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Periodico di informazione per Medici & Farmacisti
Informazioni dal Informazioni dal Informazioni dal Informazioni dal
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Novembre 2014
Anno XIV, N°2
Sommario:
Epidemiologia della FA 1
Valutazione del rischio
tromboembolico
1
Valutazione del rischio
emorragico
2
Caratteristiche dei NAO 3
Il Time in Therapeutic Ran-
ge (TTR)
4
NAO e insufficienza renale
cronica
7
Gestione pratica dei NAO 7
NAO e pazienti naive 5
NAO e pazienti già in trat-
tamento con AVK
5
Passaggio da AVK a NAO 6
Valutazioni iniziali 6
Valutazioni periodiche 6
Controlli di laboratorio 8
Effetti indesiderati 8
NAO e interazioni tra far-
maci
9
Sospensione dei NAO 9
Gestione degli eventi emor-
ragici
10
Prescrivibilità dei NAO 11
Bibliografia 12
I nuovi anticoagulanti orali (NAO) nella
fibrillazione atriale non valvolare (FANV):
Domande & Risposte
A cura dei componenti dei
TTTTEAMEAMEAMEAM M M M MULTIDISCIPLINARIULTIDISCIPLINARIULTIDISCIPLINARIULTIDISCIPLINARI NAO NAO NAO NAO
AAAAZIENDAZIENDAZIENDAZIENDA ULSS 16, A ULSS 16, A ULSS 16, A ULSS 16, AZIENDAZIENDAZIENDAZIENDA
OOOOSPEDALIERASPEDALIERASPEDALIERASPEDALIERA EEEE IOV IOV IOV IOV
Il presente documento, nato dalla collaborazione tra gli specialisti dei gruppi di lavoro
dell’Azienda ULSS 16 , dell’Azienda Ospedaliera di Padova e dell’Istituto Oncologico Ve-
neto, sintetizza in un formato di “Domanda e Risposta” quanto presentato nel corso dei
precedenti sei incontri formativi sul tema rivolti ai MMG e agli specialisti.
Il testo fa riferimento anche alle “Linee di indirizzo per l’impiego dei NAO nella Regio-
ne Veneto”, approvate con Decreto n. 75/2013 [1].
L’obiettivo principale è quello di ottimizzare il trattamento con farmaci anticoagulan-
ti nel territorio dell’ULSS 16 in base a principi di appropriatezza prescrittiva e di equità di
accesso alle cure.
Il rischio tromboembolico varia con l’età, il sesso e la presenza di co-morbidità. La
Regione Veneto raccomanda l’impiego del punteggio CHA2DS2-VASc (Tabella 1) in quan-
to, rispetto alla più nota scala CHADS2, permette una classificazione più sicura ed accu-
rata dei pazienti a rischio tromboembolico più basso [3].
Il rischio di eventi/anno stimato, sulla base della somma individuale del punteggio
ottenuto applicando il CHA2DS2-VASc, varia dal 2% (score 1) al 23,6% (score 9) [4].
Come valutare il rischio tromboembolico individuale? Q2
Qual è l’epidemiologia della FA e quali i rischi associati? Q1
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta la forma di aritmia cardiaca più comune che nell’85-90% dei casi si presenta nella forma di “fibrillazione atriale non valvola-re” (FANV). Nel Veneto, la prevalenza della FA nella popolazione generale è stimata essere compresa tra l’1-2% e un’incidenza di circa 3 casi per 1000 anni/persona [2]. È doveroso precisare che la prevalenza della FA aumenta con l’età, arrivando intorno all’-8% nei soggetti con più di 80 anni.
Studi epidemiologici indicano che la FA rappresenta un fattore che aumenta di 5 volte il rischio di manifestare uno stroke ischemico ed è responsabile del 15% circa di tutti gli ictus e del 30% degli ictus nelle persone ultraottantenni.
Tale complicanza, si verifica in proporzione diversa nei diversi sottogruppi di pazienti sulla base di una serie di fattori di rischio.
Anno XIV, N°2 Pagina 2
Fattore di rischio tromboembolico Punti
C Congestive heart failure: insufficienza cardiaca con-gestizia (frazione d’eiezione del ventricolo sinistro ≤ 40%)
1
S2 2
Prior Stroke or TIA: precedente ictus/attacco ische-mico transitorio (TIA)/tromboembolismo
H
Hypertension: ipertensione arteriosa sistemica (valori costanti al di sopra di 140/90 mmHg o iper-tensione trattata)
1
A Age: età ≥ 75 anni 2
D Diabetes mellitus: diabete mellito 1
V
Vascular disease: malattia cardiovascolare (precedente IMA o malattia arteriosa periferica o placca aortica)
1
A Age: età 65-74 anni 1
Sc Sex: sesso femminile 1
Tabella 1. Score CHA2DS
2-VASc per la valutazione del rischio cardioembolico [3]
Come valutare il rischio emorragico individuale? Q3
Tutte le terapie anticoagulanti orali (TAO), benché efficaci
nel ridurre il rischio embolico, sono gravate da un rischio non
trascurabile di emorragie maggiori e di emorragie intracraniche
(BOX 1). Pertanto, per ogni paziente candidabile a TAO, si do-
vrebbe valutare anche il rischio di sanguinamento. A tal fine è
stato elaborato il punteggio HAS-BLED (Tabella 2) che consente
di valutare il rischio individuale di sanguinamento prima di ini-
ziare una TAO [5].
BOX 1 - TAO: bilancio tra rischio
tromboembolico e rischio emorragico
Il punteggio HAS-BLED può essere d’aiuto nel
processo decisionale in merito alla TAO, in quanto
permette di individuare i fattori emorragici
correggibili (es. pressione arteriosa non
controllata, impiego concomitante di altri farmaci
che causano sanguinamento, abuso di alcool) e
incentivare la sorveglianza clinica. Nei casi in cui il
rapporto rischio-beneficio non è chiaramente
evidente, il ruolo clinico maggiore dovrebbe essere
svolto dallo score tromboembolico ottenuto con il
CHA2DS
2-VASc (un ictus ha di norma conseguenze
più gravi di un’emorragia gastrointestinale).
Fattore di rischio emorragico Punti
H Hypertension:ipertensione si-stolica ≥ 160 mmHg
1
A
Abnormal liver/renal function: Funzione epatica e renale anor-mali quali cirrosi, alterazioni parametri epatici (es. bilirubina > 2 volte e/o enzimi epatici > 3 volte), dialisi, creatinina ≥ 200 mmol/L)
1 o 2*
S Stroke history: Pregresso ictus o TIA
1
B Bleeding: Anamnesi di emorra-gia o tendenza emorragica
1
L Labile INRs: INR labile con tem-po medio trascorso nel range terapeutico <60%
1
E Age: età > 65 anni 1
D
Drugs: farmaci e alcool (assunzione di antipiastrinici o FANS e/o abuso di alcool)
1 o 2*
* 1 punto se presente un fattore di rischio, 2 punti se presenti entrambi i fattori di rischio
Punteggio HAS-BLED totale:
� 0-2 = rischio emorragie maggiori/anno basso (1,13% - 1,88%)
� ≥3 = rischio emorragie maggiori/anno alto (> 3,74%)
Tabella 2. Score HAS-BLED per la valutazio-ne del rischio emorragico [5]
Punteggio CHA2DS2-VASc totale:
� 0 = rischio tromboembolie/anno
basso (0,78%)
� 1 = rischio tromboembolie/anno
moderato/intermedio (2,01%)
� ≥2 = rischio tromboembolie-
/anno alto (> 3,71%)
Anno XIV, N°2 Pagina 3
Per decenni i derivati cumarinici o anti vitamina K - AVK (warfarin e acenocumarolo) hanno rappresentato la terapia di
elezione per la prevenzione di eventi tromboembolici associati alla FA. Questi farmaci, benché di comprovata efficacia,
presentano una finestra terapeutica piuttosto ristretta tra benefici (azione anticoagulante) e rischi (eventi emorragici)
rendendo così obbligatoria una costante e frequente attività di monitoraggio per verificare il mantenimento dei valori di
INR entro l’intervallo terapeutico raccomandato (2,0 - 3,0).
La ricerca farmacologica si e proposta pertanto di ovviare agli inconvenienti degli AVK, cercando di sviluppare farmaci
orali con caratteristiche di sicurezza almeno sovrapponibili e con un meccanismo d’azione che ne renda più semplice la
gestione del dosaggio e ne riduca le interazioni farmacologiche. Al momento attuale sono registrati in Italia nuovi antico-
agulanti orali che agiscono come inibitori diretti del fattore II (dabigatran) o del fattore Xa (rivaroxaban e apixaban) le cui
caratteristiche farmacologiche , confrontate con il warfarin, sono riportate nella Tabella 3.
In generale si può affermare che tutti i NAO hanno in comune la caratteristica di avere una rapida comparsa e scom-parsa dell’effetto anticoagulante. Inoltre, questi farmaci presentano un effetto dose-risposta prevedibile e, pertanto, non necessitano di monitoraggio dell'anticoagulazione. In particolare il loro effetto anticoagulante, entro certi limiti, risulta essere proporzionale alla loro concentrazione plasmatica.
Studi clinici randomizzati di ampie dimensioni e di buona qualità metodologica (come validità interna) ne hanno dimo-
strato l'efficacia e la sicurezza in studi della durata media di 2 anni, rispetto al warfarin, candidandoli a diventare un trat-
tamento vantaggioso per una quota di pazienti affetti da FANV (Tabella 4).
Quali sono le principali differenze tra i NAO e il warfarin? Q4
Dabigatran
(Pradaxa®)
Rivaroxaban
(Xarelto®)
Apixaban
(Eliquis®)
Warfarin
(Coumadin®)
Meccanismo d’azione
Inibitore diretto e rever-
sibile della trombina
(fattore II)
Inibitore selettivo diretto
del fattore Xa
Inibitore selettivo diretto
del fattore Xa
Riduzione sintesi Fattori
coagul. vit. K dipendenti
Posologia 150 mg b.i.d. 20 mg o.d. 5 mg b.i.d. 1 dose o.d.
(INR dipendente)
Posologia nell’IRC (ClCr
30-49 mL/min)
150-110 mg b.i.d.
(v. Tabella 7) 15 mg o.d. 2,5 mg b.i.d.
1 dose o.d.
(INR dipendente)
Biodisponibilità 3-7% (sensibile al pH) 60-80% (a digiuno)
100% (coi pasti) 50-60% >95%
Effetto sull’assorbimento
da parte del cibo Nessuno
Aumentato
(assumere coi pasti) Nessuno Forte
Tempo di comparsa dell’-
effetto anticoagulante Breve (3 h) Breve (3 h) Breve (3 h) Lungo (3-6 giorni)
Tempo di scomparsa del-
l’effetto anticoagulante Breve (24 h) Breve (24 h) Breve (24 h) Lungo (4-5 giorni)
Metabolismo No CYP
P-glicoproteina
Parziale
(CYP3A4 e CYP2J2)
P-glicoproteina
Parziale
(CYP3A4 e CYP2J2)
P-glicoproteina
CYP2C9
Via di eliminazione Renale (80%) Renale (33%); fecale
(66%)
Renale (25%), fecale
(75%) Renale (92%)
Specifico antidoto Non disponibile Non disponibile Non disponibile Disponibile
Emivita (t1/2) 12-17 h 5-13 h 9-14 h 36-42 h
Monitoraggio Funz. renale (v. Q11) Funz. renale (v. Q11) Funz. renale (v. Q11) INR
Necessità di “terapia pon-
te” con eparine Non necessaria Non necessaria Non necessaria Necessaria
Tabella 3. Caratteristiche dei NAO e del warfarin
Anno XIV, N°2 Pagina 4
Dabigatran
(RE-LY) [6]
Rivaroxaban
(ROCKET-AF) [7]
Apixaban
(ARISTOTLE) [8]
Disegno dello studio
Tipo di studio randomizzato (in aperto) di non
inferiorità rispetto a warfarin
randomizzato (doppio cieco) di
non inferiorità rispetto a warfarin
randomizzato (doppio cieco) di
non inferiorità rispetto a warfarin
N. pazienti arruolati 18.113 14.264 18.201
Esito primario efficacia ictus + embolie sistemiche ictus + embolie sistemiche ictus + embolie sistemiche
Esito primario sicurezza sanguinamenti maggiori sanguinamenti maggiori sanguinamenti maggiori
Durata dello studio 2,0 anni 1,9 anni 1,8 anni
Schema di trattamento warfarin vs
dabigatran (110-150 mg b.i.d.)
warfarin vs
rivaroxaban (20 mg o.d.)
warfarin vs
apixaban (5-2,5 mg b.i.d.)
Caratteristiche dei pazienti
Età (anni) 71,5 ± 8,7 [media] 73 (65-78) [mediana (IQR)] 70 (63-76) [mediana (IQR)]
% pazienti ≥ 75 anni 39% 43% 31%
% donne arruolate 37% 40% 36%
TTR (braccio warfarin) 64% 55% 62%
CHADS2 score (media) 2,1 3,5 2,1
Esito primario efficacia:
ictus + embolie sistemiche
1,53% (110 mg) vs 1,69% (°)
1,11% (150 mg) vs 1,69% (*) 2,12% vs 2,42% (°) 1,27% vs 1,60% (*)
Esito primario sicurezza:
sanguinamenti maggiori
2,71% (110 mg) vs 3,36% (*)
3,11% (150 mg) vs 3,36% (°) 3,60% vs 3,45% (°) 2,13% vs 3,09% (*)
Principali esiti (% eventi/anno - NAO vs warfarin)
Tabella 4. Disegno, tipologie di pazienti e principali risultati degli studi registrativi dei NAO
IQR = interquartile range; TTR = Time in Therapeutic Range (v. Q5)
(°) = non inferiorità raggiunta (NAO e warfarin ugualmente efficaci/sicuri)
(*) = differenza statisticamente significativa vs warfarin (p<0,05)
Che cosa è il Time in Therapeutic Range (TTR)? Q5
Il TTR rappresenta un indice di qualità del trattamento anticoagulante, calcolato attraverso opportuni software su un
tempo di terapia di almeno 6 mesi.
Recenti studi hanno dimostrato che l’efficacia clinica degli AVK, per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con FA, è
ottimale per valori di TTR >70% e accettabile per valori di TTR fra 61 e 70%. Inoltre, è stato osservato che i pazienti con
TTR < 60% presentano una maggiore mortalità annuale (4,2% vs 1,7%) e un numero più elevato di emorragie maggiori
(3,9% vs 1,6%), ictus ed embolie periferiche (2,1% vs 1,1%) rispetto ai pazienti con TTR > 70% [9].
Infine, è noto come un aumento del 10% del tempo al di fuori del range terapeutico comporti un aumento della mor-
talità pari al 29%, di ictus del 12% e una maggiore frequenza di ospedalizzazione [10].
Pagina 5 Anno XIV, N°2
Quale farmaco scegliere nei pazienti con nuova diagnosi di FANV (naive) ? Q6
L'indicazione alla TAO deve essere ovviamente valutata sulla base della stratificazione del rischio tromboembolico ed
emorragico del singolo paziente, facendo riferimento alle scale di rischio descritte in precedenza (v.Q2 e Q3).
Le linee di indirizzo regionali evidenziano che per i pazienti naive candidabili ad un trattamento anticoagulante non
esistono preclusioni ad intraprendere una terapia con AVK per un periodo di 6-12 mesi, dopo il quale può essere valutato
l’eventuale passaggio ai NAO qualora la qualità della terapia dovesse risultare insoddisfacente.
BOX 2 - NAO e riduzione delle
emorragie intracraniche
La riduzione delle emorragie
intracraniche osservata con i NAO è
stata enfatizzata nella stampa
medica in termini di una riduzione
del rischio relativo (riduzione del
rischio relativo di circa il 50%).
Recenti indagini evidenziano che
tale evento, pur temibile, non risulta
essere particolarmente frequente
n e i p a z i e n t i t r a t t a t i c o n
anticoagulanti orali. In particolare
una metanalisi, recentemente
pubblicata su Lancet, ha osservato
un’incidenza dello 0,7% di eventi
emorragici intracranici nel gruppo
di pazienti trattati con NAO rispetto
all’1,45% dei soggetti trattati con
warfarin (riduzione del rischio
assoluta molto piccola, pari allo
0,75%) [11].
Diversa valutazione dovrebbe essere considerata nel caso di pazienti
naive, che si trovano nelle seguenti situazioni:
� soggetti in condizioni cliniche particolari che rendono non attuabile,
per difficoltà oggettive, la periodica esecuzione dei controlli INR. A
questo proposito è opportuno precisare che tale evenienza deve rap-
presentare un’eccezionalità dal momento che, nella Regione Veneto,
l’organizzazione delle reti territoriali assicura un alto grado di accessi-
bilità all’esecuzione del prelievo;
� soggetti con pregressa emorragia intracranica o situazioni cliniche
associate ad elevato rischio di sanguinamento intracranico. A questo
proposito si precisa che i NAO hanno dimostrato una superiorità ri-
spetto a warfarin sulla riduzione delle complicanze emorragiche cere-
brali (BOX 2);
� pazienti colpiti da TIA o ictus attribuibili a FA che non erano in tratta-
mento anticoagulante prima dell’evento (lo studio RE-LY ha dimostra-
to una superiorità di dabigatran rispetto a warfarin, al dosaggio di 150
mg b.i.d., nella riduzione degli ictus ischemici);
� pazienti ad alto rischio di interazioni farmacologiche con anticoagu-
lanti cumarinici.
In tali pazienti il trattamento con i NAO è ritenuto preferibile.
Quale farmaco scegliere nei pazienti già in terapia con AVK? Q7
1. Pazienti per i quali si raccomanda di proseguire il
trattamento con AVK:
a. pazienti con INR stabile (TTR > 65%) con un basso
rischio emorragico;
b. soggetti con grave insufficienza renale (clearance
della creatinina <30 mL/min) o insufficienza epatica;
c. Pazienti che preferiscono continuare con AVK nono-
stante sia stato ben informato sui NAO;
d. soggetti con età > 80 anni e INR stabile (BOX 3).
BOX 3 - NAO e anziani fragili
I soggetti anziani fragili costituiscono una
popolazione di particolare complessità per un
aumentato rischio di morbidità e mortalità, nonché
da grande difficoltà gestionale per il
contemporaneo aumento del rischio emorragico e
trombotico [12]. Questa popolazione non è
sufficientemente rappresentata negli studi
registrativi dei NAO (v. Tabella 4) e, pertanto,
esistono dubbi sulla trasferibilità dei risultati in
questa particolare categoria di pazienti. Tali dubbi
sono confermati dai dati delle metanalisi che
segnalano un non trascurabile aumento del rischio
emorragico con i NAO nei pochi pazienti
ultraottantenni studiati [13].
Pagina 6 Anno XIV, N°2
Quali sono le valutazioni iniziali che il MMG deve fare ? Q9
Prima di proporre una terapia con un NAO è indispensabile:
1. effettuare una corretta valutazione delle indicazioni al tratta-
mento con AVK o NAO (v. Q6 e Q7);
2. escludere le controindicazioni assolute ad un trattamento an-
ticoagulante (es. trauma/intervento chirurgico maggiore re-
cente, gravidanza, emorragia pericolosa per la vita nel mese
precedente, diatesi emorragica congenita, grave trombocito-
penia);
3. effettuare un’accurata anamnesi farmacologica per valutare la
presenza di possibili interazioni farmacologiche (es. assunzio-
ne cronica di FANS e/o di altri antiaggreganti).
Se si ritiene utile prevedere l’invio del paziente allo specialista
per intraprendere un’eventuale terapia con NAO, il MMG deve
allegare una documentazione accompagnatoria (sul fac-simile
della lettera allegata) che riporti le informazioni riportate nella
Tabella 5, necessarie per la corretta valutazione da parte dello
specialista dell’eleggibilità del paziente secondo il registro AIFA.
� anamnesi di vascolopatia;
� punteggi CHA2DS
2-VASc e HAS-BLED (v. Q2 e
Q3);
� emocromo, PT, PTT, creatininemia (e fun-
zionalità renale calcolata con la formula
di Cockroft-Gault), transaminasi;
� se il paziente è già in terapia con AVK, ri-
portare possibilmente per gli ultimi 6 mesi
i seguenti dati:
− valore del TTR (v. Q5)
− n° di test con INR <2
− n° di test con INR >4
Tabella 5. Informazioni necessarie per l’in-vio di un paziente allo specialista (v. fac-simile lettera allegata)
Quali sono le valutazioni periodiche che il MMG deve fare ? Q10
Come riportato in Q4 i NAO, al contrario degli AVK, non ri-
chiedono un controllo di laboratorio routinario per il monitorag-
gio della loro attività anticoagulante. Tuttavia, questo non signifi-
ca che il paziente non necessiti di una rivalutazione periodica.
A questo proposito, gli esperti propongono un primo control-
lo ad 1 mese dall’inizio della terapia e, successivamente, ogni 3-6
mesi in base alle condizioni cliniche del singolo assistito in rela-
zione al grado di funzionalità renale e alla presenza di poli-
patologie [14]. Le principali informazioni da raccogliere sono ri-
portate nella Tabella 6.
Come deve avvenire il passaggio da un AVK ad un NAO ? Q8
Il passaggio da un AVK ad un NAO deve avvenire come segue:
− da AVK a dabigatran o apixaban ⇒ sospendere l’AVK e iniziare il trattamento con dabigatran o apixaban non appena
l’INR è <2;
− da AVK a rivaroxaban ⇒ sospendere l’AVK e iniziare il trattamento con rivaroxaban non appena l’INR è <3.
� verifica del grado di adesione alla terapia;
� valutazione della comparsa di eventi trom-
botici o emorragici;
� valutazione della funzionalità renale (v.
Q11);
� anamnesi farmacologica recente per valu-
tare eventuali nuove interazioni con far-
maci assunti dal paziente (v. Q15).
Tabella 6. Periodiche informazioni da rac-cogliere in corso di terapia con NAO
2. Pazienti per i quali è raccomandato il passaggio da un AVK ad un NAO:
a. soggetti con un controllo insoddisfacente della terapia (pazienti con TTR<65%);
b. pazienti con controindicazioni specifiche all’impiego di AVK;
c. pazienti colpiti da TIA o ictus attribuibili a fibrillazione atriale.
Pagina 7 Anno XIV, N°2
Come comportarsi con i pazienti affetti da IRC ? Q11
Il monitoraggio della funzionalità renale è un ele-
mento di importante valutazione perché, in caso di una
sua significativa diminuzione, si rende necessaria la
riduzione del dosaggio del NAO o una sua sospensione
(Tabella 7).
A questo proposito è importante ricordare che la
funzionalità renale, soprattutto nel soggetto anziano,
può essere compromessa anche con valori di creatini-
na sierica ancora nei limiti della norma e, nei soggetti
in politerapia sono di frequente riscontro variazioni
nella funzionalità renale anche di notevole entità sia
per condizioni intercorrenti (febbre, disidratazione) sia
per gli effetti di trattamenti concomitanti (es. ACE-
inibitori, sartani, diuretici, FANS, ecc.).
Diverse evidenze associano un incremento del ri-
schio di sanguinamento da NAO in soggetti con grave
insufficienza renale (v. BOX 4).
BOX 4 - NAO , insufficienza renale e rischio di
sanguinamento
I pazienti ad elevato rischio, quali gli anziani con
ridotta funzionalità renale (spesso in politerapia),
rappresentano un gruppo particolarmente
vulnerabile agli eventi emorragici [14]. Questi
sono anche i soggetti che maggiormente
necessitano di terapia anticoagulante. Va
sottolineato che tale sottopopolazione è la meno
rappresentata negli studi registrativi ed è quindi
difficile poter prevedere il beneficio/rischio dei
NAO in tali pazienti nella pratica clinica. Inoltre,
le evidenze attualmente disponibili indicano come
vi sia un aumento di rischio di sanguinamento
con dabigatran anche a basse dosi nei pazienti
con insufficienza renale, anziani e con basso peso
corporeo [15].
Escrezione
renale (%)
ClCr < 15
mL/min
ClCr < 30
mL/min
ClCr 30-49
mL/min
ClCr 50-80
mL/min
Dabigatran 80% controindicato controindicato 150-110 b.i.d.* 150-110 b.i.d.*
Rivaroxaban 33% controindicato 15 mg o.d. 15 mg o.d. 20 mg o.d.
Apixaban 25% controindicato 2,5 mg b.i.d. 5 b.i.d. 5 b.i.d.
* raccomandato il passaggio a dabigatran 110 mg b.i.d. nei soggetti con età >80 anni e/o in terapia concomitante con verapamil.
Nei pazienti con insufficienza renale moderata e/o età 75-80 anni e/o aumentato rischio di sanguinamento, considerare il passaggio
a dabigatran 110 mg b.i.d.
Tabella 7. Posologia dei NAO in caso di insufficienza renale (da scheda tecnica)
Che cosa fare quando …? Q12
� … è stata dimenticata una dose? ⇒ La dose di-
menticata può essere assunta fino a 6 ore dopo
per i farmaci che si assumono ogni 12 ore
(dabigatran, apixaban) e fino a 12 ore dopo per i
farmaci che si assumono ogni 24 ore
(rivaroxaban). Dopo tali orari la dose non deve
essere assunta.
� … è stata assunta una dose doppia? ⇒ Per i far-
maci che si assumono ogni 12 ore, saltare la dose
successiva; per i farmaci che si assumono ogni 24
ore, continuare la terapia senza effettuare modifiche alla
posologia.
� … vi è incertezza sull’assunzione della dose assunta? ⇒
Per i farmaci che si assumono ogni 12 ore, nessuna dose
aggiuntiva; per i farmaci che si assumono ogni 24 ore, as-
sumere una dose aggiuntiva.
� … si sospetta un’overdose? ⇒ è consigliabile un periodo
di osservazione in ospedale se si sospetta l’assunzione di
dosi elevate, oppure un accumulo del farmaco per un’im-
provvisa modificazione della funzionalità renale.
Pagina 8 Anno XIV, N°2
Quali controlli sono indicati per verificare l’effetto anticoagulante ? Q13
I NAO possono essere somministrati a dosi fisse giornaliere con effetto anticoagulante prevedibile, non richiedendo
quindi un monitoraggio routinario del livello di anticoagulazione. Nella pratica clinica, tuttavia, esistono alcune situazioni
nelle quali potrebbe essere utile conoscere la loro concentrazione plasmatica (es. sospette interazioni farmacologiche,
complicanze emorragiche o trombotiche, funzione renale deteriorata, ecc.) La misura dell’attività anticoagulante dei
NAO presenta, tuttavia, dei limiti dovuti alla standardizzazione dei test di laboratorio.
Allo stato attuale si può sottolineare quanto riportato:
− per i NAO la valutazione dell’INR non è di alcuna utilità in quanto tale test è stato calibrato esclusivamente per il mo-
nitoraggio degli AVK;
− i test coagulativi di routine (PT, PTT o TT) consentono di avere delle informazioni poco precise sull’effettiva concentra-
zione di farmaco;
− come riportato nella Tabella 8, per dabigatran, inibitore diretto della trombina, la misurazione dell’ECT (tempo di eca-
rina) o il dTT (tempo di trombina diluito) sono stati dimostrati essere dei parametri calibrati per la determinazione
della concentrazione plasmatica del farmaco. Per rivaroxaban e apixaban, inibitori del fattore Xa, risulta invece appro-
priato la misurazione del fattore anti-Xa (prossimamente disponibile presso i laboratori ospedalieri).
ECT dTT anti-Xa
Dabigatran
valori ≥ 3 rispetto a quelli nor-
mali indicano un aumento del
rischio
valori > 200 ng/mL oppure
valori > 65 sec indicano un
aumento del rischio
non utile
Rivaroxaban non utile non utile utile (in corso di standardizza-
zione)
Apixaban non utile non utile utile (in corso di standardizza-
ECT = tempo di ecarina; dTT = tempo di trombina diluito; anti-Xa = saggio cromogenico per il fattore anti-Xa
Tabella 8. Valori dei test coagulativi che possono indicare un incremento di sanguinamento da NAO
Quali sono i principali effetti indesiderati dei NAO ? Q14
Oltre all’aumento del rischio di sanguinamento (v. BOX 5), gli altri effet-
ti collaterali di più frequente riscontro in corso di terapia dei NAO sono
riportati nella Tabella 9.
Comuni Non comuni
Dabigatran dispepsia, diarrea, do-
lore addominale
vomito, disfagia, trom-
bocitopenia, reazioni di
ipersensibilità
Rivaroxaban cefalea, prurito, aumen-
to transaminasi
reazioni di ipersensibilità,
tachicardia, secchezza
delle fauci
Apixaban - reazioni di ipersensibilità
Tabella 9. Principali effetti indesiderati (da scheda tecnica)
BOX 5 - NAO e rischio di
emorragie
Una recente DDL (Dear Doctor Letter) di AIFA riporta una importante informativa sui rischi di sanguinamento da NAO [16]. Il documento sottolinea l’importanza di monitorare la comparsa di emorragie dal momento che negli studi clinici, e nell’esperienza post-marketing, è stato dimostrato che le emorragie maggiori (talora fatali), non sono limitate agli AVK e alle eparine ma anche ai NAO.
Pagina 9 Anno XIV, N°2
Quali sono le principali interazioni farmacologiche dei NAO ? Q15
Nonostante le differenze di metabolismo (tramite citocromo CYP3A4 per rivaroxaban e apixaban) e di assorbimento-
/escrezione (soprattutto tramite glicoproteina P - P-gp, dabigatran), le interazioni farmacologiche importanti sono simili
per i tre NAO. Per rivaroxaban e apixaban, solo i farmaci che simultaneamente inibiscono sia CYP3A4 che la P-gp (forti
inibitori quindi di entrambe le vie), danno luogo ad interazioni clinicamente significative, mentre con cautela vanno usati
i forti induttori di P-gp. Per dabigatran, invece, sia i forti inibitori che i forti induttori di P-gp danno luogo ad interazioni
clinicamente significative (Tabella 10).
Dabigatran Rivaroxaban
Apixaban
Inibitori della glicoproteina-P: amiodarone, fenotiazine (es. promazina,
clorpromazina, ecc) antifungini azolici (es. fluconazolo.itraconazolo, ecc.),
tioxanteni (es. zuclopentixolo), verapamile, antimalarici e ciclosporina
SI SI
Induttori della glicoproteina-P: desametasone, rifampicina, erba di S. Gio-
vanni (iperico) SI SI
Inibitori del citocromo CYP3A4: fenotiazine (es. promazina, clorpromazi-
na, ecc), antifungini azolici (es. fluconazolo.itraconazolo, ecc.), verapamile,
eritromicina, telitromicina, nefazodone, antimalarici, ciclosporina, tioxan-
teni (es. zuclopentixolo)
NO SI
Induttori del citocromo CYP3A4: carbamazepina, efavirenz, nevirapina,
fenitoina, rifabutina, rifampicina, erba di S. Giovanni (iperico) , eucaliptolo NO SI
FANS: aspirina, naprossene, diclofenac, ecc. SI SI
Antiaggreganti piastrinici: clopidogrel, prasugrel SI SI
Tabella 10. Potenziali interazioni attualmente conosciute dei NAO [17]
Quando e come sospendere i NAO in caso di procedure/interventi chirurgici? Q16
Le procedure da adottare per una sospensione e ripresa dei NAO in caso di procedure diagnostiche invasive e/o inter-
venti chirurgici dipende dal rischio emorragico correlato alla procedura stessa (Tabella 11), dalla funzionalità renale del
paziente e dell’anticoagulante in uso (Tabella 12)
Rischio Basso Rischio Elevato
- Estrazione dentaria (fino a 3 denti), chirurgia parodon-tale, impianti odontoiatrici*
- Interventi per cataratta o glaucoma*
- Chirurgia cutanea minore*
- Endoscopie con o senza biopsia
- Biopsie prostatiche o vescicali
- Studi elettrofisiologici, ablazione con radiofrequenze, angiografie
- Impianto di pacemaker
* in questi casi il rischio è considerato molto basso, se possibile una buona emostasi locale
- Anestesia/puntura lombare, epidurale
- Legatura varici esofagee
- Polipectomia endoscopica
- Chirurgia toracica, addominale, ortopedica maggiore
- Biopsie epatiche o renali
- Resezione prostatica trans-uretrale
Tabella 11. Esempi di interventi/procedure classificati in base al rischio emorragico
Pagina 10 Anno XIV, N°2
Come gestire gli eventi traumatici ed emorragici ? Q17
L’evento emorragico nel paziente anticoagulato e un
evento critico, che richiede rapida capacità di inquadra-
mento diagnostico e decisionale terapeutico in quanto po-
tenzialmente fatale. Bisogna distinguere tra emorragie
maggiori ed emorragie minori:
- per le emorragie maggiori (Tabella 13) l’atteggiamento
terapeutico deve essere aggressivo e la correzione dell’-
anticoagulazione rapida, in modo tale da consentire un
tempestivo ripristino dell’assetto coagulativo del pazien-
te ed un miglior controllo dell’emorragia. Ne deriva la
necessità di ricoverare i pazienti presso Centri ospeda-
lieri adeguatamente attrezzati;
- per le emorragie minori (tutte quelle non ricomprese
nella Tabella 12) o di traumi senza evidenza di sanguina-
mento in atto, si possono attuare atteggiamenti di vigile
attesa o di sola modifica della dose di anticoagulante
assunta.
− Emorragie intracraniche spontanee (stroke
emorragico) o post traumatiche (esa, e-
morragie intraparenchimali, ematomi sot-
to o extradurali)
− Emorragie addominali e toraciche
(ematemesi, melena, enterorragia, rettor-
ragia, emottisi, emorragie intraparenchi-
mali, intrasierose)
− Emorragie retroperitoneali
− Ematomi spinali
− Emorragie endooculari
− Emorragie intrarticolari
− Shock emorragico da qualunque causa
− tutte le emorragie con perdita di almeno 2
gr/dL di Hb
Tabella 13. Tipologia di emorragie maggiori
Per endoscopie senza biopsia e interventi a basso rischio in cui è possibile una buona emostasi locale (v. Tabella 13),
gli esperti dell’EHRA suggeriscono di non sospendere il NAO sfruttando per l’intervento la fase temporale di minima azio-
ne del farmaco (12 h dopo l’ultima dose di dabigatran o apixaban, 24 h dopo l’ultima dose di rivaroxaban). Tale compor-
tamento è prassi corrente nei soggetti trattati con eparine a basso peso molecolare o fondaparinux.
Dabigatran (Pradaxa)
Clearance renale
(mL/min)
Emivita (ore) Sospensione
Rischio emorragico elevato Rischio emorragico basso
≥ 80 13 2 giorni prima 24 ore
≥ 50 - <80 15 2-3 giorni prima 1-2 giorni prima
≥ 30 - <50 18 4 giorni prima 2-3 giorni prima
Rivaroxaban (Xarelto), Apixaban (Eliquis)
Clearance renale
(mL/min)
Emivita (ore)
Rischio emorragico elevato Rischio emorragico basso
≥ 80 8,3 2 giorni prima 1 giorno prima
≥ 50 - <80 9,0 2 giorni prima 1 giorno prima
≥ 15 - <49 9,5 2 giorni prima 1,5 giorni prima
Sospensione
Tabella 12. Esempi di interventi/procedure classificati in base al rischio emorragico
In base alle regole previste dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la prescrizione dei NAO nella fibrillazione atriale
non valvolare, a carico del SSN, è soggetta alla compilazione di un Piano Terapeutico AIFA (PT-AIFA) informatizzato. Il PT-
AIFA, che può essere redatto solamente dai Centri autorizzati dalla Regione Veneto (Tabella 14), consentirà:
- la prescrizione del farmaco anche da parte del MMG;
- l’erogazione a carico del SSN del medicinale tramite distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche o Distibu-
zione Per Conto (DPC) attraverso le farmacie convenzionate.
Dove rivolgersi per la prescrizione dei NAO ? Q18
Pagina 11 Anno XIV, N°2
AULSS/AOP/IRCSS Struttura autorizzata
UO Cardiologia - Ospedale di Piove di Sacco
UO Geriatria - Ospedale di Piove di Sacco
UO Medicina (internisti) - Ospedale di Piove di Sacco
UO Neurologia - Ospedale di Piove di Sacco
UO Geriatria - Ospedale S. Antonio
UO Clinica Geriatrica c/o Azienda Ospedaliera
UO Medicina (internisti) - Ospedale S. Antonio
UO Neurologia - Ospedale S. Antonio
UO Pronto Soccorso: degenza breve-semintensiva (internisti e
cardiologi) - Ospedale S. Antonio
UO Medicina con annessa cardiologia (specialista internista e
cardiologo) - Casa di Cura di Abano Terme
Azienda Ospedaliera di Padova
UO Clinica Cardiologica (presso cui è ricompreso il Servizio
Prevenzione e Terapia della Trombosi)
UO Medicina Interna (1, 2, 3, 4 e 5)
UO Medicina Generale
UO Neurologia (Stroke Unit)
Istituto Oncologico Veneto
UO Cardiologia
Azienda ULSS 16
Tabella 14. Centri autorizzati alla prescrizione di NAO per la prevenzione dell’ictus e dell’-embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare
Anno XIV, N°2 Pagina 12
Bibliografia
1. Decreto n. 75 del 25/07/2013. Approvazione del do-
cumento avente ad oggetto “Linee di indirizzo per
l’impiego dei Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO) nella
Regione Veneto e individuazione dei Centri Regionali
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Il presente notiziario e i precedenti numeri
sono consultabili al sito
www.ulss16.padova.it
nella sezione servizi sovradistrettuali
⇒assistenza Farmaceutica Territoriale
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