INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI

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INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI Collegio docenti 16/10/2013 Prof. ssa Simona Bellandi

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INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI. Collegio docenti 16/10/2013 Prof. ssa Simona Bellandi. RIFERIMENTI NORMATIVI. LEGGE n.118/1971 : apre le classi “normali” agli alunni “diversi” (consente la frequenza ai mutilati ed invalidi civili). - PowerPoint PPT Presentation

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INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI

Collegio docenti 16/10/2013 Prof. ssa Simona Bellandi

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RIFERIMENTI NORMATIVI LEGGE n.118/1971: apre le classi “normali” agli alunni “diversi” (consente la frequenza ai mutilati ed invalidi civili).

LEGGE n.270/1972: specifica il ruolo dell’insegnante di sostegno (contitolare sulla classe in presenza di alunni certificati, non insegnante solo dell’alunno handicappato; figura di “mediazione” tra i diversi sogg. coinvolti nell’integrazione).

Nel 1987 la Sentenza della Corte Costituzionale estende il diritto all’istruzione degli alunni handicappati alle scuole superiori.

LEGGE n. 104/1992: chiamata “Legge-quadro” perché regola in modo globale l’integrazione delle persone disabili nella società. (Gli art.12-17 riguardano direttamente la scuola e sono punto di riferimento fondamentale)

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Altri riferimenti, che interessano anche indirettamente il tema dell’integrazione, sono:La Riforma per il successo formativo di tutti n.53 del 1997.La Legge n.112/1998 riguardante il ruolo degli Enti Locali.Il DPR n.275/1999 sull’autonomia (importante per l’attenzione posta al soggetto e la possibilità di modifiche nei percorsi formativi) e il n.53/2003 (riguardante la personalizzazione del percorso d’apprendimento).La Legge n.18/2009 che ratifica la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.Le “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità” del MIUR del 2009.Il nuovo “Accordo- Quadro di Programma Provinciale per l’Integrazione Scolastica degli alunni con disabilità” 2011-2016 (tra Provincia; UST di Brescia; ASL di Brescia e Vallecamonica; A.O. di Brescia, Desenzano e Chiari).

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Principi dell’Accordo- Quadro di Programma

Il nuovo approccio al tema dell’integrazione, come affermato nella Convenzione dell’ONU, supera quello “focalizzato solamente sul deficit della persona con disabilità introducendo il modello sociale con riferimento ai principi di non discriminazione, parità di opportunità, autonomia, piena inclusione sociale con il coinvolgimento delle stesse persone disabili e delle loro famiglie”. Viene riconosciuta grande importanza al contesto socio-culturale, quale fattore determinante l’esperienza che il soggetto fa della propria condizione di salute. Tanto che la disabilità è definita come “il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”. Viene, inoltre, ricordato che dal 2001 anche l’Assemblea Mondiale della Sanità OMS ha approvato una nuova classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute ICF, che è il nuovo modo di classificazione dell’handicap non più limitato ad un punto di vista sanitario ma con una visione più globale della persona.

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SOGGETTI RUOLI

La Famiglia Costituisce un riferimento essenziale, fonte di informazioni e luogo di continuità tra educazione formale ed informale. Partecipa alla definizione e verifica del PEI.

Neuropsichiatra e/o Psicologo dell’ASL/A.O.

Certifica, stende Diagnosi Funzionale, cura, orienta e segue nel percorso scolastico e di vita; supporta la fam; collabora con la

scuola e altri enti.

Comune Fornisce l’assistente per l’autonomia e la comunicazione, se previsto nella

certificazione.

Provincia Fornisce il trasporto speciale (arredi e sussidi didattici

integrativi,sostegno economico per educatori domiciliari).

Associazioni, Parrocchie, Centri Sportivi o Riabilitativi

Completano l’integrazione scolastica.Collaborano con la scuola e la

famiglia.

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SOGGETTI RUOLI

CTRH (+Scuola Audiofonetica e Centro per la realizzazione dei non vedenti di Bs)

Fornisce supporto, sussidi,materiali specifici.

Realizza attività di informazione, promozione, documentazione,

consulenza; collegamento con altri centri.

Collegio di Vigilanza (Prefetto, Presidente Provincia, Presidente dei Sindaci, Dirigente UST, o delegati)

Vigila sull’esecuzione dell’Accordo di programma provinciale. Promuove consultazioni tra le Associazioni. Ad

esso spettano le istanze di inadempienze.

La scuola: UST, Dirigente Scolastico, insegnanti curricolari e di sostegno, personale ATA, tutti gli alunni e le loro famiglie .

Attua l’integrazione scolastica:

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OGGETTIL’alunno/a certificato + la famiglia.

SOGGETTI RUOLI

La scuola assegna personale specializzato per il sostegno•Riduce il numero di alunni per classe

•Aggiorna il personale•Acquista le attrezzature/ausili

•Istituisce gruppi di lavoro(GLIP, GLH provinciale e d’Istituto)

•Collabora con la famiglia, CTRH, ASL/A.O., enti locali ed associazioni

•Riserva specifica attenzione nel POF•Elabora progetti che assicurino

flessibilità/specializzazione degli spazi e dei tempi; •Utilizza risorse umane e tecnologie didattiche

•Organizza in modo variabile la giornata scolastica e il raggruppamento degli alunni

•Garantisce la partecipazione a tutte le attività della classe

•Cura l’orientamento in entrata ed in uscita tenendo conto di potenzialità, attitudini ed interessi.

•Cura la documentazione (Fascicolo Personale;PDF;PEI)

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COME SI REALIZZA L’INTEGRAZIONE?Nello specifico dell’ordine di scuola secondaria, si realizza

dopo:conoscenza tramite incontro/visita insegnanti della scuola

media e famiglia con Dirigente e insegnante di sostegno;iscrizione e inserimento dell’alunno/a in una classe prima

(il cui numero di alunni non deve superare….);acquisizione della documentazione ed elaborazione del

Fascicolo Personale;predisposizione della classe (luogo, strumenti, ecc.)e

dell’accoglienza dell’alunno/a;periodo di conoscenza e di osservazione da parte di

tutti gli insegnanti durante i primi mesi di scuola;incontri finalizzati alla socializzazione delle informazioni

e alla elaborazione di obiettivi/metodologie/ecc. per la stesura del Progetto Educativo Individualizzato.

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PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI)L’incontro preliminare alla stesura del PEI, (sett./ottobre) serve per

individuare gli obiettivi che si intendono perseguire sia attraverso il lavoro didattico sia con le eventuali attività pomeridiane (in accordo con enti/associazioni/coop. Presenti sul territorio). Tre sono gli ambiti fondamentali in cui individuare gli ob:

dell’APPRENDIMENTOdella SOCIALIZZAZIONEdell’AUTONOMIAche entro la fine di novembre saranno meglio ampliati e strutturati nel PEI.Questo documento, steso collegialmente, all’inizio di ogni percorso scolastico

andrà completato con le verifiche in itinere e finali degli obiettivi raggiunti e della validità delle scelte fatte ed eventuali modifiche, ogni a.s.

All’inizio di ogni a.s. pertanto andrà modificato/rifatto, fino alla fine del percorso scolastico.

Non è solo un documento burocratico, il PEI è anche uno strumento operativo, un documento firmato da tutti che impegna ognuno nel percorso di integrazione/realizzazione di sé dell’alunno/a disabile. Riguarda un progetto di vita, non solo l’apprendimento scolastico.