INTEGRATORI ALIMENTARI CREDENZE ED EVIDENZE - anmvi.it · –Vegani e Vit. B12 ... doping per...
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INTEGRATORI
ALIMENTARI
CREDENZE ED EVIDENZE
Fabio GalvanoFabio Galvano
Dipartimento di Chimica Biologica, Chimica Medica e Biologia MolDipartimento di Chimica Biologica, Chimica Medica e Biologia Molecolareecolare
UniversitUniversitàà di Cataniadi Catania
Perché integrare ?• Pregiudizio comune è che il cibo che mangiamo non sia in grado di sopperire al fabbisogno quotidiano di nutrienti e che quindi vada integrato…
• “Il concetto di integrare dà l’impressione di completezza, di un rimedio possibile all’idea che gli alimenti siano insufficienti ad assicurare la nostra efficienza e quindi la nostra salute.
• Mai come in questi ultimi decenni, nei Paesi industrializzati, vi è stata abbondanza di cibo; un cibo iperproteico ed ipercalorico che spesso è alla base dell’obesità che si sta diffondendo in modo pauroso e preoccupante. Perchè allora la necessità di integratori alimentari ?”.
S. Garattini, Negri News, 2003
In quali casi integrare ?• Carenze conseguenti a stati patologici
– Alterata digestione/assorbimento
– Diminuito introito o aumentata escrezione• Anoressia, Vomito, Degenza ospedaliera
– Mancata o ridotta sintesi endogena• Epatopatia alcolica e aminoacidi ramificati e Omega-3
• Carenze conseguenti a scelte etiche– Vegetariani e ferro (?)
– Vegani e Vit. B12
• Aumentati fabbisogni– Folati in gravidanza
I concetti di integrazione e
“reintegro” costituiscono un
argomento piuttosto delicato troppo
spesso “male interpretato”
dall’atleta o superficialmente
affrontato e gestito dai consigli
poco attenti di chi si improvvisa
esperto di nutrizione e farmacologia
applicata allo sport soltanto in virtù
di una certa anzianità nella pratica
sportiva.
E inoltre… gli “integratori”:
possono costituire una forma di
doping per l’atleta professionista ?
Integrazione e Sport
Nel 1998 la FDA ha scoperto che un terzo dei
circa 260 prodotti erboristici importati dall'Asia
erano contaminati con farmaci non elencati in
etichetta, o contenevano piombo, arsenico o
mercurio.
Nel 2000 hanno scoperto che cinque prodotti
erboristici cinesi contenevano farmaci
ipoglicemizzanti
Washington Post, 19 marzo 2000
Integrazione e Rischio Contaminazione
In Italia nel 2002 tra gli integratori per atleti
presenti sul mercato, circa 170 sono risultati
positivi per la presenza di sostanze
potenzialmente dopanti dichiarate o meno
nella composizione del prodotto.
Alcune partite di aminoacidi ramificati sono
risultate positive per la presenza di
nandrolone, un ormone androgeno la cui
assunzione è considerata DOPING e che può
produrre una serie di effetti molto gravi sia a
livello cardiovascolare che endocrino.
Integrazione e Rischio Doping
Integrazione
Credenze vs Evidenze
In vitro (In vitro (In vitro (In vitro (““““test tubetest tubetest tubetest tube””””) ) ) ) researchresearchresearchresearchAnimalAnimalAnimalAnimal researchresearchresearchresearch
IdeasIdeasIdeasIdeas, , , , EditorialsEditorialsEditorialsEditorials, Opinion, Opinion, Opinion, OpinionCase Case Case Case ReportsReportsReportsReports
SeriesSeriesSeriesSeries ReportsReportsReportsReportsCase Control Case Control Case Control Case Control StudiesStudiesStudiesStudies
CohortCohortCohortCohort StudiesStudiesStudiesStudies
Randomized Controlled Randomized Controlled Randomized Controlled Randomized Controlled Double Blind Double Blind Double Blind Double Blind
StudiesStudiesStudiesStudiesSystematic Reviews andSystematic Reviews andSystematic Reviews andSystematic Reviews and
MetanalysisMetanalysisMetanalysisMetanalysis
AntiossidantiMortality in Randomized Trials of Antioxidant Supplements for Primary and
Secondary Prevention. Systematic Review and Meta-analysis.
Data Sources and Trial Selection: 68
randomized trials with 232 606
participants (385 publications) involving
adults comparing beta carotene, vitamin A,
vitamin C, vitamin E, and selenium either
singly or combined vs placebo or vs no
intervention were included in our analysis.
Overall: In 47 low-bias trials with 180 938
participants, the antioxidant supplements
significantly increased mortality (RR, 1.05;
95% CI, 1.02-1.08)
Conclusions: Treatment with beta
carotene, vitamin A, and vitamin E may
increase mortality. The potential roles
of vitamin C and selenium on mortality
need further study.
Integrazione Antiossidanti e anziani
Nutritional Supplements for Older Adults.
Review and Recommendations.
Conclusions•While recommendations that older adults take a daily MVM are
common, there is limited scientific support for the health-related
efficacy of these supplements.
• In contrast, a number of antioxidant nutrients have been extensively
studied.
• The evidence does not support a recommendation for vitamins A, C,
E, or antioxidant combinations in the prevention of CVD or cancer.
• In contrast to the state of the art for antioxidant supplements, there is
strong and compelling support for the health benefits of supplements
of Vitamin D and calcium when intake/status of these nutrients is not
optimal.
• Thus, specific recommendations for these supplements in older
adults are warranted.
Buhr A.G., Bales C.W. J Nutr Elder. 2009 28:5-29
Beta-carotene e CVD• Integratori vs Dieta: Sebbene in studi di
osservazione diete ricche in beta-carotene sono
state associate con una riduzione del rischio di
malattie CDV non vi è nessuna evidenza che
l’integrazione con beta-carotene produca lo
stesso effetto
• Tossicità: In due RCT (2000 e 2002) e uno studio
epidemiologico (2009) alti dosaggi di integratori di
beta-carotene hanno aumentato il rischio di tumore
del polmone in soggetti fumatori.
Michaud DS, et al. Am J Clin Nutr. 2000;72(4):990-997.
Holick CN et al. Am J Epidemiol. 2002;156(6):536-547.
Satia JA et al. Am J Epidemiol. 2009; 169(7):815-28.
15
L-carnitina• Anche detta acido cobossolico
• E’ un composto vitamina-simile presente nelle carni e nel latte
• L’intake medio è di circa 100-200 mg/d
• E’ vitale per il normale metabolismo– E’ sintetizzato da fegato e reni a partire da metionina e lisina e
accumulato nei muscoli
– Facilita l’ingresso degli acidi grassi a catena lunga all’interno del mitocondrio
– Marketing:• Migliorebbe la resistenza alla fatica favorendo l’ossidazione degli acidi grassi,
“risparmiando” glicogeno e limitando l’accumulo di lattato
• Favorirebbe il calo ponderale
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L-carnitina
Possibili benefici
• Probabilmente agisce come vasodilatatore nei tessuti periferici migliorando l’afflusso sanguigno e il trasporto di ossigeno
• Potrebbe quindi ritardare l’insorgenza della fatica e ridurre i dolori e il danno tissutale post esercizio
Hathcock J.N., Shao A. Regulatory Toxicology and Pharmacology 46 (2006) 23–28.
Risk assesment
Livello di sicurezza ≤ 2000mg/d
Sebbene studi fino a 6000mg/d non abbiano riportato effetti tossici
L-carnitina
22
Creatina• Nutriente non essenziale contenuto (4-5 g/kg) nelle carni e nel pesce
• Sintetizzata soprattutto nel fegato (1 g/d) a partire da arginina, glicina e metionina
– Il 95% si ritrova nei muscoli, soprattutto nella forma fosforilata e maggiormente nelle fibre di tipo II (veloci, glicolitiche)
– Un uomo di 70 kg ha 120-140g di Cr e ne espelle con le urine (creatinina) 2g/d
23
Creatina• Benefici su cui esiste un sufficiente consenso
– Incremento di forza e massa muscolare (0.5-2 kg)
(reclutamento cellule satellite; >idratazione?)
– Sforzi: ripetuti, brevi ed intensi
– Performance: sprint (100-800m), salti, bicicletta
– Sport: body building, calcio, nuoto, pallavolo
– Soggetti: sia uomini che donne, giovani ed anziani
• Benefici dubbi
– Riduzione grasso corporeo
– Aumento densità ossea
– Attività aerobiche (fino a 10.000m?)
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Creatina• Effetti collaterali: non ci sono evidenze definitive
– Reports aneddotici relativi a:
• Disturbi gastrointestinali
• Crampi
• Regolazione temperatura corporea
• Idratazione: può mascherare la disidratazione
• La caffeina riduce gli effetti benefici della Cr
Acidi grassi Omega-3: cosa sono?
Acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LC-PUFA)
EPA (20:5) DHA (22:6) (Acido Eicosapentaenoico) (Acido Docosaesanoico)
Derivati dall’acido α-linolenico (ALA o 18:3 Omega-3), un acido grasso essenziale: derivazione poco efficiente
DPA (22:6)
(Acido Docosapentaenoico)
Derivato dall’acido linoleico (AL o 18:2 Omega-6), contenuto negli oli di semi
Background
Greenland Eskimo Study
• “Eskimo paradox”– Dieta tradizionale – elevati intake di grassi e proteine bassissimi intake di fibre, frutta e vegetali
– Bassa incidenza di malattie CDV e bassi livelli di colesterolo.
• Alimenti base: foche, balene e pesce (contenenti alti livelli di DHA e EPA)
• Modesto intake di omega-6
Ref.: Rosenberg. Fish-food to claim the Heart-Perspective- N. Engl.J.Med., 2002: Vol 346: No.15:1102-03
Rationale for Research/Health Interest in
PUFA
Epidemiological/Population Studies
1.) Higher levels of docosahexaenoic acid (DHA, 22:6 n-3) and
docosapentaenoic acid (DPA, 22:5 n-3) in serum phospholipid
have been associated with decreased coronary heart disease risk.
(Simon et al., Am. J. Epidemiol., 142: 469-476, 1995.)
2.) Higher levels of eicosapentaenoic acid (EPA, 20:5 n-3) and
docosapentaenoic acid (DPA, 22:5 n-3) in platelet phospholipid
have been associated with reduced coronary artery disease
(Hodgson et al., AJCN, 58:228-234, 1993).
E’ sufficiente la biosintesi
endogena di PUFA?• In alcuni soggetti la biosintesi endogena è
insufficiente:
– Nascita pretermine
– Senescenza
– Diabete
– Insulino resistenza
– Alcolismo
– Alterazioni perossisomi
E’ sufficiente l’apporto dietetico?
Average DHA Consumption Average DHA Consumption in the U.S.in the U.S. 2. Ervin RB, et al. DHHS Publication No.
(PHS) 2005-1250 04-0565.
Wang C, et al. AHRQ Publication No. 04-
E009-1, 2004. Agency for
Healthcare Research and Quality,
Rockville, MD.
4.
Rigopoulos AP, et al. Ann Nutr Metab,
1999.43(2):127-30.
13.
Benisek D, et al. Obstet Gynecol, 2000.
95(4 Suppl1):S77-S78.
14.
N.B. 2 studi pubblicati in proprio
1 Abstract
1 Peer review paper
E’ sufficiente l’apporto dietetico?
• LA e ALA dietetici si accumulano nel
TA
• Indagine sulla composizione TA negli
USA: bassi livelli ALA TA
insufficiente introduzione dietetica?
• Sintomi da carenza a lungo termine?
• Carenza DHA a livello SNC?
L’apporto raccomandato è
sufficiente per tutte le funzioni?
• I PUFA n-3 potrebbero avere effetti benefici
per la salute se introdotti al di sopra delle
quantità raccomandate:
• protezione cardiovascolare
• azione ipotrigliceridemizzante
• azione antinfiammatoria
Omega 3 e trigliceridi
• La FDA ha approvato la commercializzazione di integratori
di EPA e DHA (0,84g/cps) da assumere in ragione di 2-4
cps/d
• L’American Heart Association ne raccomanda l’assunzione
sotto stretto controllo medico ed esclusivamente nei casi di
grave ipertrigliceridemia (>500 mg/dl)
• La riduzione è del 45% in 2/4gPharmacotherapy 2007;27(5):715–728
Omega 3 e trigliceridi
Pharmacotherapy 2007;27(5):715–728
Approccio dietetico
Approccio
farmacologico
Omega-3 e CVD
CONCLUSIONI
• Omega-3 hanno effetti pleiotropici essenzialmente benefici sul
sistema cardiovascolare
• Ad oggi vi è evidenza scientifica solo sulla riduzione della
mortalità post-infarto
• Rimangono da chiarire:
• Gli effetti anti-aritmia ed il relativo meccanismo di azione
• I benefici nei pazienti con ischemia coronarica senza infarto
Approccio Medico-farmacologico!!
NO fai-da-te!
Omega 3: quali evidenze ?
• Review sistematiche e Metanalisi
• Severi criteri di inclusione degli studi
• RCT
• Fattori confondenti (bias)
• Numerosità soggetti
• Durata del trial
Omega 3 e Diabete
Objectives
To determine the effects of omega-3 PUFA supplementation on cardiovascular outcomes,
cholesterol levels and glycemic control in people with type 2 diabetes.
Main results
23 RCT (1075 participants) were included with a mean treatment duration of 8.9 weeks. The
mean dose of omega-3 PUFA used in the trials was 3.5 g/d.
Omega-3 PUFA supplementation in type 2 diabetes lowers triglycerides ……………
No significant change in or total or HDL cholesterol, HbA1c, fasting glucose, fasting
insulin or body weight was observed.
No adverse effects of the intervention were reported.
Authors’ conclusions
Omega-3 PUFA supplementation in type 2 diabetes has no statistically significant effect on
glycemic control or fasting insulin.
Hartweg J. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2008, Issue 1. Art. No.: CD003205.
Omega-3 polyunsaturated fatty acids (PUFA) for type 2 diabetes mellitus (Review)
Omega 3 e Gravidanza
•• DHA costituisce il 40% degli ac. grassi del DHA costituisce il 40% degli ac. grassi del cervello e il 60% della retina cervello e il 60% della retina
•• I fabbisogni aumentano nel periodo di I fabbisogni aumentano nel periodo di massimo sviluppo cerebrale massimo sviluppo cerebrale
–– DallDall’’ultimo trimestre di gravidanza a ultimo trimestre di gravidanza a 22 annianni
•• Il 70% delle cellule cerebrali si sviluppa prima Il 70% delle cellule cerebrali si sviluppa prima della nascitadella nascita
•• Il contenuto di PUFA nel latte materno dipende Il contenuto di PUFA nel latte materno dipende dalla dietadalla dieta
Omega 3 e Gravidanza
Objectives
To estimate the effects of marine oil supplementation during pregnancy on the risk of
pre-eclampsia, preterm birth, low birthweight and small-for-gestational age.
Main results
Six trials, involving 2783 women, are included in this review. Women allocated a
marine oil supplement had a mean gestation that was 2.6 days longer than women
allocated to placebo or no treatment. Birthweight was slightly greater in infants born
to women in the marine oil group compared with control. However, there were no overall
differences between the groups in the proportion of low birthweight or small-for-
gestational age babies. There was no clear difference in the relative risk of pre-
eclampsia between the two groups.
Authors’ conclusions
There is not enough evidence to support the routine use of marine oil, or other
prostaglandin precursor, supplements during pregnancy to reduce the risk of pre-
eclampsia, preterm birth, low birthweight or small-for-gestational age.Makrides M,et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2006, Issue 3. Art. No.: CD003402..
Marine oil, and other prostaglandin precursor, supplementation for
pregnancy uncomplicated by preeclampsia or intrauterine growth restriction
Omega 3 e Morbo di Chron
Turner D. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD006320.
Omega 3 fatty acids (fish oil) for maintenance of remission in Crohn’s disease
Main results
Six studies were eligible for inclusion. There was a marginal significant benefit of n-3
therapy for maintaining remission. However, the studies were both clinically and
statistically heterogeneous. Two large studies showed negative results. When
considering the estimated rather than the observed 1-year relapse rate of these two
studies, the benefit was no longer statistically significant. No serious adverse events
were recorded in any of the studies but in a pooled analyses there was a significantly
higher rate of diarrhea and symptoms of the upper gastrointestinal tract in the n-3
treatment group.
Authors’ conclusions
Omega 3 fatty acids are safe but probably ineffective for maintenance of remission
in CD. The existing data do not support routine maintenance treatment of Crohn’s
disease with omega 3 fatty acids.
Omega 3 e Fibrosi Cistica
Omega-3 fatty acids (from fish oils) for cystic fibrosis
McCarney C. et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art. No.: CD002201.
Objectives
To determine whether there is evidence that omega-3 polyunsaturated fatty acid
supplementation reduces morbidity and mortality. To identify any adverse events
associated with omega-3 polyunsaturated fatty acid supplementation.
Main results
Searches identified seven studies; three of which, involving 48 participants, were
eligible for inclusion in the review.
Authors’ conclusions
This review found that regular omega-3 supplements may provide some benefits
for people with CF with relatively few adverse effects, although the evidence is
insufficient to draw firm conclusions or to recommend routine use of
supplements of omega-3 fatty acids in people with CF. This review has highlighted
the lack of data for many of the outcomes likely to be meaningful to people with or
making treatment decisions about CF.
Omega 3 fatty acid for the prevention of dementia.
Lim WS et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2006, Issue 1. Art. No.: CD005379.
Polyunsaturated fatty acid supplementation for schizophrenia. Joy CB et al. Cochrane
Database of Systematic Reviews 2006, Issue 3. Art. No.: CD001257.
Dietary interventions for multiple sclerosis.
Farinotti M et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 1. Art. No.: CD004192.
Omega 3 fatty acids (fish oil) for maintenance of remission in ulcerative colitis
Turner D et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 3. Art. No.: CD006443.
Eicosapentaenoic acid (EPA, an omega-3 fatty acid from fish oils) for the treatment of
cancer cachexia. Dewey A et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 1. Art.
No.: CD004597.
Omega-3 fatty acids for intermittent claudication. Sommerfield T et al. Cochrane Database of
Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art. No.: CD003833.
Authors’ conclusions
Limited data available. Neither evidence of beneficial nor adverse effects.
Other records on Omega 3 or
marine oils
Acido alpha-linolenico
acido eicosapentanoico (EPA)
(olio di pesce)
acido docosoesanoico
(DHA)
Prostaglandine
serie 3 (PGA3) (++)
Acido linoleico
Omega 3Omega 6
Acido Gamma linolenico
Acido Diomogamma linolenico
Prostaglandine serie 1
PGA1 (++)
Acido arachidonico
Prostaglandine serie 2
PGA2 (---)
desaturasi (delta-6)
elongasi
desaturasi (delta-6)
Omega 6 / Omega 3 e prostaglandine
• Gli uomini del paleolitico introducevano una
dieta con rapporto Omega 6:Omega 3 = 2:1
• La dieta occidentale moderna ha portato ad un
rapporto Omega 6:Omega 3 20-25:1
• E’ accreditata l’ipotesi che dall'alterato rapporto
tra Omega 3 e Omega 6 possano scasturire
fenomeni infiammatori.
Qualcosa è cambiata…..?
Olio Cuore, leggero, dietetico!
Mangiar bene per sentirsi in forma!
• Nel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitNel 1998 la pubblicitàààà dell'olio Cuore dell'olio Cuore dell'olio Cuore dell'olio Cuore èèèèstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitstata censurata come pubblicitàààà ingannevoleingannevoleingannevoleingannevole
• Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti Non esistono certezze scientifiche circa gli effetti positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili positivi sulle malattie cardiovascolari ricollegabili all'olio Cuoreall'olio Cuoreall'olio Cuoreall'olio Cuore
• L'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitL'olio di mais contiene una considerevole quantitààààdi acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare di acidi grassi polinsaturi che possono comportare conseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la saluteconseguenze negative per la salute
Cosa è cambiato…..?
WARNING!!!
• L’eccessiva introduzione di PUFA, ad
esempio attraverso integratori o alimenti
fortificati (latte, uova) modifica la
regolazione della via biosintetica
• La supplementazione con PUFA n-3 senza
un controllo sull’intake di n-6 potrebbe
essere inutile
Rischio Mercurio ?
RAZIONALE
• Le raccomandazioni dietetiche invitano ad un
maggiore consumo di esce
• Aumentando l’intake di pesce aumenta anche
l’intake di mercurio
• E’ preferibile mangiare pesce o assumere
integratori?
Rischio Mercurio ?
JAMA Mozzafarrian et al. 2006;296:1885-1899.
Evidence Synthesis ……………… Women of childbearing age and nursing mothers should consume 2 seafood servings/wk, limiting intake of selected species. Health effects of low-level methylmercury in adults are not clearly established; methylmercury may modestly decrease thecardiovascular benefits of fish intake. A variety of seafood should be consumed; individuals with very high consumption (5 servings/wk) should limit intake of species highest in mercury levels.
Conclusions For major health outcomes among adults, based on both the strength of the evidence and the potential magnitudes of effect, the benefits of fish intake exceed the potential risks. For women of childbearing age, benefits of modest fish intake, excepting a few selected species, also outweigh risks.
Rischio Mercurio ?
JAMA 2006;297:585-586.
Risks and Benefits of Fish Intake
To the Editor: In the Clinical Review of the health effects of fish intake and contaminants by Drs Mozaffarian and
Rimm,1 mercury contamination was evaluated as a potential risk factor for cardiovascular disease, in their Figure
5 and the accompanying text. However, both the figure and the conclusions seem to be misleading because the
meta-analysis includes studies that are not relevant to the issue examined. Dentists and participants mainly
exposed to inorganic mercury from amalgam should have been excluded.
Also, while the authors note that the 2 studies from Sweden tend to point toward lower CHD risk at higher levels of
mercury intake, they do not mention that the overall mercury levels in the Swedish participants are far less than
those in the Finns. In addition, one of the Swedish studies2 primarily examined the long-term health effects of
inorganic mercury from amalgam fillings, as reflected in the serum concentration, not the methylmercury exposure
from fish.
The increased risk in the European multicenter study3 occurred at a relatively high exposure, as did the increased
risk in the Finnish studies.4 Hence, it is likely that the adverse cardiovascular effects of methylmercury only begin
to overcome the beneficial effects of fish at higher exposure levels. The meta-analysis erroneously combined
populations with low and high exposures. A more appropriate meta-analysis could have been achieved by
using the Finnish data,4 data from the study by Guallar et al,3 and the nondentist participants of the study by
Yoshizawa et al.5 A more precise definition of "higher levels of mercury exposure" should have been presented
when examining the individual results or the pooled result. The given relative risks are derived from different
exposure quantiles in different studies. For example, in the study by Virtanen et al,4 the relative risk is for the
highest third, and in the study by Guallar et al,3 the relative risk is for the highest fifth.
Occorre quindi:
• Controllare che il fabbisogno di EFA (LA e ALA) sia coperto nella popolazione
• Rivedere i fabbisogni di PUFA, in particolare n-3, considerandoli indipendentemente da quelli di ALA
• Riconsiderare il bilancio corretto tra PUFA n-6 ed n-3
• Variare il più possibile tipo e taglia di pesce
Per una
nutrizione
ottimale
Conclusioni• Le evidenze scientifiche pro-integrazione sono limitate a poche e ben definite patologie, stati di carenza o aumentati fabbisogni
• Emergono preoccupanti esempi di rischio connesso all’uso ingiustificato e incontrollato di integratori
• L’approccio all’integratore dovrebbe essere medico/farmacologico e non dietetico: – ove necessaria l’integrazione deve essere gestita sotto controllo medico. NO al fai da te
• E’ pur vero che molti medici prescrivono integratori senza ragione
• L’integratore non può sostituire l’alimento– Frutta e verdure vs integratori vitaminico-minerali
• L’integratore non deve essere l’alibi per evitare comportamenti virtuosi ma impegnativi: dieta ed attività fisica