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inserto 4 - Il cinema e i nuovi linguaggi insieme I Il cinema e i nuovi linguaggi. O meglio ancora: il cinema e i linguag- gi. Possono questi essere nuovi, o già co- nosciuti. L’importante è tentare intanto di individuarli. Non sempre questo accade. Specie all’interno del mondo del grande pubblico. Il grande pubblico facilmente si lascia trascinare dagli stimoli emotivi che i lin- guaggi, vecchi e nuovi, costruiscono. E poco si riflette di fronte alla realtà spettacolare che viene offerta e data in pa- sto giorno dopo giorno. Non ci sono grandi e piccoli eventi che non siano strombazzati attraverso i mass media al fine di poterli porre sotto l’occhio emotivo del grande pubblico. E il gioco è fatto. L’evento è passato. E il pub- blico non si posto alcuna domanda. Si è lasciato travolgere dalla emozione del mo- mento. I nuovi linguaggi interagiscono fra lo- ro. E attraverso questa e quell’altra arte al pubblico giungono. Da quest’ultimo sono accettati in nome della novità. E magari apprezzati. E il cinema non sfugge a questa realtà. L’esperienza ci- nematografica è intanto esperien- za di un linguag- gio. Un linguag- gio non legato soltanto agli aspetti tecnici, alle macchine, ma anche e so- prattutto alla espressione artistica. Il cinema ha un linguaggio autonomo. Una autonomia che nasce da rimandi, intan- to, ai linguaggi delle altre arti. Una autono- ma natura capace a sua volta di ricreare det- ti linguaggi alla luce di nuove e originali esperienze. Tali da porre in essere un altret- tanto nuovo ed originale linguaggio. Quello cinematografico, per l’appunto. La cinematografia — non dimentichia- molo — non poteva non avvalersi, nella qualità e nella posizione proprio di decima Musa, di tutte quelle altre arti che nel tempo l’hanno preceduta. A cominciare dalla lette- ratura. La natura viva del realismo letterario non può essere considerata soltanto una sempli- ce operazione — sia pure spontanea e natu- rale — legata ad una ispirazione. O, ancor meglio, ad un impegno morale. Essa può MASS MEDIA E LINGUAGGI 1 La nascita del cinema: dalle origini al sonoro 2 Il cinema e la letteratura 3 Il cinema e la pittura 4 Il cinema e i nuovi linguaggi 4 Il cinema e i nuovi linguaggi Itinerario di formazione ai mezzi di comunica- zione sociale di Sebastiano Mangiameli*

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Inserto notiziario aprile 2006

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inserto 4 - Il cinema e i nuovi linguaggi insieme I

Il cinema e i nuovi linguaggi.O meglio ancora: il cinema e i linguag-

gi. Possono questi essere nuovi, o già co-nosciuti. L’importante è tentare intanto diindividuarli. Non sempre questo accade.Specie all’interno del mondo del grandepubblico.

Il grande pubblico facilmente si lasciatrascinare dagli stimoli emotivi che i lin-guaggi, vecchi e nuovi, costruiscono.

E poco si riflette di fronte alla realtàspettacolare che viene offerta e data in pa-sto giorno dopo giorno.

Non ci sono grandi e piccoli eventiche non siano strombazzati attraverso imass media al fine di poterli porre sottol’occhio emotivo del grande pubblico. E ilgioco è fatto. L’evento è passato. E il pub-blico non si posto alcuna domanda. Si èlasciato travolgere dalla emozione del mo-mento.

I nuovi linguaggi interagiscono fra lo-ro. E attraverso questa e quell’altra arte alpubblico giungono. Da quest’ultimo sonoaccettati in nome della novità. E magariapprezzati.

E il cinema non sfugge a questa realtà.

L’esperienza ci-nematografica èintanto esperien-za di un linguag-gio. Un linguag-gio non legatosoltanto agliaspetti tecnici,alle macchine,ma anche e so-

prattutto alla espressione artistica.Il cinema ha un linguaggio autonomo.

Una autonomia che nasce da rimandi, intan-to, ai linguaggi delle altre arti. Una autono-ma natura capace a sua volta di ricreare det-ti linguaggi alla luce di nuove e originaliesperienze. Tali da porre in essere un altret-tanto nuovo ed originale linguaggio. Quellocinematografico, per l’appunto.

La cinematografia — non dimentichia-molo — non poteva non avvalersi, nellaqualità e nella posizione proprio di decimaMusa, di tutte quelle altre arti che nel tempol’hanno preceduta. A cominciare dalla lette-ratura.

La natura viva del realismo letterario nonpuò essere considerata soltanto una sempli-ce operazione — sia pure spontanea e natu-rale — legata ad una ispirazione. O, ancormeglio, ad un impegno morale. Essa può

MASS MEDIA E LINGUAGGI

1 La nascita del cinema:dalle origini al sonoro

2 Il cinema e la letteratura

3 Il cinema e la pittura

4 Il cinema e i nuovilinguaggi

4 Il cinema e inuovi linguaggi

Itinerario di formazione ai mezzi di comunica-zione sociale di Sebastiano Mangiameli*

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insieme inserto 4 - Il cinema e i nuovi linguaggiII

spesso essere una presenza importante all’in-terno di un contesto culturale e artistico.Tale presenza si caratterizza attraverso unlinguaggio preciso, opportuno e, di contestoin contesto, talvolta anche provocatorio. Maè un linguaggio. E tale presenza, nel tempo,si è dovuta confrontare con l’altra presenzache è la cinematografia. Il linguaggio cine-matografico.

Il linguaggio cinematografico ha, neglianni, rivolto l’attenzione verso questa realtàletteraria in modo sempre più corposo. Daessa traendone non solamente ispirazione,ma anche in essacalandosi e pren-dendo a piene ma-ni contenuti e at-mosfere che in altrachiave ha traspo-sto. Non soltantotrasferendone dun-que i contenuti.

Così, la lettera-tura, o ancor me-glio il linguaggiodella letteratura, èstato dalla cinema-tografia filtrato ericreato per il mon-do della pellicola.

L’operazione, oggi, continua. E conti-nua attraverso un trasferimento e un co-stante atto di ricreazione del linguaggioche, per certi aspetti (quelli che si riferi-scono al percorso narrativo, per esem-pio) lascia sul terreno, strada facendo,ombre e dubbi. Tali perplessità hannoperò origine, intanto, filmica; e radicalirimandi ad un certo nuovo modello dilinguaggio narrativo approssimativo,prolisso, privo di costruzione narrativa.Ovvero, il nuovo linguaggio filmico chedalla contaminazione narrativa contem-poranea muove i suoi passi si ritrova ad

essere policentrico nelle sue interne storie, edispersivo nella espressione esterna del per-corso narrativo.

Altro linguaggio da prendere in conside-razione è quello fotografico.

Della fotografia possiamo idealmentecollocare la nascita nell’Olanda del Seicento.L’attenzione scrupolosa, l’osservazione diuna realtà molteplice e policentrica, la sinte-si di linee, l’ispirazione tratta da apparentinon importanti aspetti della natura, hannolentamente contribuito a formare un occhio

Cinema e i nuovi linguaggi: Kandinsky, Dolce salita, 1934

Cinema e i nuovi linguaggi: Il cervello umano, sezione

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inserto 4 - Il cinema e i nuovi linguaggi insieme III

fotografico che certamente ha offerto unostabile punto di partenza all’arte fotografica.

E a questa arte , al suo intrinseco linguag-gio ha con attenzione scrupolosa guardato lacinematografia.

L’operazione svoltasi ha di certo molteanalogie con quella che ha visto, precedente-mente, il cinema alle prese con la letteratura.Ma i campi naturalmente sono diversi.

Il cinema ha scrutato la fotografia neisuoi più intimi momenti. Ha osservato conminuzia lo studio delle luci, la accuratezzanel disporle, la attenzione nel calibrarle. Haprestato attenzione alla posizione della mac-china fotografica, ai quadri che creava, almondo che dentro tali quadri l’autore avevadeciso di far vivere. Per serbarne memoria.

Questa è attenzione, da parte della cine-matografia, verso un linguaggio: quello foto-grafico. E tale linguaggio nel cinema ha subi-to ulteriori mutamenti, adattamenti. Così dapoter dar vita ad un altro linguaggio ancora:la fotografia cinematografica.

Il linguaggio della fotografia cinemato-grafica si pone, oggi, su un piano particola-re. Che al mondo digitale si rivolge. E ad es-so rivolgendosi si dispone ancora una voltaad un ulteriore mutazione, trasfor-mazione che a un nuovo dibattito- in questi ultimi anni - ha datovita.

Ma i dibattiti non mancano.Poiché a dar loro vita sono spessoalcune scelte.

E, in questi ultimi anni, il cine-ma ha scelto di essere vicino almondo della televisione. Il lin-guaggio cinematografico è entratonel cosmo televisivo attraverso laprogrammazione - iniziata di fattomolti anni fa - di film in TV. Lastessa televisione considera i filmche alla cinematografia apparten-gono, e non soltanto perché all’in-terno di essa concepiti e realizzati,

alla stessa stregua dei programmi televisivi.Questa scelta implica una sorta di immissio-ne di linguaggio all’interno di un altro lin-guaggio. Quello cinematografico, insomma,lo si fa rientrare in quello televisivo. E quel-lo televisivo, a sua volta, certamente è co-stretto ad assistere ad un vero e proprio mu-tamento.

Da non dimenticare, da qualche anno aquesta parte, la creazione nel mondo satelli-tare televisivo, di specifiche reti TV impe-gnate a mandare in onda solo ed esclusiva-mente film. Di tutti i generi, e di tutte le di-verse stagioni cinematografiche.

Si è giunti, così facendo, ad un reale su-peramento delle distinzioni tecniche che inun tempo - che oggi possiamo ironicamentedefinire primitivo - definivano e specificava-no i diretti campi d’azione sia della televisio-ne sia del cinema.

Un discorso a parte merita il pubblico.Un pubblico che nel tempo ha imparato - edè con amara ironia che lo si può affermare -a non comprendere il linguaggio. A non sa-per discernere un contenuto dall’altro. Il tut-to a scapito della qualità. Insomma, si è neltempo formato un pubblico che guarda di

Cinema e i nuovi linguaggi: Linguaggio dei segni.

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insieme inserto 4 - Il cinema e i nuovi linguaggiIV

tutto, senza avere la consapevolezza di ciòche guarda.

Certamente, alla base di tali esperienzeamare, quel certo tipo di pubblico che guar-da senza discernere ha dalla sua una debolegiustificazione. Giustificazione legata ad unatecnica. Quella pubblicitaria.

Non che la pubblicità possa essere defi-nita negativa, ma di sicuro alcune delle suetecniche non sono di aiuto al grande pubbli-co, sempre ben dispostoa seguire emotivamentepiuttosto che razional-mente.

E la ripetitività diuno slogan, di una frase,di altro, muove decisa-mente lo stato emotivonon quello razionale.Tecnica da usare in pub-blicità, per l’appunto,non nel mondo della ci-nematografia. O me-glio, non nello spazio te-levisivo alla cinemato-grafia legato.

Evitiamo di parlaredel sistema panning andscannino. Tale sistema,diciamo solamente, èutile alla televisione peradattare un film al siste-ma TV. Certo, si corre il rischio, in modo co-stante, di snaturare il film stesso. Ma il gran-de pubblico, forse, non se ne accorgerà.

Come sarebbe bello se la TV potesse da-re solo una piccola percentuale di spazio, inmaniera costante e duratura, all’arte del tea-tro!

I linguaggi delle arti sono così tanti, arti-

colati, complessi, che vien difficile pensaredi conoscerli. Potrebbe essere questa unabuona ragione per poterne, di quei linguag-gi, conoscerne qualcosa in più. Non fosse al-tro che per la possibilità, che i linguaggi stes-si darebbero a ognuno di noi, di poter me-glio capire. Di poter meglio discernere.

Ciò che manca allo spettatore, in genere,sono gli strumenti che aiutano a conoscere.E sino a quando allo spettatore si offriranno

nomi di starlette, nomi diprogrammi, titoli più omeno affascinanti, tramedi soap opere, … lo spet-tatore sarà sempre in ba-lìa di questo o quel pro-gramma televisivo. Diquesto o quel film. Lospettatore non avrà lapossibilità di decidere.Se guardare o no un pro-dotto dell’arte. E convin-to rimarrà che ciò cui staassistendo in quel mo-mento è opera d’arte.Ignorando totalmenteche senza un minimo distrumenti sarà difficilepartecipare allo spettaco-lo. Sarà più semplicesubìrlo.

Un linguaggio nonpuò essere conosciuto se non si hanno glistrumenti per conoscerlo. E uno spettatore,in genere, non ha gli strumenti.

E la realtà ancor più triste diventa se lospettatore privo di strumenti vanta diaverli.

Ma questo è un altro linguaggio, ancora.

* Sebastiano Mangiameli è docente di Elementi di iconografia e di linguaggio nelle Arti contemporanee pres-so l’istituto Teologico San Tommaso di Messina, e responsabile di corsi seminariali sulla drammaturgia a Messina,e sull’arte a Catania, presso lo Studio Teologico San Paolo. Collaboratore di diverse riviste con saggi brevi e rac-conti, scrive e dirige cortometraggi selezionati in importanti festival nazionali.

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