INTEGRATORI ALIMENTARI CREDENZE ED EVIDENZE - anmvi.it · –Vegani e Vit. B12 ... doping per...

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INTEGRATORI

ALIMENTARI

CREDENZE ED EVIDENZE

Fabio GalvanoFabio Galvano

Dipartimento di Chimica Biologica, Chimica Medica e Biologia MolDipartimento di Chimica Biologica, Chimica Medica e Biologia Molecolareecolare

UniversitUniversitàà di Cataniadi Catania

Perché integrare ?• Pregiudizio comune è che il cibo che mangiamo non sia in grado di sopperire al fabbisogno quotidiano di nutrienti e che quindi vada integrato…

• “Il concetto di integrare dà l’impressione di completezza, di un rimedio possibile all’idea che gli alimenti siano insufficienti ad assicurare la nostra efficienza e quindi la nostra salute.

• Mai come in questi ultimi decenni, nei Paesi industrializzati, vi è stata abbondanza di cibo; un cibo iperproteico ed ipercalorico che spesso è alla base dell’obesità che si sta diffondendo in modo pauroso e preoccupante. Perchè allora la necessità di integratori alimentari ?”.

S. Garattini, Negri News, 2003

In quali casi integrare ?• Carenze conseguenti a stati patologici

– Alterata digestione/assorbimento

– Diminuito introito o aumentata escrezione• Anoressia, Vomito, Degenza ospedaliera

– Mancata o ridotta sintesi endogena• Epatopatia alcolica e aminoacidi ramificati e Omega-3

• Carenze conseguenti a scelte etiche– Vegetariani e ferro (?)

– Vegani e Vit. B12

• Aumentati fabbisogni– Folati in gravidanza

I concetti di integrazione e

“reintegro” costituiscono un

argomento piuttosto delicato troppo

spesso “male interpretato”

dall’atleta o superficialmente

affrontato e gestito dai consigli

poco attenti di chi si improvvisa

esperto di nutrizione e farmacologia

applicata allo sport soltanto in virtù

di una certa anzianità nella pratica

sportiva.

E inoltre… gli “integratori”:

possono costituire una forma di

doping per l’atleta professionista ?

Integrazione e Sport

Nel 1998 la FDA ha scoperto che un terzo dei

circa 260 prodotti erboristici importati dall'Asia

erano contaminati con farmaci non elencati in

etichetta, o contenevano piombo, arsenico o

mercurio.

Nel 2000 hanno scoperto che cinque prodotti

erboristici cinesi contenevano farmaci

ipoglicemizzanti

Washington Post, 19 marzo 2000

Integrazione e Rischio Contaminazione

In Italia nel 2002 tra gli integratori per atleti

presenti sul mercato, circa 170 sono risultati

positivi per la presenza di sostanze

potenzialmente dopanti dichiarate o meno

nella composizione del prodotto.

Alcune partite di aminoacidi ramificati sono

risultate positive per la presenza di

nandrolone, un ormone androgeno la cui

assunzione è considerata DOPING e che può

produrre una serie di effetti molto gravi sia a

livello cardiovascolare che endocrino.

Integrazione e Rischio Doping

Integrazione

Credenze vs Evidenze

In vitro (In vitro (In vitro (In vitro (““““test tubetest tubetest tubetest tube””””) ) ) ) researchresearchresearchresearchAnimalAnimalAnimalAnimal researchresearchresearchresearch

IdeasIdeasIdeasIdeas, , , , EditorialsEditorialsEditorialsEditorials, Opinion, Opinion, Opinion, OpinionCase Case Case Case ReportsReportsReportsReports

SeriesSeriesSeriesSeries ReportsReportsReportsReportsCase Control Case Control Case Control Case Control StudiesStudiesStudiesStudies

CohortCohortCohortCohort StudiesStudiesStudiesStudies

Randomized Controlled Randomized Controlled Randomized Controlled Randomized Controlled Double Blind Double Blind Double Blind Double Blind

StudiesStudiesStudiesStudiesSystematic Reviews andSystematic Reviews andSystematic Reviews andSystematic Reviews and

MetanalysisMetanalysisMetanalysisMetanalysis

AntiossidantiMortality in Randomized Trials of Antioxidant Supplements for Primary and

Secondary Prevention. Systematic Review and Meta-analysis.

Data Sources and Trial Selection: 68

randomized trials with 232 606

participants (385 publications) involving

adults comparing beta carotene, vitamin A,

vitamin C, vitamin E, and selenium either

singly or combined vs placebo or vs no

intervention were included in our analysis.

Overall: In 47 low-bias trials with 180 938

participants, the antioxidant supplements

significantly increased mortality (RR, 1.05;

95% CI, 1.02-1.08)

Conclusions: Treatment with beta

carotene, vitamin A, and vitamin E may

increase mortality. The potential roles

of vitamin C and selenium on mortality

need further study.

Integrazione Antiossidanti e anziani

Nutritional Supplements for Older Adults.

Review and Recommendations.

Conclusions•While recommendations that older adults take a daily MVM are

common, there is limited scientific support for the health-related

efficacy of these supplements.

• In contrast, a number of antioxidant nutrients have been extensively

studied.

• The evidence does not support a recommendation for vitamins A, C,

E, or antioxidant combinations in the prevention of CVD or cancer.

• In contrast to the state of the art for antioxidant supplements, there is

strong and compelling support for the health benefits of supplements

of Vitamin D and calcium when intake/status of these nutrients is not

optimal.

• Thus, specific recommendations for these supplements in older

adults are warranted.

Buhr A.G., Bales C.W. J Nutr Elder. 2009 28:5-29

Integratori e

Tumori

Beta-carotene e tumore del

polmone

Beta-carotene e tumore della

pelle (non-melanoma)

Beta-carotene e CVD• Integratori vs Dieta: Sebbene in studi di

osservazione diete ricche in beta-carotene sono

state associate con una riduzione del rischio di

malattie CDV non vi è nessuna evidenza che

l’integrazione con beta-carotene produca lo

stesso effetto

• Tossicità: In due RCT (2000 e 2002) e uno studio

epidemiologico (2009) alti dosaggi di integratori di

beta-carotene hanno aumentato il rischio di tumore

del polmone in soggetti fumatori.

Michaud DS, et al. Am J Clin Nutr. 2000;72(4):990-997.

Holick CN et al. Am J Epidemiol. 2002;156(6):536-547.

Satia JA et al. Am J Epidemiol. 2009; 169(7):815-28.

Frutta e verdura? Sì!

Integratori? No!

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L-carnitina• Anche detta acido cobossolico

• E’ un composto vitamina-simile presente nelle carni e nel latte

• L’intake medio è di circa 100-200 mg/d

• E’ vitale per il normale metabolismo– E’ sintetizzato da fegato e reni a partire da metionina e lisina e

accumulato nei muscoli

– Facilita l’ingresso degli acidi grassi a catena lunga all’interno del mitocondrio

– Marketing:• Migliorebbe la resistenza alla fatica favorendo l’ossidazione degli acidi grassi,

“risparmiando” glicogeno e limitando l’accumulo di lattato

• Favorirebbe il calo ponderale

L-carnitina

Nel 1982 diventa popolare sull’onda di maldicenze giornalistiche tedesche

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L-carnitina

Possibili benefici

• Probabilmente agisce come vasodilatatore nei tessuti periferici migliorando l’afflusso sanguigno e il trasporto di ossigeno

• Potrebbe quindi ritardare l’insorgenza della fatica e ridurre i dolori e il danno tissutale post esercizio

Nutrition 2004;20:709–715.

L-carnitina e calo ponderale

No evidence

Nutrition 2004;20:709–715.

Hathcock J.N., Shao A. Regulatory Toxicology and Pharmacology 46 (2006) 23–28.

Risk assesment

Livello di sicurezza ≤ 2000mg/d

Sebbene studi fino a 6000mg/d non abbiano riportato effetti tossici

L-carnitina

L-carnitinaBenefici

? NO

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Creatina• Nutriente non essenziale contenuto (4-5 g/kg) nelle carni e nel pesce

• Sintetizzata soprattutto nel fegato (1 g/d) a partire da arginina, glicina e metionina

– Il 95% si ritrova nei muscoli, soprattutto nella forma fosforilata e maggiormente nelle fibre di tipo II (veloci, glicolitiche)

– Un uomo di 70 kg ha 120-140g di Cr e ne espelle con le urine (creatinina) 2g/d

23

Creatina• Benefici su cui esiste un sufficiente consenso

– Incremento di forza e massa muscolare (0.5-2 kg)

(reclutamento cellule satellite; >idratazione?)

– Sforzi: ripetuti, brevi ed intensi

– Performance: sprint (100-800m), salti, bicicletta

– Sport: body building, calcio, nuoto, pallavolo

– Soggetti: sia uomini che donne, giovani ed anziani

• Benefici dubbi

– Riduzione grasso corporeo

– Aumento densità ossea

– Attività aerobiche (fino a 10.000m?)

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Creatina• Effetti collaterali: non ci sono evidenze definitive

– Reports aneddotici relativi a:

• Disturbi gastrointestinali

• Crampi

• Regolazione temperatura corporea

• Idratazione: può mascherare la disidratazione

• La caffeina riduce gli effetti benefici della Cr

Acidi grassi n-3

Risk/Benefit

Acidi grassi Omega-3: cosa sono?

Acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LC-PUFA)

EPA (20:5) DHA (22:6) (Acido Eicosapentaenoico) (Acido Docosaesanoico)

Derivati dall’acido α-linolenico (ALA o 18:3 Omega-3), un acido grasso essenziale: derivazione poco efficiente

DPA (22:6)

(Acido Docosapentaenoico)

Derivato dall’acido linoleico (AL o 18:2 Omega-6), contenuto negli oli di semi

Background

Greenland Eskimo Study

• “Eskimo paradox”– Dieta tradizionale – elevati intake di grassi e proteine bassissimi intake di fibre, frutta e vegetali

– Bassa incidenza di malattie CDV e bassi livelli di colesterolo.

• Alimenti base: foche, balene e pesce (contenenti alti livelli di DHA e EPA)

• Modesto intake di omega-6

Ref.: Rosenberg. Fish-food to claim the Heart-Perspective- N. Engl.J.Med., 2002: Vol 346: No.15:1102-03

Rationale for Research/Health Interest in

PUFA

Epidemiological/Population Studies

1.) Higher levels of docosahexaenoic acid (DHA, 22:6 n-3) and

docosapentaenoic acid (DPA, 22:5 n-3) in serum phospholipid

have been associated with decreased coronary heart disease risk.

(Simon et al., Am. J. Epidemiol., 142: 469-476, 1995.)

2.) Higher levels of eicosapentaenoic acid (EPA, 20:5 n-3) and

docosapentaenoic acid (DPA, 22:5 n-3) in platelet phospholipid

have been associated with reduced coronary artery disease

(Hodgson et al., AJCN, 58:228-234, 1993).

E’ sufficiente la biosintesi

endogena di PUFA?• In alcuni soggetti la biosintesi endogena è

insufficiente:

– Nascita pretermine

– Senescenza

– Diabete

– Insulino resistenza

– Alcolismo

– Alterazioni perossisomi

E’ sufficiente l’apporto dietetico?

Average DHA Consumption Average DHA Consumption in the U.S.in the U.S. 2. Ervin RB, et al. DHHS Publication No.

(PHS) 2005-1250 04-0565.

Wang C, et al. AHRQ Publication No. 04-

E009-1, 2004. Agency for

Healthcare Research and Quality,

Rockville, MD.

4.

Rigopoulos AP, et al. Ann Nutr Metab,

1999.43(2):127-30.

13.

Benisek D, et al. Obstet Gynecol, 2000.

95(4 Suppl1):S77-S78.

14.

N.B. 2 studi pubblicati in proprio

1 Abstract

1 Peer review paper

E’ sufficiente l’apporto dietetico?

E’ sufficiente l’apporto dietetico?

• LA e ALA dietetici si accumulano nel

TA

• Indagine sulla composizione TA negli

USA: bassi livelli ALA TA

insufficiente introduzione dietetica?

• Sintomi da carenza a lungo termine?

• Carenza DHA a livello SNC?

L’apporto raccomandato è

sufficiente per tutte le funzioni?

• I PUFA n-3 potrebbero avere effetti benefici

per la salute se introdotti al di sopra delle

quantità raccomandate:

• protezione cardiovascolare

• azione ipotrigliceridemizzante

• azione antinfiammatoria

Omega 3 e trigliceridi

• La FDA ha approvato la commercializzazione di integratori

di EPA e DHA (0,84g/cps) da assumere in ragione di 2-4

cps/d

• L’American Heart Association ne raccomanda l’assunzione

sotto stretto controllo medico ed esclusivamente nei casi di

grave ipertrigliceridemia (>500 mg/dl)

• La riduzione è del 45% in 2/4gPharmacotherapy 2007;27(5):715–728

Omega 3 e trigliceridi

Pharmacotherapy 2007;27(5):715–728

Approccio dietetico

Approccio

farmacologico

Omega-3 e CVD

CONCLUSIONI

• Omega-3 hanno effetti pleiotropici essenzialmente benefici sul

sistema cardiovascolare

• Ad oggi vi è evidenza scientifica solo sulla riduzione della

mortalità post-infarto

• Rimangono da chiarire:

• Gli effetti anti-aritmia ed il relativo meccanismo di azione

• I benefici nei pazienti con ischemia coronarica senza infarto

Approccio Medico-farmacologico!!

NO fai-da-te!

Omega 3: quali evidenze ?

• Review sistematiche e Metanalisi

• Severi criteri di inclusione degli studi

• RCT

• Fattori confondenti (bias)

• Numerosità soggetti

• Durata del trial

Omega 3 e Diabete

Objectives

To determine the effects of omega-3 PUFA supplementation on cardiovascular outcomes,

cholesterol levels and glycemic control in people with type 2 diabetes.

Main results

23 RCT (1075 participants) were included with a mean treatment duration of 8.9 weeks. The

mean dose of omega-3 PUFA used in the trials was 3.5 g/d.

Omega-3 PUFA supplementation in type 2 diabetes lowers triglycerides ……………

No significant change in or total or HDL cholesterol, HbA1c, fasting glucose, fasting

insulin or body weight was observed.

No adverse effects of the intervention were reported.

Authors’ conclusions

Omega-3 PUFA supplementation in type 2 diabetes has no statistically significant effect on

glycemic control or fasting insulin.

Hartweg J. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2008, Issue 1. Art. No.: CD003205.

Omega-3 polyunsaturated fatty acids (PUFA) for type 2 diabetes mellitus (Review)

Omega 3 e Gravidanza

•• DHA costituisce il 40% degli ac. grassi del DHA costituisce il 40% degli ac. grassi del cervello e il 60% della retina cervello e il 60% della retina

•• I fabbisogni aumentano nel periodo di I fabbisogni aumentano nel periodo di massimo sviluppo cerebrale massimo sviluppo cerebrale

–– DallDall’’ultimo trimestre di gravidanza a ultimo trimestre di gravidanza a 22 annianni

•• Il 70% delle cellule cerebrali si sviluppa prima Il 70% delle cellule cerebrali si sviluppa prima della nascitadella nascita

•• Il contenuto di PUFA nel latte materno dipende Il contenuto di PUFA nel latte materno dipende dalla dietadalla dieta

Omega 3 e Gravidanza

Objectives

To estimate the effects of marine oil supplementation during pregnancy on the risk of

pre-eclampsia, preterm birth, low birthweight and small-for-gestational age.

Main results

Six trials, involving 2783 women, are included in this review. Women allocated a

marine oil supplement had a mean gestation that was 2.6 days longer than women

allocated to placebo or no treatment. Birthweight was slightly greater in infants born

to women in the marine oil group compared with control. However, there were no overall

differences between the groups in the proportion of low birthweight or small-for-

gestational age babies. There was no clear difference in the relative risk of pre-

eclampsia between the two groups.

Authors’ conclusions

There is not enough evidence to support the routine use of marine oil, or other

prostaglandin precursor, supplements during pregnancy to reduce the risk of pre-

eclampsia, preterm birth, low birthweight or small-for-gestational age.Makrides M,et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2006, Issue 3. Art. No.: CD003402..

Marine oil, and other prostaglandin precursor, supplementation for

pregnancy uncomplicated by preeclampsia or intrauterine growth restriction

Omega 3 e Morbo di Chron

Turner D. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD006320.

Omega 3 fatty acids (fish oil) for maintenance of remission in Crohn’s disease

Main results

Six studies were eligible for inclusion. There was a marginal significant benefit of n-3

therapy for maintaining remission. However, the studies were both clinically and

statistically heterogeneous. Two large studies showed negative results. When

considering the estimated rather than the observed 1-year relapse rate of these two

studies, the benefit was no longer statistically significant. No serious adverse events

were recorded in any of the studies but in a pooled analyses there was a significantly

higher rate of diarrhea and symptoms of the upper gastrointestinal tract in the n-3

treatment group.

Authors’ conclusions

Omega 3 fatty acids are safe but probably ineffective for maintenance of remission

in CD. The existing data do not support routine maintenance treatment of Crohn’s

disease with omega 3 fatty acids.

Omega 3 e Fibrosi Cistica

Omega-3 fatty acids (from fish oils) for cystic fibrosis

McCarney C. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art. No.: CD002201.

Objectives

To determine whether there is evidence that omega-3 polyunsaturated fatty acid

supplementation reduces morbidity and mortality. To identify any adverse events

associated with omega-3 polyunsaturated fatty acid supplementation.

Main results

Searches identified seven studies; three of which, involving 48 participants, were

eligible for inclusion in the review.

Authors’ conclusions

This review found that regular omega-3 supplements may provide some benefits

for people with CF with relatively few adverse effects, although the evidence is

insufficient to draw firm conclusions or to recommend routine use of

supplements of omega-3 fatty acids in people with CF. This review has highlighted

the lack of data for many of the outcomes likely to be meaningful to people with or

making treatment decisions about CF.

Omega 3 fatty acid for the prevention of dementia.

Lim WS et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2006, Issue 1. Art. No.: CD005379.

Polyunsaturated fatty acid supplementation for schizophrenia. Joy CB et al. Cochrane

Database of Systematic Reviews 2006, Issue 3. Art. No.: CD001257.

Dietary interventions for multiple sclerosis.

Farinotti M et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 1. Art. No.: CD004192.

Omega 3 fatty acids (fish oil) for maintenance of remission in ulcerative colitis

Turner D et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 3. Art. No.: CD006443.

Eicosapentaenoic acid (EPA, an omega-3 fatty acid from fish oils) for the treatment of

cancer cachexia. Dewey A et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 1. Art.

No.: CD004597.

Omega-3 fatty acids for intermittent claudication. Sommerfield T et al. Cochrane Database of

Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art. No.: CD003833.

Authors’ conclusions

Limited data available. Neither evidence of beneficial nor adverse effects.

Other records on Omega 3 or

marine oils

LA e ALA competono per gli stessi enzimi

Il rapporto dietetico

Omega-6:Omega-3 èimportante!

LA ALA

Acido alpha-linolenico

acido eicosapentanoico (EPA)

(olio di pesce)

acido docosoesanoico

(DHA)

Prostaglandine

serie 3 (PGA3) (++)

Acido linoleico

Omega 3Omega 6

Acido Gamma linolenico

Acido Diomogamma linolenico

Prostaglandine serie 1

PGA1 (++)

Acido arachidonico

Prostaglandine serie 2

PGA2 (---)

desaturasi (delta-6)

elongasi

desaturasi (delta-6)

Omega 6 / Omega 3 e prostaglandine

• Gli uomini del paleolitico introducevano una

dieta con rapporto Omega 6:Omega 3 = 2:1

• La dieta occidentale moderna ha portato ad un

rapporto Omega 6:Omega 3 20-25:1

• E’ accreditata l’ipotesi che dall'alterato rapporto

tra Omega 3 e Omega 6 possano scasturire

fenomeni infiammatori.

Qualcosa è cambiata…..?

Olio Cuore, leggero, dietetico!

Mangiar bene per sentirsi in forma!

• Nel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitàààà dell'olio Cuore dell'olio Cuore dell'olio Cuore dell'olio Cuore èèèèstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitàààà ingannevoleingannevoleingannevoleingannevole

• Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili all'olio Cuoreall'olio Cuoreall'olio Cuoreall'olio Cuore

• L'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitààààdi acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare conseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la salute

Cosa è cambiato…..?

Leggiamo le etichette !!!!!!!

Oli di semi

Oli vegetali

Grassi vegetali

Grassi idrogenati

Margarina

WARNING!!!

• L’eccessiva introduzione di PUFA, ad

esempio attraverso integratori o alimenti

fortificati (latte, uova) modifica la

regolazione della via biosintetica

• La supplementazione con PUFA n-3 senza

un controllo sull’intake di n-6 potrebbe

essere inutile

WARNINGS

Rischio Mercurio ?

RAZIONALE

• Le raccomandazioni dietetiche invitano ad un

maggiore consumo di esce

• Aumentando l’intake di pesce aumenta anche

l’intake di mercurio

• E’ preferibile mangiare pesce o assumere

integratori?

Rischio Mercurio ?

JAMA Mozzafarrian et al. 2006;296:1885-1899.

Evidence Synthesis ……………… Women of childbearing age and nursing mothers should consume 2 seafood servings/wk, limiting intake of selected species. Health effects of low-level methylmercury in adults are not clearly established; methylmercury may modestly decrease thecardiovascular benefits of fish intake. A variety of seafood should be consumed; individuals with very high consumption (5 servings/wk) should limit intake of species highest in mercury levels.

Conclusions For major health outcomes among adults, based on both the strength of the evidence and the potential magnitudes of effect, the benefits of fish intake exceed the potential risks. For women of childbearing age, benefits of modest fish intake, excepting a few selected species, also outweigh risks.

Rischio Mercurio ?

JAMA 2006;297:585-586.

Risks and Benefits of Fish Intake

To the Editor: In the Clinical Review of the health effects of fish intake and contaminants by Drs Mozaffarian and

Rimm,1 mercury contamination was evaluated as a potential risk factor for cardiovascular disease, in their Figure

5 and the accompanying text. However, both the figure and the conclusions seem to be misleading because the

meta-analysis includes studies that are not relevant to the issue examined. Dentists and participants mainly

exposed to inorganic mercury from amalgam should have been excluded.

Also, while the authors note that the 2 studies from Sweden tend to point toward lower CHD risk at higher levels of

mercury intake, they do not mention that the overall mercury levels in the Swedish participants are far less than

those in the Finns. In addition, one of the Swedish studies2 primarily examined the long-term health effects of

inorganic mercury from amalgam fillings, as reflected in the serum concentration, not the methylmercury exposure

from fish.

The increased risk in the European multicenter study3 occurred at a relatively high exposure, as did the increased

risk in the Finnish studies.4 Hence, it is likely that the adverse cardiovascular effects of methylmercury only begin

to overcome the beneficial effects of fish at higher exposure levels. The meta-analysis erroneously combined

populations with low and high exposures. A more appropriate meta-analysis could have been achieved by

using the Finnish data,4 data from the study by Guallar et al,3 and the nondentist participants of the study by

Yoshizawa et al.5 A more precise definition of "higher levels of mercury exposure" should have been presented

when examining the individual results or the pooled result. The given relative risks are derived from different

exposure quantiles in different studies. For example, in the study by Virtanen et al,4 the relative risk is for the

highest third, and in the study by Guallar et al,3 the relative risk is for the highest fifth.

Occorre quindi:

• Controllare che il fabbisogno di EFA (LA e ALA) sia coperto nella popolazione

• Rivedere i fabbisogni di PUFA, in particolare n-3, considerandoli indipendentemente da quelli di ALA

• Riconsiderare il bilancio corretto tra PUFA n-6 ed n-3

• Variare il più possibile tipo e taglia di pesce

Per una

nutrizione

ottimale

Conclusioni• Le evidenze scientifiche pro-integrazione sono limitate a poche e ben definite patologie, stati di carenza o aumentati fabbisogni

• Emergono preoccupanti esempi di rischio connesso all’uso ingiustificato e incontrollato di integratori

• L’approccio all’integratore dovrebbe essere medico/farmacologico e non dietetico: – ove necessaria l’integrazione deve essere gestita sotto controllo medico. NO al fai da te

• E’ pur vero che molti medici prescrivono integratori senza ragione

• L’integratore non può sostituire l’alimento– Frutta e verdure vs integratori vitaminico-minerali

• L’integratore non deve essere l’alibi per evitare comportamenti virtuosi ma impegnativi: dieta ed attività fisica