Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ... · “Leggo che tra i concorrenti...

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A.A. 2008-2009 Proff. Silvia Leonzi, Giovanni Ciofalo Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali

Transcript of Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ... · “Leggo che tra i concorrenti...

A.A. 2008-2009

Proff. Silvia Leonzi, Giovanni Ciofalo

Industria culturale e Media studies

Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali

IL CASO ITALIANO

Perché è un caso?

Modernizzazione & Civilizzazione

Influenza politica

Identità nazionale

Ideologie culturali

Racconto della realtà

Ruolo degli intellettuali

IL CASO ITALIANO: ALCUNE PAROLE CHIAVE

Pagina 4

IL CASO ITALIANO:

CIVILIZZAZIONE & MODERNIZZAZIONE

Covo sotterraneo - cinque metri sotto terra - dove si nascondeva Michele Zagaria, boss

dell'organizzazione camorristica del clan dei casalesi, superlatitante arrestato il 7

dicembre 2011 a Casapesenna.

Pagina 5

IL CASO ITALIANO: INFLUENZA POLITICA

Pagina 6

IL CASO ITALIANO: IDENTITÀ NAZIONALE

Pagina 7

IL CASO ITALIANO: IDEOLOGIE CULTURALILampedusa - Dall'orizzonte in poi: miniserie andata in onda in prima visione su Rai 1 il 20 e 21

settembre 2016 in prima serata.

La fiction, tratta

dell'accoglienza e dell'aiuto dei

migranti che in seguito agli

sbarchi quotidiani nell'isola

fuggono da guerre, povertà e

persecuzioni. Il protagonista

principale è il Maresciallo Serra

che dopo una tragedia

personale, si è trasferito a

Lampedusa per ispezionare la

costa tra Italia e Libia.

Il lavoro del Maresciallo Serra è

assistito da una propria equipe,

insieme a Viola che gestisce il

centro d'accoglienza dell'Isola

ed ogni giorno lavora con

gruppi di migranti in condizioni

poco favorevoli.

Pagina 8

IL CASO ITALIANO: IDEOLOGIE CULTURALI

Pagina 9

IL CASO ITALIANO: RACCONTO DELLA REALTÀ

“Leggo che tra i concorrenti del Grande Fratello ci saranno “il figlio di un

camorrista, un gigolò e un cavaliere di Malta”. Ripenso ai sussidiari di una

volta, che ritraevano un’Italia popolata di lavandaie, mugnai, arrotini e

maniscalchi. In apparenza, il racconto televisivo ritrae un’Italia ribaltata. In

realtà, le illustrazioni caramellose dei vecchi sussidiari e il Barnum ridicolo

della televisione sono la stessa cosa: un falso ideologico ai danni della

realtà. Così come non ho mai conosciuto un maniscalco, non ho mai

conosciuto un gigolò. Il moralismo dell’Italietta cattolica e l’immoralismo

della videocrazia hanno lo stesso fine: evitare una rappresentazione lucida

e verosimile della realtà sociale. Essendo la vita quotidiana per la

maggioranza delle persone, un tribolare tenace e oscuro, una volta si

infinocchiava il popolo con il presepe edificante del solerte mugnaio e della

lavandaia canterina, oggi lo si infinocchia cucendo addosso a dei

normalissimi sfigati un personaggio efferato o equivoco in qualche maniera

“spettacolare” . In realtà, il gigolò altro non è che il maniscalco riscritturato

da un altro produttore.”

M. Serra, L’amaca, in “La Repubblica”, 17 ottobre 2010

Pagina 10

IL CASO ITALIANO: RUOLO DEGLI INTELLETTUALI

UN’IPOTESI DI PERIODIZZAZIONE

1945–1953

Il cammino della speranza

1954 – 1963

Il Boom

1963 – 1969

La grande illusione

1970 – 1979

Dagli anni di piombo al Mediaevo

1980 – 1990 L’obbligo del nuovo

Dagli anni ‘90 -…L’era Berlusconi

Il post-berlusconismo

IL CASO ITALIANO: IL DOPOGUERRA

“Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storia d’Italia

come un periodo contraddistinto da uno scarto relativo

fra la perdita di beni materiali, che è nel complesso

contenuta, e la perdita di beni immateriali o comunque

di ricchezze simboliche, affettive, spirituali, che è invece

assai elevata.”

(S. Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90,

Marsilio, Venezia 1992, p. 5.)

Un’assimilazione troppo veloce del modo di consumare tipico

delle classi borghesi, da parte di una società ancora

provinciale e contadina, crea uno scenario pieno di contraddizioni:

1. nelle case iniziano a comparire i primi apparecchi televisivi ma

continuano a mancare i sevizi igienici

2. 2. l’auto diventa uno status-symbol

3. immobilismo dello Stato e della Pubblica Amministrazione

4. sviluppo della piccola e media impresa

IL CASO ITALIANO: IL BOOM

Le fratture intergenerazionali create

dall’esperienza traumatica della guerra si

radicalizzano:

frattura incolmabile tra giovani ed adulti

le due nuove e distinte classi sociali

diversificano l’approccio al consumo e

condividono diversi modelli di

modernizzazione

Stato vs società civile

il Sessantotto non confluisce nella

politica, ma prende una deriva drammatica

IL CASO ITALIANO:

GLI ANNI SETTANTA

Le potenzialità del sistema comunicativo, formatosi negli anni ’70,

sviluppano nuove strategie di emancipazione dalla gestione pubblica.

Il consumo diventa centrale nella connessione tra il quotidiano e

la produzione di massa.

IL CASO ITALIANO: GLI ANNI OTTANTA

Pagina 16

IL CASO ITALIANO: DAGLI ANNI NOVANTA

Un’ulteriore crescita dei processi di integrazione e differenziazione si

riflette in una maggiore complessità del sistema

Aumento progressivo della consapevolezza e della capacità di scelta

dei consumatori:

Tv da pedagogica a multiofferta

Crescente autoreferenzialità del sistema televisivo

Exploit delle professioni comunicative

Individuo sociale

Pagina 17

QUANDO NASCE L’INDUSTRIA CULTURALE

IN ITALIA?

INDUSTRIA CULTURALE IN ITALIA

Se si considera l’industria culturale come un sistema ben

sviluppato e articolato di mezzi di comunicazione

tecnologicamente avanzati operanti in un mercato di massa, si

può dire che l’industria culturale in Italia nasca solo nella

seconda metà del XX secolo

Se si estende il concetto di industria culturale anche a fasi

anteriori di produzione culturale, prima ancora dell’esistenza di

un mercato di massa, diventa legittimo parlare di industria

culturale anche in altre epoche

Sistema caratterizzato da un andamento discontinuo e da una

maturazione disomogenea dei diversi apparati

Quindi, é difficile formulare interpretazioni chiare ed univoche

sulla nascita di un’industria culturale nel nostro Paese

UN’ INDUSTRIALIZZAZIONE

A SINGHIOZZO

UNA INDUSTRIALIZZAZIONE A SINGHIOZZO

Disuguaglianze strutturali del Paese: tra Centro-Nord e Sud;

grande città, cittadina di provincia e campagna;

grande industria, piccola industria o artigianato

In Italia c’è stato uno scarto tra la diffusione dei mezzi

comunicazione da un lato e la creazione dall’altro di reti

distributive a livello nazionale e di consumi di massa

Una industrializzazione a singhiozzo fatta di anticipi e di

ritardi,che va scomposta e analizzata nelle sue varie fasi e

studiata caso per caso

Tratti caratteristici

percorso atipico;

scolarizzazione ritardata;

diffusione di massa di radio, cinema e televisione;

disomogeneità dei differenti settori

A partire dal dopoguerra:

nuova offerta culturale fondata sui media di massa;

debolezza del processo di consolidamento degli apparati;

scarsa confidenza con le tecnologie;

centralità del sistema politico;

gestione elitistica e pedagogica

UNA INDUSTRIALIZZAZIONE A SINGHIOZZO

CULTURA DI MASSA E MODERNIZZAZIONE ITALIANA

“Laddove i tempi e le sequenze della modernizzazione non

procedono gradualmente pregiudicano il successo del

processo”.

Alberto Martinelli, La modernizzazione, Laterza, Roma-Bari 1998, p. 58

“Il percorso classico è: aumento della scolarizzazione,

diffusione di massa della stampa periodica e quotidiana,

diffusione della radio, poi del cinema, poi della televisione…

Da noi invece la diffusione di massa della radio, del cinema

e soprattutto della televisione precedono l’aumento della

scolarizzazione.”

G. Bechelloni, F. Rositi, «Il sistema delle comunicazioni

di massa in Italia», Problemi dell’informazione, I, 1977, p. 35.

DUE FASI DELL’INDUSTRIA

CULTURALE ITALIANA

1. Fase pedagogica:

1. Artigianale e universalistica

- acculturazione delle masse

2. Industriale e pedagogica

- omologazione del corpo sociale

2. Fase orientata al mercato:

1. Creazione di singoli apparati

2. Media system

IL CASO ITALIANO: 3 SCENARI

1. Dalla Ricostruzione alla fine degli anni ‘70

Un Mega-scenario di protoindustria culturale

2. Gli anni ’80: il punto di svolta

Uno scenario più circoscritto, caratterizzato dell’exploit dell’industria culturale diffusa (ancora con distorsioni politico, economiche-industriali, tecnologiche etc.)

3. Dagli anni ’90 ad oggi: il Mediaevo

Industria culturale diffusa, avvento delle «nuove» tecnologie, conflitto politica-comunicazione, exploit dell’informazione, tendenziale superamento del generalismo e diversificazione culturale accentuata

È possibile, quindi, far riferimento alla situazione italiana

prima e dopo gli anni Ottanta

Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80

Sacche di arretratezza e di povertà

compresenti con quote di benessere

Diffusione del benessere

Scarsa alfabetizzazione di base

Sacche di analfabetismo

Massificazione dell’istruzione

Differenziazione verticale della

fruizione culturale

Tendenza a una diffusione

orizzontale della fruizione culturale

Peso vincolante della stratificazione

sociale

Prevalenza delle aspettative di

consumo e degli stili di vita

Centralità dell’etica del lavoro e del

risparmio

Centralità del consumo e narcisismo

di massa

LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA SOCIETÀ

Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80

Autorevolezza delle fonti

comunicative

Sdrammatizzazione e

quotidianizzazione delle fonti

comunicative

Corrispondenza tra biunivoca media

e linguaggi

Diffusione della multimedialità

Separatezza e competizione tra i

diversi settori dell’industria culturale

Interdipendenza e Integrazione

dei settori

dell’industria culturale

Dieta mediale prescrittiva Dieta comunicativa “alla carta”

Pubblico di massa Pubblici e target

LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA COMUNICAZIONE

PRIMA DI VOLAREIl quadro storico

Pagina 28

Nord: guerra di resistenza e liberazione

Sud: dopo il ’43 occupazione

americana

Prima di volare: il quadro storico

L’Italia del dopoguerra è un paese travolto dalla fame, dalle

malattie (peste a Taranto, malaria a Cassino, tifo a Palermo)

e dalla miseria.

un bracciante guadagna 250 lire al giorno ma….

…accanto alla depressione cresce una grande speranza per il

futuro, una grande voglia di cambiamento

Prima di volare: il quadro storico

Produzione 1945-1953

L'Italia riesce ad esportare il 35% della sua

produzione, il 40% riguarda il mercato delle

auto, moto, scooter, mobili, tessuti di pregio

Prima di volare: alcuni dati

L’occupazione 1945-1953

Il settore agricolo perde più del 10% della

popolazione attiva e l’industria detiene la

maggioranza relativa del numero degli occupati.

Le condizioni per dare impulso a questo fenomeno

di ripresa, sono molteplici.

1. la riconversione degli apparati bellici

2. sollecitazione dell’iniziativa privata

3. gli aiuti economici americani (Piano Marshall,

1948 e adesione all’economia capitalista)

4. adesione al Patto Atlantico, 1949

Prima di volare: il quadro storico

La contrapposizione tra il blocco sovietico e quello occidentale si radicalizza

«Dopo quelle prove non si poteva essere più quelli di prima, anche se non si poteva

essere completamente diversi.»

Giuseppe Petronio, Racconto del Novecento letterario in Italia 1940-1990, Mondadori, Milano 2000, p. 8.

Prima di volare: il quadro storico

E’ un’Italia familistica e contadina, segnata da quadri mentali che appartengono

più all’800 che al ‘900

Discontinuità:

dalla Monarchia alla Repubblica

dalla dittatura alla democrazia

dal partito unico al pluralismo

Prima di volare: il quadro storico

Continuità:

• Società rurale

• Etica del lavoro

• Monogamia

• Moralità

• Famiglia tradizionale

Prima di volare: il quadro storico

Pagina 35

Prima di volare: il quadro storico

Qualcosa è cambiato?

1. L’ Italia è repubblicana

2. L’ Italia non è fascista

3. L’Italia è un paese moderno

4. L’Italia è una e indivisibile

Prima di volare: il quadro storico

2 giugno 1946

L’ Italia è Repubblicana (?)

Qualcosa è cambiato?

Prima di volare: il quadro storico

A favore della REPUBBLICA 12.717.923 di voti

A favore della MONARCHIA 10.719.284 di voti

Voti nulli 1.498.136 di schede

Qualcosa è cambiato?

L'ITALIA È REPUBBLICANA (?)

Pagina 38

1. L’ Italia è repubblicana (?)

Finita la guerra, ci fu una sostanziale continuità negli

apparati produttivi:

i professionisti che avevano occupato i posti chiave

durante il fascismo restarono al loro posto nell’editoria,

nella radio, nella stampa

PRIMA DI VOLARE:

il quadro storico

L’Italia non è fascista (?)

Pagina 40

L’Italia non è fascista (?)

Qualcosa è cambiato?

Prima di volare: il quadro storico

Pagina 41

L’Italia è un paese moderno (?)

Qualcosa è cambiato?

Prima di volare: il quadro storico

Non siamo mai come dovremmo essere, mai così produttivi,

efficienti, democratici,

civicamente consapevoli e responsabili.

Modernità di facciata

vs

tradizionalismo e provincialismo italico

Principi dell’Italia

tradizionale:

• Etica del lavoro

• Monogamia

• Moralità

• Famiglia nucleare

Prima di volare: il quadro storico

Morte della Patria

Scarseggiano i principi repubblicani

(coraggio civile, rispetto della legalità, lealtà

democratica, etica del lavoro)

Difficoltà di fondare un’identità nazionale su valori condivisi

Si scioglie il CLN

Qualcosa è cambiato?

Prima di volare: il quadro storico

L’Italia è una e indivisibile (?)

Pagina 44

L’Italia è una e indivisibile (?)

Qualcosa è cambiato?

Prima di volare: il quadro storico

Identità nazionale e

memoria

Il caso italiano

Habitus nazionale:

scarsa affezione alla

cosa pubblica

individualismo (amorale?)

diffidenza e disincanto

Identità “immaginarie”

“La “Nazione” è un concetto immaginario”

(B. Anderson)

Elementi per costruire un sentimento Nazionalista:

la creazione di un racconto della storia del paese

simboli ufficiali o meno (bandiera, pizza, etc.)

immaginare una nazione come uno spazio geografico

chiuso

la nazione può essere contrapposta ad elementi esterni

negativi

Patriottismo vs Nazionalismo

Patriottismo: devozione a un particolare luogo o

stile di vita che si reputa il migliore del mondo e

che non si vuole imporre ad altri

Nazionalismo: inscindibile desiderio di potere,

è aggressivo ed espansionista

”La nazione è una comunità storica, non etnica e

neppure linguistica o culturale; nel caso italiano, i

suoi ritmi principali sono costituiti dal

Risorgimento e dalla Resistenza, rispettivamente

"mito di fondazione" e "mito di rifondazione" della

nazione stessa. Ma — né la fondazione né la

rifondazione sono riuscite in modo

soddisfacente…”

Identità nazionale

Intervento dell’on. Luciano Violante, eletto presidente della Camera dei Deputati Il 9 maggio 1996

“… infatti, la nazione — nel caso, evidentemente,

quanti abitavano nel paese al momento degli

avvenimenti evocati — ha risposto alla ragione

dell’arte politica in modo parziale, e i miti di

fondazione e di rifondazione non sono entrati a far

parte del patrimonio storico, della memoria collettiva

della nazione stessa.”

Identità nazionale

L’arresto di sviluppo dell’identità individuale e nazionale

degli italiani (inesistenza o debolezza di un complesso di

valori tendenzialmente universali e fedeltà al localismo)

si riflette nella letteratura e in generale nell’attività

artistica e viceversa…

Identità nazionale

Italia: la ricerca dell’unità

Ahi serva Italia, di

dolore ostello,

nave sanza nocchiere in

gran tempesta, non

donna di province, ma

bordello!

Dante Alighieri. Purgatorio, canto VI

L'Italia del Settentrione è fatta. Non vi sono più lombardi, né

piemontesi, né toscani, né romagnoli, noi siamo tutti italiani.

Ma vi sono ancora i napoletani [...] V'è molta corruzione nel

loro Paese. Non è colpa loro, povera gente. Sono stati così

mal governati [...] Non si pensi di cambiare i napoletani con

l'ingiuriarli [...] ma non dobbiamo lasciargliene passare una

[...] io li governerò con la libertà e mostrerò che cosa

possono fare di quel bel paese.

C. Benso Conte di Cavour, cit. in G. Carducci, Lettere del risorgimento

italiano, 1896

Italia: un paese unito?

Italia: fatta l’Italia bisogna fare gli italiani

L'Italia è l'antica terra del Dubbio. [...] Il dubbio è un gran

scappafatica; lo direi quasi il vero padre del dolce far niente

italiano.

M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867

Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere

gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali

che furono ab antico la loro rovina; [...] pensano a riformare l'Italia,

e nessuno s'accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si

riformino loro.

M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867

"L'Italia è fatta, ora facciamo gli affari nostri".

F. De Roberto, I Vicerè, 1894

Italia: un Paese mancato

Italia: un paese a civiltà limitata

In Italia nulla è

stabile,

fuorché il

provvisorio.

G. Prezzolini,

Codice della vita

italiana, 1921

Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata

la patria naturale del costume demagogico.

P. Gobetti, La rivoluzione liberale

Italia: un paese a civiltà limitata

Governare gli italiani non è difficile, è inutile.B. Mussolini

Italia: l’insostenibile leggerezza della

borghesia

L'Italia non ha mai avuto una

borghesia moderna, che si ponesse

come guida e modello di vita e di

democrazia. Una classe che fosse

maestra di gusto, e insieme attenta

all'amministrazione e alla cultura,

alla conversazione e all'educazione

dei figli.

G. Bollati, L’italiano. Il carattere

nazionale come storia e come invenzione,

1983

La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta.

Ho famiglia.

L. Longanesi, Parliamo dell'elefante, 1947

Italia: Il Borghese

Distratta, indolente, prudente, la nostra borghesia ama i suoi figli

viziati e ribelli.

L. Longanesi, In piedi e seduti, 1948

Italia: IL Borghese

Alla manutenzione, l'Italia

preferisce l'inaugurazione.

Qui non c'è nulla: né destra né sinistra.

Qui si vive alla giornata, fra l'acqua santa e l'acqua minerale.

Leo Longanesi, La sua signora, 1957

Italia: ll Borghese

“In Italia tutti sono estremisti per

prudenza”

“Abuso di potere, mitigato dal

consenso popolare: ecco l'ideale

della nostra democrazia.”

Leo Longanesi, La sua signora, 1957

Gli italiani non vogliono un dittatore: attendono un impresario.

L. Longanesi (1905-1957)

L'italiano chi è?

È quello rappresentato da Alberto Sordi: oltre alla

sua macchina e alla sua famiglia, non va.

G. Bassani, Italia da salvare

Italia: un paese a civiltà limitata

Italia: un paese a civiltà limitata

L’inferno, che l'italiano si ostina a immaginare come un luogo dove,

bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavoli ci si

mette d'accordo.

Ennio Flaiano, da Sparse, in Frasario essenziale 1970

L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.

Ennio Flaiano, citato in Corriere della sera, 26 maggio 2009

Italia: un paese a civiltà limitata

Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i

governi, ma come l'avrà fatta la televisione.

Ennio Flaiano, Don’t forget, 1967/72 (postumo, 1976)

La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.

Ennio Flaiano, Diario notturno, 1956

In realtà questo Paese è invece il più governabile che esista al mondo:

le sue capacità di adattamento e di assuefazione, di pazienza e persino

di rassegnazione sono inesauribili. Basta viaggiare in treno o in aereo,

entrare in un ospedale, in un qualsiasi ufficio pubblico, avere insomma

bisogno di qualcosa che abbia a che fare con il governo dello Stato, con

la sua amministrazione, per accorgersi fino a che punto del peggio sia

governabile questo Paese, e quanto invece siano ingovernabili coloro

che nei governi lo reggono: ingovernabili e ingovernati non dico soltanto

nel senso dell'efficienza; intendo soprattutto nel senso di un'idea del

governare, di una vita morale del governare.

L. Sciascia, intervento parlamentare del 5 agosto 1979

Italia: un paese a civiltà limitata

“La patria, signori, non si conserva come un vecchio monumento

immobile, cingendolo di puntelli e spranghe; la patria è un essere

vivente, un organismo che continuamente si sviluppa, che si

conserva con il movimento ragionevole, con il giusto esercizio di

tutte le sue naturali facoltà”

W. Barberis, Il bisogno di patria, Einaudi, Torino, 2004, p.48

Pagina 73

Italia: un paese a civiltà limitata

“Ci sono gli eroi sconosciuti, martiri il cui nome è completamente

dimenticato, nobili e analfabeti morti sul patibolo, in battaglia, in

ospedali improvvisati, in carcere, gridando quel “Viva l’Italia!” di cui oggi

ci facciamo beffe. E ci sono uomini che dopo aver tentato di uccidersi

l’un l’altro finiscono per allearsi in nome della stessa causa. Come

Cavour, che del suo grande nemico seppe dire: «Garibaldi ha reso

all’Italia il più grande dei servizi che un uomo potesse offrirgli: egli ha

dato agli italiani fiducia in loro stessi, ha provato all’Europa che gli

italiani sanno battersi e morire sui campi di battaglia per conquistarsi

una patria»”.

A. Cazzullo, Viva l’Italia!, Mondadori, p.16

Pagina 74

Italia: un paese a civiltà limitata

“L’Italia era “inaffidabile”. Pretendeva di sedere a ogni

tavolo intorno al quale si dovevano prendere decisioni,

ma una volta ottenuto il posto spesso non inviava

nessuno ad occuparlo.”

P. Ginsborg, Salviamo l’Italia,Einaudi, Torino,

2010, p. 59

Pagina 75

Italia: un paese a civiltà limitata

Prima di volare

Il quadro culturale

Povertà del retroterra culturale e dell’immaginario simbolico condiviso

Diffusione di mode e consumi extranazionali

Carenza di forme alternative di produzione culturale

Prima di volare: il quadro culturale

12/12/2016

1924: Istituto Luce

Importazione di film USA

1937: Cinecittà

1938: embargo, tasse nei confronti degli USA

Lo Stato interviene con contributi dal 1935 al 1944

Prima delneorealismoPrima di volare

12/12/2016Pagina 81

Fu creato un Ufficio Centrale per la

Cinematografia.

La Censura veniva:

- attuata preventivamente su

trattamenti e sceneggiature

- integrata dalle attività del

Centro Cattolico Cinematografico

Dal maggio 1947 all’agosto 1953,

Andreotti è Sottosegretario per lo

Spettacolo e chiede contributi sulla

base dei biglietti venduti

Prima di volare Il cinema del dopoguerra

12/12/2016Pagina 82

Caratteristiche principali:

• forte spinta del mercato da parte dei distributori americani;

• atteggiamento ostile dei governi di centro-destra, della radio e di gran parte della stampa verso il neorealismo;

• spinta, dal settore della distribuzione italiana, ad accaparrarsi film commercialmente validi e ottenere incassi ingenti.

Prima di volareIl cinema del dopoguerra

12/12/2016Pagina 83

Prima di volareIl cinema del dopoguerra

Alla fine della guerra ci fu un forte afflusso di film Usa - ma anche inglesi e francesi - bloccati dall’ autarchia fascista iniziata nel ’38.

Fu messo in atto un aggressivo dumping di film, trattenuti durante il boicottaggio italiano.

I distributori erano obbligati a prendere due film non scelti da loro, per ogni film scelto.

Tra i 100 film di maggior successo 79 erano americani.

Pagina 84

Durante il fascismo

scompaiono:

• il varietà radiofonico

• il fumetto straniero

• il cinema hollywoodiano

Dopo il fascismo questi

fenomeni riemergono,

trasformati per rispondere

a nuove potenzialità di

consumo

Prima di volare

Pagina 85

Dopo il fascismo

Centralità dell’intrattenimento

nell’industria culturale italiana:

• Teatro di varietà

• Cinema seriale (Totò)

• Fumetto

• Stampa periodica popolare

• Melodramma

Neorealismo vs avanspettacolo

L’industria culturale negli anni ‘50

Nelle sale di periferia i ceti popolari diventano un pubblico omogeneo.

A riscuotere il maggior successo

sono:

Il melodramma popolare

Il film comico

Il film rivista

La commedia popolare

Il filone storico-mitologico

Il film di cappa e spada

Il cinema italiano negli anni ‘50

12/12/2016 Pagina 88

Il cinema del secondo dopoguerra si trova a dover recuperare un ruolo di socializzazione

I film hanno una duplice funzione, ludica ed educativa:

• divertire

• orientare l’italiano nuovo

Il cinema del dopoguerra

Prima di volare

12/12/2016Pagina 89

“Stelle” e strisce

Anno

1946

1953

1959

Dal 1960

600

222

267

200 circa

Film importati dagli Usa

12/12/2016Pagina 90

Incassi Usa sul totale

1950 67%

1959 50,7%

Spettatori

1946 417 ml

1953 778 ml

1955 820 ml

“Stelle” e strisce

12/12/2016 Pagina 91

Prima di volareIl quadro culturale

All’industria cinematografica mancavano una pianificazione strategica di ampio respiro e la capacità di cercare sinergie delle risorse, che consentissero di realizzare una standardizzazione dei

prodotti filmici.

12/12/2016 Pagina 92

Prima di volareIl quadro culturale

modernizzazione (esterofilia)

tradizione (provincialismo)

Politiche strategiche

1. Oscillazione tra

2. Non si crea interscambio tra:

cinema popolare o di massa, cinema di genere e cinema d’autore

I film del Neorealismo ebbero un grande successo di critica e di pubblico, ma furono

solo una piccola parte della produzione italiana e una ancora più piccola dei film visti nel dopoguerra.

Prima di volare Il cinema del dopoguerra

12/12/2016Pagina 94

Alcuni ottennero un

discreto riscontro:

- Germania anno zero, di

Rossellini

-La terra trema, di Visconti

- Sciuscià, Umberto D e

Miracolo a Milano, di De Sica

e di Zavattini

Prima di volare Il cinema del dopoguerra

*** Roma città aperta di ROBERTO ROSSELLINI

Fu un caso eccezionale, poiché suscitò il plauso della critica e del pubblico,riscuotendo un immediato successo di cassa, registrando gli incassi più altidella stagione 1945/46, con 162 milioni.

*** Ladri di biciclette di VITTORIO DE SICA

Una delle opere migliori del neorealismo che fece guadagnare a De Sica ilsuo secondo Oscar dopo Sciuscià.

*** La terra trema di LUCHINO VISCONTI ispirato ai "Malavoglia" diVerga.

Un grande affresco poetico-politico di eccezionale interesse. Lo strettodialetto siciliano e l'impostazione spiccatamente comunista impedì al film, inquesto particolare periodo di Crociate Cattoliche, di avere un grandesuccesso nelle sale.

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Il NeorealismoQuadro generale

12/12/2016 Pagina 97

I. Mette in scena, per un breve periodo, un ‘umanità dolente extranazionale.

Il Neorealismo

Nodi cruciali

II. Non è una scuola ma un orientamento - non tanto estetico, quanto etico/ politico - di autori diversi con stili diversi.

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III. Riflette la rivoluzione antropologica

in atto.

Il Neorealismo

La guerra ha sconvolto modi di parlare e gerarchie, creando nuove figure sociali:

Nodi cruciali

bambini adultidonne soldato preti partigiani

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Il Neorealismo

Nodi cruciali

IV. Opera una ibridazione tra generi.

V. Alla monumentalità del cinema precedente si sostituisce un paesaggio lineare e orizzontale.

VI. Nell’umanesimo del neorealismo è contenuto lo spirito della Ri-costruzione.

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Caracciolo lamenta che i collaboratori

hanno avuto difficoltà a documentare la

miseria, regolarmente censurata dai

cinegiornali.

Andreotti, al tempo sottosegretario allo

spettacolo, definisce Umberto D come

un "film totalmente privo di speranza”.

Reazione di una società ipocrita e

perbenista che pensava fosse

meglio lavare i panni sporchi in

casa.

Prima di volareIl quadro culturale

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“Ritengo che la stagione migliore delcinema italiano sia stata quella delneorealismo. Io mi attirai fulmini a farnotare che oltre ai ladri di biciclette e aibarboni vi erano “anche” altre realtàitaliane validamente considerabili. Tuttaviami accredito il merito di aver promossoleggi di sostegno del cinema italiano, in unclima che non era molto favorevole. Eppurein tutto il mondo nostri film raccolserosuccessi straordinari. Ci fu una vera svoltarispetto agli anni del fascismo”.

(Giulio Andreotti)

Il Neorealismo e Andreotti

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La liberalizzazione del mercato cinematografico apre le porte ai film di Hollywood.

Nascono i periodici: “L’Europeo”, “Confidenze”, “Grand Hotel”.

Straordinaria crescita dei consumiculturali: balli, mostre, fiere, ecc. Ilcinema domina il mercato dei consumicon una media annua di 560 milioni dibiglietti venduti.

1946Prima di volare

I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE

Con il termine letteratura rosa generalmente si fa riferimento ad un preciso genere che si

caratterizza principalmente per il maggiore spazio dedicato alle

storie d’amore.

Il rosa è effettivamente un metagenere.

La paraletteraturaIl

romanzo

rosa

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1946“Grand Hotel”

E’ il primo settimanale con storie a fumetti per adulti

(è un ibrido tra i cartoons degli adolescenti e ilromanzo popolare);

Contiene storie favolistiche e sentimentali;

Presenta un modo patinato, che richiama il mondoamericano, ma con dive ed eroi più popolari.

Consumo meno ritualizzato

Nasce nel giugno del 1946, da un’idea diDomenico del Duca, proprietario della casaeditrice “Universo”.

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Grand Hotel proponeva

avvincenti storie

sentimentali, autentici

tormentoni, non indegni

delle telenovelas

sudamericane, in cui il

sesso, per quanto

innominabile e soprattutto

non rappresentabile, è

sempre presente.

“Grand Hotel”

Nasce il fotoromanzo: un incrociotra film romantico e il

fumetto.

Fotoromanzo

Il fotoromanzo permise ciò che né la stampa né la radio erano riuscite a fare in Italia : penetrò negli strati di popolazione

che non erano mai stati toccati da un mass medium: i contadini del sud, e in

particolare le donne. Migliaia di donne che non avevano mai letto cominciarono a leggere con passione, con frenesia (le testimonianze in questo periodo sono

abbondanti) le improbabili foto-storie di Grand Hotel, Bolero, Sogno, Tipo.

I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE

La paraletteratura

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Il passaggio tra il cinema e la tv è messo in rilievo

dalla paraletteratura.

Nel cinema del dopoguerra confluiscono prodotti

molto eterogenei, della cultura popolare, della

cultura letteraria e storiografica che verranno

ereditati dalla televisione che, con la sua fame di

soggetti, conquisterà il pubblico

Il cineromanzo ripercorre le trame dei film di

successo, pubblicandone fotogrammi commentate

da didascalie

Nel cineromanzo l’attore diventa un divo ed è fatto

oggetto di narrazione mitica

Il cineromanzo

Televisione (1954):

Alfabetizzazione e socializzazione,

Riorganizzazione spazi e tempi della vita

quotidiana.

Unificazione

Controllo

Educazione

Prima di volare: il quadro culturale

Peppone e Don Camillo

Giovannino Guareschi inizia la pubblicazione del suo romanzo il cui protagonista è il famoso personaggio Don Camillo.

Divisi dalla fede e dalla politica un parroco di un paese e il sindaco comunista si affrontano e si accordano su piccoli e grandi problemi della vita quotidiana.

Tanto qualunquismo a piene mani, ma ne vengono tuttavia fuori due personaggi simpatici, interpretati dagli attori FERNANDEL e GINO CERVI.

Peppone e Don Camillo

Dopo il ’48 i catto-democristiani occupano i luoghi della cosa pubblica: scuola, università, radiotelevisione, istituzioni culturali.

Le professioni degli intellettuali di sinistra trovano spazio nella stampa, nel cinema, nell’editoria, paradossalmente nel “mercato”.

Peppone e Don Camillo

Pci e Chiesa si alleano in funzione anticapitalista eanticonsumistica.

L’eccesso dei consumi da un lato è dannoso per lo spirito religioso, dall’altro perché rappresenta un’evasione.

Peppone… Dopo la guerra, il gruppo dirigente del Pci persegue tre obiettivi programmatici:

1. Penetrare nella società civile attraverso una rete capillare di apparati culturali (biblioteche, case del popolo, parchi di divertimento, etc)

2. Mobilitare gli intellettuali, creando sinergie tra partito e organizzazioni culturali e apparati della nascente industria culturale (scuola, giornali, teatro, cinema, editoria, etc.)

3. Promuovere una morale collettiva di stampo comunitario, contraria alla cultura di massa e al consumismo, in favore del progresso: materialismo vs idealismo, concreto vs astratto, impegno vs distrazione.

“De Gasperi disse un giorno, a chi scrive, che, da parte del potere politico, l'unico modo di rispettare la cultura era di ignorarla. [...] Fatto sta che anche dopo il suo trionfo la Democrazia cristiana non sollecitò e non trovò nessun appoggio negl'intellettuali. E di questo approfittarono largamente le forze di sinistra per annetterseli con metodi non molto diversi da quelli usati da Mussolini. [...] Il Pci dimostrò la sua maestria nell'uso e abuso dei premi artistici e letterari, nel battage pubblicitario di chiunque – scrittore, pittore, scultore, regista – si prestasse al suo gioco, nell'amministrazione delle cattedre universitarie. Insomma fu lui il nuovo Principe di una classe intellettuale che, nei secoli, di un Principe non ha mai saputo né voluto fare a meno”.

Indro Montanelli

Peppone…

…e Don Camillo

ì

Dopo la guerra la Dc si trova ad occupare i più importanti apparati culturali statali.

Caduto il regime, sono subentrate nuovamente le associazioni cattoliche che hanno ricostituito subito quelle soppresse dal fascismo e si sono sostituite a quelle che il fascismo stesso aveva create.

Da un lato: modernizzazione, capitalismo, lasseiz faire;dall’altro: tradizionalismo, difesa dell’Italia contadina.

In entrambi i casi: anticomunismo.

…e Don Camillo

IL 28 GIUGNO 1949, viene

confermata ufficialmente, con un

decreto del Santo Uffizio, la

scomunica dei comunisti

"E' scomunicato chi scrive, legge,

diffonde la stampa comunista, chi

vota per esso, chi rimane nelle

organizzazioni delle Camere del

Lavoro, Federterra, Fronte della

Gioventù, CGIL, UDI, API, ed è

estesa la sanzione anche a quei

partiti che fanno causa comune

con i comunisti".