Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free...

8
Direttore ARTURO DIACONALE Venerdì 12 Maggio 2017 Fondato nel 1847 - Anno XXII N. 90 - Euro 0,50 DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE pER LE GARANzIE, LE RIfORME ED I DIRITTI UMANI delle Libertà PRIMO PIANO CAPONE A PAGINA 3 La Boschi chiede la testa del profeta de Bortoli ECONOMIA DI MUCCIO A PAGINA 4 Colpa dell’Italia, non dell’Euro SALUTE VIOLI A PAGINA 7 “Fake” medicina: il ruolo dei giornalisti, giudici e politici Il solco di Maroni e la spada di Salvini L a dichiarazione di Roberto Maroni secondo cui la fase lepenista della Lega deve con- siderarsi finita è la logica con- clusione del voto francese. Se la stessa Marine Le Pen an- nuncia un cambio radicale della propria strategia politica che parte addirittura dal cam- bio del nome Front National, appare evidente che gli imita- tori italiani della leader fran- cese debbano necessariamente seguirne l’esempio e chiudere la fase lepenista per passare a una fase meno radicale. Tutto con l’obiettivo di conquistare quell’elettorato moderato che non vuole avventure ma solo certezze per un futuro stabile e tornare al governo del Paese. Non è detto che questo cambio di linea possa portare a un ribaltamento dei rapporti di forza al- l’interno della Lega. Matteo Salvini ha il controllo... di ARTURO DIACONALE In virtù di nuove leggi chi perde voti acquista seggi E vviva! Si dà mano (o, almeno, pare) alla legge elettorale. Così gli italiani potranno andare a votare. Non dirò “a scegliere i loro rappre- sentanti”. Perché non si devono dire le bugie. La legge elettorale pros- sima ventura non con- sentirà di scegliere nemmeno un commesso di Montecito- rio. I cosiddetti “rappresen- tanti del Popolo” non li sceglierà, salvo imprevedibili incidenti, il Popolo. E nem- meno i partiti, ma i proprie- tari di sigle. L’unico partito esistente, il Partito Democra- tico, sostiene che le sue scelte le ha già fatte con quelle co- siddette “primarie” (nome che ha più a che vedere con le scuole elementari che con le votazioni di selezione dei can- didati all’interno dei partiti negli Usa). Ma lasciamo per- dere. Nessuno pretenderà che in questo Paese si faccia sul serio addirittura la Democrazia. Continua a pagina 2 Il sostegno del “Made in Italy” parte dal rilancio delle micro, piccole e medie imprese italiane L a globalizzazione non è stata adeguatamente com- presa e governata. E, in un’epoca in cui stanno rinascendo i muri, reali e virtuali, economici e so- ciali, i nostri imprenditori si confrontano da tempo con i confini planetari. Determinati, in larga parte, dal riaffiorare di aspirazioni nazionalistiche. Tuttavia, i muri, come ha sot- tolineato il presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Mer- letti, intervenendo al Palazzo della Cancelleria di Roma, nel corso del- l’Assemblea annuale, rappresentano una mera illusione. “Per- ché il Vallo di Adriano non ha fermato i Bar- bari e la Grande Mura- glia non ha impedito la conquista di Pechino”. di MAURO MELLINI Continua a pagina 2 Continua a pagina 2 Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto anche se tutto lascia pensare che non ci saranno grandi modifiche al vecchio Italicum di GIOVANNI MAURO Parte lo scontro sulla legge elettorale

Transcript of Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free...

Page 1: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

Direttore ARTURO DIACONALE Venerdì 12 Maggio 2017Fondato nel 1847 - Anno XXII N. 90 - Euro 0,50

DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1

DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE pER LE GARANzIE, LE RIfORME ED I DIRITTI UMANI

delle Libertà

PRIMO PIANO

CAPONE A PAGINA 3

La Boschi chiede la testa del profeta de Bortoli

ECONOMIA

DI MUCCIO A PAGINA 4

Colpa dell’Italia, non dell’Euro

SALUTE

VIOLI A PAGINA 7

“Fake” medicina: il ruolo dei giornalisti,

giudici e politici

Il solco di Maroni e la spada di Salvini

La dichiarazione di RobertoMaroni secondo cui la fase

lepenista della Lega deve con-siderarsi finita è la logica con-clusione del voto francese. Sela stessa Marine Le Pen an-nuncia un cambio radicaledella propria strategia politicache parte addirittura dal cam-

bio del nome Front National,appare evidente che gli imita-tori italiani della leader fran-cese debbano necessariamenteseguirne l’esempio e chiuderela fase lepenista per passare auna fase meno radicale. Tuttocon l’obiettivo di conquistarequell’elettorato moderato chenon vuole avventure ma solocertezze per un futuro stabile

e tornare al governodel Paese.

Non è detto chequesto cambio dilinea possa portare aun ribaltamento deirapporti di forza al-l’interno della Lega.Matteo Salvini ha ilcontrollo...

di ARTURO DIACONALE

In virtù di nuove leggi chi perde voti acquista seggi

Evviva! Si dà mano (o,almeno, pare) alla

legge elettorale. Così gliitaliani potranno andarea votare. Non dirò “ascegliere i loro rappre-sentanti”. Perché non sidevono dire le bugie. Lalegge elettorale pros-sima ventura non con-sentirà di scegliere nemmenoun commesso di Montecito-rio. I cosiddetti “rappresen-tanti del Popolo” non lisceglierà, salvo imprevedibiliincidenti, il Popolo. E nem-meno i partiti, ma i proprie-tari di sigle. L’unico partitoesistente, il Partito Democra-tico, sostiene che le sue sceltele ha già fatte con quelle co-

siddette “primarie” (nome cheha più a che vedere con lescuole elementari che con levotazioni di selezione dei can-didati all’interno dei partitinegli Usa). Ma lasciamo per-dere. Nessuno pretenderà chein questo Paese si faccia sul serioaddirittura la Democrazia.

Continua a pagina 2

Il sostegno del “Made in Italy”parte dal rilancio delle micro,

piccole e medie imprese italiane

La globalizzazione non èstata adeguatamente com-

presa e governata. E, in un’epocain cui stanno rinascendo i muri,reali e virtuali, economici e so-ciali, i nostri imprenditori si

confrontano da tempo con iconfini planetari. Determinati,in larga parte, dal riaffioraredi aspirazioni nazionalistiche.Tuttavia, i muri, come ha sot-tolineato il presidente di ReteImprese Italia Giorgio Mer-letti, intervenendo al Palazzo

della Cancelleria diRoma, nel corso del-l’Assemblea annuale,rappresentano unamera illusione. “Per-ché il Vallo di Adrianonon ha fermato i Bar-bari e la Grande Mura-glia non ha impedito laconquista di Pechino”.

di MAURO MELLINI

Continua a pagina 2 Continua a pagina 2

Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto anche se tuttolascia pensare che non ci saranno grandi modifiche al vecchio Italicum

di GIOVANNI MAURO

Parte lo scontro sulla legge elettorale

Page 2: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

Editoria a due facce. Alcuni grandigruppi (Rcs guidato da Urbano

Cairo, Gedi dell’accoppiata De Be-nedetti-Agnelli, Mondadori di Ma-rina Berlusconi) stanno lentamenteriprendendosi dalla forte crisi che hacolpito il settore. Altri, invece, conti-nuano a soffrire situazioni pesanticome è il caso del quotidiano dellaConfindustria, “Il Sole 24 Ore”, e ilgiornale fondato da Antonio Gram-sci, “L’Unità”.

Due sono i fenomeni più rilevantidi questi ultimi anni: scende il nu-mero dei giornalisti professionisti eavanzano le posizioni contrattualiprecarie. Con conseguenze gravi perl’Istituto di previdenza, che ormaichiude i bilanci in rosso, vende il pa-trimonio immobiliare e andandoavanti così finirà per dover passareall’Inps come è già avvenuto per glistatali e i lavoratori dello spettacolo.Tutti nel calderone della Super-Inpscon quello che comporta un simileagglomerato. Aumentano le preoc-cupazioni. I giornalisti si avviano aessere una categoria in via di estin-zione? I timori ci sono. Il rischio perla democrazia e il pluralismo è alto.Necessita, pertanto, secondo i verticidella Federazione nazionale dellastampa italiana, aprire con il Go-verno e gli editori un tavolo sull’oc-cupazione. Nei decreti attuativi dellariforma dell’editoria in discussione aPalazzo Chigi è totalmente assente latutela dell’occupazione e dei diritti dichi svolge la professione giornali-stica. Lo ha precisato il segretariodella Fnsi, Raffaele Lorusso, durantel’assemblea dell’Assostampa a Bari,secondo il quale sono stati presi, in-vece, in considerazione alcuni temiposti dagli editori.

C’è una preoccupante crescita delprecariato e di piani di ristruttura-zione che devono essere chiusi, il cuiobiettivo è quasi sempre la riduzionedegli organici, considerata unica val-vola per la diminuzione dei costi.Non è così, ha osservato Lorusso. Ilfuturo dell’informazione in Italianon può essere fatto solo di tagli che

al massimo possono servire in alcunicasi a rimettere in carreggiata situa-zioni aziendali in pericolo. Gli editorinon possono limitarsi ai tagli ma de-vono tornare a parlare di investi-menti, di prodotto e qualità che siraggiunge solo se alla base vi è la-voro regolare e non lavoro senza di-ritti.

Prosegue intanto la mobilitazionedei dipendenti de “Il Sole 24 Ore”. Ilcomitato di redazione ha chiesto al-l’azienda di riferimento il rilancio delgiornale economico e il coinvolgi-

mento di un partner nell’area dellaFormazione ed eventi. Della partitapotrebbe essere la Luiss, l’Universitàcontrollata dalla Confindustria. Conl’immissione di 20 milioni il fabbiso-gno di aumento del capitale scende-rebbe da 70 a 50 milioni. A questopunto l’associazione degli imprendi-tori metterebbe circa 30 milioni dieuro per mantenere il controllo dellasocietà. C’è tempo fino al 28 giugnoper valutare le offerte, giorno del-l’assemblea per l’approvazione del-l’aumento di capitale e del bilancio.

Ancora grave è la situazione alquotidiano “L’Unità”. Sono mesi tor-mentati, con scioperi e accuse dicomportamento antisindacale neiconfronti della maggioranza dellaproprietà. La minoranza è ancora inmano al partito del segretario Mat-teo Renzi, al quale hanno lanciato unappello i giornalisti rimasti fuoridalle ultime ristrutturazioni. Secondonotizie interne, al quotidiano fon-dato da Gramsci e che ha avutocome direttori Massimo D’Alema eWalter Veltroni gli attuali redattori

stanno ricevendo stipendi aldi sotto dei 100 euro perchél’editore scarica sulla bustapaga dei dipendenti i pigno-ramenti chiesti e ottenuti daaltri ex dipendenti. “Un pre-cedente pericoloso e inac-cettabile - osserva il Cdr -per il mondo dell’editoriache ribalta molti principidel diritto del lavoro”.

Tra i firmatari dell’ap-pello a Renzi ci sono l’ex se-gretaria dell’Asr SilviaGarambois, l’ex portavocedi Giorgio Napolitano Pa-squale Cascella, PeppinoCaldarola, Giorgio FrascaPolara e Bruno Ugolini.

Altra vertenza in corso èquella di Metro (la primafree press in Italia) dovel’editore ha annunciatonuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti hanno pro-clamato lo stato diagitazione perché il giornalenon uscirà più il lunedì esarà ridotto il servizio deglispettacoli locali dedicati allecittà di Roma, Milano e To-rino. Tre giorni di scioperohanno effettuato i giornali-sti delle ex testate D. Printche attendono il pagamentodello stipendio di marzo. Èdisposto a riaprire il con-

fronto l’editore de “La Città di Sa-lerno” dopo 2 giorni di sciopero. Sultavolo del negoziato il no all’ester-nalizzazione della gestione del sitoweb, la titolarità dei servizi sportivi,i paletti sul lavoro del service chedeve restare un fornitore di supportoe non sostitutivo della redazione.Precipita infine la situazione di “TeleRadio Gubbio” con il licenziamentodi metà della redazione, rendendograve la situazione occupazionalegiornalistica in Umbria dopo la chiu-sura del quotidiano umbro.

rale consiste in questo: a quello che meglioazzecca il sondaggio più esatto e l’arzigogolopseudo-elettorale e il calcolo meno sballato(ma, al dunque, tutti sanno “far di conto”)daranno maggioranze, opposizioni, formuledi governo e presidenze varie. È un nuovotipo di democrazia: a risultato anticipato egarantito. Prima si stabilisce chi deve vinceree chi deve perdere (meglio se con una certaambiguità), poi si va a votare con fede sulbuon senso degli italiani che deve portarli adare i voti secondo i marchingegni della leggeelettorale.

Tatarellum, Mattarellum, Italicum, Porcel-lum. Si fa anche della filologia latino-mac-cheronica. Già: maccheroni, ma più esatto epuntuale è parlare di “pasticcio”. La pros-sima legge elettorale la chiameremo “Pastic-cium”.

MAuro MeLLini

2 L’oPinione delle Libertà venerdì 12 maggio 2017Politica

...In un mutato contesto mondiale, l’Europaassume, dunque, un ruolo decisivo. E, per il ri-lancio dell’economia continentale, una chiavedi volta è costituita dalle micro, piccole emedie imprese italiane: dall’abbigliamento al-l’arredamento, fino all’agroalimentare. Sitratta di un autentico fiore all’occhiello del no-stro “Made in Italy”. Infatti, storicamente ilsuccesso delle imprese italiane è determinatodalla rivoluzionaria idea di personalizzazionedel prodotto. Noi italiani siamo maestri nellacreazione di innovativi brand di livello inter-nazionale, destinati a precise fasce di consu-matori.

Ma, affinché si realizzi un sostegno efficacealle nostre aziende, è necessario che il nostroPaese, in un confronto dialettico con l’Europa,intervenga sul tema fiscale, sulla flessibilità,sulla sana concorrenza, sulla competitività esull’innovazione. Purtroppo, le istituzioni ita-liane non riservano la meritata attenzione aibisogni specifici delle imprese nazionali. So-prattutto, rispetto al sostegno e allo sviluppodell’attività di promozione commerciale e pro-duttiva. Com’è stato ampiamente provato, lepolitiche del rigore hanno minato la fiduciadelle nostre aziende. Infatti, secondo Rete Im-prese Italia, “la nostra ripresa economica è an-cora fragile con un tasso di crescita nel 2017e 2018 tra i più bassi d’Europa. Serve mag-giore flessibilità per evitare che gli automati-smi delle politiche di austerità ci soffochino”.

È acclarato che le imprese che si interna-zionalizzano crescono più delle concorrenti. Idati Ocse 2016 dimostrano che le micro, pic-cole e medie imprese hanno un peso rilevante

segue dalla prima

...del partito e non sembra che lo stesso Ma-roni punti a far saltare il segretario puntandoa provocare una sua sostituzione in occasionedel prossimo congresso. In realtà l’obiettivo delgovernatore lombardo è diverso. Maronichiede a Salvini di rimanere al proprio postoma di cambiare linea lasciando il lepenismo ra-dicale che è destinato a condannare la Lega aun’opposizione a vita e tornando a quel nor-dismo delle origini che ha permesso al Carroc-cio di diventare forza di governo regionale enazionale per vent’anni di seguito.

In vista della fine della legislatura e delle ele-zioni politiche, in sostanza, Maroni propone aSalvini di recuperare la linea politica delle ori-gini e lo schema delle alleanze che non è soloquello del 1994, ma è soprattutto quello checonsente alla Lega di guidare il governo dellaLombardia e del Veneto e di partecipare conruolo significativo al governo della Liguria.Cioè l’alleanza con Forza Italia e la riedizionedel centrodestra largo.

Sulla carta la richiesta del governatore lom-bardo al segretario leghista sembra molto pe-sante. Si tratta di operare una conversionetotale della linea di marcia seguita dalla Leganegli ultimi anni recuperando, con il nordismoe il federalismo, quel rapporto privilegiato conForza Italia e Silvio Berlusconi che Salvinitroppo spesso ha cercato di incrinare e supe-rare.

Nella realtà, però, visto che è la stessa LePen a lanciare il superamento del lepenismo, laconversione proposta da Maroni non sembraimpossibile. Basta una buona dose di realismoe l’operazione può essere realizzata. Dallostesso Salvini e senza perdere la faccia!

ArTuro DiAconALe

sull’export italiano. E non si tratta soltanto diesportazioni dirette. Ma anche in fatto di pro-duzione in subfornitura di beni per altreaziende che poi vengono esportati. Gli ele-menti di valutazione certificano un aspetto evi-dente: l’esportazione, in Italia, viene garantitadalle piccole e micro imprese. E ben 180miladelle piccole aziende esportatrici sono al disotto dei 50 dipendenti. Superano sia le im-prese tedesche sia quelle francesi, che risultanoessere, rispettivamente, 158mila e 105mila.

Al fine di favorire la ripresa delle nostremicro, piccole e medie imprese, il GovernoGentiloni dovrebbe intervenire concretamente.L’esecutivo finora si è dimostrato miope a pro-posito del rilancio della nostra economia.Prova ne è il fatto di avere legato lo sviluppo,in gran parte al sostegno e, spesso, al salva-taggio delle grandi e grandissime imprese delnostro Paese. Eppure, la strada da intrapren-dere va in tutt’altra direzione. Infatti, le micro,piccole e medie imprese vantano un primatoassoluto nel contesto europeo e devono esseresalvaguardate. L’Unione europea e l’Italia nonpossono prescindere dalla loro significativavalorizzazione.

gioVAnni MAuro

...Dunque, nei prossimi giorni e mesi (se tuttova bene) gli esponenti della nostra classe po-litica, i rappresentanti dei partiti esistenti e diquelli immaginari, con alla mano i risultatidei sondaggi sulle intenzioni di voto e ma-nuali di algebra, stabiliranno chi deve vincerele elezioni e chi le deve perdere e come cer-care di far contenti tutti e “contenti e coglio-nati” gli elettori.

Perché oramai in Italia il risultato eletto-

Il solco di Maroni e la spada di Salvini

In virtù di nuove leggi chi perde voti acquista seggi

Il sostegno del “Made in Italy”parte dal rilancio delle micro,

piccole e medie imprese italiane

Direttore responsabile: ARTURO [email protected]

condirettore: GIANPAOLO PILLITTERI

Direttore editoriale:GIOVANNI MAURO

AMici De L’oPinione soc. coop.Impresa beneficiaria per questa testata dei contributi

di cui alla legge n. 250/1990e successive modifiche e integrazioni.

IMPRESA ISCRITTA AL ROC N. 8094

Sede di romaVia Augusto Riboty, 22 00195 - Roma

Tel: 06.83658666 [email protected]

Amministrazione - AbbonamentiTEL 06.83658666 / [email protected]

Stampa: centro Stampa romanoVia Alfana, 39 00191 roma

Quotidiano liberale per le garanzie,le riforme ed i diritti civili

Registrazione al Tribunale di Roma n. 8/96 del 17/01/’96

CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 19,00

Editoria: sempre meno giornalistidi Sergio Menicucci

Page 3: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

3L’opinione delle LibertàPrimo Pianovenerdì 12 maggio 2017

Partito Democratico in trinceadopo le rivelazioni di Ferruccio

de Bortoli sull’operato di MariaElena Boschi, soprattutto emergela difesa dell’ex ministra delle Ri-forme per bocca di tutti quei sa-lotti (sia politici che pseudocomunicazionali) riconducibili allelobby che oggi vedono in MatteoRenzi il Macron d’Italia.

Una difesa che impazza dalleradio alla carta stampata, pas-sando per le trasmissioni televisivegeneraliste. Perché in Italia rivol-gere accusare e scoprire altarinidei compagni di merenda di Mat-teo Renzi è politicamente scor-retto, soprattutto dopo la suaaffermazione all’interno del Par-tito democratico. Così si sprecanoi vari “si colpisce la Boschi per fe-rire Renzi”, “la Boschi è unadonna giovane e capace e le accuseprovengono da chi avversa la suapresenza in politica”... una va-langa di boutade, ma non chiari-scono affatto il motivi che hannospinto la rampolla del banchiereetrusco ad interessarsi della vi-cenda bancaria familiare: e sap-piamo tutto il Paese essereindignato per come sono stati trat-tati investitori e risparmiatoriclienti di Banca Etruria. Non sipossono certo nascondere le tanteremore a trattare quest’argo-mento, in considerazione della fa-cilità con cui banchieri e politicirenziani abusino della querela, alpunto da trasformarla in una sortadi strumento intimidatorio. Bran-dito contro i giornalisti nemici del

salotto consensuale di Matteo,Maria Elena e rispettivi genitori.

Secondo il Pd la vicenda Boschisarebbe destinata a sgonfiarsi.Sorge il sospetto che qualcuno in-tenda provvedere in tal senso at-traverso la rete d’amicizie tra chiindaga e chi scrive. Intanto la Bo-schi, forte delle coperture istitu-zionali, minaccia querele e ribattecon sicumera “quello che dovevodire l’ho detto”.

Intanto nessuno s’azzarda asmentire lo scritto di Ferruccio deBortoli. Nemmeno Federico Ghiz-zoni (ex amministratore delegatodi Unicredit che avrebbe avuto ilfantomatico colloquio con la Bo-schi) s’azzarda a smentire le rive-lazioni di Ferruccio de Bortoli. “Ilsilenzio di Ghizzoni è una con-

ferma - afferma Paolo Mieli(amico e collega di de Bortoli) - Lacosa c'era. Però adesso Ghizzoniha il dovere di spiegare come,dove, quando, il giorno, in chemodi”.

La difesa di Mieli (temuto e sti-mato in ambienti democratici) ta-cita parte degli “armigeri” diMaria Elena e Matteo. E di fattopotrebbe anche emergere che laBoschi avrebbe mentito a cospettodel Parlamento, affermando dinon essersi “mai occupata diBanca Etruria”. Qui i difensoridella Boschi si rivelano davveroabili a gettarla in caciara, infattisorvolano sul fatto che alla Boschipotrebbe essere sfuggita unabugia, ma cercano di convincere lemasse che non è utile al Paese par-

lare male della Boschi. E chi lo faviene automaticamente etichettatocome nemico di Renzi, del suo par-tito unico della nazione: certol’Italia non ha bisogno d’un pic-colo Erdogan in salsa democri-stiana, capace di farci sprofondareagli ultimi posti delle classifichemondiali sulla libertà di stampa.Ecco perché de Bortoli va difeso.“Nel caso del ministro Boschic’era un conflitto di interessi - af-ferma l’ex direttore del Corrieredella Sera - Io credo che un poli-tico debba preoccuparsi di quelloche succede a una banca. Ma unconto è occuparsi di una cosa, unaltro fare richieste. E comunque ioho raccontato: non ho detto cheha fatto pressioni indebite”.

Da Pier Luigi Bersani a Matteo

Salvini s’è formato un fronte poli-tico che chiede le dimissioni dellaBoschi. Certo ognuno cerca di por-tare consenso alla propria fazione.Grave è il vulnus democratico nelPaese, ancor più grave che néGhizzoni né la Boschi intendanodare spiegazioni. Quasi che le pol-trone elettive ed i soldi dei rispar-miatori siano diventati retaggio diquesta nuova casta, fatta di per-sone a mezzo tra poteri bancari elobby d’affari. Gente che crede dinon dover rendere conto al citta-dino risparmiatore, soprattutto re-putano che l’uomo di strada nonvada informato. Ecco che il con-senso ammanta Maria Elena diuna sorta d’aurea innocenziale:parlano della sua bellezza, dellesue aspirazioni, del fatto che a 24anni sedeva già in quattro consiglid’amministrazione. Ma nessuno cispiega come abbia fatto a nascerepotente, soprattutto se dietro lasua carriera non si possano celarele manovre di papà Boschi, sodalepolitico-bancario di papà Renzi. Esu tutto impazzano i professionistidel gossip, che vedono in Renzi ilMacron d’Italia, nella Boschi unasorta di premier dame alla fran-cese. Stanno quasi costruendoci unimmaginario in cui Matteo possaconvolare a nuove nozze conMaria Elena: entrambi pronti a ce-nare a lume di candela EmmanuelMacron e Brigitte. Una cena trabelli, capace d’obliterare le diffe-renze d’età. Maria Elena biondacome Brigitte, entrambe attoriali,fotogeniche. Che bell’Europa, che“bail-in” questa poltiglia di ri-sparmiatori-elettori.

La Boschi chiede la testa del profeta de Bortolidi RuggieRo Capone

Page 4: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

Sotto il regno dell’euro, dal 2002al 2016, l’Italia ha goduto di

saggi d’interesse e d’inflazione fa-vorevolissimi, mai registrati in pas-sato. Ebbene, questa ideale stabilitàmonetaria, diretta conseguenza del-l’adesione all’euro, com’è statasfruttata per il bene della nazione?Ecco come: nel 2002 il debito pub-blico era 1368 miliardi dieuro. Nel 2016 il debito èsalito a 2252 miliardi, ilpiù alto della storia. Nel2002 il rapporto debito/Pilera il 105 per cento. Nel2016 il rapporto ha rag-giunto il 135 per cento.

Quando i fatti smenti-scono la politica, il savioconclude che bisogna cam-biare la politica mentre ilpazzo insiste che occorreignorare i fatti. Governi eParlamenti hanno illuso icittadini, che per parte loroerano ultradesiderosi d’es-serlo (Vulgus vult de-cipi, ergo decipiatur!).L’inganno stava e stain ciò, che con l ’euroavremmo risolto tutti inostri problemi, miracolo-samente, anche senza rea-lizzare le profonde riformestrutturali invece comun-que indispensabili, conl’euro o senz’euro.

Adesso governanti eparlamentari, chi più chimeno, alimentano una se-conda più grave illusione,secondo la quale la virtùfinanziaria dell’Italia ver-rebbe riconquistata ab-bandonando l’euro oedulcorandolo o affian-candolo con seconde mo-nete e tornando così alle

svalutazioni competitive, cioè rica-dendo nel vizio dei bilanci in per-dita e del debito in crescita: il vizioda cui l’euro avrebbe dovuto emen-darci, di per sé. La verità è dunqueincontrovertibile: fummo viziosi

senza l’euro, siamo stati viziosi conl’euro. Perciò, invece di ricusare labuona moneta in tasca dovremmoripudiare le idee bacate in testa e lapolitica che esse producono. Mal’aver praticato gli stessi vizi sotto

l’euro ha costituito un doppio pec-cato, perché ci era stata gettata lacima di salvataggio.

A riguardo, Pierpaolo Benigno eLorenzo Infantino hanno scrittoimpeccabilmente: “Più che all’euro,

bisogna allora volgere lo sguardo aquel che non è stato fatto. E ciòspinge a dire che, se c’è stato un er-rore, forse è quello commesso dacoloro che ci hanno ‘donato’ unamoneta troppo buona, che ci ha

consentito di presentare ibassi saggi d’interesse ed’inflazione come una no-stra conquista. Di qui ilfurbo sottinteso che qua-lunque riforma del Paesesarebbe stata ormai super-flua (corsivo mio). Ma lacrisi ha scoperchiato lecose e ci ha posto nudidavanti ai nostri pro-blemi. Ciò significa chenoi, non diversamente dallaGrecia, non meritavamo diavere la moneta che ci èstata ‘donata’. E ora siamoanche capaci di scagliarcicontro l’euro, per rimpian-gere i tempi in cui si stavapeggio e per sognare ditornare a star peggio”.

Mentre i Governi e i Par-lamenti succedutisi sotto ilregno dell’euro ne dissipa-vano tutti i potenzialivantaggi, fino a generarel’emergenza finanziariatamponata da Monti, lastabilità monetaria deter-minata dall’euro, e solodall’euro, salvaguardava iredditi di lavoratori e pen-sionati e i risparmiatori.Sono queste categorieche subirebbero un de-vastante impoverimentodalla svalutazione selvag-gia conseguente all’ab-bandono dell’euro.

4 L’oPiNioNe delle Libertà Economia venerdì 12 maggio 2017

di Pietro Di Muccio de Quattro Colpa dell’Italia, non dell’Euro

Page 5: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

5L’oPINIoNe delle Libertàvenerdì 12 maggio 2017 Economia - Esteri

Il populismo, in parole povere, èla ribellione dell’uomo comune

contro il potere e quello che oggii media designano con questo ter-mine è l’avversione per il potereeuropeo. La retorica attuale lorappresenta anche, con disprezzo,come sovranismo, posizione poli-tica che reclama la sovranità na-zionale ma tale sovranismo èproprio la reazione di chi è con-sapevole di averla perduta. An-gela Merkel dal 2015, ha apertole porte dell’Europa a più di 1,5milioni di migranti senza sotto-porre la sua decisione unilateraleal voto di nessuno e poi l’ha ap-plicata a tutta Europa. L’annoscorso l’ex presidente del Parla-mento europeo Marin Schulz persottolineare la sua posizione sullaBrexit, affermò: “Non fa partedella filosofia europea che sia lamassa a decidere del proprio de-stino”.

Dopo un tale arbitrio da partedel capo di governo tedesco e unatale battuta insolente di chi pre-siede il più alto organo legislativoeuropeo, ci si dovrebbestupire, semmai, che i po-pulisti siano meno nume-rosi degli europeisti. Ilpopulismo è un concettodifensivo, non offensivo enon ha nulla a che vederecon il nazionalismo ag-gressivo, con atteggia-menti xenofobi o sfascisticome molti vogliono daread intendere. Non avercompreso questo ha datoal movimento populista faforza di un trend che franon molto procederà conil vento in poppa special-mente in Francia dove,pur essendo state vinte leelezioni da un europeistacon ampio margine ri-spetto a una populista,l’astensionismo è statoperò del 26 per cento e leschede bianche il 12 percento.

Questi valori, mai regi-strati dal 1969, sono ilchiaro sintomo di una laperdita di fiducia deglielettori nelle capacità delgoverno di fare serie ri-forme. Una maggioranza

silenziosa frustrata è sempre piùconvinta che il voto sia un futileesercizio o meglio una farsa perfingere di dare al popolo un po-tere, che in realtà non sarà mai ingrado di esercitare. Pertanto ilnuovo presidente francese Emma-nuel Macron è un altro olo-gramma di una élite interessatasolo alla propria sopravvivenza eche cercherà di federalizzare l’Eu-ropa con metodi ancora più ag-gressivi, insolenti e illiberali soloperché si illude che la vittoria diun suo pivello centrista abbiasgonfiato il populismo. Pur con-dividendo, noi, ben poco del pro-gramma politico della Le Pen, unaipotetica sua vittoria, paradossal-mente, avrebbe fatto riflettere glignomi europei portandogli a piùmiti consigli per trovare una so-luzione di compromesso e attuareriforme giuste onde evitare iltrauma di una Frexit che, forse,sapendo come funzionano le cose

in politica, non ci sarebbe maistata. Con Macron, invece, non cisarà alcuna riforma ma ulteriori edannose cessioni di sovranità.

Il neo presidente ha dichiaratodi voler combattere con tutta lasua forza contro le divisioni chestanno minacciando la Francia esi è definito un outsider capace diunirla con un nuovo tipo di poli-tica. Quante volte abbiamo sen-tito parole come queste e poibusiness as usual. Cosa può cam-biare un ex ministro dell’econo-mia del disastroso governoHollande, privo di esperienza e inuna situazione politica per certiversi addirittura più complicatadell’Italia? In Francia milioni dielettori sono fuggiti dai partititradizionali per appoggiare quellidi estrema destra e di estrema si-nistra e quando i francesi perde-ranno le staffe saranno moltomeno accomodanti degli italiani.La spesa dello stato francese è ar-

rivata al 57 per cento del Pil, ladisoccupazione ufficiale giovanilesupera il 25 per cento e le impresefuggono in altri paesi europei, so-prattutto in Polonia. Il risultatodel socialismo francese.

Non creda Macron di ingra-ziarsi e trattare alla pari con laMerkel: questa gli ha già dettochiaramente che le regole di spesanell’eurozona non si allenterannoe pertanto il neo presidente dovràfar subire al suo paese misure diausterità di cui neppure lui ha almomento contezza. Le aspettativedi cambiamento di chi ha lo havotato sono oggi alte ma quandoi suoi elettori si renderanno contoche erano quelle stesse nutritedagli elettori di Hollande e tuttopeggiorerà, l’onda populista sitrasformerà in uno tsunami. LaFrancia sarà teatro di tensioni edisordini, forse anche prima delleelezioni in Germania a settembree non crediamo che la situazione

che si prefigura giovi alla attualecancelliera in cerca del quartomandato. Ecco dunque per noi ilsignificato delle elezioni francesi:la vittoria di Macron e la scon-fitta della Le Pen hanno sigillatoil destino dell’Unione europea, undestino di assoluto disordine per-ché mancherà la spinta a rifor-marla mentre rimarranno inessere quelle stesse politiche chene hanno provocato il disastroeconomico e finanziario.

Perché il vero problema chetutti i politici dell’eurozona sot-tovalutano è la gravità della crisidei debiti sovrani di fronte allaquale non esistono più soluzioni“accomodanti”. Chissà se Ma-cron e i suoi colleghi europei co-noscono il motivo per cui lemaggiori banche centrali hannosospeso gli acquisti di bond persostituirli con quelli di titoli azio-nari, di debiti di aziende private epersino di strumenti derivaticome i futures. L’operazione,senza precedenti nella storia, è dihedging ossia di copertura controil rischio di un big bang dell’eu-rozona. Le banche centrali si sono

intrappolate da sole: pos-siedono titoli ormai in-vendibili che devonotenere in bilancio fino ascadenza. Quando labanca centrale europea, lapiù vulnerabile di tutte,terminerà il suo pro-gramma di acquisti ancorain corso, chi acquisterà ititoli dei governi europeise non ricompensato daun interesse elevato chene farà crollare i valori?Le banche li hanno a bi-lancio... i governi dispe-rati dovranno competerecon il settore privato perprocurarsi liquidità inun’economia già in defla-zione... ma impediti a in-debitarsi cercheranno diaggredire ancora i più ilsettore privato... È questain estrema sintesi la dina-mica del big bang che siverificherà nel giro di unpaio d’anni. EmmanuelMacron, incapace, cometutti i politici, di preve-nire qualsiasi crisi, potràsolo aspettare che ac-cada.

Macron e il big bang dell’Eurodi Gerardo CoCo

Page 6: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti
Page 7: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

Lo sviluppo della conoscenza hasempre avuto un’impennata

quando la comunicazione tra i po-poli è diventata più veloce. Hannoiniziato i Romani con lo sviluppo diponti e strade, in epoca successival’invenzione del motore a scoppio hafatto il resto. Ma il boom si è verifi-cato nel secolo scorso con la scopertadel computer e del web, che hannopermesso di velocizzare al massimo irapporti inter-personali e quindi dipermettere uno sviluppo più rapidodelle conoscenze. I risvolti sulla me-dicina di queste nuove vie di comu-nicazione ha avuto importanticonseguenze in quanto ha permessoun più rapido scambio di nuove ac-quisizioni diagnostiche e terapeuti-che. È a tutto questo che dobbiamo ilraddoppio dell’aspettativa di vita inappena un secolo ed anche il miglio-ramento della qualità della nostravita. Il successo della medicina e deivantaggi da questo derivati alla po-polazione, sono il risultato di un pro-cesso che la comunità scientifica haadottato ormai da tempo. Esso con-siste in una attenta disamina dellafase di sperimentazione che, dopo unprocesso critico da parte di “pari”(colleghi), va incontro alla pubblica-zione e quindi all’acquisizione daparte della comunità scientifica.

A questo segue sempreuna verifica che, nell’ ot-tica del processo scienti-fico inventato proprio daun italiano, Galileo Gali-lei, ha bisogno di una ri-petizione e validazionedell’esperimento perchéquesto venga consideratoattendibile. Non è, in altritermini, immaginabile che,senza una verifica di quantopubblicato, si possa “toutcourt” trasferire quantosperimentato nella praticaclinica. Insomma si trattadi un processo articolatoche ha bisogno dei suoitempi e per il quale nonesiste alcuna deroga. Dob-biamo pertanto chiedercicome mai, in Italia, que-sto processo sia miscono-sciuto e possa approdare asituazioni gravi anche daun punto di vista sociale.Prima di fare una analisidel problema, forse è inte-ressante ricordare a chilegge cosa è successo inquesti decenni nel nostropaese riguardo a presunteterapie innovative cheavrebbero cambiato l’andamento dimalattie gravi.

Potremmo cominciare dal famoso

siero di Bonifacio, per il quale si for-marono lunghe file a Roma nellasperanza che questo siero “miraco-

loso” potesse guarire dai tumori.L’intuizione del veterinario Bonifacioera senz’altro interessante in quantosi basava sul fatto che, siccome le pe-core non si ammalerebbero di can-cro, il loro siero poteva averequalche fattore proteggente dallamalattia. Ma l’approccio era al-quanto banale e non aveva maiavuto alcuna validazione di efficacia.L’altro “miracolo” venne più tardicon il famoso “cocktail” di antiossi-danti ideato da Di Bella, che sarebbestata un’altra formidabile cura per itumori. Purtroppo neanche in questocaso la cura Di Bella aveva superatogli steccati della rigorosa ricercascientifica ma, malgrado ciò, il no-stro paese, a vari livelli, ha optatoper una deroga che ha portato aspendere soldi pubblici per una spe-rimentazione che alla fine si è rive-lata negativa. L’ultimo “miracolo”riguarda il caso Vannoni, anche quicon la scoperta di una nuova terapiaper malattie neurologiche, dellaquale mancava tuttavia qualunquetipo di appiglio scientifico sia perchénon era chiaro cosa veniva sommini-strato ai pazienti sia per l’assenza dipubblicazioni che supportassero laeventuale validità della scoperta. E fi-niamo con l’ultimo scandalo dei vac-cini, in cui, soggetti non medici, avario titolo, hanno caldeggiato lainutilità o addirittura la pericolositàdei vaccini nella prevenzione di ma-lattie infettive serie anche attraversoservizi pubblici.

Vale la pena, a tal riguardo, an-dare a visionare filmati in cui si mettein dubbio la vaccinazione contro lapoliomielite, che ha salvato milionidi vite umane, o contro l’epatite B,che è una delle cause più frequentidel cancro del fegato. Tutto questo,purtroppo, non ha avuto alcun filtrosugli organi di informazione inquanto manca nel nostro paese un ri-goroso giornalismo medico che sia ingrado di filtrare notizie che mai do-vrebbero arrivare alla carta stampatao alle televisioni in quanto prive dialcun fondamento o validità. Al sen-sazionalismo in negativo degli organidi informazione, siamo arrivati addi-rittura alle sentenze dei giudici, iquali hanno obbligato l’attuazione diprotocolli terapeutici senza l’esi-stenza di una prova che ne validasseil trattamento. Su questa confusionetrovano terreno fertile proprio i sitiweb che possono diventare un peri-coloso strumento quando la diffu-sione di false notizie impattanegativamente sulla salute pubblica.

Su questi siti si sono cimentati anchei politici che, paladini del popolo, sisentono in diritto di ergersi a tutoridella salute pubblica argomentandosu problemi che ovviamente non co-noscono. Vorrei ribadire con forzache la “fake” medicina, cioè dire coseinesatte e false sulla salute, costitui-sce un esempio di disonestà intellet-tuale verso il quale tutta lacomunità scientifica dovrebbe ribel-larsi in quanto colpisce soprattuttola povera gente, quella che non hastrumenti per difendersi dalle scioc-chezze che girano sul web.

Dietro questo, il vero problema èculturale e riguarda tutti gli attoriche ho riproposto come elementi che,a vario titolo, possono contribuire adalimentare aspettative non vere o,paradossalmente, a provocare dannialla salute pubblica intervenendo sutematiche dove la medicina ufficialenon si è ancora espressa. Forse serveda parte di giornalisti, giudici e poli-tici un bagno di umiltà, una mag-giore consapevolezza che la salute èuna cosa seria, verso la quale l’ap-proccio serio è inderogabile e dove,soprattutto, non esistono scorciatoie.Gli strumenti per arrivare a tramet-tere messaggi corretti, non “fake”medicina, o a prendere decisioni chenon producano false aspettative edillusioni sono chiari. A tal riguardo,l’autorevolezza di chi discute di me-dicina è un fatto fondamentale, an-ch’esso inderogabile, e facilmenteottenibile mediante la ricerca nellabanca dati degli esperti di settore;basta visionare gli appositi siti,dove tutto è scritto e riportato neidettagli per sapere a chi rivolgersiper avere un autorevole contributosulle tematiche in questione. Alter-nativamente esistono le societàscientifiche ufficiali, come la So-cietà Italiana di Medicina Interna,che è la più antica società di medi-cina italiana, o società specialisti-che, dove trovare gli esperti chepossano dare preziosi contributi intutte le branche della medicina.Basta, insomma, non rivolgersi al-l’amico della porta accanto per sa-perne di più, ma avere più serietà erigore nel trovare i giusti esperti.Certamente, per questo, giornalisti,giudici e politici dovranno studiaree lavorare un po’ di più; ma ne valela pena, si tratta della salute degliitaliani.

(*) Direttore della Prima Clinica Medicadel Policlinico “Umberto I” e presidente

del Collegio degli Internisti Italiani

7l’oPinione delle libertà

di Francesco Violi (*)

venerdì 12 maggio 2017 Salute

“Fake” medicina: il ruolo dei giornalisti, giudici e politici

Page 8: Inizia l’iter parlamentare per il nuovo sistema di voto ... · quella di Metro (la prima free press in Italia) dove l’editore ha annunciato nuove riduzioni di stipen-dio. I giornalisti

�!��' �*#�!�� '�,�*(���!!����'�#- ������ � ' )) ��"�#

�!��' �*#�!�� '�,�*(���!!����'�#- ������ � ' )) ��"�#

AAiiuuttaaccii aa ddiiffeennddeerree llee vviittttiimmeeddeellllaa ggiiuussttiizziiaa iinnggiiuussttaa ee ddeell ffiissccoo

CCAAMMPPAAGGNNAA 22001177

�#����&*�()1�##$� #�'���!$���! � (�' )) ����� �($))$(�' ))$' �!1���$#�"�#)$�� � )�!���!�&*$) � �#$/�1�% # $#�0

� �--�� 1�'��$�! �����.�����.��$"���!�������.��� !� #�$� !)' �*#�!��'�,�*(�$'�

����'' ++

��((��'' ++ ))

��$$))))$$((��'' ++