-presieduto da Luca di Montezemolo e Tata.
3. Continua il lavoro sul Mediterraneo dove abbiamo affidato alle grandi associazioni territoriali il follow up sui singoli mercati in rappresentanza di tutto il sistema imprenditoriale: Vicenza-Tunisia, Treviso-Marocco, Roma-Algeria, Assolombarda-Egitto. E’ un processo nuovo per il sistema associativo che sta dando risultati importanti.
4. Verso l’Africa Sub-Sahariana, Confindustria - con il supporto di Assafrica & Mediterraneo - intende attuare una serie di iniziative volte a rafforzare la presenza italiana nell’area. Tra i Paesi che presentano le opportunità più interessanti per le nostre imprese, soprattutto in settori come quello delle infrastrutture e dei materiali da costruzione, dell’Oil&Gas, dell’agro-alimentare e della meccanica, risultano Angola, Mozambico e Sud Africa.
28-29 ottobre: Incontro Confindustria turca (Tusiad)
8 novembre: Incontro con Primo Ministro turco, Erdogan
5-8 novembre: CINA. Missione imprenditoriale del JIANGSU IN ITALIA (è prevista la partecipazione di circa 300 imprenditori cinesi)
Visite in Italia: Milano e Treviso; attrazione IDE (progetti di sei Regioni: Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Veneto
e Marche.
Dicembre: Missione esplorativa in Angola e Mozambico
Febbraio 2008: Seconda riunione India-Italy CEO Forum
25-29 febbraio: Missione imprenditoriale in MESSICO
Marzo: Missione con Assolombarda in Egitto
Aprile: Missione in Vietnam
Le principali iniziative in programma per il 2007/2008
• Stallo del Doha Round
• Accentuazione squilibri nei flussi commerciali e di investimento
• Dinamica del costo delle materie prime
• Neoimperialismo Economico e sovereign funds
• Squilibri politici
• Debolezza del Dollaro
Grandi questioni aperte
In particolare nelle aree strategiche Balcani, est Europa, Mediterraneo e Africa
• Ruolo dei paesi del Golfo, Russia e Cina
• Debolezza delle politiche di partenariato verso il Mediterraneo
• Adesione della Turchia alla UE
• Dossier Iran e possibili riflessi sul prezzo del petrolio
IL SISTEMA PROMOZIONALE ITALIANO
Principali problematiche “strutturali” riscontrate in questi anni di lavoro
1. L’Area Affari Internazionale di Confindustria ha prodotto uno studio, che parte
da un esteso benchmarking internazionale, sullo stato degli strumenti
pubblici di supporto all’internazionalizzazione delle imprese.
2. I risultati evidenziano che:
• I fondi dedicati all’internazionalizzazione continuano a rimanere inferiori a
quelli dei nostri principali competitors anche in presenza dell’attuale incremento, e
più frammentati in termini di disponibilità (300 milioni circa sono fondi regionali spesso
dispersi in una pletora di iniziative di scarso impatto).
IMPORTO VARIAZIONE SU 2007
ICE STRUTTURA 104 Mln € --
ICE PROMOZIONE 79 Mln € + 30%
ATTIVITA’ INERNAZIONALE MINCOMES
32 Mln € + 20%
MADE IN ITALY 14 Mln € - 27%
COOPERAZIONE SVILUPPO 742 Mln € + 15%
• Il coordinamento in Italia e all’estero è insufficiente.
• Il numero delle società/istituzioni/enti che si occupano di
internazionalizzazione eccessivo
• La dislocazione geografica degli uffici e delle risorse (ICE e
Ambasciate) troppo concentrata sui paesi maturi, la recente intenzione di
una razionalizzazione e ristrutturazione della rete diplomatico-consolare
è positiva.
• Il ricorso a personale straniero insufficiente.
• Gli strumenti di verifica dei risultati inesistenti (così come
inesistenti sono le politiche di incentivazioni legate ai risultati).
• Presenza di troppi soggetti dotati di fondi per la promozione e
conseguente scarsa autonomia dell’ICE. Le risorse del piano
promozionale sono in larga parte sottratte all’ICE e gestite
direttamente dal Ministero del Commercio Internazionale.
Principali problematiche “strutturali” riscontrate in questi anni di lavoro
Possibili risposte
1. Potenziamento delle risorse dell’apparato diplomatico/ice su paesi ad alto potenziale di sviluppo finanziato attraverso la riduzione della rete consolare, diplomatica e degli uffici ice nei paesi ccdd maturi (in primo luogo quelli europei)
2. Stanziamenti di ulteriori fondi (€100 Milioni aggiuntivi) al budget annuale per l’internazionalizzazione per equiparare il best performer europeo UK Trade and Invest (€335 Milioni) e riduzione contestuale dei fondi regionali.
3. Focalizzazione delle regioni su aiuto agli investitori stranieri che hanno deciso di attivare investimenti nell’area.Chiusura contestuale di tutti gli uffici delle regioni/provincie/comuni all’estero
4. Assunzione di personale originario dei paesi target da mettere in servizio sia in Italia (ICE) sia nelle sedi estere (presente ma in misura marginale)
5. Unificazione di tutte le attività volte all’internazionalizzazione (eccetto che per l’ENIT) sotto un unico cappello istituzionale: ICE, Invest in Italy, SIMEST, SACE e contestuale trasformazione giuridica del nuovo soggetto (ICE) per garantire maggiore flessibilità alla struttura (modello di funzionamento di tipo privatistico). Il Ministero da le linee guida e verifica i risultati raggiunti ma non entra nella definizione delle singole iniziative (come accade oggi).
6. Focalizzazione di Sviluppo Italia alla sola attrazione (e non promozione) degli investimenti attraverso un focus maggiore sulla gestione delle problematiche dell’investitore straniero una volta che è arrivato in Italia (one stop shop)
7. Creazione di un board “internazionalizzazione” formato da Ministeri e stakeholders privati per definizione linee guida e verifica risultati in maniera puntuale (questionari alle imprese). Il board potrà avere il potere di riallocare risorse umane e finanziarie e decidere lo spostamento/chiusura di uffici all’estero.
8. Introduzione di meccanismi di incentivazione legati ai risultati per personale diplomatico e ice all’estero
9. Completamento dell’accorpamento di uffici ICE e Ambasciate differenziando i compiti tra diplomatici e funzionari ice (i primi azioni di lobbing per grandi imprese e per abbattimento barriere commerciali e non commerciali. Focus su promozione e business scouting per funzionari ice).