Insegnare la storia contemporanea · campo la responsabilità culturale e sociale dei docenti, ai...

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Insegnare la storia contemporanea Didattica, risorse digitali, risorse audiovisive, banche dati: nuovi strumenti ed esperienze didattiche

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Insegnare la storia contemporanea

Didattica, risorse digitali, risorse audiovisive, banche dati: nuovi strumenti ed esperienze didattiche

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Evoluzione delle nuove tecnologie

• «Cittadini, imprese e ICT», Report Istat, Anno 2018• Nel 2018 crescita in Italia della diffusione delle ICT (Information Communication

Technology)• Il 68,5% delle persone di più di 6 anni si è connesso alla Rete negli ultimi 12 mesi

(65,3% nel 2017) mentre il 52,1% accede tutti i giorni. VD GRAFICO• I giovani restano i più grandi utilizzatori di Internet (oltre il 94% dei 15-24enni) ma la

diffusione comincia ad essere significativa anche tra i 65-74enni, che nell’ultimo annopassano dal 30,8% al 39,3%.

• Tra le persone di 14 anni e più, si utilizza soprattutto lo smartphone per l’accesso allarete (89,2%), seguito dal PC da tavolo (45,4%). Il 28,3% utilizza un laptop o unnetbook, il 26,1% un tablet mentre il 6,7% altri dispositivi mobili come ebook, smartwatch, ecc. VD GRAFICO

• Nell’uso di tecnologie emergenti, le grandi imprese italiane mostrano unapropensione superiore o in linea con la media europea nell’analisi di big data (il 30%contro il 25% dell’Ue28), nell’uso di stampanti 3D (13% come la quota Ue28) e dellarobotica (26% rispetto al 25% dell’Ue28).

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Evoluzione delle nuove tecnologie

• La seconda grande rivoluzione nell’era digitale ha riguardatosoprattutto il passaggio da:

• WEB 1.0 = siti e portali nei quali gli utenti possono solonavigare. Si determina così un flusso comunicativo di tipounidirezionale.

• WEB 2.0 = l’insieme di tutte quelle applicazioni online chepermettono uno spiccato livello d’interazione tra il sito webe l’utente, in cui strumenti come social network, blog, tag epodcast offrono la possibilità di sviluppare un flusso dicomunicazione partecipativo tra gli utenti in rete. Il web 2.0poggia quindi su tre pilastri: interazione, condivisione epartecipazione.

• WEB 3.0? = web che prova a interpretare il comportamentoumano e ad agire di conseguenza.

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Tecnologie e scuola

• La rivoluzione digitale ha investito anche e soprattutto il mondo scolastico, molto più dialtri mass media del passato perché il digitale è strettamente vincolato ad attivitàquotidiane

• Situazione italiana:• 2015: varato il Piano Nazionale Scuola Digitale

• Prevedeva finanziamenti, incentivi, corsi di formazione, e altre iniziative per facilitare l’incontro tra la scuola e ildigitale

• Obiettivo di base era colmare divario tra le competenze digitali richieste dal mercato del lavoro e i percorsiformativi

• Situazione 2017: vedi inchiesta di datajournalism dell’AGI• Indagine dell’agosto 2017 basata su dati forniti dal Ministero dell’Istruzione• L'indagine si basava su un questionario sottoposto a i dirigenti scolastici con la richiesta di fornire una serie di

indicazioni (connessione, attrezzatture, ecc…)• Conclusione: scuola italiana lontana da una integrazione efficace e utile delle tecnologie digitali nella didattica

quotidiana

• Legge di Bilancio 2019: taglio del 10% per l’istruzione scolastica, che passa da 48 a 44 miliardi nelgiro di tre anni.

• Rischio: divario sempre più grande tra mondo reale e mondo scolastico

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Tecnologie e scuola• Difficoltà e lentezza hanno fomentato dibattito tra due posizioni

rispetto all’uso del digitale nella didattica:

• Favorevole: il digitale fondamentale nei processi formativi(articolo)

• Sfavorevole: il digitale rallenta il processo cognitivo (articolo)

• In realtà:

• Legame tra web e cittadinanza attiva

• Scopo della scuola: insegnare uso consapevole e critico deldigitale (digitale non solo come supporto alla didattica)

• Didattica deve basarsi primariamente su relazione docente-studente

• «Se è o non sarà la scuola ad insegnare le regole di cittadinanza delweb, i giovani rimarranno facilmente incantati dalle «mitologiedella rete» e impossibilitati a diventare protagonisti attivi econsapevoli del proprio destino personale e di quello collettivo»(Carla Antonini, Introduzione al dossier “La storia nell’era digitale”,Novecento.org, n. 1, 2013. DOI: 10.12977/nov2)

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La storia e il web• Il compito più importante in questo

contesto di educazione allacittadinanza spetta alla storia comescienza e disciplina diinsegnamento

• La rivoluzione digitale ha investitoanche la ricerca storica e la suacomunicazione

• Gli storici hanno accettato la sfidalanciata dal web e hanno iniziato aconfrontarsi per definire:

• Nuovo metodo di ricerca

• Nuova didattica della storia

• Nuovi strumenti di racconto

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Storia e ricerca digitale• Boom di fonti di nuova natura, le fonti digitali

• Esistono vari tipi di fonti accessibili in rete in vari formatidigitali (documenti archivistici, filmati, fonti iconografiche,documenti sonori…)

• Possono essere «fonti digitali native» o «fonti analogichedigitalizzate»

• Adattamento del metodo storico (scuola delle Annales) alle nuovetipologie di fonti

• 3 principi base del metodo storico:

• «Le fonti parlano solo quando le si sappia interrogare» (M.Bloch)

• «Non esiste un documento oggettivo, innocuo, primario […]esso è sempre e comunque il risultato dello sforzo compiutodalle società storiche per imporre al futuro –consapevolmente o inconsapevolmente – quella dataimmagine di se stesse» (Le Goff)

• Oggetto della ricerca storica è «tutto ciò che, appartenendoall’uomo, dipende dall’uomo, serve all’uomo, esprime l’uomo,dimostra la presenza, l’attività i gusti e i modi d’esseredell’uomo» (L. Febvre)

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Storia e ricerca digitale

• Il web ha aperto problemi rispetto a due fasi importanti della ricercastorica: l’archiviazione e l’analisi• Problema quantitativo: troppe fonti portano a dispersione e paura di non concludere• Problema supporti digitali• Volatilità dei contenuti• Problemi conservazione

• A livello generale: si conserva pochissimo rispetto a quanto viene prodotto. Es. webarchive• A livello personale: necessità di archivi personali per materiali digitali (vedi articolo)

• Questione autorialità• chi è l’autore di un sito?• Gerarchie del sapere messe in discussione (es. Wikipedia)

• Mancanza di una mediazione tra fonte e utente• Impoverimento delle informazioni su un documento• «cultura del frammento» (estrapolazione)

• Adattare il metodo storico a nuove fonti digitali è vera sfida dello storico dioggi!

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Storia e comunicazione digitale

• «Il mestiere di storico non presume soltanto la dimensione dello studio.Presume anche la dimensione del racconto» (S. Luzzatto, Prima lezione dimetodo storico)

• Nascita di una nuova disciplina storica, la Digital Public History• «Il Public Historian offre storiografia, crea fonti, costruisce siti per aumentare laconsapevolezza della storia e la permanenza delle memorie collettive al di fuori degliambienti accademici, anche con operazioni di divulgazione scientifica ed’insegnamento della storia al servizio di datori di lavoro pubblici, ma anche privati»(S. Noiret, «Public History» e «storia pubblica» nella rete)

• Digital Public History è universo di produzioni e scambi aventi come oggetto laconoscenza storica trasferita e/o direttamente generata in ambiente digitale

• Esiste una «storia digitale», ma non tutti gli storici sono storici digitalianche se usano strumenti digitali per la ricerca

• Sfida: inserire la «prova» nel racconto digitale

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Storia e didattica digitale

• Se/come cambia la figura del docente con l’avvento del web?

• «Un docente che si propone come «Sommelier Digitale»dovrebbe imparare a mettersi continuamente in discussione,ad imparare e re-imparare sempre, a ricercare, combinare ericombinare, produrre e ri-produrre, creare e ri-creare, consempre nuove, maggiori e condivise, creatività e originalità,prima durante e dopo l’insegnamento: dovrebbe essere undigital maker. Divertendosi, perché la creatività è l’intelligenzache si diverte» (articolo Agenda Digitale)

• Necessità di continuo aggiornamento/formazione su nuovistrumenti e nuovi metodi

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Storia e didattica digitale: la rete degli Istituti• Attività Istituto Nazionale Ferruccio Parri e rete INSMLI

• Convegni• «La storia dell’era digitale», Piacenza, 7-9 marzo 2013• «Resistenza e Seconda Guerra Mondiale. Digital Public History e risorse didattiche digitali», Piacenza 6-8

marzo 2014• «Didattica della storia e laboratori digitali: la Guerra dei Trent’anni (1914-1945)», Torino 26-28 febbraio

2015• Progetti di ricerca digitale (vd banche dati)• Continuo aggiornamento: novecento.org

• Punti teorici fondamentali della didattica digitale della storia:• Si parte dal presente per analizzare il passato secondo la categoria storiografica

continuità/rottura («laboratorio del tempo presente»)• Attenzione specifica all’intenzionalità della fonte (autorialità/intenzionalità)• Vero/falso

• 3 fasi per costruire uno «studio di caso digitale» di storia contemporanea• Ricerca dei materiali• Elaborazione dei materiali• Racconto dei risultati

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Fase dalle ricerca

• Web ha permesso di includere il documento d’archivio nelladidattica quotidiana

• Tre preconoscenze fondamentali:• Buona conoscenza archivistica («archival intelligence»)• Buona conoscenza ricerca internet (capacità analisi critica

fonti digitali)• Buona capacità di comparazione e incrocio tra fonti e

informazioni diverse

• Attenzione particolare all’affidabilità della fonte: vertice dellapiramide si trovano archivi degli enti pubblici, fondazioni, istitutidi ricerca, ecc…

• «Lavorare in rete, anche a scuola, può coincidere con unesercizio critico che attua, proprio in quel regno incontrastatodel «pensiero rapido» che è il web, il «pensiero lento» propriodell’attività intellettuale, aiutandoci a sviluppare appieno ilpotenziale creativo insito in ogni processo di autentica ricerca»(V. Colombi, Navigare per archivi tra ricerca e didattica)

• Esempio: materiali digitali per uno studio di caso suFascismo/Antifascismo/Resistenza

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Fonti digitali primarie

• Archivi digitali (digitalizzazione fonti archivistiche)• Archivi audiovisivi:

• Archivio storico dell’Istituto Luce• strumento di propaganda del regime fascista• prima istituzione pubblica destinata alla diffusione cinematografica

• fotografico (400.000 foto circa)• cinematografico (77.000 filmati per 4000 ore circa)

• Teche Rai• Trasmissioni radiofoniche da 1924 e trasmissioni televisive da 1954• 75 milioni di documenti digitalizzati e indicizzati

• Archivi fotografici:• Archivio fotografico dell’Ufficio propaganda del Partito nazionale fascista, Archivio Centrale

dello Stato• Archivi cartacei:

• Archos• Es. ISTORETO-Archivio della Deportazione Piemontese

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Fonti digitali primarie

• Banche dati (schedature di fontistrutturate in schede di ricerca per unarestituzione analitica e sintetica deidati):• Casellario Politico Centrale –

antifascismo in Italia• Partigianato Piemontese –

resistenza in Piemonte• Partigianato Meridionale della

Resistenza in Piemonte –partecipazione meridionale allaResistenza Piemontese

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Fonti digitali secondarie

• I portali (punto di accesso a una costruzione narrativa rispetto ad un certo tema. Spesso sono strutturati come db)• Atlante delle stragi – violenza

nazifascista in Italia• Stampa clandestina – stampa

clandestina• Ultime lettere dei condannati a

morte• Cronologia scioperi 1943-1945 • 70° Resistenza – resistenza• Oggi in Spagna, domani in Italia

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Fonti digitali secondarie

• Riviste online• Tipologie

• Storia (Storia e Futuro; Storicamente; Diacronie; E-review; l’impegno)• Altro (Novecento.org; limes; doppiozero)

• Tutte le riviste hanno un motore di ricerca interno

• Editoria digitale• Editoria digitale dell’Istituto di Biella e Vercelli

• Siti istituzionali• Istituti della Resistenza (Istituto Nazionale)• Altri istituti di ricerca (Archivio Nazionale Cinematografico Resistenza, Istituto

Salvemini, Istituto Gramsci, Museo Diffuso della Resistenza, Centro Studi Primo Levi)

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Elaborazione e analisi materiali• Lavoro cooperativo (Cooperative Learning)

• Studi recenti dimostrano che lo sviluppo cognitivo individuale aumenta conl'interazione sociale con pari

• Non è un metodo innovativo, ma oggi indispensabile• sempre più richiesto nel mondo del lavoro (problem solving, lavoro in team, capacità di

lavorare per obiettivi...)• aumento degli strumenti digitali di condivisione

• Vantaggi del C.L.• migliora i risultati degli studenti• migliora le relazioni tra gli studenti• maggior benessere psicologico (autostima, prestazioni...)

• Strumenti utili:• Mindomo

• Programma per creare mappe concettuali/presentazioni• Google Drive

• Creare cartelle condivise (archiviazione materiale)• Scrivere file di gruppo (scrittura collaborativa)

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Racconto dei risultati

• Sito (Google site)•Blog (Blogger; WordPress)•Presentazioni (slides.com)• Timeline (Tiki toki)

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«Formazione e insegnamento sono dimensioni essenziali pereducare gli studenti in relazione alle competenze digitali dicittadinanza e anche per preparare adeguatamente chi lavorerànell’industria culturale, caratterizzata da una sempre più labiledifferenza tra attore e utente. Questo, ancora una volta, mette incampo la responsabilità culturale e sociale dei docenti, ai qualispetta un ruolo determinante nella costruzione della visione delpassato e nel suo riscatto dagli abusi del presente».

(E. Manera, Wikipedia e altro: la didattica della storia in ambientedigitale, in AA.VV, I linguaggi della contemporaneità. Una didatticadigitale per la storia, Il Mulino, 2018)