Inserto di Notizie in Controluce Anno XIV n. 6 - giugno 2005...A pesar de todo esto, el concepto de...

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Sommario: pag. 2 L’Europa ed i gemellaggi pag. 4 Il Venerabile Padre Giovanni di Gesù Maria... pag. 6 Centro Culturale Laghetto pag. 6 Il gemellaggio pag. 6 C.I.A.C., Consorzio d’imprese pag. 8 P. Giovanni di Gesù Maria ispiratore del gemellaggio pag. 8 Il concorso d’arte Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria pag. 8 L’utilità del gemellaggio pag. 10 Due parole su Monte Compatri pag. 12 Montecompatri, a cavallo di due secoli pag. 14 Franco Monti, un innamorato di Calahorra Sumario: pag. 3 Europa y los hermanamientos pag. 5 El Venerable Padre Juan de Jesús Maria... pag. 7 Centro Culturale Laghetto pag. 7 El hermanamiento pag. 7 C.I.A.C., Consorcio de empresas pag. 9 P. Juan de Jesús Maria inspirador del hermanamiento pag. 8 El concurso de Arte “Venerable Padre Juan de Jesús María pag. 9 La utilidad del hermanamiento pag. 11 Dos palabras sobre Monte Compatri pag. 13 Montecompatri, a caballo de dos siglos pag. 15 Franco Monti, un enamorado de Calahorra CONTROLUCE NOTIZIE IN... Speciale gemellaggio Monte Compatri - Calahorra Inserto di Notizie in... Controluce Anno XIV n. 6 - giugno 2005 Associazione Culturale “Photo Club Controluce” - Via Carlo Felici 18/20 - Monte Compatri IMPRESA DI COSTRUZIONI Tivoli RCA 88 S.r.l 00172 Roma - Via dei Frassini, 87 Tel. 06.23236058 - Cell. 337.758807 - 335.5203983 Un caloroso benvenuto ai rappresentanti del comune di Calahorra Un caloroso benvenuto ai rappresentanti del comune di Calahorra Un caloroso benvenuto ai rappresentanti del comune di Calahorra Un caloroso benvenuto ai rappresentanti del comune di Calahorra Un caloroso benvenuto ai rappresentanti del comune di Calahorra dai loro hermanos di Monte Compatri dai loro hermanos di Monte Compatri dai loro hermanos di Monte Compatri dai loro hermanos di Monte Compatri dai loro hermanos di Monte Compatri

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  • Sommario:pag. 2 L’Europa ed i gemellaggipag. 4 Il Venerabile Padre Giovanni di Gesù Maria...pag. 6 Centro Culturale Laghettopag. 6 Il gemellaggiopag. 6 C.I.A.C., Consorzio d’impresepag. 8 P. Giovanni di Gesù Maria ispiratore del gemellaggiopag. 8 Il concorso d’arte Venerabile P. Giovanni di Gesù Mariapag. 8 L’utilità del gemellaggiopag. 10 Due parole su Monte Compatripag. 12 Montecompatri, a cavallo di due secolipag. 14 Franco Monti, un innamorato di Calahorra

    Sumario:pag. 3 Europa y los hermanamientospag. 5 El Venerable Padre Juan de Jesús Maria...pag. 7 Centro Culturale Laghettopag. 7 El hermanamientopag. 7 C.I.A.C., Consorcio de empresaspag. 9 P. Juan de Jesús Maria inspirador del hermanamientopag. 8 El concurso de Arte “Venerable Padre Juan de Jesús Maríapag. 9 La utilidad del hermanamientopag. 11 Dos palabras sobre Monte Compatripag. 13 Montecompatri, a caballo de dos siglospag. 15 Franco Monti, un enamorado de Calahorra

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    Speciale gemellaggioMonte Compatri - Calahorra

    Inserto di Notizie in... Controluce Anno XIV n. 6 - giugno 2005

    Associazione Culturale “Photo Club Controluce” - Via Carlo Felici 18/20 - Monte Compatri

    IMPRESA DI COSTRUZIONITivoli RCA 88 S.r.l

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    Quando osserviamo una carta geografica “politica” riusciamo immediatamentea distinguere i confini di-segnati fra le diverse areele quali sono rappresenta-te con colori diversi. Spes-so, li vediamo anche coin-cidere con elementi natu-rali, con fiumi, con catenemontuose. Sembra quasiche quei confini li abbiamessi proprio lì la naturacome se fossero un limiteinvalicabile da non doversuperare. Ma la natura noncostruisce confini, nonpreordina separazioni del-l’umanità da umanità. Lecosiddette “barriere natu-rali” quali mari, laghi, fiu-mi, catene montuose oquant’altro non possonoessere considerate “ele-menti naturali di disconti-

    nuità culturale”, ma dovrebbero essere considerate, invece, elementi attraver-so i quali si sono potuti sviluppare continuamente i rapporti di vicinanza traculture distanti tra loro.Non si può dire che tra le due sponde di un fiume, o tra i due versanti oppostidi un monte non ci sia una continuità. Gli stessi Mari, seppur molto ampirispetto alle dimensioni dell’uomo, hanno sempre rappresentato una sorta dilegame fra le civiltà che si sono sviluppate sulle opposte sponde ed è proprionavigando essi che nel corso dei secoli quelle civiltà hanno potuto stabilirerelazioni culturali ed intessere rapporti commerciali.Purtuttavia, il concetto di confine è nato dalla necessità di separare la proprietàprivata di un individuo da quella degli altri e si è poi esteso a rappresentare lospazio riservato di comunità sempre più vaste, visto il “bisogno” continuodell’uomo di una più intensa forma di comunione. Ma non perdiamo di vista ilfatto che si tratta solo di un “concetto”.Nel nostro tempo, però, pur restando immutata la tendenza della ricerca di unapiù intensa forma di comunione, si sta rafforzando l’idea della propria indivi-dualità, facendo così emergere la percezione che la “comunione diffusa” siauna sorta di “vincolo soffocante”.Nelle società si divarica sempre più la parte di cittadini che “sente” una migliorecollocazione di sé in un’organizzazione “liberale individualista” rispetto a quel-la basata sulla “comunione e solidarietà”.Purtroppo non esiste una società organizzata in modo da dare la più ampialibertà e, contemporaneamente, la più ampia sicurezza di poter contare sullasolidarietà degli altri. E purtroppo il potere politico dei singoli Stati non riescepiù ad esercitare il doveroso controllo su un potere economico che ormai hasuperato i confini dell’ambito politico per diffondersi su tutto il mercato plane-tario. Un potere economico che pur dando accesso nel suo interno ad unasempre più ampia porzione di umanità (che rimane comunque una minima partedel totale) sta però scavando un profondissimo solco che divide i ricchi (sem-pre più ricchi) dai poveri (sempre più poveri).Ecco perché per il futuro dell’Europa la cosa più importante da costruire èquella che ancora non è stata edificata, e cioè la politica comune. Ma ciò potràavvenire solamente attraverso un processo naturale e culturale. Bisogna guar-dare al passato, in particolare a ciò che è accaduto nello scorso secolo quando,durante il primo e il secondo conflitto mondiale si ponevamo migliaia e migliaiadi soldati a presidiare i propri confini ed altre moltitudini di uomini a conquista-

    re quelli altrui. La Seconda Guerra Mondiale, in particolare, è stato il conflittofra gli Stati che maggiormente, in tutta la sto-ria dell’umanità, ha messo quasi tutti i popolid’Europa ognuno contro l’altro. Durante taleconflitto l’Europa ha espresso al massimo ilproprio potenziale di nazionalismo, d’odio edi predominanza della “Ragion di Stato”. Neè derivata un’immensa carneficina distribui-ta in tutto il continente. Quasi tutte le nazio-ni l’hanno subita e quasi tutte hanno contri-buito a compierla.Se questo è stato effettivamente “il male” datutti riconosciuto, occorre riconoscere an-che che oggi la vera conquista da fare è quella di superarlo e di integrare, perquanto è possibile, le culture affini dei popoli europei.A tale scopo i singoli Stati “che hanno promosso e sperimentato ogni tappadell’integrazione, depositari degli ideali che l’hanno sospinta in avanti”(Carlo Azeglio Ciampi) stanno cercando di “costruire” la politica comune, ma ènecessario attivare anche,e soprattutto, un proces-so naturale e culturale cheparta da comunità di di-mensioni inferiori. È neces-sario che i singoli cittadinieuropei si adoperino perconoscere ed accettare irispettivi singoli cittadinidegli altri Paesi. Su questopiano i gemellaggi sonoazioni operative determi-nanti per contribuire a mi-gliorare le conoscenze suicontesti politici, sociali eculturali europei, poiché sirendono ben presenti, tra idue attori, i bisogni ed iproblemi del territorio inmodo da collocarli nel con-testo di un’azione di coin-volgimento e di impegnocomune per edificare unaEuropa basata sulle tradi-zioni municipali che valo-rizzi le autonomie e le iden-tità civiche.È solo attraverso la reci-proca conoscenza che sipotranno superare le diver-sità che separano. È solocon la creazione di auten-tici legami d’amicizia fra giovani i quali, pur avendo lingue e costumi diversi,possono comunque rafforzare la comprensione e il reciproco rispetto svilup-pando lo scambio su temi d’interesse comune e promuovendo progetti chevalorizzino l’idea del gemellaggio e che favoriscano ulteriori incontri.Cerchiamo tutti insieme di navigare nel mare del secolo che si è da poco tempodischiuso alla nostra vita facendo gonfiare le vele con un po’ di necessariautopia.

    Parlo da utopista, lo so. Ma o essere utopisti o sparire.Pier Paolo Pasolini

    L’Europa ed i gemellaggi (di Armando Guidoni)

    Europa e Zeus in un antico affresco

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    giugno 2005Especial Monte Compatri - Calahorra

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    Europa e Zeus - 490 a.C.

    Cuando observamos un mapa geográfico “político”, enseguida logramosdistinguir las fronterasdibujadas porque estánrepresentadas de diferentecolor...A menudo, las vemostambién coincidir con ele-mentos naturales, como ríos,montañas, etc. Parece casique esos confines los hayapuesto propio allí la mismanaturaleza como si fuesen unlímite insuperable. Pero lanaturaleza no construyefronteras, no predisponeseparaciones de la humanidaddentro de la humanidad. Lasdichas “barreras naturales”como mares, lagos, ríos,cadenas de montes no puedenser considerados “elementosnaturales de discontinuidadcultural”, pero, en cambio,tendrían que ser consideradas

    elementos a través de los que se han podido desarrollar continuamente lasrelaciones de cercanías entre culturas lejanas entre ellas. No se puede decirque entre las dos orillas de un río, o entre los dos vertientes opuestos de unmonte no haya una continuidad. Los mismos Mares, aunque más ampliosrespecto a la dimensión del hombre, han representado siempre una especiede unión entre las civilizaciones que se han desarrollado en los opuestosvertientes y es propio navegando, que ellos en el curso de los siglos, aquellascivilizaciones han podido establecer relaciones culturales y entretejerrelaciones comerciales.A pesar de todo esto, el concepto de frontera ha nacido por la necesidad deseparar la propiedad privada de un indivíduo y se ha extendido a representar elespacio reservado de comunidad cada vez más amplias, vista la “necesidad”contínua del hombre de una intensa forma de comunión. Pero no perdamosde vista el hecho que se trata solamente de un “concepto”.En la actualidad, aunque queda inmutada la tendencia de la búsqueda de unacomunión más intensa, se está reforzando la idea de la individualidad propia,haciendo resaltar la percepción que la “comunión difundida” sea una forma de“vínculo sofocante”. En la sociedad se ensancha siempre más la parte de ciudadanosque “siente” una colocación mejor de sí mismo en una organización “liberal indi-vidualista” respecto a la que se basa en la “comunión y solidaridad”.Desdichadamente no existe una sociedad organizada que de la más amplialibertad y, al mismo tiempo, la más amplia seguridad de poder contar con lasolidaridad de los demás. Y desdichadamente el poder político de cada Estadono logra más ejercitar el control debido sobre un poder económico que ya hasuperado las fronteras en el ámbito de la política para propagarse sobre elmercado planetario entero. Un poder económico que si bien da acceso a suinterior a una amplia porción de humanidad (que es una mínima parte deltotal) está excavando un profundísimo surco que divide los ricos (siempremás ricos) de los pobres (siempre más pobres).He aquí el porqué para el futuro de Europa la cosa más importante que hay queconstruir es la que aún no se ha edificado, osea la política común. Pero estopodrá suceder solamente a través de un proceso natural y cultural. Es necesariomirar al pasado, en particular a lo que acaeció en el siglo pasado, cuando,durante la primera guerra mundial se ponían a millares y a millares de soldadosa presidiar sus propias fronteras y a otra multitud de gente a conquistar la delos demás. La segunda guerra mundial, en particular, ha sido el conflicto entre

    Europa y los hermanamientos (de Armando Guidoni)

    los Estados que mayormente, en toda la historia de la humanidad, ha puesto acasi todos las poblaciones de Europa cadauna contra la otra. Durante tal conflicto Eu-ropa ha expreso al máximo su potencial denacionalismo, de odio y de predonimanciade la “Razón de Estado”. La consecuenciafue una inmensa matanza distribuída en todoel continente. Casi todas las naciones la hansufrido y casi todas han contribuído aempezarla.Si éste ha sido “el mal” por todos recono-cido, es necesario reconocer también quehoy la verdadera conquista que hay hacer esla de superar e integrar, las culturas semejantes de las poblaciones europeas.Con tal objetivo cada Estado está tratando de “construir” una política común,pero es necesario activar también, un proceso natural y cultural que empieceen las comunidades de pequeñas dimensiones. Es importante que cadaciudadano europeo se preste a conocer y aceptar a los respectivos ciudadanosde cada País. En esta dirección los hermanamientos son acciones operativasdeterminantes para contribuir a mejorar los conocimientos sobre contextospolíticos, sociales y culturales europeos, puesto que se hacen presentes, entrelos dos actores, las necesidades y los problemas del territorio de manera quese coloquen en el contexto de una acción de coparticipación y de empeñocomún para edificar una Europa basada en las tradiciones municipales quevalorice las autonomías y las identidades cívicas.

    Es sólo a través del recíproco conocimiento que se podrán superar lasdiferencias que ahora separan. Sólo con la creación de auténticos lazos deamistad entre jóvenes que aunque tengan idiomas y costumbres diferentes,puedan reforzar la comprensión y el recíproco respeto desarrollando unintercambio sobre temas de interés común y fomentando proyectos quevaloricen la idea del hermanamiento y que favorezca ulteriores encuentros.Tratemos todos juntos de navegar en el mar del siglo que desde hace poco se haabierto a nuestra vida haciendo hinchar las velas con un poco pero necesaria utopía.

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    (Paolo Bragatto) - Il Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria ha rappresentatonon solo una figura di primaria importanza nella formazione della nascenteCongregazione d’Italia, ma continua ad essere, tutt’oggi, una presenza viva efeconda nel Carmelo in generale e nel Convento di S. Silvestro in particolare. Ce

    ne viene conferma dal gemellaggioMonte Compatri-Calahorra, sua cit-tà natale, come anche dal Concorsod’Arte a lui intitolato, che - già allaquarta edizione - va raccogliendo unnumero sempre crescente di con-sensi. È per questa ragione, che pro-poniamo il suo profilo in questa pub-blicazione.P. Giovanni di Gesù Maria nacque aCalahorra (Spagna) nel 1564, da Die-go De S. Pedro e Anna De Ustarroz,e fu battezzato con il nome di Juan il27 gennaio dello stesso anno. Edu-cato nella fede e nella carità, dimo-strò fin dalla più giovane età, viva-cità d’ingegno e grande versatilitànegli studi. I successi riportati nel-l’apprendimento della grammatica edella retorica, indussero il padre adiscriverlo alla rinomata Università diSalamanca - che frequentò proba-bilmente tra il 1576-78 e il 1582 - dove

    s’impadronì perfettamente delle lingue antiche greco, latino ed ebraico, e fre-quentò con successo il corso di filosofia, rivelando una sorprendente abilitàdialettica. Fu qui che Giovanni, probabilmente toccato dall’esempio deiCarmelitani Scalzi che frequentavano i corsi, maturò la vocazione religiosa.Dopo aver frequentato il Noviziato di Pastrana e aver pronunziato i voti solenni- nel 1583 -, proseguì gli studi presso l’Università di Alcalà de Henares, rinoma-ta per il suo avanzato corso di filosofia, e il cui primo rettore era stato lo stessoS. Giovanni della Croce.Nel 1585, P. Giovanni fu inviato presso il Convento di S. Anna a Genova, dovefu ordinato sacerdote. Nel 1593, partecipò al Capitolo di Cremona, che segnò laseparazione degli Scalzi dai Calzati. Rientrato al Convento di S. Anna, eretto inNoviziato, fu nominato Maestro dei Novizi, e questo sarebbe stato il maggiorimpegno di tutta la sua vita.Fu inviato a Roma nel 1597, presso il Convento di S. Maria della Scala, dove sisarebbe ancora dedicato alla formazione dei novizi fino al 1611, anno in cuivenne eletto Preposito Generale dei Carmelitani Scalzi della Congregazione diS. Elia. Lasciò Roma solo nel 1607 per recarsi a Napoli, dove insegnò Teologiae Sacra Scrittura per l’anno accademico 1607- 1608.Nel 1598, fu chiamato con altri quattro religiosi a redigere le Costituzioni dellanuova Congregazione, le quali avrebbero costituito il fondamento dell’Ordinefin quasi ai giorni nostri. Svolse inoltre un ruolo di primaria importanza nelpromuovere e sostenere l’apostolato missionario dei Carmelitani Scalzi.Stimato per la sua saggezza e la sua fama di santità, il suo consiglio era ricercatoda laici, religiosi, cardinali, papi e santi. Ricordiamo S. Roberto Bellarmino dellaCompagnia di Gesù, con cui strinse una profonda amicizia spirituale, S. Giusep-pe Calasanzio, fondatore delle “Scuole Pie”, il trinitario S. Giovanni della Con-cezione, e i pontefici Clemente VIII e PaoloV.P. Giovanni di Gesù Maria svolse il compito di maestro ed educatore del CarmeloRiformato, sia in qualità di scrittore mistico che di formatore della gioventùcarmelitana, avviandola - secondo lo spirito di S. Teresa d’Avila - alla vitacontemplativa e al servizio di apostolato.Fu uomo di carattere mite e sereno, dedito alla preghiera, che ritenne fonda-

    mentale nella formazione interiore in qualsiasi stato di vita. Oltre ad essereafflitto da continue sofferenze fisiche nel corso di tutta la sua vita, fece espe-rienza costante di quella “purificazione passiva” che S. Giovanni della Crocechiama “notte oscura”: una purificazione che lo avrebbe proiettato verso i piùalti gradi di elevazione ascetica.Dal 1585 al 1615 (anno della sua morte), P. Giovanni scrisse più di ottanta opere,trattando di esegesi, politica, pedagogia, teologia, mariologia, storia, etica, let-teratura, biografia. Scritte in latino, italiano o castigliano, alcune di esse sonorimaste per lungo tempo inedite. A seguito di accurate ricerche, sono statescoperte molteplici edizioni prodotte in lingua ungherese, polacca, lettone,slovacca, rumena, araba e armena. Ciò a conferma del grande interesse cheesse hanno destato a livello internazionale. Rammentiamo - tra le tante - L’Artedi amare Dio, menzionata dallo stesso S. Francesco di Sales, suo contempora-neo e autore di uno scritto omonimo, La Teologia mistica, l’Istruzione deiNovizi e l’Istruzione del Maestro dei novizi. P. Giovanni fu inoltre il primobiografo e panegirista di S. Teresa d’Avila, insieme alla quale è, con S.Giovannidella Croce, il più famoso scrittore Carmelitano.Nell’aprile del 1611, presso il Convento di S. Silvestro in Monte Compatri, fueletto Preposito Generale. Durante il proprio governo, si occupò dell’espansio-ne dell’Ordine in Europa e in terra di missione.Concluso il proprio mandato e sentendo approssimarsi l’ora della morte, P.Giovanni si trasferì nell’amato Convento di S. Silvestro. Qui, percorrendo quel-lo che egli stesso volle chiamare “il viale della contemplazione”, trascorselunghe ore in intimo colloquio con Dio.Il 28 maggio del 1615, festa dell’Ascensione, spirò confortato dalla presenzadel proprio direttore spirituale, P. Domenico di Gesù Maria. Ai suoi funerali,svoltisi nell’antica cappella del convento (l’attuale pinacoteca), accorsero ingran numero gli abitanti di Monte Compatri che già lo acclamavano “Beato”.P. Giovanni fu sepolto nel piccolocimitero dei religiosi, ma quando,due anni dopo, fu aperta la suatomba, “apparve il corpo integro,incorrotto e di colore così vivo,che sembrava ancora abitato dal-la sua anima” (P. Fiorenzo del Bam-bino Gesù). Il corpo era flessibile,leggero come una piuma; e il pet-to, che quando egli era in vita ap-pariva livido e verdastro, ora sipresentava normale. Né vi era piùtraccia della cicatrice lasciata daun intervento alla tibia.In quattro secoli, il corpo del P.Giovanni ha subito ben nove ri-cognizioni, l’ultima delle quali èavvenuta nel maggio del 1995. Intale occasione, è stato depostonella nuova cappella a lui dedica-ta, nella chiesa del Convento di S.Silvestro.Il 22 marzo del 1996, nell’AulaConciliare del Vicariato di Roma,si è aperto il Processo Diocesanoper la beatificazione e canonizza-zione del Servo di Dio, conclusosi il 23 ottobre del 1998. Il giorno seguente, èstato suggellato in onore di P. Giovanni il gemellaggio tra Monte Compatri eCalahorra.(Tratto da: Laura Isotton “Il venerabile p. Giovanni di Gesù Maria il Calagorritano” In“Il piccolo fiore di Gesù” vol 51 n°2 Anno 2005) (con il permesso dell’autore)

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    (Paolo Bragatto) - El Venerable P. Juan de Jesús María ha rapresentado unafigura de importancia primordial en la formación de la naciente Congregaciónde Italia, y sigue siendo aún hoy, una presencia viva y fecunda en lo Carmelitaen general y en el convento de S. Silvestre en particular. Lo atestigua elhermanamiento entre Monte Compatri y Calahorra, su ciudad natal, comotambién el Concurso de Arte a él dedicado, que - ya ha llegado a su cuartaedición - y que va recogiendo siempre más un número creciente de asensos. Espor esta razón, proponemos su perfil histórico en este artículo.P. Juan de Jesús María nació en Calahorra (España) en 1564, por Diego de S.Pesdro y Ana de Ustarroz, y fue bautizado con el nombre de Juan el 27 deenero del mismo año. Educado en la fe y en la caridad cristiana, demostródesde joven su vivacidad de ingenio y su gran versatilidad en los estudios.Los éxitos demostrados en el aprendizaje de la gramática y de la retórica,indujeron al padre a inscibirle en la famosa Universidad de Salamanca quefrecuentó probablemente entre el 1576/78 y el 1582. Allí se adueñóperfectamente de los idiomas antiguos del griego, latín y del ebráico, y asistiócon suceso el curso de filosofía, revelando una sorprendente habilidaddialéctica. Fue allí que Juan,probablemente inspirado por elejemplo de los Carmelitas Descalzosque también asistían a los cursos,reconoció la vocación religiosa.Después de haber frecuentado elNoviciado de Pastrana y de haberpronunciado los solemnes votos en1583, continuó sus estudios en laUniversidad de Alcalá de Henares,famosa por su avanzado curso defilosofía, y porque cuyo primerrector había sido S. Juan de la Cruz.En 1585, P. Juan fue mandado enel convento de S. Ana en Génova,donde fue ordenado sacerdote. En1593, participó al Capítulo deCremona, que marcó la separaciónde los Descalzos con los Calzados.Vuelto al convento de S. Ana,erigido en Noviciado, fue nombradoMaestro de los Novicios, y éste serála mayor ocupación de su vida.Fue mandado también e Roma en1597 en el convento de S. Maríade la Scala, donde se dedicaría a la formación de los novicios hasta el 1611,cuando vino eligido Prepósito General de los Carmelitas Descalzos de laCongregación de San Elías. Dejó Roma solamente en 1607 para ir a Nápoles,donde enseñó Telogía y Sagrada Escritura en el año 1607-08.En 1598, fue llamado con otros cuatro religiosos a elaborar la Constitución dela nueva Congragación, que habría de constituir el fundamento del Ordenhasta nuestros días. Desarrolló además un rol de primaria importancia enpromover y sostener el apostolado misionero de los Carmelitas Descalzos.Estimado por su sabiduría y por su fama de santidad, su consejo era importantepara laicos, religiosos, cardenales, papas y santos. Recordemos a S. RobertoBellarmino de la Compañía de Jesús, con el que apretó una amistad espiritualprofunda, a S. José Calasanzio, fundador de las escuelas “Scuole Pie”, al trinitarioS. Juan de la Concepción, y a los pontífices Clemente VIII y Pablo V.P. Juan de Jesús María desarrolló la tarea de maestro y de educador del CarmenReformado, sea en calidad de escritor místico que de reformador de la juventudcarmelita, aviándola - según el espíritu de Santa Teresa de Ávila - a la vidacontemplativa y al servicio del apostolado.

    El Venerable Padre Juan de Jesús Maria

    de Calohorra a Monte Compatri

    Fue un hombre con un carácter tranquilo, dedicado a la oración, que creyófundamental la formación interior en cualquiera situación de la vida. Ademásde estar afligido por continuos sufrimientos físicos en el curso de toda su vida,hizo constante experiencia de aquella “purificación pasiva” que S. Juan de laCruz define “la noche oscura”: una purificación que lo proyectaba hacia losgrados más altos de la elevación ascética.Desde 1585 hasta 1615 (año de su muerte), Padre Juan escribió más deochenta obras, que tratan de exegesis, política, pedagogía, teología, mariología,historia, ética, literatura, biografía. Escritas en latín, italiano y castellano,algunas de ellas han permanecido por mucho tiempo inéditas. Después deesmeradas búsquedas, han sido descubiertas muchas ediciones producidasen húngaro, polaco, letón, eslovaco, rumano, árabe, y en armenio. Ésto enconfirmación del gran interés que han tenido a nivel internacional.Recordemos entre otras El Arte de amar Dios, mencionada por el mismo S.Francisco de Sales, su contemporáneo, y autor de un escrito omónimo, LaTeología mística, la Instrucción de los Novicios y la Instrucción del Mae-stro de los novicios.

    P. Juan fue además el primerbiógrafo y panegirista de S. Tere-sa de Ávila, junto a la que es, conS. Juan de la Cruz, el escritorcarmelita más famoso.En abril de 1611, en el Convento deSan Silvestre en Monte Compatri,fue elegigo Prepósito General. Du-rante su mismo gobierno, se ocupóde la expansión del Orden en Eu-ropa y en tierras de misión.Concluido su mandato P. Juan setransladó a su amado Convento deS. Silvestre a esperar la muerte.Aquí, recorriendo lo que él quisollamar sucesivamente, “la avenidade la contemplación, pasaba largashoras en íntimo coloquio con Dios.El 28 de Mayo de 1615, fiesta de laAscención, moría confortado porla presencia de su propio directorespiritual, P. Domingo de JesúsMaría. En su funeral, celebrado enla antigua capilla del convento (laactual pinacoteca), acudieron en

    gran número los habitantes de Monte Compatri que ya lo llamaban “Beato”.P. Juan fue enterrado en el pequeño cementerio de los religiosos, pero cuando,después de dos años, fue abierta la tumba, “aparecía su cuerpo incorrupto ycon tan color, que parecía todavía tener alma” (P. Fiorenzo del Niño Jesús).El cuerpo era flexible, ligero como una pluma; y el pecho, ahora se presentabanormal, mientras cuando estaba en vida lo tenía verdoso y lívido.Había desaparecido la cicatriz dejada después de una operación a la tibia.En cuatro siglos, el cuerpo del P. Juan ha sostenido nueve identificaciones,la última ha sido en mayo de 1995. En tal ocasión, P. Juan ha sido colocadoen la nueva capilla a él dedicada, en la iglesia del Convento de S. Silvestre.El 22 de marzo de 1996, en el Aula Conciliar del Vaticano de Roma, se haabierto el Proceso Diocesano para la Beatificación y Canonización del Siervode Dios, concluyéndose el 23 de octubre de 1998.El día siguiente, fue sellado en honor de P. Juan el hermanamiento entre MonteCompatri y Calahorra.(De Laura Isotton: “Il Venerabile p. Giovanni di Gesù Marìa il Calagorritano” In “Ilpiccolo fiore di Gesù” vol 51 n° 2 Anno 2005) (con el permiso del autor)

    L’urna contenente il corpo del Venerabile

    Servizi per le pubbliche amministrazioni

    I.M.E.L. s.r.l.Via Tuscolana, 6600044 FRASCATI (ROMA)

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    Monte Compatri oltre il centro storico, è uno dei più caratteristici e affascinantidei Castelli Romani, possiede un terri-torio abbastanza vasto diviso in quat-tro frazioni: Osa, Molara, Pantano eLaghetto. In quest’ultima, la più grandedelle quattro, che supera i 2500 abitanti,ha sede il Centro Culturale Laghetto,un’associazione di promozione socialenata nel 1979 e regolarizzatasi con attonotarile nel 1986. Molte le attività chenegli anni ha organizzato e diverse quel-le che sta portando avanti. Tra questemeritano particolare menzione la ricercae lo studio delle evidenze di epoca ro-

    mana presenti in diversi luoghi del paese e un concorso fotografico, oramaigiunto alla sua VII edizione.Una villa databile nel I-II secolo dopo Cristo, forse appartenuta a PompeoFalco, console romano e governatore di diverse parti dell’Impero tra cui laBritannia (dove fu tra i protagonisti della costruzione del vallo di Adriano), èancora visibile sopra il piccolo lago che dà il nome alla località. In passatoidentificato con il famoso lago Regillo dove si combatté una importante batta-glia tra i Romani e i popoli latini, indicato da alcuni storici come SpeculumDiane per via di una iscrizione latina, rinvenuta intorno al XVIII secolo, lungole sue sponde. La villa, di notevoli dimensioni, fu costruita per godere di unamagnifica vista: a sinistra si possono ammirare i colli Tuscolani, sullo sfondoRoma e a destra gli Appennini. Alle spalle della villa, sulle pendici di MonteFalcone, sono presenti i resti di una imponente cisterna anch’essa di epocaromana, purtroppo distrutta negli anni ’70, e altri ruderi di difficile attribuzione,anche se particolarmente intriganti.Una vasca di decantazione, a pianta circolare, con un ambulacro in parte anco-ra percorribile, in buone condizioni, si trova poco distante dal lago. La vasca (osecondo alcuni un Ninfeo) serviva molto probabilmente come valvola di sfogoper uno dei più antichi acquedotti che i romani costruirono, l’Anio Vetus. Altritre acquedotti percorrono il sottosuolo di Laghetto, di alcuni in passato sisono scoperte addirittura le arcate, in seguito interrate: l’Anio Novus, l’AcquaMarcia e l’Acqua Claudia. Altri ancora sono i resti archeologici che lo studioavviato dal Centro Culturale intende verificare. Il progetto ha ricevuto il patro-cinio e un contributo sia dalla Regione Lazio che dalla Provincia di Roma. Restiche testimoniano come il territorio sia stato in passato crocevia e punto diincontro tra Roma e le genti latine: poco distanti, infatti, sorgevano Gabi (chesecondo alcuni storici diede i natali a Romolo e Remo), Tuscolo (sopra Frascati),Labico Quintanense (l’attuale Colonna) e Preneste (l’odierna Palestrina).Il citato Monte Falcone ha avuto un ruolo importante per la formazione diLaghetto: dalle sue pareti si estrae della pietra lavica usata per la realizzazionedel famoso “Sampietrino”, protagonista della pavimentazione della maggioran-za delle piazze di Roma. Si pensa che lastre di questa pietra, dura e nera, sianostate utilizzate, oltre che per la costruzione di diverse strade, anche fuori dellapenisola italiana, addirittura secondo le ipotesi di alcuni storici nel centro diquella che poi è divenuta Londra.Il concorso fotografico, invece, si svolge dal 1999 e ogni anno è caratterizzatoda maggiore partecipazione e consensi. Di solito si svolge nel mese di giugnoma quest’anno, per problemi organizzativi, è stato posticipato al periodoautunnale. Si sta studiando la realizzazione di una sezione dedicata ai due paesigemellati, con delle foto che raccontino la vita a Monte Compatri e a Calahorrae la possibilità di una mostra da svolgersi in entrambe le cittadine.Tra i principali scopi di un gemellaggio c’è lo scambio interculturale e la colla-borazione tra i cittadini: con questa visione ci auguriamo di avviare con icalagorritani una proficua collaborazione, magari con una associazione simileper caratteristiche e finalità, al Centro Culturale Laghetto

    Centro Culturale Laghetto

    Il gemellaggioIl gemellaggioIl gemellaggioIl gemellaggioIl gemellaggio

    Me lo immagino come un pontedue mani allungate sopra le frontiereuna, in terra di Spagna fino alla Riojaculla felice del Beato... Calahorralaltra in Italia patria adottiva dove riposaMonte Compatri

    Idealmente, il ponte,rinasce dopo quattrocento annifa muovere cittadini di tutte le etàrisveglia ideali sopiti da tanti annifa fratelli gente che non sapevi neanche esistessero

    Oggi sono arrivati erano in centosono scesi tra la gente in piazzali abbiamo appena visti ei ragazzi, li abbiamo sentiti come figlimio fratello era quello che mi stringevamia sorella quella che mi sorridevamamma la più anziana tra quelle che mi salutavano

    Sono stati giorni ricchi, intensiil tempo è volato come maile ore sono state lunghe la metàe prima che me ne accorgessi sono volate viasenza pietà.

    Sono partiti hanno riattraversato il ponteCon la consapevolezza che non crolleràE quella parte del cuore che qui hanno lasciatoQuando vorranno la possono ritrovare.TTTTTarararararqqqqquinio Minouinio Minouinio Minouinio Minouinio Minottittittittitti

    Salprosciutti S.a.s.

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    DA 4 GENERAZIONI

    LA QUALITÀ E L’ONESTÀ

    C.I.A.C.

    Consorzio d’imprese

    La nuova realtà artigianale ed industriale dei Castelli Romani.L’insediamento delle piccole e medie imprese nel comunedi Monte Compatri (Roma) situate nella zona di Pantano-Laghetto tra il 20 ed il 24 km., ha creato un insediamento dinotevole importanza, nei vari settori artigianali ed industria-li che impiegano circa un migliaio di addetti costituito daaziende che operano in molteplici attività: carpenteria me-tallica, falegnameria, manufatti in cemento, pneumatici, ce-ramiche, stampaggio materie plastiche, attrezzature zootecniche, edilizia, cave dibasalto, metalmeccanica di precisione, apparecchiature elettromedicali, serramenti,ristorazione e molte altre ancora.Il coordinamento di tutte le attività inerenti il territorio viene gestito tramiteun consorzio denominato C.I.A.C. Coop. a r.l. con sede in via Lago di Bolsenan. 1 - località Laghetto di Monte Compatri (Roma) tel/fax 06 9476693.Il C.I.A.C., con il proprio ufficio gestito da professionisti per la consulenza alleaziende, e la soluzione dei vari problemi che si presentano periodicamente nellavoro si è preposto di aprire e rafforzare i contatti con il mercato estero in primoluogo guardando all’area europea e medio orientale con la partecipazione amanifestazioni fieristiche settoriali e d’importanza internazionale.L’importante gemellaggio avvenuto qualche anno fa tra Monte Compatri e lacittà spagnola di Calahorra ha determinato finora un fitto interscambio di pre-ziose documentazioni conoscitive per una fondamentale crescita culturale cheabbraccerà sicuramente nel tempo anche una crescita economica tra le duecittadine portando notevoli benefici.L’obbiettivo importante che s’intende raggiungere, per il futuro,è realizzarerapporti tra i due paesi gemellati per trarre notevoli vantaggi commerciali edeconomici nei settori produttivi tali da non subire la pressione concorrenzialedei prodotti asiatici. Il C.I.A.C. Coop. a r.l. darà il benvenuto alla prestigiosadelegazione di Calahorra che giungerà a Monte Compatri il 26 Maggio pros-simo in occasione del IV Centenario dei Carmelitani Scalzi a San Silvestro.Una delegazione del consorzio C.I.A.C. contraccambierà la visita ricevutarecandosi con alcuni suoi rappresentanti nella splendida cittadina spagnolanel mese di Agosto, tenendo così fede al profondo significato di uno storicoe meraviglioso gemellaggio.Soc. Coop. C.I.A.C. a r.l.- Consorzio Industria Artigianato Commercio di Panta-no - LaghettoVia Lago di Bolsena n°1 - 00040 Laghetto di Montecompatri - RomaTel. - fax 069476693.

    Panorama di Laghetto

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    giugno 2005Especial Monte Compatri - Calahorra

    Monte Compatri además del casco viejo, es uno de los Castillos Romanos,más característicos, pues posee un territorio bastante vasto dividido en cuatrofracciones: Osa, Molara, Pantano y Lagueto. Es ésta última la más grande delas cuatro, que supera los 2500 habitantes, y donde tiene la sede el CentroCultural Lagueto, una asociasión de promoción social nacida en 1979 ydeclarada con acto jurídico en 1986. Muchas son las actividades que duranteaños se han organizado y diferentes son las que se están adelantando. Entreotras merecen particular interés la búsqueda y el estudio de las ruinasevidentes de época romana presentes en diferentes lugares de la ciudad y unconcurso fotográfico, llegado ya a su VII edición.Una villa datable en el I-II siglo d.C., quizás pertenecida a Pompeo Falco,consul romano y gobernador de diferentes partes del Imperio entre cual laBritania (donde fue entre los protagonistas de la construcción del valle deAdrián), es todavía visible desde arriba el pequeño lago que le da el nombre ala ciudad. En pasado identificado con el famoso lago Regilo donde secombatió una importante batalla entre los Romanos y los pueblos latinos,indicado por algunos históricos como Speculum Diane debido a un escritolatino, que remonta alrededor del siglo XVIII, a lo largo de sus extremos. Lavilla, de notable dimensión, fue construida para gozar de una magnífica vista:a la izquierda se pueden admirar las colinas Tuscolanas, en el fondo Roma yla derecha las montes de los Apeninos.A espaldas de la villa, en la cuesta del Monte Falcón, existen ruinas de unaimponente cisterna también de origen romana, lamenteblemente destruida enlos años ’70, y otras ruinas de difícil atribución, aunque sean de particularinterés.Una vasca de decantación, con planta circular, con un ambulacro en parte aúnpercorrible, en buenas condiciones, se encuentra poco distante del lago. Lavasca (o según algunos un Ninfeo) servía con mucha probabilidad como válvulade desahogo para uno de los más antiguos acueductos que los romanosconstruyeron, el Anio Vetus. Otros tres acueductos recorren el subsuelo deLagueto, y de algunos en pasado se han descubierto hasta las arcadas,sucesivamente enterradas: el Anio Novus, el Acqua Marcia y el Acqua Claudia.Son muchas más las ruinas arqueológicas que el Centro Cultural quiereverificarar.El proyecto ha recibido el patrocinio y una contribución sea de la Región delLacio que sea de la Provincia de Roma. Ruinas que testimonian como elterritorio haya sido en pasado cruce y punto de encuentro entre Roma y lagente latina: poco distantes, en efecto, surgían Gabi (que según algunoshistoriadores dio los nativos Romolo y Remo), Túscolo (sobre Frascati),Labico (la actual Colonna) y Preneste (la actual Palestrina).El citado Monte Falcón ha tenido un rol importante para la formación delmismo pueblo de Lagueto: de sus paredes se extrae la piedra lávica usadapara la realización del famoso “Sampietrino”, protagonista del suelo de lamayoría de las plazas de Roma. Se cree que losas de estas piedras, dura ynegra, hayan sido utilizadas, además que para la construcción de diferentescalles, también afuera de la península italiana, directamente según la hipütesisde algunos históricos en el centro de aquella que después se transformü enLondres.El concurso fotográfico, en cambio, se desplega desde 1999 y cada año estácaracterizado por más participación y consentimiento. Normalmente sedesarrolla en Junio pero este año, por varios problemas ha sido aplazado alperiodo otoñal. Se está organizando la realización de una sección dedicada alas dos ciudades hermanadas, con fotos que cuentan la vida de Monte Com-patri y la de Calahorra y la posibilidad de una muestra que se desarrollará enambas ciudades.Entre los principales objetivos de un hermanamiento hay el intercambio culturaly la colaboración entre las ciudades: con esta visión deseamos aviar con loscalahorranos una proficua colaboración, tal vez con una asociación similarpor características y finalidades, como nuestro Centro Cultural Lagueto.

    Centro Cultural Laghetto

    Collabora con noi... c’è bisogno anche di te

    El herEl herEl herEl herEl hermanamientmanamientmanamientmanamientmanamientooooo

    Me lo figuro como un puentedos manos alargadas sobre las fronterasuna, en tierra de Espana hasta La Riojacuna feliz del Beato... Calahorrala otra en Italia, patria adoptiva donde reposa...Monte Compatri

    Idealmente, el puente,renace después de cuatrocientos anosmueve ciudadanos de todas las edadesdespierta ideales dormidos hace anoshace hermanos, a gente que no sabias ni que existian

    Hoy han llegado, eran cien,han bajado entre la gente en la plazaapenas los hemos podito ver, y a los jovenes, los sentimos como hijosmi hermano, era el que me abrazadami hermana, aquella que me sonreiamadre, la màs anciana entre las que me saludaban

    Han sido dìas ricos, intensos, .el tiempo ha volado como nuncalas horas han sido largas la midady antes de que me diera cuenta, volàron,sin piedad

    Se marcharon, han atraversado el puenteSabiendo que no se puede derrumbarY aquella parte del corazòn que aquì han decadoQuando quieran la pueden reencontrar.TTTTTarararararqqqqquinio Minouinio Minouinio Minouinio Minouinio Minottittittittitti

    C.I.A.C.

    Consorcio de empresas

    La nueva realidad artesanal e industrial de los Castillos Romanos.La instalación de pequeñas y medianas empresas en elAyuntamiento de Monte Compatri (RM), todassituadas en la zona de Pantano Lagueto entre el Km.20 y el 24, ha creado desarrollo en varios sectorescomo la artesanía y la industria que empleanaproximadamente un millar de personas que operanen varios sectores: carpintería, metálico, artículos

    hechos en cemento, neumáticos, cerámicas, estampados de material deplástico, maquinarios de zootecnia, construcciones de obras, mina de basalto,metalmecánica de precisión, equipos de electromedicinas, cerraduras,restauración, etc.La coordinación de todas las actividades inherentes en el territorio esadministrada por profesionales a través de un consorcio llamado C.I.A.C. Coop.a.r.l. con sede en la calle Lago de Bolsena n°1 - localidad Lagueto de MonteCompatri (RM) tel/fax 06/9476693.El C.I.A.C. se ha propuesto de abrir y reforzar los contactos con el mercadoextranjero en primer lugar mirando el área europea y medio oriental participandoa acontecimientos de mercadotecnia sectorial y de importancia internacional.La importancia del hermanamiento comenzado hace ya algunos años entreMonte Compatri y la ciudad española de Calahorra ha determinado hasta ahoraun macizo intercambio de preciosas informaciones para un fundamentalcrecimiento cultural que abrazará seguramente con el pasar del tiempo tambiénun desarrollo económico entre las dos ciudades aportando notables vantajas.El objetivo importante que se quire alcanzar, para el futuro, es, realizar relacionescomerciales y económicas aentre ambas ciudades en los sectores productivospoder refrenar la competencia de la producción asiática.El C.I.A.C. Coop., a.r.l., dará el bienvenido a la prestifiosa delegación de Calahorraque llegará a Monte Compatri este 26 de Mayo en ocasiün del IV Centenario delos Carmelitas Descalzos en San Silvestre.Una delegación del consorcio C.I.A.C. vendrá el mes de agosto, con algunosrepresentantes en la preciosa ciudad española, manteniendo así la palabra alprofundo significado de un histórico y maravilloso hermanamiento.

    Soc. Coop. C:I:A:C. a.r.l. Consorzio Industria Artigianato Commercio di Panta-no-LaghettoVia Lago di Bolsena, n°1 - 00040 Laghetto di Montecompatri - RomaTel. - fax 069476693.

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    (Paolo Bragatto) - Il Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria è l’autentico ispira-

    tore del gemellaggio tra Calahorra e Monte Compatri: una realtà i cui beneficiper entrambe le comunità non si sono lasciati attendere.Durante i preparativi per l’apertura del Processo di beatificazione del Servo diDio, l’allora (e attuale) sindaco di Monte Compatri Franco Monti si recò a Calahorracon una delegazione di concittadini, ponendo le basi per il gemellaggio. L’alcalde(sindaco) spagnolo Francisco Javier Saenz ricambiò la visita circa un mese dopo.Così, il 24 ottobre del 1998, si festeggiava a Monte Compatri l’avvenutogemellaggio tra le due cittadine europee, alla presenza dei due sindaci, degliassessori, dei consiglieri, del vescovo di Frascati mons. Giuseppe Matarrese, diP. Paolo Rinelli, ocd - allora Priore di S. Silvestro - e di P. Giovanni Strina, ocd, edella signora Anne de Barsy: i due principali fautori del Processo di beatificazionedel Venerabile. Da allora, il gemellaggio ha dato i suoi buoni frutti, in primo luogoaccrescendo negli animi soprattutto dei più giovani il senso di una crescentecoscienza europea. Il dialogo e lo scambio, offrendo a entrambe le parti l’oppor-tunità di conoscersi e confrontarsi sul piano sociale, culturale, politico, economi-co e, meno che ultimo, umano, si sono trasformati in un efficace strumento diconoscenza, collaborazione e integrazione reciproca.A suggello dell’avvenuto gemellaggio, Monte Compatri ha dedicato a Calahorrail proprio Parco Comunale “La Villetta”, cambiandone il nome in “ParcoCalahorra”. La gemellata cittadina spagnola, dal canto suo, il 16 giugno del2001, ha intitolato a Monte Compatri una nuova piazza - “Plaza de MonteCompatri” - situata nel cuore della città, nelle vicinanze del palazzo comunale.Alla cerimonia di inaugurazione, erano presenti l’alcalde di Calahorra FranciscoPagola, il consigliere Franco Monti - in rappresentanza dell’allora sindaco diMonte Compatri Paolo Gentili -, P. Giovanni Strina, ocd, la signora Anne deBarsy, l’allora Priore di S. Silvestro P. Ennio Laudazi, ocd, gli esponenti del-l’Amministrazione locale e una delegazione di Monte Compatri.In segno di pace e solidarietà, Francisco Pagola e Franco Monti hanno pianta-to un olivo. Non poteva, però, mancare un degno tributo a colui in virtù delquale era stato suggellato il gemellaggio: il Venerabile P. Giovanni di GesùMaria. Così, a poche centinaia di metri dalla Plaza de Monte Compatri, in unapiazza a lui dedicata, è stato inaugurato un suo mezzobusto in bronzo.(Tratto da: Laura Isotton “Il venerabile p. Giovanni di Gesù Maria il Calagorritano” In“Il piccolo fiore di Gesù” vol 51 n°2 Anzio 2005) (con il permesso dell’autore)

    (Paolo Bragatto) - Il Concorso d’Arte “Venerabile Padre Giovanni di GesùMaria”, nasce nel 2002 dall’iniziativa diLaura Isotton, una insegnante romana,entusiasta cultrice del Calagorritano edelle sue opere, che ha trovato il pienoappoggio dei Padri Carmelitani di SanSilvestro. Quest’anno il concorso vedela sua quarta edizione inserita nel pro-gramma delle celebrazioni per il IV Cente-nario dei PP. Carmelitani Scalzi a MonteCompatri. Il concorso è coordinato, congrande passione, da Laura Isotton, men-tre l’efficientissima Stefania Cetorelli cura

    la segretaria generale. Presidente del Concorso è l’attuale Priore di S. SilvestroP. Basilio Visca, ocd. Della giuria fanno parte Teresa Amendolaggine, giornali-sta, Francesca Biancarelli, insegnante, Paolo Bragatto, ricercatore, Luigi Devo-ti, storico, Franco Paciotti, pittore, Sandro Roazzi, giornalista.Inizialmente rivolto agli alunni della scuola elementare e media inferiore di MonteCompatri, il Concorso ha acquisito nel tempo una fisionomia nuova, di piùampio respiro, estendendosi agli studenti di tutte le scuole, di ogni ordine egrado, aprendo una Sezione Individuale diretta a tutti e articolata in due Aree –artistica e letteraria – e inserendo una Sezione speciale dedicata agli studenti diCalahorra, in modo da creare un’ulteriore opportunità di confronto e scambio.É cosa difficile ricordare tutti i vincitori delle precedenti edizioni, senza pericolodi dimenticare lavori di indubbio pregio. Ricordo solo che da un lavoro vincito-re delle passate edizioni, è stato tratto il materiale per il “gioco del gemellaggio”,una sorta di gioco dell’oca in chiave storica, che viene rappresentato proprionella giornata della premiazione sul piazzale di San Silvestro.Il concorso costituisce un’occasione per acquistare una sempre maggiore co-scienza di quale “bene prezioso” il Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria rap-presenti per le due cittadine gemellate, sul piano umano, culturale, sociale espirituale. È proprio la rinnovata coscienza di questa opportunità di bene asollecitare il coinvolgimento di un numero sempre crescente di realtà territorialie non: dal Comune di Monte Compatri all’XI Comunità Montana dei CastelliRomani, dalla Monte Compatri 2000 Pro Loco alla Pro Azzurra Monte Compatri,dall’Associazione culturale Photo Club Controluce al gruppo degli Amici delCarmelo e a tutti coloro che nel loro piccolo, e anche nel nascondimento, hannocontribuito alla sua buona riuscita.

    P. Giovanni di Gesù Maria

    ispiratore del gemellaggio

    Il concorso d’arte

    Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria

    Foto di una vecchia premiazione

    La Carta del Gemellaggio

    L’utilità del gemellaggio(Annamaria Schillaci) - Oramai quasi tutti i paesi dei Castelli Romani si sonogemellati con qualche cittadina straniera, vuoi per affinità culturali, vuoi persimpatia, vuoi per agevolare gli stranieri in Italia, o semplicemente per portareavanti dei progetti in comune.Quest’ultimo scopo sembra faccia al caso nostro. La motivazione del nostrogemellaggio è oramai nota. Tutti sappiamo che nasce dal fatto che il nostroVenerabile Padre Giovanni è nato a Calahorra (La Rioja - Spagna), e ha vissu-to un lungo periodo della sua vita (l’ultima parte) a Monte Compatri nel Con-vento di S. Silvestro.Tuttavia per mantenere questo gemellaggio sempre vivo e valido, è necessa-rio che ci creda non solo una ristretta cerchia di persone ma la generalità deicittadini per dare più valore alle cose concrete del Gemellaggio.Quali sono le concretezze del Gemellaggio?Personalmente penso che oltre il confronto fra due culture di due paesi eu-ropei, c’è l’importante aspetto umano e relazionale che rende davvero piace-vole e dovrebbe far scattare in noi la molla per unirci ed interessarci a questealtri genti straniere.Comunque, se da un lato si è riusciti a organizzare (solo da quest’anno) uncorso base di lingua spagnola promosso dal giornale locale, dall’altro latooccorre purtroppo notare che, ad esempio, la volontà di favorire il gemellag-gio con la scuola media di Monte Compatri quest’anno è venuta meno, dopoche per due anni ai ragazzi era stato impartito l’insegnamento della lingua,ottenendo dei buoni risultati. È mancata perciò la continuità di un progettocoerente e utile per favorire il gemellaggio, cominciando proprio dai ragaz-zi, generazione che dovrà portare avanti tutti i bei progetti che dal gemellag-gio possono scaturire.Io, da ispano-parlante, Vi posso assicurare che l’aver avuto relazioni con questameravigliosa città di Calahorra mi ha umanamente dato moltissimo e mi di-spiacerebbe tanto che il Gemellaggio viva soltanto nelle manifestazioni dicommemorazioni o anniversari o peggio ancora restasse scritto sulla carta osull’insegna di benvenuto del nostro paese.Credetemi, concretizziamo al meglio questo gemellaggio, perché trovere-mo sempre dei fratelli-hermanos pronti ad accoglierci con affetto (concariño), come hanno sempre fatto finora in tutte le occasioni che sono capi-tate e che sono certa faremo capitare anche in futuro, apportandoci l’emo-zione che un vero gemellaggio suscita, quella di una vera crescita assieme didue popoli.

    Sicaf CostruzioniS.a.s.

    Sede legale:Sede legale:Sede legale:Sede legale:Sede legale: Via Labicana, n° 3100184 Roma

    Sede Sede Sede Sede Sede operativa: operativa: operativa: operativa: operativa:Via delle Quinte, n° 1000040 Monte Compatri

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    giugno 2005Especial Monte Compatri - Calahorra

    (Paolo Bragatto) - El venerable P. Juan de Jesús María es el auténticoinspirador delhermanamiento entreCalahorra y Monte Com-patri: una realidad cuyasvantajas para ambasciudades no se han hechoesperar.Durante los preparativospara la abertura del Pro-ceso de Beatificación delSiervo de Dios, el actualalcalde Franco Monti,como lo era entonces, fuea Calahorra con unadelegación de ciudada-nos, poniendo las basespara el hermanamiento. Elalcalde español FranciscoJavier Saenz correspon-dió la visita después de unmes.Así, el 24 de Octubre de1998, se festejaba en Mon-te Compatri el esperadohermanamiento entre lasdos ciudades europeas, ala presencia de los dosalcaldes, de los asesores,de los consejeros, del obi-spo de Frascati rev.moJosé Matarrese, de P. PabloRinelli, en aquel tiempoPrior de S. Silvestre y de P. Juan Strina y la señora Anne de Barsy: los dosprincipales fautores del Proceso de Beatificación del Venerable.Desde entonces, el hermanamiento ha dado sus frutos, en primer lugar au-mentando en las personas y sobre todo en los jóvenes el sentido de unacreciente conciencia europea. El diálogo y el intercambio, ofreciendo a ambaspartes la oportunidad de relacionarse y verificarse sobre lo social, cultural,político, económico y sobre todo sobre lo humano, se han transformado enun eficaz instrumento de conocimiento, colaboración e integración recíproca.A sellar el acaecido hermanamiento, Monte Compatri ha dedicado a Calahorrasu único Parque “La Villetta”, convirtiéndolo con el nombre de “ParcoCalahorra”.La hermanada ciudad española, por su cuenta, el 16 de Junio de 2001, haintitulado a Monte Compatri una nueva plaza “Plaza Monte Compatri”, situadaen el corazón de la ciudad, en las cercanías del Ayuntamiento.A la cerimonia de inauguración estaban el alcalde de Calahorra FranciscoPagola, el consejero Franco Monti- representante del alcalde de Monte Com-patri que era Pablo Gentili- , P. Juan Strina, la señora Anne de Barsy, el Priorde S. Silvestre de entonces P. Enio Laudazi, los esponentes de la Administra-ción local y una delegación de Monte Compatri.En señal de paz y de solidariedad, Francisco Pagola y Franco Monti han plantadoun olivo. No podía faltar un digno tributo al verdadero protagonista delhermanamiento: el Venerable P. Juan de Jesús María. Así, a pocos metros dela Plaza de Monte Compatri en Calahorra, en una plaza a él dedicada, ha sidoinaugurado un busto en bronce.(De Laura Isotton: “Il Venerabile p. Giovanni di Gesù Marìa il Calagorritano” In “Ilpiccolo fiore di Gesù” vol 51 n° 2 Anno 2005) (con el permiso del autor)

    P. Juan de Jesús Maria

    inspirador del hermanamiento

    (Paolo Bragatto) - El concurso de Arte “Venerable Padre Juan de Jesús María,nace en 2002 por inicitiva de Laura Isotton, una profesora romana apasionadadel Calagurritano y de sus obras, y ha encontrado pleno apoyo en los PadresCarmelitas de San Silvestre. Este año el concurso está a su cuarta edicióninjertado en el programa de las celebraciones por el IV Centenario de los PadresCarmelitas Descalzos en Monte Compatri. El concurso está coordinado, congran pasión por Laura Isotton, mientras la eficaz Estefania Cetorelli se ocupade la secretaría general. Presidente del Concurso es el actual Prior de S. SilvestreP. Basilio Visca. Del jurado forman parten Teresa Amendolaggine, periodista,Francesca Biancarelli, profesora, Paolo Bragatto, investigador, Luis Devoti,histórico, Franco Paciotti, pintor, Sandro Roazzi, periodista.Inicialmente el Concurso estaba dirigido sólo a los alumnos de la enseñanzaprimaria de Monte Compatri, pero con el pasar del tiempo ha adquirido unanueva fisonomía, extendiéndose también a los estudiantes de todas las escuelas,de cualquier grado u orden, abriendo una Sección Individual dirigida a todos yarticulada en dos Areas - artística y literaria - y añadiendo una Sección especialdedicada a los estudiantes de Calahorra, de manera que se pueda crear unaoportunidad más para la comparación y para el intercambio entre chicos.Es difícil recordar a todos los ganadores de las precedentes ediciones, sin elpeligro de olvidar trabajos de indudable prestigio. Recuerdo sólo que de untrabajo ganador, se ha extraído el material para el “juego del hermanamiento”,una especie de juego de la oca en llave histórica, que será representado en lamisma jornada de la premiación en la explanada de San Silvestre.El concurso constituye una ocasión para adquirir cada vez más concienciadel “bien precioso” que el Venerable P. Juan de Jesús María representa paralas dos ciudades hermanadas, sea en lo humano, en lo cultural, en lo social ysobre todo en lo espiritual. Es propiamente la renovada conciencia de estaoportunidad de bien que solicita la coparticipación de un número siempremayor de realidades territoriales y no territoriales: el Ayuntamiento de MonteCompatri, la XI Comunidad Montana de los Castillos Romanos, la MonteCompatri 2000 Pro Loco, la Pro Azzurra Monte Compatri, La Asociacióncultural Photo Club Controluce, el grupo de los Amigos del Carmelo y todosaquellos que colaboran y han contribuído en silencio al buen resultado decada acontecimiento.

    El concurso de Arte

    “Venerable Padre Juan de Jesús María

    L’abito del Venerabile

    La utilidad del hermanamiento(Annamaria Schillaci) - Casi todas las ciudades de los Castillos Romanosse han hermanado ya con algunas ciudades extranjeras, sea por culturassemejantes, sea por simpatía, sea para facilitar a los extranjeros en Italia, osimplemente para llevar a cabo proyectos afines.Este último objetivo parece ser nuestro caso. La motivación de nuestrohermanamiento es sabida ya. Todos sabemos que nace por el hecho que nuestroVenerable Padre Juan de Jesús María ha nacido en Calahorra (La Rioja-España), y que ha vivido largo periodo de su vida (la última parte) en MonteCompatri en el Convento de San Silvestre.Sin embargo para mantener el hermanamiento siempre vivo y válido, esnecesario que crean en ello no solamente un pequeño círculo de personas,como ha sido hasta ahora, pero sería fundamental que la mayoría de losciudadanos creyeran más en el hermanamiento para poder dar verdadero valora las cosas del mismo hermanamiento.¿Cuáles son las concreciones del hermanamiento, entonces?Según mi opinión, pienso que además de la comparación entre dos culturasde dos países extranjeros, existe el importante aspecto humano y relacionalque rinde de veras agradable un encuentro y tendría que hacernos despertardentro de nosotros un estímulo tan grande que sirviría para unirnos einteresarnos a diferentes personas.De todos modos, si por un lado se ha logrado organizar un curso base deespañol (sólo desde este año) promovido por el periódico local, por el otrolado es necesario notar que, por ejemplo, la voluntad de favorecer elhermanamiento con el colegio de Montecompatri este año no se haorganizado, después que por dos años a los chavales se le había enseñando elidioma, y donde ellos habían obtenido buenos resultados. Ha faltado por lotanto una continuidad de un proyecto coherente y útil para favorecer elhermanamiento, empezando pues por los chicos, generación que tendrá quellevar a cabo en futuro todos los maravillos proyectos que el hermanamientopuede originar.Yo de hispano-hablante, Os aseguro que haber tenido y tener relaciones conesta maravillosa ciudad de Calahorra me ha humanamente dado muchísimo ylo sentiría mucho que el hermanamiento viva nada más que en lasmanifestaciones para conmemorar o festejar aniversarios o peor aún se quedeescrito en la carta o sobre las enseñas de bienvenido de nuestra ciudad.Créanme, concreticemos lo mejor posible este hermanamiento, porqueencontraremos siempre nuestros hermanos (fratelli) listos en acogernossiempre con cariño (affetto), como han hecho siempre hasta ahora en todaslas ocasiones que han acaecido y que estoy segura sucederán también enfuturo, aportándonos aún la emoción que un verdadero hermanamiento su-scita, la de un verdadero crecimiento de dos poblaciones.

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    giugno 200510

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    1.500.000 di visiteSpeciale Monte Compatri - Calahorra

    Nota storicaA circa 25 Km da Roma, edificato su un colle a 600 metri sul livello del mare, daoltre un millennio si erge Monte Compatri. Un paese che ancora, a tratti, riescea dare ai suoi visitatori quel sapore di tranquilla antichità che oggi non è piùtanto facile trovare, neanche in quei paesi che ad arte, ma con tecnologiemoderne, sono stati conservati per i turisti così come erano 400-500 anni fa.Monte Compatri vive come nel suo passato, la gente è ancora attaccata ai modidi fare che erano normali tanti, tanti anni fa.Le prime notizie certe che si hanno del nostro paese risalgono al 1090; dovevaessere allora un piccolissimo agglomerato di povere case, costruite molto pro-babilmente molti secoli prima dai superstiti di Labico e cinte da mura, alle qualisi accedeva da un grosso portone adiacente all’odierna torre campanile e di cuisi possono ancora vedere le grosse cerniere. Da allora, come ogni altro paeseitaliano, è stato soggetto al dominio feudale di svariate famiglie nobiliari: gliAnnibaldi, i Colonna, gli Altemps ed infine i Borghese. Con quest’ultimi MonteCompatri viene elevata nel 1613 a principato e tale rimane fino al 1870, annodell’unità d’Italia. Anche se non ricca di eventi storici di particolare interesse,il paese tuttavia ha conosciuto momenti in cui è stato al centro delle lotte tra lefamiglie nobili dello Stato Pontificio per il dominio sullo Stato stesso, comequando, ad esempio, Jacopo Caldara al soldo degli Orsini, alleati del ponteficeEugenio V che era in lotta con i Colonna, padroni di Monte Compatri, della cui

    potenza il Pontefice si sentiva minacciato, la strinse d’assedio nel 1431. Oppurequando nel 1484 venne saccheggiato da 150 armigeri di Paolo Orsini nell’ambi-to delle lotte tra fautori ed oppositori del Papa e questo nonostante che Mar-cantonio Colonna si fosse dichiarato neutrale.Alla storia di Monte Compatri appartengono il Duomo, chiesa Santa MariaAssunta in Cielo, edificato agli inizi del ‘600 su una chiesetta preesistentededicata a Santa Brigida, e la Fontana dell’Angelo, un monumento costruitoalla fine dell’ottocento e dedicato a quanti hanno lavorato, purtroppo anche acosto della loro vita, per portare l’acqua dalle sorgenti di Carpinello fino alpaese. Monte Comparti inoltre ha dato i natali a diversi personaggi della cultu-ra quali il filosofo e matematico del ‘700 Marco Mastrofini autore, tra l’altro, diuna revisione del calendario gregoriano sicuramente migliorativa, come rico-nosciuto dagli esperti del settore ma che non ha mai avuto un seguitoapplicativo; l’artista Filippo Luzi, pittore di talento nato nel 1665 di cui sonorimaste pochissime opere custodite nelle chiese di San Francesco di Paola e S.Prassede a Roma; il cantante lirico Alessandro Moreschi detto l’Angelo diRoma, l’ultima voce bianca del coro della cappella Sistina in Vaticano di cui èstato per tanti anni la prima voce.Da vedere nei dintorniFuori dal paese il territorio è caratterizzato da folti boschi di castagno percorsida innumerevoli sentieri che si offrono come piacevole proposta agli appassio-nati di trekking e di mountain bikes. Allo stesso scopo ben si adattano lamiriade di stradine, asfaltate e non, che si intrecciano in un vero e propriolabirinto tra rigogliosi vigneti e oliveti.Di grande interesse storico è, sul colle omonimo, l’Abbazia del ‘400 di SanSilvestro, edificata su una chiesetta preesistente anch’essa dedicata al Santoprotettore delle selve e le cui origini si perdono nell’ignoto. L’Abbazia è fornitadi una ricca e interessante pinacoteca di opere rinascimentali restaurate neglianni ’70. Adiacente al complesso religioso troviamo la minuta chiesa dellaMadonna del Castagno, da sempre venerata dai monticiani per le tante graziedispensate in loro favore, prima fra tutte l’annullamento del colera che imper-versò nel 1867 e che qui non fece vittime.

    Due parole su Monte Compatri (di Mirco Buffi)

    Non lontano, immerse nel fitto bosco, si possono vedere le rovine di un anticomonastero Francescano costruito, sembra, da alcuni compagni del santo. Manumerosi sono anche i resti di ville ed altri manufatti di epoca romana sparsi unpo’ ovunque sul territorio.Feste ed altri appuntamentiLa prima manifestazione dell’anno è la festa in onore di S. Antonio abate con lasfilata di caratteristici carri allegorici che si svolge la domenica più vicina al 17gennaio. L’appuntamento con la tradizionale fiera cade il primo maggio. L’Estate

    Monticiana, organizzata dal Comune, ma ricca anche di iniziative curate da varieassociazioni culturali, va da metà giugno a metà settembre e comprende concerti,spettacoli teatrali, cortei in costume storico e banchetti dove è possibile apprezzarela cucina locale e degustare il buon vino delle nostre terre.

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    giugno 2005Especial Monte Compatri - Calahorra

    Marco HistóricoA unos 25 Km. de Roma, edificado sobre una colina a 600 metros sobre el niveldel mar, desde hace más de un milenio se erige la ciudad de Monte Compatri. Unaciudad que aún logra dar a sus visitadores aquel gusto de tranquilidad que hoyes tan difícil hallar, ni siquiera en aquellas ciudades que con modernas tecnologías,han sido mantenidas para los turistas así como eran 400-500 años atrás.Monte Compatri vive como vivía hace muchos años, por ejemplo, la gentetodavía está atada a sus costumbres.Las primeras noticias ciertas que tenemos de nuestra ciudad remontan al 1090;tenía que ser entonces un pequeño aglomerado de casas pobres, construídas

    probablemente muchos siglos antes por los sobrevivientes de Labico y todarecintada, por la que se accedía a travéz de un grueso portón adyacente a laactual torre campanaria donde aún hoy se pueden notar las grandes serraduras.Desde entonces, como todas las ciudades italianas, también Monte Compatriha sido sometida al dominio feudal por muchas familias nobiliarias: los Anibaldi,los Columna, los Altemps y en fin los Burgueses. Con éstos últimos MonteCompatri se elevó en 1613 a principado y así siguió hasta el 1870, año de laUnidad de Italia.Aunque sus acontecimientos no fueron de gran interés, la ciudad ha conocidomomentos en la que ha estado al centro de luchas entre las familias nobles del

    Estado Pontificio para el dominio sobre el mismo Estado, como cuando, porejemplo, Jácopo Caldara al servicio de los Orsinos, aliados del pontíficeEugenio V que estaba en lucha contra los Columnas, padrones de Monte Com-patri, de cuya potencia el Pontífice se sentía amenazado, la asedió en 1431.O bien cuando en 1484 fue saqueado por 150 escuderos de Pablo Orsini enel ámbito de las luchas entre fautores y opositores del Papa y ésto aunqueMarcoantonio Columna se hubiese declarado neutral.A la historia de Monte Compatri pertenecen la Iglesia Mayor, Santa María de laAsunción en el Cielo, edificada al inicio del siglo XVII sobre una pequeña iglesiaya preexistente dedicada a Santa Brígida, y la Fuente del Ángel, un monumentoconstruído al final del siglo diecinueve y dedicado a todos aquellos que habían

    perdido sus vidas para transladar el agua desde donde brotaba (Carpinelo) hastala ciudad. Monte Compatri además ha originado personajes de cultura como elfilósofo y matemático del siglo dieciocho: Marco Mastrofini, autor, de unavalorosa revisión del calendario gregoriano, reconocido por los científicos,pero nunca ha tenido una aplicación práctica; el artista Felipe Luzi, pintor detalento nacido en 1665 y pocas cuyas obras están custodiadas en las iglesias deS. Francisco de Paola y en la S. Prassede en Roma; el cantante lírico AlejandroMoreschi, llamado el Ángel de Roma, la última voz blanca del coro de la capillaSistina en Vaticano cuya voz había sido por muchos años la protagonista.Para mirar en los alrededoresFuera de la ciudad el territorio está caracterizado por espesos bosques de castañosrecorridos por innumerables senderos que se ofrecen como una placenterapropuesta a los aficionadosde trekking y de bicicleta.Con el mismo objetivo seadaptan también la multitudde callecitas, asfaltadas ono, que se enlazan en un ver-dadero laberinto entre lalozanía de los viñedos y delos olivares.De gran interés histórico es,en el cerro omónimo, laAbadía de S. Silvestre,erigida sobre una iglesiapreexintente ya y dedicadaal Santo protector de lasselvas y cuyas orígenes sepierden en lo desconocido.La Abadía está compuestapor una rica e interesante pi-nacoteca de obras delrenacimiento renovadas enlos años ’70. Adyacente alconjunto religioso encon-tramos la pequeña iglesia dela Virgen del Castaño, siem-pre venerada por los monti-chanos para agradecerle delas gracias recibidas en favor de la ciudad, como por ejemplo la enfermedad delcólera que se enfureció en la zona en 1867 y que aquí no hizo víctimas.No lejos de aquí, se puede observar la ruina de un antiguo monasterioFranciscano construído, parece ser, por algunos compañeros del mismo Santo.Igual de numerosas son las ruinas de villas y de otras cosas de época romanadifundidas dondequiera en el territorio.Fiestas y otras citasEl primer acontecimiento del año es la fiesta de S. Atonio Abad que se cele-bra el domingo más cercano al 17 de enero, con el desfile de característicoscarros alegóricos. La cita con el tradicional mercado cae el primero de mayo.El verano montichano, organizado por el Ayuntamiento, pero rico también deiniciativas al cuidado de varias organizaciones culturales, va de mitad de junioa mitas de septiembre y comprende conciertos, espectáculos teatrales,cortejos con trajes históricos y banquetes donde es posible apreciar la cocinalocal y degustar el buen vino de nuestras tierras. El 15 de Agosto se desarrollael palio, o llamado simplemente, “El desafío de los Barrios”, donde los cincobarrios después de haberse puesto a la prueba con otros juegos en varios díasse enfrentan en el reto final del tiro con el arco.El primer domingo de septiembre en San Silvestre se celebra y se honra a la venerada“Virgen del Castaño”. La última cita importante que mencionar es el periodo denavidad con la característica muestra de los “Belenes en las bodegas”. No hay queperderse, en fin, el tercer domingo de todo el año el mercadillo de las antigüedades.La buena mesa y la tradición artesanalMonte Compatri es también la tierra de cantinas productrices de grandes vinoslaciales que, y haciendo parte de los prestigiosos vinos DOC de los CastillosRomanos, son conocidos en todo el mundo.En las tiendas alimenticias se pueden facilmente encontrar los dulces típicos: galletasde vino (le ciambelle), otras galletas y tartas como las serpette, el pangiallo ytambién la porchetta castellana (cochinillo) y las coppiette (carne de caballosecada con un sabor muy fuerte para quien ama la aventura en la comida).En los restaurantes además es posible gustar la cocina típica romana: bucatiniall’amatriciana, spaghetti con la pajata, coda alla vaccinara, trippa allaromana y muchos otros platos exquisitos todos acompañados naturalmentepor los vinos de origen controlado de nuestra tierra.En una ciudad como la nuestra no podía faltar un sector artesanal atado alpasado; y así, paseando por la ciudad, encontramos restauradores de muebles,y en otoño, encontramos por las calles los viticultores ocupados a preparar elvino para vender después en las famosas “fraschette”(bodegas donde vendendirectamente el vino y donde uno puede llevarse la comida de casa y comer allítranquilamente saboreando el buen vino local).

    Dos palabras sobre Monte Compatri (de Mirco Buffi)

    Maria SS. del Castagno

    Un momento della “Sfida dei Borghi”

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    giugno 200512

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    1.500.000 di visiteSpeciale Monte Compatri - Calahorra

    Per favorire una sempre maggiore conoscenza tra le popolazioni diMonte Compatri e di Calahorra, riteniamo utile, in questa occasione,pubblicare le prime due pagine della storia degli ultimi 60 anni di Mon-te Compatri scritta da un nostro concittadino, il giornalista Victor UgoCiuffa, già redattore capo del Corriere della Sera e attualmente editoree direttore del mensile Specchio Economico. Il titolo provvisorio delvolume, di imminente pubblicazione da parte della Casa editrice CiuffaEditore, è: “Monte Compatri, a cavallo di due secoli”.

    Caduto il Fascismo il 25 luglio dl 1943, Monte Compatri, come tutta l’Italia,andò incontro a un periodo di grande effervescenza: da una parte per la gioia el’entusiasmo determinati dalla fine di un regime che aveva portato il Paese allaguerra, dall’altra per la preoccupazione per le prospettive incerte nonostantel’immediata, rassicurante formazione del Governo Badoglio; inquietava soprat-tutto l’annuncio, da questo subito fatto per attenuare la reazione degli alleatitedeschi, della continuazione della guerra quando ormai l’esito inevitabile ecatastrofico del conflitto era davanti agli occhi di tutti.In quell’atmosfera di confusione, incertezza e timori si giunse all’8 settembre.Quella mattina dalla Torre della Chiesa parrocchiale di Monte Compatri la sirenarisuonò lugubre per dare l’allarme. Abitavo in quel ramo di strada che all’epocafaceva parte di Piazza Marco Mastrofini e che dopo la guerra fu dedicato allamemoria di Mario Intreccialagli, il giovane calzolaio compatrese vittima, insiemeall’avvocato Placido Martini, della rappresaglia compiuta il 24 marzo 1944 daitedeschi alle Fosse Ardeatine per l’attentato di Via Rasella in Roma avvenuto ilgiorno precedente. Scesi in strada e mi fermaidavanti al Monumento ai Caduti, da dove poteiassistere a un avvenimento storico: il bom-bardamento di Frascati durato due ore e com-piuto da 130 fra quadrimotori B17 «FortezzeVolanti» e B24 «Liberator» che sganciarono353 tonnellate di bombe uccidendo 617 per-sone su una popolazione di 11.763 abitanti, e700 militari tedeschi. Un avvenimento storicoanche per altri due motivi: perché un paio diore dopo, alle 16,30, il generale DwightEisenhower, comandante delle Forze america-ne, annunciò da Radio Algeri la resa dell’Italiae alle 19,45 il capo del Governo italiano PietroBadoglio annunciò la fine della guerra; e perla barbarie con la quale quel bombardamentofu compiuto in quanto l’armistizio con gli Al-leati era stato firmato a Cassibile in Sicilia dalgenerale Giuseppe Castellano in rappresen-tanza del Governo italiano addirittura il 3 set-tembre, ben 5 giorni prima, ma non era statoreso noto. La distruzione di Frascati e le oltre600 vittime italiane potevano essere evitate;ricordo un mio compagno di scuola media,Mercanti, perito sotto le macerie con tutta lafamiglia in un ricovero ostruito dalle bombe; ilpadre faceva il sarto in Via Solferino, la stradinache è alle spalle del Bar degli Specchi.Dalla spianata dinanzi al Monumento ai Ca-duti, quindi, quella mattina assistetti al bom-bardamento: vedevo le Fortezze Volanti ame-ricane provenienti da est che, a ondate suc-cessive, giunte sopra San Silvestro e pertan-to completamente visibili da Monte Compatriin quanto volavano a 4 mila metri di quota,sganciavano bombe che brillavano al sole.Nel tardo pomeriggio la radio annunciò l’armi-stizio. La gente fu presa dalla contentezza, ci fuuna notte di euforia e di canti. Ma la notiziadeterminò anche episodi indescrivibili.I due edifici dell’Albergo Renzi all’inizio del-la strada per Rocca Priora erano stati requisi-ti all’inizio della guerra e destinati ad ospita-re il V Battaglione Carristi, dotato di piccolicarri armati da una ventina di tonnellate e di vecchi autocarri della prima guerramondiale, i 18 BL con le gomme piene e il freno a mano fuori della cabina. Uno

    Monte Compatri, a cavallo di due secoli

    di essi era guidato dal popolare Sergio Ottaviani detto Scalabrino, romano,

    destinato poi, come altri militari, a sposare una compatrese e a rimanere a Mon-te Compatri.Al comando del Battaglione di carristi era stato inizialmente destinato il maggiore

    Ferdinando D’Avenia. Reduce dal fronte gre-co-albanese dove era rimasto ferito, il mag-giore era stato trasferito a Monte Compatridove gli era stata assegnata, per abitazione,una parte della Villa Canepa sulla Via per SanCesareo, anch’essa requisita, nella quale ave-va preso alloggio con i figli Cesarella, Mario eVitaliano; all’inizio del 1943 D’Avenia era sta-to poi trasferito con la Scuola Carristi ePordenone quindi a Civitavecchia, doveassisté al bombardamento del 5 maggio 1943.Alfonso Visconti abitava al terzo piano del-l’edificio d’angolo fra Via Leandro Ciuffa e ViaTuscolo. Una posizione strategica per osser-vare quanto avveniva in Piazza Garibaldi. Ilmattino del 9 settembre tre o quattro carri ar-mati si fermarono dinanzi alla sua casa perfare il pieno di benzina nella pompa a manodella Shell, che era in Via Leandro Ciuffa nel-l’angolo con la Via di Colonna e che era gesti-ta da Valentino Mastrofrancesco. I carristi sta-vano andando a fare esercitazioni a SanSilvestro quando giunse l’ordine di scioglier-si. All’annuncio il Battaglione si sciolse, icarristi cercarono di allontanarsi, per raggiun-gere le loro famiglie; alcuni si nascosero, l’Al-bergo Renzi comunque fu abbandonato e subìun sistematico saccheggio da parte della po-polazione, che portò via tutto, anche ipagliericci: i soldati dormivano infatti su bran-de di legno coperte di paglia. Alfonso Viscon-ti scese in strada e si imbatté in due di loro giàin borghese che domandavano quale era lastrada più breve per andare a Tivoli. In quelmomento sopraggiunse però un sergente conaltri due carristi in divisa, che gli ordinò dirientrare in caserma e di reindossare la divisaperché c’era stato un contrordine.Poco dopo arrivò da Frascati una camionettadi soldati tedeschi i quali, fermatisi dal giorna-laio, all’inizio della Passeggiata, chiesero doveera la Caserma dei Carabinieri. Furono indiriz-zati in Via Cavour. Ma un ufficiale dei carristi,vedendoli, lanciò una bomba a mano Balilla,

    che fece solo molto fumo e un grande botto. I tedeschi fecero marcia indietro, mapoco dopo arrivarono da Frascati tre carri armati trainanti cannoni da 75 millimetri...

    Cartolina spedita il 17 Novembre 1907

    Cartolina spedita nel 1942

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    giugno 2005Especial Monte Compatri - Calahorra

    Cartolina spedita nel 1940

    Cartolina spedita nel 1935

    Monte Compatri, a caballo de dos siglos

    Para favorecer mayor conocimiento entre las poblaciones de Monte Com-patri y de Calahorra, creemos sea útil, con esta ocasión, publicar lasprimeras páginas de la historia de los últimos 60 años de Monte Compa-tri escrita por un nuestro ciudadano, periodista Victor Ugo Ciuffa, yaredactor y jefe del periódico “Corriere della Sera” y actualmenteeditor y director del mensual “Specchio Economico”. El títuloprovisorio del volumen, de publicación inminente por parte de la Casaeditriz Ciuffa Editor, es: “Monte Compatri, a caballo de dos siglos”.

    Caído el fascismo el 25 de julio de 1943, Monte Compatri, como toda Italia,pasó por un periodo de gran efervescencia: por un lado la alegría y elentusiamo determinados por el fin de un régimen que había llevado al País ala guerra, por el otro lado la preocupación por las perspectivas inciertas sibien la inmediata y confortadora formación del Gobierno Badoglio;inquietaba sobre todo el anuncio, de este hecho para atenuar la reacción delos aliados alemanes, de la continuación de la guerra cuando ya la inevitabley catastrófica conclusión del conflicto estaba delante de los ojos de todos.En aquel ambiente de confusión, inseguridad y temores se llega al 8 deseptiembre. Aquella mañana desde la Torre de la Guardia parroquial de MonteCompatri la campana tocó lúgubre para dar el alarma. Yo vivía en la calle queentonces hacía parte de la Plaza de Marco Mastrofini y que después de laguerra fue dedicada a la memoria de Mario Intreccialagli, joven zapaterocompatrés víctima, junto al abogado Plácido Martini, de la represalia de losalemanes del 24 de marzo de 1944 en las Fosas Ardeatinas y por el atentado enla Calle Rasella en Roma efectuado al día siguiente.Bajé a la calle y me paré delante del Monumento de los Caídos en guerra, dedonde pude asistir a un acontecimiento histórico: el bombardeo de Frascatique duró dos horas y fue llevado a cabo con 130 entre B17 “FortalezasVolantes” y B24 “Liberadores” que desenganchaban 353 toneladas de bombasmatando a 617 personas sobre una población de 11.763 habitantes, y 700militares alemanes.Un acontecimiento históricotambién por otros dos motivos:porque un par de horas de-spués, a las h.16.30, el generalDwight Eisenhower, comandan-te de las Fuerzas americanas,anunció desde la Radio Algeriel rendimiento de Italia y a lash.19.45 el jefe del Gobierno ita-liano Pedro Badoglio anuncióel fin de la guerra; y por las bar-baries con la que aquelbombardeo fue cumplido encuanto el armisticio con losAliados había sido firmado aCassibile en Sicilia por el gene-ral José Castellano en represen-tancia del Gobierno italiano el 3de septiembre, 5 días antes,pero no se había dicho. Ladistribución de Frascati y las 600víctimas italianas o más podíanhaber sido evitadas; me acuer-do un compañero mío de laescuela, Mercanti, muerto bajo a los escombros con toda su familia en unrefugio obstruído por las bombas; el padre hacía el sastre en la Calle Solferino,la callecita que se encuentra detrás del Bar de los Espejos.De la explanada delante del Monumento a los Caídos, aquella mañana observémuy bien el bombardeo: vi las Fuerzas Volantes americanas provenientes deleste que, con ondas sucesivas, llegaban sobre S. Silvestre y por lo tanto erancompletamente visibles desde Monte Compatri porque volaban a 4 mil metrosde altura, desenganchando bombas que brillaban al sol.Por la tarde la radio anunció el armisticio. La gente se alegró, hubo unanoche de euforias y de cantos. Pero la noticia determinó también episodiosindescriptibles.Los dos edificios del Hotel Renzi al principio de la calle para ir a Rocca Priorahabían sido requisados al inicio de la guerra y destinados a alojar al V Batallónde los tanques de guerra, dotados de pequeños carros armados por veintetoneladas y de viejos carros de la primera guerra mundial, los 18BL llenos de

    cauchos y con el freno de mano fuera de la cabina. Uno de ellos lo manejaba

    el popular Sergio Octaviani dicho Scalabrino, romano, sucesivamentedestinado, como otros militares, a casarse con una compatrés y a llegar aMonte Compatri.Al comando del Batallón de los tanques de guerra había sido inicialmentedestinado al mayor Ferdinando d’Avenia. De vuelta del frente griego-albanésdonde él había sido herido, el mayor había sido transladado a Monte Compa-tri, donde él había sido asignado, para vivir en una parte de la Villa Canepa enla Calle para ir a S. Cesáreo, también esa requisita, en la que él se habíaalojado con sus hijos, Cesarella, Mario y Vitalino; al inicio del 1943 De Avenia

    había sido nuevamentemandado con la Escuela de losTanques de guerra yPordenone a Chivitavequia,donde asistió al bombardeodel 5 de mayo de 1943.Alfonso Visconti vivía en eltercer piso del edificio en laesquina entre la Calle LeandroCiuffa y la Calle Túscolo. Unaposición estratégica paraobservar lo que pasaba en laPlaza Garibaldi.La mañana del 9 de septiembretres o cuatros tanques armadosse pararon delante de su casapara hacer gasolina en la Shell,que estaba en la Calle LeandroCiuffa en la esquina con la Cal-le de Columna y que era deValentín Mastrofrancesco. Lostanques estaban yendo a ejer-citarse a S. Silvestre cuandollegó la orden de desatarse. Alanuncio el batallón se desató,

    los tanques de guerra se alejaron para alcanzar a sus familias; algunos seescondieron, el Hotel Renzi de todas formas fue abandonado pero soportóun saqueo por parte de la población, llevándose todo lo que había, hasta losjergones: los soldados dormían sobre camas de madera cubiertas con paja.Alfonso Visconti bajó a la calle y se encontró con dos de ellos ya sin unifor-me que preguntaban cuál era la calle más corta para ir a Tívoli.De repente llegó un sargente con otros dos soldados en uniforme, que leordenó de regresar al cuartel y de volverse a poner el uniforme porque habíahabido una nueva orden.Poco después llegó de Frascati una furgoneta con solados alemanes, se pararonen el quiosco de periódicos, al principio de la avenida del Paseo, preguntarondonde estaba el Cuartel de la Policía. Fueron dirigidos hacia la Calle Cavour.Pero un oficial del sector de los tanques de guerra, viéndoles, lanzó una bombade mano Balilla, que hizo mucho humo y un gran ruido. Los alemanes hicieronmarcha atrás, pero poco después llegaron de Frascati tres tanques armadosque traían cañones de 75 milímetros...

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    giugno 200514

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    Franco Monti:

    Un innamorato di Calahorra

    Riportiamo un’intervista fatta in Spagna al nostro sindaco Franco Monti epubblicata nel settimanale di stampa LA NOTICIA

    Franco Monti autentico motore del gemellaggio ci espone le sue esperienzea riguardo. Franco è uno dei nostri più devoti lettori attraverso la nostrapagina web e attraverso Internet abbiamo effettuato questa estesa intervista.

    Domanda: Monte Compatri conosceva l’esistenza di Calahorra prima delgemellaggio?Risposta: Non so quanti monticiani conoscevano l’esistenza della città diCalahorra prima del gemellaggio; indubbiamente pochi, tra i quali Padre Gio-vanni Strina e la Signora Anne de Barsy.Forse alcuni apppassionati del cinema e della storia sapevano collegare la cittàdi Calahorra con le manifestazioni mostrate nel filn “El Cid”. Nel dicembre del2001, subito dopo la vostra visita, a Monte Compatri si proiettò il celebre film“El Cid” durante il periodo natalizio che fece dire a tutta Monte Compatri:CALAHORRA, CALAHORRA, CALAHORRA…Si commentava la vostra visita, ci si riferiva al film dove il nome di Calhorraveniva costantemente pronunciato: un vero successo: la vostra visita, il film, lavostra simpatia, la “bravura” degli attori… tutti parlavano e ricordavano queimomenti felici, quanta pubblicità, quanta notorietà per la città di Calahorra.Domanda: Come hanno origine le prime notizie su Calahorra?Risposta: Il Padre Giovanni Strina ed Anne de Barsy raccontavano in una pubbli-cazione le rare esperienze del primo contatto con le autorità di Monte Compatri. Ciòavvenne durante un freddo e piovoso sabato pomeriggio di fine febbraio del 1996.Da Genova cercarono di stabilire un contatto telefonico con il Comune di Mon-te Compatri per ottenere informazioni su un ipotetico appuntamento o incontrocon il sindaco. Per regola, di sabato pomeriggio gli uffici sono