VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DISABILI BUONE... · GLH di istituto VADEMECUM PER...

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Istituto Comprensivo “Don Milani”di Rovato Anno Scolastico 2011/2012 Commissione Integrazione GLH di istituto VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DISABILI Dalle buone azioni alle buone prassi Siamo costantemente di fronte al malinteso delle buone prassi e costantemente è necessario ribadire che le buone prassi non sono le buone azioni singole. Sono un’organizzazione complessa per tutti e tale da poter garantire una percorribilità nel tempo. Sono un indicatore di qualità... (Andrea Canevaro)

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Istituto Comprensivo “Don Milani”di Rovato

Anno Scolastico 2011/2012

Commissione Integrazione

GLH di istituto

VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI

DISABILI

Dalle buone azioni alle buone prassi

Siamo costantemente di fronte al malinteso delle buone prassi e costantemente è necessario ribadire che le

buone prassi non sono le buone azioni singole. Sono un’organizzazione complessa per tutti e tale da poter garantire

una percorribilità nel tempo. Sono un indicatore di qualità... (Andrea Canevaro)

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INDICE

Vademecum delle buone prassi: integrarsi per integrare ed includere…………….……pag.4

Questioni terminologiche: integrazione o inclusione?....................................................pag.5

Panorama normativo nazionale……………………………………………………………..pag.6

Riferimenti normativi internazionali………………………………………………………….pag.7

La normativa “locale”………………………………………………………………………….pag.8

Le figure dell’integrazione. Attori in primo piano dentro la scuola.

Docenti curricolari………………………………………………………………….………..pag.10

Docenti di sostegno……………………………………………………………………....…pag.10

L’assistente educatore per l’integrazione…………………………………………………pag.11

L’ASA……………………………………………………………………………..…………..pag.11

Il collaboratore scolastico…………………………………………………………………...pag.12

Gli alunni…………………………………………………………………………………...…pag.12

Attori in primo piano fuori dalla scuola.

I genitori………………………………..………………………………………………….….pag.13

Gli operatori sanitari e sociali………………………………………………………………pag.13

Attori che costruiscono lo sfondo dentro la scuola.

Il GLH d’Istituto………………………………………………………………………………pag.14

Il gruppo tecnico……………………………………………………………………………..pag.15

Il Dirigente Scolastico……………………………………………………………………….pag.15

Team disciplinare degli insegnanti di sostegno/educatori/insegnanti curricolari……..pag.16

Funzione strumentale per l’integrazione………………………………………………….pag.17

Commissione integrazione…………………………………………………………………pag.17

CTRH di Chiari………………………………………………………………………………pag.17

Documenti e strumenti per l’integrazione.

L’attestazione di handicap……………………………………………………………….....pag.18

La Diagnosi Funzionale………………………………………………………….………….pag.18

Il Profilo Dinamico Funzionale………………………………………………………….…..pag.19

Il Piano Educativo Individualizzato. Progetto di vita………………………………….….pag.20

Definizione degli orari di servizio……………………………………………………….….pag.21

Riassumendo…Compiti rispetto all’integrazione degli alunni con disabilità…………..pag.22

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La dimensione inclusiva della scuola.

L’accoglienza………………………………………………………………………………...pag.23

La continuità e l’orientamento………………………………………………………………pag.24

I progetti specifici…………………………………………………………………………….pag.26

Il Laboratorio delle attività sensoriali………………………………………………………pag.26

Progetto: “un cavallo per amico”…………………………………………………………...pag.27

Progetto: “la musica nel cuore”……………………………………………….……………pag.27

L’organizzazione delle attività scolastiche………………………………………………..pag.28

Viaggi di istruzione e visite guidate………………………………………………………..pag.28

Farmaci: somministrazione a scuola………………………………………………………pag.29

Clima della classe…………………………………………………………………………...pag.30

Metodologie…………………………………………………………………………………..pag.30

Spazi strutturati e ausili……………………………………………………………………..pag.31

La valutazione..............................................................................................................pag.32

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VADEMECUM DELLE BUONE PRASSI:

INTEGRARSI PER INTEGRARE ED INCLUDERE

Il quadro organizzativo del sistema scolastico, che si fonda sull’autonomia della scuola a

livello territoriale, richiede la necessità di definire modelli di relazione tra scuola, territorio,

enti locali, ASL/AO, famiglie e associazioni.

Il presente Vademecum nasce dall’esigenza di rendere visibile, condivisibile e

comunicabile il quadro di relazioni istituzionali in cui si coniugano le competenze di ogni

soggetto, al fine di configurare un sistema integrato.

Il documento, quindi, si pone come strumento per conoscere risorse umane, materiali,

organizzative, procedurali, strumentali, relative alla nostra realtà scolastica e territoriale,

che insieme contribuiscono a tessere e realizzare l’integrazione degli alunni con disabilità.

L’ottica perseguita è quella della globalità, riguardo ai diversi ambiti connessi con la

progettualità dell’integrazione, considerando tutti gli attori, ciascuno importante.

Nelle “Linee guida per l’integrazione” (04-08-’09) si attribuisce un ruolo inclusivo alla

scuola, si ribadisce l’importanza della “partecipazione di tutte le componenti scolastiche al

processo di integrazione, il cui obiettivo fondamentale è lo sviluppo delle competenze

dell’alunno negli apprendimenti, nella comunicazione e nella relazione, nonché nella

socializzazione, obiettivi raggiungibili attraverso la collaborazione e il coordinamento di

tutte le componenti in questione nonché dalla presenza di una pianificazione puntuale e

logica degli interventi educativi, formativi, riabilitativi come previsto dal P.E.I.”.

Il Vademecum non pretende di essere esaustivo ma di essere punto di partenza e uno

strumento di dialogo tra soggetti, valore aggiunto nell’inclusione scolastica degli alunni

disabili.

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QUESTIONI TERMINOLOGICHE:

INTEGRAZIONE O INCLUSIONE?

INTEGRAZIONE INCLUSIONE

� Si riferisce all’ambito educativo in

senso stretto;

� guarda al singolo alunno;

� interviene prima sul soggetto, poi sul

contesto;

� incrementa una risposta speciale.

� Si riferisce alla globalità della sfera

educativa, sociale e politica;

� guarda a tutti gli alunni;

� interviene prima sul contesto, poi sul

soggetto;

� trasforma la risposta speciale in

normalità.

La nostra scelta guarda verso l’inclusione :

� processo che risponde alla variabilità degli stili di apprendimento;

� processo che riduce l’esclusione dall’educazione;

� processo per favorire la partecipazione sociale;

� promuove le risorse e le potenzialità di ciascuno;

� implica dei cambiamenti nel contesto: nei contenuti, nelle strutture, nelle

metodologie;

� garantisce i diritti alla formazione, alle pari opportunità e alla partecipazione

sociale;

� nella scuola si sviluppa con l’accettazione della diversità e la promozione

delle risorse dell’insegnamento;

� la finalità ultima è una formazione di buona qualità per i soggetti in fase di

apprendimento a prescindere dalle loro caratteristiche.

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PANORAMA NORMATIVO NAZIONALE • 1975, Relazione della Commissione Falcucci.

Si parla dei problemi scolastici degli alunni handicappati, del ruolo della scuola e degli

insegnanti.

• 1977, Legge n. 517.

Abolizione classi differenziali (non delle scuole speciali); non più di 20 alunni per classe

con h; attività integrative

• 1977, DM. Sancisce la nascita dell'insegnante di sostegno.

• 1982, Legge n. 270.

Ruolo dell’insegnante di sostegno.

• 1992, Legge 104.

Legge quadro, azione globale per la piena integrazione delle persone handicappate;

unifica e completa tutta la normativa precedente.

Quattro ambiti:

� principi generali e definizioni (accertamento dell’handicap, diritti, prevenzione, cura

e riabilitazione, …);

� diritto all’educazione e all’istruzione, e all'integrazione scolastica;

� integrazione lavorativa;

� altri provvedimenti per facilitare l’integrazione sociale (barriere architettoniche,

mobilità e trasporti, diritto di voto …).

L’integrazione scolastica (articoli dal 12 al 16):

� diritto all’educazione e all’istruzione dall’asilo nido all’università alla formazione

professionale nella scuola comune

� obiettivo: sviluppo delle potenzialità della persona handicappata sul piano affettivo-

relazionale (comunicazione, socializzazione) e sul piano cognitivo (apprendimenti

disciplinari).

• 1994, DPR del 24 febbraio.

Definisce i compiti delle unità sanitarie locali in relazione all’applicazione della Legge 104;

descrive accuratamente DF, PDF e PEI e ruoli e compiti di tutte le istituzioni coinvolte.

• 2009, LINEE-GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON

DISABILITA’ ministro Gelmini.

“Direttive” per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica.

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RIFERIMENTI NORMATIVI INTERNAZIONALI

• 1989, Convenzione dei diritti dei bambini.

• 1993, Regole standard per le Pari Opportunità delle persone con disabilità.

• 2001, ICF.

Nel 2001, l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato la nuova

Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute.

Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque in considerazione i

molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto,

pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un

ambiente sfavorevole”.

Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono

essere qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della

persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione.

L’ICF sta introducendosi nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla

base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale.

E’ dunque opportuno che il personale scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia

a conoscenza del modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio culturale

all’integrazione.

L'ICF, infatti, avvia un'importante innovazione concettuale e culturale perché ridefinisce e

precisa la valenza neutrale e imparziale del concetto di disabilità, liberandolo da una

connotazione che lo associava direttamente alla limitazione fisica, sensoriale o intellettiva.

Si apre, pertanto, una prospettiva in cui la salute e la disabilità sono due aspetti dello

stesso fenomeno, e l'ICF sembra fornire i principi di riferimento e le indicazioni per favorire

l'integrazione tra la prospettiva pedagogica e quella sanitaria.

La classificazione può essere, infatti, uno strumento per rafforzare e migliorare il lavoro

sociale in rete, il confronto all'interno delle equipe multidisciplinari, la collaborazione con le

famiglie e con le comunità locali, l'integrazione scolastica, la partecipazione e l'inclusione

sociale delle persone con disabilità.

• 2006, Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (approvata dall’Assemblea

generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre).

art.7, garanzie per le bambine e i bambini con disabilità (libertà, sicurezza, istruzione

adeguata);

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art. 24, 2b: le persone con disabilità devono poter accedere ad una educazione primaria e

secondaria inclusiva, di qualità e gratuita, nelle stesse condizioni delle altre persone e

nella comunità in cui vivono.

LA NORMATIVA “LOCALE”

� Accordo di programma

E’ uno strumento per coordinare le azioni dei diversi soggetti istituzionali che si occupano

dell’integrazione dei disabili (Enti locali, ASL e AO, scuola).

E’ previsto dalla Legge 104/92, art. 13 e normato dal D.I. del 9/7/1992; può avere un

ambito regionale, provinciale, comunale.

Non è una semplice intesa, ma un contratto di diritto pubblico: gli accordi presi vanno

realizzati.

Attraverso l'Accordo di programma tutti gli operatori sono chiamati a condividere in modo

responsabile percorsi che cercano di rispondere alla complessità dei “bisogni educativi

speciali”.

Non è presente in tutte le realtà, ci possono essere forme più blande di accordo, quali i

protocolli d’intesa.

� Accordo di programma di Brescia

E’ stato firmato nel marzo 2012 da UST, Provincia, Comune di Brescia e Conferenza dei

Sindaci dei Comuni, ASL e AO di Brescia e della Valle Camonica; è in vigore fino al 2016.

Art. 5, compiti della scuola:

specializzazione ed aggiornamento del personale docente e non docente (art.14 104/92);

utilizzo dei collaboratori scolastici anche per le funzioni assistenziali di base (Nota prot.

3390 del 30/11/2001);

maggiore/migliore uso delle risorse umane disponibili (attraverso l'elaborazione di un

progetto di plesso o di istituto).

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� Il Piano dell’Offerta Formativa (POF)

E’ uno strumento previsto dal DPR 275/99, Regolamento dell’Autonomia; indica le scelte

(organizzative, curricolari ed extracurricolari …) che la scuola attua per raccordare le

indicazioni ministeriali con le caratteristiche del territorio di riferimento.

Nell’Accordo di programma di Brescia si prevede che nei POF delle Istituzioni scolastiche

autonome “venga riservata una specifica attenzione all’integrazione scolastica,

predisponendo i progetti necessari, individuando le risorse strumentali e professionali, le

modalità organizzative, di verifica e valutazione” (Art.5).

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LE FIGURE DELL'INTEGRAZIONE

ATTORI IN PRIMO PIANO DENTRO LA SCUOLA

� Il gruppo docenti (curricolari e di sostegno);

� L’assistente educatore per l’integrazione;

� L’ausiliario socio-assistenziale (ASA);

� Il collaboratore scolastico;

� Gli alunni.

Docenti curricolar i: COMPETENZE

• mediare, con l’aiuto dell'insegnante di sostegno, i contenuti disciplinari rispetto alle

esigenze del singolo alunno disabile;

• progettare esperienze educative per l’intera sezione/classe che integrino il più

possibile l’alunno disabile, superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente, della

delega del problema dell’integrazione al solo insegnante di sostegno.

Docenti di sostegno : COMPETENZE

• assumere la contitolarità delle sezione e delle classi in cui operano;

• individuare gli specifici bisogni dei soggetti in difficoltà e supportare il team docente

nella programmazione delle attività;

• coordinamento della rete delle attività per l’effettivo raggiungimento

dell’integrazione e dell’inclusione;

• supportare la sezione/classe nell’assunzione di strategie pedagogiche-

metodologiche-didattiche per percorsi individualizzati;

• condurre interventi specifici facendo leva sulle risorse-bisogni dell’alunno;

• facilita i rapporti tra operatori dentro e fuori la scuola;

• coordinare il lavoro di rete tra operatori scolastici, extrascolastici, famiglie,

monitorando le attività formative.

Insieme :

• progettano l’utilizzo di tutte le risorse disponibili con flessibilità e attenzione ai

bisogni dei singoli e del gruppo;

• garantiscono un ambiente di apprendimento collaborativo e produttivo, non

competitivo.

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L’assistente educatore per l’integrazione

La figura è prevista da varie norme (DPR 616/77, DPR 347/83, Legge 104/92), è fornita

gratuitamente dagli Enti locali, Comuni e Province, dietro richiesta delle scuole sulla base

della certificazione degli operatori sanitari.

I suoi compiti vengono definiti dall’Ente locale e sono comunque finalizzati alla

realizzazione del PEI.

In accordo con i docenti e con le altre figure educative coinvolte, lavora soprattutto per

l’acquisizione dell’autonomia personale e per la socializzazione.

Partecipa alla predisposizione del PEI e alle verifiche, contribuendo all’individuazione dei

bisogni e delle potenzialità dell’alunno, collaborando all’individuazione degli obiettivi, delle

strategie d’intervento e all’attuazione degli stessi.

È opportuno che sia coinvolto nella progettazione e valorizzato nelle sue competenze e

specificità.

Collabora in aula o nei laboratori con i docenti, nelle attività e nelle situazioni che

richiedano un supporto pratico funzionale, ma anche socio-relazionale e/o di facilitazione

della comunicazione, operando in collaborazione con i docenti, anche sul piano didattico.

All’interno dell’istituzione scolastica collabora con gli insegnanti e il personale della scuola

per l’effettiva partecipazione attiva dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche,

ricreative e formative come definite nel PEI dell’alunno.

Attraverso la gestione della relazione quotidiana con l’alunno, l’assistente educatore per

l'integrazione promuove l’apprendimento di abilità necessarie alla conquista

dell’autonomia nelle varie dimensioni (fisica, relazionale, affettiva, cognitiva).

L’ASA

L’ausiliario socio assistenziale è una figura professionale prevista all’interno della scuola

prevalentemente nei casi di disabilità fisica grave con ridottissime potenzialità nella sfera

delle autonomie personali. Inoltre, subentra alla figura dell’insegnante di sostegno e

dell’educatore nelle situazioni in cui si reputa opportuno far prevalere l’aspetto

assistenziale.

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Il collaboratore scolastico

Collabora alla costruzione di un ambiente educativo accogliente e stimolante per la

maturazione delle autonomie personali e della comunicazione.

E’ opportuno che sia coinvolto nella progettazione generale per il ruolo prezioso che può

svolgere in vari contesti scolastici.

Il suo profilo professionale secondo il CCLN del 2003 (Profilo Area A) prevede anche le

funzioni assistenziali di base per gli alunni disabili.

Per svolgerle partecipa a momenti formativi e riceve un compenso accessorio; in questo

caso a maggior ragione è bene che sia coinvolto nel GLHO.

Gli alunni

Occorre prestare attenzione al ruolo strategico dei compagni di classe, che sono la vera

risorsa di integrazione rispetto alle scuole speciali; l’attivazione di questa risorsa non va

lasciata al caso, ma va programmata prevedendo attività che abbiano come finalità

esplicita la crescita della coesione e dell’appartenenza di gruppo e segmenti di

partecipazione alla progettazione dei propri percorsi formativi.

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ATTORI IN PRIMO PIANO FUORI DALLA SCUOLA

• I genitori;

• gli operatori sanitari e sociali;

• altre figure (operatori sanitari privati, educatori domiciliari, volontari…).

I GENITORI

Il loro ruolo è, ovviamente, primario nello sviluppo del progetto di vita del figlio.

Devono essere interpellati ad esprimere il loro accordo sia per la segnalazione e sia per la

certificazione.

Devono essere obbligatoriamente coinvolti nella elaborazione del PEI: “Il PDF e il PEI

sono redatti/condivisi congiuntamente dall’unità multidisciplinare ASL/AO, dai docenti

curricolari e di sostegno della scuola, dagli educatori, con la collaborazione dei genitori

dell’alunno” (DPR 24 febbraio 1994, Atto di indirizzo applicativo della Legge 104/92).

GLI OPERATORI SANITARI E SOCIALI

1. Competenze dell’ASL/AO:

� provvedere alla valutazione diagnostica e clinica a seguito di segnalazione

scolastica, e rilascio della documentazione necessaria alla presentazione della

richiesta di accertamento

� garantire il funzionamento dei Collegi per l’individuazione degli alunni con disabilità

gestiti dall’ASL ed il regolare rilascio del Verbale di Accertamento necessario alla

integrazione scolastica

� stendere la Diagnosi Funzionale, descrivendo le modalità di funzionamento del

soggetto nelle varie aree ed indicando le potenzialità di sviluppo.

2. Competenze della scuola:

� sulla base di quanto indicato dall’ASL/AO e di quanto osservato nella scuola,

definire l’intervento educativo e didattico.

Gli specialisti della NPI dell’Azienda Ospedaliera “Mellino Mellini” di Chiari, competente

per il nostro territorio, (NPI dott.Tagliasacchi, NPI dott.ssa Cacciago, psicologo dott.

Zanini) sono disponibili ad un incontro l’anno per la condivisione del PEI.

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Un secondo incontro può essere richiesto, se necessario, in relazione a problemi

particolari o può essere richiesto un incontro con i terapisti in seguito a valutazioni in corso

d’anno.

Per gli alunni che passano da un grado scolastico all’altro vi è la disponibilità ad incontrare

gli insegnanti ed i referenti del grado scolastico successivo per un passaggio

d’informazioni.

L’ASL attraverso l’Unità Operativa Disabilità (responsabile la dott.ssa Elvira Paderno) è

presente sul territorio attraverso le Equipe Operative Handicap, composte da psicologo ed

assistente sociale.

La disponibilità in relazione ai casi in carico, relativamente agli incontri scolastici, è di

garantire i due incontri previsti dall’accordo di programma, ed eventuali incontri ulteriori in

caso di necessità.

ATTORI CHE COSTRUISCONO LO SFONDO DENTRO LA SCUOLA

• Il GLH d’Istituto

• il Gruppo Tecnico

• il Dirigente scolastico

• altre figure o organismi (commissioni, dipartimenti, figura strumentale)

• il Consiglio di Interclasse, il Collegio dei Docenti e il Consiglio d’Istituto

• CTRH territoriale di Chiari.

IL GLH D’ISTITUTO

Il Gruppo di Lavoro Handicap, GLH, è previsto obbligatoriamente dalla Legge 104/92, art.

15, comma 2.

È composto dal Dirigente Scolastico, dalla funzione strumentale, dalla psicopedagogista,

dai rappresentanti della commissione integrazione (insegnanti di sostegno e di classe),

educatrici uno per grado scolastico, da un componente del personale ATA, da una

rappresentanza dei genitori di alunni disabili, dagli specialisti del territorio ASL/A.O., dalla

rappresentante degli Enti Locali nella persona dell'Assistente Sociale.

Si riunisce due o più volte l’anno.

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Compiti:

• possibilità di confronto e scambio d'informazioni tra le diverse professionalità

(lavoro in rete) coinvolte nel progetto d'integrazione degli alunni disabili: specialisti,

operatori scolastici, ente locale, famiglia

• formulazione di intese e collaborazioni con enti istituzionali

• promozione e valutazione del Progetto d'Integrazione d'Istituto

• costituzione di documentazione di buone prassi d’Istituto

• proposte di formazione

• collaborazioni alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano

educativo (Legge 104/92).

IL GRUPPO TECNICO

E' composto da insegnanti curricolari, di sostegno, educatore, famiglia, specialisti,

assistente sociale.

Interviene sul singolo “caso”.

E’ previsto un incontro per la condivisione del PEI (Accordi preliminari); è possibile

richiederne altri se vi è necessità, per problematiche emerse in corso d’anno o per gli

alunni che passano da un grado scolastico all'altro.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

E’ una figura centrale per i processi d’integrazione, anche se non è citata nelle norme.

Il suo primo compito è creare le condizioni perché quanto previsto dalle leggi sia

effettivamente realizzato e vigilare sulla attuazione di quanto programmato.

E’ importante abbia un ruolo di promozione nei confronti di tutte le componenti, scolastiche

e non, per la costruzione di un clima accogliente e integrante.

Il Dirigente incontra ad inizio anno tutti gli insegnanti di sostegno ed educatori dell’Istituto

per assegnare funzioni e compiti, e consegnare la documentazione relativa ai “casi” da

seguire. La Diagnosi Funzionale può essere visionata in quella sede o in altro momento su

espressa richiesta al Dirigente Scolastico.

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Il Collegio dei Docenti può deliberare la creazione di altre figure o organismi per la

realizzazione di una buona inclusione:

TEAM DISCIPLINARE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO - ED UCATORI -

INSEGNANTI CURRICOLARI

E’ formato dai docenti di sostegno, dagli insegnanti curricolari e dagli educatori dell’istituto.

si riunisce tre volte l’anno in coincidenza con gli incontri di sezione per la scuola

dell'infanzia, modulo per la scuola primaria, consigli di classe per la scuola secondaria di

primo grado.

Si pone l'obiettivo di condividere principi, modalità e strumenti per la stesura dei documenti

previsti (PEI, PDF, FASCICOLO PERSONALE), e curare il passaggio di consegne fra

docenti ed educatori.

Il primo incontro è previsto entro OTTOBRE/NOVEMBRE per:

• conoscenza del gruppo di lavoro

• individuazione dell'insegnante di riferimento che si occupi di tenere i contatti e la

relazione tra i vari membri (solitamente l'insegnante di sostegno)

• analisi della situazione attuale dell'alunno

• conoscenza e notazione delle attività settimanali dell'alunno e degli orari della

scuola e delle attività extrascolastiche, degli incontri terapeutici e/o riabilitativi

• bozza del piano di lavoro annuale.

Il secondo incontro è previsto entro GENNAIO/FEBBRAIO per:

• verifica e valutazione della situazione attuale;

• eventuale aggiornamento del progetto.

Il terzo incontro è previsto entro MAGGIO per:

• verifica finale;

• eventuale programmazione periodo estivo.

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FUNZIONE STRUMENTALE PER L’INTEGRAZIONE

La Funzione Strumentale per la disabilità si occupa in modo specifico della scuola

dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, con compiti ben definiti presentati con

un progetto particolareggiato, stilato ad inizio anno scolastico ed elaborato sulla base delle

necessità rilevate in Commissione Integrazione.

La referente ha un compito di coordinamento e raccordo tra le varie componenti che si

occupano dell’integrazione all’interno della scuola.

La Funzione Strumentale al POF incontra tutti gli insegnanti di sostegno alla fine del primo

quadrimestre (indicativamente nel mese di gennaio) per fare il punto sull’andamento del

progetto d’integrazione di Istituto, sia dal punto di vista burocratico sia dal punto di vista

didattico e organizzativo.

COMMISSIONE INTEGRAZIONE

La Commissione Integrazione d’Istituto si riunisce quattro/cinque volte l’anno ed è

composta da insegnanti di sostegno, insegnanti curricolari, educatori (uno per grado

scolastico).

La Commissione è luogo deputato a:

� scambio di opinioni;

� passaggio di informazioni;

� scelta e condivisione di procedure d’integrazione;

� metodi d’intervento comune tra i docenti dei diversi gradi scolastici;

� progettazione di continuità didattico-educativa tra i diversi ordini di scuola.

La richiesta per la presenza degli assistenti educatori agli incontri di Commissione va

inoltrata al Comune, ufficio Servizi Sociali.

CTRH di CHIARI

Ha il compito di consulenza, organizzazione di formazione, bibliografia e sitografia,

rapporti interistituzionali sul territorio.

L’Istituto Comprensivo di Rovato:

� fa riferimento al CTRH per la formazione degli insegnanti di sostegno e curricolari

su tematiche che riguardano la disabilità.

� Partecipa al bando per ottenere risorse finanziarie con la presentazione di progetti

che favoriscono l’integrazione.

� Usufruisce del servizio di prestito di libri e materiale informatico messo a

disposizione.

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DOCUMENTI E STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE

Gli strumenti previsti per legge per l’integrazione scolastica sono:

il VERBALE rilasciato , su richiesta degli esercenti la potestà genitoriale

dell’alunno, dal Collegio per l’Accertamento dell’Handicap ai fini dell’integrazione

scolastica (DPCM 185 del 23 febbraio 2006) e che presuppone una fase preliminare di

accertamento diagnostico clinico da parte dei servizi pubblici o privati accreditati

entro il 30 novembre

Le singole istituzioni scolastiche, dopo aver

acquisito il consenso scritto degli esercenti la

potestà genitoriale, inviano richiesta di

valutazione all’ ASL o Azienda Ospedaliera

allegando una specifica relazione di

presentazione dell’alunno in difficoltà

La certificazione medica attestante la situazione di handicap dovrà essere rinnovata

secondo la data di scadenza o nel passaggio da un ordine di scuola all’altro.

LA DIAGNOSI FUNZIONALE (DF)

• è lo strumento che definisce le principali caratteristiche del funzionamento della

persona, in relazione ai diversi contesti di vita

• è il primo elemento su cui si costituisce il progetto di vita individuale che si declinerà

negli interventi di potenziamento delle capacità e funzioni in ambito scolastico ed

extrascolastico con la realizzazione del PDF e del PEI

• è redatta dagli operatori sanitari ASL, A.O oppure da centri privati accreditati

• è la descrizione dell’alunno secondo i suoi limiti e le sue potenzialità, è funzionale al

suo recupero

• si articola in sette aree (cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale,

motorio-prassica, neuropsicologica, dell’autonomia personale e sociale)

• indica i bisogni specifici dell’alunno: docente di sostegno, assistente educatore,

ausili.

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entro il 30 aprile e comunque successivamente al

rilascio del verbale del Collegio per

l’Accertamento dell’Handicap

L’ ASL o Azienda Ospedaliera, provvede a redarre la diagnosi funzionale rilasciandola alla famiglia. La diagnosi funzionale viene aggiornata ad ogni passaggio di grado scolastico, o in relazione a cambiamenti del quadro clinico e del funzionamento dell’alunno.

IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF)

Il Profilo Dinamico Funzionale è compilato dal Gruppo Tecnico (operatori scolastici,

operatori sanitari, famiglia e se serve Comune) sulla base della Diagnosi Funzionale e

delle osservazioni.

È lo strumento di raccordo tra le conoscenze sanitarie, educativo didattiche e familiari per

individuare modalità su cui articolare il PEI.

È, quindi, una guida per la progettazione dell’intervento (bisogni, risorse, obiettivi) a breve,

medio e lungo termine.

Si articola in 9 parametri o assi: 1. cognitivo

2. affettivo-relazionale

3. comunicazionale

4. linguistico

5. sensoriale

6. motorio-prassico

7. neuropiscologico

8. dell’autonomia

9. dell’apprendimento

Si aggiorna alla fine della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e durante il

corso della scuola secondaria di secondo grado.

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IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI)

PROGETTO DI VITA

• è il documento in cui vi è la descrizione degli interventi integrati ed equilibrati tra di

loro, programmati per il raggiungimento degli obiettivi nelle aree della autonomia,

della relazione, degli apprendimenti cognitivi

• è previsto obbligatoriamente per ogni alunno disabile certificato secondo la legge

104/92 • tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione

individualizzati in funzione di un percorso scolastico a lungo termine favorendo lo

sviluppo delle attitudini che caratterizzano la sua personalità, e le forme di

integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche.

• Il Progetto Educativo Individualizzato va elaborato dall’insegnante di sostegno, in

collaborazione e condivisione con gli insegnanti curricolari, gli specialisti

(Neuropsichiatra, Psicologo, Terapisti della Riabilitazione), gli assistenti educatori,

la famiglia, l'assistente Sociale.

• Il PEI va depositato in segreteria entro la fine di Novembre avendo cura che gli

Accordi preliminari siano firmati. Inoltre, una copia va inserita nel fascicolo

personale dell’alunno; una copia va consegnata alla famiglia, una agli specialisti e

una ai servizi sociali.

• Il PEI in originale dev’essere firmato da tutti i componenti del Gruppo Tecnico.

INCONTRI PREVISTI PER ELABORAZIONE/ CONDIVISIONE PE I

PERIODO SCOPO SOGGETTI COINVOLTI

un incontro ottobre/novembre stesura bozza

insegnante di sostegno insegnanti curricolari assistente educatore

un incontro ottobre/novembre completamento bozza

insegnante di sostegno insegnanti curricolari

famiglia

un incontro novembre/dicembre

incontro d’èquipe per accordi preliminari ed

eventuale condivisione PEI

insegnante di sostegno insegnanti curricolari assistente educatore

famiglia neuropsichiatra/psicologo terapisti della riabilitazione

assistente sociale

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DEFINIZIONE DEGLI ORARI DI SERVIZIO

Nella definizione dell’orario di servizio l’insegnante di sostegno e l’assistente educatore

devono tener presente alcuni aspetti che riguardano la presenza dell'alunno a scuola, le

indicazioni dei servizi sociali, della NPI, ed i progetti che si svolgeranno in corso d’anno.

Entrambe le figure hanno in carico più “casi”, risulta quindi indispensabile riuscire ad

incastrare gli orari in modo da essere presenti il più possibile durante l’orario scolastico

frequentato dall'alunno.

Anche se, nel caso fosse possibile, sarebbe auspicabile che le due figure potessero avere

un’ora a settimana di compresenza al fine di migliorare la continuità metodologica.

L’orario va elaborato durante il primo periodo scolastico, al di fuori dell’orario di servizio, e

condiviso dagli insegnanti curricolari.

L’orario di sostegno definitivo consegnato al Dirigente, può essere variato in corso d’anno,

solo in seguito alla variazione di presenza dell'alunno, o in casi eccezionali per esigenze di

gestione del servizio.

In caso di disaccordo nella rimodulazione dell’orario si farà riferimento al Dirigente

Scolastico e al referente dei Servizi Sociali.

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RIASSUMENDO…

COMPITI RISPETTO ALL'INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON

DISABILITA'

COSA QUANDO CHI ORGANIZZARE TEMPI E SPAZI

INIZIO ANNO DOCENTI /DIRIGENTI

PDF (PROFILO DINAMICO FUNZIONALE)

INGRESSO IN OGNI ORDINE DI

SCUOLA AGGIORNATO A

CONCLUSIONE: • DELLA SCUOLA

DELL’INFANZIA; • DELLA SCUOLA PRIMARIA; • DELLA SCUOLA MEDIA ;

DOCENTI CURRICOLARI , INSEGNANTI SPECIALIZZATI, ASSISTENTI EDUCATORI DELLE SCUOLE, CON LA COLLABORAZIONE DEI FAMILIARI DELL’ALUNNO, CON LA CONSULENZA DEGLI OPERATORI DELL’ ASL O AZIENDA OSPEDALIERA.

PEI (PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO) ENTRO 30 NOVEMBRE

EQUIPÈ DOCENTI , ASSISTENTE

EDUCATORI, CON LA CONSULENZA

DEGLI OPERATORI SOCIO SANITARI, E

DELLA FAMIGLIA

FASCICOLO PERSONALE ALL’INGRESSO A SCUOLA, AGGIORNATO AD OGNI VARIAZIONE

EQUIPÈ DOCENTI, SENTITI GLI

OPERATORI E LA FAMIGLIA

AGGIORNAMENTO PEI

PERIODICA O A FINE QUADRIMESTRE EQUIPÉ DOCENTI

VALUTAZIONE PERIODICA, COME STABILITO PER

TUTTI GLI ALUNNI EQUIPÈ DOCENTI

ASSEMBLEE DI CLASSE/INTERCLASSE/INTERSEZIONE

INIZIO E IN CORSO D'ANNO EQUIPÈ DOCENTI

COLLOQUI PERIODICI EQUIPÈ DOCENTI INCONTRI OPERATORI SOCIO SANITARI PRIIVATI

A RICHIESTA SCUOLA O GENITORI EQUIPÈ DOCENTI, ASSISTENTE

EDUCATORI, FAMIGLIA

RELAZIONE FINALE FINE ANNO

EQUIPÈ DOCENTI, ASSISTENTE

EDUCATORE

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LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA

L’ACCOGLIENZA

Accogliere l’alunno e la sua famiglia è un passo necessario per avvalorare la fiducia

reciproca e garantire una significativa organizzazione scolastica.

Costruire una rete comunicativa tra scuola, ASL, famiglia ed educatori consente di

garantire un reale percorso di integrazione e inclusione, ponendo attenzione ai bisogni e

alle risorse di ciascun alunno.

Gli insegnanti e tutti gli operatori di riferimento cercano di infondere nel gruppo

sezione/classe atteggiamenti costanti di sensibilità, responsabilità e cura nei confronti

dell’alunno disabile.

Anche la cura degli ambienti è importante: l'ambiente fisico deve adattarsi al meglio alle

esigenze degli alunni per favorire relazioni adeguate ed è necessario avere elasticità nella

scelta degli spazi e dei tempi.

L'accoglienza si mostra anche attraverso attività che aiutino l’alunno ad integrarsi, da

realizzarsi periodicamente nell’anno scolastico: molti insegnanti del nostro Istituto

predispongono per tale motivo, all'inizio dell'anno scolastico, un progetto Accoglienza

specifico da attuare giorno per giorno.

Nella scuola dell'infanzia l’accoglienza degli alunni disabili avviene in modo

particolarmente flessibile riguardo ai tempi di permanenza: inizialmente, se necessario,

per poche ore, per allungarsi gradualmente fino all’intera giornata.

Per gli alunni in entrata al primo grado scolastico viene attuato il progetto “Scuola Aperta”:

i bambini, accompagnati dalla famiglia, hanno la possibilità di entrare a scuola nel periodo

precedente l’inserimento, solitamente nel mese di aprile – maggio, e visitare l’ambiente e/o

partecipare ai laboratori organizzati ad hoc per tale esperienza. In caso di necessità

particolari sono previste più esperienze.

In questa fase sono calendarizzati i colloqui tra insegnanti di sostegno, curricolari e la

famiglia per la compilazione della griglia d’osservazione, per una raccolta dati e

d’informazioni utili sia per la conoscenza dell'alunno sia per favorire il suo inserimento a

scuola.

Nel caso siano necessari ausili o supporti particolari si attiva la procedura di richiesta.

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LA CONTINUITA' E L'ORIENTAMENTO

L'Istituto Comprensivo di Rovato è molto attento nell'accogliere gli alunni da un ordine

scolastico all'altro e nell'indirizzarli alla scuola secondaria di secondo grado con

l'orientamento formativo.

Buone prassi di continuità

� compilazione, a cura dell'equipe pedagogica, di schede conoscitive degli alunni in

passaggio;

� predisposizione di incontri con le figure di riferimento e di relazioni finali dettagliate

per conoscere gli alunni e garantire un reale percorso di inclusione scolastica;

� progettazione ed organizzazione di incontri aggiuntivi per permettere agli alunni di

“familiarizzare” con il nuovo ambiente scolastico;

� strutturazione di un Progetto di Continuità Potenziato per gli alunni disabili dei tre

gradi scolastici dell'Istituto Comprensivo (visite scolastiche, passaggi di informazioni,

lavori di gruppo, laboratori, incontri con alunni che hanno già vissuto il passaggio);

� valorizzazione del supporto dei compagni di sezione/classe nell'esperienza di

accompagnamento;

� nel caso in cui sia necessario e possibile, attivazione di progetti - ponte come da

circolare ministeriale n.1 del 1988.

� Al momento del passaggio dell'alunno da un grado scolastico all’altro è possibile

valutare un eventuale trattenimento tenendo in considerazione la continuità con il

gruppo dei compagni, degli insegnanti e valutando attentamente con gli specialisti e la

famiglia che tale scelta influisca positivamente nel percorso evolutivo dell’alunno.

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Buone prassi di orientamento

L'Istituto attiva percorsi di orientamento tra la scuola secondaria di primo grado e di

secondo grado per tutti gli alunni delle classi terze.

L'orientamento degli alunni è considerato un obiettivo di primaria importanza “per condurre

ad auto-orientarsi nella scelta della scuola superiore; avviare alla ricerca di identità;

abilitare ad una molteplicità di scelte” (POF a.s. 2011/2012).

La scuola predispone incontri condotti da una psicologa, con lo scopo di informare e

formare attraverso la somministrazione di test attitudinali, di questionari per la rilevazione

degli interessi e di incontri di gruppo.

Rilevante per l’orientamento degli alunni è la restituzione dei risultati ai genitori e la serata

informativa con le scuole secondarie di secondo grado.

Anche e soprattutto per gli alunni disabili, nella scelta della scuola superiore è necessario

considerare:

� i desideri, le aspettative e le attitudini dell'alunno

� le indicazioni degli insegnanti della scuola secondaria di 1o grado e di tutti gli

operatori di riferimento

� i programmi dei singoli indirizzi

� le offerte formative delle scuole presenti sul territorio.

La scuola, inoltre, prevede un progetto di orientamento potenziato che consente agli alunni

disabili di avere un primo approccio con il nuovo istituto, attraverso visite e contatti con gli

insegnanti della nuova scuola, con l’organizzazione di stage laboratoriali nel nuovo

contesto scolastico.

L’obiettivo è quello di permettere all'allievo di osservare e “vivere” il nuovo ambiente, di

sentirne l’atmosfera e di cimentarsi in un’attività pratica, con il sostegno e l’appoggio di un

gruppo di compagni che hanno operato la stessa scelta scolastica.

E’ previsto anche un incontro finale d’equipe con gli specialisti ASL/A.O, famiglia,

insegnanti della scuola secondaria di primo grado e la presenza del referente per la

disabilità dell’Istituto Superiore per un passaggio di informazioni più approfondito.

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PROGETTI SPECIFICI

L’Istituto Comprensivo prevede l’attuazione di progetti specifici per gli alunni disabili,

proponendo attività finalizzate all'integrazione e allo sviluppo di abilità e competenze utili e

necessarie al processo di crescita, nell’ottica di un reale progetto di vita.

Con tali progetti si mira a stimolare e sensibilizzare le aree socio-affettivo-relazionale;

senso-percettiva; motoria; dell'autonomia; cognitiva; comunicativo-linguistica;

dell'apprendimento.

I progetti specifici di Istituto, ippoterapia, musicoterapia e progetto sensoriale, sono

proposti agli alunni seguendo criteri di gravità relativi alla disabilità.

Le risorse finanziarie utilizzate per realizzare tali progetti specifici provengono, come

dichiara il POF dell’Istituto, dal Piano di Attuazione del Diritto allo Studio, finanziato

dall’Amministrazione Comunale.

Altri progetti e laboratori strutturati dagli insegnanti e dagli educatori e condivisi con la

famiglia, pur essendo progettati e calibrati sulle esigenze e i bisogni speciali del singolo

alunno disabile in riferimento al PEI, coinvolgono gli alunni della sezione/classe, con

ricadute positive sugli apprendimenti.

IL LABORATORIO DELLE ATTIVITA’ SENSORIALI

Il laboratorio, finalizzato a valorizzare “corpo, gesto, emozione, voce, suono, spazio,

colore, immagine, movimento”, come mezzi di comunicazione non verbale attraverso cui

realizzare il rapporto educativo è strutturato presso la scuola dell’infanzia e si realizza

attraverso un lavoro sistematico in piccolo gruppo (compagni di riferimento della sezione)

durante tutto l’arco dell’anno scolastico nel laboratorio Arcobaleno, appositamente

attrezzato, e coinvolge tutte le sezioni.

“Toccare e manipolare sono importanti modalità d’interazione con l’ambiente. Così anche

gusto olfatto e udito svolgono un ruolo chiave nella conoscenza del mondo circostante”.

La costruzione di un laboratorio strutturato per attività sensoriali risulta essere

particolarmente adatto a bambini che presentano disturbi del linguaggio legati a difficoltà

di apprendimento, disabilità intellettive e fisiche o deficit sensoriali.

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PROGETTO: “UN CAVALLO PER AMICO”

Il progetto è finalizzato a creare momenti ludici, di svago e di divertimento con un percorso

il più possibile vicino ai desideri e alle capacità dei bambini, attraverso giochi di

simulazione a terra e a cavallo; a stimolare l’equilibrio attivo nella coordinazione motoria; a

favorire un rapporto affettivo- relazionale con gli adulti e gli animali (cavalli), al fine di

guadagnare autostima e fiducia in sé e negli altri.

L’esperienza si svolge nei mesi primaverili aprile – maggio – giugno, un pomeriggio la

settimana per circa 8/10 uscite presso un centro ippico, e permette l’accesso a circa 10

alunni. A conclusione del progetto, per gli alunni della scuola dell'infanzia, è prevista

un’uscita con i compagni per la condivisione dell’esperienza.

PROGETTO: “LA MUSICA NEL CUORE”

Con la musicoterapia si mira a facilitare i processi di integrazione spaziale, temporale e

relazionale dell’individuo, attraverso strategie di armonizzazione della struttura funzionale

dell’handicap. Tale armonizzazione è perseguita con un lavoro di sintonizzazioni affettive

attraverso l’utilizzo di tecniche d’improvvisazione sonoro-musicale.

Il progetto è condotto da due esperti, la dott.ssa Chiara Dassenno, che utilizza come

strumento prioritario un’arpa, ma si avvale anche di diversi altri strumenti musicali, e il prof.

Emilio Longhena, che utilizza strumenti a percussione.

Il progetto di musicoterapia considera la musica come strumento educativo, preventivo e

sociale e si propone i seguenti obiettivi:

� migliorare la socializzazione,

� creare un’esperienza ludica che favorisca la comunicazione,

� offrire gratificazioni e momenti di aggregazione con i compagni,

� potenziare il movimento e il rilassamento personale,

� creare un percorso di apprendimento attraverso corpo e musica.

.

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ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA'

SCOLASTICHE

Connotati essenziali di una adeguata organizzazione delle attività scolastiche sono:

il contesto scolastico accogliente e motivante

la vita di relazione

la valorizzazione dei rapporti scuola/famiglia/specialisti

l'osservazione e la progettazione

la strutturazione puntuale dello spazio e del tempo

la mediazione didattica

la valorizzazione del gioco (libero, strutturato, di ruolo)

la verifica e la valutazione attenta delle attività proposte

la valorizzazione della pedagogia della quotidianità.

Una buona organizzazione deve prevedere:

o momenti di intervento individuale, inteso come stimolazione, apprendimento e

rafforzamento delle capacità comunicative, motorie, cognitive ed affettive degli

alunni

o momenti di partecipazione alle attività in piccolo gruppo e di classe, intesi come

capacità di interagire con gli altri, partecipare ad attività di apprendimento e di

gioco, raggiungere autonomie personali e sociali adattandosi alle diverse situazioni,

anche attraverso l’imitazione di modelli comportamentali.

VIAGGI DI ISTRUZIONE E VISITE GUIDATE

Gli alunni con disabilità hanno il diritto di partecipare ai viaggi di istruzione e alle visite

guidate che la scuola organizza nell’ambito delle attività proposte alle classi di riferimento,

in forza della valenza educativa che rivestono: culturale, sociale e dell’autonomia

personale.

La scuola è tenuta a richiedere la presenza dell’assistente educatore (ove necessario),

entro 10 giorni dalla data prevista..

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FARMACI: SOMMINISTRAZIONE A SCUOLA

Il Dirigente Scolastico, ricevuta la richiesta di somministrazione da parte della famiglia con

allegata prescrizione del medico curante, può individuare, secondo una sequenza

procedurale, le persone deputate alla somministrazione di farmaci nell’orario scolastico tra

il personale docente o non docente che sia spontaneamente disponibile e/o abbia

effettuato i corsi di formazione per la sicurezza della salute nelle scuole.

Tutti i docenti e le figure di riferimento (assistente educatore, personale ASA) vengono

messi a conoscenza delle necessità mediche dell’alunno, prendono visione

dell’informativa e della dislocazione del farmaco da somministrare in caso di emergenza

(tramite specifica comunicazione dell’ufficio).

Per gli assistenti educatori e per il personale ASA si darà comunicazione ai responsabili

dei servizi sociali.

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CLIMA DELLA CLASSE

I docenti collaborano per strutturare un clima positivo nella classe in cui è inserito l'alunno

disabile e in tutte le classi, in generale.

Il team dei docenti condivide le linee educative e interagisce per:

� comprendere i bisogni di ciascun alunno;

� condividere regole di convivenza civile;

� porre attenzione all'aspetto ludico-didattico delle attività scolastiche, coinvolgendo

al massimo l'alunno con disabilità.

METODOLOGIE

I docenti utilizzano diverse metodologie e strategie didattiche per promuovere il successo

formativo di tutti gli alunni, tenendo presenti gli aspetti che facilitano gli apprendimenti:

� flessibilità delle proposte didattiche considerando tempi, ritmi e stili individuali di

apprendimento

� proposte di attività attraverso un approccio multimediale e metacognitivo in contesto

ludico-didattico

� utilizzo di tutti i linguaggi espressivi per interagire con gli alunni e valorizzarne le

potenzialità

� utilizzo di mediatori didattici e materiali diversi

� uso della gratificazione come rinforzo

� utilizzo delle varie tecniche, tipologie e intensità di prompting

� attività riconducibili alla CAA, al TEACCH, al Cooperative Learning

� semplificazione di contenuti e uso di altri strumenti compensativi (lettore vocale,

lettura vicariale).

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SPAZI STRUTTURATI E AUSILI

L'Istituto Comprensivo è dotato di adeguati spazi strutturati:

� aule Arcobaleno nelle diverse scuole e nei diversi plessi (scuola dell'infanzia, scuole

primarie, scuola secondaria di primo grado)

� possibilità di modificare l'ambiente nelle aule, inserendo materiali funzionali

all'inclusione degli alunni disabili.

La scuola è fornita di ausili e materiali specifici per gli alunni con disabilità gravi quali

tavoli-piani di lavoro con incavo per facilitare l'esecuzione delle attività, seggioloni

ortopedici da utilizzare in mensa, passeggini, poltroncine, statiche e fasciatoi per

provvedere all'igiene personale.

Per gli alunni con disabilità visive sono presenti strumenti informatici facilitanti (tastiera

Didakeys e CD-ROM editi dalla casa editrice Erickson e da Ivana Sacchi); vengono

realizzati testi semplificati e personalizzati e, a richiesta, il Centro Non Vedenti di Brescia

provvede all'ingrandimento dei testi di libri o parte di essi, recupero di sintesi vocali,

supporti testuali in Braille.

Per tutti gli alunni è assicurata la possibilità di utilizzare PC e stampanti e, inoltre, la scuola

è fornita di un veloce collegamento Internet.

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LA VALUTAZIONE

La valutazione è un aspetto imprescindibile in ogni progetto educativo.

Attraverso la valutazione si promuovono, progettano, adeguano e migliorano le esperienze

e le attività volte al raggiungimento dei diversi traguardi di sviluppo.

È fondamentale monitorare costantemente le competenze raggiunte al fine di sollecitare

quelle emergenti.

Valutare, dunque, significa valorizzare le potenzialità degli alunni, tenendo conto del

Progetto di Vita e delle culture/politiche/pratiche inclusive.

La valutazione ha funzione formativa e di orientamento della didattica e non va intesa

come strumento di controllo, fondato su criteri di giudizio: per gli alunni disabili la

valutazione va impostata in base al PEI.

Cosa si valuta ?

� I bisogni e le risorse di tutti gli alunni

� Abilità (grafismo, lettura immagini, soluzione problemi…)

� Conoscenze (campi esperienza e generali, curricoli, metacognizione…)

� Atteggiamenti (motivazione, vissuti, autostima…)

� Capacità (memoria, linguaggio, attenzione, percezione, motricità, stili di

apprendimento…)

� Modalità relazionali e di comportamento (grado di autonomia, comportamenti

problematici e/o risorse)

� La qualità e la quantità dei cambiamenti (traguardi raggiunti) promossi negli alunni.

Steps fondamentali della valutazione

� conoscere l'alunno e raccogliere il maggior numero possibile di informazioni da

famiglia e specialisti

� valutazione iniziale

� valutazioni in itinere

� valutazione finale.

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Strumenti per la valutazione

• schede di valutazione globale delle abilità e dei deficit elaborate da Dario Ianes

• schede di valutazione specifica sulle abilità di autosufficienza, dei comportamenti

interpersonali elaborate da Dario Ianes

• schede di rilevazione elaborate dagli insegnanti di sostegno e curricolari

• osservazione esperienziale come strumento conoscitivo (carta e matita, tecnica

degli episodi critici, diario)

• griglie e check-list

• Test B.A.B. per disabilità gravi

• Test L.A.P. per valutare i livelli di sviluppo.