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    Progetto PON Ob. 3, IT 053, PO 007, Avviso 6/01, Fascicolo n 184:

    "Nuovi modelli di formazione continua per il settore agricolo,legati a nuove forme flessibili di lavoro e ai mutamentidell'organizzazione del lavoro"

    PERCORSO DIDATTICO:

    La gestione del territorio e delle risorse idriche

    Elemento

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    SOMMARIO:

    SOMMARIO: ........................................................................................................................2LEGENDA ICONE: ................................................................................................................2

    LE ATTREZZATURE IMPIEGATE NEGLI INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA ......................3

    10IMATERIALI IMPIEGATI..................................................................................................6

    11-RIEPILOGO:VANTAGGI E LIMITI DELLINGEGNERIA NATURALISTICA....................................11

    12-BIBLIOGRAFIA .............................................................................................................13

    TESTDIAUTO-VALUTAZIONE .................................................................................17

    LARETEDEITUTOR.....................................................................................................18

    LEGENDA ICONE:

    Per agevolare la fruizione dei materiali, sono state inserite delle icone che stannoad indicare:

    :introduzioni e/o punti di passaggio tra gli argomenti dellelemento;

    : punti di attenzione e/o concetti particolarmente importanti e significativi;: termine dellelemento;: test di auto- valutazione.

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    In questultimo elemento, passeremo in rassegna i mezzi, gli attrezzi e i materialiusati nelle opere di ingegneria naturalistica.

    LE ATTREZZATURE IMPIEGATE NEGLI INTERVENTI DI INGEGNERIANATURALISTICA

    Nei cantieri di sistemazione idraulico forestale con tecniche di ingegneria naturalisticasono presenti diverse attrezzature, tipiche del settore forestale ed edile oppureestremamente specialistiche:

    utensili manuali: mazza, piccone, zappa, roncola, tirfor; utensili a motore portatili: motosega, verricello per motosega, decespugliatore,

    perforatore, demolitore, trapano, trivella; attrezzature mobili: gru a cavo, compressore, generatore, betoniera a bicchiere,cannello ossiacetilenico per taglio e saldatura dei metalli;

    macchine movimento terra: escavatore cingolato, pala meccanica gommata ocingolata, terna gommata, perforatrice su cingoli;

    autocarri con gru; trattori, verricelli su trattore, rimorchi trazionati con gru; attrezzature speciali, quali elicottero (per effettuare trasporti a cantieri distanti

    dalla viabilit carrozzabile), con trasporti effettuati mediante funi d'acciaio appeseal gancio baricentrico, escavatore ragno, perforatrice per escavatore ragno,perforatrice su slitta, idroseminatrice.

    Gli elicotteri utilizzati sono quelli che garantiscono una portata al gancio dialmeno 700-800 kg, maneggevolezza in manovra e rapidit nel superare dislivelli.Buoni risultati si possono ottenere con il Lamae con l'Alouette IIIdi Arospat iale.Con lelicottero possibile anche effettuare interventi di idrosemina utilizzando unabenna aspersoria ad apertura regolabile dalla cabina. Per lidrosemina, i rendimentipossono superare i 10.000 mq/ora di superficie trattata, considerando che al piazzaledi carico siano disponibili sufficienti quantit di miscela.

    L'escavatore ragno l'unico mezzo meccanico, invece, che pu effettuareoperazioni di scavo e rinterro con pendenze superiori all'80%, senza dover aprireampie piste di accesso e di lavoro sulla pendice da sistemare, come nel caso degliescavatori cingolati.

    adatto al lavoro su pendii umidi e instabili, in ambiti ristretti, nell'esecuzione di lavoriprecisi e "puliti" (es. costruzione di strade e piste), accoppiato con numerose attrezzature.Lescavatore costituito da un basamento in profilati metallici provvisto di quattro punti diappoggio, due ruote e due ramponi, con assetto variabile idraulicamente in altezza ed inlarghezza. Sul basamento montato un dispositivo di rotazione che porta il gruppomotore, la cabina di sicurezza per l'operatore, il braccio idraulico telescopico che puportare la benna rovescia, il martello demolitore ed altri attrezzi; il corpo della macchinapu compiere rotazioni complete. Sempre sul basamento montato un verricello azionatoidraulicamente, per consentire l'ancoraggio in sicurezza durante le lavorazioni e per

    aiutare il mezzo a risalire le pendici pi ripide. La lunghezza di scavo pu superare i 5,5m mentre la profondit i 3,5 m.La concomitanza del baricentro molto basso e della larghezza in ordine di lavoro moltoampia, grazie all'allungamento dei supporti, gli conferiscono grande stabilit.

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    FOTO 12ESCAVATORE RAGNO DELLA DITTA KAMO.

    La macchina trasferita sul pianale di un autocarro fino al termine della viabilitpercorribile dal mezzo e poi capace di autodislocarsi fino al cantiere mediate l'azionealternata della benna e dei ramponi.

    Tale spostamento non necessita quindi di viabilit appositamente predispostapotendo avvenire su esistenti mulattiere o su superfici non attrezzate arrecando dannimolto limitati e facilmente ripristinabili.

    Durante il lavoro la macchina opera con le ruote bloccate e disposte verso monte e lafune d'acciaio del verricello ancorata a monte ad alcune piante robuste, ad un micropalo oad un escavatore di massa elevata (>18-20 t).

    Nelle lavorazioni particolarmente impegnative, su pendenze significative e/o susubstrati di scarsa aderenza, opportuno che al momento di spostare l'ancoraggio dellafune del verricello, l'escavatore sia ancorato ad un'altra fune tesa con un tirfor.

    Risulta evidente come l'impiego del ragno limiti drasticamente la realizzazione di pisted'accesso e di piani di lavoro. Infatti queste opere su pendenze elevate determinanocospicui movimenti di terra e in particolare scavi di sbancamento di altezza notevole edestinati a restare aperti per molti giorni; inoltre il materiale escavato spesso destinatoad essere abbandonato in modo incontrollato a valle ed difficilmente riutilizzato.La lavorazione del versante tra due piani di lavoro contigui non pu che essere fatta amano o non fatta. quindi da sottolineare che tale m1odo di operare pu contribuire inmodo determinante all'instabilit del versante, in particolare in presenza di affioramenti di

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    acqua o di precipitazioni intense. In sostanza l'escavatore ragno l'unica alternativa allalavorazione manuale su pendici ripide, con inclinazione superiore ai 30-35.

    Oltre a scavi, riporti e riprofilature il ragno pu essere utilizzato per trascinaremateriali dal basso verso l'alto con il verricello e per movimentare il tondame durante

    l'edificazione di palificate. Questa macchina gi utilizzata nei lavori di rimboschimento,per la preparazione del terreno a gradoni su versanti ripidi. In condizioni estreme puanche essere trasportato sul cantiere con l'elicottero, eventualmente smontato.Le normali perforatrici utilizzate nei cantieri di genio civile si muovono su telai cingolati edhanno bisogno di piste e piani di lavoro. In localit remote possibile usare specialiperforatrici montate sul braccio idraulico dell'escavatore ragno e mosse dal compressore.

    La macchina trasferita sul pianale di un autocarro fino al termine della viabilitpercorribile dal mezzo e poi capace di autodislocarsi fino al cantiere mediate l'azionealternata della benna e dei ramponi.

    Tale spostamento non necessita quindi di viabilit appositamente predispostapotendo avvenire su esistenti mulattiere o su superfici non attrezzate arrecando danni

    molto limitati e facilmente ripristinabili.Durante il lavoro la macchina opera con le ruote bloccate e disposte verso monte e lafune d'acciaio del verricello ancorata a monte ad alcune piante robuste, ad un micropalo oad un escavatore di massa elevata (>18-20 t).

    Nelle lavorazioni particolarmente impegnative, su pendenze significative e/o susubstrati di scarsa aderenza, opportuno che al momento di spostare l'ancoraggio dellafune del verricello, l'escavatore sia ancorato ad un'altra fune tesa con un tirfor.

    Risulta evidente come l'impiego del ragno limiti drasticamente la realizzazione di pisted'accesso e di piani di lavoro. Infatti queste opere su pendenze elevate determinanocospicui movimenti di terra e in particolare scavi di sbancamento di altezza notevole edestinati a restare aperti per molti giorni; inoltre il materiale escavato spesso destinato

    ad essere abbandonato in modo incontrollato a valle ed difficilmente riutilizzato.La lavorazione del versante tra due piani di lavoro contigui non pu che essere fatta a

    mano o non fatta. quindi da sottolineare che tale miodo di operare pu contribuire inmodo determinante all'instabilit del versante, in particolare in presenza di affioramenti diacqua o di precipitazioni intense. In sostanza l'escavatore ragno l'unica alternativa allalavorazione manuale su pendici ripide, con inclinazione superiore ai 30-35.

    Oltre a scavi, riporti e riprofilature il ragno pu essere utilizzato per trascinaremateriali dal basso verso l'alto con il verricello e per movimentare il tondame durantel'edificazione di palificate. Questa macchina gi utilizzata nei lavori di rimboschimento,per la preparazione del terreno a gradoni su versanti ripidi. In condizioni estreme puanche essere trasportato sul cantiere con l'elicottero, eventualmente smontato.Le normali perforatrici utilizzate nei cantieri di genio civile si muovono su telai cingolati edhanno bisogno di piste e piani di lavoro. In localit remote possibile usare specialiperforatrici montate sul braccio idraulico dell'escavatore ragno e mosse dal compressore.

    In condizioni estreme, inaccessibili anche al ragno (ad esempio ancoraggi di testa perreti metalliche), possibile utilizzare piccole perforatrici montate su slitta, che vengonoancorate al suolo e quindi azionate dal compressore a cui possono essere collegate conapposita tubazione.

    L'idroseminatrice composta da un serbatoio, da un pompa e da una tubazione (oda manichette) terminante con una lancia di distribuzione.

    L'attrezzatura pu essere montata fissa su autocarri, pu essere scarrabile, oppure

    trainata da trattrice anche cingolata. La pompa azionabile dal motore dell'automezzo, damotore autonomo o dalla presa di potenza della trattrice.

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    L'irrorazione avviene o direttamente da una pedana dell'automezzo (si ottiene unraggio di azione fino a circa 60m) oppure utilizzando tubi di prolunga (per un raggio diazione fino a 150-200m).

    La capacit del serbatoio, la potenza della pompa, la portata, la prevalenza ed il

    raggio d'azione del getto sono molto variabili. Per gli interventi di difesa del suolo, cheavvengono in localit remote e raggiungibili con viabilit precaria o non raggiungibili,conviene comunque utilizzare attrezzature leggere(serbatoio con capacit di 1.000-2.000 l) facilmentetrasportabili su piccoli autocarri a trazione integrale epossibilmente scarrabili e dotate di motore autonomo,in modo che l'idroseminatrice stessa possa esseretrasportata con l'elicottero sul cantiere.

    FOTO 13IDROSEMINATRICE.

    10 I MATERIALI IMPIEGATI

    I materiali impiegati negli interventi di ingegneria naturalistica si suddividono in 4macrocategorie:

    materiali vegetali vivi; materiali inertidi origine organica; materiali inerti naturali di origine inorganica;

    materiali di sintesi.

    Tra i materiali vegetali vivi, che costituiscono la specifica caratterizzazione deilavori di ingegneria naturalistica troviamo:

    Piante intere: semi di specie erbacee, arbustive e arboree; semenzali e trapianti (radice nuda, contenitore, zolla), di

    specie arbustive e arboree; selvaggioni e polloni radicati di specie arbustive e arboree.

    Porzioni di pianta: talee, astoni e ramaglia di specie arbustive e arboree

    (caulinari e radicali); porzioni di cespi, di culmi, di stoloni, di rizomi, di radici e di

    bulbilli di specie erbacee; propaggine e margotta.

    Gruppi di p iante: zolle (piote), rotoli di prato; ecocelle (isole).

    Con Materiali inerti naturali di origine organicasi fa invece riferimento a:

    legname (tondame, stangame, paleria, segati), ramaglia; paglia, fieno e altri pacciamanti;

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    reti di juta, fibra di cocco(bioreti); stuoie in juta, fibra di cocco, paglia, viscosa di cellulosa, trucioli di legno

    (biostuoie o biofeltri, anche preseminati), spesso accoppiate a reti in materialeplastico fotodegradabile;

    support i per idro- semina, ammendanti, concimi e collanti organici.

    Con Materiali inerti naturali di origine inorganicainvece, a:

    Pietrame (massi ciclopici, ciottolame, arido di cava, inerti vari). Materiali di sintesi, acciaio (chiodi, cambre, tondino da c.a., cavi, morsetti,

    profilati, tubi, rete metallica a doppia torsione, rete elettrosaldata), anche zincato; geotessuti in poliestere o polipropilene(tessuto non tessuto); geogriglie, georeti (reti grimpanti), geocelle (reti alveolari) in poliammide,

    poliestere, polipropilene, polietilene; geocompositi (ad esempio rete metallica pi georete); geomembrane; fibre di poliestere; tubi e tubi microfessurati in PVC o PET; cemento; miscele espansive per demolizioni in roccia; malte espandenti a ritiro compensato.

    Nei lavori di ingegneria naturalistica volti alla sistemazione dei versanti montani ecollinari, nell'ambito del gran numero di materiali disponibili, risulta opportunoprivilegiare quelli reperibili localmente, in quanto l'organizzazione dei trasporti

    spesso difficoltosa e comunque molto costosa.La maggior parte dei materiali di sintesi trova maggior applicazione nei lavori direcupero ambientale e di inserimento delle infrastrutture che in quelli di sistemazioneidraulico forestale.

    Pertanto, tra i materiali ottenibili nell'area del cantiere o nelle sue vicinanze, quelliche rivestono tradizionalmente notevole importanza soprattutto in montagna sono:

    il legname; il pietrame; le piante, in particolare se propagate vegetativamente.

    La realizzazione di opere in legname nelle sistemazioni idraulico forestali, oltre adeterminare l'uso di materiali disponibili localmente (il legname stesso, pietrame, terra,piante), minimizzando i materiali di apporto esterno al cantiere, comporta ulteriori vantaggi.Le caratteristiche di leggerezza, deformabilit e adattabilit alla morfologia del versante ealle dimensioni di progetto le rendono idonee all'impiego in versanti instabili; la costruzione rapida e ne consente l'utilizzo in condizioni di urgenza.

    Una specie che ha gi dato ottimi risultati sia nell'area alpina che in interventi diingegneria naturalistica nellItalia centrale, dove molto diffusa, il castagno. Altre speciequali la douglasia e la robinia sono oggetto di sperimentazione, e promettono di darebuoni risultati.Il legno di cipressoha ottima durabilit naturale, ma l'elevato valore di mercato e la ridottaproduzione costituiscono un grosso limite al suo impiego nell'ingegneria naturalistica.Discorso analogo vale per farniae rovere, specie utilizzate nell'Europa centrale.

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    Cipresso, larice, robinia, farnia e rovere sono c lassificati durabili ai funghi; ladouglasia poco durabile, mentre la douglasia di importazione moderatamente durabile.Farnia, rovere, robinia, cipresso e larice sono giudicate idonee anche all'impiego esterno acontatto con il suolo.

    In alcuni casi possono essere utilizzate specie diverse da quelle citate inprecedenza, come abete bianco, pino nero, pino silvestre, cerro. Tale uso, allo statoattuale della ricerca, ammissibile:

    in caso di interventi in cui le specie elencate siano disponibili localmente e in cui itrasporti siano particolarmente difficoltosi;

    per opere completamente interrate e in cui vengano inserite talee; per opere idrauliche; per opere di dimensioni limitate.

    Altro fattore che determina l'alterazione del legno, indipendentemente dagli

    organismi, rappresentato dall'usura del tempo in funzione dell'ambiente d'impiego. Inambiente aerato e illuminato il principale agente rappresentato dalla radiazione solare, inparticolare la banda dell'ultravioletto, che determina la fotossidazione dei tessuti legnosi.

    Altri agenti sono:

    il calore; le precipitazioni; le variazioni di umidit dei tessuti in relazione alle variazioni di umidit

    ambientale.

    In ambiente umido con ridotto tenore di ossigeno (come ad esempio a contatto conil suolo) si pu avere il fenomeno dell'infradiciamento, per il quale si ha il deterioramentodel legname indipendentemente dall'azione di organismi. In caso di alta umidit e assenzadi ossigeno si verifica, in tempi molto lunghi, il fenomeno della "carbonizzazione".

    Il legname di castagno ha netta differenziazione tra alburnoe durame, ha porositanulare, fibratura diritta, mediamente pesante, elastico, con resistenza all'urto da bassaa media e fissilit discreta, facile da lavorare; manifesta lentezza di stagionatura ma unavolta stagionato molto stabile.

    Ha un elevato contenuto in estrattivi tannici (pari a circa il 7-8%) che da un lato gliconferiscono durabilit naturale, ma che dall'altro determinano macchie su muri epietramese non trattato. Inoltre ha effetti fortemente corrosivi sui metalli in condizioni di

    elevata umidit e pertanto nelle applicazioni di ingegneria naturalistica pu essereconsigliabile l'utilizzo di chioderia metallica zincata. L'unione con chiodi e viti abbastanzaagevole ma di media tenuta.

    Il tema della durabilitdel legname riveste particolare interesse, in quanto alcuneopere di ingegneria naturalistica, quali la palificata a doppia parete, hanno un'ossaturacostituita esclusivamente da elementi in legname tondo collegati con chioderia metallica.

    da sottolineare che nelle strutture in cui previsto l'inserimento di talee e/opiantine la funzione del legname transitoria, in attesa che l'azione di consolidamento siaassunta dalla vegetazione. In ogni caso preferibile che il periodo di funzionalit dellegname si protragga il pi possibile, in modo da sopperire ad eventuali difficolt diinsediamento e sviluppo iniziale delle piante.

    Inoltre in alcuni casi non prevista la messa a dimora di elementi vivi all'internodelle incastellature in legname, che vengono riempite esclusivamente con pietrame; talecircostanza si verifica ad esempio nelle briglie a cassone sui corsi d'acqua, ma anche in

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    alcune palificate su versante. In questi casi pertanto necessario che il legnamegarantisca un periodo minimo di durata in condizioni di efficienza.

    FOTO 14-RIVESTIMENTO ANTIEROSIVO IN STUOIA DI JUTA,T.PONTE DI MURO (UD).FOTO DI SAULI G.,IN MANUALEDI INGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.

    FOTO 15-FOSSO DI GUARDIA IN GEOSTUOIA TRIDIMENSIONALE SINTETICA BITUMATA IN OPERA A FREDDO,BITUMATURA AVVENUTA.AUTOSTRADA DEI TRAFORI,LOCALIT INVORIO (NO).FOTO DI SAULI G.,IN MANUALE DIINGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.

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    FOTO 16-BRIGLIE IN LEGNAME E PIETRAME CON TALEE AD AMPEZZO (UD).FOTO AGRIFOREST IN MANUALE DIINGEGNERIA NATURALISTICA DELLA REGIONE LAZIO.

    Quando si utilizza il legname, date le sue naturali caratteristiche, necessarioapportare alcuni accorgimenti finalizzati a prolungare il periodo di piena funzionalit delleopere:

    scortecciare i tronchi.E necessario procedere allo scortecciamento se non di tutti itronchi , almeno di quelli che nellopera saranno destinati a rimanere a contatto conl'atmosfera: i funghi da carie, i pi pericolosi per il legno, possono svo lgere la loroattivit di demolizione entro un campo di umidit del legno compresoappross imativamente tra il 20 e il 40% (in alcuni casi fino al 50-60%), con unoptimumattorno al 30%. Al di sotto del limi te inferiore scarseggia l'acqua, mentre aldi sopra di quello superiore (punto di imbibizione) l'ossigeno a scarseggiare. Lascortecciatura favorisce la perdita di umidi t dai tessuti legnosi, in partico lare seesposti all'atmosfera, agevolando il raggiungimento del limite inferiore del campo diumidit. Si pu evitare di scortecciare soltanto quelle porzioni che siano ricoperteda almeno 20 cm di terra;

    proteggere dall'irradiazione solare diretta e garantire condizioni termoigrometriche il piuniformi possibile sulle opere, ad esempio mettendo a dimora piante che negarantiscano l'ombreggiamento;

    evitare, per quanto possibile, di effettuare opere in legname al di fuori dei corsi d'acqua,senza prevedere l'inserimento di piante. In qual caso occorre essere consapevoli chesi t ratta di interventi temporanei che vanno periodicamente controllati e alla fine

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    sostituiti. Le opere in acqua, essendo sottoposte a condizioni che consentono ilmantenimento permanente del limi te superiore di umidit in relazione all'attacco d ifunghi cariogeni, garantiscono un lungo periodo di funzionalit, come dimostranoalcune briglie in larice costruite all'inizio del secolo in area alpina e tuttora

    funzionanti;

    adattare l'inclinazione del paramento di valle delle opere al pendio, dunque evitare dicostruirlo con scostamenti dalla verticale inferiori al 30% e, se possibile (ad es.opere sottoscarpa alla viabilit) interrare completamente le strutture;

    utilizzare tronchi con diametro minimo in punta, sotto corteccia, di 20 cm per opereimportanti(palif icate doppie, almeno i montanti delle grate). Infatti il tondame dimaggiori dimensioni presenta una percentuale in volume di durame rispettoall'alburno nettamente superiore, in funzione sia delle dimensioni stesse che dellamaggiore et del materiale. I toppi dovrebbero pertanto avere la sezione trasversaleoccupata prevalentemente da durame e anelli di accrescimento non molto ampi;

    eseguire la costruzione e in particolare i collegamenti degli elementi in legname in mododa limitare al minimo le fenditure e le intaccature del materiale e da evitare ristagnid'acqua: preparare le estremit dei tronchi a becco di f lauto, eseguire le chiodaturecon tondino non appuntito ma tagliato ad angolo retto, non eseguire le tacched'incastro; nel caso siano indispensabili (tondame sensibilmente conico o didiametro diverso) vanno limitate allo stretto indispensabile e devono essereeffettuate sul tronco posto in opera superiormente.

    L'utilizzo di legname proveniente da trattamenti industriali di impregnazione apressione con preservanti ed eventualmente di cilindratura, non consigliabile, in quantosi vengono a perdere le motivazioni principali che portano alla costruzione di opere quali lapalificata doppia: i costi limitati e la possibilit di approvvigionarsi in loco dei materiali,limitando i problemi connessi con i trasporti. Analogo discorso vale per gli elementiprefabbricati in legname lamellare da montare a incastro.

    Se disponibili come materiale di risulta, pu essere interessante l'utilizzo delletraversine ferroviarie.

    11- RIEPILOGO: VANTAGGI E LIMITI DELLINGEGNERIANATURALISTICA

    Le tecniche di ingegneria naturalistica presentano evidenti fattori di vantaggio ma,contemporaneamente, anche una serie di limiti che ne vincolano lapplicabilit. Pensandoalle opere realizzate sui versanti, per esempio, i limiti principali sono di ordine tecnico, eriguardano:

    coefficienti di sicurezza troppo alti per opere con tecniche di ingegnerianaturalistica a difesa di fabbricati e infrastrutture;

    elevate spinte delle terresu opere di sostegno; movimenti gravitativi con piano di scivolamento profondo; spazi a disposizione ridotti e quindi necessit di opere alte e con paramento

    verticale.

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    ovvio che in tali circostanze le opere di ingegneria classica diventano insostituibili.Del resto anche in quest'ultimo caso l'ingegneria naturalistica pu svolgere un ruolodeterminante in sinergia con le opere tradizionali: ad esempio su movimenti franosi

    profondi la vegetazione esercita un ruolo favorevole alla stabilit sottraendo acqua alterreno mediante la traspirazione.L'integrazione tra ingegneria naturalistica e opere tradizionali viene realizzata sia

    impiegando le due metodologie di intervento separatamente nello spazio pur nell'ambitodello stesso dissesto (ad esempio corso d'acqua sistemato con briglie tradizionali agradinata, versanti con tecniche naturalistiche) sia contestualmente sulla stessa opera (adesempio fondando una palificata doppia su micropali).

    Oltre all'integrazione funzionale l'ingegneria naturalistica pu essere impiegatacome misura di mitigazione dell'impatto ambientale determinato dalle opere. In tab. 1 riportato un raffronto tra le due tipologie di opere.

    Anche se non assolutamente pensabile poter risolvere tutti i problemi inerenti la

    difesa del suolo con l'ingegneria naturalistica, riuscire a determinarne con una certaprecisione i limiti tecnici costituisce un presupposto fondamentale per il suo sviluppo econsolidamento.

    Limpiego delle tecniche di Ingegneria naturalistica presenta numerosi vantaggi divaria natura:

    funzionali:le piante svolgono unelevata funzione antierosiva, riducono la forzabattente delle piogge, con le radici trattengono le particelle di terreno impedendoun loro dilavamento, aumentano la resistenza al taglio dei terreni;

    ecologici: gli interventi di Ingegneria naturalistica presentano una elevatacompatibilit ambientale:

    presentano una discreta biodiversit; creano habitat paranaturali per la fauna(luoghi di alimentazione, riproduzione,

    rifugio); consentono un ridotto impatto ambientale nella fase di cantiere (ad es. con

    lutilizzo dei ragni, particolari mezzi per lo scavo, molto agili e di ridottedimensioni, possibile limitare al minimo le piste di accesso al cantiere);

    economici: costi concorrenziali rispetto alle analoghe opere di ingegneriaclassica; costi ridotti per il ripristino ambientale del cantiere.

    Alla serie di punti di forza, necessario annoverare anche quelli di debolezza, con i

    relativi limiti. Per un pieno successo degli interventi realizzati con tecniche di Ingegnerianaturalistica occorre effettuare unanalisi di diversi parametri e fattori condizionanti:

    geomorfologici : le tecniche di Ingegneria naturalistica possono essere impiegateper la sistemazione di versanti con dissesti superficiali (scivolamenti corticali);

    funzionali: lefficacia delle tecniche non sempre immediata e vi un aumentodella stessa nel tempo grazie allo sviluppo delle piante. Per esempio, quandolobiettivo la riduzione immediata del rischio geologico-idraulico per centri abitatie infrastrutture lineari, occorre effettuare unattenta valutazione delle scelteprogettuali;

    tecnici e costruttivi: generalmente le opere di Ingegneria naturalistica sono di

    ridotte dimensioni (ad esempio le palificate doppie, che nel consolidamento deiversanti svolgono una funzione assimilabile ai muri a gravit, possono raggiungereal massimo i 3 metri di altezza). Per quanto riguarda gli interventi in ambito

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    fluviale, alcune tipologie di difese spondali, come ad esempio la copertura diffusa,presentano vari limiti di applicabilit legati alla pendenza dellalveo, alla velocitdelle acque e al trasporto solido;

    climatici : lelevata variabilit dei caratteri climatici (regime pluviometrico e

    termometrico) del territorio italiano condiziona le scelte delle specie vegetali daimpiegarsi nell Ingegneria naturalistica (per effetto, ad esempio, dello stress idricoestivo);

    esecutivi: il periodo di realizzazione delle opere di Ingegneria naturalistica limitato al periodo di riposo vegetativo delle specie vegetali utilizzate; talvolta vipossono essere delle difficolt nel reperimento delle specie vegetali autoctonenecessarie per lintervento (ad es. miscugli non commerciali di specie erbacee perlidrosemina).

    economici: se i costi del cantiere vero e proprio sono concorrenziali, spesso nonlo sono pi le attivit di manutenzione ordinaria e straordinaria, tanto pi nel casodi interventi in zone isolate e difficilmente accessibili;

    skill-shortage: si rileva una grande difficolt a reperire manodopera specializzatain grado di operare concretamente nei cantieri di ingegneria naturalistica.

    Chiudiamo il percorso didattico con una serie di indicazioni bibliografiche utiliallapprofondimento degli argomenti trattati, ai quali seguiranno le pagine dedicate allauto-valutazione dellapprendimento, con i test relativi e le indicazioni per la loro correzione.

    12- BIBLIOGRAFIA

    1. AA.VV. (1993) - Manuale tecnico di ingegneria naturalistica. Regione Emilia

    Romagna, Regione Veneto.2. AA.VV. (2000) - Manuale di ingegneria naturalistica. Regione Lazio.3. AA.VV. (1995) - Opere e tecniche di ingegneria naturalistica e recupero

    ambientale. Regione Liguria, Ass. edilizia, Energia e Difesa del suolo.4. AA.VV. (1995) - Sistemazioni in ambito fluviale. Quaderni di Ingegneria

    Naturalistica. Il Verde Editoriale.5. AA.VV. (2001) - Ambiente: opportunit e strumenti per uno sviluppo

    sostenibile, Progetto TRIO, azione Land & Water, Giunti multimedia concontributi del FSE.

    6. Begemann, Schiechtl (1986) - Ingenieur Biologie. Handbuch zum kologischenWasser - und Erdbau. Bauverlag GMBH. Weisbaden und Berlin

    7. Carbonari, Mezzanotte (1993) - Tecniche naturalistiche nella sistemazione delterritorio. Prov. Autonoma di Trento

    8. Etaconsult ingegneria studio Maione ed associati (1993) - Piano per la difesadel suolo e il riassetto idrogeologico della Valtellina e delle zone adiacenti delleprovince di Bergamo, Brescia e Como. Adeguamenti ed integrazioni alleproposte per lo schema previsionale e programmatico dei bacini idrografici aseguito del parere del Ministero dellAmbiente n 52 del 17 dicembre 1991.Opere di riassetto idrogeologico di piano interventi di 1 stralcio - Procedura A.Regione Lombardia. Ministero dellAmbiente, Commissione VIA.

    9. Ministero dellAmbiente (Roma Settembre 1997) - Linee guida per capitolati

    speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde.10. Maccaferri SpA (1994) - Analisi prezzi di capitolato per formazione opere ingabbioni, materassi reno, terramesch, geomac, italmac-net.

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    11. Paiero, Semenzato, Urso (1997) - Biologia vegetale applicata alla tutela delterritorio. Regione autonoma Friuli Venezia-Giulia, Dir. Reg. Foreste, Dip.Territorio e sistemi agro-forestali Univ. Padova. Ed. Progetto Padova.

    12. Regione Piemonte, Assessorato allambiente (1995) - Elenco prezzi dei

    materiali ed opere per il recupero ambientale delle aree degradate e per lasistemazione e rinaturazione di sponde ed alvei fluviali e lacustri.13. Sauli G:, Siben (1995) - Capitolato AIPIN. Voci di capitolato opere di ingegneria

    naturalistica dellAIPIN.12.14. Sauli G.(1997) - I metodi dellingegneria naturalistica applicati alle sistemazioni

    idrauliche - Atti del Convegno: COME PROGETTARE IL PARCO FLUVIALE.Cesena 2 giugno 1995.

    15. Sauli G. (1998) - Soil Biological Engineering Works in the Road Sector andtheir Applications in Different Climatic Conditions in THE ENVIRONMENT INROAD LOCATION AND DESIGN. AIPCR (Associazione mondiale dellastrada). Helsinky, 14-15 maggio 1998.

    16. Sauli G. (1998) - Utilisation du gnie vgtal pour la protection des berges enItalie Sminaire transnational au fil de leau Berdes et rivires dEuropeValence (F) 30/09 - 2/10 199815.

    17. Sauli G. (1999) - Casistica di interventi di ingegneria naturalistica: costi erisultanze. Atti del Convegno transnazionale Efficacia e costi degli interventi diingegneria naturalistica EFIB - AIPIN . Trieste 25-27 novembre 1999.

    18. Sauli G. (1999) - Protezioni spondali con tecniche di ingegneria naturalisticaAIIAD Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci - VII Convegno Nazionale 14 -15 gennaio 1999 Hotel Carnia Stazione della Carnia (UD).

    19. Sauli G. (1999) - The transfer of soil bioengineering into new climatic, edaphicand floristic zones - Atti della Conferenza 1999 Ground and Water

    Bioengineering for Erosion Control and Slope Stabilization IECA - First AsiaPacific Conference and Exibition Manila - Filippine 19-21 aprile 1999.

    20. Schiechtl H. M. (Rist. 1991)- Bioingegneria forestale. Basi - Materiali dacostruzione vivi - Metodi. Ed Castaldi (Feltre).

    21. Schiechtl, Stern (1992) - Ingegneria naturalistica. Manuale delle opere in terra.Ed. Castaldi.

    22. Schiechtl, Stern (1996) - Ingegneria naturalistica - Manuale delle costruzioniidrauliche. Ed. Arca.

    23. Schiecthl H. M. (1996) - I salici nelluso pratico. Ed. Arca.24. Zeh H. (1988) - Opere di ingegneria naturalistica sulle sponde. Tecniche

    costruttive ed esempi nel Cantone di Berna (Svizzera).25. Zeh H. (1993) - Ingenieurbiologische Bauweisen. Studienbericht Nr. 4, 1993.

    Allanno 2000, la situazione dellingegneria naturalistica, per quanto attiene laproduzione di manuali operativi da parte degli enti locali e la produzione normativaregionale riassunta nella tabella allegata, reperibile allinterno del Manuale della RegioneLazio:

    Manuale Leggi regionali CircolariABRUZZOBASILICATA XCALABRIACAMPANIA XEMILIA ROMAGNA X X XFRIULI VENEZIA X X

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    GIULIALAZIO X X XLIGURIA X X XLOMBARDIA X X X

    MARCHE X X XMOLISEPIEMONTE X XPUGLIASARDEGNASICILIATOSCANA X X XTRENTINO ALTOADIGE

    X X X

    UMBRIA X XVALLE D'AOSTAVENETO X X

    Bene, hai terminato questo elemento della UFC!Se lo ritieni opportuno, prima di passare allelemento successivo, puoi svolgere il

    test di auto-valutazione relativo ai contenuti fino a qui esaminati, in modo da valutare il tuoapprendimento e, se del caso, rivedere le parti che meno ti sono chiare.

    Puoi comunque decidere di effettuare il test alla fine dellintero percorso, in un'unica

    sessione, a seconda delle tue necessit ed esigenze.Allo stesso modo, i test possono servirti per valutare le tue conoscenze sugliargomenti trattati nel presente elemento della UFC, prima di affrontarla, decidendo, incaso di un buon risultato dei test, di passare allelemento successivo.

    La verifica dei test, potrai effettuarla grazie alle risposte che troverai in un unico file,suddivise per elementi, nella pagina relativa alla UFC, alla voce Auto- valutazione,correttori.doc, del sito www.ambienteagricoltura.it. Ad ogni elemento della UFC,corrisponde il relativo correttore, che potrai stampare o gestire in formato elettronico conMicrosft Word (il file in formato .doc) o qualsiasi editor testuale.

    Se usato in formato elettronico, oltre a verificare le tue risposte ai test, servendotidel prospetto per il calcolo (un foglio di Microsoft Excell), riportato in ogni correttore,

    potrai eseguire anche il calcolodella percentuale delle risposte esatte.Non dovrai far altro che cliccare due volte sulloggetto (tabella di MS Excell) e

    inserire, nelle apposite caselle (celle), quelle con lo sfondo verde, il valore 1 o 0, aseconda dellesattezza della risposta:

    1: risposta esatta;0: risposta errata.

    Il sistema, calcoler automaticamente il numero e la percentuale di risposte esatte del test.Potrai comunque calcolare la percentuale di risposte esatte anche se compili il

    prospetto in formato cartaceo, impostando una semplice equazione, moltiplicando il

    numero di risposte esatte del test relativo per 100 e dividendo il risultato per il numero didomande che erano previste in quellelemento:

    numero Risposte esatte X100

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    numero di domande

    La valutazione percentuale, potr essere cos interpretata:

    inferiore al 70 %

    insufficiente; tra 70 % e 85 %: sufficiente;

    tra 85 % e 100 %: buono.

    Nel caso la valutazione sia: insufficiente, sar indispensabile che tu ripeta con maggior attenzione il

    percorso completo e compili di nuovo i test; sufficiente, il consiglio di andare a rivedere le parti del percorso che

    meno ti sono chiare, magari ripetendo il test; buono, potrai passare direttamente allelemento successivo della UFC.

    Potrai comunque contare sullassistenza della rete di tutor del progetto, che potraicontattare telefonicamente, tramite e-mail o direttamente, nei recapiti riportati alla fine deiseguenti test di valutazione.

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    TEST DI AUTO-VALUTAZIONE

    1. LINDAGINE FITOSOCIOLOGICA CONSENTE:Di classificare la vegetazione di una zona secondo le forme biologiche, o di crescita delle piante,per descrivere la struttura della vegetazione tramite i differenti adattamenti allambiente esterno;Di classificare la vegetazione di una zona secondo certe unit organizzate gerarchicamente inrelazione ai parametri ambientali, con informazioni sulle tendenze evolutive dei processi.Di classificare la vegetazione di una zona secondo lappartenenza ad un certo tipo di paesaggio,per valutare le capacit di adattamento ecosistemico delle specie autoctone. Di classificare la vegetazione di una zona secondo le entit floristiche presenti con ilriconoscimento della loro autoecologia, unitamente alle forme biologiche ed ai tipi corologici.

    2. LA CARTA DELLA VEGETAZIONE resa possibile dallanalisi botanica, e permette la graficizzazione delle informazioni, rendendo

    evidente la distribuzione della vegetazione stessa sul territorio, secondo i fattori ambientali. resa possibile dallanalisi fitosociologica, e permette la graficizzazione delle informazioni,rendendo evidente la distribuzione della vegetazione stessa sul territorio, secondo i fattoriambientali. resa possibile dallanalisi dei tipi corologici, e permette la graficizzazione delle informazioni,rendendo evidente la distribuzione della vegetazione stessa sul territorio, secondo i fattoriambientali.resa possibile dallanalisi del paesaggio rurale, e permette la graficizzazione delle informazioni,rendendo evidente la distribuzione della vegetazione stessa sul territorio, secondo i fattoriambientali.

    3. LA REALIZZAZIONE DI MOSAICI AMBIENTALI E PLURALIT DHABITAT: consente il massimo di diversit biologica (floristica e faunistica) e si realizza inpresenza/conseguenza di un massimo di diversit di habitat contigui;permette di escludere a priori tutti i taxa estranei al popolamento floristico originario del territorio,restringendo il campo delle specie e sottospecie da ricercare ed impiegare.permette di escludere a priori tutti i taxa inseriti nelle red list, restringendo il campo delle speciee sottospecie da ricercare ed impiegare. consente di prelevare talee, astoni, rizomi, da individui diversi, magari anche spazialmentedistanti tra di loro nelle stazioni di prelievo.

    4. QUANDO SI UTILIZZA IL LEGNAME NELLE OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA, NECESSARIOAPPORTARE ALCUNI ACCORGIMENTI FINALIZZATI A PROLUNGARE IL PERIODO DI PIENA FUNZIONALIT

    DELLE OPERE:evitare di scortecciare i tronchi ed esporli allirradiazione solare direttascortecciare i tronchi, proteggerli dallirradiazione solare direttaevitare di scortecciare i tronchi e preparare le estremit a becco di flauto.scortecciare i tronchi ed esporli allirradiazione solare diretta

    5. LIMPIEGO DELLE TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA,PRESENTA NUMEROSI VANTAGGI DIVARIA NATURA,TRA I QUALI:vantaggi corologici, gli interventi presentano analisi accurate della flora;vantaggi ecologici, gli interventi presentano unelevata compatibilit ambientale;vantaggi biologici, gli interventi presentano una bassa biodiversit;vantaggi paesaggistici, gli interventi tutelano piante inserite nelle red list della IUCN.

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    LA RETE DEI TUTOR

    PER OGNI INFORMAZIONE E CHIARIMENTO IN MERITO AI PERCORSI DIDATTICI E AI MATERIALI

    DISPONIBILI SUL SITO WWW.AMBIENTEAGRICOLTURA.IT,PUOI RIVOLGERTI AI TUTOR,PERSONALEDEGLI ENTI PARTNER DEL PROGETTO; DI SEGUITO SONO RIPORTATI I LORO RECAPITI AI QUALIPOSSONO ESSERE CONTATTATI.

    TOSCANA:CIA-CIPAAT TOSCANA:

    Valter Gost inelli, CIPA-AT Toscana; Tel. 055/2338932; e-mail: [email protected] . Anna Stopponi , CIPA-AT Siena; Tel. 0577/203711; e-mail: [email protected] . Cristina Pizzetti, CIPA-AT di Siena; Tel. 0577/203711; e-mail: [email protected] . Lucia Casarosa, CIPA-AT di Pisa; Tel. 0587/290373; e-mail: [email protected] . Marco Masi, CIPA-AT di Pistoia; Tel. 0573/934210/e-mail: [email protected] . Susanna Grilli, CIPA-AT di Livorno; Tel. /e-mail: [email protected] .

    COLDIRETTI-IRIPA TOSCANA:

    Sandro Stoppini, IRIPA Toscana; Tel. 055/3215064; e-mail: [email protected] . Claudio Bucaletti; COLDIRETTI Arezzo; Tel. 0575/39951 e-mail: [email protected] . Laura Pestelli.; COLDIRETTI Firenze; Tel. 055/323571 e-mail: [email protected] . Sabrina Merano; COLDIRETTI Grosseto; Tel. 0564/24453 e-mail: [email protected] .

    Elena Biagioni; COLDIRETTI Lucca; Tel. 0583/341746 e-mail: [email protected] . Elena Biagioni; COLDIRETTI Massa; Tel.0585/43852; e-mail: [email protected] . Francesca Marcacci; COLDIRETTI Pisa; Tel.050/526010; e-mail: [email protected] . Stefano Tesi; COLDIRETTI Pistoia;Tel.05737991011, e-mail: [email protected] . Sabrina Guerranti; COLDIRETTI Siena; Tel.0577/46006, e-mail: [email protected] .

    EMILIA-ROMAGNA:

    CSADI BOLOGNA:

    Claudio Zangarini, CSA Bologna, Tel. 051/360747, e-mail: [email protected] .

    AGRIFORM:

    Claudia Bellaera, AGRIFORM Bologna, Tel. 051 6313815, e-mail: [email protected] . Laura Rivara,AGRIFORM, Parma, Tel. 0521/24478, e-mail: [email protected] Roberto Trampolin i, AGRIFORM Reggio Emilia, Tel. 0522/920437, e-mail: [email protected] . Silvia Fiori, NEW AGRIFORM Forl, Tel. 0543/724670, e-mail: [email protected] .

    IRFATA:

    Andrea Savi, IRFATA Piacenza, Tel. 0523/523080, [email protected] .