Industria culturale e Media studies Laboratorio di Analisi ... · “Leggo che tra i concorrenti...
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A.A. 2008-2009
Proff. Silvia Leonzi, Giovanni Ciofalo
Industria culturale e Media studies
Laboratorio di Analisi dei Prodotti culturali
Modernizzazione & Civilizzazione
Influenza politica
Identità nazionale
Ideologie culturali
Racconto della realtà
Ruolo degli intellettuali
IL CASO ITALIANO: ALCUNE PAROLE CHIAVE
Pagina 4
IL CASO ITALIANO:
CIVILIZZAZIONE & MODERNIZZAZIONE
Covo sotterraneo - cinque metri sotto terra - dove si nascondeva Michele Zagaria, boss
dell'organizzazione camorristica del clan dei casalesi, superlatitante arrestato il 7
dicembre 2011 a Casapesenna.
Pagina 7
IL CASO ITALIANO: IDEOLOGIE CULTURALILampedusa - Dall'orizzonte in poi: miniserie andata in onda in prima visione su Rai 1 il 20 e 21
settembre 2016 in prima serata.
La fiction, tratta
dell'accoglienza e dell'aiuto dei
migranti che in seguito agli
sbarchi quotidiani nell'isola
fuggono da guerre, povertà e
persecuzioni. Il protagonista
principale è il Maresciallo Serra
che dopo una tragedia
personale, si è trasferito a
Lampedusa per ispezionare la
costa tra Italia e Libia.
Il lavoro del Maresciallo Serra è
assistito da una propria equipe,
insieme a Viola che gestisce il
centro d'accoglienza dell'Isola
ed ogni giorno lavora con
gruppi di migranti in condizioni
poco favorevoli.
Pagina 9
IL CASO ITALIANO: RACCONTO DELLA REALTÀ
“Leggo che tra i concorrenti del Grande Fratello ci saranno “il figlio di un
camorrista, un gigolò e un cavaliere di Malta”. Ripenso ai sussidiari di una
volta, che ritraevano un’Italia popolata di lavandaie, mugnai, arrotini e
maniscalchi. In apparenza, il racconto televisivo ritrae un’Italia ribaltata. In
realtà, le illustrazioni caramellose dei vecchi sussidiari e il Barnum ridicolo
della televisione sono la stessa cosa: un falso ideologico ai danni della
realtà. Così come non ho mai conosciuto un maniscalco, non ho mai
conosciuto un gigolò. Il moralismo dell’Italietta cattolica e l’immoralismo
della videocrazia hanno lo stesso fine: evitare una rappresentazione lucida
e verosimile della realtà sociale. Essendo la vita quotidiana per la
maggioranza delle persone, un tribolare tenace e oscuro, una volta si
infinocchiava il popolo con il presepe edificante del solerte mugnaio e della
lavandaia canterina, oggi lo si infinocchia cucendo addosso a dei
normalissimi sfigati un personaggio efferato o equivoco in qualche maniera
“spettacolare” . In realtà, il gigolò altro non è che il maniscalco riscritturato
da un altro produttore.”
M. Serra, L’amaca, in “La Repubblica”, 17 ottobre 2010
UN’IPOTESI DI PERIODIZZAZIONE
1945–1953
Il cammino della speranza
1954 – 1963
Il Boom
1963 – 1969
La grande illusione
1970 – 1979
Dagli anni di piombo al Mediaevo
1980 – 1990 L’obbligo del nuovo
Dagli anni ‘90 -…L’era Berlusconi
Il post-berlusconismo
IL CASO ITALIANO: IL DOPOGUERRA
“Il secondo dopoguerra s’inscrive nella storia d’Italia
come un periodo contraddistinto da uno scarto relativo
fra la perdita di beni materiali, che è nel complesso
contenuta, e la perdita di beni immateriali o comunque
di ricchezze simboliche, affettive, spirituali, che è invece
assai elevata.”
(S. Lanaro, Storia dell’Italia repubblicana. Dalla fine della guerra agli anni 90,
Marsilio, Venezia 1992, p. 5.)
Un’assimilazione troppo veloce del modo di consumare tipico
delle classi borghesi, da parte di una società ancora
provinciale e contadina, crea uno scenario pieno di contraddizioni:
1. nelle case iniziano a comparire i primi apparecchi televisivi ma
continuano a mancare i sevizi igienici
2. 2. l’auto diventa uno status-symbol
3. immobilismo dello Stato e della Pubblica Amministrazione
4. sviluppo della piccola e media impresa
IL CASO ITALIANO: IL BOOM
Le fratture intergenerazionali create
dall’esperienza traumatica della guerra si
radicalizzano:
frattura incolmabile tra giovani ed adulti
le due nuove e distinte classi sociali
diversificano l’approccio al consumo e
condividono diversi modelli di
modernizzazione
Stato vs società civile
il Sessantotto non confluisce nella
politica, ma prende una deriva drammatica
IL CASO ITALIANO:
GLI ANNI SETTANTA
Le potenzialità del sistema comunicativo, formatosi negli anni ’70,
sviluppano nuove strategie di emancipazione dalla gestione pubblica.
Il consumo diventa centrale nella connessione tra il quotidiano e
la produzione di massa.
IL CASO ITALIANO: GLI ANNI OTTANTA
Pagina 16
IL CASO ITALIANO: DAGLI ANNI NOVANTA
Un’ulteriore crescita dei processi di integrazione e differenziazione si
riflette in una maggiore complessità del sistema
Aumento progressivo della consapevolezza e della capacità di scelta
dei consumatori:
Tv da pedagogica a multiofferta
Crescente autoreferenzialità del sistema televisivo
Exploit delle professioni comunicative
Individuo sociale
INDUSTRIA CULTURALE IN ITALIA
Se si considera l’industria culturale come un sistema ben
sviluppato e articolato di mezzi di comunicazione
tecnologicamente avanzati operanti in un mercato di massa, si
può dire che l’industria culturale in Italia nasca solo nella
seconda metà del XX secolo
Se si estende il concetto di industria culturale anche a fasi
anteriori di produzione culturale, prima ancora dell’esistenza di
un mercato di massa, diventa legittimo parlare di industria
culturale anche in altre epoche
Sistema caratterizzato da un andamento discontinuo e da una
maturazione disomogenea dei diversi apparati
Quindi, é difficile formulare interpretazioni chiare ed univoche
sulla nascita di un’industria culturale nel nostro Paese
UN’ INDUSTRIALIZZAZIONE
A SINGHIOZZO
UNA INDUSTRIALIZZAZIONE A SINGHIOZZO
Disuguaglianze strutturali del Paese: tra Centro-Nord e Sud;
grande città, cittadina di provincia e campagna;
grande industria, piccola industria o artigianato
In Italia c’è stato uno scarto tra la diffusione dei mezzi
comunicazione da un lato e la creazione dall’altro di reti
distributive a livello nazionale e di consumi di massa
Una industrializzazione a singhiozzo fatta di anticipi e di
ritardi,che va scomposta e analizzata nelle sue varie fasi e
studiata caso per caso
Tratti caratteristici
percorso atipico;
scolarizzazione ritardata;
diffusione di massa di radio, cinema e televisione;
disomogeneità dei differenti settori
A partire dal dopoguerra:
nuova offerta culturale fondata sui media di massa;
debolezza del processo di consolidamento degli apparati;
scarsa confidenza con le tecnologie;
centralità del sistema politico;
gestione elitistica e pedagogica
UNA INDUSTRIALIZZAZIONE A SINGHIOZZO
CULTURA DI MASSA E MODERNIZZAZIONE ITALIANA
“Laddove i tempi e le sequenze della modernizzazione non
procedono gradualmente pregiudicano il successo del
processo”.
Alberto Martinelli, La modernizzazione, Laterza, Roma-Bari 1998, p. 58
“Il percorso classico è: aumento della scolarizzazione,
diffusione di massa della stampa periodica e quotidiana,
diffusione della radio, poi del cinema, poi della televisione…
Da noi invece la diffusione di massa della radio, del cinema
e soprattutto della televisione precedono l’aumento della
scolarizzazione.”
G. Bechelloni, F. Rositi, «Il sistema delle comunicazioni
di massa in Italia», Problemi dell’informazione, I, 1977, p. 35.
DUE FASI DELL’INDUSTRIA
CULTURALE ITALIANA
1. Fase pedagogica:
1. Artigianale e universalistica
- acculturazione delle masse
2. Industriale e pedagogica
- omologazione del corpo sociale
2. Fase orientata al mercato:
1. Creazione di singoli apparati
2. Media system
IL CASO ITALIANO: 3 SCENARI
1. Dalla Ricostruzione alla fine degli anni ‘70
Un Mega-scenario di protoindustria culturale
2. Gli anni ’80: il punto di svolta
Uno scenario più circoscritto, caratterizzato dell’exploit dell’industria culturale diffusa (ancora con distorsioni politico, economiche-industriali, tecnologiche etc.)
3. Dagli anni ’90 ad oggi: il Mediaevo
Industria culturale diffusa, avvento delle «nuove» tecnologie, conflitto politica-comunicazione, exploit dell’informazione, tendenziale superamento del generalismo e diversificazione culturale accentuata
È possibile, quindi, far riferimento alla situazione italiana
prima e dopo gli anni Ottanta
Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80
Sacche di arretratezza e di povertà
compresenti con quote di benessere
Diffusione del benessere
Scarsa alfabetizzazione di base
Sacche di analfabetismo
Massificazione dell’istruzione
Differenziazione verticale della
fruizione culturale
Tendenza a una diffusione
orizzontale della fruizione culturale
Peso vincolante della stratificazione
sociale
Prevalenza delle aspettative di
consumo e degli stili di vita
Centralità dell’etica del lavoro e del
risparmio
Centralità del consumo e narcisismo
di massa
LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA SOCIETÀ
Prima degli anni ’80 Dopo gli anni ’80
Autorevolezza delle fonti
comunicative
Sdrammatizzazione e
quotidianizzazione delle fonti
comunicative
Corrispondenza tra biunivoca media
e linguaggi
Diffusione della multimedialità
Separatezza e competizione tra i
diversi settori dell’industria culturale
Interdipendenza e Integrazione
dei settori
dell’industria culturale
Dieta mediale prescrittiva Dieta comunicativa “alla carta”
Pubblico di massa Pubblici e target
LA CENTRALITÀ DEGLI ANNI OTTANTA: LA COMUNICAZIONE
Pagina 28
Nord: guerra di resistenza e liberazione
Sud: dopo il ’43 occupazione
americana
Prima di volare: il quadro storico
L’Italia del dopoguerra è un paese travolto dalla fame, dalle
malattie (peste a Taranto, malaria a Cassino, tifo a Palermo)
e dalla miseria.
un bracciante guadagna 250 lire al giorno ma….
…accanto alla depressione cresce una grande speranza per il
futuro, una grande voglia di cambiamento
Prima di volare: il quadro storico
Produzione 1945-1953
L'Italia riesce ad esportare il 35% della sua
produzione, il 40% riguarda il mercato delle
auto, moto, scooter, mobili, tessuti di pregio
Prima di volare: alcuni dati
L’occupazione 1945-1953
Il settore agricolo perde più del 10% della
popolazione attiva e l’industria detiene la
maggioranza relativa del numero degli occupati.
Le condizioni per dare impulso a questo fenomeno
di ripresa, sono molteplici.
1. la riconversione degli apparati bellici
2. sollecitazione dell’iniziativa privata
3. gli aiuti economici americani (Piano Marshall,
1948 e adesione all’economia capitalista)
4. adesione al Patto Atlantico, 1949
Prima di volare: il quadro storico
La contrapposizione tra il blocco sovietico e quello occidentale si radicalizza
«Dopo quelle prove non si poteva essere più quelli di prima, anche se non si poteva
essere completamente diversi.»
Giuseppe Petronio, Racconto del Novecento letterario in Italia 1940-1990, Mondadori, Milano 2000, p. 8.
Prima di volare: il quadro storico
E’ un’Italia familistica e contadina, segnata da quadri mentali che appartengono
più all’800 che al ‘900
Discontinuità:
dalla Monarchia alla Repubblica
dalla dittatura alla democrazia
dal partito unico al pluralismo
Prima di volare: il quadro storico
Continuità:
• Società rurale
• Etica del lavoro
• Monogamia
• Moralità
• Famiglia tradizionale
Prima di volare: il quadro storico
Pagina 35
Prima di volare: il quadro storico
Qualcosa è cambiato?
1. L’ Italia è repubblicana
2. L’ Italia non è fascista
3. L’Italia è un paese moderno
4. L’Italia è una e indivisibile
Prima di volare: il quadro storico
A favore della REPUBBLICA 12.717.923 di voti
A favore della MONARCHIA 10.719.284 di voti
Voti nulli 1.498.136 di schede
Qualcosa è cambiato?
L'ITALIA È REPUBBLICANA (?)
Finita la guerra, ci fu una sostanziale continuità negli
apparati produttivi:
i professionisti che avevano occupato i posti chiave
durante il fascismo restarono al loro posto nell’editoria,
nella radio, nella stampa
PRIMA DI VOLARE:
il quadro storico
L’Italia non è fascista (?)
Pagina 41
L’Italia è un paese moderno (?)
Qualcosa è cambiato?
Prima di volare: il quadro storico
Non siamo mai come dovremmo essere, mai così produttivi,
efficienti, democratici,
civicamente consapevoli e responsabili.
Modernità di facciata
vs
tradizionalismo e provincialismo italico
Principi dell’Italia
tradizionale:
• Etica del lavoro
• Monogamia
• Moralità
• Famiglia nucleare
Prima di volare: il quadro storico
Morte della Patria
Scarseggiano i principi repubblicani
(coraggio civile, rispetto della legalità, lealtà
democratica, etica del lavoro)
Difficoltà di fondare un’identità nazionale su valori condivisi
Si scioglie il CLN
Qualcosa è cambiato?
Prima di volare: il quadro storico
L’Italia è una e indivisibile (?)
Il caso italiano
Habitus nazionale:
scarsa affezione alla
cosa pubblica
individualismo (amorale?)
diffidenza e disincanto
Identità “immaginarie”
“La “Nazione” è un concetto immaginario”
(B. Anderson)
Elementi per costruire un sentimento Nazionalista:
la creazione di un racconto della storia del paese
simboli ufficiali o meno (bandiera, pizza, etc.)
immaginare una nazione come uno spazio geografico
chiuso
la nazione può essere contrapposta ad elementi esterni
negativi
Patriottismo vs Nazionalismo
Patriottismo: devozione a un particolare luogo o
stile di vita che si reputa il migliore del mondo e
che non si vuole imporre ad altri
Nazionalismo: inscindibile desiderio di potere,
è aggressivo ed espansionista
Non esiste una definizione esaustiva e
assolutamente adeguata.
È più semplice definirla nella sua
Assenza.
Strettissimo legame fra la costruzione
dell’identità locale (senso di
appartenenza) e il passato, referente
imprescindibile nel rapporto tra luogo
e identità.
Identità nazionale
Costituzione - Art 1
L’Italia è una Repubblica fondata sul
lavoro..
Non si può scrivere che l’Italia è una
Nazione democratica , anche se la
Nazione “implica la capacità di
produrre integrazione sociale e
identità, molto più di una
Repubblica…”
(Silvio Lanaro)
Identità nazionale
”La nazione è una comunità storica, non etnica e
neppure linguistica o culturale; nel caso italiano, i
suoi ritmi principali sono costituiti dal
Risorgimento e dalla Resistenza, rispettivamente
"mito di fondazione" e "mito di rifondazione" della
nazione stessa. Ma — né la fondazione né la
rifondazione sono riuscite in modo
soddisfacente…”
Identità nazionale
Intervento dell’on. Luciano Violante, eletto presidente della Camera dei Deputati Il 9 maggio 1996
“… infatti, la nazione — nel caso, evidentemente,
quanti abitavano nel paese al momento degli
avvenimenti evocati — ha risposto alla ragione
dell’arte politica in modo parziale, e i miti di
fondazione e di rifondazione non sono entrati a far
parte del patrimonio storico, della memoria collettiva
della nazione stessa.”
Identità nazionale
L’arresto di sviluppo dell’identità individuale e nazionale
degli italiani (inesistenza o debolezza di un complesso di
valori tendenzialmente universali e fedeltà al localismo)
si riflette nella letteratura e in generale nell’attività
artistica e viceversa…
Identità nazionale
Italia: la ricerca dell’unità
Ahi serva Italia, di
dolore ostello,
nave sanza nocchiere in
gran tempesta, non
donna di province, ma
bordello!
Dante Alighieri. Purgatorio, canto VI
L'Italia del Settentrione è fatta. Non vi sono più lombardi, né
piemontesi, né toscani, né romagnoli, noi siamo tutti italiani.
Ma vi sono ancora i napoletani [...] V'è molta corruzione nel
loro Paese. Non è colpa loro, povera gente. Sono stati così
mal governati [...] Non si pensi di cambiare i napoletani con
l'ingiuriarli [...] ma non dobbiamo lasciargliene passare una
[...] io li governerò con la libertà e mostrerò che cosa
possono fare di quel bel paese.
C. Benso Conte di Cavour, cit. in G. Carducci, Lettere del risorgimento
italiano, 1896
Italia: un paese unito?
Italia: fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
L'Italia è l'antica terra del Dubbio. [...] Il dubbio è un gran
scappafatica; lo direi quasi il vero padre del dolce far niente
italiano.
M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867
Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere
gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali
che furono ab antico la loro rovina; [...] pensano a riformare l'Italia,
e nessuno s'accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si
riformino loro.
M. d'Azeglio, I miei ricordi, 1867
"L'Italia è fatta, ora facciamo gli affari nostri".
F. De Roberto, I Vicerè, 1894
Italia: un Paese mancato
Italia: un paese a civiltà limitata
In Italia nulla è
stabile,
fuorché il
provvisorio.
G. Prezzolini,
Codice della vita
italiana, 1921
Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata
la patria naturale del costume demagogico.
P. Gobetti, La rivoluzione liberale
Italia: un paese a civiltà limitata
Governare gli italiani non è difficile, è inutile.B. Mussolini
Italia: l’insostenibile leggerezza della
borghesia
L'Italia non ha mai avuto una
borghesia moderna, che si ponesse
come guida e modello di vita e di
democrazia. Una classe che fosse
maestra di gusto, e insieme attenta
all'amministrazione e alla cultura,
alla conversazione e all'educazione
dei figli.
G. Bollati, L’italiano. Il carattere
nazionale come storia e come invenzione,
1983
La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta.
Ho famiglia.
L. Longanesi, Parliamo dell'elefante, 1947
Italia: Il Borghese
Distratta, indolente, prudente, la nostra borghesia ama i suoi figli
viziati e ribelli.
L. Longanesi, In piedi e seduti, 1948
Italia: IL Borghese
Alla manutenzione, l'Italia
preferisce l'inaugurazione.
Qui non c'è nulla: né destra né sinistra.
Qui si vive alla giornata, fra l'acqua santa e l'acqua minerale.
Leo Longanesi, La sua signora, 1957
Italia: ll Borghese
“In Italia tutti sono estremisti per
prudenza”
“Abuso di potere, mitigato dal
consenso popolare: ecco l'ideale
della nostra democrazia.”
Leo Longanesi, La sua signora, 1957
Gli italiani non vogliono un dittatore: attendono un impresario.
L. Longanesi (1905-1957)
L'italiano chi è?
È quello rappresentato da Alberto Sordi: oltre alla
sua macchina e alla sua famiglia, non va.
G. Bassani, Italia da salvare
Italia: un paese a civiltà limitata
Italia: un paese a civiltà limitata
L’inferno, che l'italiano si ostina a immaginare come un luogo dove,
bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavoli ci si
mette d'accordo.
Ennio Flaiano, da Sparse, in Frasario essenziale 1970
L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
Ennio Flaiano, citato in Corriere della sera, 26 maggio 2009
Italia: un paese a civiltà limitata
Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i
governi, ma come l'avrà fatta la televisione.
Ennio Flaiano, Don’t forget, 1967/72 (postumo, 1976)
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
Ennio Flaiano, Diario notturno, 1956
In realtà questo Paese è invece il più governabile che esista al mondo:
le sue capacità di adattamento e di assuefazione, di pazienza e persino
di rassegnazione sono inesauribili. Basta viaggiare in treno o in aereo,
entrare in un ospedale, in un qualsiasi ufficio pubblico, avere insomma
bisogno di qualcosa che abbia a che fare con il governo dello Stato, con
la sua amministrazione, per accorgersi fino a che punto del peggio sia
governabile questo Paese, e quanto invece siano ingovernabili coloro
che nei governi lo reggono: ingovernabili e ingovernati non dico soltanto
nel senso dell'efficienza; intendo soprattutto nel senso di un'idea del
governare, di una vita morale del governare.
L. Sciascia, intervento parlamentare del 5 agosto 1979
Italia: un paese a civiltà limitata
“La patria, signori, non si conserva come un vecchio monumento
immobile, cingendolo di puntelli e spranghe; la patria è un essere
vivente, un organismo che continuamente si sviluppa, che si
conserva con il movimento ragionevole, con il giusto esercizio di
tutte le sue naturali facoltà”
W. Barberis, Il bisogno di patria, Einaudi, Torino, 2004, p.48
Pagina 73
Italia: un paese a civiltà limitata
“Ci sono gli eroi sconosciuti, martiri il cui nome è completamente
dimenticato, nobili e analfabeti morti sul patibolo, in battaglia, in
ospedali improvvisati, in carcere, gridando quel “Viva l’Italia!” di cui oggi
ci facciamo beffe. E ci sono uomini che dopo aver tentato di uccidersi
l’un l’altro finiscono per allearsi in nome della stessa causa. Come
Cavour, che del suo grande nemico seppe dire: «Garibaldi ha reso
all’Italia il più grande dei servizi che un uomo potesse offrirgli: egli ha
dato agli italiani fiducia in loro stessi, ha provato all’Europa che gli
italiani sanno battersi e morire sui campi di battaglia per conquistarsi
una patria»”.
A. Cazzullo, Viva l’Italia!, Mondadori, p.16
Pagina 74
Italia: un paese a civiltà limitata
“L’Italia era “inaffidabile”. Pretendeva di sedere a ogni
tavolo intorno al quale si dovevano prendere decisioni,
ma una volta ottenuto il posto spesso non inviava
nessuno ad occuparlo.”
P. Ginsborg, Salviamo l’Italia,Einaudi, Torino,
2010, p. 59
Pagina 75
Italia: un paese a civiltà limitata
Povertà del retroterra culturale e dell’immaginario simbolico condiviso
Diffusione di mode e consumi extranazionali
Carenza di forme alternative di produzione culturale
Prima di volare: il quadro culturale
12/12/2016
1924: Istituto Luce
Importazione di film USA
1937: Cinecittà
1938: embargo, tasse nei confronti degli USA
Lo Stato interviene con contributi dal 1935 al 1944
Prima delneorealismoPrima di volare
12/12/2016Pagina 81
Fu creato un Ufficio Centrale per la
Cinematografia.
La Censura veniva:
- attuata preventivamente su
trattamenti e sceneggiature
- integrata dalle attività del
Centro Cattolico Cinematografico
Dal maggio 1947 all’agosto 1953,
Andreotti è Sottosegretario per lo
Spettacolo e chiede contributi sulla
base dei biglietti venduti
Prima di volare Il cinema del dopoguerra
12/12/2016Pagina 82
Caratteristiche principali:
• forte spinta del mercato da parte dei distributori americani;
• atteggiamento ostile dei governi di centro-destra, della radio e di gran parte della stampa verso il neorealismo;
• spinta, dal settore della distribuzione italiana, ad accaparrarsi film commercialmente validi e ottenere incassi ingenti.
Prima di volareIl cinema del dopoguerra
12/12/2016Pagina 83
Prima di volareIl cinema del dopoguerra
Alla fine della guerra ci fu un forte afflusso di film Usa - ma anche inglesi e francesi - bloccati dall’ autarchia fascista iniziata nel ’38.
Fu messo in atto un aggressivo dumping di film, trattenuti durante il boicottaggio italiano.
I distributori erano obbligati a prendere due film non scelti da loro, per ogni film scelto.
Tra i 100 film di maggior successo 79 erano americani.
Pagina 84
Durante il fascismo
scompaiono:
• il varietà radiofonico
• il fumetto straniero
• il cinema hollywoodiano
Dopo il fascismo questi
fenomeni riemergono,
trasformati per rispondere
a nuove potenzialità di
consumo
Prima di volare
Pagina 85
Dopo il fascismo
Centralità dell’intrattenimento
nell’industria culturale italiana:
• Teatro di varietà
• Cinema seriale (Totò)
• Fumetto
• Stampa periodica popolare
• Melodramma
Neorealismo vs avanspettacolo
L’industria culturale negli anni ‘50
Nelle sale di periferia i ceti popolari diventano un pubblico omogeneo.
A riscuotere il maggior successo
sono:
Il melodramma popolare
Il film comico
Il film rivista
La commedia popolare
Il filone storico-mitologico
Il film di cappa e spada
Il cinema italiano negli anni ‘50
12/12/2016 Pagina 88
Il cinema del secondo dopoguerra si trova a dover recuperare un ruolo di socializzazione
I film hanno una duplice funzione, ludica ed educativa:
• divertire
• orientare l’italiano nuovo
Il cinema del dopoguerra
Prima di volare
12/12/2016Pagina 89
“Stelle” e strisce
Anno
1946
1953
1959
Dal 1960
600
222
267
200 circa
Film importati dagli Usa
12/12/2016Pagina 90
Incassi Usa sul totale
1950 67%
1959 50,7%
Spettatori
1946 417 ml
1953 778 ml
1955 820 ml
“Stelle” e strisce
12/12/2016 Pagina 91
Prima di volareIl quadro culturale
All’industria cinematografica mancavano una pianificazione strategica di ampio respiro e la capacità di cercare sinergie delle risorse, che consentissero di realizzare una standardizzazione dei
prodotti filmici.
12/12/2016 Pagina 92
Prima di volareIl quadro culturale
modernizzazione (esterofilia)
tradizione (provincialismo)
Politiche strategiche
1. Oscillazione tra
2. Non si crea interscambio tra:
cinema popolare o di massa, cinema di genere e cinema d’autore
I film del Neorealismo ebbero un grande successo di critica e di pubblico, ma furono
solo una piccola parte della produzione italiana e una ancora più piccola dei film visti nel dopoguerra.
Prima di volare Il cinema del dopoguerra
12/12/2016Pagina 94
Alcuni ottennero un
discreto riscontro:
- Germania anno zero, di
Rossellini
-La terra trema, di Visconti
- Sciuscià, Umberto D e
Miracolo a Milano, di De Sica
e di Zavattini
Prima di volare Il cinema del dopoguerra
*** Roma città aperta di ROBERTO ROSSELLINI
Fu un caso eccezionale, poiché suscitò il plauso della critica e del pubblico,riscuotendo un immediato successo di cassa, registrando gli incassi più altidella stagione 1945/46, con 162 milioni.
*** Ladri di biciclette di VITTORIO DE SICA
Una delle opere migliori del neorealismo che fece guadagnare a De Sica ilsuo secondo Oscar dopo Sciuscià.
*** La terra trema di LUCHINO VISCONTI ispirato ai "Malavoglia" diVerga.
Un grande affresco poetico-politico di eccezionale interesse. Lo strettodialetto siciliano e l'impostazione spiccatamente comunista impedì al film, inquesto particolare periodo di Crociate Cattoliche, di avere un grandesuccesso nelle sale.
12/12/2016 Pagina 95
Il NeorealismoQuadro generale
12/12/2016 Pagina 96
Il Neorealismo e Monicelli
“Il neorealismo non era quello che mettevinelle immagini, o il realismo di strada, malo sguardo morale che veniva fuori. Io dicosempre che anche un film di fantascienzapuò diventare neorealista” .
12/12/2016 Pagina 97
I. Mette in scena, per un breve periodo, un ‘umanità dolente extranazionale.
Il Neorealismo
Nodi cruciali
II. Non è una scuola ma un orientamento - non tanto estetico, quanto etico/ politico - di autori diversi con stili diversi.
12/12/2016 Pagina 98
III. Riflette la rivoluzione antropologica
in atto.
Il Neorealismo
La guerra ha sconvolto modi di parlare e gerarchie, creando nuove figure sociali:
Nodi cruciali
bambini adultidonne soldato preti partigiani
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Il Neorealismo
Nodi cruciali
IV. Opera una ibridazione tra generi.
V. Alla monumentalità del cinema precedente si sostituisce un paesaggio lineare e orizzontale.
VI. Nell’umanesimo del neorealismo è contenuto lo spirito della Ri-costruzione.
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Caracciolo lamenta che i collaboratori
hanno avuto difficoltà a documentare la
miseria, regolarmente censurata dai
cinegiornali.
Andreotti, al tempo sottosegretario allo
spettacolo, definisce Umberto D come
un "film totalmente privo di speranza”.
Reazione di una società ipocrita e
perbenista che pensava fosse
meglio lavare i panni sporchi in
casa.
Prima di volareIl quadro culturale
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“Ritengo che la stagione migliore delcinema italiano sia stata quella delneorealismo. Io mi attirai fulmini a farnotare che oltre ai ladri di biciclette e aibarboni vi erano “anche” altre realtàitaliane validamente considerabili. Tuttaviami accredito il merito di aver promossoleggi di sostegno del cinema italiano, in unclima che non era molto favorevole. Eppurein tutto il mondo nostri film raccolserosuccessi straordinari. Ci fu una vera svoltarispetto agli anni del fascismo”.
(Giulio Andreotti)
Il Neorealismo e Andreotti
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La liberalizzazione del mercato cinematografico apre le porte ai film di Hollywood.
Nascono i periodici: “L’Europeo”, “Confidenze”, “Grand Hotel”.
Straordinaria crescita dei consumiculturali: balli, mostre, fiere, ecc. Ilcinema domina il mercato dei consumicon una media annua di 560 milioni dibiglietti venduti.
1946Prima di volare
I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE
Con il termine letteratura rosa generalmente si fa riferimento ad un preciso genere che si
caratterizza principalmente per il maggiore spazio dedicato alle
storie d’amore.
Il rosa è effettivamente un metagenere.
La paraletteraturaIl
romanzo
rosa
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1946“Grand Hotel”
E’ il primo settimanale con storie a fumetti per adulti
(è un ibrido tra i cartoons degli adolescenti e ilromanzo popolare);
Contiene storie favolistiche e sentimentali;
Presenta un modo patinato, che richiama il mondoamericano, ma con dive ed eroi più popolari.
Consumo meno ritualizzato
Nasce nel giugno del 1946, da un’idea diDomenico del Duca, proprietario della casaeditrice “Universo”.
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Grand Hotel proponeva
avvincenti storie
sentimentali, autentici
tormentoni, non indegni
delle telenovelas
sudamericane, in cui il
sesso, per quanto
innominabile e soprattutto
non rappresentabile, è
sempre presente.
“Grand Hotel”
Nasce il fotoromanzo: un incrociotra film romantico e il
fumetto.
Fotoromanzo
Il fotoromanzo permise ciò che né la stampa né la radio erano riuscite a fare in Italia : penetrò negli strati di popolazione
che non erano mai stati toccati da un mass medium: i contadini del sud, e in
particolare le donne. Migliaia di donne che non avevano mai letto cominciarono a leggere con passione, con frenesia (le testimonianze in questo periodo sono
abbondanti) le improbabili foto-storie di Grand Hotel, Bolero, Sogno, Tipo.
I SETTORI DELL’INDUSTRIA CULTURALE
La paraletteratura
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Il passaggio tra il cinema e la tv è messo in rilievo
dalla paraletteratura.
Nel cinema del dopoguerra confluiscono prodotti
molto eterogenei, della cultura popolare, della
cultura letteraria e storiografica che verranno
ereditati dalla televisione che, con la sua fame di
soggetti, conquisterà il pubblico
Il cineromanzo ripercorre le trame dei film di
successo, pubblicandone fotogrammi commentate
da didascalie
Nel cineromanzo l’attore diventa un divo ed è fatto
oggetto di narrazione mitica
Il cineromanzo
Televisione (1954):
Alfabetizzazione e socializzazione,
Riorganizzazione spazi e tempi della vita
quotidiana.
Unificazione
Controllo
Educazione
Prima di volare: il quadro culturale
Peppone e Don Camillo
Giovannino Guareschi inizia la pubblicazione del suo romanzo il cui protagonista è il famoso personaggio Don Camillo.
Divisi dalla fede e dalla politica un parroco di un paese e il sindaco comunista si affrontano e si accordano su piccoli e grandi problemi della vita quotidiana.
Tanto qualunquismo a piene mani, ma ne vengono tuttavia fuori due personaggi simpatici, interpretati dagli attori FERNANDEL e GINO CERVI.
Peppone e Don Camillo
Dopo il ’48 i catto-democristiani occupano i luoghi della cosa pubblica: scuola, università, radiotelevisione, istituzioni culturali.
Le professioni degli intellettuali di sinistra trovano spazio nella stampa, nel cinema, nell’editoria, paradossalmente nel “mercato”.
Peppone e Don Camillo
Pci e Chiesa si alleano in funzione anticapitalista eanticonsumistica.
L’eccesso dei consumi da un lato è dannoso per lo spirito religioso, dall’altro perché rappresenta un’evasione.
Peppone… Dopo la guerra, il gruppo dirigente del Pci persegue tre obiettivi programmatici:
1. Penetrare nella società civile attraverso una rete capillare di apparati culturali (biblioteche, case del popolo, parchi di divertimento, etc)
2. Mobilitare gli intellettuali, creando sinergie tra partito e organizzazioni culturali e apparati della nascente industria culturale (scuola, giornali, teatro, cinema, editoria, etc.)
3. Promuovere una morale collettiva di stampo comunitario, contraria alla cultura di massa e al consumismo, in favore del progresso: materialismo vs idealismo, concreto vs astratto, impegno vs distrazione.
“De Gasperi disse un giorno, a chi scrive, che, da parte del potere politico, l'unico modo di rispettare la cultura era di ignorarla. [...] Fatto sta che anche dopo il suo trionfo la Democrazia cristiana non sollecitò e non trovò nessun appoggio negl'intellettuali. E di questo approfittarono largamente le forze di sinistra per annetterseli con metodi non molto diversi da quelli usati da Mussolini. [...] Il Pci dimostrò la sua maestria nell'uso e abuso dei premi artistici e letterari, nel battage pubblicitario di chiunque – scrittore, pittore, scultore, regista – si prestasse al suo gioco, nell'amministrazione delle cattedre universitarie. Insomma fu lui il nuovo Principe di una classe intellettuale che, nei secoli, di un Principe non ha mai saputo né voluto fare a meno”.
Indro Montanelli
Peppone…
…e Don Camillo
ì
Dopo la guerra la Dc si trova ad occupare i più importanti apparati culturali statali.
Caduto il regime, sono subentrate nuovamente le associazioni cattoliche che hanno ricostituito subito quelle soppresse dal fascismo e si sono sostituite a quelle che il fascismo stesso aveva create.
Da un lato: modernizzazione, capitalismo, lasseiz faire;dall’altro: tradizionalismo, difesa dell’Italia contadina.
In entrambi i casi: anticomunismo.
…e Don Camillo
IL 28 GIUGNO 1949, viene
confermata ufficialmente, con un
decreto del Santo Uffizio, la
scomunica dei comunisti
"E' scomunicato chi scrive, legge,
diffonde la stampa comunista, chi
vota per esso, chi rimane nelle
organizzazioni delle Camere del
Lavoro, Federterra, Fronte della
Gioventù, CGIL, UDI, API, ed è
estesa la sanzione anche a quei
partiti che fanno causa comune
con i comunisti".