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VERSO IL PEI in/secondo / su base ICF Riflessione - Riformulazione sull’utilizzo del modello ICF in ambiente di apprendimento scolastico Prof. Luigi Favro 2016

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… VERSO IL PEI in/secondo / su base

ICF

Riflessione - Riformulazione sull’utilizzo del modello ICF

in ambiente di apprendimento scolastico

Prof. Luigi Favro

2016

Esigenza di chiarimenti su

• PEI (fondamenta/basi, caratteristiche,

struttura, voci irrinunciabili, redazione, gestione, utilizzo ICF in PEI, descrizione degli obiettivi, azioni didattiche, strumenti, metodologie,…verifiche, valutazione)

• ICF (caratteristiche -modello concettuale,

linguaggio condiviso, classificazione descrittiva- implicazioni nel suo utilizzo in ambiente scolastico e nel PEI, proposte operative di sperimentazione)

• Integrazione/inclusione (caratteristiche, possibili tappe del percorso inclusivo scolastico: le proposte operative dell’ Index for inclusion-)

a) recupero degli input del corso ’’Pensare pedagogico in ICF’’

b) focalizzazione a risposta c) proposte operative sperimentali Complessità

Riflessività

Osservazione/Descrizione

TEMATICHE 1.PEI: cos’è, si basa su, criteri di redazione

(collegialità, innesto sulla programmazione di classe, flessibilità,

significatività, espansione nel progetto di vita, interazione scuola/

extrascuola), cosa deve contenere (finalità, obiettivi,

attività, percorso, personalizzazione, verifiche e valutazione,

errore, sottoscrizione) tenere conto di…

2.ICF: cos’è, novità (modello biopsicosociale, limguaggio,

PDF)

3.VERSO IL PEI in ICF:

4.INCLUSIONE:integrazione, inclusione,

Index for inclusion

1. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI)

a-COS’È: progetto riguardante la dimensione

dell'apprendimento scolastico per l’alunno certificato come disabile, correlato agli aspetti sociosanitari e riabilitativi (=interistituzionalità) e con prospettiva dell’adultità (=progetto di vita indipendente)

b-SI BASA SU. esame documentazione a disposizione

(Diagnosi Funzionale + Profilo Dinamico Funzionale -ora

con l’ICF riuniti nel Profilo Descrittivo di Funzionamento-, Punto di vista dell’alunno, Progetto multidisciplinare) . esperienza/competenza professionale metodologica e pedagogico-didattica dei Docenti

. osservazione/descrizione

. opportunità/vincoli scolastici secondo

tipologia di scuola

c-CRITERI DI REDAZIONE (=caratteristiche)

1.collegialità -ad intra: impegno/prerogativa/

responsabilità del team docente (consiglio di classe), incluso il docente di sostegno, + allievo e famiglia -ad extra: collaborazione, legislativamente

prevista(*), degli operatori sociosanitari e riabilitativi ^^^

(*) cfr. ad es. art. 5 DPR 24/2/1994 "Il P.E.I. è redatto, ai sensi del c.5 dell’art. 12 della L. n. 104/92, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola…"

2.innesto sulla programmazione di classe e della scuola (POF)=raccordo del PEI con il percorso collettivo della classe (indicare come la

personalizzazione del percorso formativo -obiettivi, attività,

facilitazioni, adattamenti disciplinari, adeguamenti contenutistici,

metodologico-didattici, relazionali…- si collega con la programmazione di classe)

3.flessibilità /aggiornabilità (non rigidità ma

modificabilità/adattabilità continua)

4.significatività formativa

5.espansione del PEI nel progetto di vita indipendente: -competenze scolastiche funzionali alla vita adulta (es. manualità fine - grosso motoria, coordinamento motorio generale, tenuta fisica e mentale, responsabilità, resistenza alle avverse influenze ambientali…)

-estensione dell’ambito del PEI dalla scuola alla vita di

tutti i giorni, nella prospettiva dell’oltre l’immediato ed

il contingente (finalizzare l’intervento formativo scolastico non

solo a raggiungere i traguardi previsti dalle Indicazioni nazionali ministeriali -PECUP in particolare-,ma anche l’autonomia personale, l’autodeterminazione, il benessere psico-fisico-sociale, la riflessione ed il coinvolgimento dell’alunno sulle proprie aspettative di realizzazione personale e sul possibile suo inserimento nel mondo del lavoro, la cura delle relazioni sociali,…)

-pensare ‘ADULTO’ la persona dello studente disabile

(= con buona qualità di vita: ampia integrazione sociale, massimo

di autonomia personale, capacità di autodeterminazione, lavoro dignitoso, valorizzazione delle capacità personali,…)

-attenzione alle transazioni (passaggi) -continuità-

-elaborare il PEI come progetto di vita per

.rispondere ai bisogni della persona disabile (globalità, complessità, orientamento alla vita adulta)

.valorizzare corresponsabilità e risorse di tutti i soggetti coinvolti (servizi sociosanitari, assistenziali e riabilitativi, servizi scolastici, familiari, del soggetto, degli ambienti,…) .integrare di interventi e strategie (a scuola, nei vari contesti, con i diversi servizi)

-dimensioni qualificanti del PEI/Progetto di vita

. GLOBALITA’ (processi rivolti a apprendimenti, relazioni, identità, promozione talenti personali, considerazione di tutti i contesti di vita)

. INCLUSIVITA’ (obiettivi orientati alla vita adulta -competenze funzionali-, integrazione dei sostegni, didattica plurale, metodologie cooperative/integranti)

. CORRESPONSABILITA’(famiglia –coinvolgimento attivo-, ASL, EE.LL., territorio –collaborazioni interistituzionali o con servizi-) 6. interazione fra attività/interventi scolastici ed extrascolastici

d- COSA DEVE CONTENERE

(è un piano educativo personalizzato, da attuarsi

nell’anno scolastico in uno specifico contesto d’apprendimento -classe-)

1.richiamo alle finalità generali di riferimento del POF

2.obiettivi specifici (a breve/medio termine)

*cognitivi-apprenditivi (disciplinari, interdisciplinari,

metadisciplinari)

*comportamentali (di comunicazione, socializzazione,

relazionalità)

espressi in termini di esiti attesi nell’alunno

(=verificabili e valutabili)

3.attività, contenuti disciplinari, metodologie, scansioni temporali, strategie e modelli didattici, registri programmatici, mediatori didattici, strumenti anche informatici, risorse (umane,

strumentali…)

4.individuazione della tipologia di percorso scolastico in riferimento a quello di classe previsto dalla tipologia di scuola (differenziazione

parziale con possibilità di rilascio del diploma finale o differenziazione totale con rilascio del solo attestato per riconoscimento crediti scolastici)

5.personalizzazione di interventi didattici e percorsi formativi valorizzando per quanto possibile le abilità dell’alunno, anche differenziando in parte o in tutto rispetto alla classe

6.criteri e modalità di verifiche (in itinere) e di valutazione (periodica e finale)

7.uso pedagogico dell’errore e dell’insuccesso

8.sottoscrizione del D.S. e dei redattori (scuola +

Equipe sanitaria + Famiglia)

e- TENERE CONTO

.della possibilità di ricorrere alla differenziazione, parziale o totale rispetto alla classe, di -modelli didattici (didattica plurale)

-registri programmatici (problem posing/problem

solving, didattica della ricerca, didattica laboratoriale, didattica per concetti -mappe concettuali-, didattica breve, insegnamento per progetti, cooperative learning, peer education,…)

-mediatori didattici (attivi, inconici, analogici,

simbolici, tecnologici e informatici/multimediali)

-strategie didattiche - …

.della necessità di gestire la classe in quanto comunità d’ inclusione ed ambiente integrato d’insegnamento/apprendimento e di comunicazione

.del modellamento dell’ambiente (il comportamento

emotivo del docente -l’insegnante come modello d’identificazione-)

.dei caratteri distintivi dell’esperienza di apprendimento formale

.del ruolo dell’insegnante nei confronti dell’alunno (fanciullo, preadolescente, adolescente)

.dell’investimento affettivo -modello, rifiuto-,

accompagnatore/guida, stimolo, facilitatore, mediatore fra alunno disabile e ambiente d’apprendimento…

.delle caratteristiche della relazione d’aiuto (“prendersi cura/avere cura”, coniugare competenza

tecnica con competenza educativa, pluralità nella relazione d’aiuto, tecnologie assistive)

2. CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE (ICF) -OMS, 2001-

- cos’è . ordinatore (modello) concettuale . linguaggio condiviso . classificazione descrittiva

- novità a.teorico-concettuali (modello di salute,

funzionamento, disabilità,…)

b.linguistico-descrittive (performance,

capacità, barriere, facilitatori,…)

c.pratico-operative (Profilo Descrittivo di

Funzionamento, Progetto multidisciplinare, Punto di vista dell’alunno/coinvolgimento del soggetto, integrazione degli operatori della rete,…)

a. MODELLO BIOPSICOSOCIALE ’’Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di

uguaglianza con gli altri’’ (art. 1, c.2, Conv ONU – 2006)

Il modello/paradigma di riferimento utilizzato dall’ICF è quello biopsicosociale fatto proprio dall’OMS, che pone due polarità nel continuum della persona: * il concetto di funzionamento (functioning) in quanto interazione positiva persona/ ambiente che porta all’inclusione

* il concetto di mancato funzionamento = disabilità in quanto interazione negativa persona/ambiente che porta alla

discriminazione

Funzionamento e disabilità non si riferiscono al solo individuo (o alla sua malattia/menomazione

o all’assenza di malattia o alle conseguenze di malattia/

menomazione) ma all’ interazione positiva (funzionamento) o negativa (disabilità) di quell’individuo con i suoi ambienti di vita

Quindi:-per descrivere funzionamentoe di sabilità non basta osservare l’individuo con i suoi bisogni, ma è necessario prendere in considerazione le interazioni di quell’individuo con i suoi ambienti di vita -parimenti, per intervenire in modo corretto ed efficace non basta conoscere i soli bisogni dell’individuo, ma occorre considerare l’interazione negativa di quella persona con i suoi contesti di vita

Per cui: mentre il funzionamento è il risultato positivo

dell’interazione con il contesto ambientale che facilita l’attività e promuove la partecipazione alla vita con gli altri, all’opposto la disabilità è il risultato negativo dell’interazione con il contesto ambientale che ostacola frapponendo barriere o non ponendo sufficienti/adeguati facilitatori (=limitazione nelle

attività, restrizione alla partecipazione)

.il funzionamento può essere descritto,

promosso, perseguito, progettato…; .la disabilità può essere descritta, evitata, superata, modificata… funzionamento e disabilità, sia pur a livelli

diversi, possono coesistere in contemporanea nella stessa persona

la disabilità non è un “marchio a vita“, una

caratteristica indelebile della persona, bensì l’esito problematico della sua interazione con determinati contesti sfavorevoli od ostacolanti persone con lo stesso deficit/menomazione

possono non avere la stessa disabilità perché gli ambienti in cui la persona è immersa possono essere diversi Inoltre più la persona vive in ambienti poveri/ deprivati/meno favorevoli, tanto più peggiora la sua condizione (=la spirale negativa è legata al peggioramento delle condizioni ambientali)

è l’ambiente che connota la persona con

disabilità, non la menomazione: quando esso è barriera identifica il disabile =rottura del legame fra

menomazione e funzionamento (la disabilità non è più

legata –quale conseguenza- alla malattia/menomazione/deficit…, ma alla interazione negativa di una persona con una condizione di salute con i suoi contesti di vita)

Ne consegue che ci possono essere persone con menomazioni corporee senza disabilità, perché vivono in maniera integrata con i propri ambienti

il coinvolgimento e la consultazione della

persona disabile negli interventi a suo favore sono -per quanto possibile- ineludibili: chi meglio di lei può dire come vive l’interazione con i suoi ambienti

no altri modelli (biomedico, sociale,…)

l’ICF considera

. tutta la persona (in tutte le sue dimensioni

fisiche, psichiche, sociali, relazionali)

. tutte le persone (universalità)

. collocate nei concreti contesti / ambienti di vita (incluso quello scolastico di apprendimento

formale)

l’approccio alla disabilità dell’ICF è utile anche

ai fini dell’ inclusione scolastica, poiché .rompe il legame fra menomazione/deficit e funzionamento .fa rientrare nell’analisi anche i contesti concreti in cui la persona con disabilità è inserita e che sono determinanti in positivo od in negativo nel livello di funzionamento e di partecipazione

funzionamento e disabilità sono in stretta

relazione con i contesti di vita della persona con una condizione di salute; l’ICF descrive l’interazione dei fattori ambientali -in quanto facilitatori o barriere- riguardo alle sue attività e partecipazione, poichè i contesti di vita incidono sulla genesi e sul perdurare della disabilità: anche l’ambiente-scuola, se favorevole, può cambiare lo scenario del funzionamento, limitando le compromissioni. Per migliorare processo e qualità dell’inclusione occorre applicare in scuola la cultura del modello ICF, con particolare riferimento ai fattori contestuali ed all’area dell’attività e della partecipazione nella comunità scolastica

l’individuazione della persona disabile comporta,

metodologicamente, - l’accertare l’esistenza di menomazione - il rilevare il ruolo di barriera del contesto ambientale - l’appurare l’esito negativo dell’interazione tra la persona ed il suo contesto - fare il confronto con gli altri (=condizioni di non

uguaglianza)

la condizione di disabilità è

- multiassiale (occorre considerare il corpo, il

contesto, descrivere l’interazione negativa, confrontare la situazione con gli altri)

- dinamica (cioè non è stabile/definitiva/immutabile,

ma può aumentare o diminuire perché suscettibile dell’intreccio fra persona e fattori contestuali)

- sistemica (per analizzarla, descriverla, affrontarla

occorre lavorare su più dimensioni interrelate tra loro)

Perché, con quali vantaggi usare l’ICF a scuola? l’ICF propone ed utilizza un modello/paradigma di

funzionamento e di disabilità universale (OMS)

è un linguaggio condiviso, con un proprio

vocabolario, regole grammaticali e sintattiche (da conoscere e rispettare per il suo uso corretto); ma, come

tutte le lingue, può arricchirsi di nuovi vocaboli, evolvere, perfezionarsi, migliorare…

è un sistema scientifico di classificazione, con

un linguaggio universale multiprofessionale

è guida teorica (=modello di funzionamento) e

guida pratica (=consente di raccogliere informazioni

secondo una struttura organizzata, dentro un modello di funzionamento e fornisce anche un linguaggio universale condiviso)

b. L’ICF è un LINGUAGGIO che

1.serve a descrivere l’interazione (positiva o

negativa) dei fattori contestuali -quali facilitatori

o barriere- nell’attività e partecipazione di una persona. Per cui il focus dell’attenzione deve spostarsi dal soggetto all’interazione fra persona e contesto

2.come ogni linguaggio l’ICF

a) ha un vocabolario/lessico/semantica, una grammatica ed una sintassi (da utilizzare

in modo corretto/adeguato)

b) può arricchirsi di nuovi vocaboli, evolvere, perfezionarsi, migliorare, adeguarsi alle circostanze

3. ci si deve anche chiedere se la classificazione ICF, in quanto linguaggio, sia sufficiente a descrivere in modo appropriato e completo l’ambiente di apprendimento formale proprio della scuola e ciò che avviene (o può avvenire) nell’ambiente scolastico:

forse potrebbe essere necessario . un arricchimento terminologico nella classificazione . ed un arricchimento descrittivo nella osservazione/descrizione dell’interazione ambiente/alunno) N.B. Tali arricchimenti possono essere ideati, proposti

ed utilizzati dalle scuole, singole o associate

c. L’ICF consente di redigere un PROFILO DESCRITTIVO DI FUNZIONAMENTO - che serve a descrivere * funzioni(b) e strutture(s) corporee * attività e partecipazione(d)(con le interazioni

positive o negative (=funzionamento o disabilità) fra la persona dell’alunno ed i suoi contesti di vita (incluso l’ambiente scolastico)

* fattori contestuali: ambientali(e) e personali

- che assieme al PUNTO DI VISTA DELL’ALUNNO (=coinvolgimento del soggetto) e al PROGETTO MULTIDISCIPLINARE (integrazione fra operatori)

costituisce la base per progettare gli interventi anche scolastici (=percorso educativo-

didattico, PEI/Progetto di vita)

-il PDF della persona dell’alunno costituisce la base per progettare gli interventi anche educativo-scolastici (cioè di organizzare interventi e attività, definire l’entità e le tipologie delle risorse, chiarire i ruoli da attivare per superare le interazioni di squilibrio (=disabilità) e/o mantenere/ampliare le interazioni di equilibrio (=funzionamento): la stessa matrice del PDF, parte A&P abbinata ai fattori ambientali, diventa il punto di partenza per formulare il PEI

-il PDF, dettagliando la realtà globale dell’alunno, .si lega bene ai processi d’inclusione scolastica, di apprendimento e di socializzazione .non si esprime in termini solo tecnico-sanitari .cerca di attivare sinergie fra docenti, operatori sanitari e socio-assistenziali, territorio, famiglia, alunno La diagnosi diventa funzionale perché d’immediata utilità nel guidare l’ Insegnante alla scelta di obiettivi appropriati, di metodi di lavoro efficaci sulla base delle caratteristiche peculiari dell’alunno disabile

* cosa osservare/descrivere per il PDF: gli aspetti positivi e negativi dell’interazione fra l’alunno ed i suoi fattori contestuali scolastici con relativi bisogni (dell’interazione), non il soggetto con i suoi bisogni (cioè: per redigere il PDF di

un alunno nell’ambiente di apprendimento occorre osservare / descrivere come l’ambiente di apprendimento interagisce con quell’alunno)

* l’osservazione/descrizione va fatta per quanto

possibile dal punto di vista della persona interessata (perché è lei che sperimenta sulla sua pelle le

difficoltà, nonostante i fattori ambientali che possono essergli messi a disposizione)

* in setting(contesti) diversi, possono esistere PDF differenti della stessa persona,(perché le nterazioni

possono essere diverse, a seconda dei fattori ambientali che

intervengono): il PDF di un alunno nel suo ambiente di apprendimento può non coincidere con quello dello stesso alunno fuori dall’ambiente scuola

* ogni PDF può rilevare la compresenza di tratti di funzionamento e tratti di disabilità nella stessa persona * il PDF di un alunno in ambito di apprendimento serve anche a descrivere i risultati raggiunti nell’interazione alunno/scuola grazie agli interventi realizzati contenuti nel PEI * ogni interazione alunno/ambiente scuola può raggiungere risultati di successo (descrivibile in linguaggio ICF usando il primo qualificatore di A&P: performance = 0)

3.VERSO il PEI in ICF (secondo/su base ICF)

* VERSO… indica sperimentalità

* in / secondo / su base = seguendo modello

concettuale, linguaggio, descrizione propri della classificazione ICF

* ma come usare questo modello descrittivo nell’ambiente di apprendimento scolastico? - spostando il focus osservativo/descrittivo/ programmatorio dai bisogni dell’alunno alle esigenze dell’interazione alunno/suo ambiente di apprendimento - la descrizione può essere fatta in italiano e poi, se necessario, utilizzando i codici ICF

* tenere conto che -redigere il PEI significa affermare che ogni alunno in quanto persona ha diritto a raggiungere espliciti risultati di cambiamento (cioè a vivere senza

disabilità, nonostante vi siano minorazioni)

-il PEI .è strumento di un nuovo modo di operare in cooperazione al fine di azzerare la disabilità .va costruito ed aggiornato in accordo con l’alunno .va valutato rispetto ai risultati di cambiamento che produce o consente (gli obiettivi

devono essere espressi in termini di esiti attesi)

-se la classificazione ICF non appare sufficiente per descrivere l’interazione alunno/ambiente di apprendimento scolastico, è possibile arricchire la terminologia della classificazione e la descrizione della interazione stessa

-il PEI, come progettualità che organizza le risorse (umane, strumentali,…) orientate al raggiungimento di un esito/risultato, serve anche da ricalibratore dei fattori ambientali per migliorare l’interazione alunno/fattori ambientali scolastici (descrivibile in ICF con i

qualificatori) mediante la trasformazione della performance in capacità’

-il risultato consiste essenzialmente nel massimo funzionamento possibile dell’alunno (o quantomeno nel fatto che i funzionamenti prevalgano sulle disabilità)

* Al di là dei possibili schemi o modelli regionali /di case editrici/di esperti,… in assenza di espressa prescrizione di obbligo, resta l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche nella formale adozione dello schema o del modello di PEI ritenuto più funzionale o consono per la scuola; fermo restando alcuni ineludibili ’’paletti’’

il PEI deve mantenere le caratteristiche precitate

(anche perché così espressamente previsto ed esigito dal c.5

dell’art. 12 della L. n. 104/1992),

deve cioè contenere la progettualità annuale che individua e dettaglia gli interventi educativo- didattici condivisi dal team docente -raccordati con

quelli previsti per la classe e con quelli sociosanitari e

riabilitativi del territorio- al fine di assicurare all’alunno disabile certificato il diritto allo studio e l’inclusione scolastica attraverso il perseguimento dell’obiettivo fondamentale dello «sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione» (c.3, art. 12 L. n104/1992)

Anche il PEI in ICF deve * mantenere le caratteristiche di redazione (collegialità, innesto sulla programmazione di classe,

flessibilità/aggiornabilità, significatività formativa, espansione nel progetto di vita, interazione scuola/extrascuola)

* richiamo alle finalità generali * obiettivi (a breve/medio termine) esiti attesi

. cognitivo-apprenditivi . comportamentali

* attività, contenuti, metodologie, risorse… * percorso scolastico * personalizzazioni * verifiche e valutazione * errore e insuccesso * azioni da attivare per l’adattamento dell’ ambiente di apprendimento alle necessità dell‘interazione alunno/ambiente scolastico * sottoscrizione

anche se informato/impregnato dal modello

concettuale ICF ed espresso in termini di linguaggio ICF

il PEI in ICF ha come presupposto (=si fonda su)

la puntuale conoscenza dell‘alunno, desunta da

.attenta osservazione pedagogica descrittiva dell‘alunno

.esame della documentazione a disposizione (PDF con DF, Punto di vista dell‘alunno, Progetto

multidisciplinare, relazioni e PEI precedenti,…)

.con l‘apporto normativamente previsto degli operatori dell‘Equipe sanitaria territoriale che segue l‘alunno e della collaborazione dei genitori

* con l‘utilizzazione della prospettica ICF il focus attentivo va diretto sulle interazioni positive o negative incontrate dall‘alunno disabile nel contesto d‘apprendimento scolastico: da tali interazioni è possibile partire per progettare interventi pedagogico-didattici mirati che, eliminando barriere e introducendo sufficienti facilitatori, sfruttando le positività presenti consentano di superare limitazioni dell‘attività e restrizioni alla partecipazione (per utilizzare il

linguaggio ICF)

Cioè: l‘utilizzo dell‘ ICF nella scuola non comporta nuova produzione di materiali cartacei, nuove progettazioni, nuovi impegni, ma propone un approccio inedito più scientifico e attento alla valenza del contesto

* Se il PEI è un piano educativo personalizzato teso al risultato di far evolvere/migliorare l’alunno disabile certificato (a livello cognitivo-

apprenditivo, relazionale, comunicativo e di socializzazione)

- individua adeguati percorsi scolastici e mirati interventi educativo-didattici (anche disciplinari)

- organizza funzionalmente le risorse (umane,

strumentali, pedagogico-didattiche, di classe / scuola / territorio,…)

- ricalibra i fattori ambientali affinchè siano positivi per migliorare l’interazione fra alunno e fattori contestuali scolastici a livello di performance vs capacità così da raggiungere come esito complessivo l’inclusione scolastica dell’alunno e conseguente azzeramento o diminuzione della disabilità

* riformulazione del circolo della

PROGETTAZIONE PERSONALIZZATA MIGLIORATIVA basata sui bisogni

dell’interazione alunno/contesto scolastico (con uso di matrice d’osservazione/codifica che lega i fattori ambientali a ciascuna attività scolastica) (L. Frattura 2016)

1. analisi del contesto (=osservazione)

2. analisi dell’interazione tra persona dell’alunno e contesto

3. modifica del contesto

4. analisi dell’interazione tra persona e contesto modificato

1. analisi del contesto =osservazione dei risultati

GIA’ raggiunti nell’interazione tra Docente -che mette in

grado l’alunno di apprendere/essere/fare- e l’alunno -che è

messo in grado di apprendere/essere/fare- (e non analisi dei bisogni dell’alunno =ciò che gli serve perché ha qualcosa di mancante)

2. analisi dell’interazione tra persona dell’alunno e contesto =osservazione di tipo/numero/effetto dei

fattori contestuali sulla perfòrmance

3. modifica del contesto =eliminazione eventuali

barriere e mantenimento/potenziamento dei facilitatori

4. analisi dell’interazione tra persona e contesto modificato 5. analisi del contesto =dei nuovi risultati raggiunti grazie alla progettazione personalizzata migliorativa

* lo schema proposto/suggerito dall‘USR nel 2010 per la redazione del PEI in ICF: Ambito - Obiettivi - Attività - Fattori - Verifica (codice) ambientali

discipline e contenuti

4. INCLUSIONE

* INTEGRAZIONE= .rendere più completo,

valido, con l’aggiunta di ulteriori elementi .inserire una persona in un ambiente così che ne diventi parte organica Sottende il reciproco adattamento/ accomodamento attivo tra l’individuo ed il contesto, in un quadro di disponibilità di risorse efficaci, efficienti, adeguate alla situazione, ma .non modifica i principi e le regole di funzionamento della scuola (è il singolo che deve

adattarsi a principi e regole prefissate, non viceversa)

.conserva impostazione e visione medica della disabilità (per cui lo studente disabile, in quanto speciale

/diverso dev’essere tutelato attraverso interventi speciali di tipo prevalentemente tecnico-sanitari, tarati su deficit / menomazioni ufficialmente riconosciuti e certificati)

* INCLUSIONE= .essere parte di qualcosa

.sentirsi del tutto accolti/ avvolti Nei documenti internazionali (ONU, OCSE, OMS) indica l’entrare nella comunità (scolastica) a pieno titolo ed alla pari di tutti gli altri membri del gruppo Ciascuno è portatore della propria specificità: la diversità di tutti e di ciascuno diventa la normale condizione di scuola e di aula, per cui principi e regole di funzionamento del contesto debbono essere riformulati sulla base di tutti i componenti L’inclusione -è un modo di vivere insieme in cui ogni

individuo ha valore ed appartiene a pieno titolo alla comunità -può avvenire in tutti gli ambienti, che però devono adattarsi alle diversità individuali (è la scuola che è

a servizio dell’alunno e deve rispondere ai bisogni formativi individuali e della comunità di apprendimento)

Integrazione o Inclusione ?

La logica/il paradigma dell’integrazione resta di tipo assimilazionista: il modello di riferimento è una normalità a cui tutti debbono tendere; chi invece per disabilità, DSA, disturbi evolutivi specifici, svantaggi (=BES) ha difficoltà a raggiungere tale normalità deve venir accolto per mezzo di un aiuto L’intervento è rivolto al soggetto e non al sistema -che peraltro è programmato, pensato ed organizzato in funzione dei soggetti ’normali’ e solo in seconda battuta può accogliere in modo più o meno efficace gli altri-

Invece la logica/il paradigma dell’inclusione parte dalla considerazione che la diversità è connaturale alla persona, la quale -a causa di ostacoli e problematiche diverse- può venirsi a trovare, anche temporaneamente, in condizioni personali e/o ambientali di difficoltà, che ostacolando i processi individuali di apprendimento/di sviluppo/ di partecipazione, risultano obiettivamente difficoltose per il soggetto o per l’ambiente di relazionalità in cui egli è inserito: il sistema è sin dall’origine programmato, pensato ed organizzato per accogliere tutte le diversità/differenze e per rispondere ai vari bisogni (l’intervento non è solo sul

soggetto diverso o speciale, ma soprattutto sul sistema -contesto- che è predisposto per mettersi dal punto di vista di tutti, cioè per essere inclusivo)

L’ INCLUSIONE scolastica

muove dal riconoscimento

delle differenze tra gli alunni:

l’organizzazione della scuola e

la didattica si debbono organizzare

a partire

dal riconoscimento di tali differenze

(Italo Fiorin)

* L’inclusione dell’alunno è il risultato complessivo del PEI: come descrivere tale risultato in ICF così da accertarsi che esso sia raggiunto?

* La logica dell’inclusione scolastica non fa riferimento ai soli alunni con BES (disabili, DSA, con disturbi evolutivi, con svantaggi,…) ma a tutti gli alunni, con BES o BES: progettare l’inclusione scolastica implica mettersi dal punto di vista di tutti e dell’intero sistema, che solo così diventa inclusivo

* L’Index for inclusion -evidenzia che ogni alunno, per essere incluso, deve essere considerato nell’interezza della sua persona (e non limitare l’attenzione e la

progettazione a singoli aspetti del suo essere o della sua vita -es. un deficit, l’apprendimento dell’italiano L2, …-)

-sottolinea che lo stesso concetto di BES è in sé un controsenso: le difficoltà educative/ apprenditive/partecipative non possono essere affrontate individuando una categoria di alunni (i BES) perchè impone un’etichetta che

.diminuisce le aspettative nei confronti di questi alunni

.distoglie l’attenzione dalle difficoltà che anche gli alunni normali incontrano nell’apprendimento o nella partecipazione e dai problemi che possono emergere da relazioni, culture, curricoli, approcci all’insegnamento ed all’apprendimento, organizzazione scolastica, politiche educative,…

-propone di assumere al posto del concetto di BES il concetto di ostacoli all’apprendimento ed alla partecipazione (cfr. ICF), poiché tali ostacoli possono essere presenti in ogni aspetto della vita scolastica, della comunità locale, delle politiche locali o nazionali N.B. .con il concetto di bisogno educativo speciale si è nell’ambito di un approccio medico-clinico, con centratura sul deficit ed aspettative di guarigione; .con il concetto di ostacoli all’apprendimento ed alla partecipazione si è nel quadro di un approccio biopsicosociale (ICF)

L’Index for inclusion prevede 1-concetti chiave per comprendere i caratteri fondamentali dello sviluppo inclusivo della scuola: le tre dimensioni . creare culture inclusive (costruire comunità e

affermare valori inclusivi)

. produrre politiche inclusive (sviluppare la scuola

per tutti e organizzare il sostegno alla diversità)

. sviluppare pratiche inclusive (coordinare

l’apprendimento e mobilitare risorse)

2-dimensioni e sezioni di riferimento per valutare e sviluppare la scuola inclusiva:

5 le fasi previste:

1^ cominciare ad utilizzare l’Index 2^ analisi della scuola 3^ produrre un progetto di sviluppo inclusivo 4^ realizzare le priorità 5^ revisione del processo di Index

3-indicatori e domande per un’analisi dettagliata delle problematiche e decidere le priorità della scuola

4-scheda riepilogativa e questionari per l’autovalutazione